L'astrolabio
- SarahSante
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L'astrolabio
Isabella sul ponte del brigantino guardava l’alto albero maestro su cui era arrampicato un marinaio.
“Niente in vista?” urlò.
“Qualcosa in lontananza” gridò di rimando il marinaio.
La donna si mosse allora verso l’alloggio del capitano. Quando entrò, il quartiermastro e il dottore si girarono. Sul letto giaceva il capitano esangue.
“Come sta?” chiese lei.
“Ho pulito la ferita e applicato un unguento, di più non posso fare.”
Isabella trattenne il fiato. “Le condizioni di mio padre non devono essere rese note all’equipaggio, quartiermastro. Conto su di lei.”
L’uomo annuì. “Non dovete preoccuparvi, signora. Ci penserò io.”
Isabella fece un cenno con il capo. “Si aspetteranno che all’attacco della nave che stiamo inseguendo ci sia mio padre. Non so quanto tempo”
L’urlò del marinaio di vedetta li interruppe.
“Nave in vista”
Il quartiermastro si avviò alla porta. “Vado a radunare gli uomini. Avremo bisogno anche di lei, dottore. E voi, signora, chiudetevi a chiave.”
Isabella si lasciò baciare la mano dall’uomo. Sapeva di averlo incoraggiato, ma in quell’universo suo padre aveva pensato bene di farsi ferire a morte. Non poteva contare su di lui e aveva dovuto agire in fretta.
Quando fu sola decise di cambiare il lungo vestito scomodo con le brache e il cappotto del padre. In una tasca ripose l’astrolabio che aveva nascosto in un cassetto del comodino.
Arrivò sul ponte. L’altra nave era ormai agganciata e la ciurma si stava arrampicando. L’aria era satura di grida. Strinse l’astrolabio e ordinò agli ingranaggi di ruotare. Intorno a lei si mosse una nebbia rarefatta che mutò l’apparenza di ciò che da fuori si poteva vedere.
Gli uomini la indicarono. “È arrivato il capitano.”
“Deprediamoli!” urlò lei gettandosi sulle corde. Quella nave era la sua ultima speranza. Aveva già combattuto quella battaglia in troppi universi senza trovare quello che cercava.
Impugnò l’astrolabio come una spada e si fece strada verso gli alloggi. Alcuni uomini le si pararono davanti, li passò a filo di lama e arrivò fino alla porta della cambusa aprendola con un calcio.
“Dove sei, maledizione” imprecò tra sé. Aprì una porta e poi un’altra ma ne uscirono solo ratti malnutriti. L’ultima porta del corridoio rivelò un forziere carico d’oro. Avanzò ancora fino a una porticina nella parete opposta. Da dentro provenivano gemiti soffocati. La spalancò.
“Cecilia, ti ho trovato.” Esclamò e si gettò a liberare una donna bionda dal bavaglio e dalle corde che la legavano.
“Isabella, amore mio. Ce l’hai fatta.”
Le due donne si abbracciarono.
“Hai idea di quanti universi ho dovuto attraversare per trovarti? Tu e la tua fissazione per i pirati e Jolanda, la figlia del corsaro nero. La prossima vacanza nel multiverso la scelgo io.” La strinse alla vita “Astrolabio, portaci verso casa.”
Una luce brillò proprio mentre il quartiermastro entrava nella stanza.
“Niente in vista?” urlò.
“Qualcosa in lontananza” gridò di rimando il marinaio.
La donna si mosse allora verso l’alloggio del capitano. Quando entrò, il quartiermastro e il dottore si girarono. Sul letto giaceva il capitano esangue.
“Come sta?” chiese lei.
“Ho pulito la ferita e applicato un unguento, di più non posso fare.”
Isabella trattenne il fiato. “Le condizioni di mio padre non devono essere rese note all’equipaggio, quartiermastro. Conto su di lei.”
L’uomo annuì. “Non dovete preoccuparvi, signora. Ci penserò io.”
Isabella fece un cenno con il capo. “Si aspetteranno che all’attacco della nave che stiamo inseguendo ci sia mio padre. Non so quanto tempo”
L’urlò del marinaio di vedetta li interruppe.
“Nave in vista”
Il quartiermastro si avviò alla porta. “Vado a radunare gli uomini. Avremo bisogno anche di lei, dottore. E voi, signora, chiudetevi a chiave.”
Isabella si lasciò baciare la mano dall’uomo. Sapeva di averlo incoraggiato, ma in quell’universo suo padre aveva pensato bene di farsi ferire a morte. Non poteva contare su di lui e aveva dovuto agire in fretta.
Quando fu sola decise di cambiare il lungo vestito scomodo con le brache e il cappotto del padre. In una tasca ripose l’astrolabio che aveva nascosto in un cassetto del comodino.
Arrivò sul ponte. L’altra nave era ormai agganciata e la ciurma si stava arrampicando. L’aria era satura di grida. Strinse l’astrolabio e ordinò agli ingranaggi di ruotare. Intorno a lei si mosse una nebbia rarefatta che mutò l’apparenza di ciò che da fuori si poteva vedere.
Gli uomini la indicarono. “È arrivato il capitano.”
“Deprediamoli!” urlò lei gettandosi sulle corde. Quella nave era la sua ultima speranza. Aveva già combattuto quella battaglia in troppi universi senza trovare quello che cercava.
Impugnò l’astrolabio come una spada e si fece strada verso gli alloggi. Alcuni uomini le si pararono davanti, li passò a filo di lama e arrivò fino alla porta della cambusa aprendola con un calcio.
“Dove sei, maledizione” imprecò tra sé. Aprì una porta e poi un’altra ma ne uscirono solo ratti malnutriti. L’ultima porta del corridoio rivelò un forziere carico d’oro. Avanzò ancora fino a una porticina nella parete opposta. Da dentro provenivano gemiti soffocati. La spalancò.
“Cecilia, ti ho trovato.” Esclamò e si gettò a liberare una donna bionda dal bavaglio e dalle corde che la legavano.
“Isabella, amore mio. Ce l’hai fatta.”
Le due donne si abbracciarono.
“Hai idea di quanti universi ho dovuto attraversare per trovarti? Tu e la tua fissazione per i pirati e Jolanda, la figlia del corsaro nero. La prossima vacanza nel multiverso la scelgo io.” La strinse alla vita “Astrolabio, portaci verso casa.”
Una luce brillò proprio mentre il quartiermastro entrava nella stanza.
Re: L'astrolabio
Ciao Sara! E' passato più di un anno, bentornata! Caratteri ok, malus minimo tempo. Buona KREMO EDITION!
- BruceLagogrigio
- Messaggi: 453
Re: L'astrolabio
Persona: Terza persona (narratore esterno focalizzato su Isabella). Tempo verbale: Passato remoto/imperfetto (es. "guardava", "urlò", "si mosse"). Ambientazione: Nave pirata in mare, con elementi di multiverso/fantasy. Genere: Fantastico/ piratesco con elementi di avventura multiversale. Tema centrato? Sì, ma con una svolta originale: la pirateria classica si fonde con viaggi interdimensionali e un rapporto amoroso, mantenendo però l’atmosfera corsara (combattimenti, ciurma, tesori).
Ciao Sarah, piacere di leggerti. Sono piuttosto incerto su questo racconto. Lo stile è asciutto e incalzante, però forse una fusione di troppi elementi per un racconto da 3000 caratteri? Succedono tantissime cose: il fatto del padre che è ferito distrae un po’ dalla missione principale di Isabella. Poi c’è il travestimento magico, l'arrembaggio, la ricerca di Cecilia, il contesto del multiverso. Questo affollamento impedisce lo sviluppo adeguato di ciascun elemento rendendo il tutto molto didascalico. L’idea era buona anche se un po’ già vista qui su MC. Come detto lo stile di scrittura rimane buono. Vedrò in base anche agli altri racconti!
Buona fortuna per il contest.
Ciao Sarah, piacere di leggerti. Sono piuttosto incerto su questo racconto. Lo stile è asciutto e incalzante, però forse una fusione di troppi elementi per un racconto da 3000 caratteri? Succedono tantissime cose: il fatto del padre che è ferito distrae un po’ dalla missione principale di Isabella. Poi c’è il travestimento magico, l'arrembaggio, la ricerca di Cecilia, il contesto del multiverso. Questo affollamento impedisce lo sviluppo adeguato di ciascun elemento rendendo il tutto molto didascalico. L’idea era buona anche se un po’ già vista qui su MC. Come detto lo stile di scrittura rimane buono. Vedrò in base anche agli altri racconti!
Buona fortuna per il contest.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
Re: L'astrolabio
Ciao Sarah e piacere di leggerti anche qui, il tema è centrato e sviluppato in modo originale, lo stile gestito in modo brillante, buona anche la gestione delle informazioni. Parti con una efficace ambientazione piratesca per poi virare nel fantascientifico/fantasy. Nonostante la ricchezza di situazioni, viste le poche 3000 battute, la storia si segue bene e il finale a sorpresa mi è piaciuto molto.
Per me un buonissimo lavoro.
P.S. Sistemerei due dettagli:
non devono essere rese note all’equipaggio, quartiermastro. Conto su di lei.
non devono essere rese note all'equipaggio. Quartiermastro, conto su di lei.
e qui, metterei una lineetta per evidenziare la frase interrotta. Non so quanto tempo
Non so quanto tempo—
Per me un buonissimo lavoro.
P.S. Sistemerei due dettagli:
non devono essere rese note all’equipaggio, quartiermastro. Conto su di lei.
non devono essere rese note all'equipaggio. Quartiermastro, conto su di lei.
e qui, metterei una lineetta per evidenziare la frase interrotta. Non so quanto tempo
Non so quanto tempo—
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1243
- Contatta:
Re: L'astrolabio
Ciao Sarah, bentrovata!
Il racconto in sé e per sé è carino, hai provato a mescolare vari elementi, dal picaresco al fantasy, dall'avventura alla fantascienza e il risultato è venuto bene ma con qualche sbavatura. Ad esempio i dialoghi. Ti faccio un esempio:
- Isabella trattenne il fiato. “Le condizioni di mio padre non devono essere rese note all’equipaggio, quartiermastro. Conto su di lei.”
Io avrei scritto: "Le condizioni di mio padre devono restare un segreto. Intesi, quartiermastro?"
- Isabella fece un cenno con il capo. “Si aspetteranno che all’attacco della nave che stiamo inseguendo ci sia mio padre. Non so quanto tempo”
Io avrei scritto: "Si aspetteranno che al comando ci sia mio padre. Non so quanto."
Però, nel complesso questa particolare commistione mi ha intrattenuto, mi ha vagamente ricordato "Everything Everywhere All at Once", non so se l'hai visto.
Tema centrato.
Buona gara!
Emiliano
Il racconto in sé e per sé è carino, hai provato a mescolare vari elementi, dal picaresco al fantasy, dall'avventura alla fantascienza e il risultato è venuto bene ma con qualche sbavatura. Ad esempio i dialoghi. Ti faccio un esempio:
- Isabella trattenne il fiato. “Le condizioni di mio padre non devono essere rese note all’equipaggio, quartiermastro. Conto su di lei.”
Io avrei scritto: "Le condizioni di mio padre devono restare un segreto. Intesi, quartiermastro?"
- Isabella fece un cenno con il capo. “Si aspetteranno che all’attacco della nave che stiamo inseguendo ci sia mio padre. Non so quanto tempo”
Io avrei scritto: "Si aspetteranno che al comando ci sia mio padre. Non so quanto."
Però, nel complesso questa particolare commistione mi ha intrattenuto, mi ha vagamente ricordato "Everything Everywhere All at Once", non so se l'hai visto.
Tema centrato.
Buona gara!
Emiliano
- Mauro Bennici
- Messaggi: 175
Re: L'astrolabio
Ciao Sara,
La storia si lascia leggere e il mezzo cambio di registro non mi dispiace.
In un testo così breve forse potevi osare qualcosa nel titolo per introdurre la parte fantascientifica.
Qualche sbavatura nello stile, per esempio " liberare una donna bionda dal bavaglio e dalle corde che la legavano" perché non "LA donna".
Lei conosce perfettamente chi è.
Buona edition!
La storia si lascia leggere e il mezzo cambio di registro non mi dispiace.
In un testo così breve forse potevi osare qualcosa nel titolo per introdurre la parte fantascientifica.
Qualche sbavatura nello stile, per esempio " liberare una donna bionda dal bavaglio e dalle corde che la legavano" perché non "LA donna".
Lei conosce perfettamente chi è.
Buona edition!
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: L'astrolabio
Ciao Sara,
la storia regge; qualche appunto:
- Maggiore interazione tra i personaggi principali, per rendere più tangibile la scena
- Una semina in più su ciò che la protagonista cercava nell'assalto alla nave (magari qualche accenno a riguardo in un dialogo col quartiermastro)
- Non è chiaro perché questa volta Cecilia ci sia e le altre volte no
- occhio alla tenuta del pdv nella frase finale
Ad ogni modo, il filo narrativo c'è, e l'aver unito il classico assalto alla nave col multiverso dà un tocco in più. A rileggerci e buona edition.
la storia regge; qualche appunto:
- Maggiore interazione tra i personaggi principali, per rendere più tangibile la scena
- Una semina in più su ciò che la protagonista cercava nell'assalto alla nave (magari qualche accenno a riguardo in un dialogo col quartiermastro)
- Non è chiaro perché questa volta Cecilia ci sia e le altre volte no
- occhio alla tenuta del pdv nella frase finale
Ad ogni modo, il filo narrativo c'è, e l'aver unito il classico assalto alla nave col multiverso dà un tocco in più. A rileggerci e buona edition.
- SarahSante
- Messaggi: 186
Re: L'astrolabio
Grazie Giulio,
per rispondere alle tue domande, questa volta lei trova Cecilia perché il gioco l'aveva fatta nascondere in uno solo degli universi.
E nella fretta di finire sono in effetti scivolata sul pov nella frase finale ;)
per rispondere alle tue domande, questa volta lei trova Cecilia perché il gioco l'aveva fatta nascondere in uno solo degli universi.
E nella fretta di finire sono in effetti scivolata sul pov nella frase finale ;)
- SarahSante
- Messaggi: 186
Re: L'astrolabio
Mauro Bennici ha scritto:Ciao Sara,
La storia si lascia leggere e il mezzo cambio di registro non mi dispiace.
In un testo così breve forse potevi osare qualcosa nel titolo per introdurre la parte fantascientifica.
Qualche sbavatura nello stile, per esempio " liberare una donna bionda dal bavaglio e dalle corde che la legavano" perché non "LA donna".
Lei conosce perfettamente chi è.
Buona edition!
Grazie Mauro,
hai ragione sul pov e sul titolo ho cercato qualcosa di più originale ma ho finito talmente al limite che non sono riuscita a fare di meglio ;)
- SarahSante
- Messaggi: 186
Re: L'astrolabio
Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Sarah, bentrovata!
Il racconto in sé e per sé è carino, hai provato a mescolare vari elementi, dal picaresco al fantasy, dall'avventura alla fantascienza e il risultato è venuto bene ma con qualche sbavatura. Ad esempio i dialoghi. Ti faccio un esempio:
- Isabella trattenne il fiato. “Le condizioni di mio padre non devono essere rese note all’equipaggio, quartiermastro. Conto su di lei.”
Io avrei scritto: "Le condizioni di mio padre devono restare un segreto. Intesi, quartiermastro?"
- Isabella fece un cenno con il capo. “Si aspetteranno che all’attacco della nave che stiamo inseguendo ci sia mio padre. Non so quanto tempo”
Io avrei scritto: "Si aspetteranno che al comando ci sia mio padre. Non so quanto."
Però, nel complesso questa particolare commistione mi ha intrattenuto, mi ha vagamente ricordato "Everything Everywhere All at Once", non so se l'hai visto.
Tema centrato.
Buona gara!
Emiliano
Ciao Emiliano,
si, conosco e ho amato Everything everywhere all at once.
Ti ringrazio per complimenti e consigli
- SarahSante
- Messaggi: 186
Re: L'astrolabio
Gennibo ha scritto:Ciao Sarah e piacere di leggerti anche qui, il tema è centrato e sviluppato in modo originale, lo stile gestito in modo brillante, buona anche la gestione delle informazioni. Parti con una efficace ambientazione piratesca per poi virare nel fantascientifico/fantasy. Nonostante la ricchezza di situazioni, viste le poche 3000 battute, la storia si segue bene e il finale a sorpresa mi è piaciuto molto.
Per me un buonissimo lavoro.
P.S. Sistemerei due dettagli:
non devono essere rese note all’equipaggio, quartiermastro. Conto su di lei.
non devono essere rese note all'equipaggio. Quartiermastro, conto su di lei.
e qui, metterei una lineetta per evidenziare la frase interrotta. Non so quanto tempo
Non so quanto tempo—
Grazie mille Isabella.
Sulla lineetta sono stata indecisa perché in un altro caso mi aveva detto di non usarla, ma così in effetti la frase rimane un po' per aria
-
- Messaggi: 187
Re: L'astrolabio
SarahSante ha scritto:Isabella sul ponte del brigantino guardava l’alto albero maestro su cui era arrampicato un marinaio.
“Niente in vista?” urlò.
“Qualcosa in lontananza” gridò di rimando il marinaio.
La donna si mosse allora verso l’alloggio del capitano. Quando entrò, il quartiermastro e il dottore si girarono. Sul letto giaceva il capitano esangue.
“Come sta?” chiese lei.
“Ho pulito la ferita e applicato un unguento, di più non posso fare.”
Isabella trattenne il fiato. “Le condizioni di mio padre non devono essere rese note all’equipaggio, quartiermastro. Conto su di lei.”
L’uomo annuì. “Non dovete preoccuparvi, signora. Ci penserò io.”
Isabella fece un cenno con il capo. “Si aspetteranno che all’attacco della nave che stiamo inseguendo ci sia mio padre. Non so quanto tempo”
L’urlò del marinaio di vedetta li interruppe.
“Nave in vista”
Il quartiermastro si avviò alla porta. “Vado a radunare gli uomini. Avremo bisogno anche di lei, dottore. E voi, signora, chiudetevi a chiave.”
Isabella si lasciò baciare la mano dall’uomo. Sapeva di averlo incoraggiato, ma in quell’universo suo padre aveva pensato bene di farsi ferire a morte. Non poteva contare su di lui e aveva dovuto agire in fretta.
Quando fu sola decise di cambiare il lungo vestito scomodo con le brache e il cappotto del padre. In una tasca ripose l’astrolabio che aveva nascosto in un cassetto del comodino.
Arrivò sul ponte. L’altra nave era ormai agganciata e la ciurma si stava arrampicando. L’aria era satura di grida. Strinse l’astrolabio e ordinò agli ingranaggi di ruotare. Intorno a lei si mosse una nebbia rarefatta che mutò l’apparenza di ciò che da fuori si poteva vedere.
Gli uomini la indicarono. “È arrivato il capitano.”
“Deprediamoli!” urlò lei gettandosi sulle corde. Quella nave era la sua ultima speranza. Aveva già combattuto quella battaglia in troppi universi senza trovare quello che cercava.
Impugnò l’astrolabio come una spada e si fece strada verso gli alloggi. Alcuni uomini le si pararono davanti, li passò a filo di lama e arrivò fino alla porta della cambusa aprendola con un calcio.
“Dove sei, maledizione” imprecò tra sé. Aprì una porta e poi un’altra ma ne uscirono solo ratti malnutriti. L’ultima porta del corridoio rivelò un forziere carico d’oro. Avanzò ancora fino a una porticina nella parete opposta. Da dentro provenivano gemiti soffocati. La spalancò.
“Cecilia, ti ho trovato.” Esclamò e si gettò a liberare una donna bionda dal bavaglio e dalle corde che la legavano.
“Isabella, amore mio. Ce l’hai fatta.”
Le due donne si abbracciarono.
“Hai idea di quanti universi ho dovuto attraversare per trovarti? Tu e la tua fissazione per i pirati e Jolanda, la figlia del corsaro nero. La prossima vacanza nel multiverso la scelgo io.” La strinse alla vita “Astrolabio, portaci verso casa.”
Una luce brillò proprio mentre il quartiermastro entrava nella stanza.
Ciao Sarah.
Simpatica la tua idea di una realtà in cui si possono fare le vacanze nel multiverso, con in più rischi veri per i vacanzieri.
Purtroppo però ho trovato il racconto un po’ macchinoso e con qualche incoerenza. Per esempio, la protagonista attraversa multipli universi per trovare la sua amata, ma resta indifferente alla morte del proprio padre. Oppure il fatto che usi un astrolabio come una spada o che sappia abbordare una nave e uccidere a fil di spada degli uomini senza pensarci due volte. Se dopotutto sono solo delle persone in vacanza, sembra poco probabile.
O ancora, se Cecilia è ossessionata da Jolanda, non è necessario che Isabella specifichi “Jolanda, la figlia del corsaro nero”. O una cosa o l’altra.
Tutto sommato una prova che dimostra una buona originalità ma una realizzazione migliorabile.
Buona edizione!
- Mauro Bennici
- Messaggi: 175
Re: L'astrolabio
SarahSante ha scritto:Mauro Bennici ha scritto:Ciao Sara,
La storia si lascia leggere e il mezzo cambio di registro non mi dispiace.
In un testo così breve forse potevi osare qualcosa nel titolo per introdurre la parte fantascientifica.
Qualche sbavatura nello stile, per esempio " liberare una donna bionda dal bavaglio e dalle corde che la legavano" perché non "LA donna".
Lei conosce perfettamente chi è.
Buona edition!
Grazie Mauro,
hai ragione sul pov e sul titolo ho cercato qualcosa di più originale ma ho finito talmente al limite che non sono riuscita a fare di meglio ;)
Ci mancherebbe, io normalmente consegno un paio di secondi prima della scadenza (anche di quella oltre...)
Poi lavoro sull'idea anche per altro, non tutti siamo veloci nello scrivere. È comunque un ottimo esercizio per focalizzarsi sulle cose importanti. Alla prossima!
- Taylor_Blackfyre
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Re: L'astrolabio
Ciao Sarah,
ho apprezzato molto lo stile della messa in scena e la spruzzata di fantascienza nel finale. Non ho grandi appunti da farti che non siano già stati detti, penso sia un buon racconto scritto molto bene. Quando si inizia a pensare che tu stia affrontando il tema in modo sin troppo letterale interviene il multiverso a rendere originale la situazione e l'idea di poter fare delle vacanze del genere è decisamente allettante.
In bocca al lupo per la prosecuzione!
ho apprezzato molto lo stile della messa in scena e la spruzzata di fantascienza nel finale. Non ho grandi appunti da farti che non siano già stati detti, penso sia un buon racconto scritto molto bene. Quando si inizia a pensare che tu stia affrontando il tema in modo sin troppo letterale interviene il multiverso a rendere originale la situazione e l'idea di poter fare delle vacanze del genere è decisamente allettante.
In bocca al lupo per la prosecuzione!
- SarahSante
- Messaggi: 186
Re: L'astrolabio
Grazie mille Taylor
Ultima modifica di SarahSante il martedì 29 aprile 2025, 22:57, modificato 1 volta in totale.
- SarahSante
- Messaggi: 186
Re: L'astrolabio
Dash J. Benton ha scritto:Ciao Sarah.
Simpatica la tua idea di una realtà in cui si possono fare le vacanze nel multiverso, con in più rischi veri per i vacanzieri.
Purtroppo però ho trovato il racconto un po’ macchinoso e con qualche incoerenza. Per esempio, la protagonista attraversa multipli universi per trovare la sua amata, ma resta indifferente alla morte del proprio padre. Oppure il fatto che usi un astrolabio come una spada o che sappia abbordare una nave e uccidere a fil di spada degli uomini senza pensarci due volte. Se dopotutto sono solo delle persone in vacanza, sembra poco probabile.
O ancora, se Cecilia è ossessionata da Jolanda, non è necessario che Isabella specifichi “Jolanda, la figlia del corsaro nero”. O una cosa o l’altra.
Tutto sommato una prova che dimostra una buona originalità ma una realizzazione migliorabile.
Buona edizione!
Ciao Dash,
mi dispiace per le incoerenze che hai rilevato dettate dai pochi caratteri e tempo che sarebbero stati utili per chiarire meglio contesto e passaggi.
Per come l'ho immaginata, la vacanza nel multiverso ricorda un po' il Mondo dei robot, vecchissimo film con Yul Brinner, e un po' Fantasilandia. Questo per dire che il padre di Isabella non era il vero padre ma che, per il tipo di vacanza, lei è stata precipitata in una sorta di realtà creata ad hoc, ripetuta in vari universi. Da qui anche le persone passate a filo di spada che non vengono realmente uccise.
Nel riferimento a Jolanda ho poi voluto fare riferimento al titolo del libro di Salgari per chiudere il cerchio con il fatto che la storia fosse iniziata con Isabella figlia del capitano di una pirata.
Re: L'astrolabio
Cambio di consegne, Gladiatore ai box, mi occupo io di questo gruppo.
Un buon racconto con però diverse criticità. Il padre muore davvero? Da come lo racconti, sembra di sì e quindi viene un po' a mancare un reale senso di criticità perché per salvare una vita se ne perde un'altra. L'idea di base è molto buona, ma non viene fuori il contesto alla Mondo dei Robot perché qui siamo in un multiverso e la realtà è reale, forse hai perso l'occasione per fare più riferimenti a quelle che possono essere le devianze dalla linea principale, sarebbe stato un bel giochino. Da rivedere e sistemare, si percepisce la fretta con cui l'hai scritto. Direi un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante.
Un buon racconto con però diverse criticità. Il padre muore davvero? Da come lo racconti, sembra di sì e quindi viene un po' a mancare un reale senso di criticità perché per salvare una vita se ne perde un'altra. L'idea di base è molto buona, ma non viene fuori il contesto alla Mondo dei Robot perché qui siamo in un multiverso e la realtà è reale, forse hai perso l'occasione per fare più riferimenti a quelle che possono essere le devianze dalla linea principale, sarebbe stato un bel giochino. Da rivedere e sistemare, si percepisce la fretta con cui l'hai scritto. Direi un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante.
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