Viaggio di nozze

Dario17
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Viaggio di nozze

Messaggio#1 » martedì 22 settembre 2020, 0:12

«Noi dovremmo andare, adesso. Si è già fatto tardi e domani mattina ripartiremo prestissimo.»
Le fiammelle delle candele al centro del tavolo guizzarono sopra i loro letti di citronella quando i due ospiti si alzarono dai loro posti.
«È davvero un peccato finire questa bella cena all’aperto così presto. Nemmeno il tempo per un’ultima fetta di tiramisù?» chiese la signora Tiraboschi con in mano una porzione del suo ultimo capolavoro calorico già impiattato.
«Gentilissima ma proprio non riuscirei a buttar giù nemmeno un cucchiaino. Lei è davvero una cuoca eccezionale.» Giulio mise la sua sedia sotto il tavolo da giardino e l’altro invitato, accanto a lui, fece lo stesso.
«Posso alzarmi adesso, posso alzarmi adesso, posso alzarmi adesso?» borbottò Eros Tiraboschi, le gambe incapaci di star ferme.
«Proprio no, criminale in miniatura!» il signor Tiraboschi tirò uno scappellotto al figlio «I due signori stanno andando via e voglio che ti scusi un’ultima volta per la pallonata sulla loro finestra!»
Eros sembrò farsi ancora più piccolo, seduto sulla sua sedia di plastica color zaffiro.
Il suo sguardo non accennò a schiodarsi dalla punta delle sue scarpe.
«Scusate tanto.» bisbigliò.
«Fa niente, giovane.» i due ospiti fecero il giro del tavolo e a turno spettinarono il caschetto castano del fanciullo.
Il signor Tiraboschi fece schioccare il suo accendino sulla punta di una nuova sigaretta.
«Vi accompagniamo fuori.»

Dieci minuti dopo, la famiglia Tiraboschi ed i loro ospiti furono sul viale che separava la loro villetta a schiera da una sua gemella perfetta.
Sotto la luce diafana dei lampioni di strada, strette di mano e abbracci.
«Beh, se per caso doveste avere un nuovo convegno medico da queste parti, sapete quale casa affittare, no?» il signor Tiraboschi rise di gusto.
«Senz’altro. È stato bello conoscervi e trascorrere del tempo insieme.» rispose Giulio.
L’altro non fiatò.
Vi furono altri saluti, poi tutti rientrarono nelle rispettive case.

Mentre i due risalivano le scale e raggiungevano l’uscio, il rumore di un pallone di cuoio che rimbalzava sui muri spezzò il silenzio della notte.
Uno dei due si girò verso il rumore e senti dietro di lui l’altro far scattare la serratura ed aprire il portone.
«Certo che eri davvero uno scassapalle di prima categoria, eh?» disse Giulio, intanto che tirava fuori le chiavi dalla toppa.
Eros Tiraboschi si ravvivò i suoi capelli a spazzola sale e pepe, ruotò sul posto ed affrontò l’ultimo gradino.
«A mia discolpa, il tiro con cui ruppi la finestra fu colpa di un pessimo rimbalzo su di una zolla. E ricordo bene che questa fosse una casa sfitta.»
«Abbiamo combinato qualche casino con il continuum temporale?» Giulio si fece di colpo serio.
Eros tirò fuori dalla tasca una catenina sulla cui estremità palpitava un esagono circondato da fitti capillari tecnologici, intrecciati tra loro. Luce verde.
«No. Siamo stati bravi.»
Giulio gli si avvicinò, lo cinse alla vita e lo condusse dentro.
Al centro della casa, la Fenditura Spazio-Tempo galleggiava irrequieta ed erogava stille di luce verde in ogni direzione. L’abitazione stessa appariva come un connubio tra una miniera di smeraldi e l’interno di un acquario.
I due si accoccolarono su di una poltrona coperta da un telo.
«Allora, hai fatto bene o no a lasciarmi carta bianca per il nostro viaggio di nozze?»
Eros tirò su col naso. Il petto gli formicolava.
«Vederli così giovani, così entusiasti della loro vita…Mi ha fatto provare emozioni che non pensavo…»
«Ehi, tutto ok?»
«Oh sì, sta tranquillo.»
«Pensi che sarebbero venuti al matrimonio? Mi sono sembrati gente aperta…»
«Ti sei fatto fregare dal buonismo apparente di mio padre. Fidati, avremmo trascorso anni di fuoco solo per convincerlo a rivolgerti la parola.»
«Touché. E tua madre?»
«Con lei nessun problema: ci avrebbe tenuto il muso solo per aver aspettato gli “anta” per il matrimonio.»
Giulio appoggiò la testa sul petto di Eros e lui, in qualsiasi epoca fosse, amava quel dolce peso.
«Questa settimana abbiamo detto un sacco di bugie ai tuoi, ma il fatto che tu sia medico come loro sognavano è vero!»
«Ah beh, se speravano che diventassi un calciatore famoso stavano freschi.»
La Fenditura Spazio-Tempo dondolò al suono delle loro risate.



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antico
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#2 » martedì 22 settembre 2020, 0:15

Ciao Dario! Tutto ok con tempo e caratteri, buona SARA BILOTTI EDITION!

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Fagiolo17
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#3 » mercoledì 23 settembre 2020, 19:32

Ciao Dario, carinissima l’idea e il tocco di fantascienza che cambia completamente l’accezione del racconto. Ti segnalo un paio di dettagli che per mio gusto cambierei.
Il suo sguardo non accennò a schiodarsi dalla punta delle sue scarpe. Il doppio suo/sue nella stessa frase suona male.
«Fa niente, giovane.» Dalle mie parti si dice Ragazzo, giovane mi è suonato un po’ strano.
i due ospiti fecero il giro del tavolo e a turno spettinarono il caschetto castano del fanciullo. A turno sembra quasi che si mettano in fila per farlo. Lo toglierei. Fecero il giro del tavolo e spettinarono il caschetto del fanciullo.
Dieci minuti dopo, la famiglia Tiraboschi ed i loro ospiti furono sul viale che separava la loro villetta a schiera da una sua gemella perfetta. Al posto di furono metterei un "erano" e toglierei DIECI MINUTI DOPO. Da lettore visto lo stacco di un’interlinea mi aspetto già che sia passato del tempo.
«Beh, se per caso doveste avere un nuovo convegno medico da queste parti, sapete quale casa affittare, no?» Questa battuta mi lascia dei dubbi. Stai cercando di dirmi che Giulio e Eros hanno usato la scusa di un convegno e che hanno affittato l’appartamento? Ad esempio: “Se per caso ricapitate da queste parti potremmo mangiare assieme.” sarebbe meno costruita ad uso del lettore e darebbe circa le stesse informazioni anche se mi rendo conto che il dettaglio del convegno medico sia importante.
Vi furono altri saluti, poi tutti rientrarono nelle rispettive case. Questa frase la toglierei. Aggiunge poco al racconto e suona malto raccontata.
Mentre i due risalivano le scale e raggiungevano l’uscio, il rumore di un pallone di cuoio che rimbalzava sui muri spezzò il silenzio della notte. Anche il MENTRE non mi fa impazzire, soprattutto a inizio frase, perché finché non è finita non riesco a farmi il giusto film mentale. Avrei girato la frase in modo da non utilizzarlo. E nella frase seguente usi di nuovo la parola RUMORE.
Uno dei due si girò verso il rumore e senti dietro di lui l’altro far scattare la serratura ed aprire il portone. Fino alla battuta successiva non si capisce chi sta chiudendo la porta e chi si è girato verso il rumore. Anche il SENTI’ è superfluo.
ruotò sul posto ed affrontò l’ultimo gradino. Ruotò sul posto? Nel senso che era girato verso il rumore e si è voltato verso Giulio?
A mia discolpa, il tiro con cui ruppi la finestra fu colpa di un pessimo rimbalzo su di una zolla. Frase troppo contorta e con l’assonanza discolpa/colpa. Poteva essere resa meglio con una frase più breve, ad esempio: Il tiro con cui ruppi la finestra rimbalzò su una zolla, non è stata colpa mia. E poi la casa era sfitta, lo ricordo bene.
Eros tirò fuori dalla tasca una catenina sulla cui estremità palpitava un esagono circondato da fitti capillari tecnologici, intrecciati tra loro. Luce verde. L’immagine della catenina è bella, bella, bella.
Giulio appoggiò la testa sul petto di Eros e lui, in qualsiasi epoca fosse, amava quel dolce peso. L’avrei congegnata in modo da non usare quel E LUI.
A conti fatti un’ottima prova, tema centrato in pieno e in maniera alternativa dal classico vicinato, complimenti.

Dario17
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#4 » mercoledì 23 settembre 2020, 20:07

Ciao Luca!
Meriterei un calcio nelle terga per ogni tua corretta osservazione...sono tutte cose che con una revisione più attenta e con l'applicazione delle regole base di una buona scrittura avrei potuto evitare.
E stavolta tempo ne avevo.
Come primo commentatore hai risparmiato un sacco di tempo ai prossimi, a loro basterà confermare le tue segnalazioni fondate.

«Beh, se per caso doveste avere un nuovo convegno medico da queste parti, sapete quale casa affittare, no?» Questa battuta mi lascia dei dubbi. Stai cercando di dirmi che Giulio e Eros hanno usato la scusa di un convegno e che hanno affittato l’appartamento?

Sebbene la mia costruzione sia un po' at minchiam ,l'hai imbroccata lo stesso.

Thanks!

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Emiliano Maramonte
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#5 » giovedì 24 settembre 2020, 19:42

Ciao Dario! Ben ritrovato!
Il racconto non mi ha convinto, mi dispiace. Ci sono diversi inconvenienti e un solo grosso lato positivo di cui parlerò dopo.
Le cose non vanno bene, a partire da tutto il primo paragrafo. Si tratta di un incipit noioso e privo di qualsiasi mordente, con un problema di scarsa focalizzazione del punto di vista. Nelle prime 6 righe, ancora non si capisce in quale personaggio io debba immedesimarmi e ciò allontana dalla lettura.
Io avrei subito dirottato l’attenzione del lettore su Giulio:

“Giulio lanciò un’ultima occhiata al signor Tiraboschi e gli si strinse il cuore.”

Ecco, un’apertura del genere, così sei sicuro che il lettore sa già a quale personaggio “agganciarsi”.
Il resto dello sviluppo scorre piuttosto anonimo, non ci sono scossoni emotivi o, peggio, manca un vero e proprio conflitto narrativo che polarizzi l’attenzione e invogli a continuare.
Dicevo il lato positivo: ho apprezzato il tema dell’omosessualità, che hai affrontato con eleganza e discrezione (anche se non capisco l’attinenza diretta col tema. I vicini “strani” quali sono?), e ho apprezzato anche il finale, davvero molto tenero, forse la parte migliore di tutto il racconto.
Sull’aspetto fantascientifico non mi pronuncio, perché sono un appassionato così incallito di questo genere letterario che un’ennesima storia sui viaggi nel tempo non mi fa particolarmente effetto.

Qualche nota tecnica sparsa:
- Le fiammelle delle candele al centro del tavolo guizzarono sopra i loro letti di citronella quando i due ospiti si alzarono dai loro posti. – Giunzione tra i due periodi brusca e maldestra. Io avrei fatto: “Le fiammelle delle candele al centro del tavolo guizzarono sopra i loro letti di citronella. I due ospiti si alzarono dai loro posti.
- Uno dei due si girò verso il rumore e senti dietro di lui l’altro far scattare la serratura ed aprire il portone. – Frase da riformulare, alquanto contorta.
- «Certo che eri davvero uno scassapalle di prima categoria, eh?» disse Giulio, intanto che tirava fuori le chiavi dalla toppa. – “Intanto che”, da evitare come la peste.
- Eros Tiraboschi si ravvivò i suoi capelli a spazzola sale e pepe – “Ravviò”, non “Ravvivò”. Eliminare il possessivo: lo sappiamo che i capelli sono suoi.
- la Fenditura Spazio-Tempo galleggiava irrequieta ed erogava stille di luce verde – Si “eroga” un servizio, si eroga l’acqua, ma stille di luce! Al massimo “sprizzava scintille di luce verde”, o qualcosa di similare.

Infine, limita al massimo i possessivi che, in quantità eccessiva, appesantiscono la lettura e indispettiscono il lettore e occhio alle “d” eufoniche. Non è pedanteria, ormai non si usano più nel mondo editoriale.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Ilariya_
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#6 » venerdì 25 settembre 2020, 0:26

Ciao Dario,

al di là della forma, che è stata già commentata sufficientemente, mi trovo d'accordo con Emiliano: non mi sono sentita molto coinvolta da questa storia. Non ho trovato il testo scorrevole, l'ho dovuto rileggere più volte per capire come sono collegate le sue due parti. Il problema principale è infatti quello della mancanza del focus sul protagonista che si rivede bambino: sicuramente fare qualche accenno in più a questo tema nella prima parte avrebbe fatto capire meglio la seconda.

Anche il tema fantascientifico, che dà una svolta alla storia, andrebbe approfondito di più o almeno accennato all'inizio per collegarsi alla seconda parte.
Anche a me è piaciuto molto il finale che lascia un senso di leggerezza e serenità.

In bocca al lupo!

Ilaria

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Davide Di Tullio
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#7 » venerdì 25 settembre 2020, 15:22

Ciao Dario

il tuo racconto prende spunto da un’idea interessante, tuttavia non posso dire la stessa cose sullo svolgimento della trama.
Parto con i problemi di costruzione delle scene.
La prima questione che balza subito agli occhi è l´assenza di conflitto. Il conflitto è l’elemento fondamentale, direi l'ossatura che getta le premesse per un buon racconto. Qui non trovo nulla di tutto ciò. Gli avvenimenti si svolgono senza che nulla cambi veramente. Nessuno degli eventi raccontati induce i personaggi a lottare contro un ostacolo che gli impedisce di raggiungere il proprio obiettivo.
Passiamo all’incipit. Attacchi subito con un dialogo (cosa che personalmente a me piace molto), ma salti a una descrizione e non si capisce chi stia parlando, chi sia il protagonista della storia, dove si trova. Solo dopo aver letto diversi passaggi, capiamo che si tratta dei vicini. Non ci siamo. Questo incipit non fa bene il suo lavoro. Non incuriosisce perché non introduce nulla di interessante e soprattutto non lascia intravedere nessun conflitto (cosa che, come scritto pocanzi, manca completante nel racconto).
Mi ricollego così al terzo problema: la focalizzazione del PDV. Chi è il protagonista di questo racconto? Non lo si capisce mai fino in fondo. A volte sembra che a parlare sia l’autore (per es. di chi è la considerazione " il suo ultimo capolavoro calorico?", chi sta esprimendo questo giudizio?") altre volte i signori Tiraboschi, alla fine invece sembra la coppia, di cui uno si chiama Giulio e l´altro lo chiami "altro" per poi rinominarlo Eros. Una specie di trucchetto, che irrita il lettore. Senza considerare che questo ha delle implicazioni sulla trama. Ma evito di commentare questo aspetto (del tutto marginale comunque), che puzza un po´ di considerazione personale e non mi sembrerebbe corretto.

Per ovviare a questo problema, ti suggerisco di progettare la scena buttando giù un canovaccio e poi di svilupparlo con dei dialoghi. Anche l’uso della terza persona comporta grossi problemi su cui ti suggerisco di riflettere.

Passiamo allo stile. Indugi troppo nell’impiego di subordinate. Utilizzi espressioni arzigogolate e di scarsa immersione. L'espressione "L’abitazione stessa appariva come un connubio tra una miniera di smeraldi e l’interno di un acquarioè davvero troppo bizzarra per essere metabolizzata. Non so come sia una miniera di smeraldi (se non per via di qualche reminiscenza disneyana) e non so nemmeno come sia stare dentro un acquario, in più dovrei fondere le due immagini... Capisci che per visualizzare questa cosa dovrei farmi in trip di acidi?
Ma poi ci sono altre chicche come "criminale in miniatura" o "Eros tirò fuori dalla tasca una catenina sulla cui estremità palpitava un esagono circondato da fitti capillari tecnologici"... palpitava? Capillari tecnologici?

Usi ancora termini altisonanti o desueti ("fanciullo"... mi sembra il termine che trovavo scritto sul manualetto del catechismo, perché non un più semplice e immediato "bambino"?).

Mi sono limitato solo alle cose più evidenti, ma il racconto è costellato di questi spiacevoli bozzi che non ne rendono una lettura particolarmente piacevole

alla prossima!

Dario17
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#8 » sabato 26 settembre 2020, 14:51

Giusto un paio di repliche.
Mi ricollego così al terzo problema: la focalizzazione del PDV

ancora non si capisce in quale personaggio io debba immedesimarmi e ciò allontana dalla lettura


I punti di vista sono due: Un narratore esterno per la prima parte ed Eros nella seconda.
Immagino già le risposte a questa puntualizzazione: "eh ma nessuno scrive più col narratore esterno perchè non è immersivo, sono duecento anni che la narrativa si è evoluta in una certa maniera, l'autore deve farsi trasparente e lasciare che la storia si racconti da sola, i neuroni specchio, ecc...
Sono ben consapevole che qui su MC la maggiorparte di noi frequenta gli stessi webinar, le stesse lezioni e gli stessi manuali; stiamo tutti percorrendo una certa "Rotta" e/o armati di "Baionetta" e la quasi totalità dei commenti sotto il mio racconto ne è prova lampante date le terminologie ed i pensieri riportati quasi di peso.
E io dico: e allora? Nella prima parte c'è un POV esterno per mantenere l'anonimato di Eros ed i motivi si rivelano tutti quando poi si passa al suo punto di vista. nessun editore pubblicherà questo racconto perchè usa tecniche desuete? Pazienza. Non è lo scopo di questo contest.

Il conflitto è l’elemento fondamentale, direi l'ossatura che getta le premesse per un buon racconto. Qui non trovo nulla di tutto ciò. Gli avvenimenti si svolgono senza che nulla cambi veramente.

Tralasciando il fatto che l'ultima frase che hai scritto può significare tutto e niente (a meno che non si pretenda un'evoluzione interna dei protagonisti in un racconto di 4000 parole, allora alzo le mani...), ma il lettore proprio perchè estraniato dal POV non nei protagonisti è portato a chiedersi: Perchè i due vanno via così presto? dove andranno domani mattina? Chi sono i Tiraboschi?
Questo potrebbe mandarli avanti nella lettura, poi se non è abbastanza conflittuale o eccitante allora chiedo venia...
Nel racconto di Andrea Lauro non fai menzione di mancanza di conflitti, sebbene sia un incessante flusso di coscienza per il 90% dello scritto. Ed è un racconto col biglietto della finale ( e relativa vittoria ) in tasca.

L'espressione "L’abitazione stessa appariva come un connubio tra una miniera di smeraldi e l’interno di un acquarioè davvero troppo bizzarra per essere metabolizzata. Non so come sia una miniera di smeraldi (se non per via di qualche reminiscenza disneyana) e non so nemmeno come sia stare dentro un acquario, in più dovrei fondere le due immagini... Capisci che per visualizzare questa cosa dovrei farmi in trip di acidi?


Nel tuo racconto c'è "una risata che si ficca nel cervello come la punta di un trapano", vale lo stesso discorso?
Non so come sia prendersi una trapanata nel cranio quindi non dovrei riuscire a metabolizzarne l'effetto se non sotto acidi?

Ma poi ci sono altre chicche come "criminale in miniatura" o "Eros tirò fuori dalla tasca una catenina sulla cui estremità palpitava un esagono circondato da fitti capillari tecnologici"... palpitava? Capillari tecnologici?
Usi ancora termini altisonanti o desueti ("fanciullo"... mi sembra il termine che trovavo scritto sul manualetto del catechismo, perché non un più semplice e immediato "bambino"?)


Perchè io a 5 anni leggevo una rivista a fumetti con un topo stampato sopra la copertina e dentro vi erano termini come "nipotame","tapino","pantagruelico", "fantomatico","certosino",ecc...
Ho apprezzato lo sforzo di capire certi termini sia da ragazzino che da adulto e nel possibile e lecito, nella mia scrittura, vorrei rigirare ad altri questa cosa.

Per quanto riguarda gli appunti sulle giunzioni tra periodi troppo bruschi, l'abuso di possessivi, l'uso erroneo di erogare, la noia suscitata dall'ennesimo viaggio nel tempo, non posso che prenderne atto, metterli accanto a quelli di Luca e farne tesoro per migliorare.

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Emiliano Maramonte
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#9 » sabato 26 settembre 2020, 16:17

Rieccomi!
Mi piace intervenire ancora in questa discussione perché indirettamente mi sento chiamato in causa e poi perché siamo a Minuti Contanti non per scannarci per un premio milionario, bensì per capire e imparare.
Allora: metto da parte tutti i manuali di scrittura creativa e di narratologia di questo pianeta e parlo da puro e semplice lettore.
Evito ogni tipo di pippone o ramanzina (e non ho il diritto di farne) per spiegare che per quanto mi riguarda (da LETTORE, lo ribadisco) io personalmente pretendo determinati parametri da un testo. Poi ognuno legge ciò che vuole, come gli pare e piace, anche Harmony va bene (anzi, non scordiamo che ha sempre la sua schiera adorante di seguaci...).

Prendo in esame le prime 7 righe:
[PREMESSA: parliamo di un racconto di 4000 e passa caratteri)

"«Noi dovremmo andare, adesso. Si è già fatto tardi e domani mattina ripartiremo prestissimo.»
Le fiammelle delle candele al centro del tavolo guizzarono sopra i loro letti di citronella quando i due ospiti si alzarono dai loro posti.
«È davvero un peccato finire questa bella cena all’aperto così presto. Nemmeno il tempo per un’ultima fetta di tiramisù?» chiese la signora Tiraboschi con in mano una porzione del suo ultimo capolavoro calorico già impiattato.
«Gentilissima ma proprio non riuscirei a buttar giù nemmeno un cucchiaino. Lei è davvero una cuoca eccezionale.» Giulio mise la sua sedia sotto il tavolo da giardino e l’altro invitato, accanto a lui, fece lo stesso."


L'attacco è neutro. E' una frase che chiunque potrebbe pronunciare, chessò anche una coppia di sposini che alloggia da alcuni amici e, subito dopo cena, si congeda. Quindi? Eliminiamo il tanto citato (e vituperato) conflitto narrativo. Ammettiamo che non me ne freghi più nulla. Quale dovrebbe essere la scintilla che accende il mio interesse (anche di fruitore casuale)? Nella tua precedente replica, riporti delle domande: "Dove devono andare i personaggi?" "E per dove devono ripartire?", "Perché così presto?". Bah. Sono domande così vaghe e diffuse che potrebbero attagliarsi anche al reportage giornalistico di un viaggio.
Poi? Vado oltre. C'è uno scambio di convenevoli e complimenti relativi alla cena, e stop.
Giunto a "fece lo stesso" il mio interesse COME LETTORE è morto. Ora: siamo in un contest letterario quindi ho proseguito per la valutazione, ma se il racconto fosse comparso su una rivista, avrei certamente saltato a pié pari il resto, per dedicare il mio tempo ai testi dall'altro lato della pagina.

Tengo a precisare che ho svestito qualsiasi ruolo di valutatore, "addetto ai lavori", aspirante scrivano e tutto il resto, e ho parlato da semplice curioso della parola scritta.
Questo per dire che, soprattutto in testi così brevi, un quid iniziale per agganciare il lettore non è opzionale, ma ESSENZIALE. E, a mio sommesso parere, deve essere un elemento straniante, che ponga il lettore in una situazione di vero imbarazzo e lo metta subito con le spalle al muro, nella condizione di voler capire a tutti i costi cosa succederà dopo. Io come lettore lo pretendo dall'autore. E demandare al lettore il compito di crearsi da solo il senso di attesa, di pescare delle domande implicite dal testo per spremere da sé la voglia di andare avanti, e no, credo non funzioni così, a prescindere da qualsiasi Marco Carrara che rampogni di tecnica immersiva.
Poi, da quando sono a MC, di racconti ne ho letti, e di tantissimi tipi, forme e stili e se un autore vuole semplicemente fare, chessò, la cronaca di un episodio domestico o di una gita, esporre la descrizione di un luogo, con l'ardire artistico di un esperimento, va benissimo, in fondo sono tentativi che in passato ho fatto anch'io, con alterne fortune.

Spero che tu voglia prendere queste riflessioni per quelle che sono, ossia semplici spunti per confrontarsi e dibattere, al fine di migliorarsi.

Emiliano.
Ultima modifica di Emiliano Maramonte il sabato 26 settembre 2020, 16:44, modificato 2 volte in totale.

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Davide Di Tullio
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#10 » sabato 26 settembre 2020, 16:37

Ciao Dario

vorrei solo chiarire qualche punto per evitare incomprensioni. Puoi decidere come meglio credi di utilizzare il PDV nel tuo racconto, ma non puoi impedire che questo risulti sconveniente alla lettura e sia fonte di incomprensione, come è accaduto nel mio caso. Non si tratta di essere portatori di una verità, ma di condividere un semplice fatto. Io ho fatto fatica a capire chi fosse il protagonista perché la gestione del PDV non è avvenuta in maniera ottimale. Così è. Non è importante da dove arrivi questa considerazione. Sono questioni universalmente riconosciute a fondamento di una scrittura moderna. Sei libero di ispirarti al qualsiasi tipo di scrittura tu ritenga ma non ti devi stupire se la maggior parte di coloro che ti commentano ti giudicano sulla base di regole di scrittura moderna che, presumo, tutti (o quasi) ambiscono a padroneggiare.

Sono grato che tu abbia citato il racconto di Lauro, perché mi consente di confutare la tua affermazione nel merito. Pur essendo in gran parte un flusso di coscienza, ebbene in quel racconto il conflitto c'è: un uomo ormai vecchio e malato, che ripensa con nostalgia al passato e che odia la sua condizione, alla fine supera questa cosa perché comprende che ha ancora l'amore dei suoi figli e di sua nipote. Una gestione del conflitto sottile e delicata, che è un peccato tu non abbia carpito e che rappresenta la vera forza di quel racconto.
Quello della mancanza di conflitto non è un problema solo del tuo racconto. Nel tuo gruppo ci sono almeno altri tre racconti che hanno lo stesso problema.

La locuzione " si ficca nel cervello come la punta di un trapano" è una espressione piuttosto comune, nemmeno troppo originale, un clichè direi. Lo ho usata proprio per la sua sostanziale immediatezza (non avevo voglia di inventare un espressione particolarmente originale). La tua è solo farina del tuo sacco. Non fraintendermi: fai bene a cercare espressioni originali, ma devono essere efficaci, altrimenti ottieni un effetto di straniamento che vanifica il tuo sforzo.

Non ho capito la storia del termine. Tutti quanto conosciamo il significato di "fanciullo" e non si tratta di fare uno sforzo di comprensione. Solo che è semplicemente fuori luogo, estraneo al resto della sintassi. Se scrivi in un italiano corrente e il tuo non è saggio di pedagogia, "fanciullo" resta un corpo estraneo.

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Gennibo
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#11 » sabato 26 settembre 2020, 23:12

Ciao Dario, hai scritto una storia molto originale, mi è piaciuto lo sforzo stilistico anche se non sempre preciso, tipo: “i letti di citronella” non mi sembra azzeccato e “capolavoro calorico già impiattato.” me lo sarei aspettato da un racconto sulle diete o sui cuochi.
“i loro ospiti furono” quel furono lo cambierei in qualcosa tipo: “camminavano”
Partendo già all’inizio con il punto di vista di Giulio, che è la persona che ama il “bambino” visto che poi lo sposerà, e che ha organizzato il viaggio nel tempo, secondo me potevi riuscire a collegare meglio le due parti e potevi anche giocare su un equivoco, mostrando un'attrazione per il bambino, ma che amava solo perché era la versione piccola dell’Eros adulto che aveva sposato.
Non un racconto riuscitissimo ma sistemandolo penso che abbia del potenziale.

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wladimiro.borchi
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#12 » lunedì 28 settembre 2020, 15:29

Ciao Dario,
un buon racconto.
L'idea della coppia che torna indietro nel tempo è molto carina e mi sembra che lo sviluppo che ne hai dato sia divertente.
Buono anche che la coppia sia gay, in modo da giustificare la segretezza del viaggio spazio-temporale (non avrebbero potuto farsi riconoscere e dire di essersi sposati perché i genitori di Eros non l'avrebbero affatto presa bene a quanto ho capito), assieme al rischio di generare anomalie.
Alla fine e come accade spesso la classifica sarà solo questione di gusto personale.
A rileggerci presto.
Wladimiro

alexandra.fischer
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#13 » lunedì 28 settembre 2020, 18:04

Tema centrato. I vicini sono i genitori dell’Eros di un tempo, arrivato in viaggio di nozze con il marito (in realtà mascherato da viaggio di due colleghi medici in congresso) il quale rivede se stesso bambino e discolo (vedi la pallonata contro il vetro) e partecipa alla cena con i suoi di un tempo insieme all’amato bene. Bello il particolare della villetta gemella presa in affitto, la presenza dell’apparecchiatura spazio-temporale tale da annullare il Paradosso di Einstein (per il quale se uno accarezza il se stesso di un tempo…svanisce). E anche le considerazioni della coppia in merito alla reazione dei genitori di Eros. Non hanno partecipato al matrimonio (però Eros è diventato il medico che sognavano).
Attento:
Gentilissima, ma non riuscirei proprio a buttarne giù nemmeno un cucchiaio.
Segnalo: si girò e sentì…

Emamela
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#14 » martedì 29 settembre 2020, 14:38

Ciao Dario,
ho trovato il tuo racconto molto bello e scritto molto bene. La parte centrale del testo mi ha un po spiazzata e ho dovuto rileggerla per capire bene chi fosse chi e chi stesse parlando. Poi ho capito che la domanda giusta non era “chi” ma “quando”, geniale! Idea molto bella, ho letto il racconto fino alla fine tutto d’un fiato. Personaggi molto ben caratterizzati, in particolare Eros bambino.
Finale molto bello ed emozionante.
Un’ottima prova.
A presto
Emanuela

Fabio84
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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#15 » martedì 29 settembre 2020, 23:48

Ciao Dario,
mi fa piacere leggere il tuo racconto. Le storie sul tempo mi affascinano.
A proposito di questo mi domando se proprio la prima frase è stata costruita così.
"«Noi dovremmo andare, adesso. Si è già fatto tardi e domani mattina ripartiremo prestissimo.»"
C'è l'adesso, il tardi, il domani, il prestissimo.
All'inizio mi ha fatto storcere un po' il naso perché c'erano davvero troppe informazioni temporali ma, visto il tipo di racconto, forse è un indizio per il tema.
Il primo capitolo è di preparazione e si capisce soltanto nel secondo dove si va a parare.
Alcune cose che segnalo di gusto personale, augurandomi che possano essere utili:
- «Posso alzarmi adesso, posso alzarmi adesso, posso alzarmi adesso?» borbottò Eros Tiraboschi: in questo caso mi pare che il piccolo Eros stia "rompendo le scatole alla grande", quindi piuttosto che un borbottio mi aspetterei qualcosa di più "invasivo"
- all'inizio del secondo capitolo c'è una doppia ripetizione di "due"
Mentre i due risalivano le scale e raggiungevano l’uscio, il rumore di un pallone di cuoio che rimbalzava sui muri spezzò il silenzio della notte.
Uno dei due si girò verso il rumore e senti dietro di lui l’altro far scattare la serratura ed aprire il portone.
- a inizio di ogni capitolo ci ho messo un attimo per seguire la vicenda non capendo bene chi parlava o a chi ci riferisse. Per esempio chi pronuncia la prima frase nel primo capitolo e chi sono i due del secondo? si scopre qualche riga dopo
Ciao e a presto

Fabio

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Re: Viaggio di nozze

Messaggio#16 » lunedì 5 ottobre 2020, 14:10

Un'idea molto bella con una problematica nella prima parte che, a mio avviso, ne mina la fruibilità. Si tratta di una scelta strategica che ti si ritorce contro: hai deciso di non mostrarci i due Eros tenendoli fuori scena per concentrarti sugli altri personaggi. Capisco la scelta: hai voluto lavorare sulla sorpresa. Però il focus era lì e allora sarebbe stato molto più efficace, sempre a mio avviso, incentrare da subito su loro due, sul fatto che si scrutino, sulle reazioni dell'Eros del futuro a determinate frasi o parole dei suoi genitori, tutti elementi che poi sarebbe stato bello andare a ripescare in seconda lettura, oltre al fatto che avrebbero arricchito enormemente il racconto. Ecco, per me la spiegazione di questo pollice tendente verso l'alto e basta sta proprio in questa errata strategia. Riscrivendolo proverei a intervenire in quel senso. Riguardo alla posizione in classifica, tu metto davanti al pari votato racconto di Alessio perché la cornice di questo testo mi ha ispirato maggiore potenzialità inespressa.

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