Anita dall'impermeabile giallo

Anita dall’impermeabile giallo

Un altro universo tutto interiore a una bambina che il mondo non capisce e che gli altri ragazzi sanno solo prendere in giro. Ma dentro di lei c’è più di quanto ci sia dentro di loro. Il racconto di Marina Usai vincitore della Sosio Edition.

 
Anita ama tornare a casa da scuola a piedi. Soprattutto quando piove. Si nasconde per non farsi vedere dall’autista pancione del pulmino. Poi cammina. Anche se ha un po’ freddo, sotto la pioggia, lei continua a camminare. Suo nonno dice che finché si muove non si ammala. E Anita non si ammala mai. Il nonno di Anita si chiama Giuseppe, ma tutti lo chiamano Beppe.
Ad Anita piace sentire il rumore della pioggia quando rimbalza sul cappuccio dell’impermeabile giallo. Glielo ha regalato nonno Beppe per i suoi otto anni. I bambini la prendono il giro. Le dicono che sembra un limone con le gambe. Gianni è quello che la prende più in giro di tutti. Ogni tanto le si avvicina di nascosto e le urla nell’orecchio, oppure la afferra per lo zaino e la strattona. Una volta l’ha fatta cadere e l’impermeabile giallo si è strappato lungo il fianco. Quando è arrivata a casa nonno Beppe lo ha ricucito con un pezzo di stoffa rossa. Adesso l’impermeabile sembra un campo di girasoli con un grande papavero. Il nonno le ha raccontato di quando dei ragazzi cattivi gli davano la caccia. Lui si nascondeva di giorno nella foresta e di notte proseguiva per la sua strada, silenzioso come un lupo. Aveva una importante missione da compiere. Non l’ha mai rivelata a nessuno, dice, ma ad Anita sì. Gliela sussurra in un orecchio. Anita ascolta, concentrata e poi sorride.
Ha un nonno coraggioso, pensa.
Quando è con il nonno Anita non si sente più sola, anche se stanno in silenzio, mentre lui aggiusta una rete da pesca e lei guarda fuori dalla finestra. Conta quante signore passano con un cane al guinzaglio. E le signore devono avere un cappotto rosso, sennò non vale.
Una mattina a scuola Anita trova una scritta gialla sul suo armadietto. C’è scritto “ritardata”, ma Anita non lo sa.
Non sa leggere, non ancora.
La signorina Maria, che la aiuta a fare i compiti le dice sempre: «Leggi una lettera per volta, a voce alta. Cosa c’è scritto qui? M-E-L-A. Mela, Anita, vedi che c’è scritto MELA?» Ma Anita vede Melograni che si spaccano al sole, Elefanti che camminano, Lanterne che luccicano e Alberi che crescono alti verso il cielo. Ma non riesce proprio a vedere la mela della signorina Maria.
Anita si concentra sulle lettere gialle e legge. R-I-T… ma poi succede di nuovo. La R che diventa un ragno che si arrampica lungo la I che si sta allungando fino al soffitto. La T è un grande ombrello che la ripara dalla pioggia. I bambini ridono di lei. Gianni si regge persino la pancia. Le guance di Anita si fanno di fuoco e le lacrime scendono fino a terra. Crescono e crescono. Diventano mare, che spazza tutto e cancella ogni rumore. Anita non vede più i bambini. La corrente li ha portati via. Anche lei sta per essere spazzata via dalle onde. Vede una barca che si avvicina. Un uomo rema contro la tempesta e la raggiunge. Allunga la mano verso di lei. È una mano così grande che dentro potrebbe starci tutta la sua testa. Anita la afferra.
Nonno Beppe la solleva sulla barca.
Adesso è salva.

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  2 commenti su “Anita dall’impermeabile giallo

  1. Silvio Sosio
    Silvio Sosio
    11 ottobre 2015 at 18:03

    L’altro universo questa volta è tutto interiore a una bambina che il mondo non capisce e che gli altri ragazzi sanno solo prendere in giro. Ma dentro di lei c’è più di quanto ci sia dentro di loro.

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