La donna del canto
La donna del canto
La donna del canto
di Sirimedho Stefano De Luca
16 gennaio 2023
Non avrei mai pensato che fosse così lunga. Ogni volta che mi sembra di essere arrivato, scopro che c'è un’altra cima da superare. E questa neve mi è entrata dappertutto: nelle scarpe, nel naso, persino nel collo… Freddo, umido e fatica. Rido amaramente e ne faccio il mio ritmo: “Freddo!”, e metto un piede avanti, “Umido!”, e muovo l’altro piede, “Fatica!”, e mi riposo un momento, che ormai è sera e sono davvero stanco. Quando mi fermo, mi torna vivida l’immagine del mio amico, insanguinato davanti a me, e so che mi rimane solo questa possibilità, o il suicidio.
Tra un “Freddo!” e un “Umido!” finalmente arrivo a intravedere del fumo - mi avevano detto che c’era un eremo tuttavia sembra che ci sia solo bianco. Quando arrivo, è completamente buio ed è tutto ricoperto dalla neve. Chiamo chiedendo a chiunque sia dentro di farmi entrare - all’inizio con pazienza, poi con il terrore di rimanere congelato nella notte. Sto pensando di sedermi qua fuori e farla finita quando si apre uno spazio sufficiente per entrare gattoni.
C’è fumo e pietra e il calore del fuoco, entro ringraziando Dio. L’eremo è minuscolo, però esiste davvero, e ne sono dentro! E c’è soltanto la ragazza: capelli corti, alta, gli occhi bianchi della cecità, strana - sono salito fin qui per lei, per chiederle il perdono, l’assoluzione. La saluto con un cenno della testa e inizio a parlare e dirle perché sono là, ma si mette l’indice sulle labbra e mi offre una ciotola di cibo caldo. Cos’altro potrei fare? Mangio e sto zitto, rivolto al fuoco, proprio come lei. E un po' mi sciolgo.
Appena poso la ciotola in un lavabo, inizia a cantare con voce profonda: «Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.» Rimango incantato dal suo calore, mi avvicino e cantiamo insieme: «Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.» Lei mi sorride e mi prende le mani; continuiamo a recitare il Cantico delle creature, e poi i Salmi, così perfetti per noi, ora:
«Di giorno il Signore mi dona il suo amore
e di notte il suo canto è con me,
preghiera al Dio della mia vita»
Splende alla luce del fuoco. Mentre cantiamo, socchiudo gli occhi stringendole forte le mani, felice di aver trovato questa fonte, la più santa delle dimore dell’Altissimo. La sento che mi si poggia sulla spalla e dorme, ed io con lei.
C’è silenzio perfetto, la prima luce della giornata. È così che mi sveglio e la vedo: ancora poggiata sulla mia spalla, ma anziana, con la pelle bianca come neve. Sembra che mi stia dicendo qualcosa; capisco appena “…notte… ho cercato l'amato del mio cuore…”, mi guarda con i suoi occhi ciechi, sereni, mi sorride ancora una volta stringendomi le mani. Lentamente posa la testa sulle mie mani, sul mio grembo, come una bambina che si vuole riposare, e invece muore.
Quanto tempo è passato da quanto abbiamo cantato insieme? So solo che che l’ho deposta sul tavolo di pietra e sono uscito a cercare dei fiori, senza pensare che nella neve non ne crescono. Eppure, eppure, un pettirosso si è posato poco più in là, su dei bucaneve vicino ad un piccolo stagno. Li ho colti e per un attimo mi sono visto riflesso, un signore anziano che non riconosco eppure so di essere io.
Torno indietro lentamente, la mia mente piena dei versi che abbiamo cantato insieme, questa notte, il cuore pieno del calore delle sue mani, e proprio sulle mani faccio scendere quei fiori, prima di poggiare la mia testa vicino alla sua. Chiudo gli occhi e la vado a cercare. Poi rimane solo il canto.
di Sirimedho Stefano De Luca
16 gennaio 2023
Non avrei mai pensato che fosse così lunga. Ogni volta che mi sembra di essere arrivato, scopro che c'è un’altra cima da superare. E questa neve mi è entrata dappertutto: nelle scarpe, nel naso, persino nel collo… Freddo, umido e fatica. Rido amaramente e ne faccio il mio ritmo: “Freddo!”, e metto un piede avanti, “Umido!”, e muovo l’altro piede, “Fatica!”, e mi riposo un momento, che ormai è sera e sono davvero stanco. Quando mi fermo, mi torna vivida l’immagine del mio amico, insanguinato davanti a me, e so che mi rimane solo questa possibilità, o il suicidio.
Tra un “Freddo!” e un “Umido!” finalmente arrivo a intravedere del fumo - mi avevano detto che c’era un eremo tuttavia sembra che ci sia solo bianco. Quando arrivo, è completamente buio ed è tutto ricoperto dalla neve. Chiamo chiedendo a chiunque sia dentro di farmi entrare - all’inizio con pazienza, poi con il terrore di rimanere congelato nella notte. Sto pensando di sedermi qua fuori e farla finita quando si apre uno spazio sufficiente per entrare gattoni.
C’è fumo e pietra e il calore del fuoco, entro ringraziando Dio. L’eremo è minuscolo, però esiste davvero, e ne sono dentro! E c’è soltanto la ragazza: capelli corti, alta, gli occhi bianchi della cecità, strana - sono salito fin qui per lei, per chiederle il perdono, l’assoluzione. La saluto con un cenno della testa e inizio a parlare e dirle perché sono là, ma si mette l’indice sulle labbra e mi offre una ciotola di cibo caldo. Cos’altro potrei fare? Mangio e sto zitto, rivolto al fuoco, proprio come lei. E un po' mi sciolgo.
Appena poso la ciotola in un lavabo, inizia a cantare con voce profonda: «Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.» Rimango incantato dal suo calore, mi avvicino e cantiamo insieme: «Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.» Lei mi sorride e mi prende le mani; continuiamo a recitare il Cantico delle creature, e poi i Salmi, così perfetti per noi, ora:
«Di giorno il Signore mi dona il suo amore
e di notte il suo canto è con me,
preghiera al Dio della mia vita»
Splende alla luce del fuoco. Mentre cantiamo, socchiudo gli occhi stringendole forte le mani, felice di aver trovato questa fonte, la più santa delle dimore dell’Altissimo. La sento che mi si poggia sulla spalla e dorme, ed io con lei.
C’è silenzio perfetto, la prima luce della giornata. È così che mi sveglio e la vedo: ancora poggiata sulla mia spalla, ma anziana, con la pelle bianca come neve. Sembra che mi stia dicendo qualcosa; capisco appena “…notte… ho cercato l'amato del mio cuore…”, mi guarda con i suoi occhi ciechi, sereni, mi sorride ancora una volta stringendomi le mani. Lentamente posa la testa sulle mie mani, sul mio grembo, come una bambina che si vuole riposare, e invece muore.
Quanto tempo è passato da quanto abbiamo cantato insieme? So solo che che l’ho deposta sul tavolo di pietra e sono uscito a cercare dei fiori, senza pensare che nella neve non ne crescono. Eppure, eppure, un pettirosso si è posato poco più in là, su dei bucaneve vicino ad un piccolo stagno. Li ho colti e per un attimo mi sono visto riflesso, un signore anziano che non riconosco eppure so di essere io.
Torno indietro lentamente, la mia mente piena dei versi che abbiamo cantato insieme, questa notte, il cuore pieno del calore delle sue mani, e proprio sulle mani faccio scendere quei fiori, prima di poggiare la mia testa vicino alla sua. Chiudo gli occhi e la vado a cercare. Poi rimane solo il canto.
Ultima modifica di Sirimedho il martedì 17 gennaio 2023, 0:29, modificato 3 volte in totale.
Re: La donna del canto
Ciao Stefano e bentornato! Caratteri e tempo ok, buona GIORGIO LUPO EDITION!
Re: La donna del canto
Grazie Antico, è un piacere!
Re: La donna del canto
Confesso che ci ho capito poco. Bello l’inizio, l’idea del ritmo freddo-umido-fatica come un mantra per segnare i passi, ma poi: che è successo all’amico insanguinato? E perché l’alternativa al proseguire sarebbe il suicidio? Tutto il passaggio dell’ingresso nell’eremo mi è un po’ oscuro (“si apre uno spazio”: come? È una porta? Chi lo apre? ) e appare una ragazza cieca, strana, tu (ti parlo come fossi il protagonista, visto che è in prima persona) sembri stupirtene, poi però dici che sei salito là per lei, “per l’assoluzione”. Quindi te l’aspettavi di trovarla? E, per inciso, assoluzione da quali peccati? Lasci il lettore con un bel po’ di interrogativi irrisolti.
Poi parte la preghiera, e secondo me il momento mistico, nell’economia di 4000 parole, poteva essere un filo più breve… Comunque, hai trovato la fonte, la santa dimora di Dio, e a quel punto parte un’ellisse temporale in cui mi perdo, lei è improvvisamente vecchia e muore con la testa sul tuo grembo, tu la lasci lì, esci e vai a cercare fiori che, dici, non ci dovrebbero essere, ma invece no, ci sono i bucaneve, (il che non è miracoloso in effetti, perché i bucaneve crescono appunto nella neve). Mentre li cogli ti vedi anziano, “riflesso” non capisco bene dove. Una notte che è durata una vita, si direbbe, perché quando torni, tu, protagonista, le metti i fiori sulle mani e poi muori al suo fianco. Forse non ho capito bene, per questo ho provato a raccontare i passaggi, ma decisamente è un po’ troppo esoterica per me, questa storia. Ovviamente è un gusto personale.
Attenzione: “Esiste davvero, e ne sono dentro”: ho dei dubbi su quel “ne”.
Attenzione: “Esiste davvero, e ne sono dentro”: ho dei dubbi su quel “ne”.
Re: La donna del canto
Buonasera Graifus/ Paola,
Grazie di aver letto la mia storia.
Temo che se il senso del racconto non è arrivato non sia molto utile sovra-raccontarlo a posteriori.
Provo però a rispondere a qualche tua domanda:
* che è successo all’amico insanguinato? il nostro personaggio lo ha colpito, forse in un momento di rabbia o chissà - comunque gli ha fatto qualcosa di molto grave; nella prossima revisione proverò a inventare e scrivere perché lo ha fatto!
* ingresso: nei rifugi di alta montagna ci sono anche accessi più piccoli di una porta, per consentire l'apertura anche quando c'è tanta neve; lo apre la ragazza, unica altra persona presente
* trova la ragazza cieca, strana etc: sapeva che lei era là, ma non l'aveva mai vista prima
* assoluzione di quali peccati? l'omicidio (o almeno il ferimento) dell'amico
* parte mistica: pensa che avevo ancora circa cinquecento caratteri, quando invece mi tocca tagliare per stare dentro i limiti imposti! Comunque, è così "lunga" (in realtà, solo un settimo del racconto) perché è il cuore del racconto, dal mio punto di vista
* esistenza dei fiori: non essendo onniscente, il fatto che ci fossero era sconosciuto al personaggio
* dove si vede riflesso: potevo dirlo meglio, ma l'idea è che si riflette nel ghiaccio dell'acqua ghiacciata dello stagno
* decisamente è un po’ troppo esoterica per me: un filino di mistero c'è, ma ognuno ha la propria sensibilità e i propri gusti
Alla prossima!
Grazie di aver letto la mia storia.
Temo che se il senso del racconto non è arrivato non sia molto utile sovra-raccontarlo a posteriori.
Provo però a rispondere a qualche tua domanda:
* che è successo all’amico insanguinato? il nostro personaggio lo ha colpito, forse in un momento di rabbia o chissà - comunque gli ha fatto qualcosa di molto grave; nella prossima revisione proverò a inventare e scrivere perché lo ha fatto!
* ingresso: nei rifugi di alta montagna ci sono anche accessi più piccoli di una porta, per consentire l'apertura anche quando c'è tanta neve; lo apre la ragazza, unica altra persona presente
* trova la ragazza cieca, strana etc: sapeva che lei era là, ma non l'aveva mai vista prima
* assoluzione di quali peccati? l'omicidio (o almeno il ferimento) dell'amico
* parte mistica: pensa che avevo ancora circa cinquecento caratteri, quando invece mi tocca tagliare per stare dentro i limiti imposti! Comunque, è così "lunga" (in realtà, solo un settimo del racconto) perché è il cuore del racconto, dal mio punto di vista
* esistenza dei fiori: non essendo onniscente, il fatto che ci fossero era sconosciuto al personaggio
* dove si vede riflesso: potevo dirlo meglio, ma l'idea è che si riflette nel ghiaccio dell'acqua ghiacciata dello stagno
* decisamente è un po’ troppo esoterica per me: un filino di mistero c'è, ma ognuno ha la propria sensibilità e i propri gusti
Alla prossima!
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Re: La donna del canto
Tema centrato. Il protagonista, un uomo anziano in cerca di assoluzione per la tragedia toccata a un amico sfida un tempo inclemente e va a trovare un’eremita. L’esperienza mistica dei canti religiosi gli ridà serenità. Ma dura poco, perché la giovane donna invecchia e muore il mattino dopo, non senza aver alluso all’attesa di un amato. Molto belle le descrizioni del cammino nel gelo, delicata l’immagine del pettirosso e dei bucaneve, che il protagonista raccoglie prima di stendersi accanto alla donna morta e seguirne il destino
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1093
Re: La donna del canto
Ciao Sirimedho e bentornato tra noi.
Questo tuo racconto è coerente rispetto alla tua produzione, qui nell'Arena. Il testo è volutamente criptico e aperto a interpretazioni mistiche, oniriche ed esoteriche. Devo dire che secondo me ha pesato un po' il poco spazio a disposizione, perché mi sarebbe piaciuto vedere più approfondito il tema della colpa e dell'espiazione che invece ho colto solo dopo che l'hai spiegato in uno dei commenti.
La piega che prende la storia da metà in poi potrà essere criptica e simbolica, ma l'ho trovata pregna di un certo fascino che non riesco a spiegare. Mi ricorda un racconto di Ende nella raccolta Specchio nello Specchio, in cui una coppia di sposi viaggia a turno ai lati di un deserto, l'uno invecchiando mentre l'altro ringiovanisce. Per me appunto, il tuo racconto è capace di andare a suscitare qualcosa nel profondo che non si riesce a spiegare bene, e da questo punto di vista lo trovo un racconto ben riuscito.
Magari attenzione solo a gestire bene lo spazio per fare sì che nessun elemento rimanga perso per strada, come appunto il tema della colpa/espiazione.
Nel complesso un racconto migliorabile, ma che comunque fa il lavoro per cui è stato scritto e che valuterò positivamente.
Buona fortuna e alla prossima!
Questo tuo racconto è coerente rispetto alla tua produzione, qui nell'Arena. Il testo è volutamente criptico e aperto a interpretazioni mistiche, oniriche ed esoteriche. Devo dire che secondo me ha pesato un po' il poco spazio a disposizione, perché mi sarebbe piaciuto vedere più approfondito il tema della colpa e dell'espiazione che invece ho colto solo dopo che l'hai spiegato in uno dei commenti.
La piega che prende la storia da metà in poi potrà essere criptica e simbolica, ma l'ho trovata pregna di un certo fascino che non riesco a spiegare. Mi ricorda un racconto di Ende nella raccolta Specchio nello Specchio, in cui una coppia di sposi viaggia a turno ai lati di un deserto, l'uno invecchiando mentre l'altro ringiovanisce. Per me appunto, il tuo racconto è capace di andare a suscitare qualcosa nel profondo che non si riesce a spiegare bene, e da questo punto di vista lo trovo un racconto ben riuscito.
Magari attenzione solo a gestire bene lo spazio per fare sì che nessun elemento rimanga perso per strada, come appunto il tema della colpa/espiazione.
Nel complesso un racconto migliorabile, ma che comunque fa il lavoro per cui è stato scritto e che valuterò positivamente.
Buona fortuna e alla prossima!
- christianfloris
- Messaggi: 179
Re: La donna del canto
Si tratta della prova più “onirica” di questo gruppo, avvolta in una spiritualità francescana, calda e confortante. Lo stile è arioso e, per quanto non vi siano molte parti dialogate, la narrazione scorre come l’acqua di un ghiacciaio a valle. Merito senz’altro di una coordinazione dei periodi per polisindeto che fa spaziare fantasia e immaginazione. Un po’ nebuloso il finale, nel quale mi sembra manchino volutamente alcuni passaggi intermedi che riporterebbero le cose in un assetto di ragionata razionalità distante dall'atmosfera complessiva. Però il tema c’è, si avverte non come episodio forzato, bensì come elemento costitutivo e fondante dell’intera impalcatura del racconto. Che trova la sua sublimazione ultima nella dolce e pacificante memoria del canto. Senz’altro sul podio, vediamo su quale gradino.
La mia valutazione è 9,5
La mia valutazione è 9,5
Re: La donna del canto
Ciao Matteo,
ben ritrovato!
Hai senz'altro pienamente ragione sul fatto che sarebbe stato opportuno approfondire meglio il tema della colpa e dell'espiazione, ma a un certo punto mi sono accorto che dormivo con gli occhi aperti e più di quello il cervello si è rifiutato di fare!
La parte successiva, che sono felice tu abbia trovato simbolica, si basa sull'assunto che la percezione del tempo è davvero incredibilmente personale. Se ripenso ad alcuni episodi della mia vita, vecchi di decenni, mi sembrano passati da pochi attimi, mentre altri mi sembrano così distanti, anche se più vicini nel tempo, da farmi pensare ad un'altra vita più che la mia. Forse è l'avvicinamento ad un'età più avanzata che mi fa pensare così!
Grazie per i suggerimenti, molto ben accolti.
Buona fortuna anche a te!
ben ritrovato!
Hai senz'altro pienamente ragione sul fatto che sarebbe stato opportuno approfondire meglio il tema della colpa e dell'espiazione, ma a un certo punto mi sono accorto che dormivo con gli occhi aperti e più di quello il cervello si è rifiutato di fare!
La parte successiva, che sono felice tu abbia trovato simbolica, si basa sull'assunto che la percezione del tempo è davvero incredibilmente personale. Se ripenso ad alcuni episodi della mia vita, vecchi di decenni, mi sembrano passati da pochi attimi, mentre altri mi sembrano così distanti, anche se più vicini nel tempo, da farmi pensare ad un'altra vita più che la mia. Forse è l'avvicinamento ad un'età più avanzata che mi fa pensare così!
Grazie per i suggerimenti, molto ben accolti.
Buona fortuna anche a te!
Re: La donna del canto
Buongiorno Christian, piacere di conoscerti.
Grazie per il tuo giudizio positivo, sono felice che ti sia piaciuto. L'ho scritto anche proprio per lasciare spazio, come dici, a "fantasia e immaginazione" ed hai perfettamente ragione quando dici che alcuni passaggi mancano volutamente.
In bocca al lupo per la tua gara!
Grazie per il tuo giudizio positivo, sono felice che ti sia piaciuto. L'ho scritto anche proprio per lasciare spazio, come dici, a "fantasia e immaginazione" ed hai perfettamente ragione quando dici che alcuni passaggi mancano volutamente.
In bocca al lupo per la tua gara!
Re: La donna del canto
Buongiorno Alexandra,
grazie del commento. Sono contento che ti siano piaciute le descrizioni nel racconto.
A presto rileggerci!
grazie del commento. Sono contento che ti siano piaciute le descrizioni nel racconto.
A presto rileggerci!
Re: La donna del canto
Ciao Stefano, il tuo racconto lascia parecchi punti di domanda e credo che questo fosse il tuo intento. Ho fatto fatica a capire la consequenzialità di certi eventi, probabilmente per via dell’inserimento di alcuni elementi – tra tutti l’immagine dell’amico insanguinato – che non sono stati sviluppati in itinere. Concordo con chi ha trovato troppo scarna la descrizione dell’ingresso nell’eremo: forse in quel passaggio il lettore meritava più dettagli in modo da avere una visualizzazione più concreta del luogo. La tua scrittura però, al netto di qualche balbettio nella punteggiatura, è sufficientemente potente ed evocativa, tanto che ha catturato la mia attenzione nonostante i fatti descritti mi siano parsi per lo più nebulosi. Il tema, a mio avviso, è centrato nella risoluzione del conflitto tra espiazione e perdono, in cui la figura della donna cieca rappresenta il simbolo della ricerca mistica.
- Maurizio Chierchia
- Messaggi: 303
Re: La donna del canto
Ciao Stefano.
Purtroppo il racconto non mi è piaciuto. Non ho capito dove volevi andare a parare.
Il protagonista arriva in cima a un eremo, trova una donna cieca e con lei canta e dorme. Poi si sveglia e lei è vecchia e le è morta tra le braccia. Dopo lui vede il suo stesso riflesso e si vede invecchiato.
Non so, sarò io che non sono andato troppo a fondo nella storia, ma questo è quello che ci ho trovato.
Mi dispiace deluderti con questo commento ma questo è il massimo che riesco a esprimere.
Ti auguro comunque una buona gara e a rileggerci presto.
Purtroppo il racconto non mi è piaciuto. Non ho capito dove volevi andare a parare.
Il protagonista arriva in cima a un eremo, trova una donna cieca e con lei canta e dorme. Poi si sveglia e lei è vecchia e le è morta tra le braccia. Dopo lui vede il suo stesso riflesso e si vede invecchiato.
Non so, sarò io che non sono andato troppo a fondo nella storia, ma questo è quello che ci ho trovato.
Mi dispiace deluderti con questo commento ma questo è il massimo che riesco a esprimere.
Ti auguro comunque una buona gara e a rileggerci presto.
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"
"Domani è già vicino"
- F.M.Rigget
- Messaggi: 84
Re: La donna del canto
Ciao Stefano e piacere di conoscerti!
Il tuo racconto ha evocato atmosfere a me affini, tanto che leggendolo mi sono sentita veramente a casa.
Anche io amo scrivere (o almeno provare a scrivere) racconti onirici ed esoterici, perciò sono davvero felice di aver trovato qualcun’altro che condivide la mia stessa inclinazione!
Passo adesso ad offrirti le mie osservazioni e se ti va di parlarne insieme mi farebbe davvero piacere!
Per quanto riguarda il tema, ho avuto un po’ di difficoltà a vederlo centrato.
Non sono riuscita a fare mio il punto di vista tematico che hai deciso di trasmettere con il tuo racconto.
Leggendo le spiegazioni che hai offerto ho compreso che radicava nella redenzione, ma devo essere onesta, se non avessi dato un’occhiata ai commenti non ci sarei arrivata. Questo perché, almeno nel mio caso, ho sentito prevalere la “storia d’amore” – se d’amore, effettivamente, possiamo parlare – tra il protagonista e la sacerdotessa dell’eremo. Certo, viene detto che l’uomo si arrampica fin lassù per ricevere l’assoluzione, ma non sono riuscita a percepire questo dato come fondamentale per il racconto. Non quanto, almeno, la vita che poi i due trascorrono insieme, l’uno accanto all’altra.
Non so se quello che sto scrivendo ha un senso, per te. In caso parliamone!
La sintassi è pulita, la narrazione scorrevole e la prima persona è ben gestita.
In tutta onestà ho apprezzato veramente tanto il tuo modo di scrivere. Ai miei occhi hai saputo dosare egregiamente una prosa semplice con una misteriosa eleganza... che è un po’ il mio obiettivo segreto e perversissimo, anche se ancora faccio davvero tanta pietà (#help).
Ho imparato davvero tanto leggendo il tuo racconto, che ho veramente apprezzato tanto!
Spero ci saranno presto altre occasioni di confronto!
Federica
Il tuo racconto ha evocato atmosfere a me affini, tanto che leggendolo mi sono sentita veramente a casa.
Anche io amo scrivere (o almeno provare a scrivere) racconti onirici ed esoterici, perciò sono davvero felice di aver trovato qualcun’altro che condivide la mia stessa inclinazione!
Passo adesso ad offrirti le mie osservazioni e se ti va di parlarne insieme mi farebbe davvero piacere!
Per quanto riguarda il tema, ho avuto un po’ di difficoltà a vederlo centrato.
Non sono riuscita a fare mio il punto di vista tematico che hai deciso di trasmettere con il tuo racconto.
Leggendo le spiegazioni che hai offerto ho compreso che radicava nella redenzione, ma devo essere onesta, se non avessi dato un’occhiata ai commenti non ci sarei arrivata. Questo perché, almeno nel mio caso, ho sentito prevalere la “storia d’amore” – se d’amore, effettivamente, possiamo parlare – tra il protagonista e la sacerdotessa dell’eremo. Certo, viene detto che l’uomo si arrampica fin lassù per ricevere l’assoluzione, ma non sono riuscita a percepire questo dato come fondamentale per il racconto. Non quanto, almeno, la vita che poi i due trascorrono insieme, l’uno accanto all’altra.
Non so se quello che sto scrivendo ha un senso, per te. In caso parliamone!
La sintassi è pulita, la narrazione scorrevole e la prima persona è ben gestita.
In tutta onestà ho apprezzato veramente tanto il tuo modo di scrivere. Ai miei occhi hai saputo dosare egregiamente una prosa semplice con una misteriosa eleganza... che è un po’ il mio obiettivo segreto e perversissimo, anche se ancora faccio davvero tanta pietà (#help).
Ho imparato davvero tanto leggendo il tuo racconto, che ho veramente apprezzato tanto!
Spero ci saranno presto altre occasioni di confronto!
Federica
"La vita alle volte è anche questo."
#ladonnadaicommentilunghi
Re: La donna del canto
Andrea76 ha scritto:Ciao Stefano, il tuo racconto lascia parecchi punti di domanda e credo che questo fosse il tuo intento. Ho fatto fatica a capire la consequenzialità di certi eventi, probabilmente per via dell’inserimento di alcuni elementi – tra tutti l’immagine dell’amico insanguinato – che non sono stati sviluppati in itinere. Concordo con chi ha trovato troppo scarna la descrizione dell’ingresso nell’eremo: forse in quel passaggio il lettore meritava più dettagli in modo da avere una visualizzazione più concreta del luogo. La tua scrittura però, al netto di qualche balbettio nella punteggiatura, è sufficientemente potente ed evocativa, tanto che ha catturato la mia attenzione nonostante i fatti descritti mi siano parsi per lo più nebulosi. Il tema, a mio avviso, è centrato nella risoluzione del conflitto tra espiazione e perdono, in cui la figura della donna cieca rappresenta il simbolo della ricerca mistica.
Andrea,
grazie per il commento, anche se credo che parlare di "balbettio nella punteggiatura" non sia molto gentile.
Re: La donna del canto
Maurizio Chierchia ha scritto:Ciao Stefano.
Purtroppo il racconto non mi è piaciuto. Non ho capito dove volevi andare a parare.
Il protagonista arriva in cima a un eremo, trova una donna cieca e con lei canta e dorme. Poi si sveglia e lei è vecchia e le è morta tra le braccia. Dopo lui vede il suo stesso riflesso e si vede invecchiato.
Non so, sarò io che non sono andato troppo a fondo nella storia, ma questo è quello che ci ho trovato.
Mi dispiace deluderti con questo commento ma questo è il massimo che riesco a esprimere.
Ti auguro comunque una buona gara e a rileggerci presto.
Maurizio,
grazie del tuo commento.
Ci sta che non ti sia piaciuto il racconto, così come ci sta che chi scrive non scriva per tutti.
La sintesi che hai fatto grosso modo ci sta, così come si potrebbe sintetizzare qualunque altro scritto, ma questo non vuol dire che la sintesi sia la stessa cosa dell'originale.
Ultima modifica di Sirimedho il giovedì 26 gennaio 2023, 8:59, modificato 1 volta in totale.
Re: La donna del canto
F.M.Rigget ha scritto:Ciao Stefano e piacere di conoscerti!
Il tuo racconto ha evocato atmosfere a me affini, tanto che leggendolo mi sono sentita veramente a casa.
Anche io amo scrivere (o almeno provare a scrivere) racconti onirici ed esoterici, perciò sono davvero felice di aver trovato qualcun’altro che condivide la mia stessa inclinazione!
Passo adesso ad offrirti le mie osservazioni e se ti va di parlarne insieme mi farebbe davvero piacere!
Per quanto riguarda il tema, ho avuto un po’ di difficoltà a vederlo centrato.
Non sono riuscita a fare mio il punto di vista tematico che hai deciso di trasmettere con il tuo racconto.
Leggendo le spiegazioni che hai offerto ho compreso che radicava nella redenzione, ma devo essere onesta, se non avessi dato un’occhiata ai commenti non ci sarei arrivata. Questo perché, almeno nel mio caso, ho sentito prevalere la “storia d’amore” – se d’amore, effettivamente, possiamo parlare – tra il protagonista e la sacerdotessa dell’eremo. Certo, viene detto che l’uomo si arrampica fin lassù per ricevere l’assoluzione, ma non sono riuscita a percepire questo dato come fondamentale per il racconto. Non quanto, almeno, la vita che poi i due trascorrono insieme, l’uno accanto all’altra.
Non so se quello che sto scrivendo ha un senso, per te. In caso parliamone!
La sintassi è pulita, la narrazione scorrevole e la prima persona è ben gestita.
In tutta onestà ho apprezzato veramente tanto il tuo modo di scrivere. Ai miei occhi hai saputo dosare egregiamente una prosa semplice con una misteriosa eleganza... che è un po’ il mio obiettivo segreto e perversissimo, anche se ancora faccio davvero tanta pietà (#help).
Ho imparato davvero tanto leggendo il tuo racconto, che ho veramente apprezzato tanto!
Spero ci saranno presto altre occasioni di confronto!
Federica
Buongiorno Federica,
grazie del commento così positivo ed empatico!
Ho letto il tuo racconto, che ho molto apprezzato, e trovo anche io che abbiamo qualcosa in comune.
Il tema dovrebbe essere presente nella trasformazione dell'uomo, che dall'animo pesante trova la leggerezza nell'estasi mistica. O, se vuoi, dal passaggio dalla vita alla morte, vissuta comunque anche lei con leggerezza e serenità.
Sicuramente l'aspetto della redenzione andava accentuato di più. Credo che nella riscrittura che ne farò probabilmente lo cambierò del tutto, trovando altra ragione per far salire il nostro fin lassù.
A presto.
- AndreaCrevola
- Messaggi: 199
Re: La donna del canto
Ciao Stefano, piacere di averti letto.
Secondo me il tuo racconto ha una intenzione, il che è un aspetto positivo. In altri termini è scritto in questo modo perché volevi esprimerti in un modo evocativo e che chiedesse al lettore di “riempire” con la propria immaginazione i vuoti che hai lasciato. Per me è un aspetto positivo perché ti rende riconoscibile.
Meno positivo, d’altra parte, è lo sviluppo della trama. Ci sono delle premesse non mantenute (sta scappando? deve espiare una colpa perché l’amico è morto?) Di conseguenza la scena delle preghiere e del “funerale” della donna lasciano un senso di attesa che meritava di essere legato meglio alle premesse iniziali. Alla fine non è chiaro cosa succede e perché, e il tema della “leggerezza” è fin troppo tra le righe.
Secondo me il tuo racconto ha una intenzione, il che è un aspetto positivo. In altri termini è scritto in questo modo perché volevi esprimerti in un modo evocativo e che chiedesse al lettore di “riempire” con la propria immaginazione i vuoti che hai lasciato. Per me è un aspetto positivo perché ti rende riconoscibile.
Meno positivo, d’altra parte, è lo sviluppo della trama. Ci sono delle premesse non mantenute (sta scappando? deve espiare una colpa perché l’amico è morto?) Di conseguenza la scena delle preghiere e del “funerale” della donna lasciano un senso di attesa che meritava di essere legato meglio alle premesse iniziali. Alla fine non è chiaro cosa succede e perché, e il tema della “leggerezza” è fin troppo tra le righe.
Re: La donna del canto
AndreaCrevola ha scritto:Ciao Stefano, piacere di averti letto.
Secondo me il tuo racconto ha una intenzione, il che è un aspetto positivo. In altri termini è scritto in questo modo perché volevi esprimerti in un modo evocativo e che chiedesse al lettore di “riempire” con la propria immaginazione i vuoti che hai lasciato. Per me è un aspetto positivo perché ti rende riconoscibile.
Meno positivo, d’altra parte, è lo sviluppo della trama. Ci sono delle premesse non mantenute (sta scappando? deve espiare una colpa perché l’amico è morto?) Di conseguenza la scena delle preghiere e del “funerale” della donna lasciano un senso di attesa che meritava di essere legato meglio alle premesse iniziali. Alla fine non è chiaro cosa succede e perché, e il tema della “leggerezza” è fin troppo tra le righe.
Grazie del commento
Re: La donna del canto
Racconto che punta in alto e che si sviluppa bene partendo, però, da una piccola, grande, problematica di base: il tema della colpa non mi è arrivato assolutamente e, leggendo gli altri commenti, mi sembra sia stato difficoltoso anche per altri. Ecco, il fatto è che l'ho apprezzato una volta letta la tua spiegazione ho provato a rileggerlo senza però trovare elementi che mi potessero portare, autonomamente, in quella direzione. Poi la parte centrale e la chiusa di livello davvero alto, ma la valutazione deve per forza di cose valutare quel problema fondante e devo fermarmi a un pollice tendente al positivo anche se non solido, ma quasi brillante.
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