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- Mario Mazzafoglie
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Il sole lanciava i suoi ultimi raggi sulla radura, prima di andare a tramontare dietro le colline.
Rocco33, con biondi capelli al vento, cavalcava il suo Tonino. Seduta dietro di lui, con la testa poggiata alla sua schiena, Bambolina84 si godeva quell’attimo di felicità, cullata dall’andatura del cavallo.
Era stata una giornata meravigliosa.
«Adesso devo andare.» Rocco33 tirò le redini e si avviò verso l’ingresso della stalla. «Non so come andrà a finire questa storia, ma ho paura di perderti.»
Bambolina84 si morse un labbro. «Sono dei bastardi quelli dell’Inps, stai attento.» Lo strinse forte. «Sto così bene qui con te.»
I due innamorati scesero a terra e si salutarono con un lungo e morbido bacio. «Ora vado, tesoro. Tvb.»
Nella sala d’aspetto dell’ufficio Inps, Gino trovò un angolino accanto alla finestra. Aveva spinto con foga la sua sedia a rotelle con sopra i suoi centoventi chili per tutto il quartiere, per cui era tutto sudato, con la testa pelata che luccicava in controluce.
La porta dell’ufficio si spalancò, e una segretaria bassina accompagnò fuori un uomo che teneva a guinzaglio un cane guida.
La ragazza lanciò un’occhiata in sala. «Gino Melli?»
Lui alzò la mano. «Eccomi.»
«Prego.» Sorrise. «È il suo turno.»
Gino indossò un’espressione di sofferenza e si avviò come un martire.
Due austeri dottori lo videro sfilare dinanzi la scrivania e si lanciarono tra loro sguardi interrogativi.
Quei due non potevano rovinargli tutto. Cosa ne sarebbe stato di lui e Bambolina84? Doveva impietosire quella commissione. Doveva prolungare la sua malattia e usufruire ancora del mondo virtuale messo a disposizione dallo Stato. Solo lì poteva essere felice!
Uno dei due dottori si tolse gli occhiali, fece il giro della scrivania e gli si avvicinò. L’analisi della gamba fu rapida. «Signor Melli, io credo che lei sia guarito. A sette anni dall’incidente può finalmente tornare a camminare.»
«Non scherziamo, dottore.»
«Non è contento?»
«S-sì. È solo che non mi sento ancora bene.»
«Lei è in perfetta forma. Non sarebbe meglio lasciare il suo posto a qualcuno che ha davvero bisogno?»
Gino finse un dolore acuto. «Ma non vede che sto male, cazzo!»
Il dottore non si scompose e tornò a sedersi sulla sedia, accanto al collega con cui confabulò qualcosa a bassa voce.
L’altro dottore si passò una mano sulla fronte. «Signor Melli, le concedo altro tempo nel virtuale solo se nel frattempo si è liberato un posto.»
«Ma io sto male davvero!»
Il dottore digitò qualcosa al computer. «Sì, pare sia il suo giorno fortunato. Una paziente è deceduta stamattina, per cui il suo avatar non esiste più. Adesso un attimo che cancello il nickname per fare spazio e…» Si voltò verso il collega. «Bambolina84, che fantasia le persone, eh?»
Gino ebbe un tuffo al cuore e scattò in piedi.
I due dottori lo fissarono in silenzio.
Gino lasciò la stanza di corsa e sparì per le scale.
Il dottore prese il mouse, cancellò Rocco33 dal computer e si voltò verso il collega. «Vedi, a volte le bugie fanno miracoli.»
Rocco33, con biondi capelli al vento, cavalcava il suo Tonino. Seduta dietro di lui, con la testa poggiata alla sua schiena, Bambolina84 si godeva quell’attimo di felicità, cullata dall’andatura del cavallo.
Era stata una giornata meravigliosa.
«Adesso devo andare.» Rocco33 tirò le redini e si avviò verso l’ingresso della stalla. «Non so come andrà a finire questa storia, ma ho paura di perderti.»
Bambolina84 si morse un labbro. «Sono dei bastardi quelli dell’Inps, stai attento.» Lo strinse forte. «Sto così bene qui con te.»
I due innamorati scesero a terra e si salutarono con un lungo e morbido bacio. «Ora vado, tesoro. Tvb.»
Nella sala d’aspetto dell’ufficio Inps, Gino trovò un angolino accanto alla finestra. Aveva spinto con foga la sua sedia a rotelle con sopra i suoi centoventi chili per tutto il quartiere, per cui era tutto sudato, con la testa pelata che luccicava in controluce.
La porta dell’ufficio si spalancò, e una segretaria bassina accompagnò fuori un uomo che teneva a guinzaglio un cane guida.
La ragazza lanciò un’occhiata in sala. «Gino Melli?»
Lui alzò la mano. «Eccomi.»
«Prego.» Sorrise. «È il suo turno.»
Gino indossò un’espressione di sofferenza e si avviò come un martire.
Due austeri dottori lo videro sfilare dinanzi la scrivania e si lanciarono tra loro sguardi interrogativi.
Quei due non potevano rovinargli tutto. Cosa ne sarebbe stato di lui e Bambolina84? Doveva impietosire quella commissione. Doveva prolungare la sua malattia e usufruire ancora del mondo virtuale messo a disposizione dallo Stato. Solo lì poteva essere felice!
Uno dei due dottori si tolse gli occhiali, fece il giro della scrivania e gli si avvicinò. L’analisi della gamba fu rapida. «Signor Melli, io credo che lei sia guarito. A sette anni dall’incidente può finalmente tornare a camminare.»
«Non scherziamo, dottore.»
«Non è contento?»
«S-sì. È solo che non mi sento ancora bene.»
«Lei è in perfetta forma. Non sarebbe meglio lasciare il suo posto a qualcuno che ha davvero bisogno?»
Gino finse un dolore acuto. «Ma non vede che sto male, cazzo!»
Il dottore non si scompose e tornò a sedersi sulla sedia, accanto al collega con cui confabulò qualcosa a bassa voce.
L’altro dottore si passò una mano sulla fronte. «Signor Melli, le concedo altro tempo nel virtuale solo se nel frattempo si è liberato un posto.»
«Ma io sto male davvero!»
Il dottore digitò qualcosa al computer. «Sì, pare sia il suo giorno fortunato. Una paziente è deceduta stamattina, per cui il suo avatar non esiste più. Adesso un attimo che cancello il nickname per fare spazio e…» Si voltò verso il collega. «Bambolina84, che fantasia le persone, eh?»
Gino ebbe un tuffo al cuore e scattò in piedi.
I due dottori lo fissarono in silenzio.
Gino lasciò la stanza di corsa e sparì per le scale.
Il dottore prese il mouse, cancellò Rocco33 dal computer e si voltò verso il collega. «Vedi, a volte le bugie fanno miracoli.»
Re: Avatar INPS
Ciao Mario,
piacere di leggerti. La declinazione del tema è brillante, devo dire che mi ha fatto un certo effetto. Anche se il racconto è breve, la scrittura pulita, la coloritura linguistica attraverso i nickname e il bilanciamento dei vari passaggi (i colpi di scena sono tutti coerenti, si vede che c'è stata una bella progettazione di semine e payoff) crea un senso di ordine e compattezza complessiva. Tra l'altro, con il senno di poi, la realtà virtuale come mondo secondario è stata una scelta strategica ottimale, considerato il numero limitato di caratteri. Non ho molti appunti da fare, per me è un racconto coi fiocchi!
Buona edition,
Francesco
piacere di leggerti. La declinazione del tema è brillante, devo dire che mi ha fatto un certo effetto. Anche se il racconto è breve, la scrittura pulita, la coloritura linguistica attraverso i nickname e il bilanciamento dei vari passaggi (i colpi di scena sono tutti coerenti, si vede che c'è stata una bella progettazione di semine e payoff) crea un senso di ordine e compattezza complessiva. Tra l'altro, con il senno di poi, la realtà virtuale come mondo secondario è stata una scelta strategica ottimale, considerato il numero limitato di caratteri. Non ho molti appunti da fare, per me è un racconto coi fiocchi!
Buona edition,
Francesco
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Avatar INPS
wow!
Davvero un bel racconto, simpatico e toccante allo stesso tempo.
non riesco a capire se il protagonista è un poveretto che ha davvero bisogno di stare le mondo virtuale oppure uno che ormai ne è dipendente e non vuole staccarsi. Credo che semplicemente sia umano, quindi entrambe le cose.
La porta dell’ufficio si spalancò, e una segretaria bassina accompagnò fuori un uomo che teneva a guinzaglio un cane guida.
Voglio farti i complimenti per questa frase. È una immagine semplice e priva di significato ma che, unita al titolo, disegna perfettamente l'ambiente. Il diavolo sta nei dettagli, giusto?
Bravo!
Davvero un bel racconto, simpatico e toccante allo stesso tempo.
non riesco a capire se il protagonista è un poveretto che ha davvero bisogno di stare le mondo virtuale oppure uno che ormai ne è dipendente e non vuole staccarsi. Credo che semplicemente sia umano, quindi entrambe le cose.
La porta dell’ufficio si spalancò, e una segretaria bassina accompagnò fuori un uomo che teneva a guinzaglio un cane guida.
Voglio farti i complimenti per questa frase. È una immagine semplice e priva di significato ma che, unita al titolo, disegna perfettamente l'ambiente. Il diavolo sta nei dettagli, giusto?
Bravo!
- GiulianoCannoletta
- Messaggi: 536
Re: Avatar INPS
Ciao Mario, piacere di averti letto.
Hai centrato il tema con una declinazione originale e un racconto simpatico.
I personaggi sono un po' stereotipati e distanti, ma è in linea col taglio che hai dato alla storia.
Lo stile è ottimo, ho solo un dubbio sul punto di vista, mi è sembrato inizialmente che fosse quello di Gino, ci rendi anche partecipi dei suoi pensieri, mentre nel finale è esterno.
Un buon racconto che diverte e intrattiene.
A rileggerci presto!
Giuliano
Hai centrato il tema con una declinazione originale e un racconto simpatico.
I personaggi sono un po' stereotipati e distanti, ma è in linea col taglio che hai dato alla storia.
Lo stile è ottimo, ho solo un dubbio sul punto di vista, mi è sembrato inizialmente che fosse quello di Gino, ci rendi anche partecipi dei suoi pensieri, mentre nel finale è esterno.
Un buon racconto che diverte e intrattiene.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar
Julio Cortázar
- Laura Brunelli
- Messaggi: 211
Re: Avatar INPS
Il sole lanciava i suoi ultimi raggi sulla radura, prima di andare a tramontare dietro le colline.
Rocco33, con biondi capelli al vento, cavalcava il suo Tonino. Seduta dietro di lui, con la testa poggiata alla sua schiena, Bambolina84 si godeva quell’attimo di felicità, cullata dall’andatura del cavallo.
Era stata una giornata meravigliosa.[peccato non averla vista. Capisco il senso di rimarcare la contrapposizione con quello che verrà dopo, ma io la toglierei, se ben scritto, basterebbe il successivo momento dei saluti a trasmettere la giusta sensazione]
«Adesso devo andare.» Rocco33 tirò le redini e si avviò verso l’ingresso della stalla. «Non so come andrà a finire questa storia, ma ho paura di perderti.»[Qui mi mancano le reazioni emotive del personaggio, sguardo triste, sospiro, ecc. Sto banalizzando, ovviamente, ma è per farti capire cosa intendo.]
Bambolina84 si morse un labbro. «Sono dei bastardi quelli dell’Inps, stai attento.» Lo strinse forte. «Sto così bene qui con te.»
I due innamorati scesero a terra e si salutarono con un lungo e morbido bacio. «Ora vado, tesoro. Tvb.»
Nella sala d’aspetto dell’ufficio Inps, Gino trovò un angolino accanto alla finestra. Aveva spinto con foga la sua sedia a rotelle con sopra i suoi centoventi chili per tutto il quartiere, per cui era tutto sudato, con la testa pelata che luccicava in controluce. [Toglierei il “sua” riferito alla sedia, perché la frase successiva sui suoi centoventi chili è sufficiente a chiarire, e toglierei il secondo “tutto”, con un’immagine più dettagliata. Considerato che ha spinto la sedia con le braccia, potresti fare riferimento alla maglietta che gli si è appiccicata addosso. Un ultimo appunto sulla allitterazione luccicava in controluce, che è quasi uno scioglilingua]
La porta dell’ufficio si spalancò, e una segretaria bassina accompagnò fuori un uomo che teneva a guinzaglio un cane guida.
La ragazza lanciò un’occhiata in sala. «Gino Melli?»
Lui alzò la mano. «Eccomi.»
«Prego.» Sorrise. «È il suo turno.»
Gino indossò un’espressione di sofferenza e si avviò come un martire.
Due austeri dottori lo videro sfilare dinanzi la scrivania e si lanciarono tra loro sguardi interrogativi.
Quei due non potevano rovinargli tutto. Cosa ne sarebbe stato di lui e Bambolina84? Doveva impietosire quella commissione. Doveva prolungare la sua malattia e usufruire ancora del mondo virtuale messo a disposizione dallo Stato. Solo lì poteva essere felice! [Qui trovo che ci sia un eccesso di spiegazione. A mio parere, l’informazione sul mondo virtuale, qui stona. Si capisce benissimo dal resto del racconto. Al limite, potresti chiarirlo meglio nel dialogo tra Gino e il medico, quando quest’ultimo gli chiede se non sarebbe meglio lasciare il posto a qualcun altro. Anche quel “solo li poteva essere felice”, potrebbe essere tolto. Non aggiunge niente al racconto. Io avrei riformulato con qualcosa del tipo: “Doveva prolungare la sua malattia. Solo così avrebbe potuto rivedere Bambolina84”.]
Uno dei due dottori si tolse gli occhiali, fece il giro della scrivania e gli si avvicinò. L’analisi della gamba fu rapida. «Signor Melli, io credo che lei sia guarito. A sette anni dall’incidente può finalmente tornare a camminare.»
«Non scherziamo, dottore.»
«Non è contento?»
«S-sì. È solo che non mi sento ancora bene.»
«Lei è in perfetta forma. Non sarebbe meglio lasciare il suo posto a qualcuno che ha davvero bisogno?»
Gino finse un dolore acuto. «Ma non vede che sto male, cazzo!»
Il dottore non si scompose e tornò a sedersi sulla sedia, accanto al collega con cui confabulò qualcosa a bassa voce.
L’altro dottore si passò una mano sulla fronte. «Signor Melli, le concedo altro tempo nel virtuale solo se nel frattempo si è liberato un posto.»
«Ma io sto male davvero!»
Il dottore digitò qualcosa al computer. «Sì, pare sia il suo giorno fortunato. Una paziente è deceduta stamattina, per cui il suo avatar non esiste più. Adesso un attimo che cancello il nickname per fare spazio e…» Si voltò verso il collega. «Bambolina84, che fantasia le persone, eh?»
Gino ebbe un tuffo al cuore e scattò in piedi.
I due dottori lo fissarono in silenzio.
Gino lasciò la stanza di corsa e sparì per le scale.
Il dottore prese il mouse, cancellò Rocco33 dal computer e si voltò verso il collega. «Vedi, a volte le bugie fanno miracoli.»
Ciao Mario,
Piacere di leggerti.
Tema centrato.
Punti forti: sicuramente il ribaltamento finale, in cui il protagonista che cercava di gabbare il sistema viene gabbato.
Punti deboli: Il vero punto debole di questa storia è la superficialità. Non tanto dei temi, ma di come vengono trattati. Hai messo tanta carna al fuoco, ma hai approfondito un solo aspetto. Ci sta, dato il tempo e i pochi caratteri, ma forse avresti potuto semplificare un po’ il tutto, dando a Gino un aspetto un po’ più attraente, così che il lettore potesse godere di più dell’inganno architettato dal dottore, che, a mio parere, risulta un po’ troppo sopra le righe. Sarebbe stato sufficiente dire che l’account di Bambolina84 era stato disattivato. Dico queste cose, non per questioni morali, ma solo perché tutti questi dettagli, aprono interrogativi che restano disattesi dal racconto e al lettore rimane, almeno a mio parere, un senso di non compiuto.
Nel complesso, considerando tema, caratteri e tempo, il racconto risulta divertente e piacevole da leggere. L’unico vero appunto che mi sento di farti e che manca un vero protagonista. Non che sia un errore e credo che fosse intenzionale, ma almeno avrei dato un nome al dottore che mette in scena l’inganno, così da rendere più fluido il cambio di prospettiva.
Alla prossima e buona edition
Rocco33, con biondi capelli al vento, cavalcava il suo Tonino. Seduta dietro di lui, con la testa poggiata alla sua schiena, Bambolina84 si godeva quell’attimo di felicità, cullata dall’andatura del cavallo.
Era stata una giornata meravigliosa.[peccato non averla vista. Capisco il senso di rimarcare la contrapposizione con quello che verrà dopo, ma io la toglierei, se ben scritto, basterebbe il successivo momento dei saluti a trasmettere la giusta sensazione]
«Adesso devo andare.» Rocco33 tirò le redini e si avviò verso l’ingresso della stalla. «Non so come andrà a finire questa storia, ma ho paura di perderti.»[Qui mi mancano le reazioni emotive del personaggio, sguardo triste, sospiro, ecc. Sto banalizzando, ovviamente, ma è per farti capire cosa intendo.]
Bambolina84 si morse un labbro. «Sono dei bastardi quelli dell’Inps, stai attento.» Lo strinse forte. «Sto così bene qui con te.»
I due innamorati scesero a terra e si salutarono con un lungo e morbido bacio. «Ora vado, tesoro. Tvb.»
Nella sala d’aspetto dell’ufficio Inps, Gino trovò un angolino accanto alla finestra. Aveva spinto con foga la sua sedia a rotelle con sopra i suoi centoventi chili per tutto il quartiere, per cui era tutto sudato, con la testa pelata che luccicava in controluce. [Toglierei il “sua” riferito alla sedia, perché la frase successiva sui suoi centoventi chili è sufficiente a chiarire, e toglierei il secondo “tutto”, con un’immagine più dettagliata. Considerato che ha spinto la sedia con le braccia, potresti fare riferimento alla maglietta che gli si è appiccicata addosso. Un ultimo appunto sulla allitterazione luccicava in controluce, che è quasi uno scioglilingua]
La porta dell’ufficio si spalancò, e una segretaria bassina accompagnò fuori un uomo che teneva a guinzaglio un cane guida.
La ragazza lanciò un’occhiata in sala. «Gino Melli?»
Lui alzò la mano. «Eccomi.»
«Prego.» Sorrise. «È il suo turno.»
Gino indossò un’espressione di sofferenza e si avviò come un martire.
Due austeri dottori lo videro sfilare dinanzi la scrivania e si lanciarono tra loro sguardi interrogativi.
Quei due non potevano rovinargli tutto. Cosa ne sarebbe stato di lui e Bambolina84? Doveva impietosire quella commissione. Doveva prolungare la sua malattia e usufruire ancora del mondo virtuale messo a disposizione dallo Stato. Solo lì poteva essere felice! [Qui trovo che ci sia un eccesso di spiegazione. A mio parere, l’informazione sul mondo virtuale, qui stona. Si capisce benissimo dal resto del racconto. Al limite, potresti chiarirlo meglio nel dialogo tra Gino e il medico, quando quest’ultimo gli chiede se non sarebbe meglio lasciare il posto a qualcun altro. Anche quel “solo li poteva essere felice”, potrebbe essere tolto. Non aggiunge niente al racconto. Io avrei riformulato con qualcosa del tipo: “Doveva prolungare la sua malattia. Solo così avrebbe potuto rivedere Bambolina84”.]
Uno dei due dottori si tolse gli occhiali, fece il giro della scrivania e gli si avvicinò. L’analisi della gamba fu rapida. «Signor Melli, io credo che lei sia guarito. A sette anni dall’incidente può finalmente tornare a camminare.»
«Non scherziamo, dottore.»
«Non è contento?»
«S-sì. È solo che non mi sento ancora bene.»
«Lei è in perfetta forma. Non sarebbe meglio lasciare il suo posto a qualcuno che ha davvero bisogno?»
Gino finse un dolore acuto. «Ma non vede che sto male, cazzo!»
Il dottore non si scompose e tornò a sedersi sulla sedia, accanto al collega con cui confabulò qualcosa a bassa voce.
L’altro dottore si passò una mano sulla fronte. «Signor Melli, le concedo altro tempo nel virtuale solo se nel frattempo si è liberato un posto.»
«Ma io sto male davvero!»
Il dottore digitò qualcosa al computer. «Sì, pare sia il suo giorno fortunato. Una paziente è deceduta stamattina, per cui il suo avatar non esiste più. Adesso un attimo che cancello il nickname per fare spazio e…» Si voltò verso il collega. «Bambolina84, che fantasia le persone, eh?»
Gino ebbe un tuffo al cuore e scattò in piedi.
I due dottori lo fissarono in silenzio.
Gino lasciò la stanza di corsa e sparì per le scale.
Il dottore prese il mouse, cancellò Rocco33 dal computer e si voltò verso il collega. «Vedi, a volte le bugie fanno miracoli.»
Ciao Mario,
Piacere di leggerti.
Tema centrato.
Punti forti: sicuramente il ribaltamento finale, in cui il protagonista che cercava di gabbare il sistema viene gabbato.
Punti deboli: Il vero punto debole di questa storia è la superficialità. Non tanto dei temi, ma di come vengono trattati. Hai messo tanta carna al fuoco, ma hai approfondito un solo aspetto. Ci sta, dato il tempo e i pochi caratteri, ma forse avresti potuto semplificare un po’ il tutto, dando a Gino un aspetto un po’ più attraente, così che il lettore potesse godere di più dell’inganno architettato dal dottore, che, a mio parere, risulta un po’ troppo sopra le righe. Sarebbe stato sufficiente dire che l’account di Bambolina84 era stato disattivato. Dico queste cose, non per questioni morali, ma solo perché tutti questi dettagli, aprono interrogativi che restano disattesi dal racconto e al lettore rimane, almeno a mio parere, un senso di non compiuto.
Nel complesso, considerando tema, caratteri e tempo, il racconto risulta divertente e piacevole da leggere. L’unico vero appunto che mi sento di farti e che manca un vero protagonista. Non che sia un errore e credo che fosse intenzionale, ma almeno avrei dato un nome al dottore che mette in scena l’inganno, così da rendere più fluido il cambio di prospettiva.
Alla prossima e buona edition
- gcdaddabbo
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Re: Avatar INPS
Salve, Mario! Eccomi a rileggere un tuo racconto. Il tema è quello dei furbetti che approfittano del lassismo generale per scroccare agevolazioni alle spalle di chi paga le tasse? Mondo secondario perché marginale? Va bene. A me sembra ne sia venuto fuori un quadretto stereotipato che ho trovato simpatico, ma un po’ superficiale. C’è una storia? Povero Tonino! Se ho fatto bene i conti. Il cavallo regge i 120 Kg di Gino=Rocco33 + Bambolina84. Dovremmo essere intorno ai 2 quintali. Forse era questo il tema da approfondire: gli animali bistrattati L’ambientazione è poco credibile. I protagonisti appena delineati. Personalmente questo racconto non mi ha entusiasmato. Comunque Buona Masa edition e buon 2023!
Re: Avatar INPS
Avatar INPS
Ciao Mario.
Il Mazzafoglie ci delizia con una curiosa escursione nel mondo virtuale, peraltro cogliendo bene il tema proposto. La punch line “comica” è adeguata e risulta pure simpatica: a quanto sembra i “falsi invalidi” saranno sempre un problema... Originale, ben servito da una buona scrittura. Mi ha divertito.
Stefano aka Kruaxi
Ciao Mario.
Il Mazzafoglie ci delizia con una curiosa escursione nel mondo virtuale, peraltro cogliendo bene il tema proposto. La punch line “comica” è adeguata e risulta pure simpatica: a quanto sembra i “falsi invalidi” saranno sempre un problema... Originale, ben servito da una buona scrittura. Mi ha divertito.
Stefano aka Kruaxi
- Shanghai Kid
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Re: Avatar INPS
Ciao Mario,
piacere di averti letto!
Cosa dire? Il tuo racconto funziona sotto tutti i punti di vista: è ben scritto, la trama è brillante, emoziona ma al contempo diverte.
Io credo tu abbia avuto una buona idea circa la declinazione del tema, ma sia riuscito, specie considerando i caratteri e il tempo a disposizione, a declinarla davvero in modo ottimo.
Grande!
Ottima prova.
In bocca al lupo per l’edition.
A rileggerti,
Elisa
piacere di averti letto!
Cosa dire? Il tuo racconto funziona sotto tutti i punti di vista: è ben scritto, la trama è brillante, emoziona ma al contempo diverte.
Io credo tu abbia avuto una buona idea circa la declinazione del tema, ma sia riuscito, specie considerando i caratteri e il tempo a disposizione, a declinarla davvero in modo ottimo.
Grande!
Ottima prova.
In bocca al lupo per l’edition.
A rileggerti,
Elisa
- Stefano.Moretto
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Re: Avatar INPS
Ciao Mario.
Il doppio cliffhanger finale è stato bellissimo. Per un attimo ho pensato "oh no, un finale scontato dove ottiene quello che vuole ma nel modo sbagliato", e poi ZAC, mi dai quella frase finale che ribalta tutto. Fantastico, l'ho adorato.
Il tema è declinato alla perfezione, e per me la caratterizzazione del protagonista, con la sua dipendenza dal mondo virtuale, ci sta tutta. Forse in un paio di punti avresti potuto dare qualche introspezione in più al personaggio, ma nel complesso lo trovo un ottimo racconto.
Il doppio cliffhanger finale è stato bellissimo. Per un attimo ho pensato "oh no, un finale scontato dove ottiene quello che vuole ma nel modo sbagliato", e poi ZAC, mi dai quella frase finale che ribalta tutto. Fantastico, l'ho adorato.
Il tema è declinato alla perfezione, e per me la caratterizzazione del protagonista, con la sua dipendenza dal mondo virtuale, ci sta tutta. Forse in un paio di punti avresti potuto dare qualche introspezione in più al personaggio, ma nel complesso lo trovo un ottimo racconto.
- Stefano.Moretto
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Re: Avatar INPS
GiulianoCannoletta ha scritto:ho solo un dubbio sul punto di vista, mi è sembrato inizialmente che fosse quello di Gino, ci rendi anche partecipi dei suoi pensieri, mentre nel finale è esterno.
Do i miei 50 centesimi non richiesti: per avere una struttura perfetta, l'ultima riga (da "il dottore prese il mouse" in poi) avrebbe dovuto essere dopo uno stacco di una linea (come tra primo e secondo blocco) in modo da rendere chiaro che solo quella frase è dal punto di vista del dottore. Anche se penso che non sia davvero necessario.
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