Il bisogno di Claudia
- filippo.mammoli
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Il bisogno di Claudia
Si può sentire la mancanza di una persona a poche ore di distanza dall'ultima volta che l'abbiamo vista, toccata, che abbiamo udito la sua voce?
Forse questo è un segno di debolezza e so che tu, mamma, non l'avresti accettato. Hai sempre desiderato un figlio forte che non si facesse dire da nessuno, men che mai da una donna, cosa dovesse fare. Anche se con me non hai fatto altro per oltre trent'anni, ma tu eri diversa e lo sarai per sempre.
Ti devo lasciare adesso, devo salutarti. Torno domani, non ti arrabbiare.
Bacio la foto della mammina ed esco dalla sua camera al terzo piano. È rimasta intatta, come se il tempo si fosse fermato nel momento in cui lei ha smesso di abitarla, di rifare il letto, di spolverare i suoi santi e di pregare appoggiata sull'inginocchiatoio.
Non posso più aspettare, non posso passare un'altra ora senza Claudia. Abbiamo litigato ieri, una cosa da niente. Ho sbagliato io a non assecondare i suoi capricci femminili. L'ho presa di punta e lei si è risentita. Mai far capire a una donna che ha torto. Anche la mammina me lo ripeteva. Magari a quest'ora ha già cambiato idea e si è pentita di quello che ha detto. D'altronde si sa, la donna è mobile qual piuma al vento. Io per fortuna dimentico in fretta e so perdonare.
Deve tornare da me, potrei morire senza.
Scendo le scale di corsa per vedere se è rientrata.
Non c'è, Cristo, non c'è!
È uscita ieri sera alle undici, cosa pensa di fare? Dove può essere andata? Io non merito questo.
Forse so dove trovarla. Chiamo Laura.
Non risponde... glielo starà suggerendo Claudia.
«Pronto?»
«Ciao Laura, sono Marco.»
Silenzio. Non si aspettava questa chiamata.
«Ciao Marco, tutto a posto?»
«Sì, anche se sono un po' preoccupato.»
«Perché? È successo qualcosa?»
«Pene d'amore. Le catene peggiori sono quelle invisibili. Sento tanto la mancanza della mia Claudia, è da ieri che è sparita. È passata da te per caso?»
«No, mi dispiace. Saranno un paio di mesi che non la vedo.»
«Davvero? Strano per due grandi amiche come voi.»
«Forse sì, hai ragione. O forse no e non siamo più grandi amiche come credevo fino a un po' di tempo fa. Non mi risponde quando la cerco e non mi chiama mai. Ma sta bene?»
«Oh sì, benissimo, era solo un po' nervosa ieri sera ed è uscita a fare una passeggiata, per rilassarsi. Magari era in uno di quei giorni che capitano a voi donne una volta al mese.»
Accenno una risata.
«Eh già, può essere.»
«Ti saluto Laura, stammi bene.»
«Ciao.»
Bene, perlomeno non si è rifugiata da quella stronza. Meglio che non l'abbia vista nessuno conciata in quel modo.
Claudia! Perché mi respingi? Perché non mi vuoi più?
Le urla risuonano in tutta la casa.
Non posso vivere senza di te!
Inizio a correre attraversando le stanze vuote.
Il tuo odore sparso ovunque mi riempie le narici e mi fa venire ancora più voglia di averti.
Da quanto tempo non facciamo l'amore!
Ho bisogno di guardarti, di accarezzarti i capelli e il seno, di stringerti forte e di prenderti da dietro.
Esco in giardino. Non puoi essere scappata, non puoi avermi fatto questo.
Ho bisogno di lasciarmi andare e liberare l'animale che è in me.
Ho bisogno di picchiarti, di frustarti a sangue con la cintura. Non puoi nasconderti per sempre.
Claudia!
Entro in garage.
Non c'è neanche qui. Sembra tutto in ordine eppure non mi convince. Come se fosse stato spostato qualcosa. Meglio rientrare in casa, forse sta già tornando.
Un rumore proveniente dal sottoscala attira la mia attenzione. Sarà ancora quel topo? Claudia non può nascondersi. Scosto la tendina e non capisco. Che fine hanno fatto le bottiglie di vino che avevo messo ieri sul pavimento?
Mi abbasso per cercarle.
«Cercavi questa?»
Qualcosa si abbatte e si frantuma sulla mia testa. Cado disteso. Provo a voltarmi e la vedo. Con l'occhio destro tumefatto e ridotto a una fessura, con un ghigno satanico che la deforma.
«Ferma, che fai? Ma non eri uscita?» riesco a dire.
«Ero uscita sì, e volevo rientrare poco dopo, come sempre. Rassegnata a farmi umiliare e massacrare in eterno. Ma poi, all'ultimo minuto, ho cambiato idea. Dopo anni di sottomissione un minuto decide due vite.»
Questa non è la mia Claudia.
Alza l'ascia che tiene nella mano destra e mi colpisce una gamba. Provo a reagire, ma un altro colpo arriva al petto.
Ti ho deluso, mammina.
Forse questo è un segno di debolezza e so che tu, mamma, non l'avresti accettato. Hai sempre desiderato un figlio forte che non si facesse dire da nessuno, men che mai da una donna, cosa dovesse fare. Anche se con me non hai fatto altro per oltre trent'anni, ma tu eri diversa e lo sarai per sempre.
Ti devo lasciare adesso, devo salutarti. Torno domani, non ti arrabbiare.
Bacio la foto della mammina ed esco dalla sua camera al terzo piano. È rimasta intatta, come se il tempo si fosse fermato nel momento in cui lei ha smesso di abitarla, di rifare il letto, di spolverare i suoi santi e di pregare appoggiata sull'inginocchiatoio.
Non posso più aspettare, non posso passare un'altra ora senza Claudia. Abbiamo litigato ieri, una cosa da niente. Ho sbagliato io a non assecondare i suoi capricci femminili. L'ho presa di punta e lei si è risentita. Mai far capire a una donna che ha torto. Anche la mammina me lo ripeteva. Magari a quest'ora ha già cambiato idea e si è pentita di quello che ha detto. D'altronde si sa, la donna è mobile qual piuma al vento. Io per fortuna dimentico in fretta e so perdonare.
Deve tornare da me, potrei morire senza.
Scendo le scale di corsa per vedere se è rientrata.
Non c'è, Cristo, non c'è!
È uscita ieri sera alle undici, cosa pensa di fare? Dove può essere andata? Io non merito questo.
Forse so dove trovarla. Chiamo Laura.
Non risponde... glielo starà suggerendo Claudia.
«Pronto?»
«Ciao Laura, sono Marco.»
Silenzio. Non si aspettava questa chiamata.
«Ciao Marco, tutto a posto?»
«Sì, anche se sono un po' preoccupato.»
«Perché? È successo qualcosa?»
«Pene d'amore. Le catene peggiori sono quelle invisibili. Sento tanto la mancanza della mia Claudia, è da ieri che è sparita. È passata da te per caso?»
«No, mi dispiace. Saranno un paio di mesi che non la vedo.»
«Davvero? Strano per due grandi amiche come voi.»
«Forse sì, hai ragione. O forse no e non siamo più grandi amiche come credevo fino a un po' di tempo fa. Non mi risponde quando la cerco e non mi chiama mai. Ma sta bene?»
«Oh sì, benissimo, era solo un po' nervosa ieri sera ed è uscita a fare una passeggiata, per rilassarsi. Magari era in uno di quei giorni che capitano a voi donne una volta al mese.»
Accenno una risata.
«Eh già, può essere.»
«Ti saluto Laura, stammi bene.»
«Ciao.»
Bene, perlomeno non si è rifugiata da quella stronza. Meglio che non l'abbia vista nessuno conciata in quel modo.
Claudia! Perché mi respingi? Perché non mi vuoi più?
Le urla risuonano in tutta la casa.
Non posso vivere senza di te!
Inizio a correre attraversando le stanze vuote.
Il tuo odore sparso ovunque mi riempie le narici e mi fa venire ancora più voglia di averti.
Da quanto tempo non facciamo l'amore!
Ho bisogno di guardarti, di accarezzarti i capelli e il seno, di stringerti forte e di prenderti da dietro.
Esco in giardino. Non puoi essere scappata, non puoi avermi fatto questo.
Ho bisogno di lasciarmi andare e liberare l'animale che è in me.
Ho bisogno di picchiarti, di frustarti a sangue con la cintura. Non puoi nasconderti per sempre.
Claudia!
Entro in garage.
Non c'è neanche qui. Sembra tutto in ordine eppure non mi convince. Come se fosse stato spostato qualcosa. Meglio rientrare in casa, forse sta già tornando.
Un rumore proveniente dal sottoscala attira la mia attenzione. Sarà ancora quel topo? Claudia non può nascondersi. Scosto la tendina e non capisco. Che fine hanno fatto le bottiglie di vino che avevo messo ieri sul pavimento?
Mi abbasso per cercarle.
«Cercavi questa?»
Qualcosa si abbatte e si frantuma sulla mia testa. Cado disteso. Provo a voltarmi e la vedo. Con l'occhio destro tumefatto e ridotto a una fessura, con un ghigno satanico che la deforma.
«Ferma, che fai? Ma non eri uscita?» riesco a dire.
«Ero uscita sì, e volevo rientrare poco dopo, come sempre. Rassegnata a farmi umiliare e massacrare in eterno. Ma poi, all'ultimo minuto, ho cambiato idea. Dopo anni di sottomissione un minuto decide due vite.»
Questa non è la mia Claudia.
Alza l'ascia che tiene nella mano destra e mi colpisce una gamba. Provo a reagire, ma un altro colpo arriva al petto.
Ti ho deluso, mammina.
Re: Il bisogno di Claudia
Ciao Filippo! Caratteri e tempo ok, buona 150° Edition anche a te!
- Antonio Pilato
- Messaggi: 144
Re: Il bisogno di Claudia
Ciao Filippo, è un piacere averti letto.
Che dire…un racconto scritto bene, molto lineare, in cui il lettore viene positivamente tratto in inganno (fino alla prima metà della vicenda avevo il sospetto che Claudia fosse lesbica e avesse una relazione segreta con Laura). Un autentico pugno nello stomaco arriva di fronte alla cruda verità borderline: il protagonista mammone è un autentico misogino bastardo che ha meritato il gradito finale e, seppur in maniera non troppo palese, il tema è rispettato. Non ti nascondo che ho pensato alla canzone di Nek anche se qui, anziché Laura, è Claudia che non c’è e che è andata via.
Non possiedo particolari critiche da farti; probabilmente, il tema del legame materno risulta poco approfondito ma, dati i limiti del carattere, il motivo è plausibile. Un’altra cosa riguarda l’incertezza in merito al fatto che non si capisce se Claudia fosse tornata o fosse rinchiusa in cantina.
Che dire…un racconto scritto bene, molto lineare, in cui il lettore viene positivamente tratto in inganno (fino alla prima metà della vicenda avevo il sospetto che Claudia fosse lesbica e avesse una relazione segreta con Laura). Un autentico pugno nello stomaco arriva di fronte alla cruda verità borderline: il protagonista mammone è un autentico misogino bastardo che ha meritato il gradito finale e, seppur in maniera non troppo palese, il tema è rispettato. Non ti nascondo che ho pensato alla canzone di Nek anche se qui, anziché Laura, è Claudia che non c’è e che è andata via.
Non possiedo particolari critiche da farti; probabilmente, il tema del legame materno risulta poco approfondito ma, dati i limiti del carattere, il motivo è plausibile. Un’altra cosa riguarda l’incertezza in merito al fatto che non si capisce se Claudia fosse tornata o fosse rinchiusa in cantina.
Re: Il bisogno di Claudia
Ciao Filippo e piacere di leggerti. Devo dire, questo racconto non mi ha convinto fino in fondo. è scritto abbastanza bene, con giusto qualche caduta sul tell più pesante verso la fine ("scosto la tendina e non capisco" - "ghigno satanico") ma l'ho trovato abbastanza debole nella parte finale, soprattutto nei punti in cui dovresti descrivere la scena dell'aggressione di Claudia e il disvelamento della personalità deviata del narratore. Per quest'ultimo, penso che sarebbe stato meglio soffermarcisi maggiormente o, meglio ancora, farlo disvelare in modo meno narrato e più mostrato, ad esempio mostrando il protagonista che agisce in modo da svelare il proprio sadismo, piuttosto che farglielo dire. L'aggressione, invece, mi è sembrato parecchio confusa. Il personaggio pensa che Claudia sia fuori casa, però la cerca dentro; sente un rumore; guarda sotto il sottoscala... insomma, ho trovato difficile capire bene le dinamiche del tutto e la tensione ha faticato a costruirsi. Anche lo scambio di battute è suonato un po' forzato, con Claudia che fa un discorso fin troppo lungo dato la situazione in cui si trova e che serve, sostanzialmente, da spiegone a uso e utilità unica del lettore.
Peccato.
Alla prossima!
Peccato.
Alla prossima!
Re: Il bisogno di Claudia
Ciao Filippo! È un piacere rileggerti.
Beh, che dire. Mi pare un bel testo!
Ho molto apprezzato come il titolo si presti a essere letto in due modi diversi (“Marco ha bisogno di Claudia” e “Claudia aveva il bisogno di compiere questa scelta”), comprensibile solo alla fine del testo.
Ho trovato interessante anche il dettaglio di Marco che tiene immacolata la stanza della madre defunta: fin da quel momento, è possibile presagire che c’è qualcosa che non va.
Più si va avanti, più si intuisce che c’è qualcosa di oscuro dietro, fino a quando non si arriva alla frase clou dove dice di volerla picchiare.
E, in quel momento, la conversazione con l’amica Laura assume tutt’altra sfumatura.
L’unica nota dolente, secondo me, è proprio nel finale, nella frase di Claudia, che ho trovato un po’ forzata.
Ma complessivamente l’ho trovato un buon testo. Il tema è azzeccato.
Complimenti!
Beh, che dire. Mi pare un bel testo!
Ho molto apprezzato come il titolo si presti a essere letto in due modi diversi (“Marco ha bisogno di Claudia” e “Claudia aveva il bisogno di compiere questa scelta”), comprensibile solo alla fine del testo.
Ho trovato interessante anche il dettaglio di Marco che tiene immacolata la stanza della madre defunta: fin da quel momento, è possibile presagire che c’è qualcosa che non va.
Più si va avanti, più si intuisce che c’è qualcosa di oscuro dietro, fino a quando non si arriva alla frase clou dove dice di volerla picchiare.
E, in quel momento, la conversazione con l’amica Laura assume tutt’altra sfumatura.
L’unica nota dolente, secondo me, è proprio nel finale, nella frase di Claudia, che ho trovato un po’ forzata.
Ma complessivamente l’ho trovato un buon testo. Il tema è azzeccato.
Complimenti!
- maurizio.ferrero
- Messaggi: 529
Re: Il bisogno di Claudia
Ciao Filippo, piacere di rileggerti.
Il racconto ha un buon crescendo, una buona semina di elementi che portano il lettore a fare considerazioni sul personaggio principale. All'inizio sembra un mammone senza spina dorsale, poi si inizia a rivelare la sua vera natura.
Fino alla comparsa di Claudia ho creduto che il racconto stesse prendendo una direzione ben precisa: che lui avesse ucciso Claudia in un raptus e poi se lo fosse dimenticato, e stesse continuando a cercarla.
La ricomparsa di Claudia nelle ultime righe mi ha lasciato sorpreso, anche se non in maniera piacevolissima. Il "cambio di idea improvviso" della donna, con cui metti in gioco anche il tema del contest, appare forzato e privo di un reale passaggio di evoluzione del personaggio, cosa determinata anche dall'assenza in scena dello stesso per buona parte del racconto.
Non sapremo mai per quale motivo Claudia ha deciso improvvisamente di dare una giusta fine al compagno dopo aver subito per tutta la vita, e questo lascia un senso di incompiutezza nella vicenda.
Nel complesso: il racconto è buono e crea la giusta suspance fino al finale, che però risulta molto sotto tono. Un peccato.
A presto!
Il racconto ha un buon crescendo, una buona semina di elementi che portano il lettore a fare considerazioni sul personaggio principale. All'inizio sembra un mammone senza spina dorsale, poi si inizia a rivelare la sua vera natura.
Fino alla comparsa di Claudia ho creduto che il racconto stesse prendendo una direzione ben precisa: che lui avesse ucciso Claudia in un raptus e poi se lo fosse dimenticato, e stesse continuando a cercarla.
La ricomparsa di Claudia nelle ultime righe mi ha lasciato sorpreso, anche se non in maniera piacevolissima. Il "cambio di idea improvviso" della donna, con cui metti in gioco anche il tema del contest, appare forzato e privo di un reale passaggio di evoluzione del personaggio, cosa determinata anche dall'assenza in scena dello stesso per buona parte del racconto.
Non sapremo mai per quale motivo Claudia ha deciso improvvisamente di dare una giusta fine al compagno dopo aver subito per tutta la vita, e questo lascia un senso di incompiutezza nella vicenda.
Nel complesso: il racconto è buono e crea la giusta suspance fino al finale, che però risulta molto sotto tono. Un peccato.
A presto!
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- Messaggi: 2992
Re: Il bisogno di Claudia
Tema centrato. Punti forti: la trama che è horror comunque. Prima il protagonista si fa amare perché cerca Claudia, dopo essere passato nell’alloggio vuoto della madre defunta, quindi è oppresso dalla malinconia per qualcosa che non tornerà più e dalla malinconia per qualcuno che gli sta sfuggendo dalle mani. E lo fa con particolari (i mobili che la madre non userà più, gli amplessi con Claudia, rimastigli nella mente). Fin qui, tutto bene, fino alla telefonata con l’amica di lei, Laura, che lui vede con antipatia. Poi c’è la caduta (entra anche la cinghia, nei suoi ricordi del rapporto con Claudia) e quando quest’ultima appare, lo fa per ucciderlo. E nel finale, si intuisce che il rapporto con la madre doveva essere altrettanto malato.
Punti deboli: nessuno.
Punti deboli: nessuno.
- Emiliano Maramonte
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Re: Il bisogno di Claudia
Ciao Filippo!
Rieccomi qui per leggerti (con piacere) e valutare il tuo testo.
Il tuo è un racconto multiforme. Inizia con un registro, poi prosegue con un mistero (la scomparsa di Claudia) e si conclude col botto, con l'exploit horror (e quindi un registro diverso). Non è scritto male, anzi, in fondo ormai hai abituato i lettori di MC a un buon e costante livello di scrittura, però qui manca quel quid per dare un forte spessore alla storia.
All'inizio avevo pensato a una vicenda di violenze domestiche che si sarebbe poi sublimata in uno sviluppo di riscatto della vittima di turno. Effettivamente il riscatto c'è stato ma con un'esplosione di violenza e una dinamica finale che lascia diversi dubbi. Mi accodo a chi ha segnalato un eccesso di verbosità di Claudia proprio sul più bello: una vendetta implacabile e silenziosa sarebbe stata più efficace, e a chi ti ha rimproverato qualche ammiccamento di troppo a lettore.
Tema preso non proprio in pieno ma ci siamo.
Buona prova.
In bocca al lupo!
Emiliano.
Rieccomi qui per leggerti (con piacere) e valutare il tuo testo.
Il tuo è un racconto multiforme. Inizia con un registro, poi prosegue con un mistero (la scomparsa di Claudia) e si conclude col botto, con l'exploit horror (e quindi un registro diverso). Non è scritto male, anzi, in fondo ormai hai abituato i lettori di MC a un buon e costante livello di scrittura, però qui manca quel quid per dare un forte spessore alla storia.
All'inizio avevo pensato a una vicenda di violenze domestiche che si sarebbe poi sublimata in uno sviluppo di riscatto della vittima di turno. Effettivamente il riscatto c'è stato ma con un'esplosione di violenza e una dinamica finale che lascia diversi dubbi. Mi accodo a chi ha segnalato un eccesso di verbosità di Claudia proprio sul più bello: una vendetta implacabile e silenziosa sarebbe stata più efficace, e a chi ti ha rimproverato qualche ammiccamento di troppo a lettore.
Tema preso non proprio in pieno ma ci siamo.
Buona prova.
In bocca al lupo!
Emiliano.
- filippo.mammoli
- Messaggi: 181
Re: Il bisogno di Claudia
Ciao Emiliano e grazie per il commento.
Riguardo al commento finale di Claudia, segnalato anche da altri, devo essere d'accordo. Avrei dovuto stringerlo un po' per renderlo più efficace.
Per il fatto che cambi il registro lungo il racconto e che ti sembri multiforme, devo dire che questo è stato il primo impulso che ho avuto per scirvere la storia.
Volevo che sembrasse un mammone imbranato incapace di vivere senza dipendere da una donna, mamma o compagna non fa differenza, e che piano venissero a galla gli altri lati della sua personalità, facendo affiorare il mostro.
La svolta d'impatto era tesa a concludere questo percorso con il botto, nel senso letterale del termine.
Riguardo al commento finale di Claudia, segnalato anche da altri, devo essere d'accordo. Avrei dovuto stringerlo un po' per renderlo più efficace.
Per il fatto che cambi il registro lungo il racconto e che ti sembri multiforme, devo dire che questo è stato il primo impulso che ho avuto per scirvere la storia.
Volevo che sembrasse un mammone imbranato incapace di vivere senza dipendere da una donna, mamma o compagna non fa differenza, e che piano venissero a galla gli altri lati della sua personalità, facendo affiorare il mostro.
La svolta d'impatto era tesa a concludere questo percorso con il botto, nel senso letterale del termine.
Re: Il bisogno di Claudia
Ciao Filippo,
il testo è di chiaro impatto. Trovo che descrivi bene la scena e mi è piaciuto come hai portato il lettore nella mente del protagonista facendoci capire un po' alla volta qual è effettivamente il suo bisogno, anche se effettivamente, piuttosto di farcelo arrivare come fraseggio mentale, avresti potuto far compiere qualche azione al protagonista che ci svelasse le sue turbe.
L'incipit non mi ha convinto: i primi paragrafi non mi hanno introdotto nella narrazione perché la prima frase sembra un narratore onnisciente, la seconda un racconto in seconda persona e solo al quarto paragrafo capisco che è un pov in prima persona e metto insieme i pezzi. Secondo me è troppo tardi e fino a quel momento ero piuttosto confuso.
Ho trovato i dialoghi un po' artefatti, soprattutto quello con l'amica Laura. Sono d'accordo anche sull'eccessiva loquacità di Claudia sul momento finale, che risulta comunque un po' affrettato. Forse avrei dedicato meno spazio alla telefonata e più all'incontro/scontro con Claudia.
Secondo me una prova abbastanza buona, più debole sul finale.
Alla prossima!
P.S.: La mia compagna si chiama Claudia. E ha un'amica di nome Laura. Ora ho paura.
il testo è di chiaro impatto. Trovo che descrivi bene la scena e mi è piaciuto come hai portato il lettore nella mente del protagonista facendoci capire un po' alla volta qual è effettivamente il suo bisogno, anche se effettivamente, piuttosto di farcelo arrivare come fraseggio mentale, avresti potuto far compiere qualche azione al protagonista che ci svelasse le sue turbe.
L'incipit non mi ha convinto: i primi paragrafi non mi hanno introdotto nella narrazione perché la prima frase sembra un narratore onnisciente, la seconda un racconto in seconda persona e solo al quarto paragrafo capisco che è un pov in prima persona e metto insieme i pezzi. Secondo me è troppo tardi e fino a quel momento ero piuttosto confuso.
Ho trovato i dialoghi un po' artefatti, soprattutto quello con l'amica Laura. Sono d'accordo anche sull'eccessiva loquacità di Claudia sul momento finale, che risulta comunque un po' affrettato. Forse avrei dedicato meno spazio alla telefonata e più all'incontro/scontro con Claudia.
Secondo me una prova abbastanza buona, più debole sul finale.
Alla prossima!
P.S.: La mia compagna si chiama Claudia. E ha un'amica di nome Laura. Ora ho paura.
- filippo.mammoli
- Messaggi: 181
Re: Il bisogno di Claudia
Grazie del commento, Alessio.
E stai moolto attento a Claudia!
;)
E stai moolto attento a Claudia!
;)
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- Messaggi: 78
Re: Il bisogno di Claudia
Ciao Filippo, piacere di leggerti.
Spero di fornire spunti interessanti al tuo racconto, anche se so che spesso finisco per non esprimermi con chiarezza.
Tema Riesco a trovare il tema, e credo che avrebbe reso di più (anche in termini di originalità) rimuovendo il rifermento esplicito: “Ma poi, all'ultimo minuto, ho cambiato idea. Dopo anni di sottomissione un minuto decide due vite.” Il minuto decisivo diventa automaticamente l’ultimo.
Piena sufficienza, non c’è che dire. Potrei chiudere gli occhi e fare finta che non esiste l’esplicitazione, così da dare qualche punto in più.
Trama La trama non è qualcosa di nuovo, ma mi piace il contrasto che è stato creato nella prima scena rispetto alla vera natura del protagonista, anche se forse viene un po’ esagerato. L’irrazionalità e l’incoerenza di certi pensieri sono gli elementi che tendono a far riflettere il lettore.
Stile Siamo dentro la testa dell’uomo e credo che la sua “pazzia” sia stata resa a dovere. L’unico aspetto che forse avrebbe meritato una descrizione più “mostrata” è la sua violenza fisica. I pensieri che la descrivono in realtà sono abbastanza realistici, tuttavia ho sentito come se la tensione venisse smorzata invece che “sfogata”.
Tornando alla trama, questo aspetto si potrebbe collegare alla scena finale, dove tutto sembra scorrere troppo velocemente (anche con la lunga battuta di Claudia). Ad esempio, senza ancora riconoscere esplicitamente i desideri di violenza del protagonista, Marco e Claudia avrebbero potuto incontrarsi ed iniziare una lotta fisica; il protagonista avrebbe goduto della violenza e si sarebbe sorpreso nel vedere la moglie rispondere, segni che la violenza fra i due è sempre stata unidirezionale.
Generale. Il racconto avrebbe meritato un finale più esplosivo, ma rimane una prova di tutto rispetto.
Spero di fornire spunti interessanti al tuo racconto, anche se so che spesso finisco per non esprimermi con chiarezza.
Tema Riesco a trovare il tema, e credo che avrebbe reso di più (anche in termini di originalità) rimuovendo il rifermento esplicito: “Ma poi, all'ultimo minuto, ho cambiato idea. Dopo anni di sottomissione un minuto decide due vite.” Il minuto decisivo diventa automaticamente l’ultimo.
Piena sufficienza, non c’è che dire. Potrei chiudere gli occhi e fare finta che non esiste l’esplicitazione, così da dare qualche punto in più.
Trama La trama non è qualcosa di nuovo, ma mi piace il contrasto che è stato creato nella prima scena rispetto alla vera natura del protagonista, anche se forse viene un po’ esagerato. L’irrazionalità e l’incoerenza di certi pensieri sono gli elementi che tendono a far riflettere il lettore.
Stile Siamo dentro la testa dell’uomo e credo che la sua “pazzia” sia stata resa a dovere. L’unico aspetto che forse avrebbe meritato una descrizione più “mostrata” è la sua violenza fisica. I pensieri che la descrivono in realtà sono abbastanza realistici, tuttavia ho sentito come se la tensione venisse smorzata invece che “sfogata”.
Tornando alla trama, questo aspetto si potrebbe collegare alla scena finale, dove tutto sembra scorrere troppo velocemente (anche con la lunga battuta di Claudia). Ad esempio, senza ancora riconoscere esplicitamente i desideri di violenza del protagonista, Marco e Claudia avrebbero potuto incontrarsi ed iniziare una lotta fisica; il protagonista avrebbe goduto della violenza e si sarebbe sorpreso nel vedere la moglie rispondere, segni che la violenza fra i due è sempre stata unidirezionale.
Generale. Il racconto avrebbe meritato un finale più esplosivo, ma rimane una prova di tutto rispetto.
- Andrea Partiti
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Re: Il bisogno di Claudia
Il racconto funziona bene come è strutturato, ma avrebbe bisogno di un po' di finiture per rendere più graduale la trasformazione del narratore. Si evolve un sacco e non è un tipo di cambiamento che è facile far passare dal linguaggio, ti costringe a spiegare. Cambiare i suoi pensieri, renderli più sconnessi e spigolosi forse aiuterebbe ancora di più nella trasformazione da vittima ad aguzzino.
Sono d'accordo sul bisogno di togliere quella frase ad effetto
> «Ero uscita sì, e volevo rientrare poco dopo, come sempre. Rassegnata a farmi umiliare e massacrare in eterno. Ma poi, all'ultimo minuto, ho cambiato idea. Dopo anni di sottomissione un minuto decide due vite.»
Che è davvero davvero tanto innaturale. Provo a sentirla ad alta voce e mi viene da ridere, serve non necessariamente qualcosa di incisivo, perché è un momento emotivo e difficile in cui capirei una semplificazione della comunicazione, ma sicuramente più stringato, meno articolato e complesso.
Sono d'accordo sul bisogno di togliere quella frase ad effetto
> «Ero uscita sì, e volevo rientrare poco dopo, come sempre. Rassegnata a farmi umiliare e massacrare in eterno. Ma poi, all'ultimo minuto, ho cambiato idea. Dopo anni di sottomissione un minuto decide due vite.»
Che è davvero davvero tanto innaturale. Provo a sentirla ad alta voce e mi viene da ridere, serve non necessariamente qualcosa di incisivo, perché è un momento emotivo e difficile in cui capirei una semplificazione della comunicazione, ma sicuramente più stringato, meno articolato e complesso.
- Pietro D'Addabbo
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Re: Il bisogno di Claudia
Ciao Filippo,
piacere di leggerti.
Mi trovo d'accordo con Alessio per quanto riguarda l'incipit, con un piccolo distinguo: le prime frasi mi hanno inaspettatamente catapultato nell'ostico classico mondo del romanzo epistolare. Ero curioso di vedere come portassi in fondo questo scelta 'sperimentale', ma ho scoperto che si trattava di un 'semplice' dialogo interiore. A quel punto mi aspettavo descrivessi la madre imbalsamata, alla Psyco, ed il crescendo di follia per tanto ha un po' perso di imprevedibilità, tranne per la vera e propria conclusione, che soffre però differentemente. Mi trovo infatti d'accordo con Maurizio per quanto riguarda l'inspiegata evoluzione di Claudia, che passa dalla remissività all'azione più cruenta. Anche la stessa modalità dell'agguato, che dovrebbe costituire il picco della suspense e del coinvolgimento del lettore, mi appare contraddittoria: nonostante sia armata di ascia, la donna attende pazientemente che l'uomo la vada a cercare proprio là dove si è nascosta, invece di affrontarlo nascosta dietro l'anta di una qualsiasi porta aperta. Inoltre colpisce prima con una bottiglia di vino e poi con l'ascia, una sequenza priva di logica se non dettata dall'impulso estemporaneo, mentre noi sappiamo che la vendetta è premeditata perché la donna è andata in garage a procurarsi l'arma che gli serve (non ha bisogno alcuno di armi improvvisate!).
piacere di leggerti.
Mi trovo d'accordo con Alessio per quanto riguarda l'incipit, con un piccolo distinguo: le prime frasi mi hanno inaspettatamente catapultato nell'ostico classico mondo del romanzo epistolare. Ero curioso di vedere come portassi in fondo questo scelta 'sperimentale', ma ho scoperto che si trattava di un 'semplice' dialogo interiore. A quel punto mi aspettavo descrivessi la madre imbalsamata, alla Psyco, ed il crescendo di follia per tanto ha un po' perso di imprevedibilità, tranne per la vera e propria conclusione, che soffre però differentemente. Mi trovo infatti d'accordo con Maurizio per quanto riguarda l'inspiegata evoluzione di Claudia, che passa dalla remissività all'azione più cruenta. Anche la stessa modalità dell'agguato, che dovrebbe costituire il picco della suspense e del coinvolgimento del lettore, mi appare contraddittoria: nonostante sia armata di ascia, la donna attende pazientemente che l'uomo la vada a cercare proprio là dove si è nascosta, invece di affrontarlo nascosta dietro l'anta di una qualsiasi porta aperta. Inoltre colpisce prima con una bottiglia di vino e poi con l'ascia, una sequenza priva di logica se non dettata dall'impulso estemporaneo, mentre noi sappiamo che la vendetta è premeditata perché la donna è andata in garage a procurarsi l'arma che gli serve (non ha bisogno alcuno di armi improvvisate!).
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)
Re: Il bisogno di Claudia
Ho percepito uno stacco troppo netto tra l'incipit e il prosieguo, ma nulla di troppo penalizzante. Davvero peccato per il finale che, invece, mi è parso sbagliato perché la svolta della donna non ci arriva e anche quella frase finale pare forzata e innaturale. Come avrei visto io il finale? Lui che la trova, sanguinante, in qualche ripostiglio nel quale era andata a nascondersi e che le si avvicina stupendosi del fatto che fosse lì (perché davvero era convinto che fosse uscita) e lei che si gira colpendolo più volte, urlando. Nient'altro, l'avrei fatta solo urlare. Inutile dire che, trovando sbagliato il finale, anche il tema non sia passato granché bene. Per me un pollice tendente verso il positivo, ma in modo non brillante e davvero peccato per il finale.
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