Finzione
- giulio.palmieri
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Finzione
– Fede, le chiavi le hai prese?
– Sì.
– La camicia? Le scarpe?
– Sì.
– Lo spazzolino?
– Lo lascio qui.
– Non ti serve?
– Lo lascio qui.
Federico chiuse con un movimento preciso delle dita la ventiquattr'ore, poi si tirò su, a guardare Sonia che gli parlava dalla porta. I pini del giardino continuavano a dondolarsi sopra il balcone, l’ultima sigaretta di quel giorno esalava un tenue filo di fumo nel posacenere sul comodino.
Sonia aveva qualcosa negli occhi. Forse stava per piangere. Federico la vide avanzare nella stanza, e sedersi sul letto. S’erano trovati per anni in quella stanza al quinto piano, i rami dei pini dondolanti sul balcone, per fare quella che Federico chiamava l’altra vita. Bastava una telefonata. Federico la chiamava facendo appena due squilli. Il giorno dopo, si metteva in treno e andava lì, in quel minuscolo appartamento al quinto piano, a Campione d’Italia. Apriva la valigia che poteva contenere non più di un paio di camicie, uno spazzolino, e cinque o sei rotoli di banconote. In tutto, una ventina di milioni di lire. Lo stretto sufficiente per una settimana. Sonia si faceva trovare nel letto; di notte lo accompagnava al casinò.
Certe sere era andata bene. Federico s’era sentito invaso da quel sentimento di gratitudine destinato in segreto a lui solo, nonostante il lavoro in assicurazione, nonostante la moglie e i figli, nonostante i compleanni e i fine settimana al mare, i regali dovuti ad ogni anniversario, i silenzi, le rabbie e i litigi sotto la finzione della vita quotidiana.
Altre sere, la maggior parte delle sere, invece, aveva perso tutto. Quello era l’ultimo giorno prima del crollo finale.
– È finita, Fede? – chiese Sonia. Con un gesto lento, la vide estrarre un oggetto metallico da sotto il cuscino. Una pistola.
– So quello che provi – disse, in piedi davanti a lei.
– Tu non sai niente – rispose Sonia. Bella, era bellissima: occhi nerissimi sotto le sopracciglia rasate, capelli di rame che le cadevano sinuosi sopra le spalle, il vestito da sera blu che la avvolgeva fino alle ginocchia.
– Quando tornerò a casa – continuò Federico – non avrò più una vita. Sarò costretto a pensare a noi, ai giorni qui dentro, all’ebbrezza delle nostre sere.
– Cosa dirà tua moglie?
– Mi lascerà. Sabato scorso, a casa, è venuto l’ufficiale giudiziario.
– Non puoi mentirle ancora?
– No.
Una lacrima scese sul viso immobile di Sonia, la canna sospesa a mezz’aria.
Federico chiuse per un attimo gli occhi. Poi si girò, afferrò la ventiquattr'ore e raggiunse la porta. L’aprì senza guardarla e la richiuse alle spalle, pensando ai visi di chi lo conosceva, di chi lo aspettava a casa, per sapere la verità.
Solo, ebbe un moto al cuore quando un giovane di non più di vent’anni, un sorriso da idiota sulla faccia, lo apostrofò all’uscita dell’ascensore, chiedendo: – Sonia è al quinto piano, vero?
– Sì.
– La camicia? Le scarpe?
– Sì.
– Lo spazzolino?
– Lo lascio qui.
– Non ti serve?
– Lo lascio qui.
Federico chiuse con un movimento preciso delle dita la ventiquattr'ore, poi si tirò su, a guardare Sonia che gli parlava dalla porta. I pini del giardino continuavano a dondolarsi sopra il balcone, l’ultima sigaretta di quel giorno esalava un tenue filo di fumo nel posacenere sul comodino.
Sonia aveva qualcosa negli occhi. Forse stava per piangere. Federico la vide avanzare nella stanza, e sedersi sul letto. S’erano trovati per anni in quella stanza al quinto piano, i rami dei pini dondolanti sul balcone, per fare quella che Federico chiamava l’altra vita. Bastava una telefonata. Federico la chiamava facendo appena due squilli. Il giorno dopo, si metteva in treno e andava lì, in quel minuscolo appartamento al quinto piano, a Campione d’Italia. Apriva la valigia che poteva contenere non più di un paio di camicie, uno spazzolino, e cinque o sei rotoli di banconote. In tutto, una ventina di milioni di lire. Lo stretto sufficiente per una settimana. Sonia si faceva trovare nel letto; di notte lo accompagnava al casinò.
Certe sere era andata bene. Federico s’era sentito invaso da quel sentimento di gratitudine destinato in segreto a lui solo, nonostante il lavoro in assicurazione, nonostante la moglie e i figli, nonostante i compleanni e i fine settimana al mare, i regali dovuti ad ogni anniversario, i silenzi, le rabbie e i litigi sotto la finzione della vita quotidiana.
Altre sere, la maggior parte delle sere, invece, aveva perso tutto. Quello era l’ultimo giorno prima del crollo finale.
– È finita, Fede? – chiese Sonia. Con un gesto lento, la vide estrarre un oggetto metallico da sotto il cuscino. Una pistola.
– So quello che provi – disse, in piedi davanti a lei.
– Tu non sai niente – rispose Sonia. Bella, era bellissima: occhi nerissimi sotto le sopracciglia rasate, capelli di rame che le cadevano sinuosi sopra le spalle, il vestito da sera blu che la avvolgeva fino alle ginocchia.
– Quando tornerò a casa – continuò Federico – non avrò più una vita. Sarò costretto a pensare a noi, ai giorni qui dentro, all’ebbrezza delle nostre sere.
– Cosa dirà tua moglie?
– Mi lascerà. Sabato scorso, a casa, è venuto l’ufficiale giudiziario.
– Non puoi mentirle ancora?
– No.
Una lacrima scese sul viso immobile di Sonia, la canna sospesa a mezz’aria.
Federico chiuse per un attimo gli occhi. Poi si girò, afferrò la ventiquattr'ore e raggiunse la porta. L’aprì senza guardarla e la richiuse alle spalle, pensando ai visi di chi lo conosceva, di chi lo aspettava a casa, per sapere la verità.
Solo, ebbe un moto al cuore quando un giovane di non più di vent’anni, un sorriso da idiota sulla faccia, lo apostrofò all’uscita dell’ascensore, chiedendo: – Sonia è al quinto piano, vero?
Ultima modifica di giulio.palmieri il lunedì 20 settembre 2021, 23:52, modificato 5 volte in totale.
Re: Finzione
Ciao Giulio! Caratteri e tempo ok anche per te, buona FRANCESCA BERTUZZI EDITION!
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1093
Re: Finzione
Prime Impressioni Ciao Giulio. Piacere di rileggerti. Ho letto il tuo racconto almeno quattro volte, e solo adesso penso di aver unito i punti e aver raggiunto la giusta interpretazione.
Attinenza al tema Direi a posto.
Punti di miglioramento Come ti ho già anticipato, ho faticato a trovare il filo conduttore della storia. Nella mia interpretazione: un uomo ha una doppia vita, è sia un padre di famiglia con un lavoro ben retribuito, sia un giocatore incallito che si incontra con l'amante al casinò. Per qualche ragione finisce i soldi, oppure la famiglia lo scopre, quindi è l'ultima volta che potrà incontrarsi con l'amante e scialacquare i suoi soldi. Nel momento in cui la saluta, lei fa per suicidarsi, ma viene fuori un ragazzo che in realtà è l'amante di lei, e si capisce che lei fingeva di amare il protagonista per potergli soffiare i soldi. È una mia interpretazione, non so se ci ho azzeccato.
A parte la difficoltà di capire la trama, il pezzo ha dei momenti lirici, ma c'è un po' di confusione a inquadrare la prima scena (non riuscivo a collocare spazialmente i personaggi nella stanza) e metà racconto è un lungo spiegone in cui il narratore racconta il background del nostro protagonista.
Punti di forza. Come ho detto, alcuni passaggi hanno una certa forza poetica e lirica, evocando immagini pregne di nostalgia e malinconia. Certamente in quei momenti mi hai lasciato delle emozioni.
Conclusione Nonostante alcuni buoni passaggi, il racconto per me è un po' confuso e offre più spunti di miglioramento che veri punti di forza. Il mio consiglio è di rendere più comprensibile la scena ed eliminare gli spiegoni (o, perlomeno, ridurli al minimo indispensabile e usare altri modi per trasmettere informazioni al lettore, per esempio col fraseggio interiore).
Attinenza al tema Direi a posto.
Punti di miglioramento Come ti ho già anticipato, ho faticato a trovare il filo conduttore della storia. Nella mia interpretazione: un uomo ha una doppia vita, è sia un padre di famiglia con un lavoro ben retribuito, sia un giocatore incallito che si incontra con l'amante al casinò. Per qualche ragione finisce i soldi, oppure la famiglia lo scopre, quindi è l'ultima volta che potrà incontrarsi con l'amante e scialacquare i suoi soldi. Nel momento in cui la saluta, lei fa per suicidarsi, ma viene fuori un ragazzo che in realtà è l'amante di lei, e si capisce che lei fingeva di amare il protagonista per potergli soffiare i soldi. È una mia interpretazione, non so se ci ho azzeccato.
A parte la difficoltà di capire la trama, il pezzo ha dei momenti lirici, ma c'è un po' di confusione a inquadrare la prima scena (non riuscivo a collocare spazialmente i personaggi nella stanza) e metà racconto è un lungo spiegone in cui il narratore racconta il background del nostro protagonista.
Punti di forza. Come ho detto, alcuni passaggi hanno una certa forza poetica e lirica, evocando immagini pregne di nostalgia e malinconia. Certamente in quei momenti mi hai lasciato delle emozioni.
Conclusione Nonostante alcuni buoni passaggi, il racconto per me è un po' confuso e offre più spunti di miglioramento che veri punti di forza. Il mio consiglio è di rendere più comprensibile la scena ed eliminare gli spiegoni (o, perlomeno, ridurli al minimo indispensabile e usare altri modi per trasmettere informazioni al lettore, per esempio col fraseggio interiore).
- GiulianoCannoletta
- Messaggi: 536
Re: Finzione
Ciao Giulio, piacere di averti letto.
Il racconto mi è piaciuto, è intriso di una certa tristezza, nostalgia di qualcosa che si sta perdendo; ma ci sono degli aspetti che potrebbero migliorare.
Il fraseggio iniziale è un po' spiazzante, capiamo che qualcuno sta partendo, o lasciando una stanza, ma ci vuole troppo per avere coordinate più precise sulla scena. Fino a quel momento non sappiamo chi stia parlando, né chi sia Fede.
Il finale mi è risultato poco chiaro, pensavo che Sonia stesse per suicidarsi (e mi aveva lasciato perplesso la reazione di Federico, che la lascia lì con la pistola in mano) ma arriva un altro ragazzo (un altro amante di Sonia?)
Tema direi assolutamente centrato.
A rileggerci presto!
Giuliano
Il racconto mi è piaciuto, è intriso di una certa tristezza, nostalgia di qualcosa che si sta perdendo; ma ci sono degli aspetti che potrebbero migliorare.
Il fraseggio iniziale è un po' spiazzante, capiamo che qualcuno sta partendo, o lasciando una stanza, ma ci vuole troppo per avere coordinate più precise sulla scena. Fino a quel momento non sappiamo chi stia parlando, né chi sia Fede.
Il finale mi è risultato poco chiaro, pensavo che Sonia stesse per suicidarsi (e mi aveva lasciato perplesso la reazione di Federico, che la lascia lì con la pistola in mano) ma arriva un altro ragazzo (un altro amante di Sonia?)
Tema direi assolutamente centrato.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar
Julio Cortázar
- Gabriele Dolzadelli
- Messaggi: 360
- Contatta:
Re: Finzione
Ciao Giulio. Ben ritrovato in questa nuova Era.
Il tuo racconto ha un contesto molto interessante e non ho avuto difficoltà a seguire la logica iniziale che hai costruito.
Il problema l'ho avuto nella seconda metà, quando il tutto si srotola nel suo svolgimento. Non sono riuscito a stare dietro agli sviluppi emotivi dei protagonisti e non mi sono parsi molto solidi. Proverò a spiegarmi.
Partiamo dalla pistola. Sonia la estrae e la tiene in mano per tutto il tempo. Nonostante il gesto farebbe impallidire chiunque, il protagonista non si scompone, non si chiede da dove salti fuori, perché la teneva sotto il cuscino e cosa ne voglia fare. Vuole uccidersi? Vuole ucciderlo? Non viene mostrato nulla di tutto questo, non viene spiegato o fatto intendere. La pistola c'è e rimane lì fino alla fine, come se non ci fosse mai stata. Quindi, da lettore, ne rimango molto perplesso.
Il secondo aspetto riguarda le intenzioni future dei due. Lui ha finito i soldi e la moglie lo lascerà. Se lei, essendo una prostituta, non ne fosse rimasta coinvolta e non lo amasse, si potrebbe comprendere il malessere del protagonista e il loro addio, ma se entrambi sono innamorati l'uno dell'altra (questo viene lasciato intendere) perché non si rifanno una vita insieme? Un uomo che ha l'amante e che viene lasciato dalla moglie non tornerebbe dalla prima? Mi lascia un po' confuso.
L'ultimo aspetto è il ragazzo che cerca la prostituta. Capisco che volevi dare l'informazione sul finale, in merito alla professione di Sonia, ma sarebbe stato più sensato se il ragazzo fosse fuori dalla porta e non all'uscita dell'ascensore. Come faceva il ragazzo a sapere che il protagonista, tra tutte le stanze dell'albergo, era stato in quella di Sonia e in sua compagnia?
Questi sono i buchi che ho individuato e che mi hanno disorientato durante la lettura. Spero ti sia utile. A rileggerci!
Il tuo racconto ha un contesto molto interessante e non ho avuto difficoltà a seguire la logica iniziale che hai costruito.
Il problema l'ho avuto nella seconda metà, quando il tutto si srotola nel suo svolgimento. Non sono riuscito a stare dietro agli sviluppi emotivi dei protagonisti e non mi sono parsi molto solidi. Proverò a spiegarmi.
Partiamo dalla pistola. Sonia la estrae e la tiene in mano per tutto il tempo. Nonostante il gesto farebbe impallidire chiunque, il protagonista non si scompone, non si chiede da dove salti fuori, perché la teneva sotto il cuscino e cosa ne voglia fare. Vuole uccidersi? Vuole ucciderlo? Non viene mostrato nulla di tutto questo, non viene spiegato o fatto intendere. La pistola c'è e rimane lì fino alla fine, come se non ci fosse mai stata. Quindi, da lettore, ne rimango molto perplesso.
Il secondo aspetto riguarda le intenzioni future dei due. Lui ha finito i soldi e la moglie lo lascerà. Se lei, essendo una prostituta, non ne fosse rimasta coinvolta e non lo amasse, si potrebbe comprendere il malessere del protagonista e il loro addio, ma se entrambi sono innamorati l'uno dell'altra (questo viene lasciato intendere) perché non si rifanno una vita insieme? Un uomo che ha l'amante e che viene lasciato dalla moglie non tornerebbe dalla prima? Mi lascia un po' confuso.
L'ultimo aspetto è il ragazzo che cerca la prostituta. Capisco che volevi dare l'informazione sul finale, in merito alla professione di Sonia, ma sarebbe stato più sensato se il ragazzo fosse fuori dalla porta e non all'uscita dell'ascensore. Come faceva il ragazzo a sapere che il protagonista, tra tutte le stanze dell'albergo, era stato in quella di Sonia e in sua compagnia?
Questi sono i buchi che ho individuato e che mi hanno disorientato durante la lettura. Spero ti sia utile. A rileggerci!
- david.callaghan
- Messaggi: 220
Re: Finzione
Ciao
anche io sono rimasto un po' spiazzato devo dire...
Non sono riuscito a dare un senso a tutto. Perché Sonia ha una pistola? Finge di volersi suicidare? E perché?
Mi sembrerebbe più sensato se fosse l'uomo a volersi suicidare, con lei che magari lo rifiuta. Lei cosa perde?
Insomma non ho capito. Mi spiace. :/
anche io sono rimasto un po' spiazzato devo dire...
Non sono riuscito a dare un senso a tutto. Perché Sonia ha una pistola? Finge di volersi suicidare? E perché?
Mi sembrerebbe più sensato se fosse l'uomo a volersi suicidare, con lei che magari lo rifiuta. Lei cosa perde?
Insomma non ho capito. Mi spiace. :/
- invernomuto
- Messaggi: 270
Re: Finzione
Ciao Giulio, piacere di conoscerti!
All'inizio il tuo racconto mi ha ricordato "Colline come elefanti bianchi" di Hemingway: sono entrambi un dialogo a due, sembrano entrambi voler sottintendere qualcosa di celato al lettore, sono entrambi intrisi di tristezza.
Nel momento in cui espliciti la storia e descrivi cos'è successo tra i due protagonisti la magia si "rompe" un pochino, niente di irreparabile naturalmente, ma le meccaniche tra Sonia e Federico sono davvero controintuitive per il lettore: Federico è un disperato, uno di quelli che piacciono a me, che ha perso praticamente tutto e sta andando a dire addio alla propria amante.
I veri dubbi, e di conseguenza i dolori, cominciano quando parli della ventiquattr'ore con la ventina di milioni di lire - lo stretto sufficiente per una settimana. Una settimana di gioco d'azzardo? Una settimana di gioco d'azzardo e una paga per Sonia che è una escort e non un'amante come potremmo pensare? Ma nel caso fosse una escort, perché la pistola e la pantomima? E nel caso fosse un'amante, cosa ci guadagna lei dalla "finzione", oltre ad accompagnare 'sto poveraccio al casinò?
Ho dei dubbi perfino sul finale: il ragazzo di vent'anni è il vero ragazzo di Sonia, quello che ama e non è un pollo da spremere come Federico o è il prossimo pollo da sfruttare?
Purtroppo ho lasciato la lettura con più dubbi di quanti ne avessi quando l'ho iniziata, per cui è davvero difficile giudicare la storia in modo competente - mi auguro di rileggerti nelle prossime edizioni per farmi un'idea migliore del tuo stile di scrittura, a presto.
All'inizio il tuo racconto mi ha ricordato "Colline come elefanti bianchi" di Hemingway: sono entrambi un dialogo a due, sembrano entrambi voler sottintendere qualcosa di celato al lettore, sono entrambi intrisi di tristezza.
Nel momento in cui espliciti la storia e descrivi cos'è successo tra i due protagonisti la magia si "rompe" un pochino, niente di irreparabile naturalmente, ma le meccaniche tra Sonia e Federico sono davvero controintuitive per il lettore: Federico è un disperato, uno di quelli che piacciono a me, che ha perso praticamente tutto e sta andando a dire addio alla propria amante.
I veri dubbi, e di conseguenza i dolori, cominciano quando parli della ventiquattr'ore con la ventina di milioni di lire - lo stretto sufficiente per una settimana. Una settimana di gioco d'azzardo? Una settimana di gioco d'azzardo e una paga per Sonia che è una escort e non un'amante come potremmo pensare? Ma nel caso fosse una escort, perché la pistola e la pantomima? E nel caso fosse un'amante, cosa ci guadagna lei dalla "finzione", oltre ad accompagnare 'sto poveraccio al casinò?
Ho dei dubbi perfino sul finale: il ragazzo di vent'anni è il vero ragazzo di Sonia, quello che ama e non è un pollo da spremere come Federico o è il prossimo pollo da sfruttare?
Purtroppo ho lasciato la lettura con più dubbi di quanti ne avessi quando l'ho iniziata, per cui è davvero difficile giudicare la storia in modo competente - mi auguro di rileggerti nelle prossime edizioni per farmi un'idea migliore del tuo stile di scrittura, a presto.
- wladimiro.borchi
- Messaggi: 396
Re: Finzione
Ciao Giulio,
l'idea della doppia vita è davvero molto buona, ma la tua realizzazione mi ha lasciato basito.
Ci si aspetta di assistere al crollo del castello di bugie del protagonista, invece scopriamo che il crollo è quello finanziario di un giocatore che, apparentemente, ha perso tutto.
OK.
Da qui però mi perdo.
La donna con cui passa le serate della sua doppia vita tira fuori una pistola, lui non si spaventa, quasi che estrarre un arma sia una cosa normale. Esce. Ci aspettiamo che lei si faccia fuori e invece non fa nemmeno quello: non uccide, né minaccia lui, non si uccide per sé. E allora?
Ricordati Chechov: se c'è una pistola, prima o poi sparerà... E invece niente! La pistola compare e resta lì in mano a Sonia senza un apparente motivo.
Poi arriva il ventenne che sale da Sonia.
Chi è? Cosa deve dedurne il lettore?
Nonostante alcuni passaggi molto lirici, un racconto che mi ha lasciato molte perplessità.
A rileggerci presto.
W
l'idea della doppia vita è davvero molto buona, ma la tua realizzazione mi ha lasciato basito.
Ci si aspetta di assistere al crollo del castello di bugie del protagonista, invece scopriamo che il crollo è quello finanziario di un giocatore che, apparentemente, ha perso tutto.
OK.
Da qui però mi perdo.
La donna con cui passa le serate della sua doppia vita tira fuori una pistola, lui non si spaventa, quasi che estrarre un arma sia una cosa normale. Esce. Ci aspettiamo che lei si faccia fuori e invece non fa nemmeno quello: non uccide, né minaccia lui, non si uccide per sé. E allora?
Ricordati Chechov: se c'è una pistola, prima o poi sparerà... E invece niente! La pistola compare e resta lì in mano a Sonia senza un apparente motivo.
Poi arriva il ventenne che sale da Sonia.
Chi è? Cosa deve dedurne il lettore?
Nonostante alcuni passaggi molto lirici, un racconto che mi ha lasciato molte perplessità.
A rileggerci presto.
W
- giulio.palmieri
- Messaggi: 258
Re: Finzione
Salve ragazzi, rispondo qui a tutti.
Vi ringrazio per i commenti; credo di aver fatto l'errore di imporre un senso dall'alto alla vicenda, invece di lasciare che i personaggi semplicemente vivessero la loro storia.
A parte la backstory del protagonista, che magari poteva essere accorciata (e di conseguenza l'effetto "spiegone") il finale è stato pensato per far emergere la finzione del tutto: appena chiusa la porta, nonostante la scena all'interno della stanza sembrasse sul punto di esplodere, ecco presentarsi l'amante ventenne di Sonia, a dire che insomma, nonostante il crollo, la disperazione etc. la vita continua e ognuno pensa agli affari suoi.
Ho imposto quel finale per dare il senso che sentivo alla vicenda, e di conseguenza il resto, da un certo punto in poi, è risultato forzato (Sonia resta con la pistola in mano, esce di scena senza un seguito); il protagonista lascia la stanza totalmente immerso nelle sue preoccupazioni: il rapporto tra i due non esplode, non trova una soluzione.
Insomma, il senso di una storia va cercato da dentro la storia stessa, senza imporre soluzioni forzate. Una lezione in più, da mettere nella cassetta degli attrezzi. Grazie e alla prossima.
Vi ringrazio per i commenti; credo di aver fatto l'errore di imporre un senso dall'alto alla vicenda, invece di lasciare che i personaggi semplicemente vivessero la loro storia.
A parte la backstory del protagonista, che magari poteva essere accorciata (e di conseguenza l'effetto "spiegone") il finale è stato pensato per far emergere la finzione del tutto: appena chiusa la porta, nonostante la scena all'interno della stanza sembrasse sul punto di esplodere, ecco presentarsi l'amante ventenne di Sonia, a dire che insomma, nonostante il crollo, la disperazione etc. la vita continua e ognuno pensa agli affari suoi.
Ho imposto quel finale per dare il senso che sentivo alla vicenda, e di conseguenza il resto, da un certo punto in poi, è risultato forzato (Sonia resta con la pistola in mano, esce di scena senza un seguito); il protagonista lascia la stanza totalmente immerso nelle sue preoccupazioni: il rapporto tra i due non esplode, non trova una soluzione.
Insomma, il senso di una storia va cercato da dentro la storia stessa, senza imporre soluzioni forzate. Una lezione in più, da mettere nella cassetta degli attrezzi. Grazie e alla prossima.
- Pietro D'Addabbo
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Re: Finzione
Ciao Giulio, piacere di leggerti.
Ai commenti degli altri aggiunto due mie note.
La prima riguarda l'uso del nomignolo 'Fede' all'inizio del dialogo. Per quanto capisco che voglia dare l'impressione di un gergo personale ed intimo fra i due, questo nome non esplcita il genere del personaggio, costringendo a sospendere l'immaginazione persino su quell'unico dettaglio che il dialogo pareva dare. E' solo dopo che scopriamo che si tratta di un Federico e non di una Federica: a quel punto ho dovuto ricominciare il testo assegnando il genere giusto ai due interlocutori.
La seconda nota riguarda la mancata coerenza fra la prima e la seconda parte: il dialogo mostra una donna premurosa che si preoccupa persino dell'igiene orale del compagno, il testo finale invece l'apparente intenzione criminale della stessa donna. Anch'io tra l'altro non sono riuscito a decidere se la donna avesse intenzioni di commettere un omicidio o un suicidio.
Un racconto perfezionabile ma comunque in tema.
Ai commenti degli altri aggiunto due mie note.
La prima riguarda l'uso del nomignolo 'Fede' all'inizio del dialogo. Per quanto capisco che voglia dare l'impressione di un gergo personale ed intimo fra i due, questo nome non esplcita il genere del personaggio, costringendo a sospendere l'immaginazione persino su quell'unico dettaglio che il dialogo pareva dare. E' solo dopo che scopriamo che si tratta di un Federico e non di una Federica: a quel punto ho dovuto ricominciare il testo assegnando il genere giusto ai due interlocutori.
La seconda nota riguarda la mancata coerenza fra la prima e la seconda parte: il dialogo mostra una donna premurosa che si preoccupa persino dell'igiene orale del compagno, il testo finale invece l'apparente intenzione criminale della stessa donna. Anch'io tra l'altro non sono riuscito a decidere se la donna avesse intenzioni di commettere un omicidio o un suicidio.
Un racconto perfezionabile ma comunque in tema.
Ultima modifica di Pietro D'Addabbo il lunedì 4 ottobre 2021, 9:00, modificato 1 volta in totale.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)
Re: Finzione
Ciao Giulio,
piacere di leggerti. Il tuo racconto ha una forza malinconica che va oltre. Nonostante ci siano dubbi che non sono riuscita a comprendere (ma ci torno dopo), mi ha lasciato un senso di tristezza addosso difficile da spiegare (il che è positivo).
Passo alla nota dolente: non ho capito.
La tipa tira fuori una pistola e Fede non fa una smorfia, come se fosse normale avere una pistola sotto il cuscino. Anche il tono del dialogo post-pistola non riesco a immaginarlo: deve essere triste? Non ho appigli per carpirlo. In particolare "so quello che provi" mi ha un po' confusa, perché non sapevo se era solo triste o anche spaventato.
Il finale secondo me è un potenziale inespresso: fa cadere il castello di carte che c'era prima, fa intuire che anche la premura della donna era fugace e momentanea come la vita a cui si era dedicato. Solo che è un'intuizione debole, che arriva a stento e solo dopo un po' di riletture.
Alla prima lettura, infatti, pensavo che il giovincello avrebbe trovato Sonia morta. Mi manca un accenno di finzione, giusto una punta, nel corpo che mi permetta di cogliere meglio il finale.
A presto,
Morena
piacere di leggerti. Il tuo racconto ha una forza malinconica che va oltre. Nonostante ci siano dubbi che non sono riuscita a comprendere (ma ci torno dopo), mi ha lasciato un senso di tristezza addosso difficile da spiegare (il che è positivo).
Passo alla nota dolente: non ho capito.
La tipa tira fuori una pistola e Fede non fa una smorfia, come se fosse normale avere una pistola sotto il cuscino. Anche il tono del dialogo post-pistola non riesco a immaginarlo: deve essere triste? Non ho appigli per carpirlo. In particolare "so quello che provi" mi ha un po' confusa, perché non sapevo se era solo triste o anche spaventato.
Il finale secondo me è un potenziale inespresso: fa cadere il castello di carte che c'era prima, fa intuire che anche la premura della donna era fugace e momentanea come la vita a cui si era dedicato. Solo che è un'intuizione debole, che arriva a stento e solo dopo un po' di riletture.
Alla prima lettura, infatti, pensavo che il giovincello avrebbe trovato Sonia morta. Mi manca un accenno di finzione, giusto una punta, nel corpo che mi permetta di cogliere meglio il finale.
A presto,
Morena
- Andrea Furlan
- Messaggi: 465
Re: Finzione
Ciao Giulio,
ti faccio i miei complimenti, questo racconto me lo sono goduto tutto dalla prima all'ultima parola. Buona la struttura con il dialogo a inizio e fine e la parte descrittiva al centro, buona l'immedesimazione in entrambi i personaggi che manda avanti la storia, pennellata in modo sapiente da poche espressioni come quella dell'ufficiale giudiziario che in due parole spiega perché lui debba abbandonare la sua seconda vita. Ottimo il finale, un plot twist garbato che mi ha spiazzato. Tema centrato assolutamente.
Ho solo un dubbio sulla pistola che non mi è sembrata necessaria e delle due confonde le idee. D'altro lato la sua presenza lascia presagire una fine tragica che poi non c'è: alla prima lettura questo ha contribuito a dare più forza al finale per il senso di spiazzamento, ma riflettendoci meglio è un elemento che forse poteva essere gestito in modo diverso.
In sintesi ottima prova, complimenti!
ti faccio i miei complimenti, questo racconto me lo sono goduto tutto dalla prima all'ultima parola. Buona la struttura con il dialogo a inizio e fine e la parte descrittiva al centro, buona l'immedesimazione in entrambi i personaggi che manda avanti la storia, pennellata in modo sapiente da poche espressioni come quella dell'ufficiale giudiziario che in due parole spiega perché lui debba abbandonare la sua seconda vita. Ottimo il finale, un plot twist garbato che mi ha spiazzato. Tema centrato assolutamente.
Ho solo un dubbio sulla pistola che non mi è sembrata necessaria e delle due confonde le idee. D'altro lato la sua presenza lascia presagire una fine tragica che poi non c'è: alla prima lettura questo ha contribuito a dare più forza al finale per il senso di spiazzamento, ma riflettendoci meglio è un elemento che forse poteva essere gestito in modo diverso.
In sintesi ottima prova, complimenti!
- giulio.palmieri
- Messaggi: 258
Re: Finzione
Ciao Morena e Andrea, vi ringrazio per i commenti!
Il racconto è una base per un racconto più lungo a cui sto lavorando, mi fa piacere che vi sia piaciuta la nota malinconica e la vicenda. In effetti, la fine con la pistola lasciata sospesa a metà dovrebbe avere uno scioglimento più chiaro, così come il plot twist finale (magari con una piccola semina precedente). Continuo a lavorarci (la fine estate aiuta). Un saluto e a rileggerci
Il racconto è una base per un racconto più lungo a cui sto lavorando, mi fa piacere che vi sia piaciuta la nota malinconica e la vicenda. In effetti, la fine con la pistola lasciata sospesa a metà dovrebbe avere uno scioglimento più chiaro, così come il plot twist finale (magari con una piccola semina precedente). Continuo a lavorarci (la fine estate aiuta). Un saluto e a rileggerci
Re: Finzione
Sì, con quel finale ti sei giocato l'interpretazione del racconto da parte del lettore, mandandolo in confusione. Ed è un peccato perché fino a quel punto reggeva e, pur in presenza di una problematica piuttosto rilevante legata alla mancata caratterizzazione di Sonia, la lettura era soddisfacente. Poi quel ragazzo alla fine e tutti i dubbi a seguire con conseguente perdita di valore della parte legata alla pistola. Detto questo, il tema è ben declinato, ci troviamo al tramonto di una relazione, preludio del crollo della vita del protagonista. Per me stiamo su un pollice tendente verso il positivo anche se non in modo solido e in classifica ti piazzo davanti al pari valutato racconto di Catanzaro che, pur avendo maggiori potenzialità, presenta maggiori criticità.
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