Le ali ai piedi
- Laura Cazzari
- Messaggi: 266
Le ali ai piedi
Il sole sta sorgendo sulle spiagge filippine, ma Rhea non è nel suo letto.
Quando il mondo comincia a risvegliarsi per affrontare una nuova giornata, Rhea ha già lasciato le sue orme sulla sabbia.
I piedi nudi affondano nel lido e il sudore le disegna piccoli rivoli sul viso e sulla schiena.
Il respiro è intenso, ma non affannato.
Rhea corre.
Quando è preoccupata, Rhea corre.
Quando il padre torna a casa ubriaco, Rhea corre.
Quando la madre veste abiti lunghi per coprire i lividi, Rhea corre.
Lei ha solo due certezze: ha undici anni e correre è l’unico aspetto della sua vita che non crolla a pezzi. Correre è il nastro che tiene insieme i tasselli del puzzle che è la sua vita.
Il respiro intenso, il cuore pulsante, i piedi doloranti la fanno sentire viva più che mai.
Rhea si è iscritta a una gara.
Forse la corsa può essere un mezzo per costruire il suo futuro e non solo lo strumento per sfuggire al suo presente.
Per correre le hanno detto che deve indossare le scarpe.
Rhea non ha scarpe, non può permettersele, ma non le servono. I suoi piedi sono capaci di correre su qualsiasi terreno.
Il giorno della gara si presenta ai blocchi di partenza. Ai piedi ha solo del nastro che le avvolge la pianta e le dita.
Sul nastro ha disegnato il simbolo della Nike, un po’ per scherzo, un po’ perché tutti i veri atleti indossano scarpe della Nike.
Partenza. Via.
Rhea non corre, vola. Verso il traguardo o verso il futuro.
Quando il mondo comincia a risvegliarsi per affrontare una nuova giornata, Rhea ha già lasciato le sue orme sulla sabbia.
I piedi nudi affondano nel lido e il sudore le disegna piccoli rivoli sul viso e sulla schiena.
Il respiro è intenso, ma non affannato.
Rhea corre.
Quando è preoccupata, Rhea corre.
Quando il padre torna a casa ubriaco, Rhea corre.
Quando la madre veste abiti lunghi per coprire i lividi, Rhea corre.
Lei ha solo due certezze: ha undici anni e correre è l’unico aspetto della sua vita che non crolla a pezzi. Correre è il nastro che tiene insieme i tasselli del puzzle che è la sua vita.
Il respiro intenso, il cuore pulsante, i piedi doloranti la fanno sentire viva più che mai.
Rhea si è iscritta a una gara.
Forse la corsa può essere un mezzo per costruire il suo futuro e non solo lo strumento per sfuggire al suo presente.
Per correre le hanno detto che deve indossare le scarpe.
Rhea non ha scarpe, non può permettersele, ma non le servono. I suoi piedi sono capaci di correre su qualsiasi terreno.
Il giorno della gara si presenta ai blocchi di partenza. Ai piedi ha solo del nastro che le avvolge la pianta e le dita.
Sul nastro ha disegnato il simbolo della Nike, un po’ per scherzo, un po’ perché tutti i veri atleti indossano scarpe della Nike.
Partenza. Via.
Rhea non corre, vola. Verso il traguardo o verso il futuro.
Laura Cazzari
- Polly Russell
- Messaggi: 812
Re: Le ali ai piedi
Molto suggestivo, Laura. La parte delle Nike arrangiate con nastro adesivo e pennarelli è davvero graziosa.
C’è una gara, che gara? Non è che io voglio sapere di preciso di cosa si tratti ma se ne va del suo futuro, o se comunque è l’inizio del suo futuro sarà una cosa mediamente importante. Magari un accenno a delle gare scolastiche. Da lì potrei intuire che l’insegnante la prenderà sotto la propria ala, e via... Così potrebbe essere una gara per una festa paesana e come inizia finisce: nel nulla.
Immersivo, comunque, con una nota romantica, che non guasta.
questa parte non mi suona. Rhea non ha le scarpe e un padre ubriacone, dubito che abbia la televisione, dubito che sappia cosa sono le Olimpiadi. Quindi cosa ne sa che il correre può essere un lavoro, può darle un futuro. E tu sei sempre sul suo pov, quindi questa parte da narratore onnisciente non va bene.Forse la corsa può essere un mezzo per costruire il suo futuro e non solo lo strumento per sfuggire al suo presente.
C’è una gara, che gara? Non è che io voglio sapere di preciso di cosa si tratti ma se ne va del suo futuro, o se comunque è l’inizio del suo futuro sarà una cosa mediamente importante. Magari un accenno a delle gare scolastiche. Da lì potrei intuire che l’insegnante la prenderà sotto la propria ala, e via... Così potrebbe essere una gara per una festa paesana e come inizia finisce: nel nulla.
Immersivo, comunque, con una nota romantica, che non guasta.
Polly
- Laura Cazzari
- Messaggi: 266
Re: Le ali ai piedi
Polly Russell ha scritto:Molto suggestivo, Laura. La parte delle Nike arrangiate con nastro adesivo e pennarelli è davvero graziosa.questa parte non mi suona. Rhea non ha le scarpe e un padre ubriacone, dubito che abbia la televisione, dubito che sappia cosa sono le Olimpiadi. Quindi cosa ne sa che il correre può essere un lavoro, può darle un futuro. E tu sei sempre sul suo pov, quindi questa parte da narratore onnisciente non va bene.Forse la corsa può essere un mezzo per costruire il suo futuro e non solo lo strumento per sfuggire al suo presente.
C’è una gara, che gara? Non è che io voglio sapere di preciso di cosa si tratti ma se ne va del suo futuro, o se comunque è l’inizio del suo futuro sarà una cosa mediamente importante. Magari un accenno a delle gare scolastiche. Da lì potrei intuire che l’insegnante la prenderà sotto la propria ala, e via... Così potrebbe essere una gara per una festa paesana e come inizia finisce: nel nulla.
Immersivo, comunque, con una nota romantica, che non guasta.
Ciao Polly, grazie per il tuo commento e le tue osservazioni. La storia è una storia vera. Il fatto che sia povera non vuole dire secondo me che non sappia cosa sono le olimpiadi o le gare. Se è passato il concetto di un narratore onniscente ci dovrò lavorare.
Laura Cazzari
-
- Messaggi: 2992
Re: Le ali ai piedi
LE ALI AI PIEDI di Laura Cazzari Tema centrato. Lo trovo molto simile a una storia vera. Rhea usa la corsa come riscatto e non solo come atleta, ma anche come persona, per sfuggire a una vita di povertà e di violenze domestiche in un paradiso (vedi il contesto di sabbie e palme filippino) dalle molte amarezze. Il suo eroismo si vede in modo particolare nei nastri alle caviglie con la scritta Nike, con i quali si presenta alla gara: la sua non è la vanità di imitare le scarpe degli avversari (a lei precluse per mancanza di denaro), ma un augurio a se stessa, per essere lì (io, almeno, la vedo così).
Re: Le ali ai piedi
Non prenderla sul personale come fosse un'offesa ( è una pratica che va di gran moda ultimamente in questi lidi e non voglio assolutamente accendere altre discussioni) ma il tuo racconto mi ha ricordato troppo il classico dei classici: "ogni mattina, in Africa, una gazzella si sveglia ecc.."
Sarà stato il narratore onnisciente o il ripetitivo citare il nome della protagonista, forse entrambe le cose.
Se si parla di nastri che tengono attaccate cose, va specificato che sia adesivo, così hai anche l'aggancio per quel tipo di nastro spesso che può, con molta fantasia, essere utilizzato per compensare una mancanza di scarpe.
Una vita difficile, lo sport come salvezza.
La voglia di vincere doveva essere finalizzata ad un premio in denaro o ad una occasione di diventare professionista, così non è chiaro se lei partecipi anche solo per non dover starsene a casa.
Non troppo entusiasta della prova.
Sarà stato il narratore onnisciente o il ripetitivo citare il nome della protagonista, forse entrambe le cose.
Se si parla di nastri che tengono attaccate cose, va specificato che sia adesivo, così hai anche l'aggancio per quel tipo di nastro spesso che può, con molta fantasia, essere utilizzato per compensare una mancanza di scarpe.
Una vita difficile, lo sport come salvezza.
La voglia di vincere doveva essere finalizzata ad un premio in denaro o ad una occasione di diventare professionista, così non è chiaro se lei partecipi anche solo per non dover starsene a casa.
Non troppo entusiasta della prova.
Re: Le ali ai piedi
Ciao Laura,
il tuo racconto è scritto molto bene e mi piace sempre leggere di storie vere. Forse la prima parte è un po’ rallentata dai vari “quando”, ma comunque il racconto non perde la linearità narrativa. Mi hai fatto subito entrare in empatia con Rhea e nel finale voli con lei con le sue stesse scarpe di nastro (bellissima immagine!).
A presto
Emanuela
il tuo racconto è scritto molto bene e mi piace sempre leggere di storie vere. Forse la prima parte è un po’ rallentata dai vari “quando”, ma comunque il racconto non perde la linearità narrativa. Mi hai fatto subito entrare in empatia con Rhea e nel finale voli con lei con le sue stesse scarpe di nastro (bellissima immagine!).
A presto
Emanuela
- eleonora.rossetti
- Messaggi: 553
Re: Le ali ai piedi
Ciao Laura,
il tuo racconto, storia vera o meno, tocca le corde giuste. Descrivi la voglia di riscatto, di liberazione dai problemi attraverso lo sport e la competizione. In realtà non posso definirlo un "racconto" (perché non ha una vera "chiusa", un finale vero e proprio) perché ci lasci in sospeso sul successivo passo che Rhea sta compiendo per conquistare la sua libertà, ma devo dire che fa il suo dovere e lascia qualcosa dopo la lettura. Forse avrei messo qualche dettaglio sul fatto che la gara le avrebbe dato davvero una speranza concreta per il futuro, e non solo una liberazione metaforica (es. una borsa di studio, farsi notare da un talen scout), ma in ogni caso il tema è centrato e come stile non ho appunti da farti. Ben fatto.
il tuo racconto, storia vera o meno, tocca le corde giuste. Descrivi la voglia di riscatto, di liberazione dai problemi attraverso lo sport e la competizione. In realtà non posso definirlo un "racconto" (perché non ha una vera "chiusa", un finale vero e proprio) perché ci lasci in sospeso sul successivo passo che Rhea sta compiendo per conquistare la sua libertà, ma devo dire che fa il suo dovere e lascia qualcosa dopo la lettura. Forse avrei messo qualche dettaglio sul fatto che la gara le avrebbe dato davvero una speranza concreta per il futuro, e non solo una liberazione metaforica (es. una borsa di studio, farsi notare da un talen scout), ma in ogni caso il tema è centrato e come stile non ho appunti da farti. Ben fatto.
Uccidi scrivendo.
- Giorgia D'Aversa
- Messaggi: 134
Re: Le ali ai piedi
Ciao Laura,
Temo che, nonostante si tratti di un personaggio che vive una vita difficile, io sia riuscita a empatizzare poco con la sua situazione. L’ho sentita un po’ distante, e in questo di sicuro non ha aiutato il narratore onnisciente che ha reso la lettura distaccata.
Il tema comunque è senza dubbio rispettato e la lettura scorre senza intoppi.
Molto bella l’immagine di Rhea che calza solo del nastro e la scelta sarcastica di disegnarsi il simbolo della Nike.
Temo che, nonostante si tratti di un personaggio che vive una vita difficile, io sia riuscita a empatizzare poco con la sua situazione. L’ho sentita un po’ distante, e in questo di sicuro non ha aiutato il narratore onnisciente che ha reso la lettura distaccata.
Il tema comunque è senza dubbio rispettato e la lettura scorre senza intoppi.
Molto bella l’immagine di Rhea che calza solo del nastro e la scelta sarcastica di disegnarsi il simbolo della Nike.
- Gabriele Dolzadelli
- Messaggi: 360
- Contatta:
Re: Le ali ai piedi
Ciao Laura, piacere di ritrovarti.
Ci sono tre aspetti che isolerei del tuo racconto. Il primo riguarda la tecnica. Da questo punto di vista direi che è ottimo. La ripetizione di quel "corre" non solo mantiene alta l'attenzione sul fulcro della storia ma ti ha anche permesso di associarci diverse informazioni sulla vita della protagonista senza appesantire il testo. Brava. Il secondo punto è quello dell'emotività, senza dubbio trasmessa molto bene, per quanto sul finale si perda un po' di vista il motivo per cui lei corra (per non pensare a quanto accada a casa? Per sperare di diventare qualcuno e poter fuggire di lì? Forse serviva anche solo un piccolo accenno). Il terzo punto è quello più penalizzante ed è l'originalità. Anche nel tuo caso non è arrivata la fiammella dell'ispirazione e mi è parso tu ti sia adagiata su un classico, parlando di un semplice personaggio in cerca della sua occasione.
In ogni caso rimane un buon testo. A rileggerci.
Ci sono tre aspetti che isolerei del tuo racconto. Il primo riguarda la tecnica. Da questo punto di vista direi che è ottimo. La ripetizione di quel "corre" non solo mantiene alta l'attenzione sul fulcro della storia ma ti ha anche permesso di associarci diverse informazioni sulla vita della protagonista senza appesantire il testo. Brava. Il secondo punto è quello dell'emotività, senza dubbio trasmessa molto bene, per quanto sul finale si perda un po' di vista il motivo per cui lei corra (per non pensare a quanto accada a casa? Per sperare di diventare qualcuno e poter fuggire di lì? Forse serviva anche solo un piccolo accenno). Il terzo punto è quello più penalizzante ed è l'originalità. Anche nel tuo caso non è arrivata la fiammella dell'ispirazione e mi è parso tu ti sia adagiata su un classico, parlando di un semplice personaggio in cerca della sua occasione.
In ogni caso rimane un buon testo. A rileggerci.
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