mangia.com
- maurizio.ferrero
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mangia.com
Il drone di mangia.com picchietta contro il vetro della finestra. Allungo la mano verso il comodino e prendo lo smartphone. Pigio sull'icona blu dell'app di domotica, sblocco la chiusura della finestra, che si apre emettendo un ronzio.
Il drone vola all'interno, silenzioso. Fluttuazione magnetica, ultima generazione. Non se ne vedono ancora molti in giro.
Gli indico il poco spazio libero alla mia destra, sul materasso.
Credo sia ora di cambiare le lenzuola. Quanto è passato dall'ultima volta, due mesi?
Il drone fa fuoriuscire dal suo alloggiamento la scatola di plastica, che atterra sul materasso con un tunf. Si apre emettendo un sibilo.
Il profumo di tonno, cipolle e salsiccia mi corre su per le narici. Infilo il braccio nella scatola e tiro fuori i quattro involucri – tre pizze e una confezione maxi di patatine con salsa al cheddar.
Appoggio il pranzo sulla pancia. Ormai è talmente grande che non ho più bisogno di usare il tavolino da letto. Basta bilanciare bene tutto e metterci un'asciugamano sopra, che il sudore e i peli nel cibo fanno un po' schifo.
Il drone raccoglie la scatola vuota e riprende il volo.
Bravo, levati dai coglioni, che ho fame.
Appoggio la schiena contro la testiera del letto. Afferro la prima pizza, la piego in quattro e la addento.
Il sugo caldo mi cola lungo la barba e mi scivola sui capezzoli. Ci intingo un dito dentro e lo ciuccio.
Lo smartphone emette un suono di allarme. Gli lancio un'occhiata.
Monitoraggio delle funzioni vitali, solita roba. 313 chili, situazione cardiaca critica.
Quante cazzate. Maledetto servizio automatico, non capisco come accidenti si disattiva. Ogni volta lo spengo e ogni volta spunta fuori di nuovo.
Clicco sul pulsante rosso. «Fanculo, ho tre pizze tutte per me.»
Mi ficco in bocca l'ultima manciata di patatine. Il cuscino si è macchiato di salsa al cheddar.
Ho ancora un po' fame.
Prendo lo smartphone, lascio uno sbaffo di formaggio sul vetro. Lo lecco.
Attivo l'app di mangia.com e scorro il menu.
Pollo fritto? Mangiato ieri.
Hamburger? No, ho voglia di qualcosa di più sostanzioso.
Cucina casalinga della nonna? Troppo sana.
Messicano. Buona idea, ho proprio voglia di tacos. Pollo, manzo, ma niente piccante oppure con le lenzuola sporche diventerà davvero un casino.
Una decina basteranno, è giusto uno spuntino.
Clicco sul pagamento.
Compare un messaggio in rosso.
Errore. Il servizio è stato momentaneamente sospeso per problemi tecnici. Si prega si riprovare più tardi.
Cosa? Non è possibile!
Pigio di nuovo.
Stesso messaggio.
Mi sento male, cazzo.
Durerà pochi minuti, ne sono sicuro. Vado sul motore di ricerca e cerco informazioni sul guasto.
Attacco hacker ai server di mangia.com.
No.
I server di mangia.com sono stati disattivati a seguito di un attacco informatico operato da ignoti. Al momento non è ancora prevista una data di ripristino.
No, cazzo. No!
Come faccio? Morirò di fame!
Devo trovare una soluzione. Ne ho bisogno. Devo sopravvivere.
Mi giro sul fianco, mi tiro a sedere sul letto. Poggio i piedi a terra.
Guardo dalla finestra lì vicino. Dall'altro lato della strada c'è un supermercato. Non ci ho mai messo piede, ma lì troverò qualcosa da sgranocchiare. Un po' di pane, delle patatine, il necessario per sopravvivere.
Avanti, non è difficile. È come quando mi alzo per andare a pisciare, solo che il percorso è un po' più lungo.
Esco dalla stanza, arrivo alla porta di casa, afferro le chiavi nella toppa e le giro. Apro la porta, mi avvicino all'ascensore.
Ho il fiatone.
C'è una targhetta di fianco alle porte di metallo.
Portata massima 250 kg.
Merda. Ma non me la faccio a piedi, sono otto piani. Devo rischiare.
Premo il pulsante di chiamata, dopo pochi secondi le porte si aprono con un ding.
Mi infilo dentro. In questa gabbia di metallo ci sto a fatica. Premo il pulsante del piano terra.
Le porte si chiudono, l'ascensore comincia a scendere.
Sento qualcosa stridere sopra di me, tra i cavi. I freni?
C'è uno scossone improvviso, le luci elettriche sobbalzano.
Lo smartphone vibra. Accendo lo schermo.
Mangia.com ti informa che i servizi sono stati ripristinati.
Un rombo, forte, sopra di me. L'ascensore prende velocità, mi trascina verso il basso.
Merda! Non ho più tempo.
Schiaccio sul pulsante conferma l'ordine.
Dopotutto, credo avrò fame anche da morto.
Il drone vola all'interno, silenzioso. Fluttuazione magnetica, ultima generazione. Non se ne vedono ancora molti in giro.
Gli indico il poco spazio libero alla mia destra, sul materasso.
Credo sia ora di cambiare le lenzuola. Quanto è passato dall'ultima volta, due mesi?
Il drone fa fuoriuscire dal suo alloggiamento la scatola di plastica, che atterra sul materasso con un tunf. Si apre emettendo un sibilo.
Il profumo di tonno, cipolle e salsiccia mi corre su per le narici. Infilo il braccio nella scatola e tiro fuori i quattro involucri – tre pizze e una confezione maxi di patatine con salsa al cheddar.
Appoggio il pranzo sulla pancia. Ormai è talmente grande che non ho più bisogno di usare il tavolino da letto. Basta bilanciare bene tutto e metterci un'asciugamano sopra, che il sudore e i peli nel cibo fanno un po' schifo.
Il drone raccoglie la scatola vuota e riprende il volo.
Bravo, levati dai coglioni, che ho fame.
Appoggio la schiena contro la testiera del letto. Afferro la prima pizza, la piego in quattro e la addento.
Il sugo caldo mi cola lungo la barba e mi scivola sui capezzoli. Ci intingo un dito dentro e lo ciuccio.
Lo smartphone emette un suono di allarme. Gli lancio un'occhiata.
Monitoraggio delle funzioni vitali, solita roba. 313 chili, situazione cardiaca critica.
Quante cazzate. Maledetto servizio automatico, non capisco come accidenti si disattiva. Ogni volta lo spengo e ogni volta spunta fuori di nuovo.
Clicco sul pulsante rosso. «Fanculo, ho tre pizze tutte per me.»
Mi ficco in bocca l'ultima manciata di patatine. Il cuscino si è macchiato di salsa al cheddar.
Ho ancora un po' fame.
Prendo lo smartphone, lascio uno sbaffo di formaggio sul vetro. Lo lecco.
Attivo l'app di mangia.com e scorro il menu.
Pollo fritto? Mangiato ieri.
Hamburger? No, ho voglia di qualcosa di più sostanzioso.
Cucina casalinga della nonna? Troppo sana.
Messicano. Buona idea, ho proprio voglia di tacos. Pollo, manzo, ma niente piccante oppure con le lenzuola sporche diventerà davvero un casino.
Una decina basteranno, è giusto uno spuntino.
Clicco sul pagamento.
Compare un messaggio in rosso.
Errore. Il servizio è stato momentaneamente sospeso per problemi tecnici. Si prega si riprovare più tardi.
Cosa? Non è possibile!
Pigio di nuovo.
Stesso messaggio.
Mi sento male, cazzo.
Durerà pochi minuti, ne sono sicuro. Vado sul motore di ricerca e cerco informazioni sul guasto.
Attacco hacker ai server di mangia.com.
No.
I server di mangia.com sono stati disattivati a seguito di un attacco informatico operato da ignoti. Al momento non è ancora prevista una data di ripristino.
No, cazzo. No!
Come faccio? Morirò di fame!
Devo trovare una soluzione. Ne ho bisogno. Devo sopravvivere.
Mi giro sul fianco, mi tiro a sedere sul letto. Poggio i piedi a terra.
Guardo dalla finestra lì vicino. Dall'altro lato della strada c'è un supermercato. Non ci ho mai messo piede, ma lì troverò qualcosa da sgranocchiare. Un po' di pane, delle patatine, il necessario per sopravvivere.
Avanti, non è difficile. È come quando mi alzo per andare a pisciare, solo che il percorso è un po' più lungo.
Esco dalla stanza, arrivo alla porta di casa, afferro le chiavi nella toppa e le giro. Apro la porta, mi avvicino all'ascensore.
Ho il fiatone.
C'è una targhetta di fianco alle porte di metallo.
Portata massima 250 kg.
Merda. Ma non me la faccio a piedi, sono otto piani. Devo rischiare.
Premo il pulsante di chiamata, dopo pochi secondi le porte si aprono con un ding.
Mi infilo dentro. In questa gabbia di metallo ci sto a fatica. Premo il pulsante del piano terra.
Le porte si chiudono, l'ascensore comincia a scendere.
Sento qualcosa stridere sopra di me, tra i cavi. I freni?
C'è uno scossone improvviso, le luci elettriche sobbalzano.
Lo smartphone vibra. Accendo lo schermo.
Mangia.com ti informa che i servizi sono stati ripristinati.
Un rombo, forte, sopra di me. L'ascensore prende velocità, mi trascina verso il basso.
Merda! Non ho più tempo.
Schiaccio sul pulsante conferma l'ordine.
Dopotutto, credo avrò fame anche da morto.
Re: mangia.com
Ecco il leader attuale del Rank d'Era! Ciao Maurizio! Tutto ok con i parametri, buona Specularia Edition!
Re: mangia.com
Buonasera Maurizio,
racconto che si fa leggere, tutto molto estremo, con finale con il botto, non solo in senso metaforico.
L’idea in sé mi sembra interessante, debbo dire però che faccio un po’ fatica a sospendere l’incredulità rispetto al fatto che il personaggio ha appena finito di mangiare e non solo è già pronto ad ordinare ancora (questo ci sta, anche se sarei curioso di sapere dove prende i soldi), ma addirittura talmente in ansia da uscire per la prima volta da chissà quando, sicuramente prima che diventasse così obeso; en passant, non vi sono altri servizi tipo mangia.com? Altro elemento poco credibile è quello dell’ascensore che precipita; credo che abbiano comunque tutti dei meccanismi di sicurezza che fa scendere l’ascensore al fondo senza precipitare.
Fatte queste osservazioni, direi comunque che è un buon racconto, su un tema anche importante, quello delle persone che si rinchiudono in casa, gli hikikomori, in questo caso in salsa di bulimia. Ambientato nel futuro, ha un suono molto di presente.
Rispetto al tema, non ho capito bene come sia rispettato. In effetti il supermercato non è più vicino di quanto non sembrasse, ma più lontano.
Buon contest!
racconto che si fa leggere, tutto molto estremo, con finale con il botto, non solo in senso metaforico.
L’idea in sé mi sembra interessante, debbo dire però che faccio un po’ fatica a sospendere l’incredulità rispetto al fatto che il personaggio ha appena finito di mangiare e non solo è già pronto ad ordinare ancora (questo ci sta, anche se sarei curioso di sapere dove prende i soldi), ma addirittura talmente in ansia da uscire per la prima volta da chissà quando, sicuramente prima che diventasse così obeso; en passant, non vi sono altri servizi tipo mangia.com? Altro elemento poco credibile è quello dell’ascensore che precipita; credo che abbiano comunque tutti dei meccanismi di sicurezza che fa scendere l’ascensore al fondo senza precipitare.
Fatte queste osservazioni, direi comunque che è un buon racconto, su un tema anche importante, quello delle persone che si rinchiudono in casa, gli hikikomori, in questo caso in salsa di bulimia. Ambientato nel futuro, ha un suono molto di presente.
Rispetto al tema, non ho capito bene come sia rispettato. In effetti il supermercato non è più vicino di quanto non sembrasse, ma più lontano.
Buon contest!
- filippo.mammoli
- Messaggi: 181
Re: mangia.com
Ciao Maurizio,
piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto fin dall'inizio. Amo la prima persona condotta così bene, con periodi brevi, riflessioni intime del protagonista alternate al suo racconto dell'azione. Il tuo stile diretto e preciso mi sembra molto adatto a questo tipo di narrazione.
L'ambientazione in un futuro non troppo lontano né troppo improbabile è spassosa, fino alla battuta finale che è una vera chicca.
Insomma tutto bene, tutto bello.
Un solo problema e non da poco.
Non riesco leggere il tema in alcun modo.
Non c'è uno specchio, fisico o metaforico e non c'è una qualche forma di riflessione.
Se pensiamo al supermercato come all'oggetto sulla cui distanza il protagonista si inganna, vediamo che questo è più lontano di quanto prospettato.
In definitiva un ottimo racconto, ma non aderente al tema secondo me.
piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto fin dall'inizio. Amo la prima persona condotta così bene, con periodi brevi, riflessioni intime del protagonista alternate al suo racconto dell'azione. Il tuo stile diretto e preciso mi sembra molto adatto a questo tipo di narrazione.
L'ambientazione in un futuro non troppo lontano né troppo improbabile è spassosa, fino alla battuta finale che è una vera chicca.
Insomma tutto bene, tutto bello.
Un solo problema e non da poco.
Non riesco leggere il tema in alcun modo.
Non c'è uno specchio, fisico o metaforico e non c'è una qualche forma di riflessione.
Se pensiamo al supermercato come all'oggetto sulla cui distanza il protagonista si inganna, vediamo che questo è più lontano di quanto prospettato.
In definitiva un ottimo racconto, ma non aderente al tema secondo me.
- maurizio.ferrero
- Messaggi: 529
Re: mangia.com
Sirimedho ha scritto:Buonasera Maurizio,
racconto che si fa leggere, tutto molto estremo, con finale con il botto, non solo in senso metaforico.
L’idea in sé mi sembra interessante, debbo dire però che faccio un po’ fatica a sospendere l’incredulità rispetto al fatto che il personaggio ha appena finito di mangiare e non solo è già pronto ad ordinare ancora (questo ci sta, anche se sarei curioso di sapere dove prende i soldi), ma addirittura talmente in ansia da uscire per la prima volta da chissà quando, sicuramente prima che diventasse così obeso; en passant, non vi sono altri servizi tipo mangia.com? Altro elemento poco credibile è quello dell’ascensore che precipita; credo che abbiano comunque tutti dei meccanismi di sicurezza che fa scendere l’ascensore al fondo senza precipitare.
Fatte queste osservazioni, direi comunque che è un buon racconto, su un tema anche importante, quello delle persone che si rinchiudono in casa, gli hikikomori, in questo caso in salsa di bulimia. Ambientato nel futuro, ha un suono molto di presente.
Rispetto al tema, non ho capito bene come sia rispettato. In effetti il supermercato non è più vicino di quanto non sembrasse, ma più lontano.
Buon contest!
filippo.mammoli ha scritto:Ciao Maurizio,
piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto fin dall'inizio. Amo la prima persona condotta così bene, con periodi brevi, riflessioni intime del protagonista alternate al suo racconto dell'azione. Il tuo stile diretto e preciso mi sembra molto adatto a questo tipo di narrazione.
L'ambientazione in un futuro non troppo lontano né troppo improbabile è spassosa, fino alla battuta finale che è una vera chicca.
Insomma tutto bene, tutto bello.
Un solo problema e non da poco.
Non riesco leggere il tema in alcun modo.
Non c'è uno specchio, fisico o metaforico e non c'è una qualche forma di riflessione.
Se pensiamo al supermercato come all'oggetto sulla cui distanza il protagonista si inganna, vediamo che questo è più lontano di quanto prospettato.
In definitiva un ottimo racconto, ma non aderente al tema secondo me.
Ciao Stefano, ciao Filippo, grazie per il commento.
Il racconto vuole essere grottesco/surreale (il genere di cose di cui io vado pazzo) e non ha alcuna pretesa di veridicità. Capisco però che la cosa possa non essere gradita a tutti e alcuni facciano fatica a sospendere l'incredulità. Non me ne lamento.
Per quanto riguarda l'aderenza al tema, io vi inviterei a pensarci ancora un po' prima di dare un giudizio definitivo. Il supermercato dall'altro lato della strada evidentemente non lo è (anzi, se vogliamo, quella è un'inversione del tema, un piccolo easter egg), ma via assicuro che c'è.
Anzi, è pure doppio: "gli oggetti nello specchio più vicini di quello che sembra" ci sono sia in senso fisico che metaforico.
Non voglio rivelarvi cosa avevo pensato perché, appunto, il racconto deve subire la sua prova del nove: se non riesco a trasmettervelo, vuol dire che non sono riuscito nel mio intento.
Fatemi sapere. A presto! :)
Re: mangia.com
Ciao Maurizio e piacere di leggerti, Il tuo racconto mi ha divertito molto :D
Per me il tema è chiaro. Prima ciò che lui vuole diventa irraggiungibile perché l'app non funziona più. Guarda il supermercato, quello che sembrava lontano (il cibo) in realtà è lì, dall'altra parte della strada. Quando entra in ascensore il supermercato diventa la cosa "lontana" e il servizio che rifunziona diventa la cosa non così "irraggiungibile" come sembrava, tanto che il protagonista in ascesore riesce a ordinare, cioè a raggiungere quello che sembrava impossibile fino a poco prima.
Per me, standing ovation.
Unico punto su cui sono perplessa:
Pigio sull'icona blu dell'app di domotica, sblocco la chiusura della finestra, che si apre emettendo un ronzio.
Qui sembra che l'app di domotica, per via dell'inciso, si apre emettendo un ronzio. toglierei la virgola prima del "che".
A presto e buona Edition!
Per me il tema è chiaro. Prima ciò che lui vuole diventa irraggiungibile perché l'app non funziona più. Guarda il supermercato, quello che sembrava lontano (il cibo) in realtà è lì, dall'altra parte della strada. Quando entra in ascensore il supermercato diventa la cosa "lontana" e il servizio che rifunziona diventa la cosa non così "irraggiungibile" come sembrava, tanto che il protagonista in ascesore riesce a ordinare, cioè a raggiungere quello che sembrava impossibile fino a poco prima.
Per me, standing ovation.
Unico punto su cui sono perplessa:
Pigio sull'icona blu dell'app di domotica, sblocco la chiusura della finestra, che si apre emettendo un ronzio.
Qui sembra che l'app di domotica, per via dell'inciso, si apre emettendo un ronzio. toglierei la virgola prima del "che".
A presto e buona Edition!
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- Messaggi: 2992
Re: mangia.com
MANGIA.COM di Maurizio Ferrero Tema centrato. Ho trovato molto attuale il legame obesità-servizio di consegna di cibo a domicilio unito alla mancanza di movimento e di iniziativa personale dovute alla clausura (si fa presto ad arrivare a oltre trecento chili e con le lenzuola da lavare, in mancanza di stimoli. Tanto ci sono le app, i droni). Punti di forza: mi è piaciuta la maniera scorrevole di raccontare, dal punto di vista del Nostro, che si vede perso senza la tecnologia (vedi il sito di consegna cibo hackerato), potrebbe essere chiunque di noi. Ottimi anche i riferimenti al cibo, sembrava di essere lì con lui a vederlo alle prese con le pizze e le patatine. Poi, altro punto di forza: il resto del mondo non si è adeguato al cambiamento. I droni consegna-cibo sono ai primordi e la portata massima degli ascensori è di 250 chili. Finale bello, di umorismo macabro (il Nostro si schianta per eccesso di peso e pensa che avrà fame anche da morto, mentre il cellulare gli invia il messaggio di ripristino della app di consegna come ultima beffa).
Punti deboli: nessuno.
Punti deboli: nessuno.
- GiulianoCannoletta
- Messaggi: 536
Re: mangia.com
Ciao Maurizio, è sempre un piacere leggerti.
Il racconto è brillante e divertente, con uno stile scorrevole e piacevole da leggere. A mio avviso la declinazione grottesca lo rende coerente nelle sue esagerazioni (dipendenza dalla app, ascensore che crolla) a prescindere dalla pretesa di realismo. Ne esce anzi una splendida metafora delle problematiche insite in certi comportamenti.
Buona la declinazione del tema.
A rileggerci presto.
Giuliano
Il racconto è brillante e divertente, con uno stile scorrevole e piacevole da leggere. A mio avviso la declinazione grottesca lo rende coerente nelle sue esagerazioni (dipendenza dalla app, ascensore che crolla) a prescindere dalla pretesa di realismo. Ne esce anzi una splendida metafora delle problematiche insite in certi comportamenti.
Buona la declinazione del tema.
A rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar
Julio Cortázar
- Gabriele Dolzadelli
- Messaggi: 360
- Contatta:
Re: mangia.com
Ciao Maurizio. Piacere di leggerti.
Il racconto scivola che è un piacere. Il personaggio è davvero ben caratterizzato e con il tuo stile, attraverso i dettagli, sei riuscito a rendere bene l'idea. Al contrario di chi mi ha preceduto non ho trovato fastidiosi alcuni aspetti surreali, riuscendo ad allinearmi al clima grottesco senza far rompere il patto con il lettore.
La storia ha una struttura molto solida. Parte, si sviluppa e ha una chiusa perfetta.
L'unica nota stonata riguarda il tema, secondo me preso per tre quarti. Calza molto bene l'aspetto degli oggetti più vicini di quanto sembrino (in questo caso il drone con il cibo) ma nella traccia si parlava di specchi e ho provato davvero in tutti i modi a cercare di capire come tu li abbia collocati, letteralmente o simbolicamente che fossero. Da un punto di vista letterale non ce n'è traccia, immagino quindi sia il secondo. Qualcosa che riflette l'immagine del protagonista? Il drone? Il suo desiderio? Faccio davvero fatica e non capisco se sia un problema mio oppure no, ma ho notato che anche altri che mi hanno preceduto non l'hanno colto. Forse non era molto evidente e questo lo penalizza un po'. Per il resto, ottima prova, come sempre. A presto!
Il racconto scivola che è un piacere. Il personaggio è davvero ben caratterizzato e con il tuo stile, attraverso i dettagli, sei riuscito a rendere bene l'idea. Al contrario di chi mi ha preceduto non ho trovato fastidiosi alcuni aspetti surreali, riuscendo ad allinearmi al clima grottesco senza far rompere il patto con il lettore.
La storia ha una struttura molto solida. Parte, si sviluppa e ha una chiusa perfetta.
L'unica nota stonata riguarda il tema, secondo me preso per tre quarti. Calza molto bene l'aspetto degli oggetti più vicini di quanto sembrino (in questo caso il drone con il cibo) ma nella traccia si parlava di specchi e ho provato davvero in tutti i modi a cercare di capire come tu li abbia collocati, letteralmente o simbolicamente che fossero. Da un punto di vista letterale non ce n'è traccia, immagino quindi sia il secondo. Qualcosa che riflette l'immagine del protagonista? Il drone? Il suo desiderio? Faccio davvero fatica e non capisco se sia un problema mio oppure no, ma ho notato che anche altri che mi hanno preceduto non l'hanno colto. Forse non era molto evidente e questo lo penalizza un po'. Per il resto, ottima prova, come sempre. A presto!
- maurizio.ferrero
- Messaggi: 529
Re: mangia.com
Gennibo ha scritto:Ciao Maurizio e piacere di leggerti, Il tuo racconto mi ha divertito molto :D
Per me il tema è chiaro. Prima ciò che lui vuole diventa irraggiungibile perché l'app non funziona più. Guarda il supermercato, quello che sembrava lontano (il cibo) in realtà è lì, dall'altra parte della strada. Quando entra in ascensore il supermercato diventa la cosa "lontana" e il servizio che rifunziona diventa la cosa non così "irraggiungibile" come sembrava, tanto che il protagonista in ascesore riesce a ordinare, cioè a raggiungere quello che sembrava impossibile fino a poco prima.
Per me, standing ovation.
Unico punto su cui sono perplessa:
Pigio sull'icona blu dell'app di domotica, sblocco la chiusura della finestra, che si apre emettendo un ronzio.
Qui sembra che l'app di domotica, per via dell'inciso, si apre emettendo un ronzio. toglierei la virgola prima del "che".
A presto e buona Edition!
alexandra.fischer ha scritto:MANGIA.COM di Maurizio Ferrero Tema centrato. Ho trovato molto attuale il legame obesità-servizio di consegna di cibo a domicilio unito alla mancanza di movimento e di iniziativa personale dovute alla clausura (si fa presto ad arrivare a oltre trecento chili e con le lenzuola da lavare, in mancanza di stimoli. Tanto ci sono le app, i droni). Punti di forza: mi è piaciuta la maniera scorrevole di raccontare, dal punto di vista del Nostro, che si vede perso senza la tecnologia (vedi il sito di consegna cibo hackerato), potrebbe essere chiunque di noi. Ottimi anche i riferimenti al cibo, sembrava di essere lì con lui a vederlo alle prese con le pizze e le patatine. Poi, altro punto di forza: il resto del mondo non si è adeguato al cambiamento. I droni consegna-cibo sono ai primordi e la portata massima degli ascensori è di 250 chili. Finale bello, di umorismo macabro (il Nostro si schianta per eccesso di peso e pensa che avrà fame anche da morto, mentre il cellulare gli invia il messaggio di ripristino della app di consegna come ultima beffa).
Punti deboli: nessuno.
GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Maurizio, è sempre un piacere leggerti.
Il racconto è brillante e divertente, con uno stile scorrevole e piacevole da leggere. A mio avviso la declinazione grottesca lo rende coerente nelle sue esagerazioni (dipendenza dalla app, ascensore che crolla) a prescindere dalla pretesa di realismo. Ne esce anzi una splendida metafora delle problematiche insite in certi comportamenti.
Buona la declinazione del tema.
A rileggerci presto.
Giuliano
Gabriele Dolzadelli ha scritto:Ciao Maurizio. Piacere di leggerti.
Il racconto scivola che è un piacere. Il personaggio è davvero ben caratterizzato e con il tuo stile, attraverso i dettagli, sei riuscito a rendere bene l'idea. Al contrario di chi mi ha preceduto non ho trovato fastidiosi alcuni aspetti surreali, riuscendo ad allinearmi al clima grottesco senza far rompere il patto con il lettore.
La storia ha una struttura molto solida. Parte, si sviluppa e ha una chiusa perfetta.
L'unica nota stonata riguarda il tema, secondo me preso per tre quarti. Calza molto bene l'aspetto degli oggetti più vicini di quanto sembrino (in questo caso il drone con il cibo) ma nella traccia si parlava di specchi e ho provato davvero in tutti i modi a cercare di capire come tu li abbia collocati, letteralmente o simbolicamente che fossero. Da un punto di vista letterale non ce n'è traccia, immagino quindi sia il secondo. Qualcosa che riflette l'immagine del protagonista? Il drone? Il suo desiderio? Faccio davvero fatica e non capisco se sia un problema mio oppure no, ma ho notato che anche altri che mi hanno preceduto non l'hanno colto. Forse non era molto evidente e questo lo penalizza un po'. Per il resto, ottima prova, come sempre. A presto!
Grazie mille per i commenti.
Gabriele, il tuo commento mi fa pensare che forse avrei dovuto davvero inserire una breve frase in cui il protagonista vede il suo riflesso nello smartphone. Ho pensato che fosse troppo ovvia e l'ho tralasciata. La prossima volta ci farò più attenzione.
- Mauro Lenzi
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Re: mangia.com
Nota per tutti i membri del gruppo T-REX.
Con l’eccezione di un esordio (meritevole di grande rispetto), le vostre opere sono tutte di buon livello. Per cui troverete pochi complimenti; spero non me ne vogliate, ma ho pensato che vi sarebbero più utili le osservazioni. Queste, in buona parte, le ho interpretate come suggerimenti per un’ipotetica seconda stesura.
Ho scritto i miei commenti a caldo durante e subito dopo la lettura, e poi ho guardato la parte dei commenti successivi ed eventualmente aggiunto qualcosa.
Visto l’alto livello del vostro gruppo, in classifica le posizioni dalla prima alla penultima rappresentano comunque una valutazione positiva dell’opera.
Ciao Maurizio
Le descrizioni sono ben fatte, riesci a mostrare gli elementi che servono per generare una sensazione di disgusto; con naturalezza ed equilibrio, senza darvi eccessivo… peso! Cosa che trovo anche nel punto di vista narrante; la sua apatia trasforma il grottesco in normalità, fino alla fine.
Forse però questo rappresenta anche il limite della storia. Si svolge senza particolari conflitti interni o esterni; anche il dramma era un rischio annunciato, che unito alla particolarità del punto di vista ha attenuato il brivido finale.
Un pensiero mio che non vuole essere un giudizio negativo sul racconto. La superficialità con cui il protagonista affronta le sue condizioni fisiche mi ha impedito di entrare in empatia con lui. Per cui, se può esserti utile, ti esorterei a ripensare il racconto con un protagonista più consapevole della sua situazione ma non riesce a uscirne. La sua sofferenza lo avrebbe reso più coinvolgente e umano. Certo però il finale così com’è - parlo proprio delle battute conclusive - non funzionerebbe: servirebbe una reazione più emotiva.
La parte che ho trovato meno coinvolgente è stata la parte della consegna. Che nella scatola ci si possa addirittura infilare un braccio mi ha fatto pensare a una specie di bidone mezzo vuoto in cui si cerca a tentoni: quando invece mi immaginavo un pacco con altre scatole al suo interno molto ben organizzate (tutto dà un’idea di grande efficienza).
Sul momento mi ha suscitato perplessità un attacco hacker il cui effetto dura pochi minuti. Poi però ho pensato che in quest’ambientazione moderatamente futuristica, possa essere normale. Tuttavia, credo che spiegare il tutto con l’attacco hacker sia superfluo: il servizio potrebbe non essere disponibile per un aggiornamento, un guasto tecnico. La cosa sarebbe passata meglio, secondo me.
Apprezzo molto il tuo atteggiamento nel non voler spiegare l’aderenza al tema: me ne dolgo, ma non sono riuscito a trovarlo.
Nota: rifinisci il mostrato rimuovendo i verbi percettivi come questo: “Sento qualcosa stridere sopra di me, tra i cavi.”
Cosa mi è piaciuto di più: l’equilibrio che hai saputo dare alla storia.
Con l’eccezione di un esordio (meritevole di grande rispetto), le vostre opere sono tutte di buon livello. Per cui troverete pochi complimenti; spero non me ne vogliate, ma ho pensato che vi sarebbero più utili le osservazioni. Queste, in buona parte, le ho interpretate come suggerimenti per un’ipotetica seconda stesura.
Ho scritto i miei commenti a caldo durante e subito dopo la lettura, e poi ho guardato la parte dei commenti successivi ed eventualmente aggiunto qualcosa.
Visto l’alto livello del vostro gruppo, in classifica le posizioni dalla prima alla penultima rappresentano comunque una valutazione positiva dell’opera.
Ciao Maurizio
Le descrizioni sono ben fatte, riesci a mostrare gli elementi che servono per generare una sensazione di disgusto; con naturalezza ed equilibrio, senza darvi eccessivo… peso! Cosa che trovo anche nel punto di vista narrante; la sua apatia trasforma il grottesco in normalità, fino alla fine.
Forse però questo rappresenta anche il limite della storia. Si svolge senza particolari conflitti interni o esterni; anche il dramma era un rischio annunciato, che unito alla particolarità del punto di vista ha attenuato il brivido finale.
Un pensiero mio che non vuole essere un giudizio negativo sul racconto. La superficialità con cui il protagonista affronta le sue condizioni fisiche mi ha impedito di entrare in empatia con lui. Per cui, se può esserti utile, ti esorterei a ripensare il racconto con un protagonista più consapevole della sua situazione ma non riesce a uscirne. La sua sofferenza lo avrebbe reso più coinvolgente e umano. Certo però il finale così com’è - parlo proprio delle battute conclusive - non funzionerebbe: servirebbe una reazione più emotiva.
La parte che ho trovato meno coinvolgente è stata la parte della consegna. Che nella scatola ci si possa addirittura infilare un braccio mi ha fatto pensare a una specie di bidone mezzo vuoto in cui si cerca a tentoni: quando invece mi immaginavo un pacco con altre scatole al suo interno molto ben organizzate (tutto dà un’idea di grande efficienza).
Sul momento mi ha suscitato perplessità un attacco hacker il cui effetto dura pochi minuti. Poi però ho pensato che in quest’ambientazione moderatamente futuristica, possa essere normale. Tuttavia, credo che spiegare il tutto con l’attacco hacker sia superfluo: il servizio potrebbe non essere disponibile per un aggiornamento, un guasto tecnico. La cosa sarebbe passata meglio, secondo me.
Apprezzo molto il tuo atteggiamento nel non voler spiegare l’aderenza al tema: me ne dolgo, ma non sono riuscito a trovarlo.
Nota: rifinisci il mostrato rimuovendo i verbi percettivi come questo: “Sento qualcosa stridere sopra di me, tra i cavi.”
Cosa mi è piaciuto di più: l’equilibrio che hai saputo dare alla storia.
Re: mangia.com
Racconto molto buono che non raggiunge il massimo della mia valutazione per un disequilibrio che non mi ha permesso di apprezzarlo in toto: penso che il punto di svolta con conseguente movimento del protagonista arrivi troppo tardi e che tu sia stato costretto ad accelerare un pelo fino al finale. Ti prendi un certo tipo di tempo nella prima parte che, a cose concluse, sembra eccessivo rispetto alla seconda, insomma. Niente di grave perché il racconto è comunque di grande livello, ma sono convinto si potrebbe ancora migliorare. Il tema c'è ed è ben declinato. Per me un pollice quasi su.
- maurizio.ferrero
- Messaggi: 529
Re: mangia.com
Grazie Mauro e grazie Antico per questi ultimi commenti.
Sulla mancanza di empatia posso dire che è una cosa voluta: ho reso volutamente complesso empatizzare con un personaggio del genere.
Per quanto riguarda il tema... Eh, alcuni l'hanno colto, altri no. Lo specchio era lo smartphone, gli oggetti più vicini di quanto sembra erano i cibi ordinati con l'app. Non ho messo riflessi/specchiature nello smartphone perché mi sembrava di tirare il tema in faccia al lettore, cosa che cerco sempre di evitare.
Sulla mancanza di empatia posso dire che è una cosa voluta: ho reso volutamente complesso empatizzare con un personaggio del genere.
Per quanto riguarda il tema... Eh, alcuni l'hanno colto, altri no. Lo specchio era lo smartphone, gli oggetti più vicini di quanto sembra erano i cibi ordinati con l'app. Non ho messo riflessi/specchiature nello smartphone perché mi sembrava di tirare il tema in faccia al lettore, cosa che cerco sempre di evitare.
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