Non riesco a pensare a un finale più semplice
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Non riesco a pensare a un finale più semplice
Se potessi dare una parola a questa situazione? Ineluttabilità.
Accarezzo i bordi tondi e caldi di questa tazza di caffè, vorrei farmi piccola piccola per poterla abbracciare tutta. Era la tazza per la colazione del sabato mattina, quando poi si tornava tutti e due a letto e in un attimo veniva mezzogiorno. Ora è la tazza di una che m’assomiglia.
Lui siede di fronte a me, in questa cucina dai colori stinti che nemmeno riconosco. «Laura, guardami. Per favore.»
È difficile, ma distolgo l’attenzione dal caffè e dalle mie unghie rosicchiate e senza smalto. Nei suoi occhi c’è frustrazione.
Nel primo finale a sorpresa che ho in mente, si scopre che lui non mi ha mai tradita. Che soffro di una malattia mentale per cui mi sono inventata tutto. Che lui in realtà è più un angelo custode, che mi prende la mano e all’improvviso ricordo tutto. E invece no.
«Laura.» Lui si tiene la tempia, fa un lungo respiro. «Non posso stare senza di te. Ce lo siamo promessi.»
Nel secondo finale a sorpresa, si scopre che era tutto un sogno. Che non c’è mai stato un momento in cui lui mi diceva, possiamo superare questo momento. Che non gli ho mai, mai risposto, va bene proviamoci. Un sogno: d’accordo, chiamiamolo pure cliché. Ma a farebbe un sacco bene il sapere di non essere caduta tanto in basso.
«Laura. Ti amo.» E so che lo pensa davvero. C’è amore in tutte le cose che fa. Come quando torna a casa dal lavoro e anch’io sono appena rientrata, quando mi abbraccia e sussurra all’orecchio parole dolci e parole birichine. Le sussurra alla donna che vive con lui, che all’inizio fingeva di ridere, poi ha provato sempre più schifo per sé stessa e alla fine ha smesso di esistere.
In un altro finale che ho in mente, si scopre che mi sono ammazzata nella vasca da bagno e gli ho lasciato una lettera. Una lettera strappalacrime che ci assolve entrambi dai nostri peccati, grandi e piccoli, perché siamo persone e il mondo certe volte non è il posto adatto.
La pendola accanto alla credenza suona la mezza. Odio quel suono, mi è diventato intollerabile.
Lui stende la mano sopra il tavolo, verso di me. Le venature del legno corrono dal suo anulare con la fede fino alla mia tazza. La sollevo e taglio questo contatto accidentale.
«Laura, dimmi cosa posso fare.»
Nel finale più spettacolare, lui è morto e sto parlando al suo spirito. Il corpo giace in una pozza di sangue, la cornetta del telefono penzola inerte e fuori si intravedono già i lampeggianti.
Mi sfugge un sorriso, ogni tanto ci vuole un po’ di cattiveria. Lasciamolo vivo, per stavolta.
Il fatto è che per certi versi sono fortunata. La donna che m’assomiglia non ha commesso sciocchezze, nessun figlio riparatore a cui ora bisognerebbe dare spiegazioni. La donna che m’assomiglia si è lasciata annientare dagli eventi, tutto qui.
Al diavolo anche il caffè. Spingo indietro la sedia, questa normalissima sedia impagliata brutta come la fame in questa storia che non sa di niente.
Lui non si perde un gesto, gli occhi congestionati perché sa che è il capolinea. Schiude le labbra.
«Sta’ zitto, ti prego. Stattene zitto.»
E mi dà ascolto.
In un ultimo finale che ho in mente, è tutta una simulazione e tu guardi da dietro un computer. Per imparare qualcosa, si suppone, ed evitare questo finale sciapo.
Ma nessuna persona ha il tempo di imparare, nemmeno da sé stessa. Ognuna è convinto di avere il modo giusto di risolvere le proprie miserie.
Dalla sua sedia, lui si copre il viso e inizia a piangere. A posto così, posso andarmene senza sbattere la porta. E tanti saluti.
Nei film, questi finali a sorpresa hanno un nome tecnico, ma chi se lo ricorda più. Forse anche solo il fatto di averli ipotizzarli mi ha fatta finire qui, sulla soglia, un passo alla volta.
Non riconosco più nulla di queste quattro mura e di chi ci stava dentro.
E ora purtroppo è tardi, e non riesco a pensare a un finale più semplice.
Accarezzo i bordi tondi e caldi di questa tazza di caffè, vorrei farmi piccola piccola per poterla abbracciare tutta. Era la tazza per la colazione del sabato mattina, quando poi si tornava tutti e due a letto e in un attimo veniva mezzogiorno. Ora è la tazza di una che m’assomiglia.
Lui siede di fronte a me, in questa cucina dai colori stinti che nemmeno riconosco. «Laura, guardami. Per favore.»
È difficile, ma distolgo l’attenzione dal caffè e dalle mie unghie rosicchiate e senza smalto. Nei suoi occhi c’è frustrazione.
Nel primo finale a sorpresa che ho in mente, si scopre che lui non mi ha mai tradita. Che soffro di una malattia mentale per cui mi sono inventata tutto. Che lui in realtà è più un angelo custode, che mi prende la mano e all’improvviso ricordo tutto. E invece no.
«Laura.» Lui si tiene la tempia, fa un lungo respiro. «Non posso stare senza di te. Ce lo siamo promessi.»
Nel secondo finale a sorpresa, si scopre che era tutto un sogno. Che non c’è mai stato un momento in cui lui mi diceva, possiamo superare questo momento. Che non gli ho mai, mai risposto, va bene proviamoci. Un sogno: d’accordo, chiamiamolo pure cliché. Ma a farebbe un sacco bene il sapere di non essere caduta tanto in basso.
«Laura. Ti amo.» E so che lo pensa davvero. C’è amore in tutte le cose che fa. Come quando torna a casa dal lavoro e anch’io sono appena rientrata, quando mi abbraccia e sussurra all’orecchio parole dolci e parole birichine. Le sussurra alla donna che vive con lui, che all’inizio fingeva di ridere, poi ha provato sempre più schifo per sé stessa e alla fine ha smesso di esistere.
In un altro finale che ho in mente, si scopre che mi sono ammazzata nella vasca da bagno e gli ho lasciato una lettera. Una lettera strappalacrime che ci assolve entrambi dai nostri peccati, grandi e piccoli, perché siamo persone e il mondo certe volte non è il posto adatto.
La pendola accanto alla credenza suona la mezza. Odio quel suono, mi è diventato intollerabile.
Lui stende la mano sopra il tavolo, verso di me. Le venature del legno corrono dal suo anulare con la fede fino alla mia tazza. La sollevo e taglio questo contatto accidentale.
«Laura, dimmi cosa posso fare.»
Nel finale più spettacolare, lui è morto e sto parlando al suo spirito. Il corpo giace in una pozza di sangue, la cornetta del telefono penzola inerte e fuori si intravedono già i lampeggianti.
Mi sfugge un sorriso, ogni tanto ci vuole un po’ di cattiveria. Lasciamolo vivo, per stavolta.
Il fatto è che per certi versi sono fortunata. La donna che m’assomiglia non ha commesso sciocchezze, nessun figlio riparatore a cui ora bisognerebbe dare spiegazioni. La donna che m’assomiglia si è lasciata annientare dagli eventi, tutto qui.
Al diavolo anche il caffè. Spingo indietro la sedia, questa normalissima sedia impagliata brutta come la fame in questa storia che non sa di niente.
Lui non si perde un gesto, gli occhi congestionati perché sa che è il capolinea. Schiude le labbra.
«Sta’ zitto, ti prego. Stattene zitto.»
E mi dà ascolto.
In un ultimo finale che ho in mente, è tutta una simulazione e tu guardi da dietro un computer. Per imparare qualcosa, si suppone, ed evitare questo finale sciapo.
Ma nessuna persona ha il tempo di imparare, nemmeno da sé stessa. Ognuna è convinto di avere il modo giusto di risolvere le proprie miserie.
Dalla sua sedia, lui si copre il viso e inizia a piangere. A posto così, posso andarmene senza sbattere la porta. E tanti saluti.
Nei film, questi finali a sorpresa hanno un nome tecnico, ma chi se lo ricorda più. Forse anche solo il fatto di averli ipotizzarli mi ha fatta finire qui, sulla soglia, un passo alla volta.
Non riconosco più nulla di queste quattro mura e di chi ci stava dentro.
E ora purtroppo è tardi, e non riesco a pensare a un finale più semplice.
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Ciao Andrea! Parametri ok anche per te! Divertiti in questa Luca Cristiano Edition!
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Interessante…
un flusso di coscienza con una voce narrante che mi ha coinvolto, pratico e diretto. Mi è piaciuto come la ragazza ironizza sulla situazione che in realtà la sta lacerando.
Tema originale, lei che si ritrova estranea in casa sua, o forse addirittura nella sua vita.
non sappiamo perché la loro storia è finita, ma non c'è né bisogno. ci basta sapere che è arrivata al finale e in questi momenti della vita, ognuno si inventa il finale che più gli conviene.
Ottimo lavoro, davvero.
un flusso di coscienza con una voce narrante che mi ha coinvolto, pratico e diretto. Mi è piaciuto come la ragazza ironizza sulla situazione che in realtà la sta lacerando.
Tema originale, lei che si ritrova estranea in casa sua, o forse addirittura nella sua vita.
non sappiamo perché la loro storia è finita, ma non c'è né bisogno. ci basta sapere che è arrivata al finale e in questi momenti della vita, ognuno si inventa il finale che più gli conviene.
Ottimo lavoro, davvero.
- GiulianoCannoletta
- Messaggi: 520
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Ciao Andrea piacere di averti letto.
Un racconto che mi ha colpito per la sua originalità, mentre affrontano la loro crisi Laura immagini finali alternativi che la renderebbero meno patetica. Il tema forse preso un po' lateralmente, l'ho riscontrato solo nelle battute finali.
Allo stesso tempo questa struttura del racconto mi è parso un po' indebolirlo mentre proseguivo a leggerlo. Diventa un po' ritmica, senza particolari sbalzi, e il finale mi è parso debole.
Si tratta comunque di un gran bel pezzo e una piacevole lettura.
A rileggerci presto!
Giuliano
Un racconto che mi ha colpito per la sua originalità, mentre affrontano la loro crisi Laura immagini finali alternativi che la renderebbero meno patetica. Il tema forse preso un po' lateralmente, l'ho riscontrato solo nelle battute finali.
Allo stesso tempo questa struttura del racconto mi è parso un po' indebolirlo mentre proseguivo a leggerlo. Diventa un po' ritmica, senza particolari sbalzi, e il finale mi è parso debole.
Si tratta comunque di un gran bel pezzo e una piacevole lettura.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar
Julio Cortázar
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Michael Dag ha scritto:Interessante…
un flusso di coscienza con una voce narrante che mi ha coinvolto, pratico e diretto. Mi è piaciuto come la ragazza ironizza sulla situazione che in realtà la sta lacerando.
Tema originale, lei che si ritrova estranea in casa sua, o forse addirittura nella sua vita.
non sappiamo perché la loro storia è finita, ma non c'è né bisogno. ci basta sapere che è arrivata al finale e in questi momenti della vita, ognuno si inventa il finale che più gli conviene.
Ottimo lavoro, davvero.
Dag!
ciao e grazie mille, sono contento sia piaciuto. tra l'altro mi sono accorto che mi avevi commentato extra anche il lavoro precedente (quello su Primula) e non ti ho mai risposto... chiedo perdono!
grazie ancora e buona edition, a presto!
andrea
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Andrea piacere di averti letto.
Un racconto che mi ha colpito per la sua originalità, mentre affrontano la loro crisi Laura immagini finali alternativi che la renderebbero meno patetica. Il tema forse preso un po' lateralmente, l'ho riscontrato solo nelle battute finali.
Allo stesso tempo questa struttura del racconto mi è parso un po' indebolirlo mentre proseguivo a leggerlo. Diventa un po' ritmica, senza particolari sbalzi, e il finale mi è parso debole.
Si tratta comunque di un gran bel pezzo e una piacevole lettura.
A rileggerci presto!
Giuliano
grazie mille Giuliano, sì la struttura del testo ha degli elementi ricorrenti. un gioco che si può usare con un numero limitato di caratteri, naturalmente, sennò diventa una rottura..
buona edition!
andrea
- wladimiro.borchi
- Messaggi: 396
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Bene,
intanto ti dico che ho letto il titolo e mi sono sganasciato.
Ora leggo il resto.
W
intanto ti dico che ho letto il titolo e mi sono sganasciato.
Ora leggo il resto.
W
- wladimiro.borchi
- Messaggi: 396
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Ciao Andrea,
il titolo mi aveva spiazzato.
Mi aspettavo qualcosa di leggero e invece ho trovato un piccolo capolavoro.
Davvero bravo da morire: un'idea davvero geniale e scritta con la tua solita maestria.
Mi hai fatto emozionare tantissimo in una manciata di battute.
Invidio sinceramente la tua sensibilità e la tua arte.
Forse potevi dargli una chiusa un po' più a effetto, ma solo per trovarti un difetto (che sennò ti monti la testa).
Bravo davvero!
W
il titolo mi aveva spiazzato.
Mi aspettavo qualcosa di leggero e invece ho trovato un piccolo capolavoro.
Davvero bravo da morire: un'idea davvero geniale e scritta con la tua solita maestria.
Mi hai fatto emozionare tantissimo in una manciata di battute.
Invidio sinceramente la tua sensibilità e la tua arte.
Forse potevi dargli una chiusa un po' più a effetto, ma solo per trovarti un difetto (che sennò ti monti la testa).
Bravo davvero!
W
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
wladimiro.borchi ha scritto:Bene,
intanto ti dico che ho letto il titolo e mi sono sganasciato.
Ora leggo il resto.
ahahahahahahaha
wladimiro.borchi ha scritto:Ciao Andrea,
il titolo mi aveva spiazzato.
Mi aspettavo qualcosa di leggero e invece ho trovato un piccolo capolavoro.
Davvero bravo da morire: un'idea davvero geniale e scritta con la tua solita maestria.
Mi hai fatto emozionare tantissimo in una manciata di battute.
Invidio sinceramente la tua sensibilità e la tua arte.
Forse potevi dargli una chiusa un po' più a effetto, ma solo per trovarti un difetto (che sennò ti monti la testa).
Bravo davvero!
W
grazie mille, Wlad! sono molto contento
buon girone!
andrea
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Andrea Lauro ha scritto:wladimiro.borchi ha scritto:Bene,
intanto ti dico che ho letto il titolo e mi sono sganasciato.
Ora leggo il resto.
XDwladimiro.borchi ha scritto:Ciao Andrea,
il titolo mi aveva spiazzato.
Mi aspettavo qualcosa di leggero e invece ho trovato un piccolo capolavoro.
Davvero bravo da morire: un'idea davvero geniale e scritta con la tua solita maestria.
Mi hai fatto emozionare tantissimo in una manciata di battute.
Invidio sinceramente la tua sensibilità e la tua arte.
Forse potevi dargli una chiusa un po' più a effetto, ma solo per trovarti un difetto (che sennò ti monti la testa).
Bravo davvero!
W
grazie mille, Wlad! sono molto contento
buon girone!
andrea
- david.callaghan
- Messaggi: 220
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Ciao e piacere di rileggerti.
Originale interpretazione del tema: la tua casa che ti diventa estranea. Lo hai affrontato bene, anche se trovo che tanta introspezione appesantisca oggettivamene il racconto, nonostante tu abbia fatto il possibile per non far notare la cosa.
Non sono un fan dei racconti basati sulle relazioni di coppia, ma lo trovo un ottimo pezzo.
Originale interpretazione del tema: la tua casa che ti diventa estranea. Lo hai affrontato bene, anche se trovo che tanta introspezione appesantisca oggettivamene il racconto, nonostante tu abbia fatto il possibile per non far notare la cosa.
Non sono un fan dei racconti basati sulle relazioni di coppia, ma lo trovo un ottimo pezzo.
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1072
- Contatta:
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Ciao Andrea!
E' da un po' che non commentavo un tuo racconto. Mi sono concesso un fuorigirone, ma ne è valsa la pena.
Cosa dire? Hai avuto un'idea vincente e geniale: prendere tutti i più importanti cliché dei finali, mescolarli e renderli una storia.
Ottimo il tema (essere estranei a casa propria, nella propria esistenza, quindi, per traslato, essere in casa d'altri) e ottima la perizia nella scrittura. Un po' di appesantimento nel monologo interiore qua e là e qualche ripetizione di troppo ("In un altro finale che ho in mente") hanno rallentato la lettura, ma nulla di così penalizzante.
Bravo!
In bocca al lupo!
Emiliano.
E' da un po' che non commentavo un tuo racconto. Mi sono concesso un fuorigirone, ma ne è valsa la pena.
Cosa dire? Hai avuto un'idea vincente e geniale: prendere tutti i più importanti cliché dei finali, mescolarli e renderli una storia.
Ottimo il tema (essere estranei a casa propria, nella propria esistenza, quindi, per traslato, essere in casa d'altri) e ottima la perizia nella scrittura. Un po' di appesantimento nel monologo interiore qua e là e qualche ripetizione di troppo ("In un altro finale che ho in mente") hanno rallentato la lettura, ma nulla di così penalizzante.
Bravo!
In bocca al lupo!
Emiliano.
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
david.callaghan ha scritto:Ciao e piacere di rileggerti.
Originale interpretazione del tema: la tua casa che ti diventa estranea. Lo hai affrontato bene, anche se trovo che tanta introspezione appesantisca oggettivamene il racconto, nonostante tu abbia fatto il possibile per non far notare la cosa.
Non sono un fan dei racconti basati sulle relazioni di coppia, ma lo trovo un ottimo pezzo.
Ciao David, benritrovato anche a questa edizione!
Grazie mille del commento, a presto
Andrea
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Andrea!
E' da un po' che non commentavo un tuo racconto. Mi sono concesso un fuorigirone, ma ne è valsa la pena.
Cosa dire? Hai avuto un'idea vincente e geniale: prendere tutti i più importanti cliché dei finali, mescolarli e renderli una storia.
Ottimo il tema (essere estranei a casa propria, nella propria esistenza, quindi, per traslato, essere in casa d'altri) e ottima la perizia nella scrittura. Un po' di appesantimento nel monologo interiore qua e là e qualche ripetizione di troppo ("In un altro finale che ho in mente") hanno rallentato la lettura, ma nulla di così penalizzante.
Bravo!
In bocca al lupo!
Emiliano.
Ciao Emi!
Trovi il tempo di passare a commentare e sei sempre carinerrimo...
Mi fa molto piacere, a presto
Andrea
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Ciao Andrea,
il tuo racconto mi è piaciuto e anche il tema è stato gestito bene. Mi piace anche come hai inserito piccoli elementi - la fede, il tradimento - in grado di costruire senza dilungarti troppo tutto il mondo che c'è intorno questa coppia. Sono elementi inseriti in modo molto naturale, ed è una cosa che mi è piaciuta tanto.
L'unica cosa che mi sento di segnalarti è che verso la fine forse il testo si appiattisce un po', mi vede più distratta e meno coinvolta. Forse perché in mezzo a tutti questi finali quello vero mi è sfuggito, forse perché i vari tentativi di comunicazione di lui mi avevano creato aspettativa di un confronto un po' più diretto.
Per il resto un'ottima prova!
Morena
il tuo racconto mi è piaciuto e anche il tema è stato gestito bene. Mi piace anche come hai inserito piccoli elementi - la fede, il tradimento - in grado di costruire senza dilungarti troppo tutto il mondo che c'è intorno questa coppia. Sono elementi inseriti in modo molto naturale, ed è una cosa che mi è piaciuta tanto.
L'unica cosa che mi sento di segnalarti è che verso la fine forse il testo si appiattisce un po', mi vede più distratta e meno coinvolta. Forse perché in mezzo a tutti questi finali quello vero mi è sfuggito, forse perché i vari tentativi di comunicazione di lui mi avevano creato aspettativa di un confronto un po' più diretto.
Per il resto un'ottima prova!
Morena
- StefanoPais
- Messaggi: 40
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Ciao Andrea,
Flusso di coscienza ben gestito, ho apprezzato la tua scelta di far razionalizzare il punto di vista facendole immaginare finali alternativi che staccandola dalla realtà della situazione ne sottolineano la drammaticità.
L'ambiente familiare che è divenuto estraneo è ben costruito e fa emergere il tema in modo forte.
Complimenti.
Flusso di coscienza ben gestito, ho apprezzato la tua scelta di far razionalizzare il punto di vista facendole immaginare finali alternativi che staccandola dalla realtà della situazione ne sottolineano la drammaticità.
L'ambiente familiare che è divenuto estraneo è ben costruito e fa emergere il tema in modo forte.
Complimenti.
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
StefanoPais ha scritto:Ciao Andrea,
Flusso di coscienza ben gestito, ho apprezzato la tua scelta di far razionalizzare il punto di vista facendole immaginare finali alternativi che staccandola dalla realtà della situazione ne sottolineano la drammaticità.
L'ambiente familiare che è divenuto estraneo è ben costruito e fa emergere il tema in modo forte.
Complimenti.
grazie mille, Stefano!
a presto,
andrea
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
read_only ha scritto:Ciao Andrea,
il tuo racconto mi è piaciuto e anche il tema è stato gestito bene. Mi piace anche come hai inserito piccoli elementi - la fede, il tradimento - in grado di costruire senza dilungarti troppo tutto il mondo che c'è intorno questa coppia. Sono elementi inseriti in modo molto naturale, ed è una cosa che mi è piaciuta tanto.
L'unica cosa che mi sento di segnalarti è che verso la fine forse il testo si appiattisce un po', mi vede più distratta e meno coinvolta. Forse perché in mezzo a tutti questi finali quello vero mi è sfuggito, forse perché i vari tentativi di comunicazione di lui mi avevano creato aspettativa di un confronto un po' più diretto.
Per il resto un'ottima prova!
Morena
ciao Morena e grazie mille,
sì è una struttura buona per un testo brevissimo, non un carattere di più!
buona edition!
andrea
- Andrea Furlan
- Messaggi: 423
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Ciao Andrea,
Mi unisco solo parzialmente ai commenti positivi degli altri: trovo anch'io buona e originale l'idea del flusso di coscienza, il non riconoscere la propria casa (tema centrato in modo davvero unico), l'alternarsi della situazione reale e i pensieri della protagonista. Purtroppo ho dovuto rileggere diverse volte prima di capire, cosa che non mi ha fatto immergere nella storia come avrei voluto.
Mi unisco solo parzialmente ai commenti positivi degli altri: trovo anch'io buona e originale l'idea del flusso di coscienza, il non riconoscere la propria casa (tema centrato in modo davvero unico), l'alternarsi della situazione reale e i pensieri della protagonista. Purtroppo ho dovuto rileggere diverse volte prima di capire, cosa che non mi ha fatto immergere nella storia come avrei voluto.
- Shanghai Kid
- Messaggi: 350
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Ciao Andrea, innanzitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
Appena ho letto il tuo titolo ho pensato che il tuo fosse solo uno pseudonimo usato da Lina Wertmüller per partecipare a questo fantastico contest. Scherzi a parte, il tuo racconto mi ha colpito e piacevolmente stupito. Le immagini che crei sono vivide e delicate al contempo, scrivi di un argomento attuale e doloroso senza minimizzarlo, ma nemmeno enfatizzarlo in quel modo fastidioso che talvolta usiamo facendo perdere il senso del messaggio.
Non ho appunti stilistici, trovo il tuo modo di scrivere come una carezza, nonostante l’argomento sia un pugno in faccia, l’unica frase di cui non mi è piaciuta la costruzione è questa (dove ti è scappato anche un errore di battitura): “Ma a farebbe un sacco bene il sapere di non essere caduta tanto in basso.” che riscriverei semplicemente così: “A me farebbe un sacco bene sapere di non essere caduta tanto in basso.”, ma sono inezie. Ho un appunto invece su una scelta lessicale: “ parole birichine”. Personalmente ho trovato questo aggettivo inadatto e stonato rispetto al resto. E’ una donna che parla, non una bambina e la pudicizia che hai usato qui mi sembra esagerata e irrealistica. Questo pensiero, invece, mi sembra monco: “non è il posto adatto.” Adatto a cosa? Lo specificherei. Adatto alla vita? Alle relazioni? A un amore così? A gente sensibile?
“brutta come la fame” è troppo inflazionato, avrei cercato di esprimere lo stesso concetto diversamente, legandolo magari di più al contesto “brutta come questa storia che non sa di niente”.
“Ognuna è convinto”: ti è sfuggito un piccolo errore di concordanza.
“averli ipotizzarli “ altro errore di battitura, forse dovuto alla stanchezza?
Ho apprezzato davvero molto il tuo ammiccamento al lettore, quando parli di simulazione.
Il finale è bello, intenso e sa di verità.
La tua interpretazione del tema centrale mi è piaciuta davvero tanto, complimenti.
A rileggerti presto!
Appena ho letto il tuo titolo ho pensato che il tuo fosse solo uno pseudonimo usato da Lina Wertmüller per partecipare a questo fantastico contest. Scherzi a parte, il tuo racconto mi ha colpito e piacevolmente stupito. Le immagini che crei sono vivide e delicate al contempo, scrivi di un argomento attuale e doloroso senza minimizzarlo, ma nemmeno enfatizzarlo in quel modo fastidioso che talvolta usiamo facendo perdere il senso del messaggio.
Non ho appunti stilistici, trovo il tuo modo di scrivere come una carezza, nonostante l’argomento sia un pugno in faccia, l’unica frase di cui non mi è piaciuta la costruzione è questa (dove ti è scappato anche un errore di battitura): “Ma a farebbe un sacco bene il sapere di non essere caduta tanto in basso.” che riscriverei semplicemente così: “A me farebbe un sacco bene sapere di non essere caduta tanto in basso.”, ma sono inezie. Ho un appunto invece su una scelta lessicale: “ parole birichine”. Personalmente ho trovato questo aggettivo inadatto e stonato rispetto al resto. E’ una donna che parla, non una bambina e la pudicizia che hai usato qui mi sembra esagerata e irrealistica. Questo pensiero, invece, mi sembra monco: “non è il posto adatto.” Adatto a cosa? Lo specificherei. Adatto alla vita? Alle relazioni? A un amore così? A gente sensibile?
“brutta come la fame” è troppo inflazionato, avrei cercato di esprimere lo stesso concetto diversamente, legandolo magari di più al contesto “brutta come questa storia che non sa di niente”.
“Ognuna è convinto”: ti è sfuggito un piccolo errore di concordanza.
“averli ipotizzarli “ altro errore di battitura, forse dovuto alla stanchezza?
Ho apprezzato davvero molto il tuo ammiccamento al lettore, quando parli di simulazione.
Il finale è bello, intenso e sa di verità.
La tua interpretazione del tema centrale mi è piaciuta davvero tanto, complimenti.
A rileggerti presto!
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Dopo avere letto il racconto di Pigneri pensavo francamente che non ci fosse nessuno che potesse superarlo, ma mai sottovalutare gli autori di MC! E sì, il tuo gli sta sopra, almeno nelle mie preferenze. Asticella di difficoltà tenuta bella alta e tu che riesci a mantenere l'equilibrio senza sbavare e anzi incantando. Ecco, questo tipo di risultato può essere ottenuto solo da una grande tecnica mixata con sensibilità formatasi da esperienza di vita: un mix che ognuno di noi ha diverso rispetto agli altri e che tu riesci a piegare da maestro per narrare le tue storie. Chapeau. Pollice su con lode.
-
- Messaggi: 18
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Ciao Andrea,
complimenti per la maestria.
A questo racconto non si arriva per caso ma è frutto di un percorso. Ottimo e, viste le potenzialità, anche migliorabile nella scorrevolezza.
Alla prossima,
G.
complimenti per la maestria.
A questo racconto non si arriva per caso ma è frutto di un percorso. Ottimo e, viste le potenzialità, anche migliorabile nella scorrevolezza.
Alla prossima,
G.
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
antico ha scritto:Dopo avere letto il racconto di Pigneri pensavo francamente che non ci fosse nessuno che potesse superarlo, ma mai sottovalutare gli autori di MC! E sì, il tuo gli sta sopra, almeno nelle mie preferenze. Asticella di difficoltà tenuta bella alta e tu che riesci a mantenere l'equilibrio senza sbavare e anzi incantando. Ecco, questo tipo di risultato può essere ottenuto solo da una grande tecnica mixata con sensibilità formatasi da esperienza di vita: un mix che ognuno di noi ha diverso rispetto agli altri e che tu riesci a piegare da maestro per narrare le tue storie. Chapeau. Pollice su con lode.
Devo dire che il tuo commento mi ha un po' emozionato...
[emoticon con lacrimuccia]
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Andrea Furlan ha scritto:Ciao Andrea,
Mi unisco solo parzialmente ai commenti positivi degli altri: trovo anch'io buona e originale l'idea del flusso di coscienza, il non riconoscere la propria casa (tema centrato in modo davvero unico), l'alternarsi della situazione reale e i pensieri della protagonista. Purtroppo ho dovuto rileggere diverse volte prima di capire, cosa che non mi ha fatto immergere nella storia come avrei voluto.
grazie mille Andrea, è rimasto qualche passaggio da rifinire, evidentemente
buona edition!
andrea
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
Shanghai Kid ha scritto:Ciao Andrea, innanzitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
Appena ho letto il tuo titolo ho pensato che il tuo fosse solo uno pseudonimo usato da Lina Wertmüller per partecipare a questo fantastico contest. Scherzi a parte, il tuo racconto mi ha colpito e piacevolmente stupito. Le immagini che crei sono vivide e delicate al contempo, scrivi di un argomento attuale e doloroso senza minimizzarlo, ma nemmeno enfatizzarlo in quel modo fastidioso che talvolta usiamo facendo perdere il senso del messaggio.
grazie mille, davvero.
è la prima volta che infilo più di un refuso, giuro che sarà l'ultima!
e grazie anche per gli appunti sulle scelte lessicali, sono da tenere in considerazione
andrea
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Non riesco a pensare a un finale più semplice
giancarminetrotta ha scritto:Ciao Andrea,
complimenti per la maestria.
A questo racconto non si arriva per caso ma è frutto di un percorso. Ottimo e, viste le potenzialità, anche migliorabile nella scorrevolezza.
grazie mille Giancarmine, a presto
andrea
Torna a “158° All Time - Luca Cristiano Edition - la 2° della NONA ERA”
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite