L'armadio svedese

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Luca Nesler
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L'armadio svedese

Messaggio#1 » lunedì 17 agosto 2020, 23:37

Apro l’armadio e spingo i vestiti di Daria verso destra. Le grucce stridono contro il palo. Metto un piede sul fondo e schiaccio. Non vorrei scassarmi il PLATSA da cinquecento euro. Che poi mi tocca ricomprarlo e con la scusa - fermiamoci a mangiare! - e mi tocca buttare giù quelle polpette svedesi che sembrano palline di merda di gatto.
Sì, mi pare che regga.
Entro, mi accovaccio sul fondo. Mi allungo e tiro le ante per chiudermi dentro.
Si sta strettini nel PLASTA.
Mi stringo le ginocchia al petto e mi bagno le labbra. La fronte pizzica di sudore. «Adesso voglio vedere.»
Che ore sono? Il Casio dice le diciassette e diciassette. Sarà qui a momenti.
Chino la testa e arriccio il naso. La luce mi colpisce l’occhio. Non è che si veda molto. Il divano e un pezzo di tavolo del soggiorno. E il letto, bene. Da qui dovrei riuscire a beccarli.
Certo però che fa caldo.
Ecco! L’ingresso, le chiavi nella toppa.
Raddrizzo le spalle: espirare piano, piano. Mi devo calmare.
«Ecco qua» la voce di Daria dal corridoio. «Vieni, siediti. Prima di cominciare vorrei farti vedere una cosa.»
Il parquet del soggiorno scricchiola. Eccola. Adesso vedremo se sono pazzo, cara mia!
«Sono sicura che ti piacerà.»
Chi è il porco?
Piego la testa, chiudo un occhio. Non si vede.
Daria indossa la gonna che le ho regalato.
«Anzi, facciamo così» cos’avrà da sorridere tanto? «siediti e chiudi gli occhi.»
«Va bene.»
Che voce orrenda! Ma cos’è? Un vecchio? Cazzo, con un vecchio…
«Hai gli occhi chiusi?»
«Sì, sì.»
Magari uno di quei professori che la raccontano. Il fascino della cultura, eccetera.
Ecco un pezzo della testa. Capelli grigi. Sì, sì, è un vecchio! Che schifo.
Il grattare del legno. Il cassetto della vetrina?
«Un momentino solo, eh.»
C’avrà nascosto i preservativi? Non è stupida, avrà pensato che i nostri li potevo contare e ne ha presi altri. Che zoccola.
«L’avevo messa qui…»
Ora gli mostra la scatola, gli fa l’occhiolino… Gli fa la sorpresa al nonno.
Non so se riuscirò a guardare mentre Daria mi tradisce con un vecchio professore ricco.
Probabilmente è ricco, i vecchi poveri non ci provano con donne giovani.
La schiena di Daria. È così dritta e sottile.
«Ecco. Ora puoi guardare.»
«Apro?»
Vecchio bavoso! Senti che voce senile.
«Apri, apri!»
Oh no, oh no! Che schifo! Cos’è? Non vedo un cazzo!
«Allora? Che ne dici?»
Eh no, ora basta! «Ora basta!»
Spalanco le ante del guardaroba, tanto che le cerniere scricchiolano. Mi fiondo in piedi, gonfio il petto, strizzo le labbra.
Non ho paura di un vecchietto di merda! E non devo piangere, cazzo! Non davanti a… «Mamma?»
Daria è a bocca aperta. «Diego! Ma che…»
Mamma si sistema gli occhiali che le sono scesi sulla punta del naso. Ha in mano una camicetta microscopica.
E ora? «Bella quella. Cos’è?» Meglio asciugarsi il naso.
Daria non smette di fissarmi. «Una camicina che ho cucito per la bimba di tua sorella.»
«Ah, wow. Bella. L’hai fatta tu?»
«Diego…»
«Sì?»
«Ma tu…»
«Che cosa, tesoro?»
«Non eri partito?»



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antico
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Re: L'armadio svedese

Messaggio#2 » lunedì 17 agosto 2020, 23:40

Tutto ok con caratteri e tempo, buona 200 metri piani!

alexandra.fischer
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Re: L'armadio svedese

Messaggio#3 » martedì 18 agosto 2020, 8:14

L’ARMADIO SVEDESE Di Luca Nesler Tema centrato. In modo spassoso. Diego fa credere di essere partito e si infila nell’armadio della ben nota azienda svedese sicuro di stare assistendo al tradimento della moglie con un presunto anziano professore. La tua grande abilità è di far simpatizzare il Lettore con Diego. Perché lo immergi nel Suo Punto di Vista. Vede la moglie Daria entusiasta…una testa bianca, sente parlare di una scatola. Il tutto in una stanza da letto. La sorpresa finale è che la testa bianca è della madre di Diego. E la scatola è quella di una camicina nuova che Daria ha preparato per la nipote. Da commedia degli equivoci. Ottima prova.
Attento:
cos’avrà da sorridere tanto? «Siediti e chiudi gli occhi.»
Scriverei: Uao.

Simone Marzola
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Re: L'armadio svedese

Messaggio#4 » martedì 18 agosto 2020, 14:28

Ciao Luca,

Il tema mi sembra centrato al 100%. La falsa partenza c'è ed è centrale nel racconto: mi piace che si capisca che è una falsa partenza senza per forza esplicitarlo nel testo. Ottimo.
Il racconto è puro show e non c'è un elemento che sia fuori posto. Siamo perfettamente nel punto di vista del protagonista, si capisce cosa succede ed è chiaro il perché di quello che sta facendo.
Ho trovato molto divertente il punto in cui cerca di farsi coraggio per non piangere e si asciuga il naso.

Ottima prova!
A rileggerci!

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Michael Dag
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Re: L'armadio svedese

Messaggio#5 » martedì 18 agosto 2020, 16:24

L’armadio svedese, di Luca Nesler
Bene ma non benissimo. Come fa a non riconoscere la voce di sua madre? E soprattutto, a scambiarla per la voce di un UOMO?
Inoltre, la madre è seduta sul divano. Se lui vede Daria di schiena, vuol dire che vedrebbe sua madre di fronte...come fa a vedere solo un pezzo di testa? Comunque Daria si sposta per prendere la roba nel cassetto...
È ben scritto, ma purtroppo non mi è chiara la meccanica della scena (cosa molto difficile da render bene in così poco spazio, 3000 caratteri sono davvero pochi).

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Andrea Partiti
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Re: L'armadio svedese

Messaggio#6 » martedì 18 agosto 2020, 17:15

Ho trovato splendido il monologo interiore iniziale, l'attesa, il dover interpolare quel che succede da suoni e frammenti di quel che vede. E' un buon esercizio di stile, chiudere un protagonista in un armadio e fargli descrivere una scena basandosi sugli altri sensi e ti è riuscito molto bene.
Purtroppo sì, il buco di trama è enorme e anche io mi sono fermato lì sul finale "in che senso mamma?" perché trovavo davvero difficile che scambiasse la madre per il vecchio ricco che ci hai descritto fino a quel momento. Capisco che metterci il padre avrebbe richiesto una ginnastica mentale più complicata, perché nuora e suocera hanno ragioni molto più facili per trovarsi tra loro da soli in un contesto socialmente semplice e accettabile, però serve davvero tanto una chiusura migliore.

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Luca Nesler
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Re: L'armadio svedese

Messaggio#7 » martedì 18 agosto 2020, 21:15

alexandra.fischer ha scritto:L’ARMADIO SVEDESE Di Luca Nesler Tema centrato. In modo spassoso. Diego fa credere di essere partito e si infila nell’armadio della ben nota azienda svedese sicuro di stare assistendo al tradimento della moglie con un presunto anziano professore. La tua grande abilità è di far simpatizzare il Lettore con Diego. Perché lo immergi nel Suo Punto di Vista. Vede la moglie Daria entusiasta…una testa bianca, sente parlare di una scatola. Il tutto in una stanza da letto. La sorpresa finale è che la testa bianca è della madre di Diego. E la scatola è quella di una camicina nuova che Daria ha preparato per la nipote. Da commedia degli equivoci. Ottima prova.
Attento:
cos’avrà da sorridere tanto? «Siediti e chiudi gli occhi.»
Scriverei: Uao.


Ciao Alexandra! grazie del commento. Sono contento che ti sia piaciuto!
Alla prossima!

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Luca Nesler
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Re: L'armadio svedese

Messaggio#8 » martedì 18 agosto 2020, 21:15

Simone Marzola ha scritto:Ciao Luca,

Il tema mi sembra centrato al 100%. La falsa partenza c'è ed è centrale nel racconto: mi piace che si capisca che è una falsa partenza senza per forza esplicitarlo nel testo. Ottimo.
Il racconto è puro show e non c'è un elemento che sia fuori posto. Siamo perfettamente nel punto di vista del protagonista, si capisce cosa succede ed è chiaro il perché di quello che sta facendo.
Ho trovato molto divertente il punto in cui cerca di farsi coraggio per non piangere e si asciuga il naso.

Ottima prova!
A rileggerci!


Ciao Simone, troppo buono. Grazie mille!

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Luca Nesler
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Re: L'armadio svedese

Messaggio#9 » martedì 18 agosto 2020, 21:18

Michael Dag Scattina ha scritto:L’armadio svedese, di Luca Nesler
Bene ma non benissimo. Come fa a non riconoscere la voce di sua madre? E soprattutto, a scambiarla per la voce di un UOMO?
Inoltre, la madre è seduta sul divano. Se lui vede Daria di schiena, vuol dire che vedrebbe sua madre di fronte...come fa a vedere solo un pezzo di testa? Comunque Daria si sposta per prendere la roba nel cassetto...
È ben scritto, ma purtroppo non mi è chiara la meccanica della scena (cosa molto difficile da render bene in così poco spazio, 3000 caratteri sono davvero pochi).


Ciao Micael. Daria non è mai stata seduta, girava per la stanza mentre la madre era seduta, ma non sarà passato dal testo. Sulla voce sapevo che sarebbe arrivata questa critica, e non è sbagliata. Ho pensato che Diego si lasci influenzare troppo dalle sue paure e senta una cosa per un'altra, ma capisco che sia deboluccia come giustificazione.
Grazie per il commento!
A presto!

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Luca Nesler
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Re: L'armadio svedese

Messaggio#10 » martedì 18 agosto 2020, 21:21

Andrea Partiti ha scritto:Ho trovato splendido il monologo interiore iniziale, l'attesa, il dover interpolare quel che succede da suoni e frammenti di quel che vede. E' un buon esercizio di stile, chiudere un protagonista in un armadio e fargli descrivere una scena basandosi sugli altri sensi e ti è riuscito molto bene.
Purtroppo sì, il buco di trama è enorme e anche io mi sono fermato lì sul finale "in che senso mamma?" perché trovavo davvero difficile che scambiasse la madre per il vecchio ricco che ci hai descritto fino a quel momento. Capisco che metterci il padre avrebbe richiesto una ginnastica mentale più complicata, perché nuora e suocera hanno ragioni molto più facili per trovarsi tra loro da soli in un contesto socialmente semplice e accettabile, però serve davvero tanto una chiusura migliore.


Ciao Andrea, la giustificazione la trovi nella risposta a Michael e, come dicevo, è debole, sì. Non mi è venuto in mente niente di buono. La colpa è dell'Antico e le sue tematiche sportive! Io sono più un tipo da divano...
Sono molto contento che mi approvi la realizzazione!
Grazie per il commento!

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Andrea Lauro
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Re: L'armadio svedese

Messaggio#11 » mercoledì 19 agosto 2020, 15:35

Ciao Luca, sono scoppiato a ridere in tre diversi punti. Come al solito il tuo stile è fresco e divertente.
Mi piacciono molto i dettagli che il marito di Daria (chiamiamolo DARIO per comodità) vede attraverso l’anta. Mi sono sentito stretto e bloccato nel Platsa con Dario e m’è venuta pure un po’ di claustrofobia.
Sarà pure un testo-cazzata, ma per ora è il mio preferito del girone. Diretto, gestito bene e asciutto, senza fraintendimenti o cali di tono. Un testo-cazzata, ma con tutti i crismi.
andrea

ps: Occhio alla ripetizione “si sta strettini nel PLASTA. / Mi stringo”

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Luca Nesler
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Re: L'armadio svedese

Messaggio#12 » mercoledì 19 agosto 2020, 22:41

Andrea Lauro ha scritto:Ciao Luca, sono scoppiato a ridere in tre diversi punti. Come al solito il tuo stile è fresco e divertente.
Mi piacciono molto i dettagli che il marito di Daria (chiamiamolo DARIO per comodità) vede attraverso l’anta. Mi sono sentito stretto e bloccato nel Platsa con Dario e m’è venuta pure un po’ di claustrofobia.
Sarà pure un testo-cazzata, ma per ora è il mio preferito del girone. Diretto, gestito bene e asciutto, senza fraintendimenti o cali di tono. Un testo-cazzata, ma con tutti i crismi.
andrea

ps: Occhio alla ripetizione “si sta strettini nel PLASTA. / Mi stringo”


Ciao Andrea. Guarda che DARIO ha un nome tutto suo: Diego (forse la D iniziale confonde, ma non c'ho fatto caso). Sono contento che tu l'abbia trovato divertente, perché non ho davvero trovato idee migliori (per quanto anche questa abbia i difetti che Michael e Andrea P. hanno sottolineato). Ho approfittato per fare esercizio di mostrato e percezione dei PDV.
Grazie per il commento!
Alla prossima!

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Giacomo Puca
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Re: L'armadio svedese

Messaggio#13 » giovedì 20 agosto 2020, 16:32

Ciao Luca, prima volta che leggo un tuo racconto, spero che il mio parere possa essere utile.

Tema
Sono in difficoltà nel decidere se il tema sia colto oppure no. Il tuo protagonista fa una partenza falsa, ma una partenza falsa non è una falsa partenza, che dovrebbe essere una partenza irregolare, anticipata o, in senso ampio, una partenza col piede sbagliato. Dimmi anche tu cosa ne pensi.

Stile
Lo stile è la punta di diamante del racconto. Tutto in show, focalizzazione strettissima. Intrecci alla perfezione il fraseggio mentale del protagonista al succedersi degli eventi. La paranoia di un protagonista insicuro, che aggiunge e immagina scenari sempre peggiori (un amante → un vecchio amante → un vecchio e ricco amante) è divertentissima.
Unico appunto:
Entro, mi accovaccio sul fondo. Mi allungo e tiro le ante per chiudermi dentro.
Questa frase è ambigua. Quel "mi allungo" mi ha fatto "vedere" il protagonista che si stende di schiena nell'armadio. Ho dovuto rileggere tre volte per capire che si allunga ad afferrare le ante e non è inteso come lui che si stende nell'armadio. Un banale "entro, mi accovaccio, chiudo le ante" avrebbe reso tutto più semplice, e meno ampolloso.

Trama
L'idea non è originalissima anche se
1) lo stile frizzante
e
2) il tempo risicato
mi fanno sorvolare la cosa. Mi ha divertito leggere il testo e tanto basta.
Devo ahimè unirmi alle critiche sulla plausibilità. Se già è improbabile scambiare la voce di una vecchia con quella di un vecchio, mi sembra quasi impossibile scambiarla con quella della propria madre! Un gran peccato, perché mina la credibilità di un racconto altrimenti solidissimo.
Forse avresti potuto giustificare la cosa dando alla madre un bel mal di gola, tosse, raffreddore, raucedine... insomma qualcosa che giustificasse l'irriconoscibilità della voce.

Se avessi qualcosa da dire, sono a disposizione. Buona gara e alla prossima!
Giacomo
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Luca Nesler
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Re: L'armadio svedese

Messaggio#14 » giovedì 20 agosto 2020, 16:45

Giacomo Puca ha scritto:Ciao Luca, prima volta che leggo un tuo racconto, spero che il mio parere possa essere utile.

Tema
Sono in difficoltà nel decidere se il tema sia colto oppure no. Il tuo protagonista fa una partenza falsa, ma una partenza falsa non è una falsa partenza, che dovrebbe essere una partenza irregolare, anticipata o, in senso ampio, una partenza col piede sbagliato. Dimmi anche tu cosa ne pensi.


Ciao Giacomo. Spesso, se non mi vengono idee, come ultima spiaggia provo a giocare sui doppi significati della traccia. Qui ho inteso la "falsa partenza" in senso letterale e non metaforico. Non penso si possa contestare questa possibilità, ma capisco il fatto che sia andato fuori tema rispetto alle possibili aspettative. Diciamo che ho giocato con le parole. Io non lo giudicherei un errore interpretativo, casomai una scelta interpretativa, ma vedi tu, naturalmente.

Giacomo Puca ha scritto:Lo stile è la punta di diamante del racconto.

Mi fa molto piacere che tu lo dica. Sto cercando di migliorare l'aspetto stilistico da un po' e sono contento che si notino dei progressi.

Giacomo Puca ha scritto:Unico appunto:
Entro, mi accovaccio sul fondo. Mi allungo e tiro le ante per chiudermi dentro.
Questa frase è ambigua. Quel "mi allungo" mi ha fatto "vedere" il protagonista che si stende di schiena nell'armadio. Ho dovuto rileggere tre volte per capire che si allunga ad afferrare le ante e non è inteso come lui che si stende nell'armadio. Un banale "entro, mi accovaccio, chiudo le ante" avrebbe reso tutto più semplice, e meno ampolloso.

Sì, sono perfettamente d'accordo. Grazie per il suggerimento!

Giacomo Puca ha scritto:Se avessi qualcosa da dire, sono a disposizione. Buona gara e alla prossima!
Giacomo


Nulla da dire: hai ragione su tutta la linea :)
Grazie ancora per il commento!
Alla prossima!

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