La Porta nel Muro

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MatteoMantoani
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La Porta nel Muro

Messaggio#1 » lunedì 19 aprile 2021, 23:32

La folla mi schiaccia, mi opprime, mi soffoca. Facce lunghe, scure, con occhi allucinati, si stringono intorno a me e mi trasportano con loro. Mi trascinano via.
Mi premo contro i corpi accalcati. Gli sguardi sono su di me: tutti mi scrutano, mi toccano.
«Chi siete, cosa volete?»
Uno mi ride in faccia, una donna appoggia le guance ricoperte di lacrime sul mio petto. La scanso.
Ho la gola secca, il fiato che non esce. Spingo, strattono. Urlo. Perché nessuno mi ascolta?
Un uomo vestito di bianco, vecchio e con la barba lunga, mi sorride. Mi prende per mano e mi trascina via.
Sa nuotare in questo mare, il vecchio. Si fa strada tra macigni umani, ci si infila come l’acqua tra le rocce. La sua mano rugosa mi stritola il palmo, non mi molla mai. Avanziamo, la folla si dirada: quei pochi rimasti siedono a gambe incrociate a fissare qualcosa di fronte a loro. C’è chi piange, chi prega, chi lancia lamenti che fanno allentare le viscere.
Cosa guardano?
Mi volto: un muro di mattoni occupa l’orizzonte, un’enorme porta dagli stipiti neri come l’inferno ha una scritta sull’architrave:

Entra e sarai giudicato.

Lettere di fuoco, che mi fanno saltare il cuore alla testa. Cado in ginocchio.
Oddio. Oddio.
L’uomo in bianco mi arpiona la clavicola, il suo fiato sul mio orecchio è caldo. «Fa paura a tutti, la prima volta, tranquillo.»
I denti mi scricchiolano nelle gengive. «Sono morto?»
«Sì, figliolo.» Mi carezza la spalla. «Sì.»

***

Qua, così vicino alla porta, siamo in pochi. Quasi tutti stanno alla larga, da quel muro. E come biasimarli? E’ come un occhio che ti guarda nell’anima, che ride di te, e allo stesso tempo ti invita a entrare, per farti giudicare e poi fottere. Per l’eternità.
L’occhio che tutto vede.
Ricordo la mia vita: non ero un santo, certo, ma merito l’inferno?
No, certo che no. E chi se lo merita?
Ma la domanda giusta è: Dio la penserà come me?
L’uomo in bianco, che si fa chiamare Caronte, fa il cercatore: fa parte di un gruppo di buone anime che vanno in giro a pescare i nuovi arrivati per portarli qui, al cospetto di Dio.
C’è chi scappa urlando, chi si mette a bestemmiare, chi si strappa i capelli... ma c’è chi, come me, rimane a fissare questi mattoni di merda, con quella scritta che rivolta lo stomaco.
Il cielo è plumbeo, qui, nell’aldilà. Il suolo è grigio e ricoperto di ghiaia. Mi viene voglia di scavare, di provare a tornare sulla Terra per avvertire i miei figli e dire loro che le storielle che raccontano i preti sono vere: c’è qualcosa, dopo la morte. Comportatevi bene. Così vorrei dire.
Ma non posso.

***

«Che c’è dall’altra parte?»
Le labbra di Caronte si piegano all’insù. «Sai leggere, no?»
Uno dei cercatori ha portato una bambina. La piccola piange, si copre gli occhi con le manine, è spaventata. Dio lo sa di sicuro, quanto soffre: quello sa tutto, no?
Caronte indica la porta. Il cercatore stringe le spalle della bimba e la spinge in avanti.
Lei va.
Non farlo, no!
I battenti si aprono, una luce accecante mi fa distogliere lo sguardo. Un attimo dopo la porta è chiusa e la bimba non c’è più.
Pietro mi appoggia una mano alla spalla. «Se non si salvano i bambini, chi mai potrà?»

***

Devo tenerla forte, per farla stare in piedi. la donna urla, si dimena: «Non è vero, non è vero!»
«Non scappare. Affronta la morte. Sei qui ormai.»
Le prendo una mano, mi guarda con occhi supplicanti, tristi. Com’è bella, mi ricorda mia moglie: ci somiglia anche, un poco. «Stai calma. Ci siamo qui noi.»
Le indico gli altri cercatori.
Si accascia al suolo. Piange.
Mi siedo accanto a lei. «Come ti chiami?»
Le labbra le tremano. «Flora.»

***

Mi carezza il viso e mi bacia, il suo alito sa di menta. Un angelo così, come può aver peccato in vita?
Sussurro. «Resta con me.» La porta è di fronte a noi, la scritta di fuoco mi brucia il cuore. «Non andare. Ho bisogno di te.»
I suoi occhi sono tristi. «Non ne posso più di aspettare.»
«Puoi, resta con me.»
Scuote la testa, mi accarezza una guancia. «Vieni con me.»
La luce ci avvolge, gli occhi mi bruciano. La mano di Flora mi tira in avanti. Mi tremano le gambe. Sparisce oltre la soglia, non molla la presa.
E se andassi? Se la seguissi?
La lascio andare con uno strattone. La porta si richiude. Le lettere di merda ardono, ridono di me.
Scoppio in lacrime.
Ti piace, giocare con noi. Vero?
Ultima modifica di MatteoMantoani il lunedì 19 aprile 2021, 23:36, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#2 » lunedì 19 aprile 2021, 23:36

Ciao Matteo! Parametri tutti rispettati, buona ORIANA RAMUNNO EDITION!

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MatteoMantoani
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#3 » lunedì 19 aprile 2021, 23:38

Grazie Antico!

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#4 » martedì 20 aprile 2021, 13:28

Ciao Matteo.
Racconto coraggioso, il tuo. Spezzare la narrazione con così tante scene, oltretutto all’interno di un contesto fantastico, è sempre un rischio che il più delle volte non ripaga. Purtroppo, mi spiace dirlo, a mio avviso questa è una di quelle volte. Ed è un peccato, perché la prima scena è di grande impatto e descritta col giusto piglio. Come avevo già avuto modo di dirti un paio di mesi fa nel commentare il tuo racconto alla Sfida, sei molto abile nel tratteggiare le tue scene con poche ed efficaci pennellati.

Il problema arriva semmai quando inizi ad aggiungere personaggi su personaggi. Partiamo da Caronte, al quale hai dedicato il maggior spazio. Come scritto poche righe sopra, la scena in cui compare è ottima. Quando poi, però, sveli la sua identità e il suo ruolo, ho notato un crollo stilistico. Passi dal mostrato al racconto così, de botto, senza senso (cit.). Cavolo, Matteo, hai un ottimo stile, davvero, quindi perché buttare via un passaggio del genere?
L’uomo in bianco, che si fa chiamare Caronte, fa il cercatore: fa parte di un gruppo di buone anime che vanno in giro a pescare i nuovi arrivati per portarli qui, al cospetto di Dio.

Con Pietro fai invece il contrario: dai in pasto il suo nome al lettore di punto in bianco, senza che il suo personaggio sia nemmeno stato introdotto. Che poi, non si capisce nemmeno se il tuo Pietro sia QUEL Pietro o soltanto un’altra anima persa.

Infine, abbiamo Flora. Qui la questione è diversa. Lo spazio a lei concesso è più equilibrato, al pari di quello dato a Caronte. Il problema è semmai nel finale. L’ultima frase della sua scena sembra, appunto, il finale di una scena di pari grado con quelle precedenti, non il finale del racconto. Non ho idea se il poco spazio a disposizione ti abbia costretto a tagliare parte del materiale a cui avevi pensato, ma la sensazione che, da lettore, mi hai lasciato è stata quella di un testo inconcludente, che fa intuire il messaggio che vuole trasmettere, ma che non riesce tuttavia a portarlo a pieno compimento, il che è un grosso peccato.

Alla prossima.
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Giovanni Attanasio
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#5 » martedì 20 aprile 2021, 13:40

Ah, non so decidermi. A livello estetico ci siamo, c’è una certa carica visiva aiutata da un setting semplice da immaginare.
Forse quello che mi manca di più è il ruolo del protagonista. Mi spiego. Il vero protagonista sembra il cammino verso il muro, la situazione; il personaggio è solo un agente utile a mostrarci una condizione di miseria e il gioco di un Dio che si diverte coi disperati e i morti. Sì, ok, ha paura, ma il testo ci fa capire che tutti sono nella sua condizione. Non sembra diverso da loro, non ha nulla di speciale. La cosa mi ha un po’ intristito.
Ci rifletterò di più nei giorni seguenti prima di giudicare, magari vengo fulminato da qualche ovvietà che non ho colto.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Antonio Pilato
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#6 » martedì 20 aprile 2021, 13:54

Ciao Matteo, piacere di averti letto.

La tua scrittura è lineare, leggera, curiosa e corretta. Devo dire che la suddivisione in più parti non mi ha infastidito, ma al contrario l'ho gradita molto. Anche a livello emotivo c'è un forte coinvolgimento, sia verso il protagonista, sia verso la bambina e la donna.
Il tema del contest risulta decisamente rispettato.

L'unica pecca secondo me è nel finale che ho trovato "tronco": mi aspettavo, alla luce del climax crescente narrato in prima persona, qualcosa di più.

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SalvatoreStefanelli
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#7 » martedì 20 aprile 2021, 17:53

Ciao Matteo. Ho trovato il tuo racconto come una buona idea espressa male, claudicante. La prima parte è di un buon livello ma, secondo me, hai usato troppi stacchi, troppe piccole scene che si legano male tra loro. Come qualcuno ha già detto, bene il personaggio di Caronte, ha una sua fisionomia, un suo carattere anche se il registro cambia tra quando lo introduci e quando ne sveli l'identità; altra cosa sono Pietro, apparso di punto in bianco, e la bambina: decisamente non sono riuscito a entrare nel loro spirito; Flora migliora di poco ma ancora non l'ho trovata coinvolgente. Il finale mi è sembrato figlio di uno spazio che è venuto a mancare troppo in fretta. Mi ripeto: idea di base buona, forse meritava uno o due personaggi in meno e una maggiore concentrazione su gli altri, sulla storia e su ciò che volevi dire.

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MatteoMantoani
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#8 » martedì 20 aprile 2021, 19:42

Ciao Alessandro,
grazie per il tuo commento. Contro-commenterei qualcosa, giusto per spiegare meglio alcune cose:

John Doe ha scritto:Ciao Matteo.
Racconto coraggioso, il tuo. Spezzare la narrazione con così tante scene, oltretutto all’interno di un contesto fantastico, è sempre un rischio che il più delle volte non ripaga. Purtroppo, mi spiace dirlo, a mio avviso questa è una di quelle volte. Ed è un peccato, perché la prima scena è di grande impatto e descritta col giusto piglio. Come avevo già avuto modo di dirti un paio di mesi fa nel commentare il tuo racconto alla Sfida, sei molto abile nel tratteggiare le tue scene con poche ed efficaci pennellati.

Il problema arriva semmai quando inizi ad aggiungere personaggi su personaggi. Partiamo da Caronte, al quale hai dedicato il maggior spazio. Come scritto poche righe sopra, la scena in cui compare è ottima. Quando poi, però, sveli la sua identità e il suo ruolo, ho notato un crollo stilistico. Passi dal mostrato al racconto così, de botto, senza senso (cit.). Cavolo, Matteo, hai un ottimo stile, davvero, quindi perché buttare via un passaggio del genere?

Intanto grazie per i complimenti sullo stile, che trovo immeritati. Sono molto critico sul mio modo di scrivere, e sto cercando in tutti i modi di usarvi come "cavie" per creare il mix perfetto tra tell e non tell. Il fatto è che reputo noioso un racconto scritto solo in mostrato, quindi cerco di inserire dove occorre qualche pezzo di raccontato. Il punto in cui ho inserito la parte di raccontato mi sembrava il migliore in cui poterlo fare: è passato un po' di tempo e il pdv si è fatto il callo dell'ambiente e ha conosciuto meglio i suoi nuovi amici. Mi sembra naturale, quindi, che possa raccontarci qualcosa di più. Ovvio: è raccontato... e i vostri commenti mi aiutano non poco a capire se queste scelte rendano più o meno accattivante il testo.

John Doe ha scritto:Con Pietro fai invece il contrario: dai in pasto il suo nome al lettore di punto in bianco, senza che il suo personaggio sia nemmeno stato introdotto. Che poi, non si capisce nemmeno se il tuo Pietro sia QUEL Pietro o soltanto un’altra anima persa.

Pietro è un refuso. Ups :D In realtà Pietro e Caronte sono la stessa persona, nella prima stesura avevo chiamato Pietro il personaggio, poi l'ho cambiato... e causa stanchezza ho lasciato un Pietro. Effetto MC, l'infernale Arena non perdona.

Infine, abbiamo Flora. Qui la questione è diversa. Lo spazio a lei concesso è più equilibrato, al pari di quello dato a Caronte. Il problema è semmai nel finale. L’ultima frase della sua scena sembra, appunto, il finale di una scena di pari grado con quelle precedenti, non il finale del racconto. Non ho idea se il poco spazio a disposizione ti abbia costretto a tagliare parte del materiale a cui avevi pensato, ma la sensazione che, da lettore, mi hai lasciato è stata quella di un testo inconcludente, che fa intuire il messaggio che vuole trasmettere, ma che non riesce tuttavia a portarlo a pieno compimento, il che è un grosso peccato.
Alla prossima.

Sul finale ero molto in dubbio. Avevo una prima versione in cui il pdv entrava nella porta e mostrava cosa c'era dentro, ma mi sembrava troppo banale, allora ho voluto puntare tutto sull'impatto emotivo di scegliere di essere giudicati, con la possibilità di restare in eterno ad aspettare e rimanere in una specie di limbo. Forse la prima versione era migliore, non lo sapremo mai ;)

Grazie ancora per i complimenti e per le critiche, sempre utili!
A presto!

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MatteoMantoani
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#9 » martedì 20 aprile 2021, 19:43

Giovanni Attanasio ha scritto:Ah, non so decidermi. A livello estetico ci siamo, c’è una certa carica visiva aiutata da un setting semplice da immaginare.
Forse quello che mi manca di più è il ruolo del protagonista. Mi spiego. Il vero protagonista sembra il cammino verso il muro, la situazione; il personaggio è solo un agente utile a mostrarci una condizione di miseria e il gioco di un Dio che si diverte coi disperati e i morti. Sì, ok, ha paura, ma il testo ci fa capire che tutti sono nella sua condizione. Non sembra diverso da loro, non ha nulla di speciale. La cosa mi ha un po’ intristito.
Ci rifletterò di più nei giorni seguenti prima di giudicare, magari vengo fulminato da qualche ovvietà che non ho colto.

Ciao Giovanni! Non preoccuparti, mi rendo conto che il finale è sottotono. Massacrami pure.

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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#10 » martedì 20 aprile 2021, 19:43

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Matteo, piacere di averti letto.

La tua scrittura è lineare, leggera, curiosa e corretta. Devo dire che la suddivisione in più parti non mi ha infastidito, ma al contrario l'ho gradita molto. Anche a livello emotivo c'è un forte coinvolgimento, sia verso il protagonista, sia verso la bambina e la donna.
Il tema del contest risulta decisamente rispettato.

L'unica pecca secondo me è nel finale che ho trovato "tronco": mi aspettavo, alla luce del climax crescente narrato in prima persona, qualcosa di più.

Ciao Antonio! Anche tu hai sentito sottotono il finale. Mi spiace, mea culpa. Sono almeno contento che la prima parte ti sia piaciuta. A presto!

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MatteoMantoani
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#11 » martedì 20 aprile 2021, 19:46

SalvatoreStefanelli ha scritto:Ciao Matteo. Ho trovato il tuo racconto come una buona idea espressa male, claudicante. La prima parte è di un buon livello ma, secondo me, hai usato troppi stacchi, troppe piccole scene che si legano male tra loro. Come qualcuno ha già detto, bene il personaggio di Caronte, ha una sua fisionomia, un suo carattere anche se il registro cambia tra quando lo introduci e quando ne sveli l'identità; altra cosa sono Pietro, apparso di punto in bianco, e la bambina: decisamente non sono riuscito a entrare nel loro spirito; Flora migliora di poco ma ancora non l'ho trovata coinvolgente. Il finale mi è sembrato figlio di uno spazio che è venuto a mancare troppo in fretta. Mi ripeto: idea di base buona, forse meritava uno o due personaggi in meno e una maggiore concentrazione su gli altri, sulla storia e su ciò che volevi dire.

Ciao Salvatore. Grazie per il tuo commento. Hai puntualizzato tutti i difetti del racconto, e condivido le tue osservazioni. Almeno l'idea ti è sembrata buona :) di solito ho il problema opposto: sviluppo magari bene il testo, ma non ho idee veramente buone. Spero che quest'esperienza nell'Arena mi sia di allenamento per la prossima volta!

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filippo.mammoli
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#12 » mercoledì 21 aprile 2021, 13:42

Ciao Matteo,
piacere di leggerti.
Inizio col dire che scrivi molto bene e questo è già un ottimo punto di partenza.
Riguardo alla storia, da amante di Dante e soprattutto dell'Inferno, devo dire che la prima parte mi ha lasciato a bocca aperta.
Bellissima. Ce la fai vivere da dentro e tratteggi tutto in modo sublime, con pochi tratti essenziali.
Qualcosa inizia a scricchiolare dal secondo capoverso, quando entra in scena Pietro (San Pietro?) senza che tu ce lo introduca ne fornisca nel seguito elementi per contestualizzare o giustificare in qualche modo la sua comparsa.
Bella anche la scena della bambina, ma più ci si avvicina al finale più ci si aspetta un senso conclusivo.
Anche con Flora accade lo stesso. Il finale poi sembra lasciare troppo in sospeso.
Non dico che ci debba essere sempre un plot twist o un finale a effetto, ma dopo ma preparazione maestosa che avevi fatto, mi aspettavo qualcosa in più.
Il tema è preso in pieno, ovviamente.
Buon racconto che poteva diventare ottimo.

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MatteoMantoani
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#13 » mercoledì 21 aprile 2021, 13:57

filippo.mammoli ha scritto:Ciao Matteo,
piacere di leggerti.
Inizio col dire che scrivi molto bene e questo è già un ottimo punto di partenza.
Riguardo alla storia, da amante di Dante e soprattutto dell'Inferno, devo dire che la prima parte mi ha lasciato a bocca aperta.
Bellissima. Ce la fai vivere da dentro e tratteggi tutto in modo sublime, con pochi tratti essenziali.
Qualcosa inizia a scricchiolare dal secondo capoverso, quando entra in scena Pietro (San Pietro?) senza che tu ce lo introduca ne fornisca nel seguito elementi per contestualizzare o giustificare in qualche modo la sua comparsa.
Bella anche la scena della bambina, ma più ci si avvicina al finale più ci si aspetta un senso conclusivo.
Anche con Flora accade lo stesso. Il finale poi sembra lasciare troppo in sospeso.
Non dico che ci debba essere sempre un plot twist o un finale a effetto, ma dopo ma preparazione maestosa che avevi fatto, mi aspettavo qualcosa in più.
Il tema è preso in pieno, ovviamente.
Buon racconto che poteva diventare ottimo.

Grazie Filippo! Purtroppo il refuso Pietro->Caronte ha confuso anche te. Mi dispiace, è un dettaglio di cui mi sono accorto solo la mattina di martedì. Mannaggia. Avevo anche un altro finale, in cui il personaggio effettivamente oltrepassa la soglia e vede cosa c'è dall'altra parte.. ma non mi piaceva, e l'ho sostituito con questo (mannaggia ancora). L'infernale Arena non perdona! Grazie per i complimenti, che aiutano sempre a ritrovare un po' di fiducia in se stessi. A presto, a rileggerci!

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Debora D
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#14 » venerdì 23 aprile 2021, 16:33

Ciao Matteo, molto intrigante l’idea e ottima la declinazione del tema per me centratissimo. Il muro non è solo un elemento che si incontra nel racconto, ma qualcosa che ne determina la trama stessa.
La scelta di spezzettare così il racconto è stata un azzardo, ma te la sei cavata perché ne esce comunque un tutto coeso. Secondo me alcuni pezzetti potevano essere uniti, soprattutto quello che finisce con Ma non posso con il suo successore.

Forma e stile.
Come ormai ti aspetti da me procedo con eccessiva e solerte pignoleria.
Parti con accumulazione di azioni in terzetti e coppie. Rendono bene la sensazione, ma potrebbe essere buono asciugare qualcosa. Provo a mostrarteli attraverso la formattazione.
La folla mi schiaccia, mi opprime, mi soffoca. Facce lunghe, scure, con occhi allucinati, si stringono intorno a me e mi trasportano con loro. Mi trascinano via.
Mi premo contro i corpi accalcati. Gli sguardi sono su di me: tutti mi scrutano, mi toccano
.
Questo non è un errore, sia chiaro, solo una particolarità della forma che può risultare in qualche modo troppo costruita e portare il lettore a rendersene conto.

Dubbio su questa frase
Sa nuotare in questo mare, il vecchio.
Se vecchio è soggetto di saper nuotare allora c’è un errore, il soggetto e il suo predicato non vanno separati. Però si tratta di un’espressione del parlato e mi chiedo se senza virgola risulterebbe bene lo stesso. Perciò sospendo il giudizio al riguardo.

un’enorme porta dagli stipiti neri come l’inferno ha una scritta sull’architrave: → perché la similitudine con l’inferno? Volevi anticipare il colpo di scena? Mi è piaciuta poco, potrebbe essercene un'altra e lasciare al lettore l'intuizione fino al momento in cui il pdv parla di aldilà.

E’ → l’accento?

per farti giudicare e poi fottere → uhm, non funziona benissimo. Mi stona.

L’uomo in bianco, che si fa chiamare Caronte, fa il cercatore: fa parte di un gruppo di buone anime che vanno in giro a pescare i nuovi arrivati per portarli qui, al cospetto di Dio.
C’è chi scappa urlando, chi si mette a bestemmiare, chi si strappa i capelli... ma c’è chi, come me, rimane a fissare questi mattoni di merda, con quella scritta che rivolta lo stomaco.

Tutto raccontato. Una battuta di Caronte per presentarsi, qualcuno che passa urla e si strappa i capelli cioè le stesse cose ma in azione come avrebbero cambiato la scena?

Pietro mi appoggia una mano alla spalla. «Se non si salvano i bambini, chi mai potrà?» → e da dove spunta Pietro? C’era il tizio che si fa chiamare Caronte, le altre anime senza nome e adesso spunta questo. Lui lo chiama per nome quindi lo conosce, ma dove devo localizzarlo? Non sarà Caronte che ha cambiato nome nella fretta?

La sequenza finale è la migliore, però quella appena prima mi è piaciuta meno.
Le battute dei personaggi risultano davvero tanto spezzettate.
«Non scappare. Affronta la morte. Sei qui ormai.»
Questa per esempio è bruttina. Sembra un robot che parla e dice cose a memoria in cui non crede.

Per il resto, si vede che stai acquisendo più padronanza senza però perdere quel tocco fiabesco e immaginifico che mi ricordo dal racconto stile mille e una notte.

Conclusione: la parte raccontata, che soffre del poco spazio a disposizione, la frammentazione del racconto che potrebbe essere superata, i dialoghi non ancora fluidi sono i punti deboli che ho riscontrato. E Pietro, già, Pietro… ma Pietro chi? San Pietro?
Scherzi a parte, un buon racconto! Il tema c’è con un’ottima declinazione, tra le migliori del girone. Il racconto mi ha suscitato curiosità e un pizzico di emozione, pure un po’ di angoscia per lui che non ha il coraggio di andare oltre il muro.

Buona edizione, alla prossima!

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MatteoMantoani
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#15 » venerdì 23 aprile 2021, 16:58

Debora D ha scritto:Ciao Matteo, molto intrigante l’idea e ottima la declinazione del tema per me centratissimo. Il muro non è solo un elemento che si incontra nel racconto, ma qualcosa che ne determina la trama stessa.

Ciao Debora! Quando ho visto che eri tra i commentatori del mio girone sono stato molto contento, perché le tue analisi così approfondite sono una manna dal cielo. Sei sempre gentile a dedicare così tanto impegno a preparare i tuoi commenti, grazie davvero. Vorrei spiegarmi su alcune cose che mi hai segnalato, giusto per farti capire le mie intenzioni.

La scelta di spezzettare così il racconto è stata un azzardo, ma te la sei cavata perché ne esce comunque un tutto coeso. Secondo me alcuni pezzetti potevano essere uniti, soprattutto quello che finisce con Ma non posso con il suo successore.

Avevo in testa una storia molto più lunga, spezzettarla è stato l'unico modo per renderne almeno le fasi principali, con l'ovvio effetto frammentato che, anche a mio avviso, non è proprio ben riuscito.

Forma e stile.
Come ormai ti aspetti da me procedo con eccessiva e solerte pignoleria.
Parti con accumulazione di azioni in terzetti e coppie. Rendono bene la sensazione, ma potrebbe essere buono asciugare qualcosa. Provo a mostrarteli attraverso la formattazione.
La folla mi schiaccia, mi opprime, mi soffoca. Facce lunghe, scure, con occhi allucinati, si stringono intorno a me e mi trasportano con loro. Mi trascinano via.
Mi premo contro i corpi accalcati. Gli sguardi sono su di me: tutti mi scrutano, mi toccano
.
Questo non è un errore, sia chiaro, solo una particolarità della forma che può risultare in qualche modo troppo costruita e portare il lettore a rendersene conto.

Di nuovo grazie per questa "pignoleria"! Sono d'accordo che ripetere non è una cosa da fare. Mi è stato segnalato più volte, però al momento non riesco a dare enfasi a una scena se non in questo modo. Mi metto sempre nei panni di qualcuno che sta vivendo un'esperienza traumatizzante, e quello che fa è rivederla continuamente e non riuscire mai a staccarcisi. Cerco di fare lo stesso, ovvero ripetere lo stesso concetto tante volte ma con qualche sfumatura diversa, per dare l'impressione di restare fermi e allo stesso tempo di scoprire qualcosa in più.

Dubbio su questa frase
Sa nuotare in questo mare, il vecchio.
Se vecchio è soggetto di saper nuotare allora c’è un errore, il soggetto e il suo predicato non vanno separati. Però si tratta di un’espressione del parlato e mi chiedo se senza virgola risulterebbe bene lo stesso. Perciò sospendo il giudizio al riguardo.

Certamente il mio intento era quello di riprodurre il parlato.

un’enorme porta dagli stipiti neri come l’inferno ha una scritta sull’architrave: → perché la similitudine con l’inferno? Volevi anticipare il colpo di scena? Mi è piaciuta poco, potrebbe essercene un'altra e lasciare al lettore l'intuizione fino al momento in cui il pdv parla di aldilà.

Era una delle similitudini su cui ero più incerto, se me l'hai segnalata ovvio che è da rivedere.

E’ → l’accento?

Yes, avevo zero voglia di cercare la combinazione di tasti per tirare fuori il carattere speciale, o cercarlo tra i simboli di Word.

per farti giudicare e poi fottere → uhm, non funziona benissimo. Mi stona.

Capisco, il giorno dopo aver consegnato non piaceva più neanche a me.

L’uomo in bianco, che si fa chiamare Caronte, fa il cercatore: fa parte di un gruppo di buone anime che vanno in giro a pescare i nuovi arrivati per portarli qui, al cospetto di Dio.
C’è chi scappa urlando, chi si mette a bestemmiare, chi si strappa i capelli... ma c’è chi, come me, rimane a fissare questi mattoni di merda, con quella scritta che rivolta lo stomaco.

Tutto raccontato. Una battuta di Caronte per presentarsi, qualcuno che passa urla e si strappa i capelli cioè le stesse cose ma in azione come avrebbero cambiato la scena?

Cerco sempre di inserire un po' di raccontato nei momenti in cui secondo me ci sta bene. Qui è passato un po' di tempo, e il pdv può raccontarci qualche dettaglio in più sull'ambiente in cui si trova.

Pietro mi appoggia una mano alla spalla. «Se non si salvano i bambini, chi mai potrà?» → e da dove spunta Pietro? C’era il tizio che si fa chiamare Caronte, le altre anime senza nome e adesso spunta questo. Lui lo chiama per nome quindi lo conosce, ma dove devo localizzarlo? Non sarà Caronte che ha cambiato nome nella fretta?

Refuso! Pietro=Caronte, gli ho cambiato il nome prima di consegnare, e non mi sono accorto di questo piccolo refuso (che però ha mandato in confusione molti lettori: mannaggia!)

La sequenza finale è la migliore, però quella appena prima mi è piaciuta meno.
Le battute dei personaggi risultano davvero tanto spezzettate.
«Non scappare. Affronta la morte. Sei qui ormai.»
Questa per esempio è bruttina. Sembra un robot che parla e dice cose a memoria in cui non crede.

Hai detto bene! Non ci crede. La mia idea era quella di rendere una parlata un po' farfugliata, perché il pdv non sa proprio cosa inventarsi per convincere Flora a stare con lui, e sa che è anche una battaglia persa in partenza.

Per il resto, si vede che stai acquisendo più padronanza senza però perdere quel tocco fiabesco e immaginifico che mi ricordo dal racconto stile mille e una notte.

Grazie :)

Conclusione: la parte raccontata, che soffre del poco spazio a disposizione, la frammentazione del racconto che potrebbe essere superata, i dialoghi non ancora fluidi sono i punti deboli che ho riscontrato. E Pietro, già, Pietro… ma Pietro chi? San Pietro?
Scherzi a parte, un buon racconto! Il tema c’è con un’ottima declinazione, tra le migliori del girone. Il racconto mi ha suscitato curiosità e un pizzico di emozione, pure un po’ di angoscia per lui che non ha il coraggio di andare oltre il muro.

Sei tra i pochi ad aver capito che il finale tronco era per ricalcare il fatto che lui resta lì, e che non ha il coraggio di oltrepassare la soglia. C'era anche un finale più lineare, in cui lui effettivamente capisce cosa c'è dopo la porta in realtà, ma non mi piaceva. E l'ho cambiato.

Buona edizione, alla prossima!

Anche a te, e grazie ancora.

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wladimiro.borchi
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#16 » lunedì 26 aprile 2021, 10:12

Ciao Matteo,
racconto scritto molto bene, forse un po' troppo frammentato a esser sinceri, ma non guasta.
L'unico problema di fondo (forse più mio che tuo) è che non l'ho capito.
Mi è restato il dubbio su cosa ci fosse scritto sul muro, cosa dicesse quella "scritta di merda" e perché tutti non accettassero il loro destino.
Ho capito che andare oltre il muro viene vissuto da tutti come un male, ma non ho capito se poi lo sia in realtà.
Alla fine, di fatto, restiamo a bocca asciutta perché il protagonista resta da questa parte.
Al di là di questo limite, più mio che tuo resta un buon lavoro.
W

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MatteoMantoani
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#17 » lunedì 26 aprile 2021, 12:43

wladimiro.borchi ha scritto:Ciao Matteo,
racconto scritto molto bene, forse un po' troppo frammentato a esser sinceri, ma non guasta.
L'unico problema di fondo (forse più mio che tuo) è che non l'ho capito.
Mi è restato il dubbio su cosa ci fosse scritto sul muro, cosa dicesse quella "scritta di merda" e perché tutti non accettassero il loro destino.
Ho capito che andare oltre il muro viene vissuto da tutti come un male, ma non ho capito se poi lo sia in realtà.
Alla fine, di fatto, restiamo a bocca asciutta perché il protagonista resta da questa parte.
Al di là di questo limite, più mio che tuo resta un buon lavoro.
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Ciao Wlad! Grazie del commento e dei complimenti, che fanno sempre piacere. Mi dispiace per la scritta, in effetti l'ho riportata proprio all'inizio del racconto "Entra e sarai giudicato", forse hai interpretato quella linea posizionata al centro della pagina come il titolo di un capoverso, magari avrei potuto metterci il corsivo, per rendere più chiaro che si trattava appunto della scritta stessa. Spero che con questa spiegazione la chiave d'interpretazione del racconto possa arrivarti, e in ogni caso grazie per avermi letto e commentato.

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Roberto Bartoletti
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#18 » lunedì 26 aprile 2021, 18:36

Ciao Matteo.
Il racconto parte forte e chiaro; mi sono calato subito nel personaggio e l’angoscia generale che lo travolge. Poi, come ti hanno già fatto notare altri, perde un po' di mordente e per capirlo bene ho dovuto rileggerlo un paio di volte. Apprezzo l’idea e il dilemma alla base (scegliere tra l’essere giudicati o sopportare una sorta di limbo), pertanto avrei concentrato più energie su quello, rinunciando piuttosto alla bambina. La sua parte è certamente a effetto, ma lei, Caronte, Flora, il legame con quest’ultima, la scelta, il sadismo divino...sono tanta carne al fuoco, che (secondo me) finisce col confondere il lettore su quale sia il punto emotivo principale. Tempo e spazi limitati ne sono stati sicuramente la causa, ma il tema è rispettato.
In bocca al lupo con il contest e a presto!

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MatteoMantoani
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#19 » lunedì 26 aprile 2021, 21:43

Roberto Bartoletti ha scritto:Ciao Matteo.
Il racconto parte forte e chiaro; mi sono calato subito nel personaggio e l’angoscia generale che lo travolge. Poi, come ti hanno già fatto notare altri, perde un po' di mordente e per capirlo bene ho dovuto rileggerlo un paio di volte. Apprezzo l’idea e il dilemma alla base (scegliere tra l’essere giudicati o sopportare una sorta di limbo), pertanto avrei concentrato più energie su quello, rinunciando piuttosto alla bambina. La sua parte è certamente a effetto, ma lei, Caronte, Flora, il legame con quest’ultima, la scelta, il sadismo divino...sono tanta carne al fuoco, che (secondo me) finisce col confondere il lettore su quale sia il punto emotivo principale. Tempo e spazi limitati ne sono stati sicuramente la causa, ma il tema è rispettato.
In bocca al lupo con il contest e a presto!

Ciao Roberto, grazie per il tuo commento. Certamente avevo in testa una storia molto più lunga e particolareggiata, e purtroppo ho dovuto farla stare in 4242 caratteri, sacrificandone un poco la leggibilità. Sono comunque contento, che il primo pezzo ti sia piaciuto, e mi dispiace che non sia stato abbastanza chiaro già alla prima lettura. Alla prossima!

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antico
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Re: La Porta nel Muro

Messaggio#20 » lunedì 3 maggio 2021, 18:50

Credo che il problema principale qui sia la gestione temporale. I primi tre pezzi sembrano di poco staccati l'uno dall'altro anche se in seconda rilettura potrebbe starci che tu intendessi un maggior stacco temporale con il protagonista che passa (anche) secoli ai piedi del muro e della porta senza mai decidersi. Il quarto stacco ci fa capire, effettivamente, che il tempo sta passando (eccome se sta passando), il quinto chiude il quarto con lui che, nonostante l'amore ritrovato, ancora si ostina a non lasciarsi andare. La risultante? Uno squilibrio interno che confonde il lettore soprattutto sul quarto stacco. Probabilmente c'è da aggiungere anche una non funzionale scelta delle prime tre parti. Detto questo, a mio parere manca un qualcosa che vada oltre il vero punto forte del racconto (l'immagine di questo immenso muro e delle infinite anime accalcate di fronte a esso) ed è un approfondimento di questa ritrosia a lasciarsi andare: piuttosto che andare intorno a un futuro incerto, meglio il limbo eterno. Oppure questa paura nei confronti delle proprie azioni terreni. O ancora, queste figure così ipocrite dei cercatori che altri non sono che vigliacchi incapaci di affrontare il proprio destino e che invece spingono altre anime a farlo. Di spunti ne hai parecchi. Intendiamoci, il racconto è valido già solo per la stupenda immagine che evochi e che non abbandona il lettore, però lo devi fare fruttare di più. Allo stato attuale direi un pollice tendente verso l'alto in modo solido, ma non brillante.

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