La porta arcuata
-
- Messaggi: 2992
La porta arcuata
La porta arcuata
Di Alexandra Fischer
Gimmi camminava a testa bassa, spostava con i piedi le lattine e i barattoli rimasti a terra dopo la festa. A un certo punto si chinò per raccogliere dei festoni di plastica traforati, blu, rossi e dorati. Sentì nell’aria un misto di carne grigliata e dolci fritti. Era la prima volta che succedeva. Si sentì un intruso per essersi spinto fino alla porta arcuata che dava sul giardino dei vicini. Eppure era arrivato fino all’attrezzatura del barbecue. La carbonella aveva ancora qualche cenere sotto la brace. Tanto valeva attirare l’attenzione dei vicini, sempre così silenziosi.
Gimmi si sbracciò: − Ehi, c’è qualcuno?
Nessuna risposta.
Gimmi si accorse di stare trascinando i festoni. Li lasciò cadere e si sentì fuori posto.
Da lontano arrivò l’eco di una risata.
Gimmi vide muoversi i cespugli del giardino che nascondeva la casa.
Apparve un gatto alto come lui, in piedi, vestito con camicia, pantaloni, stivali lunghi fino alla coscia e un cappellone piumato dal quale spuntavano le orecchie.
Gimmi tremò.
Il gatto rise: − Andiamo, mi hai chiamato tu. Cosa c’è?
Gimmi deglutì, la bocca del gatto era irta di zanne: − Vedi, ero curioso di vedere cosa succedeva in questo punto della casa. C’è una festa in maschera?
Il gatto replicò: − Per i miei gusti sì. Mi basta guardarti.
− Ma, e gli altri dove sono? – Gimmi glielo aveva chiesto per educazione, ma il rumore di sottofondo che veniva dai cespugli lo terrorizzò: era il verso di avvertimento di una moltitudine di gatti infuriati.
Il gatto lo avvertì: − Fanno sul serio. Io sono venuto ad avvertirti. Stai lontano di qui. Questo non è il tuo mondo.
Gimmi indietreggiò a passi lenti: − Certo, era per saperlo. Conoscevo gli abitanti della casa, una coppia di anziani e mi sono stupito di tutti questi festeggiamenti.
Il gatto annuì, allargò le zampe: − Lo so, i miei fratelli e le mie sorelle li tenevano d’occhio. Ora non ci sono più e siamo arrivati noi.
Gimmi si mise a tremare: − Scusa il disturbo.
I versi fra i cespugli aumentarono d’intensità e Gimmi cominciò a vedere gatti in pantaloni e giacche oppure abbigliati con vesti dalla gonna a campana, e tutti con cappelli dalla piuma. Indietreggiò ancora: − Basta. Non voglio neppure sapere da dove venite.
Il gatto ridacchiò: − Fai bene. Del resto il nostro mondo d’origine è diventato così noioso. E poi non è riportato sulle mappe. Insomma, una terra secondaria.
Gimmi si girò non appena il gatto ebbe finito di parlare e corse via, oltrepassando la porta arcuata senza voltarsi.
Il gatto osservò a voce alta: − Ma guarda tu che vicino strambo.
Una gatta gli si avvicinò: − Non te la prendere, caro. Si sarà spaventato per il disordine.
Di Alexandra Fischer
Gimmi camminava a testa bassa, spostava con i piedi le lattine e i barattoli rimasti a terra dopo la festa. A un certo punto si chinò per raccogliere dei festoni di plastica traforati, blu, rossi e dorati. Sentì nell’aria un misto di carne grigliata e dolci fritti. Era la prima volta che succedeva. Si sentì un intruso per essersi spinto fino alla porta arcuata che dava sul giardino dei vicini. Eppure era arrivato fino all’attrezzatura del barbecue. La carbonella aveva ancora qualche cenere sotto la brace. Tanto valeva attirare l’attenzione dei vicini, sempre così silenziosi.
Gimmi si sbracciò: − Ehi, c’è qualcuno?
Nessuna risposta.
Gimmi si accorse di stare trascinando i festoni. Li lasciò cadere e si sentì fuori posto.
Da lontano arrivò l’eco di una risata.
Gimmi vide muoversi i cespugli del giardino che nascondeva la casa.
Apparve un gatto alto come lui, in piedi, vestito con camicia, pantaloni, stivali lunghi fino alla coscia e un cappellone piumato dal quale spuntavano le orecchie.
Gimmi tremò.
Il gatto rise: − Andiamo, mi hai chiamato tu. Cosa c’è?
Gimmi deglutì, la bocca del gatto era irta di zanne: − Vedi, ero curioso di vedere cosa succedeva in questo punto della casa. C’è una festa in maschera?
Il gatto replicò: − Per i miei gusti sì. Mi basta guardarti.
− Ma, e gli altri dove sono? – Gimmi glielo aveva chiesto per educazione, ma il rumore di sottofondo che veniva dai cespugli lo terrorizzò: era il verso di avvertimento di una moltitudine di gatti infuriati.
Il gatto lo avvertì: − Fanno sul serio. Io sono venuto ad avvertirti. Stai lontano di qui. Questo non è il tuo mondo.
Gimmi indietreggiò a passi lenti: − Certo, era per saperlo. Conoscevo gli abitanti della casa, una coppia di anziani e mi sono stupito di tutti questi festeggiamenti.
Il gatto annuì, allargò le zampe: − Lo so, i miei fratelli e le mie sorelle li tenevano d’occhio. Ora non ci sono più e siamo arrivati noi.
Gimmi si mise a tremare: − Scusa il disturbo.
I versi fra i cespugli aumentarono d’intensità e Gimmi cominciò a vedere gatti in pantaloni e giacche oppure abbigliati con vesti dalla gonna a campana, e tutti con cappelli dalla piuma. Indietreggiò ancora: − Basta. Non voglio neppure sapere da dove venite.
Il gatto ridacchiò: − Fai bene. Del resto il nostro mondo d’origine è diventato così noioso. E poi non è riportato sulle mappe. Insomma, una terra secondaria.
Gimmi si girò non appena il gatto ebbe finito di parlare e corse via, oltrepassando la porta arcuata senza voltarsi.
Il gatto osservò a voce alta: − Ma guarda tu che vicino strambo.
Una gatta gli si avvicinò: − Non te la prendere, caro. Si sarà spaventato per il disordine.
Re: La porta arcuata
Alexandra, sempre velocissima! Parametri rispettati, buona MASA EDITION!
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1093
Re: La porta arcuata
Ciao Alexandra. Piacere di rileggerti.
Devo dire che quando ti ho vista postare dopo una mezz'ora, mi son detto che dovevi aver per forza avuto un'idea folgorante. Quello che ho letto è una storia di stampo abbastanza classico, mondi paralleli che si incrociano senza motivo ed equivoci che ne vengono fuori. Eppure funziona, il punto forte sono i gatti abbigliati da umani, mi viene in mente I Sospiri del mio Cuore, film dello Studio Ghibli meno conosciuto di altri, ma che appunto tra i personaggi aveva questo gatto vestito in modo simile al tuo. Insomma, tutto già visto, ma per qualche ragione il tuo racconto, nella sua semplicità, arriva esattamente dove vuole arrivare. E per me questo è un punto a favore. Brava. Alla prossima.
Devo dire che quando ti ho vista postare dopo una mezz'ora, mi son detto che dovevi aver per forza avuto un'idea folgorante. Quello che ho letto è una storia di stampo abbastanza classico, mondi paralleli che si incrociano senza motivo ed equivoci che ne vengono fuori. Eppure funziona, il punto forte sono i gatti abbigliati da umani, mi viene in mente I Sospiri del mio Cuore, film dello Studio Ghibli meno conosciuto di altri, ma che appunto tra i personaggi aveva questo gatto vestito in modo simile al tuo. Insomma, tutto già visto, ma per qualche ragione il tuo racconto, nella sua semplicità, arriva esattamente dove vuole arrivare. E per me questo è un punto a favore. Brava. Alla prossima.
-
- Messaggi: 2992
Re: La porta arcuata
Ciao, Matteo, sei molto generoso. L'idea mi è venuta di getto, non ho neppure visto il film che menzioni. Ho pensato a un contesto di fiaba nera. Perdona il già visto. Sono contenta che la storia nel suo complesso ti sia piaciuta.
- christianfloris
- Messaggi: 179
Re: La porta arcuata
Per me è un sì. La storia che hai creato è talmente stravagante e sviluppa in modo originale anche un lato ironico, che mi sento di premiarla collocandola sul mio personale terzetto da podio. Buona anche la resa dello stile, il barbecue di cui ci sembra di sentire l’invitante odore, l’ambientazione sufficientemente accurata. Forse da rivedere, in alcuni passaggi, l’uso della punteggiatura. Il paragrafo introduttivo, ad esempio, contiene una gran quantità di punti fermi che spezzettano in modo eccessivo la narrazione e le conferiscono un ritmo un po’ sincopato che non collima in modo pertinente con il racconto (che invece è ancora in fase di un decollo senza sorprese). Al di là di questo aspetto, tranquillamente sistemabile con una variatio sintattica e con la gestione di qualche punto e virgola, è una prova non eccezionale, ma che ho trovato brillante. Il tema è centrato senza tentennamenti, anche in una sfumatura che finora non ho visto sottolineare: non si tratta di semplici mondi, ma di mondi secondari. Non va trascurato.
La mia valutazione è 9
La mia valutazione è 9
Re: La porta arcuata
Pezzo fiabesco, pittoresco e colorato, come lo sono spesso le tue opere.
Non mi è dispiaciuto per niente se non per i dialoghi che ho trovato a volte sconclusionati e un po' campati per aria.
Rimango confuso dal fatto che ci sia una festa in corso ma siano tutti infuriati.
Lo sono per la vicinanza di Gimmi, presumo. Che poi come fa a vederli se ci sono i cespugli in mezzo?
E poi perchè la battuta finale della gatta sul disordine quando Gimmi chiaramente se n'è scappato minacciato dalla situazione? Era sarcasmo?
Al netto di ciò, una prova discreta.
Tema classico.
Non mi è dispiaciuto per niente se non per i dialoghi che ho trovato a volte sconclusionati e un po' campati per aria.
Rimango confuso dal fatto che ci sia una festa in corso ma siano tutti infuriati.
Lo sono per la vicinanza di Gimmi, presumo. Che poi come fa a vederli se ci sono i cespugli in mezzo?
E poi perchè la battuta finale della gatta sul disordine quando Gimmi chiaramente se n'è scappato minacciato dalla situazione? Era sarcasmo?
Al netto di ciò, una prova discreta.
Tema classico.
-
- Messaggi: 2992
Re: La porta arcuata
Ciao Christianfloris, grazie, sei stato generosissimo. Mi dispiace per la punteggiatura, dovrò starci attenta per non affaticare troppo il Lettore.
-
- Messaggi: 2992
Re: La porta arcuata
Ciao Dario 17, scusa per il particolare dei dialoghi, bisogna che ci stia attenta. Avrei dovuto rimarcare di più l'estraneità di Gimmi e far sentire al Lettore i versi infuriati dei gatti. Sentire, appunto, infatti lui non li vede ma li sente, infine compaiono poco a poco, un punto che avrei potuto rendere con un semplice: li vide arrivare. Sono infuriati perché c'è lui a festa finita. La battuta della gatta era sarcastica. Grazie del commento, sei stato molto gentile.
Re: La porta arcuata
Ciao Shanda e piacere di leggerti.
Ho apprezzato l'atmosfera fiabesca, quasi da "Alice nel Paese delle Meraviglie", ma per il resto la vicenda lasci molto a desiderare. Tenendo da parte i problemi di stile, di cui abbiamo parlato tante volte, in questa storia la problematica maggiore è il modo con cui il protagonista reagisce all'apparizione dei gatti umani e al pericolo che loro rappresentano. Insomma, sembra spaventato da quelli nascosti nei cespugli, ma sembra reagire a quelli che vede con assoluta naturalezza, come se fosse abituato a vedere esseri da altri mondi. Il problema è che non fornisci nulla che possa spiegare per questa stranezza, quindi resta tutto troppo confuso.
Peccato, Shanda.
Alla prossima!
Ho apprezzato l'atmosfera fiabesca, quasi da "Alice nel Paese delle Meraviglie", ma per il resto la vicenda lasci molto a desiderare. Tenendo da parte i problemi di stile, di cui abbiamo parlato tante volte, in questa storia la problematica maggiore è il modo con cui il protagonista reagisce all'apparizione dei gatti umani e al pericolo che loro rappresentano. Insomma, sembra spaventato da quelli nascosti nei cespugli, ma sembra reagire a quelli che vede con assoluta naturalezza, come se fosse abituato a vedere esseri da altri mondi. Il problema è che non fornisci nulla che possa spiegare per questa stranezza, quindi resta tutto troppo confuso.
Peccato, Shanda.
Alla prossima!
-
- Messaggi: 2992
Re: La porta arcuata
Ciao, Pretorian, mi dispiace per quelle imperfezioni. Vedrò di starci attenta, come pure al dettaglio delle reazioni dei personaggi umani davanti a esseri fiabeschi.
- SilviaCasabianca
- Messaggi: 108
Re: La porta arcuata
Ciao Alexandra,
Grazie del tuo racconto. Un pezzo fiabesco, per molti versi quasi infantile (in senso buono ovviamente). Il tema è centratissimo e l'idea c'era.
Ho apprezzato l'originalità e la chiarezza dello stile. Tuttavia, per mio personale gusto, eccessiva chiarezza. Non amo molto lo stile così telegrafico, con una serie di frasi a capo con ripetizione del soggetto. Lo stile mi sembra buono, non noto imperfezioni, però rimane poco coinvolgente, un po' succinto, stringato. Tanto, troppo dialogo, descritto dai vari: annuì, disse, osservò a voce alta. Alcune scelte stilistiche le rivedrei. Tipo cominciare la frase con A un certo punto. Quale certo punto? Se lo togli non fila lo stesso la frase? O anche si mise a tremare, così sembra un'azione cominciata di proposito come si mise a pulire il forno, invece è un'emozione. Diciamo che per stile e tema la vedrei bene come favola per bambini, però in tal caso avresti dovuto semplificare il linguaggio, quindi non credo fosse una tua intenzione.
Tutte mie personalissime valutazioni ovviamente.
Comunque brava.
Grazie del tuo racconto. Un pezzo fiabesco, per molti versi quasi infantile (in senso buono ovviamente). Il tema è centratissimo e l'idea c'era.
Ho apprezzato l'originalità e la chiarezza dello stile. Tuttavia, per mio personale gusto, eccessiva chiarezza. Non amo molto lo stile così telegrafico, con una serie di frasi a capo con ripetizione del soggetto. Lo stile mi sembra buono, non noto imperfezioni, però rimane poco coinvolgente, un po' succinto, stringato. Tanto, troppo dialogo, descritto dai vari: annuì, disse, osservò a voce alta. Alcune scelte stilistiche le rivedrei. Tipo cominciare la frase con A un certo punto. Quale certo punto? Se lo togli non fila lo stesso la frase? O anche si mise a tremare, così sembra un'azione cominciata di proposito come si mise a pulire il forno, invece è un'emozione. Diciamo che per stile e tema la vedrei bene come favola per bambini, però in tal caso avresti dovuto semplificare il linguaggio, quindi non credo fosse una tua intenzione.
Tutte mie personalissime valutazioni ovviamente.
Comunque brava.
-
- Messaggi: 2992
Re: La porta arcuata
Ciao, Silvia, grazie del commento. Devo aggiustare un bel po' in questo racconto, hai ragione. Farò tesoro dei tuoi suggerimenti così preziosi.
Re: La porta arcuata
Ciao, Alexandra, ben ritrovata.
Gimmi fa una passeggiata, entra nel giardino dei vicini attraverso una porta arcuata e si ritrova in un mondo assurdo dove incontra gatti parlanti.
Carina la sequenza iniziale, bel dettaglio quello olfattivo relativo al barbecue.
Hai consegnato in trentuno minuti, non so se tu sia stata costretta a farlo dalle circostanze (io per esempio ho avuto una riunione e ho dovuto impiegare l’ultima ora), comunque sia questo ti ha impedito di rileggere e sistemare non solo le ripetizioni ma anche lo spessore di Gimmi come personaggio. Un peccato perché i gatti del mondo secondario erano un'idea carina e la battuta finale della gatta sul disordine ci fa pensare che quello strano sia Gimmi.
In pratica la mancanza di tempo ha pregiudicato un po' il risultato che trovo meno fluido dell'altra volta e meno solido e suggestivo di altri tuoi testi che ho avuto piacere di piazzare meglio.
Sono certa che con la tua esperienza riuscirai a fare tesoro dell'esperienza.
Alla prossima
Gimmi fa una passeggiata, entra nel giardino dei vicini attraverso una porta arcuata e si ritrova in un mondo assurdo dove incontra gatti parlanti.
Carina la sequenza iniziale, bel dettaglio quello olfattivo relativo al barbecue.
Hai consegnato in trentuno minuti, non so se tu sia stata costretta a farlo dalle circostanze (io per esempio ho avuto una riunione e ho dovuto impiegare l’ultima ora), comunque sia questo ti ha impedito di rileggere e sistemare non solo le ripetizioni ma anche lo spessore di Gimmi come personaggio. Un peccato perché i gatti del mondo secondario erano un'idea carina e la battuta finale della gatta sul disordine ci fa pensare che quello strano sia Gimmi.
In pratica la mancanza di tempo ha pregiudicato un po' il risultato che trovo meno fluido dell'altra volta e meno solido e suggestivo di altri tuoi testi che ho avuto piacere di piazzare meglio.
Sono certa che con la tua esperienza riuscirai a fare tesoro dell'esperienza.
Alla prossima
-
- Messaggi: 2992
Re: La porta arcuata
Ciao, Debora, ho consegnato così presto per via dell'ispirazione. Mi scuso degli errori.
- Andrea Furlan
- Messaggi: 465
Re: La porta arcuata
Ciao Alexandra,
devo dire che questo racconto mi ha convinto molto di più dei tuoi precedenti. Lineare, tema centrato in modo chiaro, storia non proprio originale ma declinata con precisione, interessante la spavalderia dei gatti/vicini che danno tutto per scontato, trattando il vicino curioso come un intruso e al lettore la sensazione di credibilità. Ti segnalo qualche piccolo errore: “La carbonella aveva ancora qualche cenere sotto la brace.” Sarebbe il contrario, cioè la brace sotto la cenere. “cappelli dalla piuma” sarebbe forse “cappelli con la piuma”. Mi rimane sempre una sensazione di ingenuità, come nei tuoi precedenti scritti, ma in questo sembra tutto più maturo. Brava!
devo dire che questo racconto mi ha convinto molto di più dei tuoi precedenti. Lineare, tema centrato in modo chiaro, storia non proprio originale ma declinata con precisione, interessante la spavalderia dei gatti/vicini che danno tutto per scontato, trattando il vicino curioso come un intruso e al lettore la sensazione di credibilità. Ti segnalo qualche piccolo errore: “La carbonella aveva ancora qualche cenere sotto la brace.” Sarebbe il contrario, cioè la brace sotto la cenere. “cappelli dalla piuma” sarebbe forse “cappelli con la piuma”. Mi rimane sempre una sensazione di ingenuità, come nei tuoi precedenti scritti, ma in questo sembra tutto più maturo. Brava!
-
- Messaggi: 2992
Re: La porta arcuata
Ciao, Andrea, grazie di avermi segnalato gli erroracci. Sono contenta che la storia nel suo complesso ti sia piaciuta.
- L'inquisitore
- Messaggi: 187
Re: La porta arcuata
Ciao Alexandra! Non ti avevo ancora incrociato in qualità di inquisitore!
Racconto surreale, forse onirico che racconta di Gimmi che sconfina incontrando ciò che non si aspettava: gli abitanti felini di un altro mondo. L'apparente stranezza diventa presto terribile e terrificante per Gimmi che si pente della sua curiosità e fugge. Resta solo il lettore a scoprire la reale natura dei "mostri" che altro non sono che vicini diversi.
La natura surreale della vicenda non viene spiegata e si ha l'impressione che il racconto sia solo una suggestione ben trascritta. Sicuramente trovo una chiarezza espositiva non frequente nei tuoi racconti, cosa che aumenta il valore del pezzo. Niente male! Pollice tendente al positivo ma ancora non sollevato per la mancanza di un guizzo che giustifichi il racconto oltre allo sviluppo del tema.
Racconto surreale, forse onirico che racconta di Gimmi che sconfina incontrando ciò che non si aspettava: gli abitanti felini di un altro mondo. L'apparente stranezza diventa presto terribile e terrificante per Gimmi che si pente della sua curiosità e fugge. Resta solo il lettore a scoprire la reale natura dei "mostri" che altro non sono che vicini diversi.
La natura surreale della vicenda non viene spiegata e si ha l'impressione che il racconto sia solo una suggestione ben trascritta. Sicuramente trovo una chiarezza espositiva non frequente nei tuoi racconti, cosa che aumenta il valore del pezzo. Niente male! Pollice tendente al positivo ma ancora non sollevato per la mancanza di un guizzo che giustifichi il racconto oltre allo sviluppo del tema.
-
- Messaggi: 2992
Re: La porta arcuata
Ciao, Inquisitore, sei stato davvero molto generoso, grazie. Quanto al guizzo, hai ragione. Occorre davvero qualcosa in più dell'immagine di un gatto umanizzato. Chissà, forse a furia di leggere e scrivere mi verrà fuori il guizzo di cui parli.
Torna a “169° All Time - Masa Edition - la 4° della Decima Era”
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite