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  • in risposta a: BASTIAN: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #6064

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    Ho aggiunto la numerazione alla classifica (come da richiesta)!

    1. L’amore al tempo del 6G, di Francesco Nucera
    Ciao Francesco, ho trovato il racconto equilibrato nelle componenti che considero importante: intreccio della trama, dei personaggi e delle ambientazioni; aderenza al tema proposto; capacità di stimolare la curiosità del lettore fino alla fine del racconto. Rispetto ad altri autori del girone, hai usato uno stile chiaro, senza particolari fronzoli, ma che ben si adatta allo stereotipo del nerd sempre incollato allo schermo del pc.

    2. Testa a testa, di Erika Adale
    Ciao Erika, trovo che la trama sia perfetta per il tema proposto, il racconto risulta bilanciato, e trovo ottimo il finale anche se amaro, perché toglie al lettore la speranza che il paziente possa guarire in tempi brevi. Da un punto di vista formale, secondo me i primi passaggi risultano ambigui: si capisce che Paolo è l’intervistatore, e non il professore, soltanto a metà racconto. Inoltre, il fatto che il professore comunica attraverso una macchina doveva essere spiegato prima possibile, meglio se nella prima riga, e non dopo il secondo scambio di battute. Non te la prendere se ho fatto le pulci al racconto, d’altronde nel tuo caso gli errori erano proprio pochi!

    3. Una sorpresa per te, di Claudia Beveresco
    Ciao Claudia, il racconto è spassoso. Ti segnalo soltanto un Drin di troppo (il terzo), e il cambio del punto di vista proprio all’ultima frase. Capisco che serve a creare l’effetto sorpresa, ma risulta in una sorta di autogol all’ultimo secondo: un piccolo errore che potrebbe fare la differenza se dovessi “passare il turno”.

    4. Tra Montorsoli e Bivigliano, di Filippo Santaniello
    Ciao Filippo, il tuo racconto mi ha messo in difficoltà, perché è scritto con stile disinvolto, chiaro ed efficace soprattutto nell’uso del linguaggio che ben si adatta al carattere sanguigno del protagonista, ma il tema del concorso risulta poco sviluppato, quasi marginale rispetto alla vicenda raccontata. La storia ha il gusto delle smargiassate che gli sboroni raccontano durante gli aperitivi, ma la trovo un po’ grottesca nella successione degli eventi che accadono alla gieffina.

    5. L’Apprendista, di Alberto Della Rossa
    Ciao Alberto, il racconto è piacevole nella prima parte, e un po’ meno nella seconda. Trattandosi di un fantasy, trovo geniale la “magia” del guasto che “non c’è”. Peccato che arriva solo alla fine, nel climax, dopo un lungo plateau di caratterizzazione (comunque pregevole) che secondo me ha sbilanciato gli equilibri dettati dal tema. Ho trovato solo un errore di consecutio temporum che ti ho segnalato nel thread del racconto.

    6. Gremlins, di Eleonora Rossetti
    Ciao Eleonora, le onomatopeie donano musicalità e ritmo a questo racconto, che oscilla tra il lirico e l’onirico. Detto questo, anche tenendo conto della licenza poetica finale, rimangono alcune perplessità sul senso del racconto. Perché di prosa si tratta mentre questo sembra il testo di una canzone, da interpretare.

    7. «Lo aggiusti, papà?», di Stefano Pastor
    Ciao Stefano, il ritmo del racconto è scandito dallo scambio di battute tra i protagonisti, con brevi ma efficaci descrizioni delle azioni. Manca totalmente la caratterizzazione dei personaggi, ma si scopre alla fine che è proprio questo l’aspetto su cui hai puntato per creare l’effetto sorpresa e risolvere il tema proposto. Secondo me il deus ex machina che hai introdotto fa cadere il racconto nella categoria delle barzellette, invece che in quella dei racconti umoristici. Per questo lo considero un esperimento riuscito soltanto a metà. Peccato, perché mi è piaciuto il tuo stile giornalistico, pulito ed efficace.

    8. La lavatrice, di Patty Barale
    Ciao Patty, il racconto è scritto con stile sicuro, e nonostante gli errori si intuisce la maestria con cui affronti il tema. Per contro, è proprio l’intreccio con cui si legano gli eventi a non convincere. Soprattutto non mi ha convinto la escalation finale, quando sembra di osservare il grafico di un limite tendente all’infinito in prossimità dell’asintoto (lo so, questa è l’ora di italiano, non di matematica). Posso capire lo scompenso dell’adolescente, ma a me sembra eccessivo che per qualche piatto rotto arrivino subito i carabinieri!

    9. Il disastro, di Piero Chiappelloni
    Ciao Piero, il tuo racconto mi ha sorpreso due volte, perché all’inizio pensavo si fosse rotto proprio un frigo, invece ho avuto modo di apprezzare la trovata del guasto al satellite artificiale. Poi, quando mi sarei aspettato che il protagonista tirasse fuori la scialuppa di salvataggio o lanciasse il più classico dei mayday, ecco che compare proprio il frigo! Alla fine, mi rimane la caratterizzazione riuscita del protagonista sull’orlo di una crisi di nervi, che però si accaparra la scena del racconto “dimenticandosi” del suo compito, e anzi utilizza gli ultimi caratteri a disposizione per fare uno “spuntino”!

    in risposta a: BASTIAN: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #5995

    alphaorg
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    – L’amore al tempo del 6G, di Francesco Nucera
    Ciao Francesco, ho trovato il racconto equilibrato nelle componenti che considero importante: intreccio della trama, dei personaggi e delle ambientazioni; aderenza al tema proposto; capacità di stimolare la curiosità del lettore fino alla fine del racconto. Rispetto ad altri autori del girone, hai usato uno stile chiaro, senza particolari fronzoli, ma che ben si adatta allo stereotipo del nerd sempre incollato allo schermo del pc.

    – Testa a testa, di Erika Adale
    Ciao Erika, trovo che la trama sia perfetta per il tema proposto, il racconto risulta bilanciato, e trovo ottimo il finale anche se amaro, perché toglie al lettore la speranza che il paziente possa guarire in tempi brevi. Da un punto di vista formale, secondo me i primi passaggi risultano ambigui: si capisce che Paolo è l’intervistatore, e non il professore, soltanto a metà racconto. Inoltre, il fatto che il professore comunica attraverso una macchina doveva essere spiegato prima possibile, meglio se nella prima riga, e non dopo il secondo scambio di battute. Non te la prendere se ho fatto le pulci al racconto, d’altronde nel tuo caso gli errori erano proprio pochi!

    – Una sorpresa per te, di Claudia Beveresco
    Ciao Claudia, il racconto è spassoso. Ti segnalo soltanto un Drin di troppo (il terzo), e il cambio del punto di vista proprio all’ultima frase. Capisco che serve a creare l’effetto sorpresa, ma risulta in una sorta di autogol all’ultimo secondo: un piccolo errore che potrebbe fare la differenza se dovessi “passare il turno”.

    – Tra Montorsoli e Bivigliano, di Filippo Santaniello
    Ciao Filippo, il tuo racconto mi ha messo in difficoltà, perché è scritto con stile disinvolto, chiaro ed efficace soprattutto nell’uso del linguaggio che ben si adatta al carattere sanguigno del protagonista, ma il tema del concorso risulta poco sviluppato, quasi marginale rispetto alla vicenda raccontata. La storia ha il gusto delle smargiassate che gli sboroni raccontano durante gli aperitivi, ma la trovo un po’ grottesca nella successione degli eventi che accadono alla gieffina.

    – L’Apprendista, di Alberto Della Rossa
    Ciao Alberto, il racconto è piacevole nella prima parte, e un po’ meno nella seconda. Trattandosi di un fantasy, trovo geniale la “magia” del guasto che “non c’è”. Peccato che arriva solo alla fine, nel climax, dopo un lungo plateau di caratterizzazione (comunque pregevole) che secondo me ha sbilanciato gli equilibri dettati dal tema. Ho trovato solo un errore di consecutio temporum che ti ho segnalato nel thread del racconto.

    – Gremlins, di Eleonora Rossetti
    Ciao Eleonora, le onomatopeie donano musicalità e ritmo a questo racconto, che oscilla tra il lirico e l’onirico. Detto questo, anche tenendo conto della licenza poetica finale, rimangono alcune perplessità sul senso del racconto. Perché di prosa si tratta mentre questo sembra il testo di una canzone, da interpretare.

    – «Lo aggiusti, papà?», di Stefano Pastor
    Ciao Stefano, il ritmo del racconto è scandito dallo scambio di battute tra i protagonisti, con brevi ma efficaci descrizioni delle azioni. Manca totalmente la caratterizzazione dei personaggi, ma si scopre alla fine che è proprio questo l’aspetto su cui hai puntato per creare l’effetto sorpresa e risolvere il tema proposto. Secondo me il deus ex machina che hai introdotto fa cadere il racconto nella categoria delle barzellette, invece che in quella dei racconti umoristici. Per questo lo considero un esperimento riuscito soltanto a metà. Peccato, perché mi è piaciuto il tuo stile giornalistico, pulito ed efficace.

    – La lavatrice, di Patty Barale
    Ciao Patty, il racconto è scritto con stile sicuro, e nonostante gli errori si intuisce la maestria con cui affronti il tema. Per contro, è proprio l’intreccio con cui si legano gli eventi a non convincere. Soprattutto non mi ha convinto la escalation finale, quando sembra di osservare il grafico di un limite tendente all’infinito in prossimità dell’asintoto (lo so, questa è l’ora di italiano, non di matematica). Posso capire lo scompenso dell’adolescente, ma a me sembra eccessivo che per qualche piatto rotto arrivino subito i carabinieri!

    – Il disastro, di Piero Chiappelloni
    Ciao Piero, il tuo racconto mi ha sorpreso due volte, perché all’inizio pensavo si fosse rotto proprio un frigo, invece ho avuto modo di apprezzare la trovata del guasto al satellite artificiale. Poi, quando mi sarei aspettato che il protagonista tirasse fuori la scialuppa di salvataggio o lanciasse il più classico dei mayday, ecco che compare proprio il frigo! Alla fine, mi rimane la caratterizzazione riuscita del protagonista sull’orlo di una crisi di nervi, che però si accaparra la scena del racconto “dimenticandosi” del suo compito, e anzi utilizza gli ultimi caratteri a disposizione per fare uno “spuntino”!

    • Questa risposta è stata modificata 10 anni fa da  alphaorg. Ragione: Ooops! Avevo invertito il terzo con il quarto
    in risposta a: [B] LA LAVATRICE #5936

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    Ciao Patty, il racconto è scritto con stile sicuro, e nonostante gli errori si intuisce la maestria con cui affronti il tema. Per contro, è proprio l’intreccio con cui si legano gli eventi a non convincere. Soprattutto non mi ha convinto la escalation finale, quando sembra di osservare il grafico di un limite tendente all’infinito in prossimità dell’asintoto (lo so, questa è l’ora di italiano, non di matematica). Posso capire lo scompenso dell’adolescente, ma a me sembra eccessivo che per qualche piatto rotto arrivino subito i carabinieri!

    in risposta a: [B] «Lo aggiusti, papà?», di Stefano Pastor #5935

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    Ciao Stefano, il ritmo del racconto è scandito dallo scambio di battute tra i protagonisti, con brevi ma efficaci descrizioni delle azioni. Manca totalmente la caratterizzazione dei personaggi, ma si scopre alla fine che è proprio questo l’aspetto su cui hai puntato per creare l’effetto sorpresa e risolvere il tema proposto. Secondo me il deus ex machina che hai introdotto fa cadere il racconto nella categoria delle barzellette, invece che in quella dei racconti umoristici. Per questo lo considero un esperimento riuscito soltanto a metà. Peccato, perché mi è piaciuto il tuo stile giornalistico, pulito ed efficace.

    in risposta a: [B] Il disastro – di Pietro Chiappelloni #5934

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    Ciao Pietro, il tuo racconto mi ha sorpreso due volte, perché all’inizio pensavo si fosse rotto proprio un frigo, invece ho avuto modo di apprezzare la trovata del guasto al satellite artificiale. Poi, quando mi sarei aspettato che il protagonista tirasse fuori la scialuppa di salvataggio o lanciasse il più classico dei mayday, ecco che compare proprio il frigo! Alla fine, mi rimane la caratterizzazione riuscita del protagonista sull’orlo di una crisi di nervi, che però si accaparra la scena del racconto “dimenticandosi” del suo compito, e anzi utilizza gli ultimi caratteri a disposizione per fare uno “spuntino”!

    in risposta a: [B] Tra Montorsoli e Bivigliano – Filippo Santaniello #5932

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    Ciao Filippo, il tuo racconto mi ha messo in difficoltà, perché è scritto con stile disinvolto, chiaro ed efficace soprattutto nell’uso del linguaggio che ben si adatta al carattere sanguigno del protagonista, ma il tema del concorso risulta poco sviluppato, quasi marginale rispetto alla vicenda raccontata. La storia ha il gusto delle smargiassate che gli sboroni raccontano durante gli aperitivi, ma la trovo un po’ grottesca nella successione degli eventi che accadono alla gieffina.

    in risposta a: [B] Il caricabatteria – Alex Montrasio #5721

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    Grazie Francesco, in effetti nn sei il primo che me lo chiede. La mia idea era che la società dominante impone la propria cultura (logica robotica), salvo usufruire degli uomini (protagonisti di una sorta di reality) e delle loro “emozioni” intrinseche. È un po’ il concetto di ipocrisia che ci porta a disprezzare/comprare le prostitute. Cmq, ammetto che la questione si poteva esporre piu chiaramente… :)

    in risposta a: [B] Gremlins – Eleonora Rossetti #5674

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    Ciao Eleonora, le onomatopeie donano musicalità e ritmo a questo racconto, che oscilla tra il lirico e l’onirico. Detto questo, anche tenendo conto della licenza poetica finale, rimangono alcune perplessità sul senso del racconto. Perché di prosa si tratta mentre questo sembra il testo di una canzone, da interpretare.

    Ti segnalo un paio di questioni:

    Sento Julie piangere invocandomi. Perché? Questo è niente.
    Quando dovresti dormire come gli altri, corpo e anima ibernati nella capsula, e invece non succede e ti rendi conto che stai ascoltando il silenzio, quel fottuto silenzio che cristosantobenedetto durerà ANNI, allora sì che c’è da piangere.

    Sente il pianto di Julie, ma afferma che stà ascoltando il silenzio.

    In questo caso invece sono un po’ pedante:

    E allora perché cadiamo?”

    Il concetto di caduta vale quando si è attratti da una massa (pianeta, stella, etc…), peraltro rende l’idea e nella concitazione degli eventi ci può anche stare un uso improprio del termine 😉

    in risposta a: [B] L’apprendista #5673

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    Ciao Alberto, il racconto è piacevole nella prima parte, e un po’ meno nella seconda. Trattandosi di un fantasy, trovo geniale la “magia” del guasto che “non c’è”. Peccato che arriva solo alla fine, nel climax, dopo un lungo plateau di caratterizzazione (comunque pregevole).

    Ti segnalo un paio di questioni veniali:

    Funziona alla perfezione, non c’è nulla da aggiustare” ammise. “Non voglio rovinarlo aprendolo”.

    Se è così competente da capire con uno sguardo se l’oggetto funziona o meno, perché dovrebbe essere così maldestro da romperlo soltanto aprendolo?
    Inoltre, questa frase non mi è piaciuta:

    Il goblin fermò le mani ossute, che fino a quel momento si muovevano febbrili.

    L’imperfetto (muovevano) nella subordinata è sbagliato, perché l’azione è già stata dichiarata conclusa nella principale (fermò).

    in risposta a: [B] UNA SORPRESA PER TE – CLAUDIA BEVERESCO #5663

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    Ciao Claudia, il racconto è spassoso. Ti segnalo soltanto un Drin di troppo (il terzo), e il cambio del punto di vista proprio all’ultima frase. Capisco che serve a creare l’effetto sorpresa, ma risulta in una sorta di autogol all’ultimo secondo: un piccolo errore che potrebbe fare la differenza se dovessi “passare il turno”.

    in risposta a: [B] L’amore al tempo del 6G #5655

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    Ciao Francesco, il commento lo troverai insieme alla classifica. Volevo solo segnalare un paio di errori (presunti e veniali, ci tengo a precisarlo) che nulla tolgono alla qualità del racconto

    Se scrivi chat in corsivo, allora la stessa regola vale per boxer, account, crash etc… insomma, secondo me si fa prima a togliere i corsivi.

    Quando scrivi

    La prima cosa che notò fu l’odore dell’aria: leggera.

    si capisce cosa intendi, ma credo che la leggerezza dell’aria sia percepita attraverso le papille gustative (da cui il fenomeno del meteorismo) e non dall’olfatto.

    in risposta a: [B] Testa a testa di Erika Adale #5645

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    Ciao erika, trovo che la trama sia perfetta per il tema proposto, il racconto risulta bilanciato, e trovo ottimo il finale anche se amaro, perché toglie al lettore la speranza che il paziente possa guarire in tempi brevi. Da un punto di vista formale, i primi passaggi risultano ambigui: si capisce che Paolo è l’intervistatore, e non il professore, soltanto a metà racconto, quando scrivi:

    Paolo deglutì e lasciò che il professore continuasse

    Inoltre, il fatto che il professore comunica attraverso una macchina doveva essere spiegato prima possibile, meglio se nella prima riga, e non dopo il secondo scambio di battute.
    Non te la prendere se ho fatto le pulci al racconto, d’altronde nel tuo caso gli errori erano proprio pochi!

    in risposta a: [B] Il caricabatteria – Alex Montrasio #5574

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    Ciao Eleonora, ciao Filippo. Vi ringrazio, e procedo con le risposte. La stanza è poco illuminata, quindi semibuia, come una discoteca. È la prima volta che partecipo al concorso e ho deciso di seguire pedissequamente la traccia iniziando proprio dove finiva (piano b…), avrei potuto rendere il racconto più essenziale (e robotico) evitandol’intermezzo del corridoio, ma per me era importante distinguere bene le definizioni di robot, umani e sintoidi (che in questo caso sono un’evoluzione dei robot, e si comportano come i veri potenti di quella società). Sintoide è un termine spesso usato per identificare i cyborg/androidi. I robot (servitori) accompagnano il protagonista dandogli del cibo in cambio delle sue parole (che li fanno pensare). La situazione è un’allegoria di una tipica giornata di lavoro in quel futuro. Alla fine, la cosa veramente triste è che con quella ciotola di riso dovranno mangiare in quattro…

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