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5 ottobre 2015 alle 16:59 in risposta a: Gruppo HIGH CASTLE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11605
Eccomi. Doverosa una riflessione iniziale. Ci sono tre parametri da rispettare: TEMA, CARATTERI e TEMPO. Se si sfora in uno dei tre è giusto essere penalizzati. Come dice Tonani, contest come Minuti Contati devono essere palestra per abituarvi ai committenti e se qualcuno vi paga per avere MELA non potete dargli PERA, anche se ben confezionata. Poi il discorso sul tema è complesso e qualcuno può vederlo anche dove non è evidente, l’importante è che poi lo si giustifichi. Personalmente mi faccio sempre la domanda: se non sapessi il tema a priori, riuscirei a desumerlo dalla lettura del racconto? E poi: il racconto è costruito effettivamente su quella tematica? In base alla risposta a entrambe le domande prendo una decisione MIA e poi mi ci attengo.
Ecco a voi la mia classifica, bravi a tutti.
1) Vaniglia, di Vilma Cretti
Ottimo. Il tema è affrontato lateralmente e bene. Tutto sembra equilibrato e al punto giusto. Per un attimo ho pensato che potesse essere un angelo della morte e la cosa era davvero intrigante soprattutto per capire come l’avresti risolata con la sua sfera privata, ma anche così hai dovuto affrontare il nodo e l’hai fatto bene. Finale perfetto. Pollice su senza ombra di dubbio.
2) Importante – Seguono allegati, di Roberto Romanelli
Non ho capito gli allegati, a meno che quanto precede non sia altro che il preludio alla richiesta di clik. Non ho compreso la loro utilità e il senso. Diverso sarebbe stato se avessi disseminati per la rete veri allegati (anche se mi avresti obbligato a introdurre una postilla al regolamento: vietato postare allegati a meno di non rimanere sotto il max di caratteri disponibili, cosa che qui posso escludere tu faccia in quanto gli allegati non sono narrativi e neppure scritti). Detto questo, il racconto vero e proprio si sviluppa dal tema stesso, lo esalta. L’idea stessa che siamo tutti in attesa della vittoria di Hitler, che ci ha fregati nonostante tutto attraverso il collassatore è decisamente buona. Pollice non su completamente a causa degli allegati.
3) “Chi vuol essere italiano?”, di Ambra Stancampiano
Con la questione tema, ti sei salvata in corner. Definendo “altro universo” la differenza tra nazioni hai dato un’indicazione netta che altrimenti sarebbe mancata facendo ricadere il tuo racconto in un semplice racconto di fantascienza in cui però mi sarebbe stato difficile ritrovare il tema dell’edizione. Critica sociale, anche aspra, rapportata al futuro, anche se totalmente attuale. Brillante, divertente. Pollice su per me, ma finisci dietro a Roberto perché nel suo racconto il tema è decisamente più presente e sviluppato. Ottima prova.
4) Una dolce inquietudine, di Alessandra Corrà
Tema senz’altro centrato, letteralmente. Il racconto si legge bene, senza fatica. Il finale è ampiamente prevedibile, ma non è un male, nulla stride. Meno bene invece il fatto che il tutto non sia innestato in un contesto meno casuale: il bambino trova casualmente questo universo parallelo, esce casualmente, incontra casualmente i suoi aguzzini, tutto procede troppo passivamente. Un pollice positivo, ma non del tutto per questo vuoto percepibile, il laboratorio ti aspetta e la storia merita un approfondimento!
5) La convocazione, di Manuel Piredda
Tema rispettato, l’altro universo è quello in cui vivono tutti i personaggi in cerca d’autore (non importa se già utilizzati o meno). Sarebbe stato carino prevedere delle prove, forse saltando tutta la presentazione avresti potuto narrarle. Scritto bene, forse un po’ pesante la lettura nella prima parte. Pollice tendente verso l’alto per me, in caso tu non riesca a passare alla fase finale presentalo nel laboratorio, ti aspetto lì.
6) Il mio universo, di Daniele Picciuti
Tema rispettato, interessante questo incontro tra “viaggiatori”. La scena si dipinge in modo chiaro nella mente del lettore, i dialoghi sono contrastati il giusto e non battono mai a vuoto. Mi manca un po’ il punto di arrivo, sul finale avresti potuto lavorare di più e il racconto sembra mancare di qualcosa oltre la bella confezione in cui lo presenti. Un pollice timidamente orientato verso l’alto.
7) La casa degli spiriti, di Angela Catalini
Qui il tema è infilato a forza nel finale, non si può dire che giustifichi il racconto, ma in ogni caso c’è e tanto basta per evitare il fuori tema. La lettura procede spedita, hai un buon controllo, ma non è una novità. I personaggi sono vivi, il tutto è decisamente godibile, ma mi manca un quid, un qualcosa che avvinghi maggiormente alla storia narrata. Forse il finale è troppo repentino e le sviste del protagonista così lampanti che avrebbero dovute essere trattate con maggiore comicità. Il racconto potrebbe trovare la sua ragione d’essere nell’esplorazione distratta della casa, nel senso che probabilmente avrebbe dovuto occuparlo per tutta la sua durata aumentando anche gli spazi comici: lui tanto preso da altri pensieri da non riuscire a notare macro indizi e che in tal modo giustifica la voglia di fuga di una donna che non s’è mai sentita parte della comunità. Pollice ni, ma l’invito è a rivederlo in quest’ottica perché credo ne potrebbe venire fuori un gran bel racconto per la vetrina.
8) Viaggio al termine del tempo, di Adriano Muzzi
Il tema è ben presente e caratterizza il racconto, la lettura procede bene, ma questa volta non posso concordare con quanto raccontato. Mi spiace, Adriano, può essere un mio limite, ma non riesco più ad apprezzare racconti basati su un Dio che arriva e catechizza, sia che si tratti di Dio bambino, che di Essere senziente superiore o quant’altro, ne ho letti davvero tanti e per farmi rivalutare la posizione a riguardo dev’essere una sorta di capolavoro con qualche elemento mai visto prima. Per quanto detto, non posso giudicarti con un pollice giù perché sarebbe ingiusto, ma non posso andare oltre a un pollice ni. Se vuoi riprovarci con il laboratorio, magari cercando qualche via totalmente nuova, sarò ben lieto di venirti a lasciare un secondo commento.
9) L’origine del mondo, di Enrico Nottoli
Molto diverso dai tuoi lavori soliti. Il tema c’è ed è fondante il racconto stesso, cosa che è senz’altro catalogabile come pregio. Non riesco però ad apprezzare appieno la storia che hai deciso di raccontare, ne ho lette già diverse su questa falsa riga e non riesco proprio ad accettare termini quali facce, tizio… Vero, hai seminato bene e anche a una rilettura alcune scelte sono decisamente godibili, ma quando si tira in mezzo l’umanizzazione no, non posso dare un giudizio positivo. Mi spiace, pollice giù a questo giro. Ma c’è il laboratorio e c’è Spartaco, che di sicuro la pensa diversamente da me, facci un pensiero!
10) C’erano un italiano, un tedesco e un francese, di Francesco Nucera
Ogni tanto ti lasci un po’ andare a vengono fuori racconti non rifiniti come al tuo solito, come in questo caso. Troppa roba e sei costretto a condensare in un qualcosa che presenta diverse falle. Partiamo dal titolo, già fuorviante di suo, introduce a una barzelletta e pertanto indirizza il lettore verso quello stato d’animo. 2068 e non hanno smartphone con traduttore automatico o qualcosa di simile? Devono per forza recuperare l’ultimo italiano rimasto (non lo è, ma quasi lo sembra)? E poi, da dove arriva quella macchina? Possibile che un’operazione internazione di tal fatta possa essere semplicemente “spenta” con un clik? Per cosa poi? Perché questo italiano di questa realtà alternativa s’è sentito offeso da qualcuno che al suo pari sostiene essere italiano figlio di una nazione di corrotti mentre invece lui è abituato alla rettitudine per antonomasia? Non regge, soprattutto se non ci dai elementi per farla reggere, tipo qualche info in più sul contesto generale. Altra cosa… Se decidi di utilizzare tante nazionalità differenti, caratterizzale, parlano tutti troppo uguale l’uno all’altro. Pollice giù a questo giro per me, mi spiace…
11) Ritorno, di Lorenzo Cadoni
Benvenuto a Minuti Contati! Dunque, nel tuo racconto il tema è presente, ma si basa troppo su una sorpresa finale che sorpresa non è, considerato che il trucco è facilmente individuabile. La narrazione, inoltre, procede un po’ piatta e l’utilizzo di troppi termini tecnici non contestualizzati tende a staccare ancora di più il lettore a livello emotivo. Pollice giù per me a questo giro. Ti attendo il mese prossimo e se nel frattempo vuoi provare a rivedere il testo sulla base dei commenti ricevuti il laboratorio ti aspetta!
12) Lo smaltimento, di Veronica Cani
Purtroppo mi è davvero difficile commentare questo racconto. Ho riscontrato evidenti similitudini con l’episodio “La prova” di “Ai confini della realtà” e di conseguenza devo posizionarti in fondo alla mia classifica. Sia chiaro il fatto che il mio non è un giudizio sulla tua correttezza e che se nessun altro dei tuoi compagni di gruppo ha rilevato la cosa allora vuol dire che quell’episodio non è così conosciuto quanto invece avrei pensato. Detto questo, una riflessione sull’utilizzo del tema te la becchi comunque: non lo si ritrova, a parte il nome del programma di smaltimento. A tutti gli effetti, come in tanti altri casi in questa edizione, il tuo racconto può essere considerato appartenente al genere della fantascienza, ma non sviluppa quel particolare tema. Pollice giù per me. (Resta il fatto che è scritto molto bene).4 ottobre 2015 alle 21:12 in risposta a: Gruppo DARK TOWER: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11599Eccomi. Doverosa una riflessione iniziale. Ci sono tre parametri da rispettare: TEMA, CARATTERI e TEMPO. Se si sfora in uno dei tre è giusto essere penalizzati. Come dice Tonani, contest come Minuti Contati devono essere palestra per abituarvi ai committenti e se qualcuno vi paga per avere MELA non potete dargli PERA, anche se ben confezionata. Poi il discorso sul tema è complesso e qualcuno può vederlo anche dove non è evidente, l’importante è che poi lo si giustifichi. Personalmente mi faccio sempre la domanda: se non sapessi il tema a priori, riuscirei a desumerlo dalla lettura del racconto? E poi: il racconto è costruito effettivamente su quella tematica? In base alla risposta a entrambe le domande prendo una decisione MIA e poi mi ci attengo.
Ecco a voi la mia classifica, bravi a tutti.
1) Fiori per te, di Flavia Imperi
Tema preso in pieno, un bel racconto su esplorazioni interplanetarie. Non serve l’approfondimenti, quello che conta è il sense of wonder e qui ce n’è parecchio. Non mi convince solo la reiterazione della frase finale, bastava fermarsi a “Cioccolatini”. Un pollice SU per me, a parte qualche formulazione diversa qua e la mi sembri funzioni tutto per bene.
2) La soglia di vetro, di Simone Cassia
Trattazione molto originale del tema, anche se tendi a ripeterlo troppe volte, quasi volessi convincere il lettore del fatto che l’hai rispettato. Il giochetto s’intuisce da subito, pertanto ritengo il finale accessorio, quasi di troppo. L’invito è a cercarne uno più elegante, ma non fraintendermi: utilizzo il termine elegante nel senso di trovare qualcosa meno diretto, che non esista solo per spiegare ciò che si era già capito. Pollice quasi su, non totalmente per questo problemino che ti ho sottolineato.
3) Il mostro nel cassonetto, di Sara Tirabassi
Tema rispettato e fondante il racconto, nel senso che la storia si crea proprio intorno all’esistenza dell’altro universo che quindi non è semplice immagine inserita per stare nei parametri. Davvero molto buona l’idea, il pollice sarebbe totalmente su non fosse per alcuni ritocchi che vanno fatti: il messaggio frammentato va migliorato e, utilizzando qualche carattere in più, va data qualche informazione. Il laboratorio ti aspetta, mi raccomando.
4) La discarica, di Maria Rosaria Del Ciello
Un solo problema in questo racconto, ma determinante: va bene mantenere la situazione nell’indeterminato, però qualche particolare in più sarebbe servito per contestualizzare meglio. Il tema è presente in questa realtà straniante ed è richiamato nell’accenno al rifornimento di madri in universi alternativi. Il pollice è tendente all’alto, ma con qualche tocco qua e là non faticherai ad arrivare alla vetrina del sito.
5) Miss W. E il Dottor C., di Bepper Roncari
Un altro universo parallelo al nostro fatto di oggetti inanimati che possono andar fuori di testa e allora ecco che per ogni problema c’è la sua soluzione. Racconto brillante, bizzarro e in certa parte non sense. Mi è sfuggita la seconda lettura, quella da te rivelata in una risposta, non mi sembra arrivi. Un esercizio riuscito, divertito cui però manca qualcosa, una maggiore profondità, quella che hai cercato di dare e che forse con una revisione potresti riuscire a imprimere. Un pollice tendente all’alto per me.
6) Zwitter, di Chiara Rufino
Un’interpretazione del tema davvero interessante, molto sottile, ma ben inserita, mi è piaciuta. Un grande difetto, la chiusa: si legge aspettando qualcosa che non arriva, tutto procede liscio, anche troppo alla fine la sensazione che lascia è di incompleto. Il pollice rimane sul positivo, sostanzialmente, ma in fase di revisione, magari nel laboratorio, potresti pensare di dargli una conclusione diversa. In alternativa, e forse più fattibile, potresti giocare fino alla fine con il dubbio che la borsa sia di e per sua moglie e che lui gliela stia portando per poi assistere al suo spettacolo. E allora al suo arrivo al locale potrebbe esserci lei ad aspettarlo, li fai entrare insieme continuando a mantenere l’incertezza magari facendoli dialogare sul fatto che ci sia Marlene e poi zac, a spogliarsi è lui e arriva Lola e disveli il tutto. Che ne dici?
7) Io no, di Alessia Sagnotti
Benvenuta a Minuti Contati! Noto diverse problematiche legate alla prima partecipazione: refusi sparsi e qualche incoerenza logica che con una revisione più attenta rispetto alla stesura con l’acqua alla gola si può aggiustare. Il tema c’è, andrebbe amalgamato meglio con il tutto, nel senso che ci presenti i due protagonisti in questo corridoio tra gli alternativi così, a priori. Con qualche carattere in più ritengo si possa equilibrare. Il finale è ottimo. Pollice ni per il momento, ma il laboratorio ti aspetta e spero di rileggerti anche il mese prossimo.
8) Effetto oblio, di Ophelia
Si legge molto bene, si percepisce bene che la fantascienza scorre potente tra queste righe. Il tema c’è, siamo evidentemente in un altro universo. Sfugge alla comprensione la logica sottesa al mandare a valutare gli effetti di un fenomeno che già è stato definito “oblio”, nel senso che, logicamente, ciò che ne sortirà sarò una perdita di memoria. Serve qualcosa di più, una diversa struttura. Il laboratorio ti aspetta. Per il momento il pollice sta sul ni più per la questione irrisolta nella storia raccontata che per altro. Mi raccomando, ti aspetto. Cioè, Spartaco ti aspetta, però una volta là puoi tranquillamente chiamarmi e arrivo.
9) It’s a small world, di Linda De Santi
Racconto molto godibile e divertente con un grande difetto: senza conoscere il tema a priori è impossibile determinarlo. Più che un altro universo, quello tratteggiato qui sembra uno dei tanti possibili futuri della Terra. Ribadisco che il tema dev’essere rintracciabile a prescindere dal conoscerlo, qui purtroppo non è così. Non fuori tema del tutto, accetto in parte la spiegazione di Linda, ma troppo forzato. Pollice ni pertanto, media tra il giù delle mie riflessioni di cui sopra e il su con cui valuto il racconto in assoluto al netto del tema. Pertanto, nel caso in cui non si qualifichi per la fase finale con Sosio, ammetto direttamente il racconto alla vetrina del sito perché, al netto di quanto detto, l’ho trovato davvero divertente e ben congegnato.
10) Sarà un ragazzo bellissimo, di Stefano Pastor
Stesso problema sul tema che ho riscontrato nel racconto di Linda De Santi, anche qui è più un futuro possibile che un altro universo. Se dovessi accettare l’utilizzo del tema in un contesto simile allora anche qualunque secondo che passa ci porterebbe in un altro universo, concezione accettabile, ma troppo allargata e andrebbe comunque argomentata. Detto questo, idea molto interessante e racconto da pollice quasi su, anche se la mia valutazione ufficiale è pollice ni, dovendo tenere conto della problematica derivata dall’inserimento del tema. Rispetto a quello della De Santi, che ho ammesso direttamente alla vetrina del sito, qui serve una fase di revisione perché spesso e volentieri non si capisce chi sia entrato in scena, a chi si rivolgano i personaggi… Un esempio per tutti: quando entra in scena l’infermiera, la madre guarda il bambino e il lettore non comprende cosa stia succedendo.
11) La tragica fine del signor Adami, di Diego Ducoli
Stesso discorso fatto per i racconti di Linda e di Stefano: qui siamo di fronte a un futuro possibile e non a un altro universo. Tema non rispettato, quindi e racconto che scende inevitabilmente nella mia classifica. Pollice ni perché al netto del tema è un racconto godibile e anche divertente con in più un’idea interessante a sorreggerlo. Vanno risolte alcune questioni logistiche, tipo quella delle eventuali nuove nascite rese impossibili da un sistema che si autorigenera, ma che potresti risolvere limitando il procedimento alle sole classi ricche. Inutile dirlo: il laboratorio ti aspetta.
12) Il nuovo mondo, di Valter Carignano
Racconto che, a mio parere, soffre particolarmente il limitato numero di caratteri. Senza sapere il tema dell’edizione credo che faticherei a dargli una chiave di lettura sicura mentre invece sapendo che si doveva trattare di altri universi lo si riesce subito a decifrare. Ecco, il mio pollice giù è giustificato proprio da questo, manca qualcosa per renderlo fruibile a tutti e lo stesso tema lo si riscontra solo se lo si conosce a priori. Per il resto, solita prosa più che buona e lettura decisamente piacevole. Ottimo anche come inizio di un qualcosa di più articolato.
13) Anche i personaggi nel loro piccolo s’incaxxano, di Eleonora Rossetti
Idea molto buona, quasi geniale, non mi convince la realizzazione. Per come è impostato, tutto quanto precede il finale dovrebbe essere scritto da Luca, ma a quel punto il gioco non regge. Manca lo stacco tra lo scritto e il pensato dai personaggi, serve una pensata per rendere chiaro al lettore che i pensieri degli stessi non sono dettati dallo scrittore. Probabilmente è sbagliata l’impostazione, invece di strutturarlo sul finale a sorpresa potrebbe essere più efficace svelare da subito l’arcano per poi giocarci, a quel punto sì, sopra senza che ci possano essere fraintendimenti. Pollice giù per me, ritengo che il racconto non sia nella sua forma ideale.4 ottobre 2015 alle 12:21 in risposta a: Gruppo FRINGE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11594Buon livello. Tre pollici SU di cui uno assegnato a un racconto fuori tema che, di conseguenza, nella mia classifica è scivolato giù. Ci sono tre parametri da rispettare: TEMA, CARATTERI e TEMPO. Se si sfora in uno dei tre è giusto essere penalizzati. Come dice Tonani, contest come Minuti Contati devono essere palestra per abituarvi ai committenti e se qualcuno vi paga per avere MELA non potete dargli PERA, anche se ben confezionata. Poi il discorso sul tema è complesso e qualcuno può vederlo anche dove non è evidente, l’importante è che poi lo si giustifichi. Personalmente mi faccio sempre la domanda: se non sapessi il tema a priori, riuscirei a desumerlo dalla lettura del racconto? E poi: il racconto è costruito effettivamente su quella tematica? In base alla risposta a entrambe le domande prendo una decisione MIA e poi mi ci attengo.
Ecco a voi la mia classifica, bravi a tutti.
1) Lapidbook, di Marco Roncaccia
Un racconto geniale anche nel suo svilupparsi che, fra una risposta e l’altra, riesce a dipingere anche una trama laddove sembrava esaurirsi tutto nello spunto. Il tema è ovviamente preso e ben declinato e il pollice non può che essere SU.
2) Susy, di Andrea Viscusi
Un “altro universo” fantasticato, una fuga dalle sconfitte della vita, un appiglio cui aggrapparsi per poter, nonostante tutto, sorridere. L’interpretazione del tema mi ha soddisfatto, richiamato, ma non così diretto, interpretato in modo delicato e sostanzialmente originale. Non ho cercato corrispondenze con la fisica, erano chiaramente un pretesto del protagonista, che ho inteso da subito come giovane studente e non come fisico, per rinforzare le proprie ipotesi. Ho apprezzato anche il mancato utilizzo di segni grafici per il dialogo, l’ho trovata una scelta coraggiosa e interessante per mantenere un senso d’intimità con i pensieri del ragazzo. Un pollice SU per me.
3) Il canto della sirena, di Alberto Della Rossa
Premio le intenzioni a scapito di una realizzazione che, una volta tanto (capita anche a te) presenta molte lacune. Il tema è preso letteralmente, la nave è diretta verso un altro universo, sconosciuto, dominato, per quanto ne possiamo sapere, dal tutto, anche da un Dio che lei, nella sua follia acquisita vede e percepisce e che, come canto di sirene, segue fino alla fine, di lei e del proprio equipaggio. Ecco, qui sta il problema: riesci a rendere molto bene il silenzio, la situazione di attesa, di stasi, ma non è, a mio avviso, sufficientemente tratteggiato il passaggio alla follia dell’IA, lo vedo brusco e sicuramente qualche migliaio di caratteri in più ti avrebbe aiutato. Un pollice tendente all’alto per me, necessita sicuramente di revisione sulla forma (maschili e femminili a random) e di uno studio più preciso sugli equilibri interni per raggiungere il massimo risultato (che comunque intravedo). Potenzialmente un capolavoro.
4) Gli esseri dell’altro mondo, di Raffaele Marra
Qui il tema è declinato in senso metaforico, l’altro universo è inteso come altra parte di mondo distante sia nello spazio che nella sua essenza: in tutto e per tutto due diversi universi che tali appaiono agli occhi di un bambino. Ho apprezzato la finezza, non richiamata direttamente, della dinamica dell’incidente occorso evidentemente, come tante volte sta accadendo in quella parte di mondo, in prossimità della salvezza, nel momento in cui viene avvistata una nave di soccorso (non è specificato, ma non può essere diversamente vista l’immediata presenza di soccorritori). Punto in meno per quel “esseri ostili” che appare davvero forzato e semplice mezzo per prolungare ancora un po’ l’incertezza del contesto. Certo, il tema molto attuale può provocare reazioni svariate e io stesso tenderei a declinarlo in altro modo, ma ognuno è portatore di una diversa sensibilità e sarebbe interessante mettere insieme un tot di racconti sulla tematica specifica per dare risalto a svariati punti di vista, è un tipo di progetto che sto accarezzando da tempo e di cui magari potrei parlare nei prossimi mesi. Allo stato attuale un pollice tendente all’alto per quel piccolo grande inciampo che ti ho sottolineato.
5) Anita dall’impermeabile giallo, di Marina Usai
L’altro universo, quello dentro ognuno di noi, quell’insieme di percezioni che convergono verso un punto (noi stessi) e che, inevitabilmente, contribuiscono a dipingere infiniti mondi diversi. Non ho inteso questa bambina come disabile, ma come bambina e basta. Non ritengo ci siano gli elementi per definirla portatrice d’handicap, ma di sicuro, considerata l’assenza dei genitori, ha un’anima ferita che in qualche modo si è adattata, da lì la sua diversità con tutto quello che ne consegue in termini sociali. Per me un pollice tendente all’alto perché la lettura è infarcita di colori, di sensazioni e il tutto è coerente. Non totalmente su perché si poteva fare qualcosa di più, definire meglio la situazione.
6) La realtà inventata, di Luigi De Meo
Benvenuto a Minuti Contati! Tema rispettato, racconto che procede tranquillo e ben condotto, ma che incide poco, nel senso che lo schema è abbastanza standard e chi è avvezzo a questa tipologia di racconto scopre il trucco troppo presto e, pur apprezzandolo, non può di sicuro rimanerne colpito. Descrizione della battaglia ben resa, manca forse una semina di informazioni durante la stessa che avrebbero potuto dare una svolta al tutto. Un pollice timidamente tendente verso l’alto, si vede che ci sai fare, ma devi osare di più. T’invito a ripresentarlo nel laboratorio e spero di rileggerti anche il mese prossimo.
7) Noi due, di Marina Di Paola
Un racconto scritto indubbiamente bene, il problema semmai è nel suo non riuscire a ribaltarsi: la direzione è segnata e va fino in fondo, non ci sono sussulti e il messaggio stesso non penso si possa facilmente condividere. Detto questo, il tema c’è e quello che deve fare il racconto lo fa, non ci sono errori evidenti. Difficile valutarlo, davvero. Tengo il pollice sul ni perché, alla fine, con la protagonista si empatizza poco, tutto rimane troppo distante dal lettore. Il mio invito è di rivederlo proprio concentrandoti di più sul fare empatizzare il lettore. Direi che il laboratorio ti aspetta!
8) Hearthole, di Giulio Marchese
Un buon racconto di genere che si fa leggere volentieri. S’ingarbuglia però parecchio nella parte centrale, sarebbe servita una fase di revisione più accurata. Sull’inglese maccheronico non mi espongo, non mi ha infastidito, l’ho trovato plausibile tra un italiano e un tedesco. Un po’ ingenua la scelta della Nasa, non è determinante, anche se si parla di buchi neri. Sul titolo non mi espongo, l’ho inteso come buco nero nel cuore della Terra. Un pollice NI per me, dettato dal fatto che un racconto di questo tipo per essere funzionale non deve presentare problematiche che ne rallentino la lettura. Con una revisione accurata, però, non penso tu abbia da faticare a superare la fase del Laboratorio.
9) Giorno di mercato, di Alexandra Ficher
Edizione dopo edizione, noto un bel miglioramento. Il contesto rimane il tuo forte, anche se fatichi ancora a seminare correttamente nel corso del testo. Mancano alcune importanti connessioni tra gli eventi che potrebbero chiarire meglio le situazioni che narri. I personaggi sono vivi. Un consiglio: sei sempre tra le prime a consegnare, la prossima volta dai maggior risalto alla fase di revisione. Ti assicuro che rileggendo ad alta voce ti renderesti quanto meno conto delle parti in cui la lettura tende a incriccarsi e probabilmente anche dei buchi narrativi, tempo per aggiustare ne hai. Un pollice NI per me.
10) L’anello più importante, di Andrea Partiti
Tema sicuramente centrato e gli altri universi sono quelli temporali, mi ha ricordato molto Fringe (del resto sei proprio nel gruppo denominato in suo onore). Una cosa non riesco proprio a digerirla: fanno esperimenti, stanno organizzando questa cosa grandiosa e cia cia cia e pa pa pa e poi non mettono un microfono nella stanza? Parlo ovviamente delle autorità. Mi sembra un particolare che hai trascurato e che toglie molta verosimiglianza a tutto il dialogo perché lo stesso si basa sul fatto che non vengano ascoltati. Per il resto, tutto è molto freddo, asettico, davvero in modo eccessivo e i richiami tecnici allontanano anziché interessare. Un pollice ni questa volta per me, il mio invito è a ripresentarlo nel laboratorio, assolutamente.
11) La vecchia villa misteriosa, di Nicoletta Fanuele
Ciao Nicoletta e benvenuta a Minuti Contati. Come avrai avuto modo di notare, qui c’è gente schietta e diretta, spero non ti abbiano spaventata e che tu possa tornare a battagliare nell’Arena. Ma parliamo del tuo racconto. Regge fino all’ingresso in scena del manoscritto, crei attesa, la lettura è intrigante. Da lì in poi però acceleri e perdi il controllo e il tutto, davvero, diviene molto simile a una fredda telecronaca che tende a spegnere l’interesse appiattendo la storia. Credo che tu sia stata presa dalla frenesia dei Minuti Contati e che ti sia ritrovata a dover chiudere senza poter controllare. No problem, capita a tutti. Per quanto detto il pollice è giù, ti attendo per il prossimo mese!
12) Speck spray, di Fernando Nappo
Racconto molto divertente, con tanti piccoli refusi sparsi, in cui però non riesco a riscontrare il tema. Ho letto la tua spiegazione, ma se facessi l’operazione che faccio di solito (e l’ho fatta) e provassi a mettermi nei panni di un lettore che nulla sa del contest (e quindi neppure del tema) non sarei riuscito a intuirlo, ma neppure mi sarei avvicinato. Pertanto, nonostante abbia apprezzato l’impianto, questo è purtroppo uno di quei casi in cui sono costretto a fare scivolare verso il basso il racconto e valutarlo insieme agli altri che non considero in tema o così chiari da esporlo senza creare dubbio alcuno. Pollice giù per quanto riguarda la gara, pollice su per quanto riguarda il racconto che quindi, al netto di quei refusi che si correggono in un amen, decido di ammettere direttamente alla vetrina del sito anche nel caso non arrivasse nei primi cinque e quindi fra gli ammessi alla fase finale (occhio, non è un’ammissione alla finale, per quella contano i valori venuti fuori dal contest, ma alla pubblicazione sul sito).
13) Il vecchio fienile, di Luchiastro
Ciao e benvenuto a Minuti Contati! Lo stile è buono, mi piace. Dimostri controllo, bene. Perché sei così in basso nella mia classifica? Perché senza la lettura delle tue risposte successive al racconto, davvero, mi sarebbe mancata la chiave di lettura e, di conseguenza, non avrei neppure riscontrato il tema. Troppo simbolismo, devi lanciare qualche àncora in più al lettore. E troppi tre figlioli, portali a due, anche se penso che anche con uno solo potresti raggiungere lo scopo con in più il risultato di avere uno spazio maggiore per seminare meglio. Allo stato attuale è un pollice giù, ma t’invito a rielaborarlo nel laboratorio perché credo meriti davvero. Sono inoltre curioso di rileggerti, ci rivediamo il prossimo mese?29 settembre 2015 alle 11:30 in risposta a: Unofficial FARFA EDITION: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #113621) J. & J.J., di Flavia Imperi
Racconto che ha bisogno di una revisione in alcuni punti focali. Cerchi di tenere nascosto fino alla fine l’amore omosessuale, o perlomeno questo si desume da come lo presenti nel finale, ma con quel “tipo” già sveli il tutto al lettore. Quella frase “è ora di accettare la realtà” sembra uno spiraglio a un rilancio futuro del protagonista, ma si brucia gli abiti e si tuffa nell’oceano… Mmh, perché a quel punto bruciare anche la foto? Non poteva portarsela appresso? I colori, le sensazioni ci sono tutte e le trasmetti al lettore, è il tuo talento, ma la forma finale mi è arrivata confusa e irrisolta. Inoltre la questione dei nomi aggrava il tutto perché, anche quelli, li tieni nascosti fino alla fine per poi svelare questo Gesù/Giuda che non trova alcuna motivazione nel testo, arriva per scena, non risulta tematizzata. Pollice NI a questo giro. E direi che il laboratorio ti aspetta…
2) Mercurio, di Daniele Picciuti
Paradossalmente, ho la sensazione che sia troppo lungo per quel che racconta. Non esserti dato dei limiti ti ha portato a non ottimizzare e le informazioni non mi sembrano correttamente seminate. Un mare di mercurio, bene. Ogni anno avanza, da dove? Perché non ovunque? Ci sono delle zone che si salvano, si suppone le più sopraelevate, ma non lo specifichi e sarebbe stato necessario. Un culto, bene. Mi sfugge la funzione del tutore, accompagnarli verso la morte? A che pro? Poi c’è un poco velato respiro da certi urban fantasy moderni, da Maze Runner a Hunger Games, lo stesso nome “La fioritura” richiama quelle dinamiche. Troppa roba, avresti dovuto comprimere di più e organizzare meglio le informazioni internamente. Per me un pollice NI, il consiglio è di provare a spremerlo in una dimensione più ridotta e vedere che ne esce
3) Sunrise, di Marco Roncaccia
Davvero molto buono fino al finale, ma il fatto che il vampiro sia ancora in fase digestiva e pertanto debole e soggiogabile anche da una ragazzina arrapata rimane nelle tue intenzioni e non arriva al lettore. Potevi mostrarci una ragazza attirata dal gotico (tanto per rendere accettabile il suo arrapamento anche di fronte alla figura attempata del vampiro), potevi mostrarci un loro dialogo (tanto per farci capire come lui potesse essere caduto nella sua tela), dovevi assolutamente sottolineare con maggior forza quanto lui fosse debole dopo aver mangiato (e ormai inadeguato ai tempi). Ti esorto tantissimo a riprenderlo e a cercare di dargli una sistemata, l’idea merita un sacco (magari cambia il nome di lei che troppi lettori potrebbero cercare convergenze con Twilight). Per il momento è un pollice NI.
4) Proporzioni, di Polly Russel
Ciao Polly e benvenuta a Minuti Contati!
Utilizzi il termine mani.. Le formiche hanno le palpebre per chiudere gli occhi? Le formiche non hanno i polmoni. In questo racconto Disney si fa dramma, ma personalmente non posso accettare (anche se si evoca Disney) l’utilizzo di termini umani per nascondere una sorpresa finale che sorpresa non è perché si intuisce abbastanza presto dove si andrà a parare così che la conclusione, più che a sorpresa, giunge quasi scontata. Mi spiace, ma l’impostazione stessa del racconto per me è sbagliata ed è un peccato perché è scritto molto bene. Il fatto è che rompi il patto con il lettore introducendo termini inappropriati per cercare di nascondere le tue intenzioni e inoltre non c’è nulla di nuovo o che non abbia già letto decine e decine di altre volte (questa tipologia di racconto è un po’ come quella in cui mettiamo un Dio bambino che crea un mondo o roba simile, alla fine ne abbiamo tutti, chi più chi meno, una nel cassetto che puntualmente s’è andata a schiantare con la realtà dei fatti: la totale non originalità dell’impostazione). Per me un pollice giù proprio per queste due falle che ritengo particolarmente gravi. E provarlo a riscrivere cercando di metterti, davvero, dalla parte delle formiche? Qui su MC abbiamo una sezione denominata laboratorio che serve proprio per uno scambio svincolato dal contest.
5) Tutto è relativo, di Valeria Imperi
Ciao Valeria e benvenuta a Minuti Contati!
Dunque, il racconto nel tuo testo s’intravede nelle ultime righe, tutto quanto precede lo utilizzi come pretesto per una riflessione che diviene flusso di pensiero teso a creare il terreno per un finale che dovrebbe giungere inaspettato non fosse che il lettore se lo può immaginare con largo anticipo facendo venire così a mancare l’effetto sorpresa. La forma è buona, sullo stile non posso esprimermi perché, appunto, trattasi di non racconto. Il consiglio giusto te lo ha dato Daniele: devi seminare all’interno del testo. Anche fare assumere alla protagonista degli atteggiamenti non consoni potrebbe essere una via, farla agire come una fuori di testa, mostrare l’anarchia che precede il nulla. C’è da lavorarci, ma il laboratorio esiste per quello e Flavia saprà indicarti la strada, se lo vorrai. Per quanto riguarda il mio giudizio il pollice è giù. Ti aspetto nelle prossime edizioni di Minuti Contati!Lo so che in passato hai partecipato, ma ti manca ancora la nuova formula con le Guest Star e la loro fase finale 😉
Ti posso attendere anche lì? 😀Le mani avrebbero lasciato il segno anche senza i polmoni, te l’assicuro. 😉 Sui racconti brevi, ti assicuro che possono ambire a ben oltre e ci sono degli esempi sul sito che possono dimostrartelo (ma in ogni edizione ormai, fatti un giro il mese prossimo, mi piacerebbe partecipassi almeno una volta)
Davvero molto buono fino al finale, ma il fatto che il vampiro sia ancora in fase digestiva e pertanto debole e soggiogabile anche da una ragazzina arrapata rimane nelle tue intenzioni e non arriva al lettore. Potevi mostrarci una ragazza attirata dal gotico (tanto per rendere accettabile il suo arrapamento anche di fronte alla figura attempata del vampiro), potevi mostrarci un loro dialogo (tanto per farci capire come lui potesse essere caduto nella sua tela), dovevi assolutamente sottolineare con maggior forza quanto lui fosse debole dopo aver mangiato (e ormai inadeguato ai tempi). Ti esorto tantissimo a riprenderlo e a cercare di dargli una sistemata, l’idea merita un sacco (magari cambia il nome di lei che troppi lettori potrebbero cercare convergenze con Twilight). Per il momento è un pollice NI.
Ciao Polly e benvenuta a Minuti Contati!
Utilizzi il termine mani.. Le formiche hanno le palpebre per chiudere gli occhi? Le formiche non hanno i polmoni. In questo racconto Disney si fa dramma, ma personalmente non posso accettare (anche se si evoca Disney) l’utilizzo di termini umani per nascondere una sorpresa finale che sorpresa non è perché si intuisce abbastanza presto dove si andrà a parare così che la conclusione, più che a sorpresa, giunge quasi scontata. Mi spiace, ma l’impostazione stessa del racconto per me è sbagliata ed è un peccato perché è scritto molto bene. Il fatto è che rompi il patto con il lettore introducendo termini inappropriati per cercare di nascondere le tue intenzioni e inoltre non c’è nulla di nuovo o che non abbia già letto decine e decine di altre volte (questa tipologia di racconto è un po’ come quella in cui mettiamo un Dio bambino che crea un mondo o roba simile, alla fine ne abbiamo tutti, chi più chi meno, una nel cassetto che puntualmente s’è andata a schiantare con la realtà dei fatti: la totale non originalità dell’impostazione). Per me un pollice giù proprio per queste due falle che ritengo particolarmente gravi. E provarlo a riscrivere cercando di metterti, davvero, dalla parte delle formiche? Qui su MC abbiamo una sezione denominata laboratorio che serve proprio per uno scambio svincolato dal contest 😉Paradossalmente, ho la sensazione che sia troppo lungo per quel che racconta. Non esserti dato dei limiti ti ha portato a non ottimizzare e le informazioni non mi sembrano correttamente seminate. Un mare di mercurio, bene. Ogni anno avanza, da dove? Perché non ovunque? Ci sono delle zone che si salvano, si suppone le più sopraelevate, ma non lo specifichi e sarebbe stato necessario. Un culto, bene. Mi sfugge la funzione del tutore, accompagnarli verso la morte? A che pro? Poi c’è un poco velato respiro da certi urban fantasy moderni, da Maze Runner a Hunger Games, lo stesso nome “La fioritura” richiama quelle dinamiche. Troppa roba, avresti dovuto comprimere di più e organizzare meglio le informazioni internamente. Per me un pollice NI, il consiglio è di provare a spremerlo in una dimensione più ridotta e vedere che ne esce 😉
“un viaggio in pullman a fianco a un tipo che non era mai stato il suo”, qui mi sembra chiaro che sia inteso di genere maschile e se così non fosse, a parte che già la formulazione non è bella di suo, beh, allora sarebbe orrida 😉
Detto questo, questo amore che va oltre il giudizio superficiale non arriva proprio, mi spiace. Rimane tutto molto alla superficie. So che posso essere odioso nel ribadirlo, ma sono un convinto assertore del fatto che i racconti non vadano mai letti a freddo, motivo per cui la sera dell’ultimo contest ho frenato chi, appena consegnato, stava prodigandosi in elogi reciproci.
E poi io sono qua per disegnare mappe del tesoro, mica per elargire dobloni, che con la crisi si fa pure fatica a trovarli e li si deve distribuire con maggiore oculatezza 😉Racconto che ha bisogno di una revisione in alcuni punti focali. Cerchi di tenere nascosto fino alla fine l’amore omosessuale, o perlomeno questo si desume da come lo presenti nel finale, ma con quel “tipo” già sveli il tutto al lettore. Quella frase “è ora di accettare la realtà” sembra uno spiraglio a un rilancio futuro del protagonista, ma si brucia gli abiti e si tuffa nell’oceano… Mmh, perché a quel punto bruciare anche la foto? Non poteva portarsela appresso? I colori, le sensazioni ci sono tutte e le trasmetti al lettore, è il tuo talento, ma la forma finale mi è arrivata confusa e irrisolta. Inoltre la questione dei nomi aggrava il tutto perché, anche quelli, li tieni nascosti fino alla fine per poi svelare questo Gesù/Giuda che non trova alcuna motivazione nel testo, arriva per scena, non risulta tematizzata. Pollice NI a questo giro. E direi che il laboratorio ti aspetta… 😉
Ciao Valeria e benvenuta a Minuti Contati!
Dunque, il racconto nel tuo testo s’intravede nelle ultime righe, tutto quanto precede lo utilizzi come pretesto per una riflessione che diviene flusso di pensiero teso a creare il terreno per un finale che dovrebbe giungere inaspettato non fosse che il lettore se lo può immaginare con largo anticipo facendo venire così a mancare l’effetto sorpresa. La forma è buona, sullo stile non posso esprimermi perché, appunto, trattasi di non racconto. Il consiglio giusto te lo ha dato Daniele: devi seminare all’interno del testo. Anche fare assumere alla protagonista degli atteggiamenti non consoni potrebbe essere una via, farla agire come una fuori di testa, mostrare l’anarchia che precede il nulla. C’è da lavorarci, ma il laboratorio esiste per quello e Flavia saprà indicarti la strada, se lo vorrai. Per quanto riguarda il mio giudizio il pollice è giù. Ti aspetto nelle prossime edizioni di Minuti Contati!25 settembre 2015 alle 9:12 in risposta a: Gruppo HIGH CASTLE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11144Vastatio, perfavore, sistema la tua classifica che altrimenti dovrò farlo io…
23 settembre 2015 alle 22:49 in risposta a: Gruppo HIGH CASTLE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #10986Comunico il ritiro di Stefania Fiorin e del suo “Talìle”. Non inserite il suo racconto nelle vostre classifiche, provvederò a toglierlo io da quelle già pubblicate.
Buona continuazione a tutti!7 settembre 2015 alle 23:23 in risposta a: Gruppo UBERTI: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #10627In questo gruppo ho assegnato ben SEI pollici SU, non credo sia mai successo. Domattina vi comunicherò la classifica finale con i quattro ammessi, vi dico fin d’ora che c’è anche un racconto selezionato direttamente per la vetrina del sito. Davvero tanti complimenti a tutti e un invito a chi ancora non è ammesso al sito a rivedere il proprio racconto sulla base dei commenti ricevuti e a ripostarlo nel laboratorio, vi voglio tutti pubblicati entro la prossima edizione e visto che non manca molto, beh, dateci dentro!
1) “Invisible man”, di Adriano Muzzi
Bello. Poco da aggiungere, il racconto mi ha soddisfatto. Riesci a trattare un argomento delicato con ironia, a nascondere il gioco senza prendere in giro il lettore e a lasciarlo piacevolmente stupito e con in più qualcosa su cui riflettere. Bravo. Pollice SU, senza ombra di dubbio.
2) Colpevole di non esistere, di Francesco Nucera
Ma che bello! Ecco, non dovrei lasciarmi andare a tali manifestazioni, ma qui riesci a mantenere il ritmo dall’inizio alla fine senza mollare mai e anzi riuscendo a rilanciare costantemente. Un netto passo avanti rispetto agli ultimi mesi, sei tornato ai livelli che ti hanno permesso di aggiudicarti la Tonani Edition. Null’altro da aggiungere, ovviamente pollice SU per me.
3) L’amante invisibile, di Serena Aronica
Epperò… Nulla da dire o da obbiettare, il racconto funziona. Non ci vedo grossi punti deboli e il giochino del tenere celata la sorpresa fino alla fine tiene e risulta efficace. Anche il tema è ben preso. Il pollice è ovviamente su. Un racconto coraggioso che può colpire duro, ma che non posso non promuovere per come sei riuscita a realizzarlo. Brava.
4) L’essenziale, di Beppe Roncari
Un racconto decisamente affascinante, una riflessione sulla vista, su ciò che è e su ciò che appare, il tutto condito da un po’ di sano spirito pionieristico tipico dell’essere umano. Forse pecca di, paradossalmente, eccessivo controllo, nel senso che per certi versi non arriva dritto al cuore, ma la prova e senz’altro valutabile con un pollice SU, bravo.
5) Le stringhe di Ermete, di Valter Carignano
Un racconto scritto con grande maestria e ancora maggiore controllo. Come unico punto debole ci vedo un’idea forse non innovativa (tutte e cinque le stagioni di FRINGE sono basate su questo concetto, ma non è il solo esempio). Perfezione stilistica, non vedo altri punti deboli, pollice SU meritato.
6) Un attimo, per sempre, di Vilma Cretti
Struggente. Idea ottima, realizzazione molto efficace. Mi è piaciuto anche se penso possa fare un passo ulteriore. Per praticamente tutto il racconto attendiamo l’inevitabile con questo padre che si dispera per quanto immagina. Il fatto è che il lettore non “sente” Giorgia. Aggiungerei degli inserti, brevissimi, quasi dei flash, sui ricordi che il padre ha di lei, sullo stile della vita che ci scorre davanti agli occhi quando subiamo un trauma importante, solo che in questo caso si ripercuote su un osservatore. In questo modo potresti rendere davvero partecipe il lettore del dramma immane che si sta per consumare. Pollice su, ma t’invito a provare a postare una versione riveduta nel laboratorio proprio tesa a questo obbiettivo. Se il risultato non fosse quello sperato, la mia intenzione è di promuovere direttamente questa versione alla vetrina del sito, anche in caso tu non passi il turno.
7) Ombre, di Maria Rosaria Del Ciello
Racconto scritto molto bene, ma la lettura di una tua risposta mi ha portato a pensare che ci sia qualcosa che non vada. Tu sostieni che il dottore sia il diavolo e si sia portato via la moglie quando io ci ho visto un uomo, il protagonista, caduto in depressione (e quindi l’ombra diventa una metafora del suo male), un male invisibile incompreso da chi lo circonda, compresa la moglie che resiste fin quando riesce, ma che alla fine lo abbandona a se stesso. Non preoccuparti, la posizione in classifica non è influenzata dal tuo commento perché ti avrei comunque chiesto di rivederlo per declinare il tutto in modo meno vago (qualcosa già mi sfuggiva). Al momento è un pollice ni tendente all’alto, ma il laboratorio e i suoi 2000 caratteri in più ti aspettano. Ps: se posso intromettermi e consigliarti, valuterei bene la deriva della depressione.
8) La guerra invisibile, di Flavia Imperi
Racconto molto interessante che lascia il sapore di qualcosa di più grande che sta dentro la tua testa o chissà, magari già scritto in qualche file contenuto sul tuo pc. Non ho molto apprezzato la casualità dell’incontro. Sembra che il gatto abbia incontrato i due ragazzi per caso, anche sulla base di quanto detto dalla strega, e quindi il tutto si riduce a un qualcosa di (s)fortuito che non ha un vero inizio e neppure una vera fine. Più che un racconto, un assaggio. Per me pollice tende ni che però tende forte verso l’alto. Sarebbe bello se tu sfruttassi i 2000 caratteri in più che offre il laboratorio per dirci qualcosa di più e sviluppare una storia più compiuta.
9) Il vecchio e le colombe, di Damiano D’Andrea
Ciao Damiano e benvenuto a Minuti Contati!
Il racconto ha una direzione e la percorre, dimostri controllo. Occhio a utilizzare forme troppo ricercate, a volte è meglio andare dritti al punto, non perdersi in “corbellerie”, come suol dirsi. Di storia c’è poco, un vecchio si occupa dei piccioni e li va a trovare anche durante un temporale, gesto che gli sarà fatale. La svolta avviene nel momento in cui decide di uscire, lo fa perché tanto non avrebbe altro da fare ed ecco che lì sta il cuore del tuo lavoro: questa società mette ai margini coloro che avrebbero più bisogno di attenzioni. L’hai evocato, ma lo hai solo sfiorato. Non basta esplicitare che i passanti non si accorgono di nulla, lo si sa. Serve qualcosa di più e il sottolinearlo direttamente non è la strada più giusta. Dacci sotto, il laboratorio ti attende. Allo stato attuale è un pollice ni, anche se non proprio al 100%.
10) Ritorno a casa, di Alexandra Fischer
Stai migliorando di mese in mese nell’evocare ambientazioni fantasy di grande impatto. Manchi ancora nel collegarci la storia. O meglio, la inserisci troppo bruscamente e d’improvviso il lettore si trova spaesato perché da una narrazione piacevole il tutto diventa ostico e si è costretti a tornare indietro più volte. Riprendi questo testo e legaci meglio intorno la storia, se poi vorrai postarlo nel laboratorio ti basterà evocarmi personalmente e verrò a commentarti. Per il momento il pollice è giù.
11) L’invisibilità, di Omaima Marfoq
La partenza è ottima e mi sono immaginato qualcosa tipo un rastrellamento nazista. Lo stacco successivo è anche ben dosato e ci porta su una protagonista invecchiata che si fa coraggio e rientra in quella casa per affrontare il suo passato e magari recuperare un oggetto perduto. Da lì in poi, però, perdi il controllo, soprattutto dalla boccetta versata con quello strano liquido. Va rivisto, ma devi partire dalla prima parte. A livello di controllo stai migliorando molto, manca il mantenimento della tensione narrativa, ma non dubito che a breve riuscirai a gestire, nel tempo e nel limite di caratteri, l’intera storia. Il laboratorio ti aspetta, mi piacerebbe rileggere una versione più ordinata. Punta la luce su quello che vuoi trasmettere e tienila lì. Occhio ad aggiungere troppi elementi, a volte è meglio togliere che complicare ulteriormente, per quello c’è sempre tempo. Pollice giù, ma netti margini di miglioramento.Un racconto decisamente affascinante, una riflessione sulla vista, su ciò che è e su ciò che appare, il tutto condito da un po’ di sano spirito pionieristico tipico dell’essere umano. Forse pecca di, paradossalmente, eccessivo controllo, nel senso che per certi versi non arriva dritto al cuore, ma la prova e senz’altro valutabile con un pollice SU, bravo.
Un racconto scritto con grande maestria e ancora maggiore controllo. Come unico punto debole ci vedo un’idea forse non innovativa (tutte e cinque le stagioni di FRINGE sono basate su questo concetto, ma non è il solo esempio). Perfezione stilistica, non vedo altri punti deboli, pollice SU meritato.
Ma che bello! Ecco, non dovrei lasciarmi andare a tali manifestazioni, ma qui riesci a mantenere il ritmo dall’inizio alla fine senza mollare mai e anzi riuscendo a rilanciare costantemente. Un netto passo avanti rispetto agli ultimi mesi, sei tornato ai livelli che ti hanno permesso di aggiudicarti la Tonani Edition. Null’altro da aggiungere, ovviamente pollice SU per me.
7 settembre 2015 alle 22:20 in risposta a: Gruppo CAVALCANTI: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #10616Bravi tutti, davvero. Domani posterò la classifica finale del vostro gruppo e avremo i nomi dei quattro classificati per la finale. Vi anticipo che ho anche selezionato un racconto extra per la pubblicazione immediata sulla vetrina del sito. Ma non c’è un solo racconto che non possa ambire alla pubblicazione, quindi dateci sotto con il laboratorio. Gestisce Spartaco, ma nulla vieta che non vi possa passare a commentare anche lì, semmai chiedetemelo per ricordarmelo e io arriverò senz’altro (tanto il mio contatto fb dovreste averlo tutti).
1) Una vita migliore, di Angela Catalini
Un racconto molto potente. Dal Messico agli Stati Uniti ricorda molto quello che le nazioni europee stanno decidendo come affrontare proprio in questi giorni, pur con le dovute differenze. Si parla di gang, di ingiustizie e poi ecco il colpo di machete a troncare ogni speranza e il buono diventa colui che per sopravvivere deve imparare le regole e usarle a sua volta. Un pollice su per me.
2) La coperta sugli occhi, di Andrea Partiti
Ciao Andrea e benvenuto a Minuti Contati!
Direi un esordio con il botto. Un racconto ben scritto e ottimamente controllato. C’è del soprannaturale e alla fine un pizzico d’horror. Forse manca qualcosa sul piccolo protagonista, si esprime troppo bene, dovresti sporcarlo di più per renderlo maggiormente verosimile. Detto questo, un pollice su per me.
3) Ad armi pari, di Cristina Danini
Un racconto molto delicato che regge bene fino alla sua conclusione. Forse alcuni stati fisici associati a Veronica andrebbero limati, un po’ sviante anche la sua ultima frase “Non potrai mai vedermi” perché in quel momento si suppone la stia proprio vedendo, quindi semmai sarà un “Non potrai mai toccarmi”. Detto questo, i caratteri dei tuoi protagonisti sono tratteggiati bene e senza incertezze. Un pollice quasi su non fosse per quei particolari che ti ho sottolineato e che vanno sistemati.
4) Lo specchio infranto, di Roberto Romanelli
Bell’idea, ristorantino interessante. Rilevo una totale mancanza di dialogo a favore del solo narrato e credo sia sempre un errore. La narrazione procede dal punto A al punto B e la necessità di raccontare il tutto porta come conseguenza l’impossibilità di creare dialogo. Se invece tu avessi deciso di farci sentire la coppia parlare, di ricostruire la storia del protagonista pezzo a pezzo disseminando qua e là, beh, il tutto sarebbe stato decisamente più intrigante. Detto questo, allo stato attuale il racconto è comunque di buon livello: parli di lavoro, di mistero, di vendetta e il tutto si legge con piacere. Un pollice tendente verso l’alto, dunque.
5) Il racconto invisibile, di Marco Roncaccia
Un non racconto che ci lascia il retrogusto amaro di una lettura non avvenuta perché dopo il BUONA LETTURA i caratteri probabilmente non erano sufficiente e non ho visto comparire alcunchè. Certo, questo è causato senz’altro dal limite di caratteri da me imposto e credo di non potermela prendere contro altri che non con me. Per questo e sulla parola dico che il pollice è tendente all’alto non foss’altro per la presenza di questo ennesimo Dio bambino che troppe volte incontro in racconti brevi e che ormai ho imparato a disprezzare (il Dio bambino, non Dio).
6) Non si gioca così, di Enrico Nottoli
Riconosco il tuo tratto, il tuo stile, ma qui qualcosa s’intoppa. Forse c’è bisogno di una revisione, manca qualcosa nel protagonista. Il finale è ottimo, lo manterrei. La partenza un po’ meno. Inizialmente ci è poco chiara la condizione di disoccupato, direi più di nullafacente. Dovresti forse seminare già lì, senza essere troppo esplicito, ma cmq seminare. La forza qui è il farsi domande di lui, il quasi criticare chi lo circonda e non vede quando lui stesso si lascia vivere passivamente senza direzione se non quella verso il parchetto. Credo che il testo avrebbe un boost se “in questo mondo di merda” fosse chiaro da subito che il protagonista è attore, paradossalmente, attivo. A quel punto non risparmieresti nessuno e colpiresti in pieno l’obbiettivo. Per il momento pollice tendente all’alto, ma il laboratorio e Spartaco ti aspettano.
7) Chiudo gli occhi e respiro, di Christian Magrì
Struggente, chiude con un colpo in pieno stomaco. Due cose: cerca di dare maggior respiro, anche grafico, ai tuoi testi. Qui e tutto troppo compatto, frasi una susseguente l’altra che, soprattutto nella fase iniziale, faticano a sorreggersi. Seconda cosa: se affronti la questione yoga, fallo fino in fondo. Mi spiego: ok annunciarlo nel primo paragrafo per poi allargare il discorso, ma poi lo riprendi e allora voglio saperne di più, non è sufficiente che tu dica yoga perché il lettore capisca cosa intendi. Altro pollice verso l’alto che posiziono in classifica un po’ sotto ad altri pari voto per le questioni sopra affrontate. Ti attendo nel laboratorio e Spartaco mi terrà informato sulle evoluzioni. 😉
8) Linee immaginarie, di Manuel Piredda
Racconto che affronta una fra le più spinose questioni moderne forse semplificando un po’ troppo, ma non essendo un esperto mollo subito la presa. Si sente il caldo, si sente la sabbia, la metafora è semplice, ma efficace e assolutamente adatta al tema. Finale affrettato, non c’è stato il tempo di sviluppare in toto il rapporto tra i due protagonisti. Un pollice tendente verso l’alto per le sensazioni che riesci a evocare nel lettore.
9) Storia di qualcuno, di Veronica Cani
Ciao Veronica e benvenuta a Minuti Contati!
Un racconto surreale, un protagonista invisibile che vive, ma che non è un fantasma e che continua a vivere anche dopo la morte. Ecco, gli elementi ci sono tutti, ma ho la sensazione che manchi un collante, una direzione. La domanda da porci è: al di là del tema di cui dobbiamo trattare, perché vogliamo raccontare questa storia? Vuole essere un gioco e basta o vuole trasmettere un messaggio? Un divertissement puro e crudo o ambire a vette più elevate? Qui non sono riuscito a trovare, nel testo, un quid che andasse oltre il fatto che tu dovessi scrivere un racconto sul tema “L’invisibile”. Detto questo, il giudizio è comunque positivo e il commento è dovuto per giustificarti perché, a parità con altri, ho dovuto metterti sotto. Pollice tendente all’alto e ottimo esordio. Il laboratorio ti aspetta, prova a ripresentare lì il testo rivedendolo alla luce dei commenti che hai ricevuto.
10) Gli occhiali di Dewey, di Sara Tirabassi
Ciao Sara e benvenuta a Minuti Contati!
Più che un racconto, un divertissement. Ottima l’applicazione del tema, ma ho faticato a capire la direzione del narrato. Si parte dalla parola ESATTEZZA affissa sulle finestre di una biblioteca per dare il via a una ricerca, mi è sfuggito se il libro di Pimone lo portasse appresso il protagonista o se lo cercasse in quel reparto. Un po’ fumuso insomma e con soluzioni formali anche un pelo arzigogolate (però utilizzi l’espressione “un pelo”, mia costante, e ti becchi un GRANDISSIMA già solo per quello). Detto questo, pollice ni perché non mi sento di bocciarlo, ma al contempo la sensazione è che manchi qualcosa, forse molto. Il laboratorio ti aspetta e sono curioso di scoprire come diventerà il racconto con i 5000 caratteri che mette a disposizione.
11) Danza Mistica, di Leonardo Marconi
Cercherei di alleggerire il racconto anche da un punto di vista estetico, così come sì presenta è pesante. Poi punterei a semplificarlo nelle linee guida, esplicitare meglio cosa sta succedendo e il punto di arrivo. Allo stato attuale è davvero arduo e il rischio di perdersi per strada è alto, cosa da evitare in testi così brevi. Pollice ni anche se non al 100%, ma il laboratorio esiste per questo e qui ci vedo margini di miglioramento notevoli.La partenza è ottima e mi sono immaginato qualcosa tipo un rastrellamento nazista. Lo stacco successivo è anche ben dosato e ci porta su una protagonista invecchiata che si fa coraggio e rientra in quella casa per affrontare il suo passato e magari recuperare un oggetto perduto. Da lì in poi, però, perdi il controllo, soprattutto dalla boccetta versata con quello strano liquido. Va rivisto, ma devi partire dalla prima parte. A livello di controllo stai migliorando molto, manca il mantenimento della tensione narrativa, ma non dubito che a breve riuscirai a gestire, nel tempo e nel limite di caratteri, l’intera storia. Il laboratorio ti aspetta, mi piacerebbe rileggere una versione più ordinata. Punta la luce su quello che vuoi trasmettere e tienila lì. Occhio ad aggiungere troppi elementi, a volte è meglio togliere che complicare ulteriormente, per quello c’è sempre tempo. Pollice giù, ma netti margini di miglioramento.
Bello. Poco da aggiungere, il racconto mi ha soddisfatto. Riesci a trattare un argomento delicato con ironia, a nascondere il gioco senza prendere in giro il lettore e a lasciarlo piacevolmente stupito e con in più qualcosa su cui riflettere. Bravo. Pollice SU, senza ombra di dubbio.
Racconto scritto molto bene, ma la lettura di una tua risposta mi ha portato a pensare che ci sia qualcosa che non vada. Tu sostieni che il dottore sia il diavolo e si sia portato via la moglie quando io ci ho visto un uomo, il protagonista, caduto in depressione (e quindi l’ombra diventa una metafora del suo male), un male invisibile incompreso da chi lo circonda, compresa la moglie che resiste fin quando riesce, ma che alla fine lo abbandona a se stesso. Non preoccuparti, la posizione in classifica non è influenzata dal tuo commento perché ti avrei comunque chiesto di rivederlo per declinare il tutto in modo meno vago (qualcosa già mi sfuggiva). Al momento è un pollice ni tendente all’alto, ma il laboratorio e i suoi 2000 caratteri in più ti aspettano. Ps: se posso intromettermi e consigliarti, valuterei bene la deriva della depressione.
Epperò… Nulla da dire o da obbiettare, il racconto funziona. Non ci vedo grossi punti deboli e il giochino del tenere celata la sorpresa fino alla fine tiene e risulta efficace. Anche il tema è ben preso. Il pollice è ovviamente su. Un racconto coraggioso che può colpire duro, ma che non posso non promuovere per come sei riuscita a realizzarlo. Brava.
7 settembre 2015 alle 21:29 in risposta a: Gruppo ALIGHIERI: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #10611Complimenti davvero a tutti, racconti molto validi. Questa è la mia classifica, domattina posterò quella generale di tutti i gruppi con i qualificati per la fase finale e gli eventuali selezionati extra per la vetrina del sito (senza passare dal laboratorio).
1) Nero in Normandia, di Raffaele Marra
Il titolo si disvela nel finale, quella fioca luce del fiammifero capace d’illuminare brevemente i volti. Il protagonista che cerca la divisa del capire, il suo compagno di sventura al quale è sufficiente il colore della pelle per sparare. Una finezza davvero d’altro livello che chiude un racconto condotto con maestria in cui l’invisibile si manifesta nelle assurde categorizzazioni che rendono due uomini nemici. Pollice su con convinzione.
2) Vorrei poterti toccare, di Eleonora Rossetti
Un racconto silenzioso, essere umani privati dei loro sensi e costretti a relazionarsi in un mondo che non gli permetterà più di relazionarsi secondo vecchi schemi, eppure cercano di andare avanti, come la domestica che si reca al lacoro. Molto interessante e ben narrato, colpisce l’immaginazione del lettore, lascia il segno. Un pollice su per me.
3) L’amante silenziosa, di Alberto Della Rossa
Un racconto che riesce a trasmettere una sensazione di sospensione, di delicato, di mistero. Credo manchi qualcosa per la sua piena realizzazione, forse un po’ di semina qua e là, ma già così il risultato è molto buono. L’invisibile è quella sensazione che attanaglia, con leggerezza, il protagonista. Procedi quasi per sottrazione, mostrandoci l’inutile per mettere in risalto il sentito di lui. Per me un pollice su.
4) La macabra mascherata del 1511, di Fabio Tarussio
Fabio, benvenuto a Minuti Contati!
Forse il prologo è troppo lungo, ma per il resto ho trovato il racconto davvero bello e interessante. Mi ha portato ad andare a scoprire un pezzo di storia che mi era sconosciuto e a rifletterci. Inoltre hai aggiunto del tuo riuscendo a mixare gli elementi e a lasciare il segno con quella data del pagamento, quando chi ha ordito sarà chiamato a risarcire con la propria vita. Questi contadini al seguito del diavolo mi hanno anche richiamato alla mente l’immagine della caccia selvaggia, bella. Un pollice su per me. Spero di leggerti anche nelle prossime edizioni.
5) Voglio la bici di ET, di Fernando Nappo
Racconto delicato, forse qualche indizio in più sulla natura del protagonista non avrebbe guastato. Si capisce che ha dei problemi, ma rimane sempre aperto lo spiraglio che sia un bambino (anche se poi si capisce che non lo è). Lo stile mi sembra funzionale, l’invisibile è nel disagio nascosto di tanti individui che ci circondano mentre noi, come Riccardo, siamo pronti a urlare subito “al ladro”. Una prova positiva, da pollice su, anche se un pelo in più di rifinitura non stonerebbe.
6) La sindrome di Olivia B., di Ambra Stancampiano
Un finale in linea con gli altri tuoi lavori in cui riesci a dare un colpo di coda inserendo, inaspettata, un’ondata di cinismo che colpisce duro e che non può lasciare indifferenti. Qualche dubbio sull’episodio del dottore, troppo affrettata la diagnosi, forse saresti dovuta partire proprio da lì tagliando la prima parte e dando le informazioni necessarie in altro modo. Mi spiego: partire da lì nel senso di far capire che il caso era sotto studio da un bel po’ e fare arrivare la soluzione di Corelli quasi per caso, magari dalla lettura di un articolo o altro, ma non come colpo sicuro (arrivo del dottore, risposta). Detto questo il racconto e senz’altro ben organizzato e piacevole, il pollice è tendente all’alto, mi piacerebbe ripostassi nel Lab cercando di risolvere la problematica che ti ho sottolineato.
7) Un insolito regalo da un uomo discreto, di Alessandra Corrà
L’idea di una lettera alla madre da parte di un assassino improvvisato non è male, lievemente deviata, non mi dispiace. Manca uno stile adeguato a supportarla. Mi spiego… A memoria è una delle tue prime incursioni nel genere e il tuo stile è pacato, riflessivo, quasi sognante. Dovresti indurirlo un po’, testare, fare delle prove. Per me pollice tendente all’alto, anche se lievemente. Mi sa che Spartaco t’attende nel laboratorio.
8) Mayflower, di Marina Di Paola
Ciao Marina e benvenuta a Minuti Contati!
Occhio che tutta la prima parte è inutile, potevi tranquillamente partire dalle due amiche sedute nel locale e non sarebbe cambiato nulla. Il problema è che utilizzando così tanto spazio per portarle fino a lì poi non ne hai avuto per dare una marcia in più al racconto. Molto interessante la storia narrata dall’amica, riesce ad avvinghiare nelle lettura, però sul più bello finisce con una battuta che è sì conclusiva, ma non soddisfacente. Serve qualcos’altro, ma la strada è senza dubbio giusta. Pollice ni, ma spero vorrai approfittare del laboratorio per postare una nuova versione, secondo me l’idea merita molto.
9) L’invisibile, di Diego Ducoli
Carina l’idea, anche se sa più di barzelletta. Un dubbio: cavolo che mega carrellata per questa pubblicità… il regista è lo stesso de l”Arca Russa”? Questo per dire che non è verosimile. Diversi refusi, alcune ripetizioni, hai dovuto scrivere in fretta e di sicuro non hai riletto. Di fondo, però, lo stile è bello, si sta rafforzando con il passare dei mesi, è straevidente. Un pollice ni tendente al basso, il laboratorio ti aspetta. 😉
10) L’altro lato del Big Bang, di Angelo Frascella
Angelo, qui perdi gran parte della pulizia stilistica che ti contraddistingue e non solo, manchi anche di controllo sul narrato. So in che condizioni hai scritto e hai fatto benissimo a postare perché è tutto allenamento e io stesso quando partecipavo non mi tiravo certo indietro anche perché già solo farcela è un successo e contribuisce a renderci più forti. Detto questo, il pollice è giù. Non c’è un raccordo fra la parte nello spazio e il ritorno sulla Terra, mancano informazioni seminate qui e là su in cosa consiste il progetto, tutto appare ancora poco coeso. Spero che, una volta sistemato con più calma tu possa postare il racconto nel Laboratorio, sono curioso di vederlo nella sua vera forma.
11) Pulizie generali, di Chiara Ruffini
Ciao Chiara e benvenuta a Minuti Contati!
Bella l’idea dei nani, sovverte tutto quanto il lettore può immaginarsi fino al finale. Un po’ ingenua però la premessa che basti alzare le telecamere per non mostrarli e celare il furto. Inoltre, se timbrano il cartellino e sono lì per lavoro è chiaro che saranno i primi indagati. L’accenno di critica verso l’ipocrisia di questi sindacati mi è piaciuta, ma va portata avanti seguendo un’altra via. Tempo e caratteri limitati ti hanno tagliato le gambe, ma stai tranquilla: succede praticamente a tutti al primo impatto con MC. Mi piacerebbe dessi una ripassata al testo e lo presentassi nel laboratorio. Non sono io a gestirlo, ma a chiamata mi ripresento anche lì, quindi nel caso fai un fischio. Per il momento il pollice è giù. A presto.Struggente. Idea ottima, realizzazione molto efficace. Mi è piaciuto anche se penso possa fare un passo ulteriore. Per praticamente tutto il racconto attendiamo l’inevitabile con questo padre che si dispera per quanto immagina. Il fatto è che il lettore non “sente” Giorgia. Aggiungerei degli inserti, brevissimi, quasi dei flash, sui ricordi che il padre ha di lei, sullo stile della vita che ci scorre davanti agli occhi quando subiamo un trauma importante, solo che in questo caso si ripercuote su un osservatore. In questo modo potresti rendere davvero partecipe il lettore del dramma immane che si sta per consumare. Pollice su, ma t’invito a provare a postare una versione riveduta nel laboratorio proprio tesa a questo obbiettivo. Se il risultato non fosse quello sperato, la mia intenzione è di promuovere direttamente questa versione alla vetrina del sito, anche in caso tu non passi il turno.
Racconto molto interessante che lascia il sapore di qualcosa di più grande che sta dentro la tua testa o chissà, magari già scritto in qualche file contenuto sul tuo pc. Non ho molto apprezzato la casualità dell’incontro. Sembra che il gatto abbia incontrato i due ragazzi per caso, anche sulla base di quanto detto dalla strega, e quindi il tutto si riduce a un qualcosa di (s)fortuito che non ha un vero inizio e neppure una vera fine. Più che un racconto, un assaggio. Per me pollice tende ni che però tende forte verso l’alto. Sarebbe bello se tu sfruttassi i 2000 caratteri in più che offre il laboratorio per dirci qualcosa di più e sviluppare una storia più compiuta.
Stai migliorando di mese in mese nell’evocare ambientazioni fantasy di grande impatto. Manchi ancora nel collegarci la storia. O meglio, la inserisci troppo bruscamente e d’improvviso il lettore si trova spaesato perché da una narrazione piacevole il tutto diventa ostico e si è costretti a tornare indietro più volte. Riprendi questo testo e legaci meglio intorno la storia, se poi vorrai postarlo nel laboratorio ti basterà evocarmi personalmente e verrò a commentarti. Per il momento il pollice è giù.
Ciao Damiano e benvenuto a Minuti Contati!
Il racconto ha una direzione e la percorre, dimostri controllo. Occhio a utilizzare forme troppo ricercate, a volte è meglio andare dritti al punto, non perdersi in “corbellerie”, come suol dirsi. Di storia c’è poco, un vecchio si occupa dei piccioni e li va a trovare anche durante un temporale, gesto che gli sarà fatale. La svolta avviene nel momento in cui decide di uscire, lo fa perché tanto non avrebbe altro da fare ed ecco che lì sta il cuore del tuo lavoro: questa società mette ai margini coloro che avrebbero più bisogno di attenzioni. L’hai evocato, ma lo hai solo sfiorato. Non basta esplicitare che i passanti non si accorgono di nulla, lo si sa. Serve qualcosa di più e il sottolinearlo direttamente non è la strada più giusta. Dacci sotto, il laboratorio ti attende. Allo stato attuale è un pollice ni, anche se non proprio al 100%.Cercherei di alleggerire il racconto anche da un punto di vista estetico, così come sì presenta è pesante. Poi punterei a semplificarlo nelle linee guida, esplicitare meglio cosa sta succedendo e il punto di arrivo. Allo stato attuale è davvero arduo e il rischio di perdersi per strada è alto, cosa da evitare in testi così brevi. Pollice ni anche se non al 100%, ma il laboratorio esiste per questo e qui ci vedo margini di miglioramento notevoli.
Ciao Sara e benvenuta a Minuti Contati!
Più che un racconto, un divertissement. Ottima l’applicazione del tema, ma ho faticato a capire la direzione del narrato. Si parte dalla parola ESATTEZZA affissa sulle finestre di una biblioteca per dare il via a una ricerca, mi è sfuggito se il libro di Pimone lo portasse appresso il protagonista o se lo cercasse in quel reparto. Un po’ fumuso insomma e con soluzioni formali anche un pelo arzigogolate (però utilizzi l’espressione “un pelo”, mia costante, e ti becchi un GRANDISSIMA già solo per quello). Detto questo, pollice ni perché non mi sento di bocciarlo, ma al contempo la sensazione è che manchi qualcosa, forse molto. Il laboratorio ti aspetta e sono curioso di scoprire come diventerà il racconto con i 5000 caratteri che mette a disposizione.Struggente, chiude con un colpo in pieno stomaco. Due cose: cerca di dare maggior respiro, anche grafico, ai tuoi testi. Qui e tutto troppo compatto, frasi una susseguente l’altra che, soprattutto nella fase iniziale, faticano a sorreggersi. Seconda cosa: se affronti la questione yoga, fallo fino in fondo. Mi spiego: ok annunciarlo nel primo paragrafo per poi allargare il discorso, ma poi lo riprendi e allora voglio saperne di più, non è sufficiente che tu dica yoga perché il lettore capisca cosa intendi. Altro pollice verso l’alto che posiziono in classifica un po’ sotto ad altri pari voto per le questioni sopra affrontate. Ti attendo nel laboratorio e Spartaco mi terrà informato sulle evoluzioni. 😉
Ciao Andrea e benvenuto a Minuti Contati!
Direi un esordio con il botto. Un racconto ben scritto e ottimamente controllato. C’è del soprannaturale e alla fine un pizzico d’horror. Forse manca qualcosa sul piccolo protagonista, si esprime troppo bene, dovresti sporcarlo di più per renderlo maggiormente verosimile. Detto questo, un pollice su per me.Ciao Veronica e benvenuta a Minuti Contati!
Un racconto surreale, un protagonista invisibile che vive, ma che non è un fantasma e che continua a vivere anche dopo la morte. Ecco, gli elementi ci sono tutti, ma ho la sensazione che manchi un collante, una direzione. La domanda da porci è: al di là del tema di cui dobbiamo trattare, perché vogliamo raccontare questa storia? Vuole essere un gioco e basta o vuole trasmettere un messaggio? Un divertissement puro e crudo o ambire a vette più elevate? Qui non sono riuscito a trovare, nel testo, un quid che andasse oltre il fatto che tu dovessi scrivere un racconto sul tema “L’invisibile”. Detto questo, il giudizio è comunque positivo e il commento è dovuto per giustificarti perché, a parità con altri, ho dovuto metterti sotto. Pollice tendente all’alto e ottimo esordio. Il laboratorio ti aspetta, prova a ripresentare lì il testo rivedendolo alla luce dei commenti che hai ricevuto.Un non racconto che ci lascia il retrogusto amaro di una lettura non avvenuta perché dopo il BUONA LETTURA i caratteri probabilmente non erano sufficiente e non ho visto comparire alcunchè. Certo, questo è causato senz’altro dal limite di caratteri da me imposto e credo di non potermela prendere contro altri che non con me. Per questo e sulla parola dico che il pollice è tendente all’alto non foss’altro per la presenza di questo ennesimo Dio bambino che troppe volte incontro in racconti brevi e che ormai ho imparato a disprezzare (il Dio bambino, non Dio).
Bell’idea, ristorantino interessante. Rilevo una totale mancanza di dialogo a favore del solo narrato e credo sia sempre un errore. La narrazione procede dal punto A al punto B e la necessità di raccontare il tutto porta come conseguenza l’impossibilità di creare dialogo. Se invece tu avessi deciso di farci sentire la coppia parlare, di ricostruire la storia del protagonista pezzo a pezzo disseminando qua e là, beh, il tutto sarebbe stato decisamente più intrigante. Detto questo, allo stato attuale il racconto è comunque di buon livello: parli di lavoro, di mistero, di vendetta e il tutto si legge con piacere. Un pollice tendente verso l’alto, dunque.
Un racconto molto delicato che regge bene fino alla sua conclusione. Forse alcuni stati fisici associati a Veronica andrebbero limati, un po’ sviante anche la sua ultima frase “Non potrai mai vedermi” perché in quel momento si suppone la stia proprio vedendo, quindi semmai sarà un “Non potrai mai toccarmi”. Detto questo, i caratteri dei tuoi protagonisti sono tratteggiati bene e senza incertezze. Un pollice quasi su non fosse per quei particolari che ti ho sottolineato e che vanno sistemati.
Un racconto molto potente. Dal Messico agli Stati Uniti ricorda molto quello che le nazioni europee stanno decidendo come affrontare proprio in questi giorni, pur con le dovute differenze. Si parla di gang, di ingiustizie e poi ecco il colpo di machete a troncare ogni speranza e il buono diventa colui che per sopravvivere deve imparare le regole e usarle a sua volta. Un pollice su per me.
Riconosco il tuo tratto, il tuo stile, ma qui qualcosa s’intoppa. Forse c’è bisogno di una revisione, manca qualcosa nel protagonista. Il finale è ottimo, lo manterrei. La partenza un po’ meno. Inizialmente ci è poco chiara la condizione di disoccupato, direi più di nullafacente. Dovresti forse seminare già lì, senza essere troppo esplicito, ma cmq seminare. La forza qui è il farsi domande di lui, il quasi criticare chi lo circonda e non vede quando lui stesso si lascia vivere passivamente senza direzione se non quella verso il parchetto. Credo che il testo avrebbe un boost se “in questo mondo di merda” fosse chiaro da subito che il protagonista è attore, paradossalmente, attivo. A quel punto non risparmieresti nessuno e colpiresti in pieno l’obbiettivo. Per il momento pollice tendente all’alto, ma il laboratorio e Spartaco ti aspettano.
Racconto che affronta una fra le più spinose questioni moderne forse semplificando un po’ troppo, ma non essendo un esperto mollo subito la presa. Si sente il caldo, si sente la sabbia, la metafora è semplice, ma efficace e assolutamente adatta al tema. Finale affrettato, non c’è stato il tempo di sviluppare in toto il rapporto tra i due protagonisti. Un pollice tendente verso l’alto per le sensazioni che riesci a evocare nel lettore.
Un racconto che riesce a trasmettere una sensazione di sospensione, di delicato, di mistero. Credo manchi qualcosa per la sua piena realizzazione, forse un po’ di semina qua e là, ma già così il risultato è molto buono. L’invisibile è quella sensazione che attanaglia, con leggerezza, il protagonista. Procedi quasi per sottrazione, mostrandoci l’inutile per mettere in risalto il sentito di lui. Per me un pollice su.
Racconto delicato, forse qualche indizio in più sulla natura del protagonista non avrebbe guastato. Si capisce che ha dei problemi, ma rimane sempre aperto lo spiraglio che sia un bambino (anche se poi si capisce che non lo è). Lo stile mi sembra funzionale, l’invisibile è nel disagio nascosto di tanti individui che ci circondano mentre noi, come Riccardo, siamo pronti a urlare subito “al ladro”. Una prova positiva, da pollice su, anche se un pelo in più di rifinitura non stonerebbe.
Carina l’idea, anche se sa più di barzelletta. Un dubbio: cavolo che mega carrellata per questa pubblicità… il regista è lo stesso de l”Arca Russa”? Questo per dire che non è verosimile. Diversi refusi, alcune ripetizioni, hai dovuto scrivere in fretta e di sicuro non hai riletto. Di fondo, però, lo stile è bello, si sta rafforzando con il passare dei mesi, è straevidente. Un pollice ni tendente al basso, il laboratorio ti aspetta. 😉
Fabio, benvenuto a Minuti Contati!
Forse il prologo è troppo lungo, ma per il resto ho trovato il racconto davvero bello e interessante. Mi ha portato ad andare a scoprire un pezzo di storia che mi era sconosciuto e a rifletterci. Inoltre hai aggiunto del tuo riuscendo a mixare gli elementi e a lasciare il segno con quella data del pagamento, quando chi ha ordito sarà chiamato a risarcire con la propria vita. Questi contadini al seguito del diavolo mi hanno anche richiamato alla mente l’immagine della caccia selvaggia, bella. Un pollice su per me. Spero di leggerti anche nelle prossime edizioni.Un racconto silenzioso, essere umani privati dei loro sensi e costretti a relazionarsi in un mondo che non gli permetterà più di relazionarsi secondo vecchi schemi, eppure cercano di andare avanti, come la domestica che si reca al lacoro. Molto interessante e ben narrato, colpisce l’immaginazione del lettore, lascia il segno. Un pollice su per me.
Ciao Chiara e benvenuta a Minuti Contati!
Bella l’idea dei nani, sovverte tutto quanto il lettore può immaginarsi fino al finale. Un po’ ingenua però la premessa che basti alzare le telecamere per non mostrarli e celare il furto. Inoltre, se timbrano il cartellino e sono lì per lavoro è chiaro che saranno i primi indagati. L’accenno di critica verso l’ipocrisia di questi sindacati mi è piaciuta, ma va portata avanti seguendo un’altra via. Tempo e caratteri limitati ti hanno tagliato le gambe, ma stai tranquilla: succede praticamente a tutti al primo impatto con MC. Mi piacerebbe dessi una ripassata al testo e lo presentassi nel laboratorio. Non sono io a gestirlo, ma a chiamata mi ripresento anche lì, quindi nel caso fai un fischio. Per il momento il pollice è giù. A presto.Il titolo si disvela nel finale, quella fioca luce del fiammifero capace d’illuminare brevemente i volti. Il protagonista che cerca la divisa del capire, il suo compagno di sventura al quale è sufficiente il colore della pelle per sparare. Una finezza davvero d’altro livello che chiude un racconto condotto con maestria in cui l’invisibile si manifesta nelle assurde categorizzazioni che rendono due uomini nemici. Pollice su con convinzione.
L’idea di una lettera alla madre da parte di un assassino improvvisato non è male, lievemente deviata, non mi dispiace. Manca uno stile adeguato a supportarla. Mi spiego… A memoria è una delle tue prime incursioni nel genere e il tuo stile è pacato, riflessivo, quasi sognante. Dovresti indurirlo un po’, testare, fare delle prove. Per me pollice tendente all’alto, anche se lievemente. Mi sa che Spartaco t’attende nel laboratorio.
Ciao Marina e benvenuta a Minuti Contati!
Occhio che tutta la prima parte è inutile, potevi tranquillamente partire dalle due amiche sedute nel locale e non sarebbe cambiato nulla. Il problema è che utilizzando così tanto spazio per portarle fino a lì poi non ne hai avuto per dare una marcia in più al racconto. Molto interessante la storia narrata dall’amica, riesce ad avvinghiare nella lettura, però sul più bello finisce con una battuta che è sì conclusiva, ma non soddisfacente. Serve qualcos’altro, ma la strada è senza dubbio giusta. Pollice ni, ma spero vorrai approfittare del laboratorio per postare una nuova versione, secondo me l’idea merita molto.Angelo, qui perdi gran parte della pulizia stilistica che ti contraddistingue e non solo, manchi anche di controllo sul narrato. So in che condizioni hai scritto e hai fatto benissimo a postare perché è tutto allenamento e io stesso quando partecipavo non mi tiravo certo indietro anche perché già solo farcela è un successo e contribuisce a renderci più forti. Detto questo, il pollice è giù. Non c’è un raccordo fra la parte nello spazio e il ritorno sulla Terra, mancano informazioni seminate qui e là su in cosa consiste il progetto, tutto appare ancora poco coeso. Spero che, una volta sistemato con più calma tu possa postare il racconto nel Laboratorio, sono curioso di vederlo nella sua vera forma.
Un finale in linea con gli altri tuoi lavori in cui riesci a dare un colpo di coda inserendo, inaspettata, un’ondata di cinismo che colpisce duro e che non può lasciare indifferenti. Qualche dubbio sull’episodio del dottore, troppo affrettata la diagnosi, forse saresti dovuta partire proprio da lì tagliando la prima parte e dando le informazioni necessarie in altro modo. Mi spiego: partire da lì nel senso di far capire che il caso era sotto studio da un bel po’ e fare arrivare la soluzione di Corelli quasi per caso, magari dalla lettura di un articolo o altro, ma non come colpo sicuro (arrivo del dottore, risposta). Detto questo il racconto e senz’altro ben organizzato e piacevole, il pollice è tendente all’alto, mi piacerebbe ripostassi nel Lab cercando di risolvere la problematica che ti ho sottolineato.
Avviso: ho ripristinato dei corsivi che si erano persi in fase di post del racconto. Tutto a posto, l’autrice non li ha aggiunti successivamente, è stato proprio un problema tecnico interno al forum.
25 agosto 2015 alle 12:55 in risposta a: Gruppo CAVALCANTI: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #10082Attenzione Cavalcantini! Anche Leonardo incorre nel Malus di 5 punti! Ieri sera ho dovuto togliere i codici dal suo racconto e nel farlo è successo un fatto strano che ancora sto cercando di spiegarmi, in pratica gli ho ridotto il racconto di 800 caratteri. Sono riuscito a ripristinarlo passando dal backend e ora è tutto a posto. Mi scuso con Leonardo e con tutti voi per il disagio, ma ogni tanto il forum decide di uscirsene con problemi tecnici mai visti. Emoticon wink
Nessun problema, i problemi dei codici danno diritto a tolleranza 😉
E cmq il racconto è effettivamente postato alle 00.59.E bravi tutti!
Buon lavoro allora!Ottima risposta quella di Livio, ho poco altro da aggiungere se non specificare che nel riferirsi a quella determinata “critica del cazzo” ha descritto uno stato d’animo comune a molti di noi quando riceviamo una critica inaspettata. Non è che quella determinata critica è oggettivamente “del cazzo”, ma soggettivamente per noi in quel momento, noi che facciamo scattare il meccanismo di autoprotezione. Ecco, in quel caso si deve imparare a non reagire d’istinto, lasciarci sbollire e poi applicare quello che Livio ha ben descritto.
Aggiungo una cosetta… Alice, abbiamo affrontato il problema nell’intervista non solo per il tuo caso, ma perché siete stati ben in quattro a non terminare l’edizione. Ora, se nel caso di uno di loro si è trattato di un ritardo nella consegna della classifica che ho dovuto sanzionare con l’eliminazione, negli altri s’è trattato d’altro. In un caso ci sono stati problemi che nulla hanno a che fare con la scrittura, ma in un altro c’è stata proprio la richiesta di ritiro. Non giudico nessuno, lo specifico e sottolineo, ma nulla impedisce di affrontare il tema della critica negativa e di come affrontarla con la guest star del mese, come abbiamo fatto. Questo e altri temi sono importanti per noi scrittori e confrontarci anche su di essi ci può aiutare a capire un po’ meglio come anche gli altri vivono le stesse emozioni che proviamo noi stessi.
E ora, ragazzi… scaldatevi che lunedì è sempre più vicino! 😉Ciao Johnny e benvenuto.
Puoi trovare tutto sul regolamento. L’ideale sarebbe che tu entrassi nel gruppo facebook (lo trovi con il nome del link del sito), la community si sviluppa soprattutto lì. Se non usi fb, no problem, scrivimi e ti terrò informato via mail 😉2 agosto 2015 alle 21:20 in risposta a: Gruppo VUOTO: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #9680Eccomi infine anche a voi
1) Stellaluce, di Raffaele Marra
Ok, non c’è dialogo e di solito lo sottolineo per richiederlo, ma qui non se ne sente il bisogno. Il racconto è decisamente poetico, delicato, anche un po’ magico. E il finale è triste pur nella sua correttezza. Ci si domanda se Stellaluce tornerà mai, negli anni a venire, dai due angeli che l’hanno accudita, c’è materiale per un racconto lungo (in cui però quanto narrato qua dovrà apparire come prologo e basta, un prologo poetico in contrasto con la durezza del tratto del futuro). Il tema è preso in pieno. Il pollice è SU.
2) Giusti o sbagliati, di Alberto Priora
Un bel racconto di fantascienza che dice e non dice. E che riflette anche sulle implicazioni sociali di una simile crisi futura, quando l’uomo, pur di non estinguersi, accetta il rischio di essere colonizzato per sua stesso mano e, in fondo, sparire ugualmente, ma come ha voluto lui, una sorta di eutanasia. Il tema c’è ed è introdotto con particolare originalità. Per me il pollice è SU.
3) Operazione urlo, di Francesco Nucera
In questo caso i figli dimenticati sono quelli del sottobosco, gli abitanti delle zone degradate. Accetto l’utilizzo del tema. Ordinato lo svolgimento, hai un discreto controllo, anche se una revisione in alcune parte non stonerebbe. Bello il titolo. Pollice tendente all’alto per me.
4) Lui, di Eleonora Rossetti
L’unico elemento che stona in tutto il racconto è la casualità che ha portato il protagonista a intrufolarsi proprio in quell’appartamento. Fra milioni, ha scelto quello. Non mi piace. Avrei preferito di gran lunga che la madre l’avesse in qualche modo instradato, del resto, LUI, è un personaggio pubblico, ne avranno parlato per far sì che alla fine lo scegliesse come target… Ecco, ci fosse stato quell’accorgimento sarebbe stato da pollice su, mentre allo stato attuale è un pollice tentente verso l’alto, ma con riserva.
5) Un buon padre, di Roberto Romanelli
Usi la figura di Dio per imbastire una riflessione sull’essere padre. Positivo il fatto che riesci a celare bene la natura del tuo protagonista, poco elegante il riferimento ai 6000 anni, credo si possa trovare di meglio per disvelarlo. Il tema è centrato, ma mi sembra che il tutto vada un pelo in loop nel momento in cui decide di recuperarlo, il figlio. Ecco, in quel punto anche la riflessione si accartoccia su se stessa e si appesantisce. In fase di revisione interverrei proprio lì. Per il momento il pollice sta sul NI, anche se rispetto ad altri NI di questo gruppo è poco più su.
6) Vecchio bastardo, di Fernando Nappo
Mi è rimasto il dubbio e la voglia di sapere perché il padre ha abbandonato la sua famiglia, per come hai impostato quel punto sembrava quasi ci fosse sotto qualcosa, una verità che, nonostante tutto, lui ha deciso di tenere segreta al figlio. Ecco, quello è il problema del racconto: seminare qualcosa che poi non arriva, lasciare “letteralmente” con un senso di vuoto il lettore. Detto questo, il tema è rispettato e i dialoghi efficaci. Manca quel colpo finale per ribaltare la situazione. Per me pollice NI, anche se più su rispetto ad altri del gruppo.
7) Ogni ultima volta, di Cristian Magrì
Benvenuto a Minuti Contati! Tema che non mi convince appieno: questo padre non ha dimenticato il figlio, tutt’altro. Occhio alla forma, alcuni passaggi mi hanno lasciato un po’ incerto, soprattutto nella parte centrale, necessita una revisione. Non troppo convinto dal malore, mero mezzo per arrivare al finale, un po’ forzato. Dacci un occhio sulla base dei commenti ricevuti e ripresentalo nel Laboratorio, se ti va. Per il momento il pollice sta sul NI.
8) Rodriguez, di M.R. Del Ciello
Benvenuta a Minuti Contati! Troppa narrazione, mancano i dialoghi, situazioni che rendano possibile per il lettore empatizzare con i protagonisti. Il finale sembra, poi, scivolare verso altri temi non sufficientemente seminati, anche perché la figura che chiude il tutto è quella di Ramon, di cui sappiamo solo essere “cattivo”, un po’ poco nonostante le sfumature. Il tema c’è, anche se, anche qui, muore in mezzo ad altro. In pratica fornisci un contesto, ma non focalizzi, nonostante la bella e dura scena del tradimento. Insomma, il Laboratorio ti aspetta! Per ora il pollice sta nul NI.
9) L’abito malva, di Alexandra Fischer
Sostituisci nonno con papà e risolvi molti dei problemi logistici, anche legati al tema. Sei andata a complicarti inutilmente la vita, insomma. Per il resto, la forma sta nettamente migliorando di mese in mese, brava. Forse rimani ancora troppo esterna ai yuoi personaggi, si sente un certo distacco, la mancanza di empatia. No problem, arriverà, tu continua a darci dentro. E occhio ai finali, sempre un po’ troppo netti e tagliati con l’accetta. Per il momento il pollice sta sul NI, ma, davvero, di mese in mese il miglioramento è evidente.
10) La luna alta nel cielo, di Omaima Arwen
La partenza è buona, ma strada facendo la narrazione si fa confusa, un pelo contorta. Anche a livello di logica, un bambino di 11 anni non può essere grande merce di scambio, se non a fini pedofili, ma a quel punto si cambia totalmente registro e non credo volessi spingerti fino a lì. Il tema c’è, i genitori sono entrambi sbagliati perché ne basta anche solo uno marcio e l’altro incapace di difendere il figlio. Però il pollice è giù, necessita di revisione e il laboratorio c’è per quello. E da questa settimana ci sarà anche un mio “sottoposto” a gestirlo e a dedicargli tempo pieno. 😉2 agosto 2015 alle 21:08 in risposta a: Gruppo SILENZIO: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #9679A mio giudizio, questo è stato il gruppo con la qualità media più alta, complimenti a tutti!
1) Oggetti smarriti, di Stefano Pastor
Un racconto davvero notevole, molto pulito, ben controllato. La declinazione del tema è decisamente originale e i personaggi sono più che credibili. Una prova convincente sotto praticamente tutti i punti di vista e con la ciliegina sulla torta del giudizio stigmatizzante della massa che da subito s’insinua, senza basi per sorreggersi, ma già schifato e perentorio. Un pollice SU senza ombra di dubbio.
2) Errori di gioventù, di Manuel Piredda
Bello, davvero molto. Sei riuscito a serbare la sorpresa fino alla fine e il tutto senza prendere in giro il lettore nascondendogli delle informazioni. Decisamente originale l’approccio, ben delineati i due protagonisti con uno sguardo sempre un po’ deviato che ci fa intendere chissà cosa. Tema centrato in pieno e brillantemente. Pollice su per me.
3) L’essenza della vita, di Luca Pagnini
Un racconto senza pecche evidenti, coerente in tutte le sue parti e con un finale sì, quasi, telefonato, ma comunque efficace. Tema declinato letteralmente, ma non è un male. Merde forse nei confronti di interpretazioni più audaci, ma siamo comunque, anche qui, su un bel pollice SU. Complimenti.
4) Philip Morris, di Enrico Nottoli
Confermo le mie impressioni sui tuoi testi: hai una voce ben definita, schetta e originale. Forse qui lo sguardo è meno obliquo e più diretto, ma va bene lo stesso. Il tema è perfettamente centrato: i genitori sbagliati, oltre ai due ragazzi, sono anche quelli mai presenti in scena, quelli che permettono a una ragazzina di 15 anni di uscire tutte le sere. Pollice su senza grosse riserve.
5) Eppure era chiusa, di Damiano Garofalo
Benvenuto a Minuti Contati. Ho apprezzato la forma che hai dato al racconto, hai scelto una strada e sei stato coerente con essa fino in fondo. Gli a capi a mio avviso è giusto che manchino. Dovevi rendere la fretta di questo personaggio e la concitazione della narrazione è perfettamente funzionale a quello scopo. Ho anche apprezzato, e parecchio, il confondere il bambino con il randagio, alla ricerca di un risveglio mentale che ancora non era sopravvenuto e che alla fine giunge tanto drammaticamente . Una cosa è da dire: si legge meglio in seconda battuta, qualcosa al suo interno stride. Pertanto, pollice rivolto verso l’alto e invito a ripostarlo revisionato nel Laboratorio, non credo che avrai difficoltà a essere ammesso alla vetrina del sito.
6) Vecchio leone, di CharlesDexter
Benvenuto a Minuti Contati! Direi un bell’esordio. Il racconto fa il suo dovere e bravo per non essere caduto nella tentazione della redenzione. Certo, si sente la fretta con cui è stato scritto, mancano momenti davvero incisivi e anche laddove ci sono, come il dialogo con il figlio, “scorrono via lisci”, forse troppo. Il tema c’è ed è centrato. Direi un pollice tendente verso l’alto, dagli una revisione sulla base dei commenti ricevuti e postalo nel Laboratorio, ha tutti i numeri per finire sulla vetrina del sito.
7) Fantasma, di Simone Cassia
Una bella storia, ben narrata. Ha un difetto congenito, s’intende troppo presto di cosa si tratta, ma non riesco a capire se è un problema mio che da sempre m’interesso a questi temi o no. Detto questo, si legge bene, non ha cedimenti, quindi il giudizio rimane positivo. Una piccola ombra sulla trattazione del tema che, a dirla tutta, è rispettato anche se qui c’è il racconto su un figlio a suo tempo dimenticato che però qualcuno sta cercando di recuperare. Per il momento il pollicione tende verso l’alto, ti chiederei di provare a rivederlo per capire se si riesce a nascondere un po’ meglio il finale, un tentativo lo merita e comunque sia il Laboratorio che la pubblicazione sul sito lo aspettano.
8) L’ultimo respiro, di Valter Carignano
Benvenuto a Minuti Contati! Una buona prova minata in parte dalla sua stessa struttura, a eliminazione. Sembra un elenco di caduti e una volta capito il giochino diviene presto poco intrigante. Non benissimo il finale con la spiegazione quasi forzata di quanto sta accadendo, si poteva senz’altro trovare una via meno diretta e, forse, elegante. Detto questo, il giudizio è senz’altro positivo, direi un pollice tendente all’alto anche per te.
9) L’amico immaginario, di Flavia Imperi
Le motivazioni che portano all’assassinio di Evelina, in effetti, non sono chiare. Detto questo, il racconto evoca delle immagini molto forti, vivide. Inoltre si gioca su più piani, bello il montaggio. Ritengo che tutta l’introduzione potesse essere eliminata per restare nei caratteri e sostituita da un accenno di Sara al fatto che aveva trovato quella bambola. Il tema c’è. Pollice tendente verso l’alto e spero posterai una versione corretta e senza problemi di spazio nel laboratorio.
10) Non ne ho idea, di Marco Lomonaco
Oh, dunque… Per prima cosa, bentornato a Minuti Contati. Racconto molto particolare, l’immagine resta forte in testa, il tema è rispettato, ma non mi ha convinto. La barzelletta sembra più un riempitivo e prende decisamente troppo spazio, il fatto che sia stato possibile generare una figlia del genere è fuori di logica, che figlia e padre comunichino con linguaggio umano ancora di più e non ho trovato appigli che lo portino a un livello parabola o metafora. Buttato così nella mischia perde molta della sua forza, servono chiavi di lettura. T’invito a rivederlo e a presentarlo nel Laboratorio, sappiamo entrambi molto bene che i tuoi standard sono assi più elevati e sono decisamente curioso di scoprire che cosa ne può venire fuori, dalla tua penna, con 2000 caratteri in più a disposizione (e più tempo). Per il momento il pollice è giù.2 agosto 2015 alle 21:03 in risposta a: Gruppo PAROLE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #9678Una classifica sofferta, in assoluto quella fra i tre gruppi più difficile da stilare. Domani pubblicherò le classifiche finali con gli ammessi e capirete perché, spero abbiate tutti fiducia nella mia totale buona fede. Detto questo, bravi, ho riscontrato un livello davvero elevato.
1) P’ngieng, di Ambra Stancampiano
Ho un po’ storto il naso quando ho visto il racconto prendere la strada canonica dell’animale che parla, dell’umanizzazione a tutti i costi… E tutto questo dopo lo scimmiottamento (letterale, direi, battuta…) delle classiche storie di bambini recuperati dalla foresta e cresciuti da animali. Poi arriva il finale e tutti i nodi vengono al pettine. E che finale. Come già il mese scorso trovo che tu abbia un modo assolutamente originale di vedere la realtà e mi piace: uno sguardo un po’ deviato, la capacità di pungere al momento giusto dopo aver portato il lettore (senza ingannarlo e questo è importante) a pensare a tutt’altro. Il tema, poi, è centrato in pieno. Pollice SU per me.
2) Tabula rasa, di Alberto Della Rossa
Ineccepibile. Un racconto cui si può semmai contestare l’utilizzo di un contesto non italiano, ma ho letto il botta e risposta e alla fine concordo con Alberto sul fatto che in questo caso era giustificato. Non necessario, ma non mi fa arricciare il naso come in altre occasioni. Ottimo l’inserimento del tema e davvero ricco il piatto complessivo, condito di relazioni intergenerazionali, di rapporti tra razze, di malattie degenerative… E il tutto dosato e narrato con maestria. Per me pollice SU.
3) Pablo, di Angela Catalini
Concordo in toto con la riflessione di Angelo, hai affrontato la tematica di quale sia il posto migliore per una persona e l’hai fatto pacatamente e senza prendere posizioni, ma mostrando le diverse facce della medaglia. Pertanto ritengo che il racconto non necessitasse di più movimento, semplicemente l’hai ottimizzato per quelle che erano le tue intenzioni, quindi bersaglio centrato. Qualche perplessità in più sull’utilizzo del tema, nel senso che Pablo per questa cittadina e tutt’altro che un figlio dimenticato, anzi il prete non viene aiutato nella sua ricerca proprio perché la comunità l’ha reclamato indietro. Forse proprio per questo inserisci il richiamo ai bambini dimenticati (che però non sono figli) e in quel modo rientri per il rotto della cuffia solo se si decide d’intenderli come figli della Nazione, figli del futuro che si perdono e vengono dimenticati nel passato che ingloba il presente. Sotto quest’accezione te lo passo. Buona prova, pollice SU per me (anche se a parità di pollici SU, te lo dico fin d’ora, priviligierò delle trattazioni del tema meno problematiche).
4) Cuore di uranio, di Luigi Locatelli
Un bel racconto di fantascienza. Michele e Lucia non possono stare insieme perché anche Lucia è un robot, giusto? Ecco, direi che dovresti chiarire giusto alcune cose in più di questo futuro in cui i robot possono provare amore e poi avresti un racconto pronto per essere pubblicato. Il tema è perfettamente centrato. Per me un pollice quasi totalmente su.
5) Sintetico borghese, di Serena Aronica
Brava Serena, anche cambiando registro stilistico sei riuscita a ottenere un risultato notevole. Certo, c’è qualche ripetizione qua e là, ma tendo a non valutarle per il mio giudizio, sono cose che capitano quando il tempo stringe. Qui il mio unico appunto lo faccio su una tua precisa scelta strategica che non mi sento di condividere. Ho compreso che il ragazzo, circondato da tanta falsità, decide di combattere proprio dal disvelare i segreti della sua famiglia, ma il tutto mi è arrivato troppo slegato dal contesto. Credo che una maggiore semina precedente avrebbe giovato, che il contestualizzare da subito le tematiche, lavorarci fin dalle prime righe, sarebbe stato preferibile. Pertanto al momento il mio giudizio è sì positivo, ma con riserva: il classico pollice tendente all’alto. Ma al netto del mio giudizio direi che questo mese, mettendoti in gioco a partire dal tuo classico stile, hai dimostrato che nulla ti è precluso.
6) Figlia di nessuno, di Alexia
Per gusto personale non apprezzo mai troppo due eventi straordinari che tendono a combaciare: in questo caso abbiamo la decisione di Mei di sterminare la propria famiglia adottiva che coincide con l’arrivo della lettera che le svela la sua vera identità dopo 33 anni. Troppa casualità, meglio sarebbe stato se proprio l’arrivo della lettera avesse sbloccato in lei la voglia di vendetta fino a portarla alla strage, prima tappa del suo piano. Per il resto la lettura è piacevole e di sicuro impatto. Come ha sottolineato Beppe, forse fornisci troppo agratis le emozioni di Mei, entri poco in lei. Ma sono scelte, non mi soffermo. Nulla da dire sulla nota finale, ci può stare come no, tanto il racconto ormai è concluso e non mi cambia nulla. Il tema è centrato in pieno. Sicuramente un pollice tendente all’alto, ma il mio consiglio è di eliminare la casualità della coincidenza in favore della causalità di eventi alla fine connessi.
7) Schegge, di Adriano Muzzi
Il difetto principale qui è che il bambino (si presume intorno ai 6/7 anni massimo, avendo ancora il seggiolino e andando a scuola) ragiona come un piccolo adulto, forse a tratti anche troppo. Ci sta che le esperienze formino e alla fine qui ci troviamo già di fronte a un piccolo uomo, ma un minimo stride. Per il resto, il tema è rispettato e il tutto risulta narrato con equilibrio. Sì, forse la prima parte è un po’ strana, si fatica a contestualizzare e forse, per l’economia del racconto, saresti potuto partire con maggior profitto direttamente dal definire che si trova seduto in una macchina. Per me un polline NI, ma con qualche aggiustamento qua e là può svilupparsi al suo meglio. Il Laboratorio ti attende!
8) Un soffio di vento, di Angelo Frascella
Bell’idea, ma contrariamente al tuo solito pecchi sul fronte dell’empatia. Giunto alla fine non sono riuscito a sentire il brivido del gesto dell’anziano, eppure è uno dei tuoi punti forti quello di rendere al meglio quelle sensazioni. La mia idea è che il racconto ti sia rimasto in testa, tu lo sentivi e bene, ma per qualche motivo non sei riuscito a trasferirlo in parole. Forse ti ha danneggiato il voler scegliere di raccontare la prima parte per intero per mostrare la carrellata di Eterni. Se tu l’avessi byepassata per partire subito con il confronto con il Creatore avresti potuto sviluppare meglio il personaggio, legarlo di più al lettore e potenziare in tal modo il finale. Un pollice NI per me, ma il Laboratorio ti aspetta!
9) Innocente distrazione, di Beppe Roncari
Carina l’idea, ma a parte che non apprezzo il richiamo alla Guida Galattica in quanto elemento esterno, creatura di altro autore, così pop da permetterti l’immediato ok e apprezzamento del lettore e quindi, in sostanza, furbata… Ecco, il fatto è che rifuggo anche da tutti i tentativi di far giocare “Dio” (l’ho messo fra virgolette perché qui non è lui, ma siamo nel genere) sulla Terra a meno che non dica qualcosa di effettivamente nuovo. In più qui parti con quattro personaggi nelle prime righe e mi scuso, ma non ho visto differenze fra l’uno e l’altro. Infine, tutta la prima parte sembra un infodump sotto forma di dialogo teso a preparare il finale. Insomma, a questo giro non ho apprezzato. Certo, rimane un testo godibile da leggere e scritto con una skill che ormai ti appartiene e che non ti permette di annoiare il lettore, ma il pollice rimane sul NI.
10) Io, di Marco Roncaccia
Mi trovo di fronte a una scelta difficile. La domanda che mi sono posta è: può questo racconto reggere in caso d’ignoranza dei fatti di Genova? Avrebbe una vita sua se decontestualizzato da una conoscenza popolare che trascende il narrato? La risposta è no. Intendiamoci, il racconto avrebbe un gran senso nel progetto dei Time Writers (ecco, l’ho detto, ho nominato una cosa nuova che nel giro di qualche mese tutti conosceranno…), ma in questo contesto, al netto di quello che richiede di sapere a livello pregresso, non può funzionare. E dire che il tema è inserito ad arte, come dici tu è la bomba che lo fa deflagrare e mi piace moltissimo questo approccio molto attivo. E, ancora, lo stile è perfetto, riesce a creare curiosità, si legge bene. Ma, appunto, senza un tot di conoscenze pregresse la struttura non può reggere. Mi permetto un consiglio: credo sia sufficiente seminare dettagli più diretti in corso di racconto che richiamino i fatti di Genova fornendo al lettore un quadro completo, a te capire dove e come inserirli. Per il momento il pollice è indefinibile, direi che è un giù per quest’edizione, ma con nette potenzialità da su.L’unico elemento che stona in tutto il racconto è la casualità che ha portato il protagonista a intrufolarsi proprio in quell’appartamento. Fra milioni, ha scelto quello. Non mi piace. Avrei preferito di gran lunga che la madre l’avesse in qualche modo instradato, del resto, LUI, è un personaggio pubblico, ne avranno parlato per far sì che alla fine lo scegliesse come target… Ecco, ci fosse stato quell’accorgimento sarebbe stato da pollice su, mentre allo stato attuale è un pollice tentente verso l’alto, ma con riserva.
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