L'universo è una scatola di fiammiferi
- Maurizio Chierchia
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L'universo è una scatola di fiammiferi
A Edoardo non piaceva leggere sui banchi di scuola.
Non erano fatti per essere comodi, erano spigolosi e freddi.
A dire il vero non gli piaceva leggere nemmeno a casa, né sul letto in camera, né sul divano in salotto.
A Edoardo piaceva leggere in un solo posto, nella sua capanna sull’albero, la Dimora Astrale.
Il nome l’aveva scelto insieme al padre, tutti e due fissati con le stelle.
«Un giorno figliolo, io e te creeremo un universo nostro!» Gli ripeteva quel pazzo strampalato del papà.
E lui ci credeva.
Aveva fiducia in lui e si era abituato alle stramberie che gli farfugliava giorno e notte.
Ma l’abitudine è una cosa, la tranquillità tutt’altro!
Per questo, quando voleva un po’ di pace, si rintanava quassù, tra le assi di legno umide della sua casetta.
Attraverso una finestrella si intravedeva il cielo notturno, senza nuvole ma nemmeno stelle.
Una candela accesa era appoggiata su uno scatolone.
L’unica fonte d’illuminazione che puntava sul libro aperto tra le sue mani.
Fagocitava quelle pagine senza rendersi conto del tempo che passava.
Che ore erano? Era ora di cena? Papà aveva cucinato qualcosa?
Ma quelle domande così come arrivavano venivano sfogliate via, come i fogli di carta di quel romanzo.
Due colpi all’ingresso, seguiti da altri tre, poi due e di nuovo tre.
«Francè, sei tu?» Prese in mano la candela lasciando il libro a terra.
«Si che sono io, chi cavolo deve essere? A cosa lo usiamo a fare sto codice se poi mi chiedi chi sono?»
«Volevo solo essere sicuro sentendo la tua voce.»
«Se ti rassicura la mia voce la prossima volta ti canto la ninna nanna!» Facendo capolino dalla botola scoppiò in una fragorosa risata sdentata.
«Che fai quassù? Hai già cenato?»
«Stavo leggendo. Comunque no, ma che ore sono?»
«Sono le dieci passate. Che leggi?»
«La storia infinita.»
«La storia infinita? Che palle! Non ti rompi a leggere un libro, dove un ragazzino legge un libro? Che senso c’ha?»
«Forse è proprio per questo che si chiama… lasciamo perdere. Piuttosto, che sei venuto a fare?»
«Volevo sapere se hai studiato per scienze? C’è la verifica sul sole domani.»
«No, ho avuto di meglio da fare, e poi so già tutto sul sole, me lo ha spiegato mio padre. Solo che dice che quello che insegnano a scuola è diverso da quello che dice lui.»
«Per forza, tuo padre è fuori di testa! Sentiamo, cosa ti avrebbe insegnato?»
«Lui dice che il sole non è nient’altro che una specie di grosso fiammifero tenuto acceso da un gigante. E a sua volta, il sole del mondo di quel gigante è un fiammifero tenuto acceso da un altro gigante, e così via.»
«Come dicevo, tuo padre è fuori di testa, confermato!»
«Tu sarai fuori di testa! Ora scendi. Ci vediamo domani a scuola.»
«A domani scienziato pazzo!»
Invece che scendere, Edoardo rimase ancora nel suo rifugio.
Pensava ai fiammiferi dei giganti.
Si chiedeva se anche lui, accendendo un fiammifero, poteva dare vita a un universo minuscolo che non poteva vedere.
Se lo domandava fissando le fiamme dei cerini spegnersi tra le sue dita, una dopo l’altra.
Non erano fatti per essere comodi, erano spigolosi e freddi.
A dire il vero non gli piaceva leggere nemmeno a casa, né sul letto in camera, né sul divano in salotto.
A Edoardo piaceva leggere in un solo posto, nella sua capanna sull’albero, la Dimora Astrale.
Il nome l’aveva scelto insieme al padre, tutti e due fissati con le stelle.
«Un giorno figliolo, io e te creeremo un universo nostro!» Gli ripeteva quel pazzo strampalato del papà.
E lui ci credeva.
Aveva fiducia in lui e si era abituato alle stramberie che gli farfugliava giorno e notte.
Ma l’abitudine è una cosa, la tranquillità tutt’altro!
Per questo, quando voleva un po’ di pace, si rintanava quassù, tra le assi di legno umide della sua casetta.
Attraverso una finestrella si intravedeva il cielo notturno, senza nuvole ma nemmeno stelle.
Una candela accesa era appoggiata su uno scatolone.
L’unica fonte d’illuminazione che puntava sul libro aperto tra le sue mani.
Fagocitava quelle pagine senza rendersi conto del tempo che passava.
Che ore erano? Era ora di cena? Papà aveva cucinato qualcosa?
Ma quelle domande così come arrivavano venivano sfogliate via, come i fogli di carta di quel romanzo.
Due colpi all’ingresso, seguiti da altri tre, poi due e di nuovo tre.
«Francè, sei tu?» Prese in mano la candela lasciando il libro a terra.
«Si che sono io, chi cavolo deve essere? A cosa lo usiamo a fare sto codice se poi mi chiedi chi sono?»
«Volevo solo essere sicuro sentendo la tua voce.»
«Se ti rassicura la mia voce la prossima volta ti canto la ninna nanna!» Facendo capolino dalla botola scoppiò in una fragorosa risata sdentata.
«Che fai quassù? Hai già cenato?»
«Stavo leggendo. Comunque no, ma che ore sono?»
«Sono le dieci passate. Che leggi?»
«La storia infinita.»
«La storia infinita? Che palle! Non ti rompi a leggere un libro, dove un ragazzino legge un libro? Che senso c’ha?»
«Forse è proprio per questo che si chiama… lasciamo perdere. Piuttosto, che sei venuto a fare?»
«Volevo sapere se hai studiato per scienze? C’è la verifica sul sole domani.»
«No, ho avuto di meglio da fare, e poi so già tutto sul sole, me lo ha spiegato mio padre. Solo che dice che quello che insegnano a scuola è diverso da quello che dice lui.»
«Per forza, tuo padre è fuori di testa! Sentiamo, cosa ti avrebbe insegnato?»
«Lui dice che il sole non è nient’altro che una specie di grosso fiammifero tenuto acceso da un gigante. E a sua volta, il sole del mondo di quel gigante è un fiammifero tenuto acceso da un altro gigante, e così via.»
«Come dicevo, tuo padre è fuori di testa, confermato!»
«Tu sarai fuori di testa! Ora scendi. Ci vediamo domani a scuola.»
«A domani scienziato pazzo!»
Invece che scendere, Edoardo rimase ancora nel suo rifugio.
Pensava ai fiammiferi dei giganti.
Si chiedeva se anche lui, accendendo un fiammifero, poteva dare vita a un universo minuscolo che non poteva vedere.
Se lo domandava fissando le fiamme dei cerini spegnersi tra le sue dita, una dopo l’altra.
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"
"Domani è già vicino"
Re: L'universo è una scatola di fiammiferi
Ciao Maurizio! Parametri tutti rispettati, buona MARIA ELISA ALOISIO EDITION!
Re: L'universo è una scatola di fiammiferi
Ho poco da dire su questo racconto. La gestione della forma è ottima, lo stile è buono, non ho trovato refusi. La trama è semplice, ma il tema del contest è centrato per ben due volte: il bambino che legge, il gigante che regge il cerino. Interessante l’idea divergente del padre che viene visto come un uomo fuori di testa da alcuni, e con occhi affascinati dal figlio per l’approccio fantasioso alla capacità critica. Posso solo affermare che la posizione nella graduatoria dipenderà in modo esclusivo da quello che hanno presentato gli altri partecipanti del gruppo. Complimenti
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1093
Re: L'universo è una scatola di fiammiferi
Prime Impressioni: Ciao Maurizio, piacere di leggerti e commentarti. Purtroppo devo anticiparti che il tuo racconto non mi ha particolarmente colpito, articolo meglio il discorso nei punti che seguono.
Aderenza al Tema: Preso molto alla lettera, tutto ok.
Punti di Miglioramento: A parte gli errori di ortografia (il sì senza accento non posso proprio vederlo), la ricerca forzata di lirismi e il tell abbastanza pesante, il tuo racconto ha una struttura che si basa semplicemente sulla dissertazione attorno al tema della gara. Non c'è granché azione, ma solo un ragazzo che legge un libro (in un ambiente illuminato solo da una misera candela!! A me cascherebbero gli occhi dopo dieci minuti) e un dialogo che comunque mi pare migliorabile.
Punti di Forza: Un vago senso di simpatia verso il padre, unico personaggio interessante e sopra le righe, ma che nel racconto nemmeno compare.
Conclusioni: Mi spiace, ma per quanto mi riguarda non c'è stata la scintilla, il tuo racconto mi è parso una semplice discussione attorno al tema della gara, come se ti fossero venute due idee in mente (il collegamento con La Storia Infinita, l'immagine del gigante che regge il lume) e le avessi inserite come dialogo sciolto tra personaggi abbastanza asettici. Scusa la franchezza, sono sicuro che nelle prossime edizioni riuscirai a fare meglio.
Aderenza al Tema: Preso molto alla lettera, tutto ok.
Punti di Miglioramento: A parte gli errori di ortografia (il sì senza accento non posso proprio vederlo), la ricerca forzata di lirismi e il tell abbastanza pesante, il tuo racconto ha una struttura che si basa semplicemente sulla dissertazione attorno al tema della gara. Non c'è granché azione, ma solo un ragazzo che legge un libro (in un ambiente illuminato solo da una misera candela!! A me cascherebbero gli occhi dopo dieci minuti) e un dialogo che comunque mi pare migliorabile.
Punti di Forza: Un vago senso di simpatia verso il padre, unico personaggio interessante e sopra le righe, ma che nel racconto nemmeno compare.
Conclusioni: Mi spiace, ma per quanto mi riguarda non c'è stata la scintilla, il tuo racconto mi è parso una semplice discussione attorno al tema della gara, come se ti fossero venute due idee in mente (il collegamento con La Storia Infinita, l'immagine del gigante che regge il lume) e le avessi inserite come dialogo sciolto tra personaggi abbastanza asettici. Scusa la franchezza, sono sicuro che nelle prossime edizioni riuscirai a fare meglio.
- Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: L'universo è una scatola di fiammiferi
Ciao Maurizio.
Nonostante il bel doppio gioco col tema della gara, arrivato in fondo alla storia mi sono ritrovato a chiedermi: e quindi? Da lettore, non trovo né un'evoluzione del personaggio (non pretendo di trovare un intero arco di trasformazione in 3000 caratteri, ma se decidi di posizionare la tua "telecamera" alle spalle di un solo personaggio è lecito attendersi una sfida di qualche genere da affrontare da parte sua) né un vero messaggio di fondo. Soprattutto quest'ultima mancanza è a mio avviso la più grave, visto che lo stile raccontato ben si adatta alle favole/fiabe.
Altro difetto è lo stile un po' grezzo, il quale mi fa sospettare un tuo approccio al mondo della scrittura ancora agli inizi. Soprattutto tendi ad andare a capo troppo spesso, anche quando non sarebbe necessario, tipo in questo passaggio:
Al di là che la spezzatura in due frasi non è qui necessaria e che una virgola avrebbe svolto meglio il suo lavoro, ma perché sei dovuto andare a capo se l'oggetto della narrazione era il medesimo?
Insomma, racconto mediocre sia dal punto di vista contenutistico che stilistico. Spiacente.
Nonostante il bel doppio gioco col tema della gara, arrivato in fondo alla storia mi sono ritrovato a chiedermi: e quindi? Da lettore, non trovo né un'evoluzione del personaggio (non pretendo di trovare un intero arco di trasformazione in 3000 caratteri, ma se decidi di posizionare la tua "telecamera" alle spalle di un solo personaggio è lecito attendersi una sfida di qualche genere da affrontare da parte sua) né un vero messaggio di fondo. Soprattutto quest'ultima mancanza è a mio avviso la più grave, visto che lo stile raccontato ben si adatta alle favole/fiabe.
Altro difetto è lo stile un po' grezzo, il quale mi fa sospettare un tuo approccio al mondo della scrittura ancora agli inizi. Soprattutto tendi ad andare a capo troppo spesso, anche quando non sarebbe necessario, tipo in questo passaggio:
Una candela accesa era appoggiata su uno scatolone.
L’unica fonte d’illuminazione che puntava sul libro aperto tra le sue mani.
Al di là che la spezzatura in due frasi non è qui necessaria e che una virgola avrebbe svolto meglio il suo lavoro, ma perché sei dovuto andare a capo se l'oggetto della narrazione era il medesimo?
Insomma, racconto mediocre sia dal punto di vista contenutistico che stilistico. Spiacente.
lupus in fabula
- Emiliano Maramonte
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Re: L'universo è una scatola di fiammiferi
Ciao Maurizio!
Incuriosito dal titolo, al di fuori del girone che devo commentare, sono passato a leggerti.
Essendo io appassionato di astronomia sin da bambino (e non ho mai smesso...), mi sono sentito molto vicino al protagonista del racconto, anch'io, alzando gli occhi al cielo, sognavo universi, pianeti e viaggi tra le stelle! E ho rivissuto anche il rapporto tra me e mio padre relativamente alla trasmissione delle passioni: lui era (ed è ancora) appassionato di scienza ed è stato lui a farmici innamorare!
Tutto questo è il principale merito del racconto. Anche il tema è trasposto in maniera diretta con il riferimento a "La storia infinita" e alla leggenda del gigante col fiammifero. Il racconto poteva trasformarsi in una tenerissima fiaba moderna se avessi lavorato un po' di più sul conflitto narrativo, che nella trama manca quasi del tutto. E aggiungo che siccome nessuno di noi nasce "imparato" puoi fare di meglio anche sullo stile, perché la mano c'è ma va allenata, e in questo Minuti Contati è un'ottima palestra!
Idea carina, sicuramente migliorabile.
Buona Edition!
Emiliano.
Incuriosito dal titolo, al di fuori del girone che devo commentare, sono passato a leggerti.
Essendo io appassionato di astronomia sin da bambino (e non ho mai smesso...), mi sono sentito molto vicino al protagonista del racconto, anch'io, alzando gli occhi al cielo, sognavo universi, pianeti e viaggi tra le stelle! E ho rivissuto anche il rapporto tra me e mio padre relativamente alla trasmissione delle passioni: lui era (ed è ancora) appassionato di scienza ed è stato lui a farmici innamorare!
Tutto questo è il principale merito del racconto. Anche il tema è trasposto in maniera diretta con il riferimento a "La storia infinita" e alla leggenda del gigante col fiammifero. Il racconto poteva trasformarsi in una tenerissima fiaba moderna se avessi lavorato un po' di più sul conflitto narrativo, che nella trama manca quasi del tutto. E aggiungo che siccome nessuno di noi nasce "imparato" puoi fare di meglio anche sullo stile, perché la mano c'è ma va allenata, e in questo Minuti Contati è un'ottima palestra!
Idea carina, sicuramente migliorabile.
Buona Edition!
Emiliano.
- Stefano.Moretto
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Re: L'universo è una scatola di fiammiferi
Ciao Maurizio
inizio col dire che mi ha fatto un'enorme tenerezza il protagonista di questo racconto, e sappi che ti odio perché mi stai mettendo molto in crisi con le classifiche ora. Da un lato è vero che nel racconto non è che accada molto, in realtà questo lo vedrei molto bene come inzio di qualcos'altro: un racconto fantasy? Un romanzo scifi? Non lo so, potrebbe andare a parare in mille universi diversi, ma così da solo sa un po' di poco. Dall'altro lato, il modo in cui hai giocato col tema mi piace. Sono partito pensando "no vabbè, non può aver messo giusto l'accenno al libro, così non vale" e poi mi hai fregato con la storia dei fiammiferi: anche lì per un attimo ho pensato che l'avessi introdotto come un accenno, e invece poi l'accenno prosegue e diventa il focus del protagonista. Che, però finisce insieme al racconto. E io ora sto in crisi perché voglio premiare il racconto per qualcosa che è stato stroncato dallo stesso motivo per cui voglio penalizzarlo.
Tornando al racconto: il tuo stile è molto pulito e trasmette bene i pensieri del protagonista, c'è un unico punto che mi è piaciuto poco:
Fino a quel punto la narrazione era fortemente dal punto di vista di Edoardo: i banchi erano freddi e spigolosi, non gli piaceva leggere a scuola né a casa...
E invece qui mi sono sentito un po' fuori, perché mi risulta difficile pensare a un bambino che etichetta suo padre come "pazzo strampalato". O se è davvero così che lo vede, non può essere questo il modo in cui viene presentato al lettore, perché sembra più un giudizio dell'autore che non un modo di vedere di Edoardo. Un esempio in cui avrebbe potuto essere percepito come vero pensiero di Edoardo:
Chiudo con una nota positiva: ho particolarmente apprezzato il dettaglio del sorriso sdentato di Francesco, è una minuzia che però dà quel suggerimento di ambientazione che aiuta a restare dentro la storia.
inizio col dire che mi ha fatto un'enorme tenerezza il protagonista di questo racconto, e sappi che ti odio perché mi stai mettendo molto in crisi con le classifiche ora. Da un lato è vero che nel racconto non è che accada molto, in realtà questo lo vedrei molto bene come inzio di qualcos'altro: un racconto fantasy? Un romanzo scifi? Non lo so, potrebbe andare a parare in mille universi diversi, ma così da solo sa un po' di poco. Dall'altro lato, il modo in cui hai giocato col tema mi piace. Sono partito pensando "no vabbè, non può aver messo giusto l'accenno al libro, così non vale" e poi mi hai fregato con la storia dei fiammiferi: anche lì per un attimo ho pensato che l'avessi introdotto come un accenno, e invece poi l'accenno prosegue e diventa il focus del protagonista. Che, però finisce insieme al racconto. E io ora sto in crisi perché voglio premiare il racconto per qualcosa che è stato stroncato dallo stesso motivo per cui voglio penalizzarlo.
Tornando al racconto: il tuo stile è molto pulito e trasmette bene i pensieri del protagonista, c'è un unico punto che mi è piaciuto poco:
Gli ripeteva quel pazzo strampalato del papà.
E lui ci credeva.
Fino a quel punto la narrazione era fortemente dal punto di vista di Edoardo: i banchi erano freddi e spigolosi, non gli piaceva leggere a scuola né a casa...
E invece qui mi sono sentito un po' fuori, perché mi risulta difficile pensare a un bambino che etichetta suo padre come "pazzo strampalato". O se è davvero così che lo vede, non può essere questo il modo in cui viene presentato al lettore, perché sembra più un giudizio dell'autore che non un modo di vedere di Edoardo. Un esempio in cui avrebbe potuto essere percepito come vero pensiero di Edoardo:
Gli ripeteva papà.
E lui gli credeva, anche quando sembrava un pazzo strampalato.
Chiudo con una nota positiva: ho particolarmente apprezzato il dettaglio del sorriso sdentato di Francesco, è una minuzia che però dà quel suggerimento di ambientazione che aiuta a restare dentro la storia.
- christianfloris
- Messaggi: 179
Re: L'universo è una scatola di fiammiferi
Non è male l'idea della casa sull'albero. Il difetto strutturale di questo racconto risiede però nel fatto che gira attorno al tema senza mai entrarci dentro: non preoccuparti, non sei stato l'unico ad avere difficoltà. Bisogna però fare attenzione all'impostazione dei dialoghi e alla costruzione del finale. Il racconto parte indubbiamente bene, ma si perde un po' nella parte centrale: cerchi di riafferrarlo nelle battute conclusive, recuperando - o cercando di recuperare - l'aderenza al tema, ma mi pare che scivoli via senza lasciare traccia. C'è da aggiustare qualcosa anche sul rispetto delle regole tipografiche - di solito, dopo la chiusura delle caporali o delle virgolette in generale non si mette la maiuscola, se si riparte con una descrizione - ma se lavori sugli aspetti che ho evidenziato diventa senz'altro un lavoro migliore. Sufficienza d'incoraggiamento.
Nella mia personale scala di valutazione da 1 a 10 questo è un 6
Nella mia personale scala di valutazione da 1 a 10 questo è un 6
- Laura Brunelli
- Messaggi: 211
Re: L'universo è una scatola di fiammiferi
Ciao Maurizio, piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi spiazza un po’. Lo stile è piacevole, ma presenta ampi margini di miglioramento.
In questo passaggio ci sono parecchie cose che non funzionano. La seconda frase ha, come soggetto sottinteso, la candela. Di per sé non sarebbe un problema, se non fosse che anche la terza frase ha un soggetto sottinteso, che è Edoardo. Al di là del fatto che in terza persona il soggetto deve sempre essere esplicitato, a una prima lettura sembra che sia la candela a fagocitare le pagine.
Personalmente unirei le prime due frasi:
“L’unica fonte d’illuminazione era una candela appoggiata su uno scatolone.” Trovo poi difficile che una candela possa puntare sul libro aperto tra le mani di Edoardo. Semmai è lui che deve posizionarsi in modo che la luce finisca sul libro e penso anche che sarebbe un tantino scomodo.
Dal punto di vista del contenuto, mi accodo agli altri commenti. Non succede granché e manca completamente il conflitto.
Alla prossima e buona edition.
Il tuo racconto mi spiazza un po’. Lo stile è piacevole, ma presenta ampi margini di miglioramento.
Una candela accesa era appoggiata su uno scatolone.
L’unica fonte d’illuminazione che puntava sul libro aperto tra le sue mani.
Fagocitava quelle pagine senza rendersi conto del tempo che passava.
In questo passaggio ci sono parecchie cose che non funzionano. La seconda frase ha, come soggetto sottinteso, la candela. Di per sé non sarebbe un problema, se non fosse che anche la terza frase ha un soggetto sottinteso, che è Edoardo. Al di là del fatto che in terza persona il soggetto deve sempre essere esplicitato, a una prima lettura sembra che sia la candela a fagocitare le pagine.
Personalmente unirei le prime due frasi:
“L’unica fonte d’illuminazione era una candela appoggiata su uno scatolone.” Trovo poi difficile che una candela possa puntare sul libro aperto tra le mani di Edoardo. Semmai è lui che deve posizionarsi in modo che la luce finisca sul libro e penso anche che sarebbe un tantino scomodo.
Dal punto di vista del contenuto, mi accodo agli altri commenti. Non succede granché e manca completamente il conflitto.
Alla prossima e buona edition.
- Mario Mazzafoglie
- Messaggi: 239
Re: L'universo è una scatola di fiammiferi
L'universo è una scatola di fiammiferi - Maurizio Chierchia.
Ciao Maurizio, un piacere leggerti.
Il racconto in sè, come altri del tuo girone, è gradevole ma si ha la sensazione che non porti a nulla, così come ti è già stato detto. Sono strasicuro del fatto che non sia una colpa degli autori, ma del tema proposto, che ci ha costretto a scervellarci per trovare uno spunto che fosse almeno decente.
Il tuo è uno spaccato di infanzia, che ci fa guardare al nostro passato con la nostalgia.
Manca sicuramente azione, in quanto si tratta di una scena statica, dove per almeno metà della narrazione si raccontano cose del passato. Questo non mi è piaciuto e soprattutto credo che fosse migliorabile.
Un buon racconto, in bocca al lupo.
Ciao Maurizio, un piacere leggerti.
Il racconto in sè, come altri del tuo girone, è gradevole ma si ha la sensazione che non porti a nulla, così come ti è già stato detto. Sono strasicuro del fatto che non sia una colpa degli autori, ma del tema proposto, che ci ha costretto a scervellarci per trovare uno spunto che fosse almeno decente.
Il tuo è uno spaccato di infanzia, che ci fa guardare al nostro passato con la nostalgia.
Manca sicuramente azione, in quanto si tratta di una scena statica, dove per almeno metà della narrazione si raccontano cose del passato. Questo non mi è piaciuto e soprattutto credo che fosse migliorabile.
Un buon racconto, in bocca al lupo.
Re: L'universo è una scatola di fiammiferi
Una buona prova, ma che non mostra una direzione precisa limitandosi a uno spaccato che termina e basta. Cosa non ha funzionato? Parto sempre dal presupposto che l'autore volesse raggiungere un certo risultato e qui sei partito con un tono parecchio fiabesco, un padre che sembra il protagonista di Big Fish e una voce narrante vicina al bambino/ragazzo. Ecco, tanto per cominciare non si capisce bene l'età del protagonista, poi, mio parere, perdi l'equilibrio con la lunga scena dell'amico che serve a ben poco e che ti costringe poi a troncare causa spazio bruciato in caratteri. In poche parole, è la confezione a non funzionare, sempre a mio parere, ovviamente. Quindi un problema di pura strategia perchè la mano c'è. Credo che il tema ti abbia fatto faticare parecchio e ti abbia decentrato nel strutturare la storia. Detto questo, per me è un pollice tendente al positivo in modo non solido e neppure brillante e in classifica ti posiziono dietro al parivalutato racconto della Fischer perché presenta una struttura più coerente rispetto alla tua.
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