Nella mia testa
- Giorgia D'Aversa
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Nella mia testa
Distendo le pieghe della gonna e infilo le mani sotto le cosce, dondolando i piedi: ho gli anfibi tirati a lucido per l’occasione.
Elisa entra nel pub, diretta verso la porta del bagno. Non mi guardare, non mi guardare… si accorge di me, esita. Merda. Abbozzo un sorriso, alzo il mio drink in un saluto; cambia idea e si avvicina al bancone. La mia mano sinistra ha un tremito sul bicchiere.
«Ehi Giuli, non ci raggiungi fuori? Siamo proprio qui davanti.» Si gira verso le porte vetrate e indica il gruppo.
I capelli ossigenati di Francesco lo fanno sembrare un lampione. Parla concitato, agita la sigaretta come un maestro d’orchestra e le volute di fumo si disperdono.
«Stavo proprio per uscire anch’io», farfuglio. «È che… mi è girata un po’ la testa e preferivo rimanere seduta.»
«Non sei abituata a bere, eh?» Elisa corruga la fronte verso il mio drink ancora a metà. «Ti aspettiamo!»
I capelli biondi le ondeggiano sulla schiena. Fuori non sembrano notare la mia assenza, ridono di gusto a una battuta che io non saprei mai rendere divertente. Vorrei che fosse semplice come lo è per tutti.
Francesco si gira a cercarmi all’interno del locale: incrocia il mio sguardo e fa cenno con la mano. Scuoto la testa e abbasso lo sguardo sulle scarpe. Mi pizzicano gli occhi. Regolarizzo il respiro, scruto all’esterno e lui è ancora lì a fissarmi: congiunge le mani in una preghiera silenziosa.
Scendo di scatto dallo sgabello. Un sospiro tremante e un passo verso l’uscita. Questa sera lei non vincerà.
Elisa entra nel pub, diretta verso la porta del bagno. Non mi guardare, non mi guardare… si accorge di me, esita. Merda. Abbozzo un sorriso, alzo il mio drink in un saluto; cambia idea e si avvicina al bancone. La mia mano sinistra ha un tremito sul bicchiere.
«Ehi Giuli, non ci raggiungi fuori? Siamo proprio qui davanti.» Si gira verso le porte vetrate e indica il gruppo.
I capelli ossigenati di Francesco lo fanno sembrare un lampione. Parla concitato, agita la sigaretta come un maestro d’orchestra e le volute di fumo si disperdono.
«Stavo proprio per uscire anch’io», farfuglio. «È che… mi è girata un po’ la testa e preferivo rimanere seduta.»
«Non sei abituata a bere, eh?» Elisa corruga la fronte verso il mio drink ancora a metà. «Ti aspettiamo!»
I capelli biondi le ondeggiano sulla schiena. Fuori non sembrano notare la mia assenza, ridono di gusto a una battuta che io non saprei mai rendere divertente. Vorrei che fosse semplice come lo è per tutti.
Francesco si gira a cercarmi all’interno del locale: incrocia il mio sguardo e fa cenno con la mano. Scuoto la testa e abbasso lo sguardo sulle scarpe. Mi pizzicano gli occhi. Regolarizzo il respiro, scruto all’esterno e lui è ancora lì a fissarmi: congiunge le mani in una preghiera silenziosa.
Scendo di scatto dallo sgabello. Un sospiro tremante e un passo verso l’uscita. Questa sera lei non vincerà.
- Giorgia D'Aversa
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Re: Nella mia testa
TEMA: nel testo la voglia di vincere è metaforica e riguarda la lotta della protagonista con la sua stessa ansia.
Re: Nella mia testa
Ciao Giorgia,
il tuo racconto mi è piaciuto molto, soprattutto l’idea di rappresentare la voglia di vincere contro l’ansia. In così pochi caratteri sei riuscita a mostrare la timidezza e l’insicurezza della ragazza e la sua difficoltà a socializzare.
“Agita la sigaretta come un maestro d’orchestra” rende perfettamente l’idea della gestualità ed è una immagine bella forte che mi ha catturato.
Mi è piaciuto meno “regolarizzo il respiro”, avrei cercato un termine diverso ma in un’ora direi che hai fatto un lavoro favoloso.
il tuo racconto mi è piaciuto molto, soprattutto l’idea di rappresentare la voglia di vincere contro l’ansia. In così pochi caratteri sei riuscita a mostrare la timidezza e l’insicurezza della ragazza e la sua difficoltà a socializzare.
“Agita la sigaretta come un maestro d’orchestra” rende perfettamente l’idea della gestualità ed è una immagine bella forte che mi ha catturato.
Mi è piaciuto meno “regolarizzo il respiro”, avrei cercato un termine diverso ma in un’ora direi che hai fatto un lavoro favoloso.
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Nella mia testa
Ciao Giorgia, ti ho già letta nella lotta greco romana, benvenuta anche nell’edizione super-rapida del contest.
Testo valido, ma qualche non detto di troppo mi ha costretto a una seconda lettura. Poi i tasselli sono andati al loro posto e ho contestualizzato.
Nessun appunto sul tema, che è rispettato, e sullo stile.
Ecco quali punti andavano meglio chiariti per una migliore comprensione:
“cambia idea e si avvicina al bancone”. All’inizio mi ero figurato la protagonista seduta a un tavolo del bar: quindi non avevo capito che Elisa, avvicinandosi al bancone, si avvicinava pure a lei. Poteva bastare un “viene al bancone” per sciogliere il dubbio. Con risparmio di ulteriori caratteri, tra l’altro!
“I capelli ossigenati di Francesco lo fanno sembrare un lampione.” Francesco compare dal nulla, ce lo troviamo lì con un ingresso un po’ brusco, a metà racconto. Mentre è lì con lei già da prima, giusto? Oppure è entrato in quel momento? Avrei chiarito questo passaggio (anche qui, basta un cambio verbo).
Spero d'esser stato utile,
buona edition!
andrea
Testo valido, ma qualche non detto di troppo mi ha costretto a una seconda lettura. Poi i tasselli sono andati al loro posto e ho contestualizzato.
Nessun appunto sul tema, che è rispettato, e sullo stile.
Ecco quali punti andavano meglio chiariti per una migliore comprensione:
“cambia idea e si avvicina al bancone”. All’inizio mi ero figurato la protagonista seduta a un tavolo del bar: quindi non avevo capito che Elisa, avvicinandosi al bancone, si avvicinava pure a lei. Poteva bastare un “viene al bancone” per sciogliere il dubbio. Con risparmio di ulteriori caratteri, tra l’altro!
“I capelli ossigenati di Francesco lo fanno sembrare un lampione.” Francesco compare dal nulla, ce lo troviamo lì con un ingresso un po’ brusco, a metà racconto. Mentre è lì con lei già da prima, giusto? Oppure è entrato in quel momento? Avrei chiarito questo passaggio (anche qui, basta un cambio verbo).
Spero d'esser stato utile,
buona edition!
andrea
- Giorgia D'Aversa
- Messaggi: 134
Re: Nella mia testa
Ciao e grazie a entrambi per i commenti e le puntualizzazioni! Vado con ordine partendo dal primo.
Sono davvero felice che la prima immagine ti sia piaciuta, lo so che è stupidissimo ma è piaciuta anche a me mentre scrivevo :'D
E sì, anziché "regolarizzo il respiro" potevo scegliere un'espressione meno banale: queste scelte sono proprio quelle che si vanno a limare in fase di editing. Grazie mille!
Ora passo ad Andrea. Hai ragione, di sicuro nel brano c'è qualche periodo che andava espresso meglio... ho dovuto brutalmente troncare qualche frase perché stava venendo troppo lungo, mannaggia!
Ecco, per quanto riguarda questo passaggio mi rendo conto ora che sono stata poco chiara. Con la frase "Fuori non sembrano notare la mia assenza" volevo mostrare, senza dire che la voce narrante si era messa a guardare fuori, che la sua attenzione si era spostata verso l'esterno. È evidente che se non risulta chiaro ho fallito nel mio intento! Ti ringrazio di cuore per le osservazioni, sono preziose.
“Agita la sigaretta come un maestro d’orchestra” rende perfettamente l’idea della gestualità ed è una immagine bella forte che mi ha catturato.
Mi è piaciuto meno “regolarizzo il respiro”, avrei cercato un termine diverso ma in un’ora direi che hai fatto un lavoro favoloso.
Sono davvero felice che la prima immagine ti sia piaciuta, lo so che è stupidissimo ma è piaciuta anche a me mentre scrivevo :'D
E sì, anziché "regolarizzo il respiro" potevo scegliere un'espressione meno banale: queste scelte sono proprio quelle che si vanno a limare in fase di editing. Grazie mille!
Ora passo ad Andrea. Hai ragione, di sicuro nel brano c'è qualche periodo che andava espresso meglio... ho dovuto brutalmente troncare qualche frase perché stava venendo troppo lungo, mannaggia!
“I capelli ossigenati di Francesco lo fanno sembrare un lampione.” Francesco compare dal nulla, ce lo troviamo lì con un ingresso un po’ brusco, a metà racconto. Mentre è lì con lei già da prima, giusto? Oppure è entrato in quel momento? Avrei chiarito questo passaggio (anche qui, basta un cambio verbo).
Ecco, per quanto riguarda questo passaggio mi rendo conto ora che sono stata poco chiara. Con la frase "Fuori non sembrano notare la mia assenza" volevo mostrare, senza dire che la voce narrante si era messa a guardare fuori, che la sua attenzione si era spostata verso l'esterno. È evidente che se non risulta chiaro ho fallito nel mio intento! Ti ringrazio di cuore per le osservazioni, sono preziose.
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Re: Nella mia testa
Ciao Giorgia, il tuo brano mi è piaciuto!
Trovo sia un modo assolutamente non banale per affrontare il tema proposto.
Ho solo una segnalazione da fare. Quando descrivi Elisa che "si accorge di me, esita" e successivamente "cambia idea e si avvicina al bancone", l'immersione non viene spezzata e gli eventi sono chiari, ma trovo siano meno dettagliati degli altri. Come si manifestano prima l'esitazione e poi il ripensamento?
Nel complesso, però, lo stile è chiaro, vivido e senza orpelli. La descrizione delle volute di fumo non è fuori luogo e, anzi, è resa in modo evocativo.
Ottimo lavoro!
Trovo sia un modo assolutamente non banale per affrontare il tema proposto.
Ho solo una segnalazione da fare. Quando descrivi Elisa che "si accorge di me, esita" e successivamente "cambia idea e si avvicina al bancone", l'immersione non viene spezzata e gli eventi sono chiari, ma trovo siano meno dettagliati degli altri. Come si manifestano prima l'esitazione e poi il ripensamento?
Nel complesso, però, lo stile è chiaro, vivido e senza orpelli. La descrizione delle volute di fumo non è fuori luogo e, anzi, è resa in modo evocativo.
Ottimo lavoro!
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1107
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Re: Nella mia testa
Ciao Giorgia.
Se non erro, è la prima volta che ci incrociamo nell'infernale Arena.
Bene. Devo riconoscerti due grandi meriti: l'aver sviluppato il tema in modo intelligente e una scrittura limpida, semplice ed efficace.
Confesso di aver dovuto leggere due volte il racconto. Alla prima, non so perché, il quadro mi è risultato "sfocato". Alla seconda, però, ogni elemento è andato al suo posto, e ho individuato perfettamente il tema.
E' una storia semplicissima. Due ragazze in competizione per lo stesso ragazzo. Succede a tutte, soprattutto durante l'adolescenza e, in generale, in gioventù. Hai reso molto bene l'apprensione e l'ansia di non piacere; si respira tutto il timore di perdere una competizione amorosa. Ma alla fine, c'è uno scatto d'orgoglio. Chi pensa di trovarsi in svantaggio, alla fine si fa coraggio e prova una straripante voglia di vincere.
Se proprio devo trovare il pelo nell'uovo, direi che c'è qualche piccola imperfezione stilistica da calibrare (qualcuna te l'ha fatta già notare chi mi ha preceduto) e il finale che, per quanto coerente con la trama, è sottotono rispetto alla (apparente) pacatezza della narrazione, senza veri picchi emotivi. Non mi sarebbe dispiaciuta una scena finale più forte emotivamente, per controbilanciare lo scorrere lento di quasi tutto il racconto.
Ad ogni modo, promuovo a pieni voti il racconto, collocandolo sicuramente sul podio.
Buona Olimpiade!
Emiliano.
Se non erro, è la prima volta che ci incrociamo nell'infernale Arena.
Bene. Devo riconoscerti due grandi meriti: l'aver sviluppato il tema in modo intelligente e una scrittura limpida, semplice ed efficace.
Confesso di aver dovuto leggere due volte il racconto. Alla prima, non so perché, il quadro mi è risultato "sfocato". Alla seconda, però, ogni elemento è andato al suo posto, e ho individuato perfettamente il tema.
E' una storia semplicissima. Due ragazze in competizione per lo stesso ragazzo. Succede a tutte, soprattutto durante l'adolescenza e, in generale, in gioventù. Hai reso molto bene l'apprensione e l'ansia di non piacere; si respira tutto il timore di perdere una competizione amorosa. Ma alla fine, c'è uno scatto d'orgoglio. Chi pensa di trovarsi in svantaggio, alla fine si fa coraggio e prova una straripante voglia di vincere.
Se proprio devo trovare il pelo nell'uovo, direi che c'è qualche piccola imperfezione stilistica da calibrare (qualcuna te l'ha fatta già notare chi mi ha preceduto) e il finale che, per quanto coerente con la trama, è sottotono rispetto alla (apparente) pacatezza della narrazione, senza veri picchi emotivi. Non mi sarebbe dispiaciuta una scena finale più forte emotivamente, per controbilanciare lo scorrere lento di quasi tutto il racconto.
Ad ogni modo, promuovo a pieni voti il racconto, collocandolo sicuramente sul podio.
Buona Olimpiade!
Emiliano.
Re: Nella mia testa
Giorgia D'Aversa ha scritto:Distendo le pieghe della gonna e infilo le mani sotto le cosce, dondolando i piedi: ho gli anfibi tirati a lucido per l’occasione.
Elisa entra nel pub, diretta verso la porta del bagno. Non mi guardare, non mi guardare… si accorge di me, esita. Merda. Abbozzo un sorriso, alzo il mio drink in un saluto; cambia idea e si avvicina al bancone. La mia mano sinistra ha un tremito sul bicchiere.
«Ehi Giuli, non ci raggiungi fuori? Siamo proprio qui davanti.» Si gira verso le porte vetrate e indica il gruppo.
I capelli ossigenati di Francesco lo fanno sembrare un lampione. Parla concitato, agita la sigaretta come un maestro d’orchestra e le volute di fumo si disperdono.
«Stavo proprio per uscire anch’io», farfuglio. «È che… mi è girata un po’ la testa e preferivo rimanere seduta.»
«Non sei abituata a bere, eh?» Elisa corruga la fronte verso il mio drink ancora a metà. «Ti aspettiamo!»
I capelli biondi le ondeggiano sulla schiena. Fuori non sembrano notare la mia assenza, ridono di gusto a una battuta che io non saprei mai rendere divertente. Vorrei che fosse semplice come lo è per tutti.
Francesco si gira a cercarmi all’interno del locale: incrocia il mio sguardo e fa cenno con la mano. Scuoto la testa e abbasso lo sguardo sulle scarpe. Mi pizzicano gli occhi. Regolarizzo il respiro, scruto all’esterno e lui è ancora lì a fissarmi: congiunge le mani in una preghiera silenziosa.
Scendo di scatto dallo sgabello. Un sospiro tremante e un passo verso l’uscita. Questa sera lei non vincerà.
Ciao Giorgia, piacere di leggerti!
Il tuo è un racconto molto semplice e scritto senza particolari fronzoli, in modo pulito e tutto sommato efficace. Ho qualche perplessità sull'aderenza al tema proposto: Giuli non mi sembra poi così desiderosa di vincere, dato che Francesco deve supplicarla perché decida di uscire dal pub; quanto a Elisa, non mi sembra poi così agguerrita come rivale. Mi spiego meglio, nell'unica interazione fra le due, Elisa non viene mostrata sufficientemente "cattiva" nei confronti della nostra protagonista, né tantomeno sembra interessata a Francesco. Al che,due sono le cose: o la loro "rivalità" è percepita come tale solo da Giuli (e potrebbe essere, noi timidi siamo i primi nemici di noi stessi), oppure avresti dovuto calcare un po' di più la mano in modo che io, lettore, pensassi "ma guarda 'sta stronzetta, vai Giuli, portati a casa il lampione Francesco e dalle una lezione!"
Insomma, una prova carina, che poteva giovare di un po' più di carica emotiva nel descrivere la lotta della protagonista, con sé stessa o con la rivale che fosse.
Alla prossima!
- Giorgia D'Aversa
- Messaggi: 134
Re: Nella mia testa
Ciao Emiliano, ciao Danilo! Grazie mille per le belle parole spese per il mio racconto.
Temo però ci sia un fraintendimento di fondo per quanto riguarda la situazione descritta: come ho indicato nel commento in cui esplicitavo il tema, quello che la protagonista deve vincere è la sua ansia, non una qualche competizione amorosa. Ansia sociale, insomma. L'ho precisato proprio perché la frase conclusiva poteva creare qualche fraintendimento: il "lei" citato non è Elisa, che alla fine funge da pretesto per rendere la scena meno statica e per inserire un dialogo.
Probabilmente se in due avete dato un sottotesto romantico alla scena significa che non l'ho resa abbastanza chiara. Quando scrivo:
però mi sembra che il focus del problema si capisca, e riguarda le sue insicurezze personali, l'ansia da prestazione etc.
Poi Francesco può essere interpretati in diversi modi: amico, interesse amoroso, ragazzo della protagonista... non era fondamentale questo, ma la scelta di Giulia di alzarsi e unirsi agli altri!
Grazie a entrambi per i commenti, a presto :D
Temo però ci sia un fraintendimento di fondo per quanto riguarda la situazione descritta: come ho indicato nel commento in cui esplicitavo il tema, quello che la protagonista deve vincere è la sua ansia, non una qualche competizione amorosa. Ansia sociale, insomma. L'ho precisato proprio perché la frase conclusiva poteva creare qualche fraintendimento: il "lei" citato non è Elisa, che alla fine funge da pretesto per rendere la scena meno statica e per inserire un dialogo.
Probabilmente se in due avete dato un sottotesto romantico alla scena significa che non l'ho resa abbastanza chiara. Quando scrivo:
Fuori non sembrano notare la mia assenza, ridono di gusto a una battuta che io non saprei mai rendere divertente. Vorrei che fosse semplice come lo è per tutti.
però mi sembra che il focus del problema si capisca, e riguarda le sue insicurezze personali, l'ansia da prestazione etc.
Poi Francesco può essere interpretati in diversi modi: amico, interesse amoroso, ragazzo della protagonista... non era fondamentale questo, ma la scelta di Giulia di alzarsi e unirsi agli altri!
Grazie a entrambi per i commenti, a presto :D
Re: Nella mia testa
Giorgia D'Aversa ha scritto:Ciao Emiliano, ciao Danilo! Grazie mille per le belle parole spese per il mio racconto.
Temo però ci sia un fraintendimento di fondo per quanto riguarda la situazione descritta: come ho indicato nel commento in cui esplicitavo il tema, quello che la protagonista deve vincere è la sua ansia, non una qualche competizione amorosa. Ansia sociale, insomma. L'ho precisato proprio perché la frase conclusiva poteva creare qualche fraintendimento: il "lei" citato non è Elisa, che alla fine funge da pretesto per rendere la scena meno statica e per inserire un dialogo.
Probabilmente se in due avete dato un sottotesto romantico alla scena significa che non l'ho resa abbastanza chiara. Quando scrivo:Fuori non sembrano notare la mia assenza, ridono di gusto a una battuta che io non saprei mai rendere divertente. Vorrei che fosse semplice come lo è per tutti.
però mi sembra che il focus del problema si capisca, e riguarda le sue insicurezze personali, l'ansia da prestazione etc.
Poi Francesco può essere interpretati in diversi modi: amico, interesse amoroso, ragazzo della protagonista... non era fondamentale questo, ma la scelta di Giulia di alzarsi e unirsi agli altri!
Grazie a entrambi per i commenti, a presto :D
Mi sento un vero somaro, non ho proprio notato la spiegazione XD
Ti chiedo scusa se ho frainteso, allora.
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Re: Nella mia testa
Nella mia testa, di Giorgia D’Aversa
Ciao Giorgia!
Il tuo racconto non l'ho capito subito, il finale mi ha spiazzato.
Lei chi? L'altra ragazza? No, ovviamente no. Ti riferisci all'ansia, come dici subito nel commento. Il problema è che senza il commento non avrei capito.
La scena è vivida e ben scritta, l'interpretazione che hai dato del tema è originale, ma dal testo non emerge. In più se è originale il nemico da "vincere", non ho percepito "la voglia".
Insomma, una buona idea che, però, risulta poco chiara a chi legge. (E che volevi in un ora? Dirai. Sfida difficilissima.)
Ciao Giorgia!
Il tuo racconto non l'ho capito subito, il finale mi ha spiazzato.
Questa sera lei non vincerà.
Lei chi? L'altra ragazza? No, ovviamente no. Ti riferisci all'ansia, come dici subito nel commento. Il problema è che senza il commento non avrei capito.
La scena è vivida e ben scritta, l'interpretazione che hai dato del tema è originale, ma dal testo non emerge. In più se è originale il nemico da "vincere", non ho percepito "la voglia".
Insomma, una buona idea che, però, risulta poco chiara a chi legge. (E che volevi in un ora? Dirai. Sfida difficilissima.)
- Giorgia D'Aversa
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Re: Nella mia testa
Ciao Giulio, grazie per il commento!
Le tue parole e quelle degli altri mi hanno fatto molto riflettere su come ho reso il tema dell'ansia: se non risulta chiaro dal testo (come forse lo è per me e altri che vivono spesso sensazioni del genere) significa che avrei potuto scriverlo molto meglio. Tanti spunti per migliorare e stare più attenta a come rendo per iscritto delle emozioni a me familiari.
Su questo posso dirti che, per chi vive stati di ansia, anche solo alzarsi per raggiungere gli amici rappresenta un traguardo immenso. Ma anche qui, se è passata poco la voglia di vincere potrei aver messo troppe cose sottintese ;)
Le tue parole e quelle degli altri mi hanno fatto molto riflettere su come ho reso il tema dell'ansia: se non risulta chiaro dal testo (come forse lo è per me e altri che vivono spesso sensazioni del genere) significa che avrei potuto scriverlo molto meglio. Tanti spunti per migliorare e stare più attenta a come rendo per iscritto delle emozioni a me familiari.
In più se è originale il nemico da "vincere", non ho percepito "la voglia".
Su questo posso dirti che, per chi vive stati di ansia, anche solo alzarsi per raggiungere gli amici rappresenta un traguardo immenso. Ma anche qui, se è passata poco la voglia di vincere potrei aver messo troppe cose sottintese ;)
Re: Nella mia testa
Ciao Giorgia, ho fatto un po' di fatica a inquadrare la dinamica del racconto. Mi sono occorse un paio di letture e qualche riflessione. Forse è solo un problema mio, ma non è immediatamente chiaro chi parla a chi, chi guarda chi etc. Cose che comunque si possono sistemare, o magari sono io un po' lento. Altra cosa che mi ha costretto a pensare è la chiusa. La frase non solo chiude il racconto ma funge da chiave di lettura. Solo che al primo passaggio, il primo mio pensiero, è stato che Giuli(etta)(a) ed Elisa fossero rivali in amore. Solo pensandoci un po' ho capito che lo scontro è tutto interno, la ragazza contro la propria paura. Tirando le somme il racconto ha un suo perché e con qualche aggiustamento può funzionare bene. Il tema è centrato. Spero di rileggerti ancora.
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