Intervista ad Aislinn 2018

SPARTACO: È con immenso piacere che diamo il bentornata su Minuti Contati ad Aislinn. C’eravamo lasciati qualche anno fa con la fortunata serie di Angelize e la ritroviamo con un romanzo, se possibile, ancora più bello dei primi due.
Partiamo con una domanda che mi sta molto a cuore, perché ci hai lasciato agonizzare per quattro anni prima di poter leggere quest’opera?

Aislinn: Perché… life happens! Sono passata attraverso varie vicissitudini personali e professionali che hanno ritardato la pubblicazione, ma Né a Dio né al Diavolo esisteva già da alcuni anni. Tanto che, nel frattempo, ho potuto completare i due romanzi successivi – tutti e tre autoconclusivi: a unirli sono lʼambientazione e alcuni personaggi ricorrenti, ma, per esempio, non è necessario leggere NaDnaD per capire il prossimo e viceversa, anche se leggerli tutti crea un quadro più completo e consente di riconoscere tutti gli intrecci e i riferimenti interni. Il lato positivo è che ho avuto il tempo di maturare, di chiarirmi come questo primo romanzo si inserisca in un quadro più ampio, e anche di espandere alcune parti ed elaborarle meglio (per esempio i flashback sulla storia di Lucas e Ioan, gli «interludi»). Quindi sono estremamente soddisfatta: lʼattesa è valsa la pena.

SPARTACO: Per molti, vampiri, zombie e “mostri” classici hanno fatto il loro corso. Si è scritto molto (forse troppo) su di loro, eppure continuano ad attirare nuovi lettori.
Perché nel 2018 proporre un romanzo sui vampiri?

Aislinn:  Perché la forza di queste creature è proprio la loro immortalità, la loro capacità di adattarsi e venire plasmate in modi sempre nuovi a seconda delle epoche. I vampiri, in particolari, sono una mia personale ossessione dai tempi della prima lettura di Dracula, quando ero ancora alle medie (molto prima di Twilight, e infatti non apprezzo lo stereotipo del bel vampiro innamorato e fondamentalmente innocuo; esplorare il lato umano del vampiro non deve significare «addormentare» e cancellare il suo lato pericoloso e feroce, o almeno questo è ciò che credo); da allora ho letto parecchio sul folklore che li circonda, sugli episodi «storici» e così via. Il vampiro è pericoloso ma attrae, e si presta a moltissime interpretazioni, a incarnare incubi e sogni in egual misura, differenti a seconda della società che li ri-racconta. Sono archetipi e quindi, per definizione, non smetteranno mai di «parlarci». In più, cʼè il fatto che a ispirarmi non è solo il fascino che queste creature suscitano in me; cʼè anche e prima di tutto il desiderio di parlare di persone, di esseri umani – quelli che hanno a che fare con i vampiri, e quelli che da uomini divengono vampiri. Come cambia la vita degli uni e degli altri? Come si concilia lʼistinto con la razionalità, la parte mostruosa e innaturale con quella umana? E come si può – se si può – scordare il contatto con qualcosa di soprannaturale e riprendere una vita normale?

 

Né a Dio né al Diavolo è il terzo romanzo di Aislinn

 

SPARTACO: Né a Dio né al Diavolo (vampiri Vs metallari) è un libro che fin dalle prime pagine ti aggancia e non ti permette di smettere di leggere. Vorresti continuare e alla fine ti lascia una sensazione di vuoto perché Ivan e gli altri non saranno più con te.
Da aspirante scrittore ho provato a carpire il segreto di questo coinvolgimento e credo che parte di esso sia merito dei protagonisti. Ragazzi normali che ti sembra di aver conosciuto o con cui vorresti bere una birra.
C’è ancora qualcosa dei protagonisti che non abbiamo scoperto?

Aislinn:  La risposta è sì, parecchio! È innegabile che io sia legatissima a tutti loro: sono Lucas e gli altri la molla che mi spinge a scrivere, raccontare le loro storie è sia un piacere sia un bisogno sia un dovere. E come dicevo, per me sono sempre i personaggi il punto di partenza; qualsiasi storia dipende e si sviluppa prima di tutto in base a chi la vive, e chi la vive è essenziale per poter comunicare con i lettori e coinvolgerli. Quello che voglio è che chi legge i miei libri avverta sulla sua pelle tutto quello che i personaggi vivono. È per questo che prediligo la terza persona limitata: il punto di vista che scelgo per ciascuna scena «colora» la prosa, modifica lo stile, mi fa selezionare certi dettagli e non altri… e così quando sono nella testa di Lucas, se lo hai notato, le sue frasi sono per lo più secche e brevi, e quello che non dice e non si consente di esprimere nemmeno con se stesso conta quanto, e a volte più, di quello che dice, ogni sua scelta lessicale è pesata con cura; Ioan si dilunga molto di più, e con lui ho voluto giocare sul contrasto tra la persona che era da vivo e ciò che è diventato a secoli di distanza; Tom, per fare un altro esempio, è molto più diretto e sboccato e spesso parla senza riflettere, Ivan è costruito sulle esitazioni e le incertezze… e così via.
Per quanto riguarda scoprire altro su di loro… sì, cʼè molto di più. In particolare, sui vampiri protagonisti ci sono molte storie che devo raccontare, attraverso i secoli; vorrei ricavarne un libro a parte. Sui «ragazzi normali» che citi ci sarà ancora parecchio da dire in uno dei prossimi romanzi già scritti, quello che sarà il terzo della serie. Il protagonista del successivo, tuttavia, non avrà a che fare con i vampiri ma con qualcosa di molto diverso, e sarà un personaggio che qui è solo una comparsa, uno degli amici di Ivan e Tom; questʼultimo, tuttavia, si presterà a fare da guest star in qualche scena…

SPARTACO: La buona novella è che sul tuo blog personale possiamo dare un volto a tutti i personaggi principali. Questo rende in parte l’idea di quanto tu sia legata a essi.

Quanto c’è della vita reale di Aislinn in Né a Dio né al Diavolo?

Aislinn:  Trovare dei «prestavolto» è un gioco, un cast ideale che io sceglierei per un ipotetico film, ma i personaggi sono una storia a sé e salvo unʼeccezione, Lucas, che fin da subito mi sono immaginata con un aspetto molto simile a quello di uno dei miei musicisti preferiti, Fernando Ribeiro dei Moonspell, tutti gli altri personaggi sono nati prima di qualsiasi associazione con attori reali, e nel romanzo descrivo i personaggi indipendentemente dai prestavolto, ovvio.
E in questo romanzo, ancora più che in Angelize, cʼè molto di me, non solo perché la città in cui è ambientata la storia, i luoghi in cui Ivan e Tom si muovono, sono gli stessi in cui ho vissuto per i miei primi ventidue anni di vita, ma anche perché Ivan, il protagonista, per diverse caratteristiche, esperienze e sensazioni assomiglia molto alla persona che ero più o meno a quellʼepoca; non è un mio «calco», ma è probabilmente il personaggio che si avvicina di più a me, o almeno a comʼero quando avevo ventitré anni o giù di lì.

SPARTACO: Il metal è coprotagonista del romanzo. Che rapporto hai con la musica?

Aislinn:  Simbiotico! A casa mia cʼè sempre musica, tranne quando dormo – anzi, in certi periodi particolarmente stressanti andavo a letto con lʼiPod nelle orecchie e mi addormentavo così – e quando guardo un film o una serie TV. La musica mi aiuta a concentrarmi mentre lavoro, isolandomi dal mondo esterno, e ancora di più mi aiuta a creare lʼatmosfera quando scrivo. Non ascolto solo metal, ma questo genere musicale è il mio più grande amore fin da quandʼero adolescente, ed è un elemento imprescindibile di Né a Dio né al Diavolo e degli altri romanzi ambientati a Biveno. I protagonisti sono «metallari» come me, perché volevo rappresentare finalmente degli appassionati di metal che non si limitassero agli stereotipi del «fuori di testa» o del «satanista», che si vedono troppo spesso. In più, a ogni capitolo ho associato una canzone metal o rock che, per me, fa da colonna sonora ideale, per lʼatmosfera e per almeno una parte del testo; lʼelenco si trova in coda al libro, al posto del normale «indice», e trovate la playlist che ascolto io su YouTube al link https://www.youtube.com/playlist?list=PLgpvk7D-RE2L71F81q7al5r_eB70yP0_0. Si va dagli Iron Maiden a Simon & Garfunkel, dai Pantera ai My Dying Bride, fino, ovviamente, ai Moonspell, che per me sono lʼaccompagnamento ideale al romanzo, oltre a essere uno dei miei gruppi preferiti in assoluto.

 

“Il film Ammazzavampiri, invece, lʼoriginale del 1985, è stato uno dei miei primissimi amori”

 

SPARTACO: Per me Né a Dio né al Diavolo è l’incontro tra “Intervista col vampiro” e “Ammazzavampiri”. C’è effettivamente qualche titolo che ti ha ispirato?

Aislinn:  Una definizione interessante! Credo possa rendere lʼidea, anche se ammetto di non essere una particolare fan della Rice e di Intervista col vampiro, che ho letto ma senza innamorarmene. Il film Ammazzavampiri, invece, lʼoriginale del 1985, è stato uno dei miei primissimi amori, allʼepoca di Notte horror: adoro quel film per la mescolanza di paura e ironia e per la capacità di rappresentare lʼelemento fantastico che irrompe nella vita quotidiana e banale di personaggi assolutamente normali. Per me è molto importante variare atmosfere e passare dal pericolo ai momenti di sollievo, dallʼangoscia alla risata, e in genere le opere che più amo sono proprio quelle che riescono a bilanciare diverse anime. Per quanto riguarda il tema vampiri, dunque, direi che citando Ammazzavampiri hai azzeccato una delle mie influenze 😉
Per quanto riguarda la scrittura in generale, credo che a influenzarmi di più siano le opere di autori come Stephen King (penso a Lʼombra dello scorpione o It), lʼaccoppiata Pratchett-Gaiman di Buona Apocalisse a tutti!, il Martin Millar di Fate a New York, Cristopher Moore (Il ritorno del dio Coyote, per esempio), e, tra gli italiani, sicuramente Luca Tarenzi.

SPARTACO: Né a Dio né al Diavolo è ambientato nell’immaginaria “Biveno”. Perché non dargli una collocazione reale? 

Aislinn:  Perché voglio che la mia ambientazione sia realistica, senza vincolarmi alla necessità di contare anche quanti lampioni compaiono in una certa strada. Come per le vicende e i personaggi, che devono essere realistici e verosimili ma non «reali», in fondo. Biveno è allʼ80 per cento Biella, la città dove sono nata e cresciuta, una perfetta cittadina di provincia piemontese da cui i protagonisti si sentono soffocare ma che allo stesso tempo è un ambiente familiare e rassicurante; come me quando avevo ventʼanni, in fondo, e sognavo di viaggiare, o rimanevo a bocca aperta se andavo a Milano e vedevo librerie e negozi enormi, folle variopinte e strade di dimensioni esagerate. E così, se leggete Angelize e andate a Milano troverete alcuni dei posti citati nel romanzo ma altri no, perché ho preferito prendermi la libertà di aggiungere quello che mi serviva; allo stesso modo, se leggete Né a Dio né al Diavolo e poi andate a Biella ritroverete il parco con la fontana a forma di orso e la gelateria o il vecchio ospedale con il belvedere, mentre altri posti sono aggiunte inventate o ispirate a parti di altri città (Biveno sta, molto semplicemente, per Biella-Vercelli-Novara). Citerò Cristopher Moore e la sua nota in coda a Un lavoro sporco, in cui parla del fatto di non essere andato a verificare davvero i dettagli della rete fognaria di San Francisco: «non lasciate che la vostra pignoleria rovini la storia: Cristo santo, cʼè uno scoiattolo che se ne va in giro in abito da ballo! Chi se ne frega delle fogne!»

SPARTACO: Rendimi felice, dimmi che non è finito tutto con l’ultima pagina del libro…

Aislinn: Ahahah, no, non è tutto finito! Né a Dio né al Diavolo è parte di un progetto più grande. Voglio che i miei romanzi siano il più possibile autoconclusivi e leggibili in maniera indipendente lʼuno dallʼaltro, ma vorrei che creassero un affresco più ampio (e dʼaltronde molti dei miei lettori hanno colto il riferimento agli eventi di Angelize presente in uno degli ultimi capitoli del romanzo… mi piace inserire queste strizzate dʼocchio, che non disturbano la lettura di chi non conosce o non coglie i riferimenti ma la arricchiscono per chi invece li nota). In particolare, ho molte storie da raccontare su Biveno (anche per spiegare perché accidenti succedono così tante cose strane lì). Come ti dicevo, i prossimi due romanzi sono già conclusi: uno parlerà di qualcosa di completamente diverso rispetto a NaDnaD e presenterà dei nuovi personaggi; il terzo, invece, metterà in campo tutti i protagonisti di entrambi i romanzi precedenti, sia per svelare qualcosa di più sul passato dei vampiri, per esempio, sia per esplorare le conseguenze di quanto accaduto finora. Quindi sì, i guai per i miei metallari non sono ancora finiti…

SPARTACO: Vampiri e metallari, ma anche amicizia, amore, omosessualità, violenza domestica… Né a Dio né al Diavolo è un urban fantasy di spessore. A che punto è questo genere letterario in Italia?

Aislinn:  Ti ringrazio molto per le tue parole! È proprio quello che mi piace dellʼurban fantasy, mescolare gli elementi fantastici e avventurosi, gli archetipi e i riferimenti al folklore con i temi dʼattualità e unʼambientazione contemporanea. E così posso costringere i personaggi ad affrontare i vampiri ma anche la disoccupazione, posso parlare di un processo per stregoneria del Seicento e allo stesso tempo di omofobia, posso affrontare il fascino degli incubi e allo stesso tempo gli orrori reali e umanissimi che si possono annidare in qualsiasi casa «normale»… il tutto, intrecciandolo in maiera naturale alla storia e senza bisogno di prediche, proclami, spiegazioni noiose; sono convinta che i temi di un romanzo debbano emergere naturalmente senza infilarli a forza e scadere nella retorica. Non ho bisogno di scrivere «quantʼè brutta la violenza, quantʼè bella lʼamicizia», mi basta mostrare i personaggi in azione in determinate situazioni.
In Italia, per lʼurban fantasy cʼè ancora moltissima strada da fare. Troppo spesso viene confuso con il paranormal romance o addirittura con il fantasy storico (no, ambientare un fantasy nella Roma antica non lo rende «urban» solo perché i personaggi si muovono in una città…). Gli editori spesso lo snobbano e non sanno collocarlo se non ci sono protagonisti adolescenti che consentano di appioppargli lʼetichetta «young adult», come se il fantasy potesse interessare solo ai ragazzini; critici che prendano sul serio il genere, poi, quanti ce nʼè? Ci sono, per fortuna, autori che cominciano a dimostrare quanto valgono, così come editori coraggiosi che conoscono e apprezzano davvero il genere e si sforzano di proporre qualcosa di originale e di qualità. Mancano, spesso, i lettori: un poʼ perché spesso non circola abbastanza informazione, un poʼ perché cʼè un grande pregiudizio nei confronti degli autori italiani (non sai quanto spesso mi sento dire «sai, non volevo leggerti perché non mi fidavo; sai, non trovo mai urban fantasy con personaggi maschi… ah, ma davvero tu li usi? Non ne avevo idea!» Oppure, e qui il discorso si allargherebbe, il classico «sai, non volevo leggerti perché pensavo che, essendo una donna, scrivessi paranormal romance…»)

 

Foto di Rachele Totaro

 

SPARTACO: Né a Dio né al Diavolo ha esordito al Salone del Libro di Torino questa primavera. Purtroppo ti ho mancata di un giorno ma ho sentito parlare talmente tanto della spada di Luca Tarenzi che ho quasi l’impressione di esserci stato. Avete mai pensato di scrivere un libro insieme?

Aislinn:  Perché non hai visto quantʼera bella la mia, di spada… 😉 Guarda, su questo argomento non posso ancora dire nulla, ma diciamo che ci sono tante possibilità. Discutiamo spesso dei nostri lavori e siamo sempre i primi lettori lʼuna dellʼaltro, quindi chi lo sa… Sarebbe senzʼaltro una sfida, perché abbiamo sì molti interessi in comune, ma anche stili e priorità molto diverse nella scrittura; lui è un maestro dei ritmi serrati e degli intrecci mozzafiato, io mi concentro di più sulla caratterizzazione dei personaggi, sulle allusioni e le sfumature, tanto per fare solo un esempio. Cʼè un progetto in ballo, in particolare, su cui saprete presto qualcosa; non si tratta di un romanzo, ma spero che potrà stuzzicarvi. Come si dice, stay tuned!

SPARTACO: Il tuo primo editore è stato Fabbri Edizioni, Né a Dio né al Diavolo invece è edito Gainsworth Publishing. Che differenza c’è nel lavorare con un grosso editore e uno più piccolo?

Aislinn:  Sicuramente un grosso editore garantisce una distribuzione più capillare, ma non è necessariamente una garanzia di promozione o spinta particolare: insomma, è meglio essere il capo di un piccolo villaggio oppure uno dei tantissimi abitanti di una grande città? Sono soddisfatta di Gainsworth perché, oltre ad avere comunque una distribuzione nazionale e una grandissima cura nella lavorazione dei libri (pensate solo alle splendide copertine che realizza), è una casa editrice sempre disponibile, sempre pronta a rispondere e a confrontarsi sui progetti che si portano avanti, che mi lascia tutta la libertà creativa che desidero e, soprattutto, conosce, ama e rispetta il fantasy.

SPARTACO: Parlaci dei tuoi prossimi progetti, cosa bolle in pentola?

Aislinn:  Tanto, tantissimo… spero di riuscire a cucinare tutto a puntino! Oltre al «progetto» con Luca Tarenzi a cui ti ho accennato e ai prossimi romanzi urban fantasy, che sono già scritti ma che richiedono ancora il lavoro di editing e revisione, mi sto occupando di una sfida completamente diversa, un romanzo che non ha nulla di fantasy. È una storia arrivata di botto, che mi ha subito intrigato e su cui sto impegnando molte energie per vedere che cosa sarò in grado di tirarne fuori… spero presto di potervi raccontare di più!

SPARTACO: Il primo settembre prenderà il via La Sfida a Né a Dio né al Diavolo. Cosa ti aspetti dai nostri utenti?

Aislinn:  Passione e capacità di stupirmi raccontando qualcosa che sia personale e sentito e vada al di là dei cliché. Vorrei che, qualsiasi storia decidano di scrivere, sia unica e proponga qualcosa che sentono proprio, che nessun altro avrebbe potuto scrivere in quel modo.

SPARTACO: Fantasy e…

La Sfida a… è un contest aperto a tutti i generi letterari. Cosa ti piace leggere?

Aislinn: Leggo di tutto, sia per passione sia per lavoro; non mi pongo limiti di genere, quindi sono pronta ad apprezzare un buon libro indipendentemente dalle etichette che gli sono state appiccicate addosso. In particolare, come dicevo, amo le opere che riescono a spaziare tra diverse atmosfere, che parlano di argomenti sentiti attraverso personaggi il più possibile vividi, senza scordare il potere dellʼironia.

 

Cristiana Astori e Andrea Atzori affiancheranno Aislinn durante La Sfida a…

 

SPARTACO: Parlaci degli SPONSOR che ti affiancheranno in questa avventura…

Aislinn:  Cʼè davvero bisogno di presentazioni? Cristiana Astori è una dolcissima fanciulla che sa tutto di horror e che ho avuto il piacere di conoscere molti anni fa su un set fotografico per Vogue. Sono felice che abbia accettato di fare da sponsor, perché è una novità per Minuti Contati e sono sicura che se leggerete le sue opere – Tutto quel buio, per citare solo lʼultima – scoprirete una scrittrice coi fiocchi. Andrea Atzori è invece una vecchia conoscenza per i contest di Minuti Contati, uno scritture di talento nonché un caro amico: il tempo passato con lui, a parlare così come ad apprezzare il silenzio di una foresta, è sempre prezioso.

SPARTACO: Bene, siamo arrivati alla fine di questa intervista. Noi di Minuti Contati ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato e io personalmente ti ringrazio per aver dato nuova dignità ai vampiri.
In bocca al lupo per i tuoi progetti e buona Sfida!

Aislinn: Grazie a te per le tue bellissime parole… anche da parte di Lucas & co 😉

 

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