Ultimo concerto di Emiliano Maramonte

[Emiliano Maramonte]

Mi faccio strada a spintoni tra la folla in visibilio. Mi becco insulti e gestacci ma vado avanti. Spingo forte la carrozzella intenzionata ad arrivare fino in fondo, davanti al palco, prima che sia troppo tardi.
«Sei contento, papi?»
L’atmosfera è elettrica. Da diversi punti dell’arena si levano cori cacofonici di canzoni degli AfterDestruction.
Provo a oltrepassare un muro di corpi ma due tipacci con i capelli lunghi e la barba unta mi guardano storto. «Dove cazzo vorresti andare?»
«Levatevi dalle palle» abbaio. «Non ho tempo da perdere con idioti come voi.»
I due energumeni stanno per reagire quando una donna attempata dai capelli colorati li trattiene. Malvolentieri ci fanno passare.
Manca poco all’inizio del concerto. Ti divertirai. Ci tenevi tanto a rivedere i Destruction, vecchie, fottute stelle del metal, come li chiamavi tu. Okay, non ce le mandavamo a dire, ma volevo farti un ultimo regalo.
Mi ritrovo imprigionata in un capannello di esagitati che non la smettono di sgomitare. Individuo uno spiraglio improvviso e mi ci infilo a tutta velocità.
«Dai, ci siamo quasi.»
Il palco ormai è a pochi metri.
I membri della band sono arrivati. Stanno sistemando gli strumenti. Alcuni tecnici si affrettano a sgattaiolare via dallo stage. I riflettori si accendono e inondano la folla di fasci multicolore.
Papà non dice niente, dev’essere emozionato fino al midollo. Strano, però, che non mi arrivino le sue parole attraverso gli auricolari. Il suo device ha ancora un’ora di autonomia.
Tento il tutto per tutto e uso la carrozzella come un ariete. Riesco a sfondare l’ultima linea e il palco si spalanca di fronte ai nostri occhi.
«Papi, guarda!»
«Quarant’anni fa questi spaccavano il culo a tutti!» esclama lui così forte da costringermi a tirare via uno degli auricolari.
Intanto compare anche Foley, il mitico frontman degli AfterDestruction, e il pubblico impazzisce.
«Ehi!» sbotta un ragazzone con la faccia da schiaffi e un giubbotto di pelle che puzza di pecora. «Qui ci sto io. Vattene da un’altra parte, bagarozza.» Poi nota la carrozzella e rimane di sasso. «Ma quello è…»
«Fatti i cazzi tuoi» gli abbaio.
Si avvicina. Vuole toccare il device dove è installato il ghost digitale di papà. «Dev’esserti costato una fortuna.»
«Se ci provi, ti spezzo le dita» lo minaccio. La musica esplode dal palco, Foley strilla le parole del primo pezzo. Il ragazzone agita una mano davanti ai sensori oculari. «Pronto? C’è qualcuno lì dentro?»
Dall’unico auricolare rimasto, sento mio padre intonare a squarciagola la canzone suonata dalla band. Se la sta spassando, proprio come aveva chiesto prima di morire.
«Vuoi un sorso di birra?» Il coglione versa l’intero contenuto di una lattina sull’unità centrale del device e sghignazza.
L’encoder vocale va in corto e le parole si riempiono di interferenze.
«Papà!»
Pigio il tasto del reset ma è tutto inutile. Mi girò verso il ragazzone e gli sferro un pugno in pieno viso.
«Gra..zie» è l’ultima parola che pronuncia papà.
«Ti voglio bene» sussurro, poi si spegne.

[antico]

Emiliano, che piacere rivederti anche in questa Undicesima Era! MC è una community bellissima, ma potrà fare il definitivo salto solo nel momento in cui i suoi grandi campioni rimarranno uniti invece di disperdersi e tu sei proprio uno di quei grandi campioni. Bene, tornando all'edizione: caratteri e tempo ok, divertiti in questa SARA SIMONI EDITION!

[Emiliano Maramonte]

Grazie, Antico! Come potevo stare lontano da questa splendida Arena? Buon nuova Era a tutte/i e in bocca al lupo per questa nuova Edition!!!

[Shanghai Kid]

Ciao Emiliano e piacere di ritrovarti qui!
Il tuo racconto è scritto davvero molto bene, con lo stile fluido e pulito che ti contraddistingue da quando ti leggo. quindi, su questo, al solito, niente da dire.
Carina l'accezione che hai dato al termine stelle: la tua declinazione del tema mi ha fatto provare simpatia e tenerezza e devo dire che l'ho apprezzato molto.
Capisco perchè tu abbia aspettato a presentare il device e il ghost, ma questo ha creato un po' di confusione nel mio immaginarmi la protagonista e "suo padre". Fermo restando che l'effetto a sorpresa ci sta, cercherei di rendere meno confusa la parte precedente, ma comprendo che in 3000 battute sia davvero un po' complicato.
Alcune scelte lessicali non mi sono piaciute molto, le ho trovate un po' posticce (energumeni, bagarozza), ma è solo questione di gusti ed è un'inezia in un racconto molto buono.
Filo a leggere gli altri.
Buona gara.
A rileggerci.
Elisa

[Sira66]

Ciao Emiliano. Intanto sono andata ad ascoltare gli After Destruction (volevo vedere se esistessero davvero, scusami, sono ignorantissima in campo heavy metal…), così per calarmi nel mood concerto. Il tuo racconto è davvero ben scritto e mi è piaciuto molto come mi hai fatto entrare con la carrozzella nell’arena del concerto, davanti ai musicisti sul palco - le stelle e qui scatta l’applauso -, tra grugniti e birra degli astanti molto realistici. Poi però mi sbatti in faccia che il caro babbo in carrozzella non è reale e lì ci sono rimasta male, sappilo. Molto bene e ottimo inizio di stagione direi!

[Emiliano Maramonte]

Ciao Emiliano e piacere di ritrovarti qui!
Il tuo racconto è scritto davvero molto bene, con lo stile fluido e pulito che ti contraddistingue da quando ti leggo. quindi, su questo, al solito, niente da dire.
Carina l'accezione che hai dato al termine stelle: la tua declinazione del tema mi ha fatto provare simpatia e tenerezza e devo dire che l'ho apprezzato molto.
Capisco perchè tu abbia aspettato a presentare il device e il ghost, ma questo ha creato un po' di confusione nel mio immaginarmi la protagonista e "suo padre". Fermo restando che l'effetto a sorpresa ci sta, cercherei di rendere meno confusa la parte precedente, ma comprendo che in 3000 battute sia davvero un po' complicato.
Alcune scelte lessicali non mi sono piaciute molto, le ho trovate un po' posticce (energumeni, bagarozza), ma è solo questione di gusti ed è un'inezia in un racconto molto buono.
Filo a leggere gli altri.
Buona gara.
A rileggerci.
Elisa

Ciao Elisa!
Grazie per il commento.
Farò più attenzione ai termini posticci o stucchevoli, è una cosa che mi ritrovo a fare spesso, quindi il tuo è un importante alert.
Grazie per le belle parole

Buona nuova Era e in bocca al lupo per questa Edizione!

[gcdaddabbo]

Ciao, Emiliano. Dopo una ricerca su After Destruction, Foley, device, ghost, sono ritornato a rileggere il tuo racconto. Ti sei divertito a dare una lettura fuori dall’ordinario del tema. Fra milioni di stelle che pure ti sono amiche hai scelto quelle del Metal. La scazzottata ci sta, la puzza, la birra pure. Lo stile è coerente e rende l’atmosfera. Non posso dire di aver provato empatia né per la bagarozza protagonista né per il suo defunto o defungente genitore. Non amo certi luoghi pieni di rumori, confusione, frastuoni e non comprendo proprio come si possa desiderare di vivere gli ultimi istanti di vita o i primi dopo la morte nel mezzo di un concerto di un gruppo che inneggia alla rinascita dopo la distruzione. Il mondo è vario e capisco si possa voler chiudere la vita tra i fumi dell’alcool.
Credo ti sia sfuggito un “girò”.
Buona SARA SIMONI EDITION!

[Emiliano Maramonte]

Ciao Emiliano. Intanto sono andata ad ascoltare gli After Destruction (volevo vedere se esistessero davvero, scusami, sono ignorantissima in campo heavy metal…), così per calarmi nel mood concerto. Il tuo racconto è davvero ben scritto e mi è piaciuto molto come mi hai fatto entrare con la carrozzella nell’arena del concerto, davanti ai musicisti sul palco - le stelle e qui scatta l’applauso -, tra grugniti e birra degli astanti molto realistici. Poi però mi sbatti in faccia che il caro babbo in carrozzella non è reale e lì ci sono rimasta male, sappilo. Molto bene e ottimo inizio di stagione direi!

Ciao Simona!
Grazie per la lettura e per il feedback, e per le belle parole. Mi dispiace molto che tu ci sia rimasta male per il colpo di scena relativo al papà della protagonista. Senza un twist la storia mi sarebbe parsa assolutamente insipida. Poi, in ogni caso, non ho resistito a inserire un elemento fantascientifico, visto il mio retroterra letterario.
Ah, a proposito e lo ripeterò anche a Giovanni: gli AfterDestruction non esistono e a me il metal non piace. A meno che da qualche parte là fuori non ci sia una band con questo nome, però è tutto inventato.

Buona gara!

[Emiliano Maramonte]

Ciao, Emiliano. Dopo una ricerca su After Destruction, Foley, device, ghost, sono ritornato a rileggere il tuo racconto. Ti sei divertito a dare una lettura fuori dall’ordinario del tema. Fra milioni di stelle che pure ti sono amiche hai scelto quelle del Metal. La scazzottata ci sta, la puzza, la birra pure. Lo stile è coerente e rende l’atmosfera. Non posso dire di aver provato empatia né per la bagarozza protagonista né per il suo defunto o defungente genitore. Non amo certi luoghi pieni di rumori, confusione, frastuoni e non comprendo proprio come si possa desiderare di vivere gli ultimi istanti di vita o i primi dopo la morte nel mezzo di un concerto di un gruppo che inneggia alla rinascita dopo la distruzione. Il mondo è vario e capisco si possa voler chiudere la vita tra i fumi dell’alcool.
Credo ti sia sfuggito un “girò”.
Buona SARA SIMONI EDITION!

Caro Giovanni, sono contento di ritrovarti anche in questa Era.
Grazie per la sempre attenta lettura e per la valutazione.
Ti spiego: il metal non mi piace, anche io odio il frastuono dei concerti, e gli AfterDestruction non esistono (vedi la risposta a Simona qui sopra), però ti posso garantire che ho conosciuto vecchi (anche in senso anagrafico) fan del metal che persino in età di pensione e oltre, andavano a pogare ai concerti, tracannando birra e divertendosi come matti. Ho la sensazione che essere fan del metal sia quasi uno stile di vita che ti rimane addosso per sempre. Questa è l'impressione che ho avuto io. Quello del padre della protagonista (fan del metal, appunto) era un ultimo desiderio prima di morire; le tecnologie future hanno permesso il trasferimento della coscienza del defunto per un tempo limitato in un dispositivo interattivo, tra l'altro con un procedimento informatico molto complesso e assai costoso, e la figlia, pur non avendo col padre un buon rapporto, lo ha voluto accontentare.
Semmai un giorno dovessi avere la certezza che di lì a poco lascerò questa terra, chiederei a mia figlia di portarmi in una libreria o in montagna sotto le stelle. Certo, non sarebbe un concerto metal, ma pur sempre un ultimo desiderio.
Poi, è chiaro che uno legge un racconto e una storia attraverso i propri occhi e la propria sensibilità e certe scelte possono non piacere, ma questo è il bello dell'arte, giusto?
Buona gara a te e a rileggerci!

[PuntiDiDomanda]

Ciao!

La declinazione del tema è originale e il concept alla base del racconto è carino, però trovo debole la realizzazione.
Il primo problema è la mancanza di introspezione nel finale: risulta molto difficile empatizzare perché la stessa protagonista sembra fregarsene abbastanza di quello che sta succedendo al padre.
Di fatto uno stronzo glielo sta metaforicamente ammazzando durante il suo ultimo regalo prima di morire, rovinando quello che doveva essere un momento importantissimo, e non si vedono rabbia o disperazione. La protagonista sembra apatica. C’è il pugno in faccia, è vero, ma rimane una reazione isolata senza emozioni e pensieri intorno.
Capisco che il limite di caratteri influisca molto, però piuttosto avrei tagliato altro. Paradossalmente, dato che il device avrebbe dovuto comunque spegnersi, sarebbe stato meglio eliminare il conflitto con “il coglione”, anche perché risulta piuttosto inverosimile (lui è troppo sadico per essere verosimile, se ne sbatte totalmente del concerto a cui è, in teoria ci dovrebbe essere della musica a sovrastare i dialoghi, nella folla di un concerto non sarebbe così facile mettersi a litigare in quel modo, come se gli altri non esistessero, eccetera), e concentrarsi sul conflitto interno provocato dal momento di perdita e sull’ultimo scambio tra figlia e padre.

Per il resto condivido i commenti precedenti sulle scelte lessicali, e aggiungo che per buona parte del racconto non mi trovo sincronizzato col POV: la protagonista sa benissimo quello che sta succedendo, quindi in prima persona dovrei essere lei e saperlo anche io, mentre le informazioni arrivano in ritardo e alcune cose che lei capisce subito io devo faticare per comprenderle.

Buona gara!

[Domenico]

Ciao Emiliano,
come sempre è davvero un piacere leggere i tuoi racconti.
Tecnicamente sono sempre ad alto livello. Scorrono fluidi e non ci sono errori da distrazione o di ansia, pur avendo pochi caratteri a disposizione e poco tempo per metterli insieme! (cosa che a volte si dà per scontata nei commenti)
L’idea alla base non è mai banale e soprattutto la declinazione del tema, specialmente nella fantascienza, non è comune rispetto alle scelte degli altri autori.
Questa volta però un po’ di sentimentalismo ti è scappato, quindi a mio modestissimo parere, il racconto è ottimo ma manca quel quid che mi avrebbe fatto saltare dalla sedia.
Quello schiaffo che ho già letto nei tuoi racconti passati. Un peccatuccio da poco, sicuramente.
Buona gara!
Ciao
Domenico

[Andrea76]

Ciao Emiliano, piacere di leggerti. Come al solito le tue storie si leggono volentieri grazie alla tecnica di cui sei in possesso. Trovo sempre ritmo e movimento in quello che scrivi, e anche questo racconto non fa eccezione e si legge d'un fiato. Mi è piaciuta molto l'idea di ancorare l'ultimo desiderio del padre a un concerto metal, trovo che sia uno spunto che deretoricizza il gesto d'amore della figlia che, invece, se legato a contesti più classici (una passeggiata sotto le stelle, ad esempio) forse avrebbe dato alla storia un che di melenso che non avrei apprezzato.
In questo racconto, almeno dal mio punto di vista, ci sono dei problemi di visualizzazione. Come ti ha già scritto Elisa, ho avuto delle difficoltà a figurarmi non tanto lei quanto lui. Ad esempio nell'incipit avevo capito che fosse lei la persona sulla carrozzella e che la spingesse da sola in mezzo alla gente (poi arriva la battuta alla quarta riga che chiarisce la presenza del padre, ma che almeno su di me ha creato uno stato di disorientamento rispetto a quanto avevo creduto di comprendere all'inizio). Poi ti sei affidato alle sole parole "device" e "ghost" per descrivere il padre e questo mi ha richiesto uno sforzo in più per immaginare la sua condizione, rallentando di conseguenza la fluidità della lettura (sicuramente con più battute a disposizione immagino che avresti aggiunto ulteriori dettagli per rendere ancora più "vero" il personaggio). Infine, concordo anche su chi ti ha fatto notare una certa inverosimiglianza del "cattivo" di turno che cerca di strappare il device al padre: quella scena in qualche modo mi sembra decontestualizzata rispetto al fatto che ci troviamo a un concerto rock dove casino e frastuono dovrebbero farli da padroni rendendo quasi impossibile le interazioni tra il pubblico.
Per concludere, il tuo racconto come sempre brilla per lo stile e anche per l'idea alla base, ma secondo me ha qualche difetto strutturale che non lo rende al livello degli standard a cui ci hai abituato.
A presto!

[Sira66]

Ciao Emiliano. Intanto sono andata ad ascoltare gli After Destruction (volevo vedere se esistessero davvero, scusami, sono ignorantissima in campo heavy metal…), così per calarmi nel mood concerto. Il tuo racconto è davvero ben scritto e mi è piaciuto molto come mi hai fatto entrare con la carrozzella nell’arena del concerto, davanti ai musicisti sul palco - le stelle e qui scatta l’applauso -, tra grugniti e birra degli astanti molto realistici. Poi però mi sbatti in faccia che il caro babbo in carrozzella non è reale e lì ci sono rimasta male, sappilo. Molto bene e ottimo inizio di stagione direi!

Ciao Simona!
Grazie per la lettura e per il feedback, e per le belle parole. Mi dispiace molto che tu ci sia rimasta male per il colpo di scena relativo al papà della protagonista. Senza un twist la storia mi sarebbe parsa assolutamente insipida. Poi, in ogni caso, non ho resistito a inserire un elemento fantascientifico, visto il mio retroterra letterario.
Ah, a proposito e lo ripeterò anche a Giovanni: gli AfterDestruction non esistono e a me il metal non piace. A meno che da qualche parte là fuori non ci sia una band con questo nome, però è tutto inventato.

Buona gara!

Oh sì esiste, ma è solo un brano e non una band. Il mio rimanerci male comunque non era un giudizio, affatto, più una battuta, e sono d'accordo con te che era necessario stupire il lettore.

[Stefano.Moretto]

Ciao Emiliano,
ammetto che conoscendoti ero abbastanza confuso durante la prima parte, perché mi dicevo "ehi, dov'è la fantascienza?"
Poi è arrivato il ghost e ho pensato "Ah okay, eccola". L'unico problema, per me, è che viene introdotto in modo un po' troppo blando: nella tua testa è chiaro cosa fa e come funziona, ma non è altrettanto chiaro nella testa di chi legge.
Per quanto riguarda l'ambientazione: mi sembra un po' troppo stereotipata sul "branco di scemi che si picchiano per salutarsi". Solitamente nei concerti metal c'è un senso più di "fratellanza" (parlo per esperienza indiretta di racconti di amici che ci sono stati, a me non piacciono proprio i concerti in generale), dopotutto sono lì per divertirsi per una passione musicale comune, per quanto "esagitata".
Rileggendo quello che ho scritto finora fa una brutta impressione, però in realtà l'idea alla base del racconto mi è piaciuta molto, soprattutto l'interpretazione che hai dato al tema, io sinceramente non ci avrei mai pensato.

[Marco Travaglini]

Ciao Emiliano,
sei uno dei motivi per cui mi piace tornare sempre in quest'arena, quindi sai che non posso esimermi dal commentare il tuo racconto anche se non fa parte del gruppo che mi è stato assegnato.
Nel racconto ci sono due cose che adoro: elemento fantascientifico e Metal \m/ >_< \m/

Sono d'accordo più o meno con tutte le osservazioni che sono state già fatte, a parte quella sul fatto che una persona non possa volere come ultimo desiderio quello di partecipare a un concerto: posso elencarti moltissimi miei amici e conoscenti che hanno esattamente questo desiderio, magari di una band che purtroppo non c'è più.

Avrei evitato questa frase che sembra più rivolta a noi che un vero pensiero della protagonista: "Okay, non ce le mandavamo a dire, ma volevo farti un ultimo regalo."

Sul fatto che l'ultima parte dell racconto non sia realistica perché durante il concerto si pensa al palco, potrei anche essere d'accordo, ma il cretino di turno si trova dappertutto; è vero, invece, che sarebbe stato difficile sentire quello che diceva durante il pezzo, anche a distanza di un metro.

Il racconto magari non potrà ambire a vincere questa edizione, ma è comunque bello e scorre bene, a me ha evocato belle immagini, si chiude con un lieto fine vagamente amaro e con un pugno, in pieno spirito metallaro. Ci avrei giusto aggiunto che il padre stesse facendo headbanging mentre scompariva durante un assolo di chitarra e mi sarebbe scesa la lacrimuccia

Siccome mi pare di capire di essere l'unico ad essere stato a qualche concerto Metal, se in futuro volessi sistemare il racconto e ti dovesse servire qualche dettaglio su come funzionino questo tipo di concerti, sai dove trovarmi, altrimenti ti basta far diventare gli AfterDestruction un gruppo rock e sei già a posto così ;)

[Emiliano Maramonte]

Ciao!

La declinazione del tema è originale e il concept alla base del racconto è carino, però trovo debole la realizzazione.
Il primo problema è la mancanza di introspezione nel finale: risulta molto difficile empatizzare perché la stessa protagonista sembra fregarsene abbastanza di quello che sta succedendo al padre.
Di fatto uno stronzo glielo sta metaforicamente ammazzando durante il suo ultimo regalo prima di morire, rovinando quello che doveva essere un momento importantissimo, e non si vedono rabbia o disperazione. La protagonista sembra apatica. C’è il pugno in faccia, è vero, ma rimane una reazione isolata senza emozioni e pensieri intorno.
Capisco che il limite di caratteri influisca molto, però piuttosto avrei tagliato altro. Paradossalmente, dato che il device avrebbe dovuto comunque spegnersi, sarebbe stato meglio eliminare il conflitto con “il coglione”, anche perché risulta piuttosto inverosimile (lui è troppo sadico per essere verosimile, se ne sbatte totalmente del concerto a cui è, in teoria ci dovrebbe essere della musica a sovrastare i dialoghi, nella folla di un concerto non sarebbe così facile mettersi a litigare in quel modo, come se gli altri non esistessero, eccetera), e concentrarsi sul conflitto interno provocato dal momento di perdita e sull’ultimo scambio tra figlia e padre.

Per il resto condivido i commenti precedenti sulle scelte lessicali, e aggiungo che per buona parte del racconto non mi trovo sincronizzato col POV: la protagonista sa benissimo quello che sta succedendo, quindi in prima persona dovrei essere lei e saperlo anche io, mentre le informazioni arrivano in ritardo e alcune cose che lei capisce subito io devo faticare per comprenderle.

Buona gara!

Grazie per l'attenta analisi e per le utilissime critiche. Ci mediterò su. Non potranno che aiutarmi a migliorara.

Buona gara a te!

[Emiliano Maramonte]

Ciao Emiliano,
come sempre è davvero un piacere leggere i tuoi racconti.
Tecnicamente sono sempre ad alto livello. Scorrono fluidi e non ci sono errori da distrazione o di ansia, pur avendo pochi caratteri a disposizione e poco tempo per metterli insieme! (cosa che a volte si dà per scontata nei commenti)
L’idea alla base non è mai banale e soprattutto la declinazione del tema, specialmente nella fantascienza, non è comune rispetto alle scelte degli altri autori.
Questa volta però un po’ di sentimentalismo ti è scappato, quindi a mio modestissimo parere, il racconto è ottimo ma manca quel quid che mi avrebbe fatto saltare dalla sedia.
Quello schiaffo che ho già letto nei tuoi racconti passati. Un peccatuccio da poco, sicuramente.
Buona gara!
Ciao
Domenico

Grazie mille per la sincerità ma anche per gli apprezzamenti.
Non è sempre facile trovare lo "schiaffo" giusto. Evidentemente in questa occasione non ci sono riuscito e anzi forse sono caduto nella trappola del facile sentimentalismo.

Buona gara e a presto!

[Emiliano Maramonte]

Ciao Emiliano, piacere di leggerti. Come al solito le tue storie si leggono volentieri grazie alla tecnica di cui sei in possesso. Trovo sempre ritmo e movimento in quello che scrivi, e anche questo racconto non fa eccezione e si legge d'un fiato. Mi è piaciuta molto l'idea di ancorare l'ultimo desiderio del padre a un concerto metal, trovo che sia uno spunto che deretoricizza il gesto d'amore della figlia che, invece, se legato a contesti più classici (una passeggiata sotto le stelle, ad esempio) forse avrebbe dato alla storia un che di melenso che non avrei apprezzato.
In questo racconto, almeno dal mio punto di vista, ci sono dei problemi di visualizzazione. Come ti ha già scritto Elisa, ho avuto delle difficoltà a figurarmi non tanto lei quanto lui. Ad esempio nell'incipit avevo capito che fosse lei la persona sulla carrozzella e che la spingesse da sola in mezzo alla gente (poi arriva la battuta alla quarta riga che chiarisce la presenza del padre, ma che almeno su di me ha creato uno stato di disorientamento rispetto a quanto avevo creduto di comprendere all'inizio). Poi ti sei affidato alle sole parole "device" e "ghost" per descrivere il padre e questo mi ha richiesto uno sforzo in più per immaginare la sua condizione, rallentando di conseguenza la fluidità della lettura (sicuramente con più battute a disposizione immagino che avresti aggiunto ulteriori dettagli per rendere ancora più "vero" il personaggio). Infine, concordo anche su chi ti ha fatto notare una certa inverosimiglianza del "cattivo" di turno che cerca di strappare il device al padre: quella scena in qualche modo mi sembra decontestualizzata rispetto al fatto che ci troviamo a un concerto rock dove casino e frastuono dovrebbero farli da padroni rendendo quasi impossibile le interazioni tra il pubblico.
Per concludere, il tuo racconto come sempre brilla per lo stile e anche per l'idea alla base, ma secondo me ha qualche difetto strutturale che non lo rende al livello degli standard a cui ci hai abituato.
A presto!

Grazie anche a te, caro Andre, per il tempo che mi hai dedicato e per l'attenta lettura. Ora sono consapevole dei difetti strutturali di questo racconto. Sono comunque contento per le belle parole.
Buona gara!

[Emiliano Maramonte]

Ciao Emiliano,
ammetto che conoscendoti ero abbastanza confuso durante la prima parte, perché mi dicevo "ehi, dov'è la fantascienza?"
Poi è arrivato il ghost e ho pensato "Ah okay, eccola". L'unico problema, per me, è che viene introdotto in modo un po' troppo blando: nella tua testa è chiaro cosa fa e come funziona, ma non è altrettanto chiaro nella testa di chi legge.
Per quanto riguarda l'ambientazione: mi sembra un po' troppo stereotipata sul "branco di scemi che si picchiano per salutarsi". Solitamente nei concerti metal c'è un senso più di "fratellanza" (parlo per esperienza indiretta di racconti di amici che ci sono stati, a me non piacciono proprio i concerti in generale), dopotutto sono lì per divertirsi per una passione musicale comune, per quanto "esagitata".
Rileggendo quello che ho scritto finora fa una brutta impressione, però in realtà l'idea alla base del racconto mi è piaciuta molto, soprattutto l'interpretazione che hai dato al tema, io sinceramente non ci avrei mai pensato.

Grazie, Stefano, per avermi fatto notare altri inconvenienti. Mi sono accorto che in fondo non conosco bene l'ambiente "metal" perché di fatto... non l'ho mai frequentato! Vabbe', tornerò a fare quello che so fare meglio, ossia scrivere di ciò che so!
Grazie anche per gli apprezzamenti, nonostante tutto.
Buona Edition!

[Emiliano Maramonte]

Ciao Emiliano,
sei uno dei motivi per cui mi piace tornare sempre in quest'arena, quindi sai che non posso esimermi dal commentare il tuo racconto anche se non fa parte del gruppo che mi è stato assegnato.
Nel racconto ci sono due cose che adoro: elemento fantascientifico e Metal \m/ >_< \m/

Sono d'accordo più o meno con tutte le osservazioni che sono state già fatte, a parte quella sul fatto che una persona non possa volere come ultimo desiderio quello di partecipare a un concerto: posso elencarti moltissimi miei amici e conoscenti che hanno esattamente questo desiderio, magari di una band che purtroppo non c'è più.

Avrei evitato questa frase che sembra più rivolta a noi che un vero pensiero della protagonista: "Okay, non ce le mandavamo a dire, ma volevo farti un ultimo regalo."

Sul fatto che l'ultima parte dell racconto non sia realistica perché durante il concerto si pensa al palco, potrei anche essere d'accordo, ma il cretino di turno si trova dappertutto; è vero, invece, che sarebbe stato difficile sentire quello che diceva durante il pezzo, anche a distanza di un metro.

Il racconto magari non potrà ambire a vincere questa edizione, ma è comunque bello e scorre bene, a me ha evocato belle immagini, si chiude con un lieto fine vagamente amaro e con un pugno, in pieno spirito metallaro. Ci avrei giusto aggiunto che il padre stesse facendo headbanging mentre scompariva durante un assolo di chitarra e mi sarebbe scesa la lacrimuccia

Siccome mi pare di capire di essere l'unico ad essere stato a qualche concerto Metal, se in futuro volessi sistemare il racconto e ti dovesse servire qualche dettaglio su come funzionino questo tipo di concerti, sai dove trovarmi, altrimenti ti basta far diventare gli AfterDestruction un gruppo rock e sei già a posto così ;)

Bentrovato, carissimo Marco, sono proprio contento di rivederti nell'Arena dopo molto tempo.
Ti ringrazio per l'affetto e per la costanza nel leggermi, non può che lusingarmi.
Grazie anche per la sincerità nella tua analisi; quando un testo non gira, non gira, non c'è niente da fare, nasce proprio male. Però è grazie ai commenti che si diventa consapevoli di qualche scivolone e ci si butta a capofitto per migliorare.
Accetto il tuo aiuto per il futuro, purtroppo, come già detto qui sopra, ho provato a parlare di qualcosa che non conoscevo o che conoscevo solo per sentito dire. Che mi serva di lezione.

In bocca al lupo per questa e per altre Edition alle quali vorrai partecipare!ù

[IL GLADIATORE]

Molto ben declinato il tema e riuscito il legame empatico tra autore e lettore. Ti muovi bene con le parole e questo racconto ne è ulteriore conferma. Sono d'accordo con chi ti ha fatto notare che l'attesa nello svelare lo stato del padre ha creato un po' di confusione e a mio avviso questa volta è mancato il colpo di pennello tipico dei tuoi lavori che riuscisse a superare il limite dei caratteri. Forse un po' disturbante e forzata la presenza del tizio che mette fuoriuso il device. Avrei preferito una fine meno grottesca e più in linea con il trend del racconto che comunque nella mia valutazione si assesta su un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante.

[BruceLagogrigio]

Ciao Emiliano, super contento che alla fine hai deciso di continuare!

L'interpretazione del tema è stata geniale e avrebbe meritato qualche posto più in alto in classifica anche solo per l'idea. Temo che il bullo del concerto oltre a distruggere il device del padre del protagonista ti abbia anche tolto il posto in finale. Peccato!

Bruce

[Emiliano Maramonte]

Ciao Emiliano, super contento che alla fine hai deciso di continuare!

L'interpretazione del tema è stata geniale e avrebbe meritato qualche posto più in alto in classifica anche solo per l'idea. Temo che il bullo del concerto oltre a distruggere il device del padre del protagonista ti abbia anche tolto il posto in finale. Peccato!

Bruce

Ciao Bruce, bentrovato e buona nuova Era!
Grazie per essere passato per una lettura estemporanea e per le belle parole. Probabilmente hai ragione. A quel teppistello gliela farò vedere io! HAHAHAH
Alla prossima!