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Mauro Lenzi
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Messaggio#1 » martedì 20 ottobre 2020, 0:57

Il rollio della barca si nota appena. Mai visto il mare così piatto. Non tira un filo d’aria e il sole picchia forte.
Nonno Dante butta la corona di fiori in acqua.
Questo caldo non lo sopporto. Ho bisogno di un’altra birra gelata.
“Ora possiamo andare?”
Stringe una rosa bianca tra le dita nodose. “Abbi rispetto, Dante. Vorrei che vedessi cosa abbiamo passato; allora capiresti.”
Stappo la bottiglia e mi piazzo al suo fianco.
“E cos’avreste passato, sentiamo.”
“L’inferno.”
Nonno Dante bacia la rosa e la getta in mare.
L’acqua si gonfia, ribolle. Mi stringo al parapetto: le lancette dell’orologio girano in senso antiorario.
Una torre di metallo schizza fuori dall’acqua. Un sottomarino sta emergendo proprio sotto il nostro culo! Barcollo e cado in mare.

Sono sul ponte di una nave enorme. Non può essere un sottomarino. Non con tutti questi cannoni.
Mi alzo in piedi. Siamo in mare aperto, una flotta di navi da guerra in navigazione a tutta velocità. Non c’è traccia della nostra barca. Per quanto tempo sono svenuto?
“Nonno!”
“Se vuoi vederlo, non hai molto tempo.”
Una voce femminile. Mi volto verso il ponte.
Una donna: alta, nobile. Bellissima. Indossa una veste lunga, bianca come la rosa che ha tra i capelli.
Deglutisco. “Chi sei?”
Mi da le spalle e si incammina verso poppa. La seguo tra batterie di cannoni, il torrione centrale e due fumaioli. Questa nave sarà lunga almeno duecento metri. Bandiere italiane, con scudo e corona dei Savoia. Sarà una ricostruzione storica.
I marinai non fanno caso a noi: guardano in su. Piccole sagome di aerei, che volano nella nostra direzione.
“Angeli della morte”, mormora lei. “Il Giudizio sta per calare su di noi.”
Un sibilo. La bomba sfreccia in verticale, buca il ponte. Sulla fiancata si alza uno spruzzo d’acqua.
Lei barcolla: le cingo i fianchi. Sulla sua coscia sinistra si allarga una chiazza di sangue. Cristo!
“Và” sussurra. “Prima che giunga la seconda lancia.”
La lascio contro un armadio di metallo con una targa: “Munizioni contraeree” e corro.

La nave fa un’accostata. Ha rallentato un bel po’.
“Nonno! Nonno Dante!” grido.
Un altro sibilo. Lo scoppio è assordante. La torre di prua schizza in aria: un’immane colonna di fuoco avvolge il torrione. Il fumaiolo anteriore crolla e tutto diventa fumo e vapore.
La bolla di aria rovente. Grida di agonia. Tanfo di carne bruciata.
Il ponte è invaso dalle fiamme. L’armadio brucia e di lei non c’è traccia: un lampo e tutt’attorno è un crepitio di proiettili. Un marinaio cade col petto squarciato.
Mi butto a terra.
Un uomo barcolla in avanti: ha solo le scarpe e brandelli di abiti attaccati alla pelle carbonizzata. Ha la bocca spalancata in un grido silenzioso.
Un ragazzo geme. Si tocca il braccio, il bicipite lessato si stacca dall’osso.
Un torso umano privo di arti penzola da una mitragliera.
“Dante! Dante, aiutami!” È un giovane a terra: le sue gambe sono piegate in modo innaturale e sta cercando di strappare il salvagente dalle dita di un cadavere. Non chiama me, ma un marinaio che lo sorpassa di corsa… e che somiglia molto, troppo a Nonno Dante da giovane.
La ragazza è in piedi davanti a me, la sua veste va a fuoco.
“Avrebbero dovuto darmi una fine onorevole, hanno scelto di vendermi al nemico. Ma non avrò il disonore delle mie sorelle.”
Arretra verso l’incendio.
“Do-dove vai?”
“Accompagno questi ragazzi all’Inferno.”
La nave si inclina verso dritta. Le onde lambiscono la murata.
“Nell’abisso di gelo che attende i traditori.” Dagli occhi di brace sgorgano lacrime di metallo liquido. “Ora hai visto, Dante. Ricordati di me.”
Sparisce nel fumo.
La nave inizia a capovolgersi. Scivolo sul ponte, sbatto la testa. Il mare mi prende.

Schizzi d’acqua sul volto. Nonno Dante è chino su di me.
“Bentornato, Dante.”
“Co-cosa...”
“Un colpo di sole.”
Mi alzo in piedi. La barca gira, ma il mare è calmo. Allora è… era, la mia testa.
“Nonno, non sai cosa ho visto.”
“Forse sì.” Sospira. Si sporge e guarda giù, come se volesse fissare il Tirreno dritto negli occhi. “Era bellissima, Dante.”
“Come si chiamava?”
“Roma.”



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antico
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Re: Roma

Messaggio#2 » martedì 20 ottobre 2020, 1:00

Ciao Mauro! Tutto ok con i parametri, buona LIVIO GAMBARINI EDITION!

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maurizio.ferrero
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Re: Roma

Messaggio#3 » martedì 20 ottobre 2020, 14:00

Ciao Mauro, piacere di leggerti.

Ho parecchi dubbi sul tuo racconto. Per quanto le immagini mi siano chiare e ben descritte, non credo di aver compreso del tutto il senso della vicenda.
Nonno e nipote sono in barca, il nipote ha una visione della guerra combattuta dal nonno, dopodiché si sveglia.
Il finale "era una sogno" è una cosa che non mi ha mai convinto. Da al lettore la sensazione di essere stato preso in giro, che la lettura fatta sia stata inutile.
Credo che tu abbia cercato di inserire delle figure metaforiche all'interno della vicenda, come la ragazza che viene uccisa. Non ho però capito se Roma fosse riferito proprio alla capitale ceduta al nemico o fosse magari il nome del sottomarino.
Infine mi ha mandato un po' in confusione che nonno e nipote avessero lo stesso nome. Non è una cosa così inusuale, però di primo acchito ho fatto fatica a capire chi stesse parlando nel pezzo finale.

A presto

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Mauro Lenzi
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Re: Roma

Messaggio#4 » martedì 20 ottobre 2020, 15:18

Ciao Maurizio e grazie.
Solitamente aspettavo che tutti commentassero per poi spiegare, ma ho visto che l'Antico suggerisce il dialogo per cui ti rispondo subito, e volentieri. Ti spiego quali erano le mie intenzioni, poi se ci sono riuscito o no... non sta a me dirlo :)


L'escamotage "Era tutto un sogno" non piace neanche a me, ho cercato di trasmettere che la visione non si riducesse solo a questo, o quantomeno che lasciasse il dubbio.

La storia è realmente accaduta. Nel '43 gli italiani ruppero l'alleanza con i tedeschi e contravvenendo all'accordo tra le due nazioni, firmarono l'armistizio. Nell'occasione accettarono di consegnare la flotta gli Alleati, anziché autoaffondarla, nonostante le resistenze interne alla marina.
I tedeschi inviarono bombardieri con bombe di nuovo tipo, in sostanza dei missili guidati a discesa verticale, lanciati ad altissima quota, qualcosa di mai visto fino a quel momento.
La corazzata Roma, ammiraglia e orgoglio della (Regia) Marina Italiana, fu colpita e affondata da due di esse. Le scene a bordo sono realistiche, se escludiamo la presenza di Dante e la ragazza.

Corazzata Roma: Dante vede l'acqua ribollire e una struttura metallica emergere sotto di loro, e un sottomarino è la prima cosa cui pensa prima di perdere i sensi. Ma poi i dettagli fanno capire di essere su una nave (da guerra) e non un sottomarino. Se anche il "torrione" e la lunghezza di oltre duecento metri possono non balzare agli occhi di tutti i lettori... ho pensato che fumaioli e i cannoni, oltre che le bandiere al vento, avrebbero fugato i dubbi.

Dante: è la voce narrante, mentre l'altro viene sempre da lui chiamato "Nonno Dante" o semplicemente nonno. C'è un momento di confusione, voluta e nel protagonista stesso, in cui un marinaio chiama Dante! ma si rivolge al giovane marinaio in fuga (lo stesso nonno Dante, all'epoca). Anche il "marinaio Dante" è vero, stando alle testimonianze.

Sulla ragazza non ho voluto fornire spiegazioni esatte, ma in sostanza è lo spirito della nave stessa. I danni sullo scafo si raffigurano sul suo corpo, anche se all'inizio Dante crede che sia stata una scheggia a ferirla. Non entro nei dettagli perché non si possono capire (Dante non aveva modo di saperlo) ma ho curato la corrispondenza tra i danni sostenuti dalla nave e le ferite sul corpo della donna.
Quando la nave è ormai una fornace a cielo aperto, un inferno galleggiante, lei è a sua volta in fiamme. Non ha una visione umana delle cose, vede il tutto a suo modo. I bombardieri sono angeli vendicatori del dio della morte, che fanno calare la loro vendetta dal cielo come lance che la trapasseranno.
Per quanto riguarda i traditori, il disonore e le sorelle...

La corazzata Roma si capovolse, si spezzò in due tronconi e colò a picco a mille metri di profondità, portando con sè quasi duemila anime. Una discesa al buio e al freddo, come il fondo dell'inferno dantesco dove sono tormentate le anime dei traditori. Così li vede lei, dal momento che le hanno negato l'onore dell'autoffondamento per venderla al nemico. Per ironia del destino ci pensarono i tedeschi, che a loro volta ci consideravano come traditori.
Le altre navi della stessa classe, le "sorelle" Vittorio Veneto e Italia (ex Littorio) giunsero in porto, furono consegnate come risarcimenti di guerra e poi, dopo anni, anonimamente smantellate.
La corazzata Roma riposa ancora al largo della Sardegna. Il suo relitto è stato ritrovato pochi anni fa.
E lì, con l'omaggio di nonno Dante, inizia questa storia.

alexandra.fischer
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Re: Roma

Messaggio#5 » martedì 20 ottobre 2020, 18:20

Ho capito di cosa si tratta, probabilmente di una personificazione della Città di Roma (lo sarebbe anche nel caso di una nave con quel nome). Ecco chi è la bella fanciulla che si sente tradita dall’anziano Dante e dal nipote più giovane di lui che porta lo stesso nome, almeno quando ne assume l’identità nella rievocazione dell’attacco della nave da guerra con i caccia torpedinieri. Certo, il nonno butta una rosa in mare, ma la perdita della nave avvenuta in tempo di guerra non potrà cancellare i compagni mutilati e il senso di sconfitta che lo distrugge, e che secondo lo Spirito della nave lo porterà all’inferno. Io lo trovo un crudo e buon racconto.
Attento:
mi dà le spalle.

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maurizio.ferrero
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Re: Roma

Messaggio#6 » martedì 20 ottobre 2020, 20:19

Grazie per la spiegazione, Mauro. Ora è tutto molto più chiaro.

In luce di questo, però, il racconto continua a presentare un problema: è fruibile al 100% solo a chi ha una conoscenza molto precisa del fatto storico. Gli ignoranti (come me) possono essere colpiti dalla bellezza delle immagini, ma giungono alla fine con un grosso punto interrogativo in testa, perché i fatti che rappresenti non sono del tutto comprensibili. Forse avresti dovuto direzionare la narrazione anche al dare qualche spunto o fatto al lettore che vuole cogliere del tutto la vicenda.

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Sirimedho
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Re: Roma

Messaggio#7 » mercoledì 21 ottobre 2020, 11:10

Tema centrato, in una versione metaforica; non vi è proprio l’esortazione di andarci, ma lo fanno le forze nemiche.
All’inizio, mi sembra che questo nipote sia un po’ troppo maleducato verso il nonno, tenendo conto che lo ha accompagnato in questa cerimonia, non è proprio come fossero andati a compare un quotidiano insieme:
Mauro Lenzi ha scritto:“Ora possiamo andare?”
Stringe una rosa bianca tra le dita nodose. “Abbi rispetto, Dante. Vorrei che vedessi cosa abbiamo passato; allora capiresti.”
Stappo la bottiglia e mi piazzo al suo fianco.
“E cos’avreste passato, sentiamo.”

All’inizio pensavo che la donna fosse incorporea, una figura fantasmagorica, visto che gli altri non sembravano percepirli, per cui è stato abbastanza stupefacente quando rimane ferita. Non avevo però colto alla lettura che fosse un “doppio” della nave, per cui quando parla degli Angeli della morte e del Giudizio ho pensato solo ad una metafora dell’attacco subìto. E naturalmente mi sono davvero perso quando dice che sarebbe stata venduta al nemico (ma come? È praticamente morta!), né sono riuscito in nessun modo a capire chi fossero le sorelle.
Nella mia non comprensione del doppio, quando Nonno Dante dice che era bellissima e si chiamava Roma ho pensato che fosse la ragazza, magari da lui amata.
Alla fine si scopre che è una visione, ma questo era chiaro sin dall’inizio, e in questo racconto ci sta.
A pelle, lo trovo da una parte un buon racconto, scritto molto bene nella parte “guerresca” meno nel contorno, ma presuppone una complicità da parte del lettore (ad esempio considerare “bella” una nave da guerra) che non è sempre disponibile (come nel mio caso), per cui forse qualche parola in più per accompagnare questo processo sarebbe utile, altrimenti rimane una scena di guerra e basta.

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Mauro Lenzi
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Re: Roma

Messaggio#8 » mercoledì 21 ottobre 2020, 16:27

Grazie per le osservazioni!

In questo momento non ho ancora riletto il mio racconto, (preferisco dare la precedenza a quelli che devo commentare e in ogni caso lasciar decantare per qualche giorno); ma sì, durante la stesura ho dedicato i maggiori sforzi agli eventi, soprattutto la scena centrale. Nella chiusa mi sono trovato in un equilibrio molto incerto tra l'evitare il cliché della semplice illusione, o d'altra parte non cadere in un infodump. C'era anche il rischio di essere stucchevoli con considerazioni pacifiste, o banali per chi ha un po' di conoscenza storica dell'evento.
In più c'era il problema di restare nel mostrato. Ad esempio, con la prima bomba, la nave viene perforata da parte a parte: non avviene nessuna esplosione all'interno dello scafo (ma sotto, in acqua): tuttavia si crea una falla, il locale caldaie si allaga, la nave riduce la velocità. Ma questo il buon Dante non ha modo di saperlo. La ragazza rimane ferita e azzoppata, ma lui razionalizza e crede che sia per una scheggia.

Certe parti sono volutamente indefinite: ma alla fine il nonno sa cosa ha visto, o solo lo immagina? I marinai non interagiscono con Dante e la ragazza perché loro sono non percepibili, o solo perché nella situazione hanno ben altro cui pensare?

Ma senz'altro un senso generale ci doveva essere. Alla fine non ho potuto giungere a una soluzione ben definita ma funzionale: mi sono scontrato con il tempo che era finito. Non ho avuto altra scelta che lasciare una conclusione che lascia molto all'interpretazione del lettore. E sì, probabilmente troppo. Se avessi avuto modo di scrivere qualcosa di più, sicuramente sarebbe stato nel finale. Ma ho comunque capito di aver sopravvalutato la comprensibilità della figura della donna.

Sui piccoli dettagli, sì il nipote è maleducato verso il nonno, per più di un motivo. Insofferenza per il caldo (preludio al colpo di sole), ignoranza della vicenda e mancanza di sensibilità. D'altronde da preludio a questo suo viaggio all'Inferno è la frase del nonno: allora capiresti.

Grazie ancora!

Daniel Travis
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Re: Roma

Messaggio#9 » mercoledì 21 ottobre 2020, 17:43

Niente da dire su stile, tono ed estetica, eppure questo racconto ha preso un morso troppo grande da masticare per la sua forma attuale, mi pare: gli avvenimenti passati s'intuiscono, ma senza uno o due accenni mirati al contesto si rischia di passare più tempo a chiedersi "Aspetta, chi sono i nemici? Dov'è il tradimento? A cosa si riferisce...?" e a volere interpellare Google che a godersi il racconto.
Tutte le buone storie fanno sbocciare domande, ma di norma più appassionate che puramente informative.
Certo, se si coglie al volo il contesto storico l'esperienza di lettura è tutt'altra, immagino.
Resta una buona prova, ma dà un filo meno di quanto potrebbe.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Debora D
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Re: Roma

Messaggio#10 » venerdì 23 ottobre 2020, 15:15

Ciao Mauro, piacere di leggerti.
Lo stile è buono, si vede la ricerca di una voce personale all'interno delle regole del mostrato. La narrazione mi ha lasciato un po’ di confusione ma anche alcune immagini nitide; nella parte centrale che riporta la battaglia mi ha ricordato atmosfere alla Miyazaki (Porco rosso) o addirittura steampunk (chissà se avevi previsto una cosa del genere!).
Perché questa strana associazione? Perché compare una battaglia all'improvviso, poi a causa della figura femminile che ho interpretato prima come una specie di comandante, poi come uno spirito guida, infine come la personificazione della città di Roma e quindi dell’Italia stessa…
“Era bellissima, Dante.”
“Come si chiamava?”
“Roma.”

Tutte idee sbagliate da quello che ho capito poi leggendo i tuoi commenti.
La confusione è cominciata qui:
Nonno Dante bacia la rosa e la getta in mare.
L’acqua si gonfia, ribolle. Mi stringo al parapetto: le lancette dell’orologio girano in senso antiorario.
Una torre di metallo schizza fuori dall’acqua. Un sottomarino sta emergendo proprio sotto il nostro culo! Barcollo e cado in mare.
Sono sul ponte di una nave enorme. Non può essere un sottomarino. Non con tutti questi cannoni.


Qui inizia la visione di Dante junior, avrei inserito un dettaglio o due per far capire che il nonno omaggia la nave affondata così da accompagnare il lettore nell'esperienza proprio perché la parola sottomarino confonde, anche se rientra nella percezione del personaggio.
Altre cose che non ho capito:
L’armadio brucia e di lei non c’è traccia.
In che senso armadio? C’è un armadio? È una parte della nave? Il giovane Dante quanto è esperto di armi e navi da guerra? Me lo chiedo perché utilizza termini come fumaiolo, torre di prua ecc.

Alcune accortezze formali e stilistiche:
Una donna: alta, nobile. Bellissima.
Nobile e bellissima sono aggettivi generici, è Tell per capirci.
Usi moltissime frasi nominali, alcune funzionano, ma eviterei l’accumulazione.
Bandiere italiane, con scudo e corona dei Savoia. La bolla di aria rovente. Grida di agonia. Tanfo di carne bruciata.

Per esempio Piccole sagome di aerei, che volano nella nostra direzione
poteva essere scritto semplicemente Piccole sagome di aerei volano...

Ortografia spicciola.
Mi da le spalle → Dà Indicativo presente del verbo dare vuole l’accento.
“Và” sussurra.→ Va’ Si tratta di un imperativo, quindi vuole l’apostrofo.

Buona scrittura e buona lettura, spero di esserti stata utile.

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Mauro Lenzi
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Re: Roma

Messaggio#11 » venerdì 23 ottobre 2020, 16:00

Daniel Travis ha scritto:Resta una buona prova, ma dà un filo meno di quanto potrebbe.


Ciao Daniel Travis. Grazie per il tuo commento, di cui riporto l'unica frase con cui non sono completamente d'accordo: sei stato troppo buono con "un filo".
Credo che tu abbia centrato il punto soprattutto nella tua considerazione iniziale. Probabilmente ho sottovalutato lo spazio necessario per rendere questa storia comprensibile a tutti. Avevo in mente un target di pubblico che conosce sia il contesto storico, e che possibilmente avesse letto la serie di Eternal War.
Questo pero' l'ho realizzato dopo. Che la storia fosse semplicemente troppo grossa me ne sono accorto in stesura, anche abbastanza in fretta: ho cercato di rimediare, ma non è bastato.

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Mauro Lenzi
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Re: Roma

Messaggio#12 » venerdì 23 ottobre 2020, 16:15

Debora D ha scritto:Ciao Mauro, piacere di leggerti.
[...]
spero di esserti stata utile.

Ciao Debora, piacere mio. Lo sei stata, assolutamente.

Debora D ha scritto:la battaglia mi ha ricordato atmosfere alla Miyazaki (Porco rosso) o addirittura steampunk (chissà se avevi previsto una cosa del genere!).

No, ma mi fa piacere questa considerazione. Ho capito a cosa ti riferisci, pur che non ho mai visto quell'opera.

Debora D ha scritto:Qui inizia la visione di Dante junior, avrei inserito un dettaglio o due per far capire che il nonno omaggia la nave affondata così da accompagnare il lettore nell'esperienza proprio perché la parola sottomarino confonde, anche se rientra nella percezione del personaggio.

Giusto, e in prima stesura c'era. Poi, ahimé, il limite di caratteri, le sforbiciate... Non è una giustificazione, ovviamente.

Debora D ha scritto:Altre cose che non ho capito:
L’armadio brucia e di lei non c’è traccia.
In che senso armadio? C’è un armadio? È una parte della nave?

Sì, qui: La lascio contro un armadio di metallo con una targa: “Munizioni contraeree” e corro.
Che si ricollega a: L’armadio brucia e di lei non c’è traccia: un lampo e tutt’attorno è un crepitio di proiettili. Un marinaio cade col petto squarciato.

Debora D ha scritto:Il giovane Dante quanto è esperto di armi e navi da guerra? Me lo chiedo perché utilizza termini come fumaiolo, torre di prua ecc.

Mediamente esperto: non sono termini particolarmente tecnici. Ma vedo che già iniziano a mettere in crisi. A un certo punto ero stato tentato di mettere anche Trincarino: meno male che ho evitato!
Facevano comunque parte di un esperimento, come mettere due personaggi con nome simile: Dante e Nonno Dante.
Direi che ho avuto le risposte che cercavo.

Debora D ha scritto:Alcune accortezze formali e stilistiche:
[…]
Ortografia spicciola.

Sulle prime rifletto (che non è un modo diplomatico per dire: “bah! Ma che cavolo dice!” ma devo affinare una sensibilità al riguardo). Sull’ortografia poco da dire, me ne sono accorto tardi, ma tendo a fare questi errori.

Grazie ancora per la tua bella analisi. A buon rendere alla prima occasione =)

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Re: Roma

Messaggio#13 » mercoledì 28 ottobre 2020, 22:10

Ciao Mauro, la tua versione dell’inferno si nutre di uno senario bellico. Quando si fa riferimento a fatti reali, in un racconto breve c’è sempre il rischio che qualcosa di necessario alla comprensione ne rimanga fuori.
I punti di forza del tuo racconto sono :
- nella descrizione degli scenari , veramente molto suggestiva e coinvolgente
- nel ritmo e nella coerenza all’interno di ogni spezzone
Gli elementoi che mi sono sembrati migliorabili sono

- il collegamento tra le scene attuali e quelle del passato, in quanto non si capisce cosa genere l’immersione nello scenario bellico del nipote
- il finale … nonostante rimanga il dubbio se sia un sogno o no questo espedeiente narrativo è un po’ troppo logoro.
A rileggerci.

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Re: Roma

Messaggio#14 » mercoledì 28 ottobre 2020, 23:41

Ciao, Mauro.
Il tuo racconto scorre piuttosto bene e la lettura è avvincente, specialmente nella parte centrale. C'è qualche intoppo, e forse anche qualcosa di troppo qui e lì, forse nel tentativo di lasciare indizi ("La lascio contro un armadio di metallo con una targa: “Munizioni contraeree” e corro." che importa la targa al fine del racconto?). Rimane comunque capace di tenere il lettore sul pezzo. Non credo che tutti riusciranno a capire, se non dopo una bella googlata, che stai raccontando la storia della resa e consegna della flotta italiana dopo l'armistizio. Peraltro non apprezzo particolarmente la descrizione del fatto come un tradimento, ma riconosco che venne percepito dai marinai italiani ( e quindi allegoricamente dalla nave) come tale. Sul tema sono di bocca buona e accetto l'aggancio. In generale un ottima prova, prevedo te la vedrai con i migliori.

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Re: Roma

Messaggio#15 » giovedì 29 ottobre 2020, 0:52

Ciao Mauro.
Questo racconto secondo me avrebbe un gran potenziale se riscritto facendo tesoro di ciò che i miei "colleghi" ti hanno riferito.
Perché credimi, ha un bel potenziale. Tu scrivi bene, le idee ci sono e anche originali, ma in questo caso sono state gestite in modo poco funzionale. La cosa che infastidisce di più è il fatto storico che se non si conosce non permette di fruire al meglio del racconto. Al di fuori di questo contest non sarebbe assolutamente un problema, anzi, ma qui dentro in parte lo è, quindi diciamo che ha un peso, oltre al fatto che se per capire appieno un racconto mi occorre la spiegazione dell'autore, fatto storico conosciuto o meno, allora significa che qualcosa non ha funzionato (ci sono caduto anch'io tranquillo). Il tema tutto sommato c'è, come prima prova è comunque notevole, quindi hai tutti i requisiti per migliorare di molto. Spero di rileggerti presto.

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Re: Roma

Messaggio#16 » domenica 1 novembre 2020, 18:38

Credo che sia un racconto che naufraga nel suo stesso concept perché, semplicemente, non c'era spazio sufficiente per, allo stesso tempo, informare il lettore e farlo empatizzare con la nave da guerra Roma in modo da andare oltre una semplice esposizione dell'idea stessa. Tra l'altro, mi sembra anche troppo azzardato chiamare con lo stesso nome i due protagonisti, mi ha parecchio rallentato nel momento in cui ho dovuto capirlo perché sembrava più un errore da parte tua. Intendiamoci, scritto bene e si legge bene, in più mi ha fatto venire voglia di ricercare il nome ROMA in contesto guerra per capire cosa fosse, però la mia idea è questa: per tua stessa ammissione, fatichi sui racconti brevi, ma il problema mi sembra essere che tu cerchi di piegare concept per racconti lunghi in una dimensione non consona perdipiù tentando di mantenere una struttura simile che, per forza di cose, non può esplicarsi con la stessa forza. Quindi il mio consiglio è di variare e di cercare nuove vie perché tanto i 20/30 mila li padroneggi (e bene) mentre qui la sfida è adattarti in un format diverso. Per me un pollice tendente all'alto in modo poco brillante che si posiziona davanti al pari votato racconto di Leonardi per una maggiore difficoltà di esecuzione.

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Re: Roma

Messaggio#17 » domenica 1 novembre 2020, 18:57

marco.roncaccia ha scritto: [...]
I punti di forza del tuo racconto sono :
- nella descrizione degli scenari , veramente molto suggestiva e coinvolgente
- nel ritmo e nella coerenza all’interno di ogni spezzone
Gli elementoi che mi sono sembrati migliorabili sono
- il collegamento tra le scene attuali e quelle del passato, in quanto non si capisce cosa genere l’immersione nello scenario bellico del nipote
- il finale … nonostante rimanga il dubbio se sia un sogno o no questo espedeiente narrativo è un po’ troppo logoro.


Grazie dell'analisi Marco. Confermi quanto mi è stato detto dagli altri, e mi aiuti a capire le priorità di intervento.
Nella forma del tuo commento mi piace molto la divisione pregi / difetti.
Grazie ancora.
Ultima modifica di Mauro Lenzi il lunedì 2 novembre 2020, 4:41, modificato 2 volte in totale.

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Re: Roma

Messaggio#18 » domenica 1 novembre 2020, 20:04

Puch89 ha scritto:Ciao Mauro.
Questo racconto secondo me avrebbe un gran potenziale se riscritto facendo tesoro di ciò che i miei "colleghi" ti hanno riferito.
Perché credimi, ha un bel potenziale. Tu scrivi bene, le idee ci sono e anche originali, ma in questo caso sono state gestite in modo poco funzionale. La cosa che infastidisce di più è il fatto storico che se non si conosce non permette di fruire al meglio del racconto. Al di fuori di questo contest non sarebbe assolutamente un problema, anzi, ma qui dentro in parte lo è, quindi diciamo che ha un peso, oltre al fatto che se per capire appieno un racconto mi occorre la spiegazione dell'autore, fatto storico conosciuto o meno, allora significa che qualcosa non ha funzionato (ci sono caduto anch'io tranquillo). Il tema tutto sommato c'è, come prima prova è comunque notevole, quindi hai tutti i requisiti per migliorare di molto. Spero di rileggerti presto.


Ciao Alessio e grazie del feedback. Nulla da ridire sulle tue osservazioni (tranne una cosa: non è la mia prima prova, ma comunque sono qui da molto poco quindi te la passo :D). I toni del tuo feedback sono assai morbidi, umanamente apprezzo molto il tatto, ma temo non siano una buona cartina tornasole di quanto il racconto in realtà non ti sia piaciuto (cosa di per sé sacrosanta). Se dovessi trovarti di nuovo a commentarmi in futuro, sappi che con me puoi tranquillamente essere più diretto, se vuoi.
Grazie ancora e alla prossima ;)
Ultima modifica di Mauro Lenzi il lunedì 2 novembre 2020, 2:44, modificato 2 volte in totale.

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Re: Roma

Messaggio#19 » domenica 1 novembre 2020, 20:17

jimjams ha scritto:Ciao, Mauro.
Il tuo racconto scorre piuttosto bene e la lettura è avvincente, specialmente nella parte centrale. C'è qualche intoppo, e forse anche qualcosa di troppo qui e lì, forse nel tentativo di lasciare indizi ("La lascio contro un armadio di metallo con una targa: “Munizioni contraeree” e corro." che importa la targa al fine del racconto?). Rimane comunque capace di tenere il lettore sul pezzo. Non credo che tutti riusciranno a capire, se non dopo una bella googlata, che stai raccontando la storia della resa e consegna della flotta italiana dopo l'armistizio. Peraltro non apprezzo particolarmente la descrizione del fatto come un tradimento, ma riconosco che venne percepito dai marinai italiani ( e quindi allegoricamente dalla nave) come tale. Sul tema sono di bocca buona e accetto l'aggancio. In generale un ottima prova, prevedo te la vedrai con i migliori.


Ciao Mario, ti ringrazio del commento.
Rispondo nel dettaglio a un paio di punti da te sollevati.

jimjams ha scritto:C'è qualche intoppo, e forse anche qualcosa di troppo qui e lì, forse nel tentativo di lasciare indizi ("La lascio contro un armadio di metallo con una targa: “Munizioni contraeree” e corro." che importa la targa al fine del racconto?).

Le munizioni "partono", e feriscono i marinai vicini, quando l'armadio prende fuoco. La targa era l'aggancio necessario al lettore per collegare. Un aggancio goffo, ammetto.

jimjams ha scritto:Peraltro non apprezzo particolarmente la descrizione del fatto come un tradimento, ma riconosco che venne percepito dai marinai italiani ( e quindi allegoricamente dalla nave) come tale.

Mi fa molto piacere leggere queste tue considerazioni, forse il lettore medio si sarebbe fermato dopo "tradimento". Per quel che può valere neppure io sono d'accordo con quell'idea, ma scrivere da punti di vista diversi dal mio è una cosa che ho scoperto piacermi.

jimjams ha scritto:In generale un ottima prova, prevedo te la vedrai con i migliori.

Temo che la tua previsione non si avvererà. "Roma" ha avuto alcuni pareri decisamente negativi e altri positivi. Ma, come dire... mi fa piacere che tra i secondi ci sia quello dell'autore di un'opera come "Felice".

Grazie e alla prossima.

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Mauro Lenzi
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Re: Roma

Messaggio#20 » lunedì 2 novembre 2020, 3:29

Ed eccomi al dulcis in fundo dei miei controcommenti.
Caro Antico, spezzetto il tuo commento e ricompongo i pezzi in ordine sparso, per arrivare meglio alla mia risposta.


antico ha scritto:mi ha fatto venire voglia di ricercare il nome ROMA in contesto guerra per capire cosa fosse,

Questa cosa mi fa molto piacere. Uno dei (pochi) tentativi riusciti in questo racconto.

antico ha scritto:mi sembra anche troppo azzardato chiamare con lo stesso nome i due protagonisti, mi ha parecchio rallentato nel momento in cui ho dovuto capirlo perché sembrava più un errore da parte tua.

Ecco un tentativo fallito, ma che sono contento di aver fatto, visto la risposta netta che ho avuto: non credevo potesse portare tutto questo scompiglio. Buono a sapersi.

antico ha scritto:Intendiamoci, scritto bene e si legge bene,

Qui ti immagino tipo Morpheus quando ha atterrato Neo e, pensieroso, scuote l'indice e dice: "La tua debolezza... non è nella tecnica." =D
Vediamo dov'è, allora.

antico ha scritto:però la mia idea è questa: per tua stessa ammissione, fatichi sui racconti brevi, ma il problema mi sembra essere che tu cerchi di piegare concept per racconti lunghi in una dimensione non consona perdipiù tentando di mantenere una struttura simile che, per forza di cose, non può esplicarsi con la stessa forza.

Ne ho preso consapevolezza dopo aver scritto questo racconto, ma l'avevo tenuta per me: volevo vedere se sarebbe arrivata qualche conferma esterna. Tu me l'hai spiegato meglio di come l'avevo intuito, e ti ringrazio; dal canto mio, aggiungo una considerazione.
Non è il problema, bensì una soluzione sbagliata al problema. Due problemi, in realtà.
Uno, che faccio con racconti di ogni lunghezza: sottovaluto, e di molto, lo spazio che richiederà la storia che ho in mente.
Due, specifico di questo genere di prove: non riesco a farmi venire in mente un'idea valida e breve in poco tempo.
Ed ecco che ho pensato a un evento storico di cui volevo parlare, e il risultato è stato...
antico ha scritto:...un racconto che naufraga nel suo stesso concept perché, semplicemente, non c'era spazio sufficiente per, allo stesso tempo, informare il lettore e farlo empatizzare con la nave da guerra Roma in modo da andare oltre una semplice esposizione dell'idea stessa.

Risultato fallimentare nella costruzione dell'opera. Ma almeno ottimo per me nel testare alcune cose: inclusa l'idea stessa e le reazioni dei lettori al genere e ai termini usati.

antico ha scritto:Quindi il mio consiglio è di variare e di cercare nuove vie perché tanto i 20/30 mila li padroneggi (e bene) mentre qui la sfida è adattarti in un format diverso.

Mi sembra un ottimo consiglio. Come perseguirlo però, non lo so di preciso. Spero lo scopriremo alla prossima edizione.
Grazie molte per tutto :)
Ultima modifica di Mauro Lenzi il lunedì 2 novembre 2020, 4:43, modificato 8 volte in totale.

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Re: Roma

Messaggio#21 » lunedì 2 novembre 2020, 3:36

Grazie a tutti per i commenti. "Roma" verrà recuperata, riportata nel Laboratorio per le opere di restauro, e vedremo se questa volta resterà a galla.
(... non la nave, ve lo dico subito :D)

A quel punto coloro che vorranno salirci a bordo per un nuovo viaggio saranno i benvenuti.
Grazie ancora e a presto.

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