[A] Motori e cuori guasti - Cristina Danini

UNEDì 13 APRILE ALLE ORE 21:00 TORNA MINUTI CONTATI!!! Siamo orgogliosi di comunicarvi il nome della guest star: DARIO TONANI. Cancellate appuntamenti, mandate i bambini a letto presto, datevi malati, ma non perdete l'edizione di lunedì 13 aprile. Dario Tonani leggerà e commenterà i 10 racconti migliori. Questa è la 66ª Edizione di tutti i tempi di Minuti Contati, e la 1ª della 4ª Era.
cristina.danini
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[A] Motori e cuori guasti - Cristina Danini

Messaggio#1 » martedì 14 aprile 2015, 0:19

Era estate e io, Mirko, Ale e Fra volevamo partire. Due settimane sulle Alpi, per divertirci e non pensare.
Mirko era stato lasciato da una ragazza che aveva giocato, mentre lui l’amava alla follia. Ale aveva una famiglia soffocante. Fra era stato scaricato con la scusa della distanza. Io avevo sentito il classico “Non è il tempo giusto.”
La sera abbiamo parlato fino a tardi e dormito ammucchiati, cercando calore, o per ricordare com’è dormire con qualcuno.
La mattina dopo Mirko si è messo alla guida e ha girato la chiave. Il motore non ha risposto. Siamo scesi a guardare, consapevoli di non capirci niente. Dopo qualche momento di panico Fra ha chiamato il meccanico. Dovevamo aspettare il giorno dopo.
Sembrava tutto perso. Io leggevo, Mirko suonava, Ale giocava a stare in equilibrio sui sassi. Ha sbloccato Fra la situazione.
“Facevo lo stesso gioco, immaginavo la lava di sotto.”
Ho chiuso il libro. “Io vedevo la passerella dove Capitan Uncino fa camminare Wendy.”
“E Peter Pan ti salvava?”
“Certo. Da piccola ci credevo.”
“Ora no?”
Abbiamo riso e siamo tornati vicini. La notte è arrivata più calda del previsto. Avevamo bevuto, forse un po’ troppo. Guardavamo la via lattea e ci chiedevamo se si potesse navigarci.
“Ce l’avrei portata Anna sulla via lattea.”
“Mirko, era stronza. Hai fatto tutto per lei.”
Ha fatto un sorriso amaro. Non ci crede mai.
“Non so quanti aerei ho preso per lei.”
“Io un sacco di treni per Sara. Sosteneva che la distanza la soffocasse, che l’uomo della sua vita poteva passarle davanti senza che lo vedesse.”
“A casa l’atmosfera è soffocante. I miei spariscono e poi pretendono di sapere e comandare.”
“Credo sia stato Peter Pan a dirmi che non era il tempo giusto, dopo un anno non è ancora arrivato. Chissà se è rimasto bambino, mentre io divento vecchia guardando le stelle.”
Cercavo la seconda stella a destra, anche se non avevo più chi mi guidasse.
Eravamo arrivati al motivo che ci aveva fatti partire. Mettiamo chilometri tra noi e il passato, senza arrenderci al fatto che l’ombra viaggi con noi.
Ale era addormentata. Mirko l’ha coperta con la sua felpa, poi ha preso il sacco a pelo ed è andato a fare incubi che non avrebbe raccontato. Ho asciugato a Fra una lacrima sotto agli occhiali.
“Se non mi avessi insegnato a sognare non so che fine avrei fatto.”
“Ti voglio bene.”
Ci siamo stesi vicini. Avevo freddo.
“Cosa ti manca di lui?”
“Non riderai?”
“No.”
“Mi manca vederlo al mattino. Sentirlo abbracciarmi in piena notte.”
“Non si ride di un cuore guasto.”
“Qui ce ne sono ben tre. E un motore.”
Ha riso. È bello sentirlo ridere.
“Non sono Peter Pan, dovrai accontentarti.”
Mi ha abbracciata. Non avevo più freddo.
“Ti voglio bene anch’io.”
Un giorno lo ringrazierò per quella notte, per aver capito che ne avevo bisogno.
Il giorno dopo almeno il motore era aggiustato e siamo ripartiti. Avevamo qualche giorno, una strada, la speranza di seminare il passato. E la certezza che ci saremmo tenuti la mano, anche quando il cuore si sarebbe rifiutato di funzionare.



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beppe.roncari
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Messaggio#2 » martedì 14 aprile 2015, 12:20

Ciao Cristina, ben ritrovata! :-) Non sei nel mio gruppo ma parto da te per i commenti.
Bel racconto, delicato, nostalgico, mi ha ricordato l'atmosfera di Stand by me e le vacanze con gli amici "storici", durante l'adolescenza.
L'interpretazione del tema è originale, come si può aggiustare un cuore guasto? Forse ne serve un altro. Da qualche parte avevo letto una frase, una volta: "Se vuoi liberare qualcuno, fa' di lui/lei un liberatore".
È forse questo il segreto profondo dell'amicizia. Forse anche dell'amore e della relazione terapeutica.
La metafora di Peter Pan funziona, perché è affrontata come un'arma a doppio taglio. La protagonista - mi apre - pensa che il suo ex l'abbia lasciata perché non voleva crescere (sindrome di Peter Pan). Anche lei, però, torna un po' bambina per poter "seminare il passato".
Ciao, alla prossima. :-)

cristina.danini
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Messaggio#3 » martedì 14 aprile 2015, 12:30

Ciao Beps, è sempre un piacere leggere i tuoi commenti! Sono contenta che ti sia piaciuto. Peter Pan come avrai capito è uno dei miei personaggi preferiti da sempre, in questo caso per la sua capacità di far tornare bambini e essere felici delle piccole cose. Allo stesso tempo, non sapendo crescere, lascia chi a differenza sua lo fa. Come se per lui il tempo non dovesse passare mai e un anno non sia niente.

Grazie di avermi letta anche se non sono del tuo gruppo, alla prossima =)

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beppe.roncari
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Messaggio#4 » martedì 14 aprile 2015, 14:22

Grazie a te! :-)

VIOLETT83
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Messaggio#5 » martedì 14 aprile 2015, 18:38

Beh, che dire ?
Questo è il mio genere. C’è tutto : il divertirsi senza niente, la nostalgia mista ad amarezza dovuta all’abbandono, colmata dal “mal comune mezzo gaudio” , nel senso che i mali condivisi pesano meno.
Si vede che è scritto da una donna, ne porta la dolcezza e sensibilità.
Bella la metafora del cuore guasto, e di solito, secondo me, ad aggiustarlo è, inesorabilmente, il tempo .
I dialoghi sono molto intensi, ed è una cosa che apprezzo molto.

tina.caramanico
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Messaggio#6 » giovedì 16 aprile 2015, 1:28

Il meglio del racconto è, a mio parere, l’atmosfera delicata e malinconica che sei riuscita a evocare. Qualche indecisione coi tempi verbali: la sera (quale sera? La prima? Tutte le sere della vacanza?) “abbiamo parlato”, dopo l’imperfetto e il trapassato mi sarei aspettata piuttosto un passato remoto. I dialoghi non sono sempre chiarissimi, sembrano esserci dei salti logici tra le battute. O sono io che dovrei farmi un caffè? :-).

Giulio_Marchese
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Messaggio#7 » giovedì 16 aprile 2015, 10:32

Ciao Cristina.

il tema del passato che ritorna è uno dei miei preferiti e sei riuscita a costruire un clima malinconico e nostalgico. Questo è secondo me il punto di forza del racconto però dato che mi sono auto eletto criticone dell'edizione un appunto devo fartelo. Secondo me gestire 4/5 personaggi in 3000 battute può essere deleterio. La mia impressione è che tu dica un po di ognuno ma non abbastanza. Questo mi ha portato a non empatizzare con la protagonista e quindi non mi ha emozionato. Inutile dire che il fattore emotivo è fondamentale in questo tipo di racconti. Però penso sia un difetto (se così vogliamo chiamarlo visto che è soggettivo) non imputabile a te quanto al limite di caratteri. Con 5000 magari sarebbe stato più emozionante (il "per me" è sempre implicito :P ).

 

Francesca Nozzolillo
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Messaggio#8 » giovedì 16 aprile 2015, 15:34

Toccante :)

Ben scritto, le intenzioni sono chiare e l'interpretazione che hai dato del tema mi è piaciuta molto. Bella l'immagine di peter pan (lo adoro anche io) e l'ho trovato un racconto molto realistico. Un solo appunto... ho avuto difficoltà a capire il sesso dei ragazzi e mi è capitato di perdermi nei dialoghi (chi dice cosa) che ho trovato comunque molto belli! Per il resto complimenti.. :)

cristina.danini
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Messaggio#9 » giovedì 16 aprile 2015, 16:37

Grazie per i commenti e i complimenti! Passo alle risposte.

Ciao Tina, i salti logici in parte erano voluti. Nelle mie intenzioni volevano mostrare quanto i personaggi fossero insieme ma almeno una parte del loro pensiero fosse concentrata sui problemi personali. Poi probabilmente ho esagerato, anche per stare nelle battute ;-)

Ciao Giulio, forse hai ragione e il numero di personaggi è eccessivo, ma per come ho pensato la storia con solo due personaggi non avrebbe retto. Mi spiace che non sia riuscito a emozionarti molto, di sicuro 3000 battute sono pochissime per parlare abbastanza di tutti! :-)

Ciao Francesca, sono contenta che il racconto ti sia piaciuto! Mi spiace usare sempre la stessa scusa, ma anche a te mi tocca dire che il numero di battute è stato un bell'handicap: nella versione originale i nomi erano interi (e quindi il maschile e femminile chiari) e si specificava meglio chi diceva cosa... Tagliare è sempre brutto!

lailmil
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Messaggio#10 » venerdì 17 aprile 2015, 19:20

Molto dolce questo racconto, sei stata molto brava a creare quest'aria così nostalgica e insieme spensierata. Mi piace come hai sfruttato il personaggio di Peter Pan, evidenziando sia la paura di crescere che quella di bloccarsi in un preciso momento della propria vita, senza andare avanti. Secondo me i salti logici nei dialoghi non hanno guastato (per restare in tema), la conversazione risulta realistica. Proprio come quando tra amici si fanno tanti discorsi diversi tutti insieme, con un mucchio di sottointesi. Te l'hanno già fatto notare e vedo che hai già risposto, comunque anche io ho avuto difficoltà a distinguere le diverse voci nei dialoghi. Bella su tutto la metafora dei cuori guasti!

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Gian de Steja
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Messaggio#11 » domenica 19 aprile 2015, 2:05

Come tema, onestamente, non mi sembra molto centrato. Ok, il guasto della macchina ma non vedo situazioni di pericolo o panico di qualsiasi tipo (a me pareva una prerogativa fondamentale della descrizione di Tonani, ma magari mi sbaglio eh). Pur non essendo il mio genere devo ammettere che l'atmosfera è molto coinvolgente. Per quanto riguarda la forma c'è un po' di confusione nei dialoghi, ma gestire tutti quei personaggi in così pochi caratteri non è certo facile. ;)
"L'aria sarà sempre troppo carica di qualcosa. Il vostro corpo sempre indolenzito o stanco. Vostro padre, sempre troppo ubriaco. Vostra moglie sempre troppo fredda. Avrete sempre una qualche scusa per non vivere la vostra vita." C. Palahniuk

alberto.priora
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Messaggio#12 » lunedì 20 aprile 2015, 22:49

Un saluto da Alberto
Come invece non è accaduto in altri racconti, qui il Guasto è proprio il fulcro da cui scaturisce la situazione che viene descritta, perché permette ai quattro personaggi di confrontarsi tra loro e con se stessi. E non è affatto male quello che ne esce, perché comunque tutti e quattro esprimono le loro ragioni e ne sono definiti. Gestire quattro personaggi in così pochi caratteri non è facile, e infatti si dovrebbero distinguere per il loro gioco di frasi, se non che grazie alle abbreviazioni e al fatto che la narrante non è identificata con un nome bisogna operare un lavoro di ricostruzione e capire alla fine (se ho capito giusto) che si tratta di due amici e di due amiche. Questo è un po’ il limite del racconto, il fatto che le loro esperienze si mescolano per il fatto che non è immediato attribuirgliele (a volte sembra che parlino tutti assieme, quindi non è facile) e che quindi le loro esperienze di vita (che erano interessanti, anche se compersse in poco spazio) si perdono un poco.

Francesca
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Messaggio#13 » martedì 21 aprile 2015, 0:16

Ciao Cristina :)

Bel racconto, dall'aria nostalgica e delicata molto piacevole nella quale addentrarsi. E' chiaro come il guasto non sia limitato solo a quello lampante della macchina ma che sia più che altro quello dei cuori dei ragazzi (com'è d'altronde specificato anche nel titolo). Come molti hanno già puntualizzato, il vero problema del racconto sta proprio nella gestione di ben 4 personaggi in soli 3000 caratteri. I punti di vista dovevano essere puntualizzati meglio, non si capisce bene chi parla, chi si riferisce a chi e solo all'ultimo ho capito che si trattava di due ragazze e due ragazzi.

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alessandra.corra
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Messaggio#14 » mercoledì 22 aprile 2015, 14:14

Ciao Cristina,

mi è piaciuto il tuo racconto per la semplicità e la tenerezza con cui affronti temi importanti come l’amicizia e l’amore. Ne viene fuori un testo delicato che si legge con piacere. Mi è piaciuta molto anche la frase in cui dici che spesso si cerca di sfuggire al passato cercando di andare in un altro luogo, dimenticando però che le ombre viaggiano sempre con noi. L’ho pensato un sacco di volte anche io.
Alla prossima.

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antico
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Messaggio#15 » mercoledì 22 aprile 2015, 20:38

Ecco un'altra reduce dalla LIVE Edition. Bene, Cristina, mi fa piacere ritrovarti. Continua così e riuscirai a percorrere per intero la passerella che Uncino ha preparato per Wendy.
 
Un racconto corale, un'impresa per soli 3000 caratteri. Vero, quattro protagonisti rischiano d'essere troppi e spesso non si distingue chi stia parlando, ma ho come il sospetto che la cosa sia voluta. Sono quattro, vero, ma in realtà uno solo e quell'uno è la protagonista, la voce narrante, motivo per cui non hai indicato chi parlasse, non era importante. Ed è una trovata grandiosa. Apprezzo chi ama esplorare e sperimentare e qui l'hai fatto e bene. Poi, sì, c'è da dire che il testo avrebbe avuto bisogno di una migliore ottimizzazione e allo stato attuale non trovo davvero significativo il ritardo di un giorno nella partenza, quasi tu avessi voluto aggiungere quel dettaglio per giustificare anche un guasto materiale, cosa che non era assolutamente necessaria in quanto era più che chiaro che il guasto risiedesse nei cuori, come del resto espliciti già nel titolo. Il finale stesso mi ha lasciato un po' incerto con quel concentrarlo solo su due personaggi, diciamo uno scivolone: la coralià andava mantenuta trovando qualcos'altro che non fosse un rapporto fisico, ma che allo stesso tempo aggiustasse i cuori. Un pollice su, ma non completamente. Il LAB ti aspetta e ti ci voglio bella agguerrita.

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