BENVENUTI ALLA MASA EDITION, LA QUARTA DELLA DECIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 169° ALL TIME!
Questo è il gruppo L'ERUDITO della MASA EDITION con MASA come guest star.
Gli autori del gruppo L'ERUDITO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo IL MALEDETTO.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo IL CONDOTTIERO.
Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da MASA. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre.
Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DECIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Ho forzato solo per non fare capitare nello stesso gruppo due racconti con Malus.
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo L'ERUDITO:
Second World, di Polly Russell, ore 23.09, 2978 caratteri Aaron è vivo, di Emiliano Maramonte, ore 00.52, 2995 caratteri Seconda casa, di Andrea Spinelli, ore 00.09, 2980 caratteri Mary per sempre, di Pietro D’Addabbo, ore 00.59, 2992 caratteri Avatar INPS, di Mario Mazzafoglie, ore 01.13, 2980 caratteri MALUS 4 PUNTI E’ magia anche questa, di Rick Faith, ore 00.33, 2992 caratteri La chiave di Iside, di Rigget, ore 23.50, 2998 caratteri Dalì, di Andrea Crevola, ore 00.57, 2973 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 29 DICEMBRE per commentare i racconti del gruppo IL MALEDETTO Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 30 DICEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti. NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo IL MALEDETTO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo: – 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri. – 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri. – ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me. Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo IL MALEDETTO. Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.
Ciao a tutti, procedo con la classifica e vi ringrazio per le belle letture. In bocca al lupo a tutti, e buone feste!
1) Aaron è vivo, Emiliano Maramonte 2) Avatar INPS, Mario Mazzafoglie 3) Seconda casa, Andrea Spinelli 4) La chiave di Iside, Rigget 5) E' magia anche questa, Rick Faith 6) Second world, Polly Russell 7) Dalì, Andrea Crevola 8) Mary per sempre, Pietro D'Addabbo
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Ciao Emiliano, piacere di leggerti. La Terra al collasso come mondo secondario (mi piace leggerla così, al di là del sistema di ologrammi e proiezioni simulate) è una splendida declinazione del tema. Non so se è solo una mia impressione, ma le tue storie e la tua scrittura migliorano costantemente, specialmente quando ti muovi tra i binari confortevoli del genere scifi. Ho ben poco da segnalare, a livello di economia narrativa mi sembra funzioni tutto, c'è il giusto equilibrio tra testa e cuore, i personaggi sono semplici ma mai banali. Ben fatto!
Buona edition, Francesco
Ciao Mario, piacere di leggerti. La declinazione del tema è brillante, devo dire che mi ha fatto un certo effetto. Anche se il racconto è breve, la scrittura pulita, la coloritura linguistica attraverso i nickname e il bilanciamento dei vari passaggi (i colpi di scena sono tutti coerenti, si vede che c'è stata una bella progettazione di semine e payoff) crea un senso di ordine e compattezza complessiva. Tra l'altro, con il senno di poi, la realtà virtuale come mondo secondario è stata una scelta strategica ottimale, considerato il numero limitato di caratteri. Non ho molti appunti da fare, per me è un racconto coi fiocchi!
Buona edition, Francesco
Ciao Andrea, un bel viaggetto nella testa del serial killer (in versione vampiro, giusto?) è un classicone che non guasta mai. Sicuramente apprezzabile l'immersione nel flusso dei pensieri del protagonista. La trovo ben particolareggiata e non scolastica; insomma la sento "tua" (anche nelle scene e nei toni forti), e credo che questo denoti maturità, o quantomeno consapevolezza, nella gestione della scrittura. Bene anche quella domanda, quanti sono i cadaveri, che ronza ciclicamente per creare tensione e far capire al lettore che qualcosa non va... che sia questa, la chiave per svelare il mondo secondario? L'aderenza al tema è ciò che mi lascia maggiori perplessità: storia e stile sono buoni, ma il concetto di "mondo altro", secondario, mi è arrivato davvero poco. Forse si poteva giocare di più sull'essere vampiro? Sulla villa sul lago come mondo alternativo? Sulla realtà nella testa come piano diverso dalla realtà vera e propria? Qualche buona pista da seguire si poteva trovare... Dovrò pensare bene a come gestire questa discrepanza tra gradimento e declinazione del tema in sede di classifica.
Buona edition, Francesco
Ciao Federica, piacere di leggerti. Il tema dell'edition è centrato, forse non in maniera originalissima ma comunque solida e riconoscibile. Diciamo che, su una costruzione abbastanza lineare e prevedibile, hai saputo giocarti secondo me dei piccoli dettagli di qualità, che fanno la differenza e creano atmosfera. Mi riferisco ovviamente al dettaglio finale della chiave, che crea quel giusto senso di instabilità nel lettore. Bene anche i dettagli legati al caldo, ai gatti magici poco credibili... danno quel giusto tocco di ironia e patologia patetica a un mondo secondario che sarebbe difficile tratteggiare accuratamente in così pochi caratteri. Per me una prova discreta, più prudente che brillante, di chi viaggia col freno a mano tirato (nel bene e nel male) per non rischiare di deragliare e schiantarsi.
Buona edition, Francesco
Ciao Rick, le atmosfere da taverna, fantasy classico e gioco di ruolo mi emozionano sempre. Anche qui, ho iniziato a frequenze altissime, forse perché il vecchio party di avventurieri che si ritrova, ricorda le vecchie glorie passate, gli assenti e i caduti ha un che di malinconico e poetico. Nell'ottica della declinazione del tema, ho intravisto (e avrei tanto voluto vedere attuato) il conflitto tra il mondo primario dei giocatori e quello dei personaggi deceduti, abbandonati, invecchiati o comunque al termine della loro parabola trasformativa. Sarebbe stato interessante e molto coerente con il tema dell'edition. Purtroppo qui il centro e il finale si sono invece abbastanza assopiti su binari ordinari, la vicenda resta arroccata su quel piano unico (quindi non così secondario) e strappa nel finale un sorriso, piacevole ma privo di mordente.
Buona edition, Francesco
Ciao Polly, intanto complimenti per essere riuscita a sfornare un racconto funzionante in così poco tempo, il tema era solo apparentemente abbordabile, anch'io mi ci sono messo tardi, e la difficoltà di strutturare due piani in una manciata di caratteri l'ho sentita tutta. Nel tuo caso specifico, il mondo secondario l'ho percepito parecchio di striscio, si resta un po' troppo ancorati a situazioni del mondo primario e i personaggi sono fin troppo piatti. Il guizzo finale è più apprezzabile, perché apre uno scorcio effettivo su questo ipotetico mondo secondario, che però resta abbastanza anonimo. Non mi ha entusiasmato, ma complimenti per l'efficienza compositiva.
Buona edition, Francesco
Ciao Andrea, piacere di leggerti. Un mondo secondario fatto di pasticche e tecnologia, mi pare di capire, con una caduta a precipizio nel finale che dovrebbe aumentare la tensione... ma che di fatto mi suona abbastanza neutra perché con il protagonista ho empatizzato davvero poco, nonostante la ricerca di immersività attraverso la prima persona presente. A livello tecnico, mi sembra che tu ti stia adoperando per applicare correttamente i principi di stile. Il mio consiglio è di unirli sempre a una caratterizzazione marcata dei personaggi e al tuo "tocco" personale nei toni, nei temi, nei perché questi personaggi scelgono di fare quello che fanno, per scongiurare il rischio di una scrittura asettica e creature artefatte, poco credibili. Il tema è centrato, ma per tutti questi motivi non mi ha entusiasmato molto.
Buona edition, Francesco
Ciao Pietro, piacere di leggerti. Faccio un po' fatica a capire il senso di questa storia. Abbiamo un worldbuilding/sistema magico con ombrelli animati e volanti alla Mary Poppins. Basta questo a parlare di mondo secondario? Non so. Abbiamo una guerra civile o mondiale in corso (ci sono cannonate), ma non si capisce perché, e se questo influenzi i venti. E abbiamo, appunto, i Venti. Che siano loro, il piano secondario? Lo strato superiore di realtà che permette di volare? Che dà vita agli ombrelli? La situazione narrata desta una certa curiosità, ma i punti oscuri rimangono troppi e l'aderenza al tema non la sento troppo centrata... In effetti, il tema di questa edition non era per nulla semplice, nell'ottica di soli 3000 caratteri.
A parte le prime due posizioni, è stato davvero difficile stilare il resto della classifica. Ognuno ha dato la sua interpretazione di mondo secondario, e sono tutte azzeccate e piacevoli. È stata una delle poche volte il cui ho dovuto dare molta importanza allo stile e alla tecnica più che alla storia in se perchè, ripeto, mi sono piaciute tutte.
1- Avatar INPS, di Mario Mazzafoglie, 2- Dalì, di Andrea Crevola, 3- Aaron è vivo, di Emiliano Maramonte, 4- Second World, di Polly Russell, 5- Seconda casa, di Andrea Spinelli, 6- E’ magia anche questa, di Rick Faith, 7- La chiave di Iside, di Rigget, 8- Mary per sempre, di Pietro D’Addabbo,
Second World, di Polly Russell, Ci ho messo parecchio a capire cosa fosse il memento. L'ho intuito, ma ho passato l'intera lettura ah chiedermi se ci avevo visto giusto. Hai reso bene la "dipendenza" di Sia, anche l'ambientazione è tratteggiata quanto che basta per capire quel che serve. Potevi cadere nello stereotipo del ciccione laido che si approfitta della ragazza in difficoltà, ma hai scelto di caratterizzarlo meglio, un punto a tuo favore.
Aaron è vivo, di Emiliano Maramonte, Molto bella l'ambientazione, creare mondi del genere è la tua specialità e ci sei riuscito molto bene nonostante il pochissimo spazio a disposizione. Purtroppo minutiContati risente un po' di questa cosa…. I caratteri sono pochi e se si da spazio al worldBuilding si toglie spazio alla storia in se. Quelle che hai descritto è una scena interessante e sicuramente mi piacerebbe leggerne ancora, ma di per se mi ha lasciato un senso di incompiuto.
Seconda casa, di Andrea Spinelli, La cosa che mi lascia più dubbi è l'aderenza al tema. Ok, la casa sul lago è tipo la casa vacanze per il nostro protagonista, un mondo secondario in cui si rinchiude per …fare ciò che deve. Però mi pare debole come aderenza. Il pezzo di per se mi è piaciuto tanto. La voce narrante è ottima, anche se c'è qualche frase troppo stringata. Bella la metafora della lastra di ardesia. Ho notato una piccola dissonanza sul finale. Per utto il brano lui è indeciso sul reale numero di cadaveri, mentre alla fine è sicurissimo che adesso sono 13. Comunque, un buon lavoro!
Mary per sempre, di Pietro D’Addabbo, Purtroppo so molto, molto poco di Mary Poppins per poter apprezzare questo racconto. La storia di per se non è male: si empatizza bene col protagonista, l'ambientazione mi è piaciuta e avevo capito che la cannonata era un specie di orologio cittadino. Anche lo stile, narrato, è giustissimo per questo tipo di racconto. Però manca la storia in se. Chi sono i soffianti? E i lampionari? Cosa deve sapere mary? Una buona fan fiction, credo, ma che purtroppo non mi ha coinvolto
Avatar INPS, di Mario Mazzafoglie, wow! Davvero un bel racconto, simpatico e toccante allo stesso tempo. non riesco a capire se il protagonista è un poveretto che ha davvero bisogno di stare le mondo virtuale oppure uno che ormai ne è dipendente e non vuole staccarsi. Credo che semplicemente sia umano, quindi entrambe le cose.
La porta dell’ufficio si spalancò, e una segretaria bassina accompagnò fuori un uomo che teneva a guinzaglio un cane guida. Voglio farti i complimenti per questa frase. È una immagine semplice e priva di significato ma che, unita al titolo, disegna perfettamente l'ambiente. Il diavolo sta nei dettagli, giusto? Bravo!
E’ magia anche questa, di Rick Faith, Peccato per un paio di dettagli stonati, perché il racconto mi è piaciuto davvero. L'atmosfera di taverna calda, nostalgia serale con i vecchi amici, nani e elfi che si sfottono… insomma, tutti quei cliché che a noi amanti del genere fanno sempre piacere. Non ho ben capito cos'è successo a Aran: È davvero morto di vecchiaia? È tornato nella sua terra attraverso un portale spazio/dimensionale? Altra cosa, l'orco: troppo stereotipato. Però ho letto volentieri! A presto!
La chiave di Iside, di Rigget, Non sono sicuro di aver capito bene la storia. Quello di cui parli è successo davvero o è solo il delirio di un folle? Ci sono indizi che mi portano a pensare che si (La sabbia, la chiave nel cassetto) ma è tutto molto nebuloso. Forse hai creato un WorldBuilding troppo complesso per così pochi caratteri. Altra cosa: stai attenta agli incisi nei dialoghi. Parole come "rispose, puntualizzò, ribattè…" appesantiscono la lettura. Meglio sostituirle con microazioni del personaggio parlante tipo farlo sbadigliare se si sta annoiando, o scuotere la testa in segno di disapprovazione se non è d'accordo con l'interlocutore.ù
Dalì, di Andrea Crevola, Un misto di droga e tecnologia che ti permette di immergerti realmente nelle opere d'arte. Molto interessante, davvero. La pecca del racconto è il protagonista un po' lontano dalla pagina. Sappiamo che ha avuto una giornata storta, ma non sappiamo perché, non sappiamo chi è ne cosa gli è successo. Però mi rendo conto che lo spazio stavolta era davvero poco. Per il resto è un'idea molto originale, e credo dovresti sfruttarla per qualcosa di più elaborato. Hai uno stile che mi piace. Un buon mostrato, liscio e scorrevole e i piccoli errori che hai fatto (hai teletrasportato il pg dalla cucina al bagno poi di nuovo in cucina il sole tre righe) sono sicuramente dati dalla fretta e dal poco spazio.
Ciao! Eccomi con commenti e (sofferta) classifica. Complimenti a tutti e tutte per i bei racconti. Buona edition!
1. Aaron è vivo 2. Seconda casa 3. Dalì 4. Second world 5. È magia anche questa 6. Avatar INPS 7. Mary per sempre 8. La chiave di Iside
Second World, di Polly Russell L'interpretazione del tema mi è piaciuta, un mondo virtuale dove cercare rifugio nei propri ricordi, da una suggestione del genere possono nascere storie interessanti. L'ambientazione un po' cyberpunk è tratteggiata con i dettagli giusti già dalle prime righe del racconto. Ho trovato qualche difficoltà a sintonizzarmi con la protagonista. Ci ho pensato su, credo fosse un rischio insito nel tipo di storia che hai scritto. Per tutto il racconto il flusso di pensieri e i gesti della protagonista sono ossessivi e insistenti (e con la tua scrittura li hai resi molto bene), alla stregua di una tossicodipendente che cerca di soddisfare un bisogno che il lettore però non capisce, ne rimane distante. Fino alle ultime righe, in cui viene chiarita la situazione e scatta un'empatia un po' tardiva. È comunque un gran bel racconto con un'asticella di difficoltà molto alta.
Aaron è vivo, di Emiliano Maramonte La tua declinazione del tema mi è piaciuta, e il racconto scivola via che è un piacere. Mi ha intrigato la caratterizzazione di questo essere evoluto che guarda con curiosità "da antropologo" i resti della civiltà umana e prova a mimarne i rituali, come anche è stata convincente la tua rappresentazione degli ultimi umani. Ho notato che nel finale della storia hai spinto sull'acceleratore e sul "raccontato". Non so s e è stata scelta voluta o spinta dall'esaurimento dei caratteri, ma personalmente non mi ha infastidito, anzi, ha dato un buon ritmo alle battute finali senza prolungarle più del dovuto.
Seconda casa, di Andrea Spinelli Gran bel pezzo, secondo me è stata vincente l'idea di giocarti subito il dettaglio dei cadaveri nel lago e poi usarlo di nuovo come a dare ritmo al pezzo. Mette subito il lettore all'erta e mantiene alto l'interesse e la tensione per tutto il brano. Un pdv che trae in inganno, con quella "sete" che all'inizio pare metaforica e invece scopriamo essere reale, le preoccupazioni dei ladri che ce lo fanno apparire fragile quando in realtà non ha nulla di cui temere e quel lago fuori dalla finestra che cela un mistero che vogliamo scoprire. Se devo trovare un punto debole, forse le righe conclusive potevano avere più enfasi e l'aderenza al tema mi pare presa un po' alla larga. Comunque, ottimo racconto.
Mary per sempre, di Pietro D’Addabbo Allora, direi che c'è veramente tanta carne al fuoco, forse troppa. Metti in campo tanti elementi che destano curiosità e il finale più che chiudere il cerchio lo apre ulteriormente. Ho riletto il testo dopo aver visto la tua spiegazione e mi è rimasta la sensazione che funzionerebbe molto bene come incipit di un lavoro più lungo. Da quel punto di vista c'è tutto, particolari e invenzioni che tengono alta l'attenzione e un senso di urgenza che anticipa qualcosa di nefasto. Dal punto di vista dello stile, niente da segnalare, il testo scorre bene senza intoppi.
Avatar INPS, di Mario Mazzafoglie Hai centrato il tema con una declinazione originale e un racconto simpatico. I personaggi sono un po' stereotipati e distanti, ma è in linea col taglio che hai dato alla storia. Lo stile è ottimo, ho solo un dubbio sul punto di vista, mi è sembrato inizialmente che fosse quello di Gino, ci rendi anche partecipi dei suoi pensieri, mentre nel finale è esterno. Un buon racconto che diverte e intrattiene.
È magia anche questa, di Rick Faith Tema centrato alla lettera, un secondary world molto classico. Il racconto è velato di nostalgia, questo ti è riuscito molto bene, già dalle prime righe di testo. I personaggi ricalcano un po' i cliché del genere, non sorprendono (ma è evidente che non fosse il tuo intento) e, per contro, pare un po' di conoscerli da sempre, per cui ci si affeziona immediatamente al gruppo di avventurieri che si ritrovano e parlano del compagno assente. Un racconto senza grandi colpi di scena o trovate innovative, che ti conduce esattamente dove voleva. Io l'ho trovato molto piacevole.
La chiave di Iside, di Rigget Tema centrato, con un racconto in bilico fra pazzia e magia. Mi è capitato spesso di leggere racconti in cui si evoca un mondo magico per poi chiudere con il colpo di scena "era tutto falso" (sogno, manicomio, o altro). Ho apprezzato molto la tua inversione, metti subito le carte in tavola, ci troviamo di fronte alle allucinazioni di un paziente psichiatrico, salvo suggerire nel finale qualcosa di più. Sullo stile, invece, ho trovato qualche difficoltà. Usi molti gerundi, soprattutto nelle battute di dialogo, che a mio avviso appesantiscono tantissimo il ritmo del racconto. Una soluzione può essere tagliare i verbi di dialogo (disse, rispose, replicò...) e utilizzare direttamente l'azione del "personaggio parlante" dopo la battuta. Per esempio: «Oh, io lo so. Lo so dov’è.» Rispose l’uomo, incendiandosi in volto. Può diventare: «Oh, io lo so. Lo so dov’è.» L'uomo si incendiò in volto. Si capisce comunque chi parla, in più risparmi caratteri ed eviti il gerundio, alleggerendo molto il testo.
Dalì, di Andrea Crevola L'idea di fondo mi è piaciuta tantissimo, ottima declinazione del tema con queste esperienze di immersione artistica selezionabili da un catalogo tipo piattaforma di streaming. E anche il finale arriva con un colpo di scena ben seminato, di quelli che ti fanno pensare alla risposta poco prima di leggerla, quindi ben fatto. Passo ora agli aspetti che mi hanno convinto di meno. L'empatia con il protagonista poteva essere costruita meglio. Assistiamo a un litigio con la moglie che sa un po' di trito, senza saperne i motivi, e un generico "fottetevi tutti". In sostanza possiamo immaginare che abbia avuto una giornataccia, ma ci mostri solo le sue reazioni passivo aggressive, rendendolo poco simpatico. A riguardo credo avrebbero funzionato meglio una-due righe di pensieri indiretti su quello che gli era capitato quel giorno per giustificare la sua voglia di staccare la spina per un po'. Lo stile mi pare più che buono, forse in alcuni passaggi potevi concederti frasi più lunghe invece che tante frasi brevi.
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.” Julio Cortázar
Il buon Maramonte non si smentisce e ci propone un racconto che, pur non essendo forse fra i suoi migliori, colpisce nel segno. La descrizione, breve ma efficace, di un pianeta ormai morente, condannato dalla burocrazia di esseri ormai semidivini (palesi gli echi adamsiani), risulta intrigante. Tema ben centrato, svolgimento, al solito, ineccepibile.
Avatar INPS
Il Mazzafoglie ci delizia con una curiosa escursione nel mondo virtuale, peraltro cogliendo bene il tema proposto. La punch line “comica” è adeguata e risulta pure simpatica: a quanto sembra i “falsi invalidi” saranno sempre un problema... Originale, ben servito da una buona scrittura. Mi ha divertito.
Seconda casa
Curiosa descrizione di un vampiro un po' ansioso, che attira le sue vittime in una ragnatela, la sua “casa delle vacanze”, che non lascerà scampo. Perplessità sull'aderenza al tema proposto, a mio parere ampiamente compensata da uno svolgimento ben congegnato. Un unico appunto, per quel che vale (viste le mie modestissime capacità): quando il protagonista parla di “cadaveri nel lago” rende fin da subito evidente dove si andrà a parare, io avrei utilizzato le automobili delle vittime, che si immaginano ugualmente smaltite.
Dalì
Ho grossi problemi con questo racconto. Da un lato mi ha intrigato moltissimo, il finale è davvero divertente, dall'altro mi ha lasciato un po' perplesso. La parte iniziale poteva forse essere scritta meglio, lo sfogo del protagonista è reso in modo poco coinvolgente, mentre le disavventure lisergiche “programmate”, pur non essendo originalissime, sono assai intriganti. Potrei contestare i gusti un po' troppo eclettici del protagonista nel campo dell'arte ma, pensandoci, il tipo di uso che ne fa probabilmente giustifica l'eterogeneità delle esperienze citate. A suo modo, tema rispettato.
Second world
Polly Russel ci propone il racconto straziante di una madre disperata. Se il triste finale è forse un po' troppo “spoilerato” (i negozi “Memento”), la descrizione di un freddo futuro distopico è di buon livello. Qualche perplessità riguardo l'attinenza al tema proposto e sulla punteggiatura. Una lettura piacevole e coinvolgente.
È magia anche questa
Un'escursione “fantasy” di Rick Faith. Il genere mi è da sempre avulso, lo confesso, ma questo non vuol dire che l'autore non sia in grado di costruire in poche righe un'ambientazione accogliente per il lettore, sostenuta da personaggi ben tratteggiati. La “fine dell'avventura” di un gruppo di amici, veterani di chissà quali imprese, è suggellata dall'ultimo, affettuoso, regalo del primo venuto a mancare. Piacevole. L'aderenza al tema proposto non mi è risultata chiara.
La chiave di Iside
Tema centrato, direi. Il lettore deve scegliere la realtà che più gli aggrada, fra palese follia e, chissà, un'aspettata realtà “magica”. Ho trovato la prosa un po' ingessata, lo confesso, ma la storia c'è ed è interessante. Gustosi i rimandi alla mitologia egizia (i “gatti pelati”). Un racconto che avrebbe meritato ben più dei tremila caratteri permessi per diventare davvero interessante: la carne al fuoco è tanta.
Mary per sempre
Sarò onesto... se i rimandi all'apprendista stregone mi sono sembrati chiari, non ho potuto godere dei riferimenti alle avventure della nota bambinaia magica, non conoscendo affatto la storia. Quel che rimane, e non è poco, è una buona prosa e un'ambientazione interessante. Insomma... non ci ho capito molto ma immagino sia per colpa mia. Mi sfugge l'aderenza al tema. Titolo “clickbait”.
Classifica: 1 - Aaron è vivo Emiliano Maramonte 2 - Avatar INPS Mario Mazzafoglie 3 - Seconda casa Andrea76 4 - Dalì Andrea Crevola 5 - Second world Polly Russell 6 - È magia anche questa Rick Faith 7 - La chiave di Iside F.M. Rigget 8 - Mary per sempre Pietro D'Addabbo
Ciao ragazzi, questo momento per me è sempre difficile, ma questa volta lo è davvero tanto, sarà che, a mio avviso, a ‘sto giro il tema era particolarmente complesso. Comunque, basta convenevoli. Ecco la mia - sofferta - classifica e i commenti.
1- Avatar INPS, di Mario Mazzafoglie; 2- Dalì, di Andrea Crevola; 3- Second World, di Polly Russell; 4- Aaron è vivo, di Emiliano Maramonte; 5- Seconda casa, di Andrea Spinelli; 6- Mary per sempre, di Pietro D’Addabbo; 7- La chiave di Iside, di Rigget; 8- E’ magia anche questa, di Rick Faith.
Second World, di Polly Russell
Ciao Polly, piacere di averti letta! Inizio chiedendoti di non scrivere mai più in viola (ahahahah chiaramente scherzo, anche se a me ha dato realmente un po’ fastidio agli occhi, non so perchè). Differentemente da alcuni commenti precedenti, io penso tu sia stata realmente molto brava nel tratteggiare un mondo secondario senza doverlo spiegare e senza indugiarci troppo,rubando spazio all’azione, ma mostrandolo attraverso una narrazione così fluida. Non sono d’accordo con chi ti muove la critica di poca aderenza al tema, anzi, invidio la tua capacità di strutturare una trama così efficace in uno spazio tanto risicato. Secondo me il racconto è centrato e funziona. L’ho trovato efficace anche da un punto di vista emotivo. Se devo farti una critica, è nell’assenza di originalità, che però non rende questa prova meno buona.
Aaron è vivo, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, piacere di averti letto! Come sempre, il tuo racconto è scorrevole e piacevole. Devo essere sincera (anche se so che quanto sto per dirti corrisponde a un’enorme zappa sui piedi): io non sono una cultrice della fantascienza, per cui queste ambientazioni “mi prendono” sempre parzialmente. Ma uscendo dalla soggettività, il tuo è sicuramente un bel racconto. Sono d’accordo con chi trova il finale meno armonico del resto del brano, più “sbrigativo” e didascalico, ma immagino il numero di caratteri e il tempo siano stati tiranni in questo. Tuttavia, ho apprezzato molto (e credo sia il tocco di originalità e profondità del tuo pezzo) questo passaggio: “Eppure non riusciva a essere elettrizzato per quel trionfo: il ricordo del dolore procuratogli dal vecchio non lo abbandonò. Forse significava qualcosa. Essere vivo davvero. (...) andò in cerca degli uomini.” Davvero bello. Buona prova.
Seconda casa, di Andrea Spinelli
Ciao Andrea, piacere di averti letto! Il tuo racconto mi è piaciuto molto, davvero. Sia a livello stilistico che a livello di trama. Mi piace come dissemini gli indizi per poi riutilizzarli alla fine, rendendo il ribaltamento ancora più efficace. Ti faccio solo due critiche. La prima, che è anche la più opinabile, è circa alcuni clichè legati ai vampiri che possono rendere il finale un po’ più telefonato a un lettore attento, ma che devo dire sono anche funzionali in un racconto tanto breve. La seconda, che vedo ti è già stata mossa, è che anche io non trovo il tema centratissimo e sono abbastanza d’accordo con Scattina. Insomma, ci devo pensare bene perchè il racconto mi è piaciuto proprio, ma l’aderenza al tema è importante. Mi hai messa in difficoltà. Comunque una buona prova.
Mary per sempre, di Pietro D’Addabbo
Ciao Pietro, piacere di averti letto! Io ho trovato la tua idea (e anche l’occhiolino al film di Marco Risi) veramente godibile e bella e alla fine ho pensato che mi sarebbe piaciuto leggere un racconto lungo (o addirittura un romanzo) su questa storia. Sono tuttavia d’accordo con altri commentatori: temo che per la lunghezza prevista ci sia un po’ troppa carne al fuoco e che questo renda la lettura un po’ confusa. Peccato perchè l’idea è davvero originale e bella. Resta una buona prova, anche se non bilanciatissima.
Avatar INPS, di Mario Mazzafoglie Ciao Mario, piacere di averti letto! Cosa dire? Il tuo racconto funziona sotto tutti i punti di vista: è ben scritto, la trama è brillante, emoziona ma al contempo diverte. Io credo tu abbia avuto una buona idea circa la declinazione del tema, ma sia riuscito, specie considerando i caratteri e il tempo a disposizione, a declinarla davvero in modo ottimo. Grande! Ottima prova.
E’ magia anche questa, di Rick Faith Ciao Rick, piacere di averti letto! Perdonami se mi ripeterò un po’ rispetto a quanto detto da altri. Anche io ho apprezzato l’ambientazione e la descrizione che ne fai pur rimanendo così legato ai clichè. Come ti hanno già segnalato, anche per me certi passaggi sono risultati un po’ oscuri, specie la morte di Aaran. Ho trovato comunque emotivamente toccante il finale, anche se speravo in un colpo di scena o comunque un climax narrativo maggiore, ma queste sono scelte.
La chiave di Iside, di Rigget
Ciao Federica, piacere di averti letta! All’inizio ho pensato che avessi usato il solito escamotage per cui sembra che si tratti di qualcosa di fantasy, ma si risolve tutto con problemi psichiatrici, quindi ho apprezzato molto il tuo ribaltamento nel ribaltamento e, anche considerando il poco tempo e spazio a disposizione, devo dire che ti è riuscito bene. Se posso farti una critica, in alcuni passaggi sei stata un po’ didascalica. Te li segnalo: “«Bene Alberto, che ne dici di parlarmi un po’ di questo mondo secondario?»” “Sbottò, aprendosi il cardigan bianco a cui era applicata una targhetta in metallo recante la scritta “Psichiatria”.” Tutto sommato, una prova riuscita.
Dalì, di Andrea Crevola
Ciao Andrea, piacere di averti letto! Mi accodo a quanto ti è già stato detto. Io ho trovato la tua idea geniale, oltre che molto, molto divertente e mi dispiace che il numero di caratteri di questa edizione fosse così risicato perchè sono certa che con più spazio saresti riuscito a rendere la tua idea ancora migliore. Con il finale ho riso di gusto e funziona. Concordo però con le critiche che ti sono state mosse circa il protagonista e la sua vicenda personale. Comunque una buona prova.
Tema: direi che è al limite. Di sicuro c’è nell’aspettativa di raggiungere un mondo secondario, ma forse sarebbe stato declinato meglio se ti fossi soffermata di più nella descrizione del mondo virtuale che non su quello reale. Punti di forza: ottima la gestione del pdv e dell’immersività. A parte qualche appunto di stile, che ti ho fatto per pura pignoleria e che puoi leggere in grassetto nel testo, il racconto scorre bene e rende piacevole la lettura. Punti deboli: Un finale un po’ frettoloso che non ci coinvolge troppo nel dramma della protagonista che ha perso la figlia. In realtà a coinvolgerci di più è la condizione di povertà e malnutrizione della protagonista e il finale appare più come una spiegazione che non come una ferita della protagonista. Fino all’ultimo, mi sarei aspettata un problema legato più alla dipendenza dalla realtà virtuale. Nel complesso un bel racconto, piacevole, ben congeniato e ben scritto. Peccato per la poca aderenza al tema, sfiorato solo di striscio e al finale un po’ frettoloso.
2) È Magia anche questa di Rick Faith
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Punti di forza: I due punti forti di questo racconto sono sicuramente la rappresentazione dell’ambientazione, descritta con pochi, ma specifici dettagli piazzati nei momenti giusti, senza appesantire o rallentare la lettura e la caratterizzazione di Gor, che rimane coerente dall’inizio alla fine. Punti deboli: la caratterizzazione di Dullin, che parte bene, ma poi si perde un po’ nel corso del racconto, e la mancanza di un vero conflitto. Un racconto non proprio originale, ma che si fa leggere con piacere e sa trasmettere bene il senso di perdita. Se ci avessi mostrato maggiore cinismo e freddezza da parte di Dullin nei punti giusti, per esempio, quando entra e scopre che il padre del locandiere è morto, e quando si accorge che Gor si è ferito, avresti creato un maggior contrasto con il Dullin commosso nel finale.
3) Aaron è vivo di Emiliano Maramonte
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Tema: centrato. Trovo ci sia un buon bilanciamento tra la descrizione del mondo reale e del mondo secondario, interpretato in chiave evolutiva, ma pur sempre secondario. Punti di forza: il vero punto di forza di questo racconto sta nel ripensamento che il protagonista ha nel finale quando comincia a dubitare della superiorità della nuova condizione incorporea degli umani. Ma trovo che il tutto sia stato presentato in modo troppo superficiale e frettoloso. Credo che il problema vero di questo racconto stia nel fatto che avrebbe avuto bisogno di molti più caratteri. Punti deboli: a mio gusto personale il maggior difetto di questo racconto è lo stile troppo raccontato. Non sono riuscita a farmi un’idea dell’ambientazione. Anche se l’ambiente terrestre è ben riconoscibile, la sedia e la bottiglia ci proiettano immediatamente in un salotto o in una cucina, anche se non ce lo chiarisci, trovo lo stesso il tutto troppo freddo e poco chiaro. L’altro punto debole è il finale, trovo difficile che un solo piccolo assaggio di realtà, espresso poi attraverso il dolore, possa effettivamente mutare le convinzioni del protagonista. Detto questo, il racconto si lascia leggere, la situazione è chiara, al contrario dell’ambientazione. Buona l’idea di rappresentare gli umani come vecchi e malconci in contrasto alla luminosità e perfezione dell’Unimatrice, che rende l’idea dello sviluppo verso qualcosa di migliore.
4) La chiave di Iside di Federica
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Tema centrato. Punti di forza: Sicuramente la gestione del passaggio dal mondo ordinario a quello secondario. È vero che all’inizio, il riferimento al vento lascia un po’ spiazzati, ma sei comunque riuscita a rendere evidente e chiara la situazione senza spiegoni o interventi del narratore. Punti deboli: La parte iniziale del racconto è un po’ confusa. Più che altro il dialogo/monologo della dottoressa. In particolare la battuta che ti ho segnalato nel testo e che non sono riuscita a capire. Un racconto piacevole e ben gestito, con pochi dettagli, ma sufficienti a chiarire quel tanto che basta a rendere comprensibile e godibile la scena. Bello il dettaglio della sabbia che rende reale quello che potrebbe sembrare una allucinazione. Vero, rimangono aperte un sacco di domande sul mondo secondario, sui come abbia fatto Alberto a trascinarsi dietro la dottoressa, ma, in un racconto breve, non ne ho sentito la mancanza.
5) Dalì di Andrea Crevola
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Tema centrato. Punti forti: idea interessante, non tanto il trip, quanto la sua declinazione in campo artistico. Buna anche la scrittura immersiva, anche se ci sono margini di miglioramento, soprattutto per il ritmo, troppe frasi di tre quattro parole che rendono la lettura un po’ sincopata. Punti deboli: Il personaggio. I dettagli sono buoni e danno un po’ l’idea del personaggio, la litigata con la moglie e il frigo vuoto mi hanno fatto subito pensare a un divorziato, ma sono troppo pochi per farmi empatizzare con lui. L’ambientazione che non è ben delineata. Ok i pochi caratteri, però il fatto che illumini la cucina con il frigorifero, dettaglio, peraltro, carino, fa supporre che la casa sia al buio, ma lui si è mosso e ha agito come se ci fosse la luce. Un racconto carino che è riuscito a strapparmi un sorriso. Mi è piaciuta l’idea, originale del mondo secondario a tema artistico e la scelta, nel finale di proiettare il protagonista nel mondo di Escher.
6) Avatar INPS di Mario Mazzafoglie
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Tema centrato. Punti forti: sicuramente il ribaltamento finale, in cui il protagonista che cercava di gabbare il sistema viene gabbato. Punti deboli: Il vero punto debole di questa storia è la superficialità. Non tanto dei temi, ma di come vengono trattati. Hai messo tanta carna al fuoco, ma hai approfondito un solo aspetto. Ci sta, dato il tempo e i pochi caratteri, ma forse avresti potuto semplificare un po’ il tutto, dando a Gino un aspetto un po’ più attraente, così che il lettore potesse godere di più dell’inganno architettato dal dottore, che, a mio parere, risulta un po’ troppo sopra le righe. Sarebbe stato sufficiente dire che l’account di Bambolina84 era stato disattivato. Dico queste cose, non per questioni morali, ma solo perché tutti questi dettagli, aprono interrogativi che restano disattesi dal racconto e al lettore rimane, almeno a mio parere, un senso di non compiuto. Nel complesso, considerando tema, caratteri e tempo, il racconto risulta divertente e piacevole da leggere. L’unico vero appunto che mi sento di farti e che manca un vero protagonista. Non che sia un errore e credo che fosse intenzionale, ma almeno avrei dato un nome al dottore che mette in scena l’inganno, così da rendere più fluido il cambio di prospettiva.
7) Seconda Casa di Andrea Spinelli
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Tema: Non sono molto convinta sulla centratura del tema. Non credo che una seconda casa possa essere considerata un mondo secondaria, neanche se, cosa peraltro non chiara, il protagonista dia sfogo alle sue necessità solo qui. Punti di forza: A mio parere il punto di forza di questo racconto sta nella resa del personaggio, la cui “voce” rimane coerente e credibile per tutto il racconto, sia nel modo di descrivere l’ambiente che nel fraseggio interiore. Ad una prima lettura non mi aveva molto convinta. Troppo freddo e distaccato, ma il finale ne ha dato una giustificazione abbastanza credibile. Punti deboli: sebbene la “voce” del personaggio sia coerente, il personaggio stesso non lo è altrettanto. Trovo poco credibile che un tale predatore, che ha già ucciso 12 persone, sembri così preoccupato del fatto che possano entrargli i ladri in casa. Dal testo non è chiaro se si tratti di un vampiro o di un semplice serial killer, ma se il suo desiderio è quello di uccidere e ha perso l’occasione di sfogare i suoi istinti con la ragazza del bar dovrebbe accogliere con piacere l’arrivo di un ignaro ladro che potrebbe sostituirla, pregustandone il piacere che ne ricaverà dall’ucciderlo. Un racconto sicuramente ben scritto, ma che, a mio parere, nel tentativo di creare l’effetto sorpresa nel finale, abusa del difetto di informazioni, ingannando il lettore in un modo poco credibile.
8) Mary per sempre di Pietro D’Addabbo
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Tema centrato. Punti Forti: Anche se scarna e insufficiente a trasmettere tutte le informazioni necessarie al lettore per comprendere il mondo in cui Tion si muove (insufficienza, a mio avviso, dovuta al limite dei caratteri), trovo che il punto di forza in questo racconto sia il modo in cui presenti l’ambientazione e le sue regole. A parte qualche ridondanza e una piccola incongruenza che ti ho segnalato nel testo, le informazioni trovano una loro collocazione che non risulta forzata. Punti deboli: I punti deboli, a mio parere sono due. Il primo riguarda il difetto di informazioni. Se, all’inizio, la carenza di informazioni incuriosisce il lettore spingendolo a continuare la lettura, dalla metà in poi del racconto e, soprattutto nel finale, diventa eccessiva e rende incomprensibile il senso del racconto, che sembra incompleto. E questo è il secondo punto debole del testo. In realtà un testo del genere potrebbe funzionare bene come prologo di un romanzo, piuttosto che come racconto. Nel complesso il brano risulta piacevole da leggere e mi incuriosisce, però mi sembra incompleto, come racconto. A mio avviso hai inserito troppe informazioni di dettaglio sul mondo fisico nella prima parte, che ti hanno poi costretto a velocizzare e a inserire troppe informazioni parziali nella seconda parte. impedendo al lettore di comprendere cosa, effettivamente, stia succedendo. Peraltro, non si capisce nemmeno il senso del titolo, che pare buttato lì a caso.
Siamo al momento della classifica finale, ormai improcrastinabile. Le festività hanno finito per rallentare il mio processo di lettura e stesura dei commenti. Me ne scuso con tutti. Ho atteso per quanto possibile le risposte ed apprezzato le spiegazioni che mi sono state fornite. Questo processo ha reso più agevole la stesura della mia classifica. Rinnovo a tutti gli auguri per un sereno 2023. Spero che l’anno che verrà aiuti l’umanità a costruire un mondo più giusto, più solidale, più libero.
Classifica: 1. Dalì, di Andrea CrevolaI commenti: 2. Second World, di Polly Russell 3. Aaron è vivo, di Emiliano Maramonte 4. Mary per sempre, di Pietro D’Addabbo 5. La chiave di Iside, di Rigget 6. E’ magia anche questa, di Rick Faith 7. Avatar INPS, di Mario Mazzafoglie 8. Seconda casa, di Andrea Spinelli
Second World, di Polly Russell Salve, Polly! Ho avuto il piacere di leggere ancora un tuo racconto. Il tema del mondo diverso, secondario, in posizione successiva rispetto al nostro abituale, indubbiamente c’è. Un mondo triste in cui i ricordi si possono rivivere a pagamento per ritrovare chi non c’è più. L‘atmosfera è struggente. Il personaggio principale è ben delineato. Una donna consumata da un ricordo e da un rimorso. Nessuna sorpresa che le cose vadano come prevedibile in certe situazioni. Non so se rallegrarmi che non sia costretta a vendere il suo corpo o constatare tristemente che ormai la sua offerta è considerata meno di una prestazione da lavavetri. Mi ha lasciato perplesso il titolo. Tutto sommato, per me, è un lavoro apprezzabile.
Aaron è vivo, di Emiliano Maramonte Salve, Emiliano! Torno in Minuti Contati e mi ritrovo a leggere e dover giudicare ancora un tuo racconto. Il tema del mondo diverso, secondario, in posizione successiva rispetto al nostro abituale, indubbiamente c’è. Sei andato molto oltre. Siamo ad una TAV del futuro millennio. Distruzione della Terra per creare un cunicolo iperspaziale. Qui ormai il protagonista non ricorda più cosa significhi essere un corpo. E’ forse un discendente di Axa? Gode della riscoperta della sensazione del dolore. Ho paura di aver perso un frammento della tua saga fantascientifica. Che fine hanno fatto gli animali della Terra? In un mondo così, dovrebbero essersi moltiplicati e diffusi in ogni dove, invece solo vecchi arzilli e rancorosi. Ne hanno ragione. Stanno per essere eliminati, ma la questione non se la pone Aaron. Da contattatore del Supremo, il suo problema è capire cosa significhi essere vivo. Possiamo considerarlo un Superuomo? Come vedi il tuo scritto mi ha posto qualche problema, non dubbi, e te li pongo. Le descrizioni sono ben curate.
Seconda casa, di Andrea Spinelli Salve, Andrea! In riferimento al tema, non so cosa dirti. Il noir è un mondo secondario? Non lo so. Ti confesso però che sono preoccupato. Ti avevo lasciato a settembre disperato per un lungo addio e ti ritrovo, dopo appena tre mesi, trasformato in un serial Killer. Ti avevo raccomandato di non essere violento per aver scosso una commessa come una scatola di cioccolatini (non capisco perché andrebbero scossi i cioccolatini, per vedere se c’è la sorpresa?). Forse ho sbagliato. Provo con un nuovo consiglio: “Vendi la SLK!”. Potrebbe essere la causa del tuo squilibrio mentale. La storia sarebbe scritta bene, La descrizione dei luoghi, della tua vittima, l’ossessione per certi numeri. Non riesco a superare l’idea che ogni racconto debba custodire un messaggio positivo. Non l’ho proprio trovato. Peccato!
Mary per sempre, di Pietro D’Addabbo Ciao, Pietro! Mi è piaciuto leggere il tuo racconto. Sapeva di Semola, Mago Merlino e “la spada nella roccia” e poi di Mary Poppins, lampionai e spazzacamini. Il mondo è secondario per grado di importanza rispetto a quello reale? Bene! Accetto perché trovo la risposta supercalifragilisticaespiralidosa. L’ambientazione è veramente stuzzicante. Sicuro di non dovere i diritti alla Walt Disney Productions? La storia è carina e la descrizione simpatica. Non capisco però il nucleo di quello che succede. Dobbiamo essere preoccupati perché il vento è cambiato o perché il murales lascia il dito sporco di carbone? Avrei preferito qualcosa di già definito.
E’ magia anche questa, di Rick Faith Ciao, Rick! Ci si ritrova! Racconto ben scritto nel mondo di Tolkien. Tema centrato. La descrizione del nano è ben sviluppata. L’elfo ed il mezzorco si intuiscono appena. Anche la storia è appena abbozzata e non definita. Aran è morto o passato attraverso un portale nel mondo degli uomini? I regali sono doni di Natale? Credo che questa volta abbia perso di vista il limite dei tremila caratteri. Cose che capitano. Pazienza!
Avatar INPS, di Mario Mazzafoglie Salve, Mario! Eccomi a rileggere un tuo racconto. Il tema è quello dei furbetti che approfittano del lassismo generale per scroccare agevolazioni alle spalle di chi paga le tasse? Mondo secondario perché marginale? Va bene. A me sembra ne sia venuto fuori un quadretto stereotipato che ho trovato simpatico, ma un po’ superficiale. C’è una storia? Povero Tonino! Se ho fatto bene i conti. Il cavallo regge i 120 Kg di Gino=Rocco33 + Bambolina84. Dovremmo essere intorno ai 2 quintali. Forse era questo il tema da approfondire: gli animali bistrattati L’ambientazione è poco credibile. I protagonisti appena delineati. Personalmente questo racconto non mi ha entusiasmato.
La chiave di Iside, di Rigget Salve, Federica! Il tuo racconto richiede una lettura attenta. Ad ogni periodo, il ruolo dei personaggi cambia. Si intuisce che siamo in una clinica psichiatrica già prima di leggere la targhetta sul camice dell’infermiera. Resta la difficoltà, immagino voluta, di distinguere quello che appartiene al mondo della realtà da quello che è immaginazione e follia. Il tema del mondo secondario c’è. Si poteva evitare di esplicitarlo. Peccato! Disturbano nella prima parte i continui cambiamenti di prospettiva. Tendiamo a capire prima di abbandonarci alla storia. Tutto sommato un buon lavoro.
Dalì, di Andrea Crevola Complimenti, Andrea! Il racconto si sviluppa in maniera avvincente lasciando il lettore nel dubbio su dove andrà a parare. Il tema è pienamente centrato. Il protagonista in prima persona è in un momento di crisi che sembra voler superare con droghe visive di ultima generazione. L’ambientazione crea un mondo fantastico che si sviluppa in modo avvolgente. La stesura è curata. Il finale con l’imprecazione strappa un sorriso che non è cosa da poco. A ben rileggerti a presto!
A questo giro è stato DAVVERO difficile fare la classifica, perché per me tutti i racconti sono su livelli davvero molto vicini. Quindi non vi offendete se vi ho messo in basso, la differenza è proprio ai decimali e purtroppo non sono ammessi parimeriti in questo contest.
Classifica:
1.E’ magia anche questa 2.Avatar INPS 3.Dalì 4.Seconda casa 5.Aaron è vivo 6.Mary per sempre 7.Second World 8.La chiave di Iside
Commenti:
Second World
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Ciao Polly e ben ritrovata. Parto col dire la cosa che mi è piaciuta meno: il finale. I racconti che finiscono col cliffhanger del figlio morto sono almeno 2/3 a edizione (ne ho valutato un altro se non l'edizione scorsa quella prima, e ce n'è uno nel mio gruppo di questa edizione) e viste le premesse speravo in qualcosa di diverso. Io non avevo capito cos'era il "Memento", pensavo fosse tipo una cosa che metteva in collegamento con un altro posto, come VR chat (o per i meno nerd, tipo l'episodio di black mirror). Scoprire che era il "classico" figlio morto mi ha deluso un po'. Per quanto riguarda lo stile, lo sai che mi piace come scrivi; l'unica cosa che avrei fatto diversamente è il nome della protagonista, dato che "sia" è anche una parola in italiano ho avuto un attimo di confusione in alcuni punti, specialmente il primo in cui lo usi dato che è proprio a inizio frase e ho dovuto mettere per un secondo in pausa la lettura per capire che quello era il suo nome e non un "sia questo"
Aaron è vivo
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Ciao Emiliano. Il racconto offre una bella idea di fantascienza, anche se non spiega come mai si sono create due "umanità" diverse, una più evoluta e futuristica e una "rimasta indietro". Immagino che l'idea di distruggere la Terra per creare un cunicolo iperspaziale sia una citazione a Guida Galattica per Autostoppisti e apprezzo molto la cosa (anche se qui come allora trovo ridicolo che un sassolino nell'immensità cosmica possa essere d'intralcio per qualsiasi cosa). Ho trovato solo due punti "critici" nel racconto, rispettivamente all'inizio e alla fine:
Aaron si sfiorò il petto al tepore del sole. Che strana sensazione, pensò. Vagò tra i ruderi ricoperti da rampicanti violacei e richiamò alcune informazioni.
"Che strana sensazione" –> quale? Perché sapendo solo che si sfiora il petto al tepore del sole non ho idea di quale sensazione stia provando. È il tepore a essere strano, oppure il tatto sul petto? Per quale ragione? Inoltre, più avanti si intuisce che il suo corpo non è completamente umano, ma dalle prime righe si capisce solo che è "strano" caratterialmente. Si intuisce che ha una psiche ben lontana da un umano, ma non ci dai molti appigli per capire le differenze fisiche, cosa che invece gli umani "normali" vedono subito.
Aaron si toccò la fronte. Rapidi impulsi sgradevoli s’irradiarono per tutto il guscio proteico che simulava un corpo umano. Lasciò le rovine della città e si disconnesse dal simulacro. Ascese all’Anello circumpolare e si rinchiuse nell’Unimatrice.
Questo è il secondo pezzo che non mi ha convinto: "il guscio proteico che simulava un corpo umano" che poi diventa "simulacro", "anello circumpolare", "unimatrice", sono tutte parole che non significano nulla se non vengono presentate, in tutto questo pezzo la mia immagine mentale del racconto è diventata completamente bianca. Visto la mancanza di caratteri, forse avrei optato per qualche forma più semplice e riconoscibile. Messa così fa molto effetto "Mistborn", in cui nei primi capitoli c'è gente che mangia pezzi di metallo e li "brucia" senza spiegare cosa significhi. Mi è piaciuta invece la parte centrale, dove c'è un po' di interazione tra gli umani e Aaron.
Seconda casa
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Ciao Andrea. Devo dire che il racconto nel complesso mi è piaciuto, il flusso di coscienza è molto buono. Secondo me lo hai trattenuto un po' troppo per non lasciare indizi che facessero presagire l'horror imminente, credo che avresti dovuto osare un po' di più. Il "12" ridondante secondo me è stato introdotto bene: all'inizio è incerto, ma mano a mano che lo ripete si sente che è più sicuro di quel numero. Sul finale non sono sicuro: vedo che la maggior parte dei commenti si incentrano sul "è un vampiro" e capisco il perché, tuttavia io durante la lettura non ci avevo pensato, ho dato per scontato che fosse uno psicotico che prova gusto nel sangue umano. Se era davvero un vampiro, penso che avresti dovuto dare qualche indizio prima, altrimenti forse avresti potuto dare qualche indizio in senso opposto (tipo far vedere che sta tranquillamente sotto il sole senza ricoprirsi di glitter). Insomma, un qualcosa che non facesse rimanere coi dubbi, in una delle due direzioni. Il punto più critico secondo me è l'aderenza la tema: ho capito il senso di "la casa al lago è il mio secondo mondo", ma traspare davvero poco, troppo poco, anzi è praticamente solo accennato. Non c'è neanche una minima traccia di ciò che dovrebbe essere il suo mondo principale, si sa solo che gli piace stare in quel posto. Avrei cercato di dare un po' più di risalto alla cosa per avere una maggiore aderenza al tema.
Mary per sempre
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Ciao Pietro, non so come fai ma i mondi che crei sono sempre intriganti in qualche modo. Ho trovato molto affascinante il modo in cui riesci a rendere normale il mondo fantastico in cui hai ambientato la storia, hai fatto muovere molto bene il tuo protagonista attraverso vari espedienti magici (gli strumenti animati alla mago Merlino, l'ombrello–cane, eccetera), anche se con qualche piccola pecca che mi ha costretto a rileggere un paio di volte per capire bene. Ti faccio un esempio:
Dal portaombrelli accanto all’uscita provenne il latrato insistente di un cane. Il ragazzo sgambettò ad afferrare l’ombrello per il collo e si portò il muso da bassotto, in legno di frassino, davanti al viso.
Okay, hai detto che qualcuno abbaia dentro il porta ombrelli e il ragazzo tira fuori un ombrello, ma da qui a dare per scontato che il manico sia una faccia di cane ce ne corre un po'. Ho dovuto fermarmi un attimo per mettere insieme le informazioni e capire il tutto. Un modo semplice con cui avresti potuto rendere tutto più intuitivo avrebbe potuto essere, per esempio, dare qualche descrizione dinamica dell'ombrello anticipando l'azione della leccata.
La testa canina di legno in cima al manico tirò fuori la lingua
ho aggiunto un paio di parole per rendere più chiaro il tutto; mettendo questo pezzo subito dopo all'estrazione dal porta ombrelli sarebbe stato immediatamente chiaro com'era fatto l'ombrello senza doversi fermare a fare 2+2 (lo so che fare 2+2 è facile, ma nella lettura non è sempre immediato mettere insieme le informazioni). Questo vale per più di un punto del racconto, ma in particolare ho trovato critica la parte finale, in cui veramente non ho capito nulla di quello che stava succedendo e ho avuto bisogno di leggere il tuo commento chiarificatore. Stesso discorso per il tema: senza il tuo commento per me l'aderenza al tema sarebbe stata una mancanza assoluta. Mi dispiace perché riesci a creare dei mondi di ambientazione (o in questo caso, reimpastarli) in modo veramente spettacolare.
Avatar INPS
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Ciao Mario. Il doppio cliffhanger finale è stato bellissimo. Per un attimo ho pensato "oh no, un finale scontato dove ottiene quello che vuole ma nel modo sbagliato", e poi ZAC, mi dai quella frase finale che ribalta tutto. Fantastico, l'ho adorato. Il tema è declinato alla perfezione, e per me la caratterizzazione del protagonista, con la sua dipendenza dal mondo virtuale, ci sta tutta. Forse in un paio di punti avresti potuto dare qualche introspezione in più al personaggio, ma nel complesso lo trovo un ottimo racconto.
E’ magia anche questa
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Ciao Rick, parto dicendo che la primissima frase mi è piaciuta tantissimo perché è un modo estremamente intelligente di far vedere la barba lunghissima del personaggio, e al tempo stesso non mi è piaciuta per niente per tutto ciò che introduci dopo: in un contesto dove si sta rifugiando all'interno per il freddo, togliersi la barba dalla cintura sarebbe stato l'ultimo dei pensieri, soprattutto se era così freddo da "congelare pure i baffi". Avrei apprezzato tantissimo la frase se ci fosse stata dopo l'ingresso alla locanda, anche se, ripeto, la trovo un modo estremamente intelligente per descrivere il personaggio. Passando al resto: il racconto mi è piaciuto davvero molto, alterna momenti comici con altri pieni di sentimento in modo naturale – forse un po' frettoloso anche a causa del poco spazio a disposizione, ma non ne soffre troppo. Il tema è ben declinato e mi piace quest'idea dell'isekai volontario, almeno per una volta non c'entra un camioncino che colpisce un ragazzo mentre torna da scuola (scusa, umorismo da otaku). Mi ha anche ricordato molto il castello errante di Howl (libro, non film), non so se ha fatto parte dell'ispirazione per il racconto. Unico punto negativo che mi sento di sottolineare, all'inizio è un po' caotico capire chi è l'elfo e chi l'orco tra Aydhelin e Gor; okay, i nomi sono abbastanza parlanti se si ha un po' di familiarità con il forgotten realms, però non sapendo a quale mondo ti stai ispirando non potevo darlo per scontato (magari il mezz'orco era un erudito mentre l'elfo uno zotico ignorante, sarebbero comunque personaggi legittimi in una campagna). Gli stereotipi in questo caso non danno particolare fastidio non essendo il fulcro del racconto, anche se sicuramente un po' di caratterizzazione originale avrebbe dato un tocco in più. Molto bello comunque, mi è piaciuto.
La chiave di Iside
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Ciao Federica Mi è piaciuto molto il modo in cui hai impostato l'ambiente, ma ho paura che la tua idea di partenza richiesse ben più di qualche migliaio di caratteri per fruttare a dovere. Alcuni passaggi sono un po' difficili da capire o danno informazioni troppo tardi, e la trama complessiva è molto misteriosa: non si capisce se si sta leggendo un ricovero psichiatrico oppure un vero fantasy (anche se la chiave finale sembrerebbe il classico elemento un po' cliché che indicherebbe la realtà dell'elemento fantastico). Ti porto un esempio di parti poco chiare:
Quando la porta si aprì, il brusìo del corridoio serpeggiò dentro la stanza, conquistando l’attenzione della donna. «Sì, poi chiudi la porta, grazie.» Disse con gentilezza. La voce bassa, un poco rauca. «No, non è necessario.» Incalzò, alzandosi e tendendo una mano oltre la scrivania dietro alla quale si trovava. «Vedo che cammina bene da solo.» Di fronte a lei, aggrappato ad un’asta per flebo, un uomo biondo
Proprio all'inizio ci sono 60 parole (tantissime) tra l'azione e chi la compie. Sono veramente veramente troppe, all'inizio pensavo si fosse aperta da sola (non sappiamo letteralmente nulla del mondo di ambientazione: horror, fantasy, thriller, rosa; non sappiamo neppure se è una scuola, un ospedale, una prigione, sappiamo solo che c'è una porta su un corridoio con del brusio), poi visto che qualcuno ha detto di chiuderla ho immaginato che fosse stata aperta da una persona, ma non avevo idea di chi fosse. La frase "no, non è necessario" non ho capito a cosa sia riferita, idem "tendendo una mano oltre la scrivania", non ho capito il motivo del gesto (stringere la mano? Ma se si regge a un'asta sarebbe un po' cattivo chiedergli di staccarsi per stringerla). Insomma è abbastanza caotico per essere l'inizio del racconto che, invece, dovrebbe essere super–chiaro proprio perché il lettore non ha nessun tipo di informazione iniziale. Per il resto, l'accenno alla trama mi è piaciuto molto, però è appunto un accenno, forse avresti potuto limare alcuni aspetti per introdurre qualcosa in più; per esempio i gatti pelati mi sarebbe piaciuto che avessero un ruolo più rilevante (tra l'altro, adoro il fatto che li chiami gatti pelati invece che col nome della loro razza, è un ottimo elemento di caratterizzazione). Spero che questo commento possa esserti di aiuto
Dalì
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Ciao Andrea, devo dire che me l'hai fatta: all'inizio ho creduto che il protagonista avesse sprecato le sue quattro ore e due pasticche, lasciando questa tecnologia "magica" all'immaginazione del lettore, e sono rimasto anche molto deluso. Ho pensato "ma come, mi introduci questo elemento e poi non me lo fai vedere davvero, stai a vedere che il racconto sarà piattissimo". E invece ci hai piazzato la sorpresa del mondo fatto di illusioni ottiche. Un'idea molto carina, la cui unica pecca è che richiede una certa conoscenza di elementi di cultura non proprio generale (ammetto che un paio di nomi li ho cercati). Anche la prosa è decisamente buona, solo in un punto, secondo me, avresti potuto fare meglio:
Getto il cellulare sul divano, al buio. Non mi importa se si spacca. Che vada al diavolo, insieme a quella strega. Illumino la cucina con il frigorifero.
Questa frase mi ha bloccato un attimo per capire cosa stava succedendo: prima era su una scala, ora è in cucina e c'è un frigo. Poi ho collegato che è sceso dalle scale, è arrivato in cucina e ha aperto il frigo, ma il cambio è stato troppo brusco; inoltre inverti gli elementi importanti: apre il frigo –> la cucina si illumina, altra piccola cosa che, insieme a quanto già detto, ha contribuito a fare confusione nella mia testa. Per me comunque è un'ottima prova.
Chiudiamo l'anno alla grande con commenti al miele e una dolce classifica.
Aaron è vivo
Il racconto è un classico, ma lo trovo gestito male nelle informazioni e in più ci sono un paio di scivoloni stilistici a mio avviso imperdonabili. Il pensiero di Aaron è sbagliato. Dalla prima riga si capisce che lui è “alieno” rispetto a chi legge. Cioè, è giusto che non sappia uso e costumi di quel pianeta, ma pare non averne si suoi. Anche quando vede gli uomini non ha una reazione coerente. È lì spinto dalla curiosità e poi non è interessato dai sacchi di carne? Comprendo che Aaron debba essere un automa, quindi con sentimenti e reazioni limitate, ma così l’hai reso poco interessante e del racconto resta una storia già letta troppe volte. Buona tecnica, anche se in alcune parti l’ho trovata pomposa rispetto allo spazio e all’utilità. Sicuramente c’è una grande conoscenza del genere che allontana lettori meno avvezzi. Pollice immobile a metà.
La chiave di Iside
Ciao, racconto non molto originale con uno spiraglio nel finale. Nel racconto ho trovato due cose molto fastidiose. Le d eufoniche e il tema scritto. Capisco la voglia di non andare fuori tema ma fin da quando partecipavo l’ho sempre trovato di cattivo gusto. Fin dalla prima frase ho trovato la scrittura un po’ stentata. Quando la porta si aprì… A cosa serve quel “quando”? Cerca di snellire, così da creare un buon ritmo che nella follia è fondamentale. Poi taglia i disse, rispose… e magari metti delle azioni così da dare altro dinamismo. Nel complesso ho letto un racconto senza gloria e senza infamia. Pollice congelato a metà.
Dalì
Ciao, idea molto interessante. Mi piace questa droga associata alla televisione, bello. La storia mi è piaciuta però ho trovato delle cose a livello stilistico che puoi migliorare. Occhio a dove stacchi il racconto e dove lo riprendi. Un attimo prima siamo attaccati al corrimano (mancorrente non lo dirò nemmeno sotto tortura) e quello dopo siamo al frigorifero. Può starci, ma allora chi se ne frega dei tre minuti del microonde. Aiutami ad orientarmi con te e poi chissene di quanto ci mettono le lasagne a cuocere. Poi, ricordati di staccare con un doppio a capo quando c’è un cambio di scena. Che sia sono o risveglio, lì dvi darmi un nuovo paragrafo. Bene il pensiero diretto, pwerò mettilo in corsivo. Occhio alle ripetizioni. Per me è un buon racconto con un pollice tendente verso l’alto. Buon lavoro.
È magia anche questa
Non ho capito quale fosse l’intento di questo racconto e, a dirla tutta, non ho letto nemmeno un racconto. Questa non è una storia autoconclusiva. È un frammento di qualcosa di più grande, il paragrafo di una storia che non ho letto. Il registro linguistico scelto è in linea con ambientazione e genere. Si potrebbe snellire per rendere la storia più scorrevole. Racconto che non mi è piaciuto, pollice che scivola verso il basso.
Second World Il twist finale regala una dimensione completamente diversa rispetto al resto del racconto. Gli dona una dignità da gran racconto, ma quattro righe non possono bastare. Come già detto, il finale è ottimo, però manca la costruzione prima. La figlia arriva come un fulmine a ciel sereno. Male, perché se lei è mossa solo dalla voglia di incontrarla è impossibile che non pensi a lei una riga sì e una no e la citi forse due volte. Capisco che volevi il colpo di scena ma va costruito meglio.
Nel complesso è un buon racconto che merita un pollice che tende verso l’alto.
Avatar INPS
Ciao, racconto piacevole con un bel doppio twest finale. Però on mi piace come semini le info.
Doveva prolungare la sua malattia e usufruire ancora del mondo virtuale messo a disposizione dallo Stato. Solo lì poteva essere felice!
È un infodump tremendo. Hai racchiuso l’intero racconto in due righe buttate lì solo per erudire il lettore. Così non va bene.
Aveva spinto con foga la sua sedia a rotelle con sopra i suoi centoventi chili per tutto il quartiere, per cui era tutto sudato, con la testa pelata che luccicava in controluce.
Quel per cui era molto sudato è veramente brutto. Fai colare il sudore dalla testa pelata che luccicava in controluce.
Nel complesso è un racconto gradevole con un pollice timido verso l’alto.
Mary per sempre
Ciao, il racconto ha un grosso difetto, senza Mary Poppins non esiste alcun racconto. Non sta in piedi da solo, ha bisogno che il lettore conosca l’altra storia. Io non un malato di citazioni e easter egg, ma anche se il lettore non conosce i riferimenti può godere comunque della storia. Peccato perché il racconto ha del potenziale. Pollice congelato a metà.
Seconda casa
Tell d’altri tempi. Probabilmente l’avrei apprezzato se fosse stato ambientato nel ‘800, ma il dettagli dell’SLK (a cui tenevi particolarmente perché la citi due volte) mi riporta a questo secolo. La totale mancanza di show manda a quel paese quanto di buono crei con l’atmosfera rendendo il lettore passivo e mai dentro la storia. Anche il racconto interiore del vampiro è insipido. Un Vampiro paranoico avrebbe meritato molto di più, peccato. Pollice fermo a metà.
La Classifica di SPARTACO!
1) Dalì 2) Second World 3) Avatar INPS 4) La chiave di Iside 5) Aaron è vivo 6) Seconda casa 7) Mary per sempre 8) È magia anche questa