Il primo gioco
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Il primo gioco
Il primo gioco
di Morena Bergamaschi
Mi sporgo dal tappeto di nuvole e una ciocca bianca mi cade sugli occhi. Chissà cosa stanno facendo là sotto. «Figliolo, guarda anche tu.»
«Cosa devo vedere?» Appoggia le mani sul bordo della nuvola, controlla e si rimette a sedere. «Stanno costruendo una torre e quindi?»
Sulla sua fronte si palesa una ruga. Gli appoggio una mano sulla spalla, con l'altra gli accarezzo il viso. «Figlio mio, vogliono arrivare fino al cielo.»
«Padre, ma è impossibile!»
«Ascolta tu stesso. Vogliono tornare nell'Eden.»
Le nuvole attorno a noi sfumano nel grigio cupo, si caricano di umidità e di elettricità. Gli angeli si affrettano ad allontanarsi.
Scatto in piedi. «Basta! Dobbiamo fare qualcosa.» Allungo la mano verso mio figlio e lo aiuto ad alzarsi. «Ci stai?»
«Non dobbiamo farci notare.»
«Certo! Se no poi la smettono di adorarmi.» Intreccio le dita nella lunga barba. Tiro, avvolgo e spingo i bianchi riccioli. «Ma è ovvio!»
Mio figlio strabuzza gli occhi e spalanca la bocca. La richiude e sfrega la barba marroncina. «Cosa è ovvio?»
«O Gesù. Dobbiamo solo scendere sulla Terra e far cadere la torre.»
***
«Forza figliolo, tira quel pilastro. Intanto io spingo questo.» Appoggio le mani su una trave orizzontale e faccio pressione. La trave scricchiola, resiste, ma poi cede alla spinta e cade dall'altra parte. «Come va di là?»
«Ci. Sono. Quasi.» sbuffa forte. Con uno scossone il pilastro si stacca dalla torre. «Qui non crolla niente.»
«Eppure ne abbiamo tolti di pezzi.» Mi allontano e faccio un giro intorno alla struttura. Sembra solida, nonostante le travi mancanti. «Togliamone altri due più in basso e dovrebbe cedere.»
«Ok, ma non potevi farti aiutare da tutti quegli angeli che hai lassù?»
«Stai zitto e fa quello che ti dico!»
«Si Padre.»
Pianto i piedi sulla struttura, afferro un capitello e inizio a tirare. Mio figlio, dall'altra parte, prova a togliere alcuni mattoni. Il capitello cede e si stacca con un tonfo dalla colonna. Una crepa si crea nella trave sottostante, sale lungo un bassorilievo fino alla sommità e si dirama in altre cento direzioni. Dalla torre si alza un rumore simile a un lamento gracchiante che cresce d'intensità, smette di colpo e riprende con un boato immenso. Una nuvola di polvere e detriti si sparge nell'aria e la torre si accartoccia su sé stessa.
«Ammetti che è stato divertente.» Mi spazzo un po' di polvere dalla veste bianca. «Dovremmo rifarlo!»
«Ci sto. Ma non hai paura che ci riprovino?»
«Con la torre ho distrutto anche la loro lingua. Parleranno tutti diversamente e non si capiranno.»
«Così imparano a sfidare i grandi.» La sua risata cristallina riempie l'aria di freschezza.
«Come lo chiamiamo questo gioco?»
«Che ne dici di Jenga?»
di Morena Bergamaschi
Mi sporgo dal tappeto di nuvole e una ciocca bianca mi cade sugli occhi. Chissà cosa stanno facendo là sotto. «Figliolo, guarda anche tu.»
«Cosa devo vedere?» Appoggia le mani sul bordo della nuvola, controlla e si rimette a sedere. «Stanno costruendo una torre e quindi?»
Sulla sua fronte si palesa una ruga. Gli appoggio una mano sulla spalla, con l'altra gli accarezzo il viso. «Figlio mio, vogliono arrivare fino al cielo.»
«Padre, ma è impossibile!»
«Ascolta tu stesso. Vogliono tornare nell'Eden.»
Le nuvole attorno a noi sfumano nel grigio cupo, si caricano di umidità e di elettricità. Gli angeli si affrettano ad allontanarsi.
Scatto in piedi. «Basta! Dobbiamo fare qualcosa.» Allungo la mano verso mio figlio e lo aiuto ad alzarsi. «Ci stai?»
«Non dobbiamo farci notare.»
«Certo! Se no poi la smettono di adorarmi.» Intreccio le dita nella lunga barba. Tiro, avvolgo e spingo i bianchi riccioli. «Ma è ovvio!»
Mio figlio strabuzza gli occhi e spalanca la bocca. La richiude e sfrega la barba marroncina. «Cosa è ovvio?»
«O Gesù. Dobbiamo solo scendere sulla Terra e far cadere la torre.»
***
«Forza figliolo, tira quel pilastro. Intanto io spingo questo.» Appoggio le mani su una trave orizzontale e faccio pressione. La trave scricchiola, resiste, ma poi cede alla spinta e cade dall'altra parte. «Come va di là?»
«Ci. Sono. Quasi.» sbuffa forte. Con uno scossone il pilastro si stacca dalla torre. «Qui non crolla niente.»
«Eppure ne abbiamo tolti di pezzi.» Mi allontano e faccio un giro intorno alla struttura. Sembra solida, nonostante le travi mancanti. «Togliamone altri due più in basso e dovrebbe cedere.»
«Ok, ma non potevi farti aiutare da tutti quegli angeli che hai lassù?»
«Stai zitto e fa quello che ti dico!»
«Si Padre.»
Pianto i piedi sulla struttura, afferro un capitello e inizio a tirare. Mio figlio, dall'altra parte, prova a togliere alcuni mattoni. Il capitello cede e si stacca con un tonfo dalla colonna. Una crepa si crea nella trave sottostante, sale lungo un bassorilievo fino alla sommità e si dirama in altre cento direzioni. Dalla torre si alza un rumore simile a un lamento gracchiante che cresce d'intensità, smette di colpo e riprende con un boato immenso. Una nuvola di polvere e detriti si sparge nell'aria e la torre si accartoccia su sé stessa.
«Ammetti che è stato divertente.» Mi spazzo un po' di polvere dalla veste bianca. «Dovremmo rifarlo!»
«Ci sto. Ma non hai paura che ci riprovino?»
«Con la torre ho distrutto anche la loro lingua. Parleranno tutti diversamente e non si capiranno.»
«Così imparano a sfidare i grandi.» La sua risata cristallina riempie l'aria di freschezza.
«Come lo chiamiamo questo gioco?»
«Che ne dici di Jenga?»
Re: Il primo gioco
Ciao Morena! Caratteri e tempo ok, buona FRANCESCA BERTUZZI EDITION anche a te!
- Andrea Lauro
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Re: Il primo gioco
Ciao Morena, dal punto di vista dello stile non vedo particolari problemi, se non fosse che hai scelto una forma narrativa poco adatta al contenuto.
Mi spiego: l’intenzione è trattare in chiave umoristica un passo della Bibbia. La premiata ditta padre-figlio viene umanizzata, resa capricciosa e pure un filo pasticciona nel cercare di tirar giù la torre. Benissimo. Solo che che la forma espressiva utilizzata mi sembra abbia invalidato buona parte dell’intenzione. Non ho bene idea di cosa non funzioni, potrei sbagliare e piuttosto di darti cattivi consigli preferisco riportarti solo l’effetto nella lettura.
Ad esempio: “La sua risata cristallina riempie l'aria di freschezza.” Questa frase stona con il carattere giocoso, è fuori contesto (soprattutto nel finale).
Apprezzo l’intenzione, ma la resa comica arriva un pelo fiacca. Spero d’essere stato d’aiuto...
a rileggerci presto,
andrea
Mi spiego: l’intenzione è trattare in chiave umoristica un passo della Bibbia. La premiata ditta padre-figlio viene umanizzata, resa capricciosa e pure un filo pasticciona nel cercare di tirar giù la torre. Benissimo. Solo che che la forma espressiva utilizzata mi sembra abbia invalidato buona parte dell’intenzione. Non ho bene idea di cosa non funzioni, potrei sbagliare e piuttosto di darti cattivi consigli preferisco riportarti solo l’effetto nella lettura.
Ad esempio: “La sua risata cristallina riempie l'aria di freschezza.” Questa frase stona con il carattere giocoso, è fuori contesto (soprattutto nel finale).
Apprezzo l’intenzione, ma la resa comica arriva un pelo fiacca. Spero d’essere stato d’aiuto...
a rileggerci presto,
andrea
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Re: Il primo gioco
IL PRIMO GIOCO di Morena Bergamaschi Tema centrato. Storia originale, che vede Dio e Suo Figlio Gesù in veste dispettosa e opportunista al tempo stesso: pur di conservare il loro potere sull’umanità e impedirle di tornare nell’Eden, visto che è vicinissima a farlo, scendono dal Cielo e distruggono la Torre di Babele. Molto ben resa la gestione della scena della distruzione della torre, con una fatica che ha dell’incredibile, vista la loro natura superiore. Molto simpatica l’ambientazione del Paradiso, con nuvole simili a poltrone. E anche il riferimento al nome del gioco, Jenga.
Frase corretta:
«Sì, Padre»
Frase corretta:
«Sì, Padre»
- ItaliaLeggendaria
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Re: Il primo gioco
Andrea Lauro ha scritto:Ciao Morena, dal punto di vista dello stile non vedo particolari problemi, se non fosse che hai scelto una forma narrativa poco adatta al contenuto.
Mi spiego: l’intenzione è trattare in chiave umoristica un passo della Bibbia. La premiata ditta padre-figlio viene umanizzata, resa capricciosa e pure un filo pasticciona nel cercare di tirar giù la torre. Benissimo. Solo che che la forma espressiva utilizzata mi sembra abbia invalidato buona parte dell’intenzione. Non ho bene idea di cosa non funzioni, potrei sbagliare e piuttosto di darti cattivi consigli preferisco riportarti solo l’effetto nella lettura.
Ad esempio: “La sua risata cristallina riempie l'aria di freschezza.” Questa frase stona con il carattere giocoso, è fuori contesto (soprattutto nel finale).
Apprezzo l’intenzione, ma la resa comica arriva un pelo fiacca. Spero d’essere stato d’aiuto...
a rileggerci presto,
andrea
Ciao Andrea, intanto grazie per il tuo feedback. Fa sempre bene il confronto.
Mi dispiace che ci sia qualcosa nella forma narrativa che non ti ha convinto e se vuoi approfondire mi faresti solo felice.
Ovviamente i pezzi comici non sono il mio forte visto che è già la seconda volta che non convinco.
Mai disperare però! Continuerò a provare e spero a migliorare.
- ItaliaLeggendaria
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Re: Il primo gioco
alexandra.fischer ha scritto:IL PRIMO GIOCO di Morena Bergamaschi Tema centrato. Storia originale, che vede Dio e Suo Figlio Gesù in veste dispettosa e opportunista al tempo stesso: pur di conservare il loro potere sull’umanità e impedirle di tornare nell’Eden, visto che è vicinissima a farlo, scendono dal Cielo e distruggono la Torre di Babele. Molto ben resa la gestione della scena della distruzione della torre, con una fatica che ha dell’incredibile, vista la loro natura superiore. Molto simpatica l’ambientazione del Paradiso, con nuvole simili a poltrone. E anche il riferimento al nome del gioco, Jenga.
Frase corretta:
«Sì, Padre»
Grazie Alexandra. I tuoi feedback sono delle radiografie scritte del testo e con poche parole riesci a riassumere il necessario.
Mannaggia a quella virgola che si è persa per strada!
Alla prossima
Re: Il primo gioco
Ciao Morena e piacere di averti letto.
Il racconto mi ha rubato più di un sorriso, devo ammetterlo. La rivisitazione della caduta di babele in chiave comica con la creazione finale del Jenga, geniale! Il tema è declinato in uno dei modi più originali che ho letto per ora, quindi complimenti per l’idea. Lo stile della narrazione è buono, c’è qualche sbavatura ma niente di grave. Me li immaginavo correre da una parte all’altra con le vesti alzate per non inciampare ridendo come due ragazzetti.
Sistemerei il finale, la battuta “come lo chiamiamo questo gioco” arriva troppo improvvisa e leggermente fuori contesto, incorniciandola meglio nel flusso del racconto avrebbe reso il tutto ancora più esilarante.
Il racconto mi ha rubato più di un sorriso, devo ammetterlo. La rivisitazione della caduta di babele in chiave comica con la creazione finale del Jenga, geniale! Il tema è declinato in uno dei modi più originali che ho letto per ora, quindi complimenti per l’idea. Lo stile della narrazione è buono, c’è qualche sbavatura ma niente di grave. Me li immaginavo correre da una parte all’altra con le vesti alzate per non inciampare ridendo come due ragazzetti.
Sistemerei il finale, la battuta “come lo chiamiamo questo gioco” arriva troppo improvvisa e leggermente fuori contesto, incorniciandola meglio nel flusso del racconto avrebbe reso il tutto ancora più esilarante.
- Quarantine AlessandroCatanzaro
- Messaggi: 44
Re: Il primo gioco
Ciao Morena, è un piacere leggerti
Allora carina l'idea di aver rivisitato il gioco e aver visto in esso la caduta della famosa torre.
Anche l'intervento divino in tutto questo è riportato in modo molto originale
Non trovo nulla da sottolineare se non nell'uso della prima persona che mi ha reso un po' difficile alla prima lettura capire proprio di cosa si stava parlando. Ci sta, problema mio, in seconda lettura esce fuori più semplice il tutto.
Buona Era a rileggerci
Allora carina l'idea di aver rivisitato il gioco e aver visto in esso la caduta della famosa torre.
Anche l'intervento divino in tutto questo è riportato in modo molto originale
Non trovo nulla da sottolineare se non nell'uso della prima persona che mi ha reso un po' difficile alla prima lettura capire proprio di cosa si stava parlando. Ci sta, problema mio, in seconda lettura esce fuori più semplice il tutto.
Buona Era a rileggerci
- AndreaDeAgnoi
- Messaggi: 34
Re: Il primo gioco
Racconto giocoso, apprezzo quando si prende la religione e si distorcono - o meglio, si da una rilettura - ai miti! Forse mi ha confuso veder nominare Gesù con un fatto del vecchio testamento, dove ancora non era nato, ma quando si parla di queste cose ci sono di mezzo un sacco di filosofie opposte, quindi non mi esprimo da quel punto di vista… ma mi ha comunque personalmente stranito! Peccato che lo Spirito Santo non abbia fatto anche lui una comparsata, sarà perché preferisce il Solitario?
La scrittura mi sembra fluida, non ho notato grossi errori che mi hanno distratto dalla lettura.
La scrittura mi sembra fluida, non ho notato grossi errori che mi hanno distratto dalla lettura.
- ItaliaLeggendaria
- Messaggi: 172
Re: Il primo gioco
Fagiolo17 ha scritto:Ciao Morena e piacere di averti letto.
Il racconto mi ha rubato più di un sorriso, devo ammetterlo. La rivisitazione della caduta di babele in chiave comica con la creazione finale del Jenga, geniale! Il tema è declinato in uno dei modi più originali che ho letto per ora, quindi complimenti per l’idea. Lo stile della narrazione è buono, c’è qualche sbavatura ma niente di grave. Me li immaginavo correre da una parte all’altra con le vesti alzate per non inciampare ridendo come due ragazzetti.
Sistemerei il finale, la battuta “come lo chiamiamo questo gioco” arriva troppo improvvisa e leggermente fuori contesto, incorniciandola meglio nel flusso del racconto avrebbe reso il tutto ancora più esilarante.
Ciao Luca. Grazie ovviamente per i complimenti e per il feedback. In effetti rileggendo il racconto la battuta finale è un po' buttata lì, ma si può e si deve sempre migliorare.
Grazie
- ItaliaLeggendaria
- Messaggi: 172
Re: Il primo gioco
Quarantine AlessandroCatanzaro ha scritto:Ciao Morena, è un piacere leggerti
Allora carina l'idea di aver rivisitato il gioco e aver visto in esso la caduta della famosa torre.
Anche l'intervento divino in tutto questo è riportato in modo molto originale
Non trovo nulla da sottolineare se non nell'uso della prima persona che mi ha reso un po' difficile alla prima lettura capire proprio di cosa si stava parlando. Ci sta, problema mio, in seconda lettura esce fuori più semplice il tutto.
Buona Era a rileggerci
Grazie Alessandro, sono contenta che la rivisitazione ti sia piaciuta e che l'idea ti sia piaciuta. In effetti con la prima persona non sono riuscita a far capire chi fosse il punto di vista. Grazie per il feedback, servono sempre per migliorare.
- ItaliaLeggendaria
- Messaggi: 172
Re: Il primo gioco
AndreaDeAgnoi ha scritto:Racconto giocoso, apprezzo quando si prende la religione e si distorcono - o meglio, si da una rilettura - ai miti! Forse mi ha confuso veder nominare Gesù con un fatto del vecchio testamento, dove ancora non era nato, ma quando si parla di queste cose ci sono di mezzo un sacco di filosofie opposte, quindi non mi esprimo da quel punto di vista… ma mi ha comunque personalmente stranito! Peccato che lo Spirito Santo non abbia fatto anche lui una comparsata, sarà perché preferisce il Solitario?
La scrittura mi sembra fluida, non ho notato grossi errori che mi hanno distratto dalla lettura.
Ciao Andrea, grazie per il feedback.
Io avevo immaginato che Padre e Figlio in paradiso esistessero già da prima degli uomini e quindi mi è venuto naturale pensare che giocassero insieme ad abbattere la torre.
Cavolo mi sono dimenticata lo Spirito Santo! Forse stava davvero facendo un solitario
Grazie per i consigli.
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Il primo gioco
originale sia il tema che il finale. un racconto leggero e surreale che si legge col sorriso.
ben fatto l'incipit. ho capito subito cosa volevi dire, anche se non mi aspettavo che il pdv fosse il PezzoGrosso in persona!
sullo stile, parli sempre di gesù in terza persona senza nominare il soggetto, forse per ritagliare caratteri preziosi. non un grande problema, i pg sono solo due, chiarissimi e difficili da confondere, ma... non prendere questa cosa di abitudine, consiglio personale.
nel dialogo finale, ho avuto qualche difficoltà ad attribuire le frasi.
ben fatto l'incipit. ho capito subito cosa volevi dire, anche se non mi aspettavo che il pdv fosse il PezzoGrosso in persona!
sullo stile, parli sempre di gesù in terza persona senza nominare il soggetto, forse per ritagliare caratteri preziosi. non un grande problema, i pg sono solo due, chiarissimi e difficili da confondere, ma... non prendere questa cosa di abitudine, consiglio personale.
nel dialogo finale, ho avuto qualche difficoltà ad attribuire le frasi.
- Davide_Mannucci
- Messaggi: 434
Re: Il primo gioco
Ciao Morena, piacere di leggerti. Questo racconto aumenta il disagio che ho quando penso alla classifica da stilare. Eh sì, perché questo racconto mi è davvero piaciuto! Lo stile è molto buono e l’idea originale. Confermo anche la perfetta aderenza teologica. Gesù è il Verbo incarnato, Verbo che era in principio e quindi presente dall’inizio come seconda persona della Trinità. Quindi il Padre e il Figlio possono serenamente giocare a Jenga con la torre di Babele. Torna tutto :D
Mi hai fatto sorridere e la lettura è stata piacevole e scorrevole... Unico neo: la classifica!! Maledetti...siete tutti bravissimi! :)
BRAVA!
A presto
Mi hai fatto sorridere e la lettura è stata piacevole e scorrevole... Unico neo: la classifica!! Maledetti...siete tutti bravissimi! :)
BRAVA!
A presto
Davide Mannucci
- ItaliaLeggendaria
- Messaggi: 172
Re: Il primo gioco
Michael Dag ha scritto:originale sia il tema che il finale. un racconto leggero e surreale che si legge col sorriso.
ben fatto l'incipit. ho capito subito cosa volevi dire, anche se non mi aspettavo che il pdv fosse il PezzoGrosso in persona!
sullo stile, parli sempre di gesù in terza persona senza nominare il soggetto, forse per ritagliare caratteri preziosi. non un grande problema, i pg sono solo due, chiarissimi e difficili da confondere, ma... non prendere questa cosa di abitudine, consiglio personale.
nel dialogo finale, ho avuto qualche difficoltà ad attribuire le frasi.
Ciao Michael e grazie per il tuo feedback.
Purtroppo i pochi caratteri mi mettono ansia e cerco di risparmiare dove posso, ma cercherò di mostrare qualcosa in più nelle prossime sfide e di fare attenzione nei dialoghi.
Sono contenta di averti strappato un sorriso. Era proprio il mio obiettivo per sdrammatizzare una parola troppo spesso associata a qualcosa di negativo.
Grazie ancora
- ItaliaLeggendaria
- Messaggi: 172
Re: Il primo gioco
DavideMannucci ha scritto:Ciao Morena, piacere di leggerti. Questo racconto aumenta il disagio che ho quando penso alla classifica da stilare. Eh sì, perché questo racconto mi è davvero piaciuto! Lo stile è molto buono e l’idea originale. Confermo anche la perfetta aderenza teologica. Gesù è il Verbo incarnato, Verbo che era in principio e quindi presente dall’inizio come seconda persona della Trinità. Quindi il Padre e il Figlio possono serenamente giocare a Jenga con la torre di Babele. Torna tutto :D
Mi hai fatto sorridere e la lettura è stata piacevole e scorrevole... Unico neo: la classifica!! Maledetti...siete tutti bravissimi! :)
BRAVA!
A presto
Ciao Davide e grazie per il feedback.
Sono felice che ti abbia fatto sorridere perché l'obiettivo era proprio quello.
Mi prendo i complimenti e ne faccio tesoro.
Per la classifica ti capisco eccome: scegliere non è mai facile anche perché ognuno di noi sente questi racconti come pezzetti di sé e non è mai bello non vederli apprezzati.
Quindi con la classifica buttati e fatti ispirare...ma ricorda che ho due amici ai piani alti! Ahahahahaha
- Davide_Mannucci
- Messaggi: 434
Re: Il primo gioco
Quindi con la classifica buttati e fatti ispirare...ma ricorda che ho due amici ai piani alti! Ahahahahaha
...per farti vincere l’Era supererò anche le correnti gravitazionali...lo spazio e la luce!! ahahahaha
Davide Mannucci
Re: Il primo gioco
Ciao Morena! È un piacere leggerti.
Allora, voglio partire con l'esprimere il mio apprezzamento per l'idea: in un primo momento non avevo compreso, ma quando la situazione si è delineata meglio non ho potuto non sorridere, soprattutto quando Dio commenta con "Se no poi la smettono di adorarmi."
Ho solo una cosa su cui vorrei commentare: proprio la parte iniziale, il PdV non mi è stato chiaro fin dall'inizio e ammetto di aver dovuto rileggerlo un paio di volte per capire chi stesse dicendo cosa.
Ovviamente, l'ho trovato perfettamente aderente al tema.
Complimenti!
Allora, voglio partire con l'esprimere il mio apprezzamento per l'idea: in un primo momento non avevo compreso, ma quando la situazione si è delineata meglio non ho potuto non sorridere, soprattutto quando Dio commenta con "Se no poi la smettono di adorarmi."
Ho solo una cosa su cui vorrei commentare: proprio la parte iniziale, il PdV non mi è stato chiaro fin dall'inizio e ammetto di aver dovuto rileggerlo un paio di volte per capire chi stesse dicendo cosa.
Ovviamente, l'ho trovato perfettamente aderente al tema.
Complimenti!
- giulio.palmieri
- Messaggi: 258
Re: Il primo gioco
Ciao Morena,
il racconto in se è gradevole: la premiata ditta Padre-Figlio gioca ai giganti che abbattono la torre di Babele. Non tutti i dettagli tornano alla perfezione, ma questo è compensato dal tono ironico della vicenda, che sposta il senso più sulla coppia protagonista e sul risultato delle loro azioni che su come fanno ciò che fanno. Coerente col tono e con la vicenda la chiusa finale. Brava, e alla prossima.
il racconto in se è gradevole: la premiata ditta Padre-Figlio gioca ai giganti che abbattono la torre di Babele. Non tutti i dettagli tornano alla perfezione, ma questo è compensato dal tono ironico della vicenda, che sposta il senso più sulla coppia protagonista e sul risultato delle loro azioni che su come fanno ciò che fanno. Coerente col tono e con la vicenda la chiusa finale. Brava, e alla prossima.
Re: Il primo gioco
L'impressione che ho avuto è che il tono comico non sia costante nel corso del racconto, probabilmente la partenza troppo lenta non aiuta a entrare dentro il mood. In casi come questo, mio parere, forse sarebbe meglio partire subito in quarta con qualcosa tipo "Quella torre va abbattuta!" come apertura in modo da settare immediatamente il contesto. Ecco, forse i tempi comici che mi sembrano mancare qui sono tutti quelli in cui rallenti e tergiversi un pelo (che poi rimane sempre un bel leggere dato la tua capacità). Il tema è ovviamente centrato. Per me un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante che vado a piazzare davanti al pari valutato racconto di Viviana per una questione di maggiore consapevolezza del focus.
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