Tutto per Trinity
- CaterinaDP
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Tutto per Trinity
Giulia darebbe la vita per quel grazioso esserino a cui dedica ogni sua cura. Ha solo lei al mondo…i suoi libri universitari della facoltà di matematica e due giganti occhi verdi che impediscono a chiunque stia casualmente guardando nella sua direzione di non fissarli per pochi istanti con una certa meraviglia.
Poi nient’altro.
I genitori sono anziani e ormai rappresentano soltanto una visita settimanale in cui raccontare una montagna di bugie rassicuranti.
Il contratto di lavoro è scaduto e non è stato rinnovato perché è intervenuta una contrazione del mercato che ci ha costretto a ridurre il personale, nostro malgrado, per mancanza di fondi… bla, bla e altre parole ancora più stonate.
L’ultimo fidanzato una mattina ha deciso che fosse arrivato il momento di cambiare aria.
In quell’unica stanza del monolocale che Giulia ha preso in affitto sono rimasti un piano cottura, due librerie, un bagno e un comodo letto matrimoniale dove Giulia e il suo piccolo amore dormono insieme. L’ha chiamata Trinity il suo amore, nel ricordo della protagonista femminile del film che preferisce fra tutti. Che una simile scelta avrebbe potuto attirare commenti sarcastici l’aveva considerato, ma chi è solo al mondo non deve dar conto a nessuno e questo le aveva permesso di rendere omaggio alla sua Trinity di Matrix, senza troppe esitazioni.
Trinity ha un conto in banca, un armadio pieno di vestiti meravigliosi, un abbonamento settimanale dal parrucchiere e una libreria tutta sua.
Ora Giulia è pronta e mancano venti minuti all’appuntamento con quell’amico dell’amica. Questa le ha assicurato che si tratta di una brava persona, senza troppe pretese, senza una moglie e persino con una lavoro da poterle offrire.
Ha quarantadue anni e una piccola da proteggere. Ha bisogno che un uomo privo di macroscopici difetti si innamori di lei e che qualcuno le dia un lavoro che sia…un lavoro e basta.
L’unica cosa che conta è il bene di Trinity ma per questo ci vogliono soldi.
Dieci anni prima aveva sognato di trovare l’uomo giusto.
Cinque anni dopo si era convinta che una donna non avesse bisogno di uomini accanto, ma che l’intelligenza e una laurea in matematica con il massimo dei voti fossero più che sufficiente a conquistare la piena realizzazione professionale. Questa era quasi arrivata, ma la scadenza inesorabile di un contratto precario aveva rovinato tutto. E come succede ai meno fortunati, i problemi non erano arrivati uno alla volta. Sette giorni dopo aver perso il lavoro Giulia aveva incontrato Roberto. Lui aveva guardato i suoi occhi e le aveva dichiarato eterno amore, in una notte. Da una donna di trentasette anni ci si potrebbe aspettare una diffidenza di fronte a tali dichiarazioni, ma Giulia non fu per nulla diffidente.
Rimase incinta.
Il giorno in cui Giulia scoprì il suo stato Roberto sparì: non ti merito, non sarei in grado di fare nulla di buono col piccolo e vi rovinerei la vita… bla, bla e altre parole ancora più stridenti.
Dopo soli trenta giorni Giulia cominciò a non stare bene e arrivò come un blocco di ghiaccio in gola il referto del ginecologo: “Aborto spontaneo”.
E passarono altri cinque anni. Fino a oggi.
Giulia è pronta e non può fallire. Ci vogliono soldi perché la sua Trinity sta per partorire una cucciolata di sei Dalmata. E ora questo è tutto per lei, un piano B perfettamente riuscito.
Poi nient’altro.
I genitori sono anziani e ormai rappresentano soltanto una visita settimanale in cui raccontare una montagna di bugie rassicuranti.
Il contratto di lavoro è scaduto e non è stato rinnovato perché è intervenuta una contrazione del mercato che ci ha costretto a ridurre il personale, nostro malgrado, per mancanza di fondi… bla, bla e altre parole ancora più stonate.
L’ultimo fidanzato una mattina ha deciso che fosse arrivato il momento di cambiare aria.
In quell’unica stanza del monolocale che Giulia ha preso in affitto sono rimasti un piano cottura, due librerie, un bagno e un comodo letto matrimoniale dove Giulia e il suo piccolo amore dormono insieme. L’ha chiamata Trinity il suo amore, nel ricordo della protagonista femminile del film che preferisce fra tutti. Che una simile scelta avrebbe potuto attirare commenti sarcastici l’aveva considerato, ma chi è solo al mondo non deve dar conto a nessuno e questo le aveva permesso di rendere omaggio alla sua Trinity di Matrix, senza troppe esitazioni.
Trinity ha un conto in banca, un armadio pieno di vestiti meravigliosi, un abbonamento settimanale dal parrucchiere e una libreria tutta sua.
Ora Giulia è pronta e mancano venti minuti all’appuntamento con quell’amico dell’amica. Questa le ha assicurato che si tratta di una brava persona, senza troppe pretese, senza una moglie e persino con una lavoro da poterle offrire.
Ha quarantadue anni e una piccola da proteggere. Ha bisogno che un uomo privo di macroscopici difetti si innamori di lei e che qualcuno le dia un lavoro che sia…un lavoro e basta.
L’unica cosa che conta è il bene di Trinity ma per questo ci vogliono soldi.
Dieci anni prima aveva sognato di trovare l’uomo giusto.
Cinque anni dopo si era convinta che una donna non avesse bisogno di uomini accanto, ma che l’intelligenza e una laurea in matematica con il massimo dei voti fossero più che sufficiente a conquistare la piena realizzazione professionale. Questa era quasi arrivata, ma la scadenza inesorabile di un contratto precario aveva rovinato tutto. E come succede ai meno fortunati, i problemi non erano arrivati uno alla volta. Sette giorni dopo aver perso il lavoro Giulia aveva incontrato Roberto. Lui aveva guardato i suoi occhi e le aveva dichiarato eterno amore, in una notte. Da una donna di trentasette anni ci si potrebbe aspettare una diffidenza di fronte a tali dichiarazioni, ma Giulia non fu per nulla diffidente.
Rimase incinta.
Il giorno in cui Giulia scoprì il suo stato Roberto sparì: non ti merito, non sarei in grado di fare nulla di buono col piccolo e vi rovinerei la vita… bla, bla e altre parole ancora più stridenti.
Dopo soli trenta giorni Giulia cominciò a non stare bene e arrivò come un blocco di ghiaccio in gola il referto del ginecologo: “Aborto spontaneo”.
E passarono altri cinque anni. Fino a oggi.
Giulia è pronta e non può fallire. Ci vogliono soldi perché la sua Trinity sta per partorire una cucciolata di sei Dalmata. E ora questo è tutto per lei, un piano B perfettamente riuscito.
Re: Tutto per Trinity
Ciao Caterina e bentornata! Tutto ok con caratteri e tempo, buona Libroza Edition!
- maurizio.ferrero
- Messaggi: 529
Re: Tutto per Trinity
Ciao Caterina, è un piacere leggerti, credo che sia la prima volta.
Mi levo immediatamente il dente: ho capito quasi subito che Trinity era un cane, o comunque un animale domestico. Credo che tu abbia voluto giocare sul dubbio che potesse essere la figlia della protagonista, cosa che avrebbe anche funzionato se avessi inserito la parte in cui lei dichiara di essere rimasta incinta molto prima nel racconto. Quando viene data questa informazione si è già alla fine, e non si fa in tempo a pensare "ah, allora mi sono sbagliato?" che viene data la conferma che si tratta di un animale domestico. Credo sia stata proprio la prima frase del racconto a farmi capire la vera natura di Trinity: non credo che una madre definirebbe mai suo figlio "grazioso esserino".
Per quanto riguarda il resto: tema centrato bene, il riscatto psicologico a quanto le è accaduto è ben piazzato. Buona la scrittura, non ho visto errori evidenti, forse un po' lenta la prima parte rispetto alla seconda.
A presto!
Mi levo immediatamente il dente: ho capito quasi subito che Trinity era un cane, o comunque un animale domestico. Credo che tu abbia voluto giocare sul dubbio che potesse essere la figlia della protagonista, cosa che avrebbe anche funzionato se avessi inserito la parte in cui lei dichiara di essere rimasta incinta molto prima nel racconto. Quando viene data questa informazione si è già alla fine, e non si fa in tempo a pensare "ah, allora mi sono sbagliato?" che viene data la conferma che si tratta di un animale domestico. Credo sia stata proprio la prima frase del racconto a farmi capire la vera natura di Trinity: non credo che una madre definirebbe mai suo figlio "grazioso esserino".
Per quanto riguarda il resto: tema centrato bene, il riscatto psicologico a quanto le è accaduto è ben piazzato. Buona la scrittura, non ho visto errori evidenti, forse un po' lenta la prima parte rispetto alla seconda.
A presto!
- Massimo Tivoli
- Messaggi: 396
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Re: Tutto per Trinity
Ciao Caterina. Piacere di leggerti. Il racconto si legge bene, forse solo qualche frase eccessivamente lunga nella parte iniziale, ma niente di cruciale. La situazione è piuttosto drammatica: a Giulia è successo di tutto e di più, fino all’evento più tremendo di tutti, cacciato abilmente fuori sul finale. Bello che abbia deciso di rifarsi con la sua cagnetta Trinity, e bello anche il rapporto – apparentemente un pochino esagerato – che lei ha instaurato con “l’esserino”, è coerente con quello che le è successo in passato e che si scopre a poco a poco. Invece, per quanto riguarda una possibile intenzione di giocare sul colpo di scena basato sull’agnizione bambina-cagnetta, semmai tu abbia avuto questa intenzione, il racconto non riesce in questo perché sin da subito si percepisce che Trinity non sia una bambina. Nonostante qualche timido depistaggio, il lettore se lo aspetta sin da subito. Ma magari non era tua intenzione giocare su questo. Buona Edition!
- Luca Nesler
- Messaggi: 727
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Re: Tutto per Trinity
[premessa: per il rispetto di tutti e, sapendo che ognuno preferisce le critiche ai complimenti, ho deciso di commentare senza leggere gli altri commenti e di accantonare qualunque filtro cortese. Ti prego di non confondere questo atteggiamento con mancanza di stima. Tutt'altro!]
Ciao Caterina. Io non credo che si debba per forza descrivere i personaggi fisicamente in un incipit. Specie se di un racconto di 3000 caratteri. Inoltre hai usato una frase lunga e di ardua comprensione.
“Ha solo lei al mondo…i suoi libri universitari della facoltà di matematica (troppi dettagli) e due giganti occhi verdi che impediscono a chiunque stia casualmente (avverbio “allungoso” inutile) guardando nella sua direzione (nella direzione o guardano lei) di non fissarli (impediscono di non fissarli, troppo indiretta) per pochi istanti con una certa (questo certa non serve a nulla e allunga una frase già lunga) meraviglia.”
Lunga e complicata. A volte un “aveva solo lei, i suoi libri di matematica e un paio di magnetici occhi verdi. Nient’altro.” basta e avanza, no? Fermo restando che non sprecherei caratteri per dire che ha gli occhi verdi e belli. Non è una caratteristica carismatica.
“I genitori sono anziani e ormai rappresentano soltanto una visita settimanale in cui raccontare una montagna di bugie rassicuranti.”
Anche in questa frase sei oscura. Credo perché usi una forma un po' verbosa. “Rappresentano una visita in cui raccontare bugie” è strano, non trovi? “I genitori, vecchi, li vede una volta a settimana e solo per rassicurarli con qualche bugia.” Facile e più comprensibile (per me).
In generale trovo la forma del testo un po' da ripulire. Parti col presente e poi racconti in soldoni ciò che ha reso Giulia una donna sola e attaccata in modo morboso al suo cane. Solo che tutto questo raccontato, che compone il centro del racconto, è noioso e faticoso da seguire, proprio perché è tutto raccontato. Inoltre lo fai in maniera un po' piatta, come una fredda cronaca di quello che è successo a sta tipa che nemmeno conosco (lo senti il maschio che si lamenta dei gossip?)
Non ci sono eventi particolari e sono comunque riassunti in modo sbrigativo. Anche tu, come Paola, hai voluto giocare col rapporto uomo-animale, ma lei è stata più originale. E come Viviana racconti la storia di una donna che, come piano B, resterà sola (più o meno) e, come lei, hai scelto un raccontato puro. Scelta infelice perché coinvolge poco.
Nel tuo racconto manca anche un colpetto di scena che potrebbe restituire un po' di senso a un racconto così piatto. Non ci sono molti errori grossolani, ma rimane un racconto troppo mediocre da buttare in questa vasca di squali.
Ti direi che mi dispiace, ma cerco di non dispiacermi e camminare sulla via della freddezza per mirare dritti dritti alla qualità :P
Alla prossima!
Ciao Caterina. Io non credo che si debba per forza descrivere i personaggi fisicamente in un incipit. Specie se di un racconto di 3000 caratteri. Inoltre hai usato una frase lunga e di ardua comprensione.
“Ha solo lei al mondo…i suoi libri universitari della facoltà di matematica (troppi dettagli) e due giganti occhi verdi che impediscono a chiunque stia casualmente (avverbio “allungoso” inutile) guardando nella sua direzione (nella direzione o guardano lei) di non fissarli (impediscono di non fissarli, troppo indiretta) per pochi istanti con una certa (questo certa non serve a nulla e allunga una frase già lunga) meraviglia.”
Lunga e complicata. A volte un “aveva solo lei, i suoi libri di matematica e un paio di magnetici occhi verdi. Nient’altro.” basta e avanza, no? Fermo restando che non sprecherei caratteri per dire che ha gli occhi verdi e belli. Non è una caratteristica carismatica.
“I genitori sono anziani e ormai rappresentano soltanto una visita settimanale in cui raccontare una montagna di bugie rassicuranti.”
Anche in questa frase sei oscura. Credo perché usi una forma un po' verbosa. “Rappresentano una visita in cui raccontare bugie” è strano, non trovi? “I genitori, vecchi, li vede una volta a settimana e solo per rassicurarli con qualche bugia.” Facile e più comprensibile (per me).
In generale trovo la forma del testo un po' da ripulire. Parti col presente e poi racconti in soldoni ciò che ha reso Giulia una donna sola e attaccata in modo morboso al suo cane. Solo che tutto questo raccontato, che compone il centro del racconto, è noioso e faticoso da seguire, proprio perché è tutto raccontato. Inoltre lo fai in maniera un po' piatta, come una fredda cronaca di quello che è successo a sta tipa che nemmeno conosco (lo senti il maschio che si lamenta dei gossip?)
Non ci sono eventi particolari e sono comunque riassunti in modo sbrigativo. Anche tu, come Paola, hai voluto giocare col rapporto uomo-animale, ma lei è stata più originale. E come Viviana racconti la storia di una donna che, come piano B, resterà sola (più o meno) e, come lei, hai scelto un raccontato puro. Scelta infelice perché coinvolge poco.
Nel tuo racconto manca anche un colpetto di scena che potrebbe restituire un po' di senso a un racconto così piatto. Non ci sono molti errori grossolani, ma rimane un racconto troppo mediocre da buttare in questa vasca di squali.
Ti direi che mi dispiace, ma cerco di non dispiacermi e camminare sulla via della freddezza per mirare dritti dritti alla qualità :P
Alla prossima!
- CaterinaDP
- Messaggi: 32
Re: Tutto per Trinity
Grazie a tutti per la lettura e per i commenti! Sono alle prime armi con la scrittura e tutto ciò che mi dite è utilissimo per imparare.
@Luca Nesler:
Ciao Luca, grazie mille. Altro che dispiacere! Hai centrato il punto, me ne sono accorta rileggendolo pochi minuti dopo: nessun dialogo che mostri la scena ma tutto narrato, troppa descrizione dei personaggi e nessuna sorpresa. Non sono abituata al racconto breve e ai suoi tempi e mi piacciono le storie con i personaggi molto ben descritti e caratterizzati. Ma ovviamente in un racconto di pochi caratteri bisogna riequilibrare tutto in maniera diversa. Grazie mille e ci sentiamo alla prossima occasione!
Caterina
@Luca Nesler:
Ciao Luca, grazie mille. Altro che dispiacere! Hai centrato il punto, me ne sono accorta rileggendolo pochi minuti dopo: nessun dialogo che mostri la scena ma tutto narrato, troppa descrizione dei personaggi e nessuna sorpresa. Non sono abituata al racconto breve e ai suoi tempi e mi piacciono le storie con i personaggi molto ben descritti e caratterizzati. Ma ovviamente in un racconto di pochi caratteri bisogna riequilibrare tutto in maniera diversa. Grazie mille e ci sentiamo alla prossima occasione!
Caterina
Re: Tutto per Trinity
Situazione drammatica purtroppo molto comune. Devo ammettere che ho pensato subito a un animale da compagnia poi, per un attimo, quando hai parlato di conto in banca e parrucchiere ho avuto il dubbio che la protagonista si fosse procurata una di quelle bambole realistiche che stanno impazzando in questi ultimi tempi e la storia ha preso una tinta molto più fosca, per fortuna nonostante il dramma dell'aborto è riuscita a recuperare almeno in parte e a trovare un modo per cercare di ricominciare.
La scrittura scorre abbastanza liscia, con qualche frase troppo lenta soprattutto all'inizio. La forma è abbastanza veloce da non rendere pesante il fatto che sia tutto raccontato.
Il tema è centrato.
La scrittura scorre abbastanza liscia, con qualche frase troppo lenta soprattutto all'inizio. La forma è abbastanza veloce da non rendere pesante il fatto che sia tutto raccontato.
Il tema è centrato.
- roberto.masini
- Messaggi: 408
Re: Tutto per Trinity
Ciao Caterina.
L’amara vicenda della donna senza lavoro e abbandonata dal fidanzato si dipana con accorte descrizioni fatte da frasi lunghe e seguite da brevi pennellate. L’unico difetto che ho riscontrato in questo rapporto cane-donna sta nel fatto che forse si voleva far credere in un primo tempo che si trattasse di una bambina. Considerando l’aborto che l’aveva colpita, l’idea era eccezionale. È stata però giocata male con l’uso di parole che mi hanno fatto subito pensare a un animale(“esserino”!).
Buon Halloween!
L’amara vicenda della donna senza lavoro e abbandonata dal fidanzato si dipana con accorte descrizioni fatte da frasi lunghe e seguite da brevi pennellate. L’unico difetto che ho riscontrato in questo rapporto cane-donna sta nel fatto che forse si voleva far credere in un primo tempo che si trattasse di una bambina. Considerando l’aborto che l’aveva colpita, l’idea era eccezionale. È stata però giocata male con l’uso di parole che mi hanno fatto subito pensare a un animale(“esserino”!).
Buon Halloween!
Re: Tutto per Trinity
Ciao Caterina! Del tuo racconto mi è piaciuta l’idea del piano B. Non potendo avere un figlio, allevi questo piccolo animale. Bello che Giulia, essendo laureata in matematica, ha un racconto con tanti numeri, ne aggiungerei altri per enfatizzare il concetto.
Accorcerei alcune frasi per renderle più immediate, tipo: “E passarono altri cinque anni. Fino a oggi.” Potrebbe diventare: “Oggi, dopo cinque anni.”
Sono d’accordo con Maurizio, anche secondo me il racconto migliorerebbe se partissi con Giulia incinta, e quasi alla fine del racconto potresti parlare dell’aborto.
Accorcerei alcune frasi per renderle più immediate, tipo: “E passarono altri cinque anni. Fino a oggi.” Potrebbe diventare: “Oggi, dopo cinque anni.”
Sono d’accordo con Maurizio, anche secondo me il racconto migliorerebbe se partissi con Giulia incinta, e quasi alla fine del racconto potresti parlare dell’aborto.
Re: Tutto per Trinity
La tua risposta ai commenti racchiude tutto: non sei abituata ai racconti brevi e ti devi accordare. In questo, Minuti Contati è esercizio fondamentale, come tutti i contest simili, del resto. Il segreto a sfruttare al massimo lo spazio concesso per spremere al cento per cento la propria idea rendendola fruibile al pubblico più allargato. Qui non riesci a gestire i tempi di svelamento dell'identità di Trinity e rischi la ridondanza quando accenni per due volte all'episodio di Roberto, in tal modo bruciando fondamentali caratteri. Molto bella, invece, l'immagine del contesto che restituisci al lettore. Concludendo: racconto che si legge bene, ma che fallisce a livello strategico in determinate sue parti. Per me un pollice tendente verso l'alto, anche se in modo non brillante.
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