Inconsapevolezza

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 gennario 2022!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Nicoletta.Bussacchetti
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Inconsapevolezza

Messaggio#1 » lunedì 17 gennaio 2022, 23:37

Ho sempre pensato che, la notte, la metropolitana acquisti un fascino tutto suo. Una volta sapeva di risate, birra Corona e prime serate fuori casa. Dopo qualche anno, ha cominciato a sapere di erba, musica a palla e del rossetto di Agnese. Per lungo tempo, poi, ha saputo degli anni più belli della mia vita, di discorsi profondi alle quattro del mattino, di caffè forte e di ansia per il prossimo esame.
Ora è diverso, o forse sono io a essere diverso. La corsa notturna mi è diventata malinconica, a volte sa di treni mai presi, a volte di infinite, possibili strade. Ma, nonostante gli anni, non ha ancora smesso di incantarmi.
Apro lo zaino e tiro fuori tabacco e cartine e con tranquillità inizio a girarmi una sigaretta, tenendo gli occhi fissi sulla porta. "Ancora una fermata" mi dico.
Lei sale sempre a Re Umberto, ormai è qualche mese che prendiamo la stessa corsa. Magari stasera avrò il coraggio di parlarle.
La voce metallica che annuncia le fermate impedisce ai miei pensieri di partire al galoppo. Due ragazzi africani scendono, lei si scosta il più possibile, tenendosi una mano sulla borsa. Una volta salita, si guarda intorno circospetta, mentre si stringe il più possibile nella giacca, quasi non volesse occupare troppo spazio.
Dev'essere davvero timida, mi dà sempre l'impressione che abbia paura di disturbare. È anche per questo che non ho ancora avuto il coraggio di parlarle, con le persone estroverse è molto più semplice attaccare bottone. Magari stasera ce la farò...
Si guarda attorno, mi sembra indecisa. Guarda verso il posto libero di fronte a me e quasi mi soffoco con la mia stessa saliva, ma appena tento di incrociare il suo sguardo, si gira di scatto. Si siede invece di fronte a un'altra ragazza, più giovane e si scambiano un sorriso. Forse si conoscono?
Torno alla mia sigaretta. che ho lasciato a metà come un cretino. Mi sento un ragazzino alle prime cotte, altro che quasi trent'anni. Forse fa parte della magia della metropolitana.
"Stasera è la volta buona".
Intanto, l'altra ragazza si alza e, scendendo, sembra quasi scusarsi con lo sguardo. Perchè mai dovrebbe? Proprio non le capisco le donne.
Approfitto della breve confusione della fermata per lanciarle un'altra occhiata: ha attaccato un paio di cuffiette ma ne ha una sola nell'orecchio. Che non funzionino bene? Beh, almeno sarà più semplice parlarle.
«Fine corsa della metro, i signori passeggeri sono pregati di scendere»
Stasera siamo rimasti solo noi due, le sorrido e le faccio segno di passare, ma lei non ricambia il sorriso. Sembra quasi... spaventata? Affretta il passo mentre scende, ma inciampa nel gradino.
"Adesso o mai più".
«Tutto bene?»
Sobbalza «Sì. Grazie.»
Le tendo la mano «Sono Marco, piacere.»
Lei sembra pietrificata. Mi guarda la mano come se fosse rovente.
Per toglierla dall'imbarazzo, dico la prima cosa che mi viene in mente: «La metropolitana è davvero affascinante di notte, non trovi?»
Finalmente, mi guarda dritto negli occhi. Livida.
«Si vede che non sei una donna. Per me è un vero e proprio incubo.»
Ultima modifica di Nicoletta.Bussacchetti il martedì 18 gennaio 2022, 0:07, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Inconsapevolezza

Messaggio#2 » lunedì 17 gennaio 2022, 23:40

Ciao Nicoletta! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa PATRIZIA RINALDI EDITION!

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gcdaddabbo
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Re: Inconsapevolezza

Messaggio#3 » martedì 18 gennaio 2022, 18:39

“O forse sono io ad essere diverso!: questo è il vero nucleo del racconto che comunque si legge bene anche se il nocciolo è ancora nascosto da polpa, buccia e foglie. Avevo notato che l’autrice era Nicoletta e quel “diverso” iniziale mi aveva destato un po’ di sospetti. E’ costruito molto bene. L’ho trovato però un po’ troppo artificioso come se la tematica fosse abituale e non veramente sentita.

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Sherwood
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Re: Inconsapevolezza

Messaggio#4 » martedì 18 gennaio 2022, 20:59

Un racconto interessante e per certi versi assomiglia al mio (mezzi pubblici, una cotta che paralizza il protagonista). Trovo azzeccato il POV, è più semplice in questo modo spiegare non solo cosa pensa il protagonista, ma anche quello che nota. A un certo punto scrivi "torno alla mia sigaretta", se ci troviamo su un mezzo pubblico, perché lui fuma? A parte questo dettaglio, l'arrivo della ragazza e il suo modo di fare circospetto, mi hanno fatto pensare a un finale differente. Non sono riuscita a cogliere i soprusi quotidiani, quindi, prima di stilare la classifica il tuo è uno dei racconti che rileggerò sicuramente.

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Emiliano Maramonte
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Re: Inconsapevolezza

Messaggio#5 » venerdì 21 gennaio 2022, 16:34

Ciao Nicoletta, piacere di rileggerti.
La storia è universale. A tutti è capitato di prendersi una cotta per qualcuno/a e vivere la frustrazione e/o l'imbarazzo di trovare il coraggio di buttarsi e rivelarsi all'oggetto del proprio desiderio amoroso. Hai raccontato questi momenti in maniera assai placida, direi ordinaria, senza scossoni, senza particolari picchi di creatività.
La narrazione è abbastanza pulita e gradevole, ma un po' anonima e non troppo coinvolgente, alla fine.
Per quanto mi sia sforzato, non ho trovato i parametri richiesti dal contest: i soprusi dove sono?
Finale interessante che getta una luce lievemente diversa sulla trama. Per tutta la lettura mi sono chiesto: ma come fa il protagonista a insistere sul fatto che la metro abbia qualcosa di magico? Anzi tutt'altro!!! E nel finale, la ragazza esprime quello che il lettore vorrebbe urlare in faccia al protagonista. Non so quanto sia voluto questo contrasto ma è l'unica piccola impennata di emotività dell'intera trama.
Qualche piccolo consiglio tecnico:
1) Evita le ripetizioni e le assonanze: "Sa, sapere, sanno (nella parte iniziale)", "Guarda, sguardo" (nella parte centrale); infastidiscono il lettore.
2) Riduci al minimo le costruzioni col "quasi". Io mi sto sforzando di abbandonarle del tutto, perché un lettore ha bisogno di input certi, secchi, nitidi. Se io dico "Michela aveva quasi paura di entrare nella stanza" non è realistico: la paura o c'è o non c'è. Non esiste un'emozione a metà.
3) Questione "beh". Per il fatto che anche in ambito giornalistico e quotidiano ormai tutti lo usino non vuol dire che sia corretto... anzi! Si deve usare " be' " senza se e senza ma, soprattutto in ambito letterario.
Spero di esserti stato utile.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Nicoletta.Bussacchetti
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Re: Inconsapevolezza

Messaggio#6 » venerdì 21 gennaio 2022, 17:00

Ciao! Grazie mille per il feedback e per i consigli tecnici, sicuramente ci farò più caso.
Per quanto riguarda il tema: avevo pensato di costruire la mia storia sul contrasto tra il ragazzo, completamente a suo agio e a cui piace la situazione, e la ragazza (e, purtroppo, da ragazza io stessa posso affermare che è un sentimento fin troppi comune), che vive i mezzi pubblici la sera come un incubo, appunto come un sopruso, del quale il ragazzo si fa inconsapevolmente complice, solo per il fatto di trovarsi sulla metro ed essere un uomo.
Mi spiace non sia stato colto, forse aver usato un altro pdv rispetto a chi vive il sopruso non si è rivelata una grande idea.

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Michael Dag
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Re: Inconsapevolezza

Messaggio#7 » venerdì 21 gennaio 2022, 18:02

Incipit meraviglioso, davvero.
Pdv molto ben gestito e fraseggio interiore ben mescolato con tutto.

mi ha fatto strano una cosa: non ho ben capito quand'è che lei sale (ho dovuto fermarmi e rileggere con calma)

La voce metallica che annuncia le fermate impedisce ai miei pensieri di partire al galoppo. Due ragazzi africani scendono, lei si scosta il più possibile, tenendosi una mano sulla borsa. Una volta salita, si guarda intorno circospetta.

mi pare che lei sia già presente nella scena, e invece è appena entrata e sta salendo…giusto?
forse quello che mi ha messo fuori strada è quel "Ancora una fermata", mi fa pensare che c'è ancora del tempo prima di vederla e invece eccola lì.
A parte questo dettaglio, per me un ottimo racconto. Originale l'idea di usare un pdv che non vive i soprusi in prima persona ma si rende conta alla fine delle paure della ragazza in metro

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Nicoletta.Bussacchetti
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Re: Inconsapevolezza

Messaggio#8 » venerdì 21 gennaio 2022, 19:30

Sherwood ha scritto:Un racconto interessante e per certi versi assomiglia al mio (mezzi pubblici, una cotta che paralizza il protagonista). Trovo azzeccato il POV, è più semplice in questo modo spiegare non solo cosa pensa il protagonista, ma anche quello che nota. A un certo punto scrivi "torno alla mia sigaretta", se ci troviamo su un mezzo pubblico, perché lui fuma? A parte questo dettaglio, l'arrivo della ragazza e il suo modo di fare circospetto, mi hanno fatto pensare a un finale differente. Non sono riuscita a cogliere i soprusi quotidiani, quindi, prima di stilare la classifica il tuo è uno dei racconti che rileggerò sicuramente.


Ciao! Avrei davvero dovuto risponderti prima, ho visto che hai anche già stilato la classifica, comunque ho scritto un altro commento per spiegare la mia interpretazione del tema!

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Debora D
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Re: Inconsapevolezza

Messaggio#9 » lunedì 24 gennaio 2022, 17:24

Ciao Nicoletta,
con il tuo racconto mi è capitata una cosa insolita: ho cambiato del tutto idea dopo la seconda lettura che mi ha molto convinto al punto da portare a uno spostamento totale in classifica.
Mi piace tantissimo come hai messo in parallelo due pdv diversi sullo stesso ambiente, sei riuscita a chiamare in causa tutto il pubblico perché in almeno uno dei due aspetti ci si può ritrovare.
Certo il tipo che non capisce che lei è spaventata, mi irrita un po’
Intanto, l'altra ragazza si alza e, scendendo, sembra quasi scusarsi con lo sguardo. Perchè mai dovrebbe? Proprio non le capisco le donne.
Neanche ora capisce!
Ma sta proprio qui il punto: mancanza di comprensione del modo di percepire il mondo da parte dell’altra. Ed è anche molto triste, perché poter approcciare con delicatezza una persona che ti piace per conoscerla sa di un tempo dolce e senza malizia, quando invece oggi una donna non può essere tranquilla a muoversi di notte. Anche io ho sempre l’ansia in metro la notte anche se mi piace un sacco come mezzo.

Mi sono anche interrogata sul perché il racconto alla prima lettura non mi abbia convinto e credo che la ragione sia nell’incipit. C’è una lunga sequenza riflessiva che ci fa entrare molto lenti nella storia, si poteva ovviare sistemando prima l’ambiente e mettendo in movimento il personaggio per poi passare alla riflessione.
Dal tuo punto di vista la tua prima persona è personale e scorrevole, ti segnalo solo l’avverbio quasi che usi spesso e così diventa un poco ripetitivo, in alcuni punti potrebbe non servire e la sua mancanza renderebbe più incisiva la frase. per esempio: Sembra spaventata avrebbe giocato a favore dell'intelletto del protagonista.

Conclusione: Brava. Un racconto bello che prende il tema di petto ma con intelligenza, delicato nello stile e scorrevole. A parte la sequenzona iniziale, che avrei inframmezzato con qualche nota di concretezza, mi è piaciuto e basta.

buon divertimento e alla prossima

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Alvin Miller
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Re: Inconsapevolezza

Messaggio#10 » lunedì 24 gennaio 2022, 19:25

Ciao Nicoletta!
Con il tuo racconto affronti un argomento quanto mai attuale, quello della difficoltà di essere una donna e di quanto possa essere stressante (per non dire pericoloso) anche solo prendere la metropolitana di notte. Lo fai da un PDV non così coinvolto emotivamente, ma comunque interessante, perché aggiungi la curiosità e il fraintendimento alla narrazione, e delinei in modo adeguato entrambi i personaggi.

Ci sono però dei problemi, e il tema di MC è il primo: è rispettato, ma lo hai suggerito solo alla fine. Per tutto il resto della storia domina invece l'argomento delle distanze comunicative, dell'incapacità del protagonista di avvicinarsi alla donna che le piace. Sarebbe stato interessante se fossi riuscita a renderlo un po' più goffo, per fargli credere che fosse lei a prendersi gioco dei suoi sentimenti e quindi stupirci tutti con il twist dell'ultimo dialogo.

Come secondo problema ci sono due frasi che intaccato il flusso di lettura:
musica a palla e del rossetto di Agnese

Bene, chi è quest'Agnese? Non credo tu ti riferisca alla donna sulla metro, e se così fosse non era per nulla intuibile.

Per lungo tempo, poi, ha saputo degli anni più belli della mia vita, di discorsi profondi alle quattro del mattino, di caffè forte e di ansia per il prossimo esame.

Qui, anche se comprendo la volontà di dare al PDV un tono da pensatore poetico, hai di fatto trasmesso delle sensazioni vaghe, che se ancora ti potevo giustificare sulla musica a palla e sul rossetto di Agnese (che se non altro richiamano a qualcosa di captabile con i sensi umani), non raggiungono lo stesso risultato qui; cos'è successo negli anni più belli della sua vita? Quali sono questi discorsi che si sono impregnati così a fondo nella memoria del protagonista?

I limiti di MC sono tirannici, e quindi so benissimo che per te non era possibile approfondire così a fondo il background del tuo personaggio. Ma ecco il perché sarebbe stato meglio non scrivere affatto questa frase.

Spero di non essere stato troppo duro e in ogni caso ti auguro una buona gara!
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Laura Brunelli
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Re: Inconsapevolezza

Messaggio#11 » martedì 25 gennaio 2022, 16:54

Ciao Nicoletta,
piacere di leggerti.
Idea abbastanza carina, il racconto si fa leggere bene, nonostante ci siano buoni margini di miglioramento nello stile. Quello che non trovo, invece, è il tema. Immagino che sia la sconosciuta ad aver subito soprusi, ma non mi arriva. È chiaro che le deve essere successo qualcosa di grave, ma il lettore non ha modo di sapere cosa. Anche per questo, la sua reazione, all’interno del racconto non è molto credibile. Anche perché ci mostri un’altra “donna”, la ragazza di fronte alla quale la sconosciuta si siede, che ha un atteggiamento molto diverso e più rilassato.
Ti segnalo alcuni punti migliorabili:

Ho sempre pensato che, la notte, la metropolitana acquisti un fascino tutto suo.


La frase non è male e crea un po’ di aspettativa che, però, viene disattesa quando, nel prosieguo del racconto, descrivi il modo in cui il protagonista attribuisce un fascino diverso alla metropolitana in relazione al proprio stato d’animo. Mi sarei aspettata, piuttosto il contrario. Ovvero che il fascino della metropolitana influisse in modo diverso sul protagonista. Se era questo che volevi dire non mi è arrivato.

Lei sale sempre a Re Umberto, ormai è qualche mese che prendiamo la stessa corsa. Magari stasera avrò il coraggio di parlarle.


Qui la frase “ormai è qualche mese che prendiamo la stessa corsa” è ridondante. Se lei sale sempre a una data fermata è ovvio che prendano la stessa cora. Anche il dato temporale è superfluo e, in ogni caso, avresti potuto inserirlo in un altro punto.

Dev'essere davvero timida, mi dà sempre l'impressione che abbia paura di disturbare. È anche per questo che non ho ancora avuto il coraggio di parlarle, con le persone estroverse è molto più semplice attaccare bottone. Magari stasera ce la farò...


Questo passaggio secondo me è troppo lungo inserito a questo punto del racconto perché sospende la scena, quando poi finalmente la sconosciuta si siede, al lettore sembra sia passato troppo tempo dalla salita, almeno questa è l’impressione che ho avuto io. Poi, sinceramente, non capisco cosa, nel comportamento della sconosciuta gli faccia pensare che sia timida. Al contrario, dagli elementi che semini nei periodi precedenti, a me sembra più terrorizzata. Capisco che volevi giocare sulla incapacità del PDV di comprendere il punto di vista di una donna che ha subito dei soprusi a muoversi di notte in metropolitana, ma secondo me, la prima persona non ti ha aiutato. Quello che, secondo me, rende debole il racconto è il fatto che il protagonista osserva e descrive la sconosciuta attraverso dettagli chiari ed evidenti di altri sentimenti e sensazioni. Anche se non è in grado di comprenderla, chiunque, vedendo una persona che si sposta e si tiene la borsa quando incrocia due africani lo interpreterebbe, quanto meno, come un segno di discriminazione, non di timidezza.

Nel complesso una prova discreta con margini di miglioramento.
Alla prossima e buona edition.

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Andrea Furlan
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Re: Inconsapevolezza

Messaggio#12 » mercoledì 26 gennaio 2022, 0:32

Ciao Nicoletta,
Alla prima lettura ho trovato il tuo racconto un po' difficile da seguire, mentre alla seconda lettura l'ho apprezzato di più. Prendi una storia comune, quasi banale, e la vedi dal punto di vista dell'altro, perché solo alla fine o meglio alla seconda lettura, appunto, si capisce che ti interessava dare il punto di vista di lei. Allora anche gli ipotetici soprusi, magari solo temuti o immaginati da lei, trovano spazio e la tua storia c'entra il tema. Trovo il tutto interessante, quasi un esercizio per leggere la situazione in un modo differente, ma trovo anche alcune criticità: il finale è troppo breve e brusco, il dialogo fra loro rappresenta una relazione umana che comincia, anche se solo per pochi istanti, trasformandosi nel vero valore aggiunto. In compenso potevi ridurre la parte dove il protagonista pensa e racconta che alla fine è forse un po' ridondante.
In sintesi, uno spunto minimale, non spettacolare ma comunque interessante, che potevi rendere con più equilibrio.

alexandra.fischer
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Re: Inconsapevolezza

Messaggio#13 » giovedì 27 gennaio 2022, 18:13

Tema centrato. Bello il contrasto fra Marco, lo scafato della metropolitana, il tipico trentenne sicuro di sé, ma ancora capace di vederla come il luogo dei suoi sogni adolescenziali, dei suoi sogni mai realizzati, e la timida fanciulla che gli piace, impaurita dallo stesso mezzo. Certo, lei è un’adolescente timida, teme gli altri passeggeri, di certo gli stranieri che hai descritto le mettono soggezione e si aggrappa a quest’amica. Intanto, Marco tenta un approccio. E la parte bella del racconto è la sua apertura: il Lettore Emotivo si chiede se riuscirà a far superare alla fanciulla la paura di viaggiare su quel mezzo pur nelle ore notturne e all’ultima corsa.

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antico
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Re: Inconsapevolezza

Messaggio#14 » mercoledì 2 febbraio 2022, 19:37

Gran bel testo, estremamente delicato. Confermo che si apprezza di più in seconda lettura soprattutto perché si assegna il giusto senso all'uscita di scena della ragazza che sembra scusarsi (che in prima istanza avevo pensato si scusasse con il protagonista). Forse servirebbe qualche tocco in più per definire il disagio della ragazza e magari potrebbe anche solo bastare definire meglio quell'uscita di scena. In ogni caso, un altro racconto top in un gruppo di alto livello. Per me un pollice quasi su che posiziono davanti ai parivalutati testi di Attanasio e Pigneri per una coerenza interna che mi è parsa superiore.

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