Risposte al Forum Create
-
AutoreArticoli
-
Ciao Flavia, grazie per il commento. Hai ragione sul fatto che ci sia un velo di mistero, ma pensavo di aver chiarito l’identità della donna.
CiaoVero, ma dopo Lovercraft è arrivato il cinema e ora la sfida dello scrittore è far vivere emozioni simili a quelle.
Sono stanca di percorrere una notte infinita. Volo via.
Questa è una bella frase a effetto, ma fa pensare alla cecità completa, non a una che vede le ombre. Ricorda sempre che il lettore sa le cose attraverso quello che scrivi, quindi mantieni la coerenza del racconto. Quindi tratta la tua protagonista come non vedente, altrimenti cambia quelle frasi.
Sull’argomento suicidio lascio correre, anche se credo che alla base ci siano sempre patologie psichiatriche non rilevate.Ciao Veronica, ben trovata.
Purtroppo trovo il racconto lacunoso. Mancano gli elementi per farmi intuire la psicosi di base che ha colpito Emily. Non mi basta la Retinite per giustificare un suicidio.
Non capisco come sia possibile che lei abbia scritto il biglietto e sia uscita di casa sola per arrivare al ponte da cui si butta. L’unico momento in cui ce la presenti lei rifiuta la malattia, quindi non sarebbe stata in grado di fare nulla di tutto ciò.
La scena del cane è improbabile. È un randagio che ha in bocca un brandello del pigiama di lei. Quantomeno deve ringhiare a Mike che, per avere quel brandello, dovrà lasciarci una mano.
Lato positivo è il sentimento che è reso molto bene.
Ciao e alla prossimaCiao Carla, è stato un piacere leggere il tuo racconto.
La trama è interessante e resa molto bene. È lineare, non ci sono colpi di scena o che, ma rimane sempre interessante. Mi piace il modo in cui sei riuscita a descrivere questo mondo senza cadere mai nell’infodump. Brava.
Però tutta la storia rimane un po’ fredda. Non sono riuscito a immedesimarmi nei protagonisti. Secondo me è colpa di come spiattelli i sentimenti. Ti faccio un esempio eclatante:“Vane, non ce la faccio, la paura mi blocca il respiro.”
Qui mi dici che è spaventata, ma non me lo fai vivere, manca l’immagine. Fermati a non ce la faccio e poi descrivi lei.
Lo stesso succede alla fine, con le urla che salgono dalla valle.
Nel complesso un buon lavoro.
Ciao e alla prossima.29 settembre 2015 alle 22:16 in risposta a: Gruppo HIGH CASTLE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11412Ritorno, di Lorenzo Cadoni
Ciao Lorenzo, piacere di conoscerti.
Il problema principale di questo racconto è che è tutto “tell”. Le immagini sono tutte filtrate dal pensiero del protagonista e anche questo è poco incisivi. La voce narrante è poco caratterizzata.
Come ti hanno già segnalato ci sono delle ripetizioni all’inizio che appesantiscono la lettura e io aggiungo le unità di misura che mi hanno distratto non poco (ma questo penso sia un mio problema).
Nel complesso è una buona idea che però non riesce ad arrivare al lettore.
Ciao e alla prossimaLa convocazione, di Manuel Piredda
Ciao Manuel, ben ritrovato.
Il mondo che hai creato è decisamente affascinante. Tutti i personaggi riuniti a “Commedia” in attesa che arrivi l’autore e li scelga. Peccato solo che lo spazio del racconto fosse troppo poco. Mentre leggevo avevo la sensazione che fosse tutto troppo compresso, ciò non toglie che il lavoro è veramente valido. Ti dirò, alla prima lettura ero scettico, ma poi, rimuginando, il racconto mi ha affascinato.
Nel complesso è un buon lavoro.
Ciao e alla prossima.Il mio universo, di Daniele Picciuti
Ciao Daniele, che emozione incontrare l’Aguzzino.
La tua bravura non si discute; il racconto si legge tutto d’un fiato. Si respira la stessa aria dei protagonisti e si può sentire persino la polvere addosso. Però, superato l’intontimento che da la tua bravura di scrittore, si rimane con un pugno di mosche in mano. In questa storia non c’è una trama, hai preso due personaggi famosi, li hai fatti incontrare e basta. Mi sembra un po’ poco.
La spiegazione di come Alice sia stata “agganciata” dalla macchina del tempo mi lascia un po’ perplesso. Non sono in grado di fare trattati sul tempo e lo spazio, ma dovrebbero muoversi su piani separati, tanto che Herbert non sa dell’esistenza di universi paralleli.
Nel complesso è un racconto largamente sufficiente, merito più dello stile che della storia.
Ciao e alla prossima.Chi vuol essere italiano?, di Ambra Stancampiano
Ciao Ambra, sei un genio 😛
Mi sento obbligato a partire facendoti i complimenti. Gran bel racconto; ritmo frizzante, dialoghi surreali, ma credibili (molto simili a quelli della TV), e una critica sociale a 360°. Una citazione particolare la farei ai nomi dei protagonisti che mi hanno ricordato il migliore Benni (ti assicuro che questo, dal mio punto di vista, è un complimento non da poco).
Finita la sviolinata cerchiamo qualcosa che potrebbe non andare. Forse il Talent è il modo più semplice e usato per affrontare certi argomenti, quindi non proprio originale. I protagonisti sono stereotipati (questo lo metto come difetto, ma credo fosse voluto).
Insomma, avrai capito che il racconto mi è piaciuto molto e che sto cercando il pelo nell’uovo (senza riuscirci).
In conclusione, hai scritto un ottimo racconto che mi ha fatto divertire. Complimenti!Vaniglia, di Willy
Ciao Vilma, ben trovata.
Il tuo stile è assolutamente inconfondibile. Hai una scrittura elegante e delicata. Riesci sempre a coinvolgere il lettore; brava. Però il racconto non mi convince.
La protagonista è “costretta” la prima volta alla prostituzione per non lasciare in mezzo a una strada la famiglia. Sicuramente triste. Però non si capisce perché poi sia andata avanti a farlo. Aveva perso il lavoro?
Nascondere alla madre che non lavora più come infermiera mi sembra un compito arduo. Siamo nell’era di facebook, i segreti non esistono. Se poi vogliamo insistere sulla coerenza della trama c’è il fattore economico; una prostrituta dovrebbe guadagnare decisamente più di un’infermiera (sempre se non subentri un protettore, ma a quel punto la vedo ancora più dura nascndere il vero lavoro).
Insomma, avrei preferito se la protagonista avesse lavorato come infermiera in obitorio e si fosse vergognata di dirlo alla famiglia. L’avrei trovato più realistico e altrettanto triste (vergognarsi di se e di quello che si fa è umiliante).
Una buona prova, ma la scelta della prostituzione mi sembra funzionale, ma poco convincente.
Ciao e alla prossimaUna dolce inquietudine, di Alessandra Corrà
Ciao Alessandra.
Storia interessante, mi piace la trasformazione del ragazzo, che passa nell’altro universo e diventa un demone con poteri illimitati. Ho avuto difficoltà a seguire il momento in cui sposta il masso, lì la frase è poco chiara, ma andando avanti si intuisce cos’è successo. Invece ho dei dubbi sulle sue intenzioni. Scappa nella speranza di riuscire a sfuggirli o li porta lì per massacrarli? Nella seconda ipotesi (quello che mi intriga) avrei preferito che lui fosse un po’ più cinico e che iniziasse a pregustare il massacro.
Nel complesso un buon lavoro.
Ciao e alla prossima.Importante – Seguono allegati, di Roberto Romanelli
Ciao Roberto, eccoci a noi.
Mi fa male ammetterlo, ma il tuo racconto mi piace.
Niente fronzoli, una semplice mail che stravolgerebbe il mondo. Lo scritto è efficace, si legge tutto d’un fiato e trasmette la fretta di chi l’ha scritta; tanto da farmela leggere senza alcuna pausa. Poi l’idea dei mondi che collassano per arrivare ad averne uno in cui Hittler ha vinto è fenomenale. Posso immaginarlo chiuso nel bunker mentre si spara pregustando la vittoria. Una sola domanda: sei sicuro che questa mail non sia reale, perché io qualche segnale che porta da quella parte avrei iniziato a percepirlo nell’ultimo periodo.
Non posso che farti i complimenti e unirmi al coro di chi mi ha preceduto dicendoti che questa è un’ottima idea per un lavoro più lungo.
Ciao e speriamo di rincontrarci il più tardi possibile!La casa degli spiriti, di Angela Catalini
Ciao Angela.
Racconto dai due aspetti. Lo stile è coinvolgente, ci sono descrizioni vivide e in poco spazio riesci a tratteggiare alla perfezione tre personaggi. Quindi non posso che complimentarmi per questo aspetto. Però la chiusura non mi ha convinto. Partiamo dal presupposto che non mi piaciono gli “spiegoni” e qui il finale lo è. Poi trovo la frase: “Vado con loro” sbagliata. Passi il fatto che gli extraterresti possano non saper usare le porte, ma che bisogno c’era di bucare il soffitto se loro avevano “parcheggiato” l’UFO fuori? Qui non stiamo parlando di un rapimento, altrimenti lei non avrebbe potuto scrivere il messaggio. A questo punto è uscita di casa, ha preso accordi, è rientrata e alla fine si è fatta portare via… non mi convince.
Nel complesso la trovo una prova sufficente, ma che con un finale diverso avrebbe potuto essere ottimo.
Ciao e alla prossima.Viaggio al Termine del Tempo, di Adriano Muzzi
Ciao Adriano. Il tuo racconto ha avuto il gran merito di interessarmi. È sempre affascinante leggere storie che cercano di dare una nuova interpretazione di Dio. Però è anche molto rischioso, perché ci si va a infilare in un ambito molto battuto. La tua storia sembra prendere spunto dalle “Tavole di Sumer”, con la differenza che tu dati il contatto con l’uomo qualche millennio dopo e non hai brame di “creazionismo”. Però ci sono un paio di cose che non mi convincono.
1) Perchè il primo contatto sarebbe stato con Mosé? La bibbia parla di Dio molto prima.
2) Che fine ha fatto questo messaggio d’amore? Lo schiavo con cui hanno parlato è stato testimone di un massacro non da poco.
Dal punto di vista stilistico ho solo due appunti da farti. Il racconto è scritto dal punto di vista degli extraterrestri, eppure in alcuni momenti usi termini “nostri”. Due su tutti: “cammello” e “Dio”. Non è un errore, ma per coerenza con il testo li avrei evitati.
Per il giudizio ti rimando alla classifica perché la tua storia continua a ronzarmi in testa e, anche se non mi ha pienamente convinto, ha quel qualcosa di mistico che non riesco a scrollarmi di dosso.
Ciao e alla prossima.Lo smaltimento, di Veronica Cani
Ciao Veronica.
L’idea di base è molto interessante. Troppo intelligenti per vivere, mi piace. Però ci sono un paio di cose che non mi convincono. Personalmente credo tu abbia messo troppe spiegazioni. La telefonata con il ministero non ha molto senso. Capisco ti sia servita per spiegare al lettore perché non andava bene il QI così alto, ma avresti dovuto usare un espediente (Finché la leva è stata obbligatoria quelli più bassi dell’ultimo Re d’Italia erano esenti. Qui poteva essere il contrario.) “Troppo intelligente, quindi pericoloso” è troppo infodump. Idem per la questione delle spese di “smaltimento marito”. Insomma, racconto gradevole e amaramente divertente, ma con dei dialoghi da rivedere.
Nel complesso un buon racconto che poteva essere anche migliore.
Ciao e alla prossima.L’origine del mondo, di Enrico Nottoli
Ciao Enrico, vengo subito al dunque: leggendo il racconto si capiva che non si trattava di esseri umani, ma non avrei mai immaginato che fossero spermatozoi. Questo perché mancano gli indizi per farlo capire (c’è solo una coda accennata) e personalmente non credo sia un bene. Umanizzare va bene, ma dev’esserci un minimo di coerenza. “Facce lunghe”, “Frank, un tizio curvo, alto.”, qui inganni il lettore.
Non capisco nemmeno perché venga mozzata la testa a Frank, e tantomeno perché gli spermatozoi si uccidano fra di loro (come fanno a strangolarsi?).
La risata finale me l’hai strappata, ma non credo basti a giustificare il resto.
Leggendo gli altri commenti mi sento un bigotto, ma il racconto non mi è piaciuto.
Ciao e alla prossima.Classifica:
1. Chi vuol essere italiano?, di Ambra Stancampiano
2. Importante – Seguono allegati, di Roberto Romanelli
3. Lo smaltimento, di Veronica Cani
4. Viaggio al Termine del Tempo, di Adriano Muzzi
5. La convocazione, di Manuel Piredda
6. Una dolce inquietudine, di Alessandra Corrà
7. Il mio universo, di Daniele Picciuti
8. La casa degli spiriti, di Angela Catalini
9. Vaniglia, di Willy
10. Ritorno, di Lorenzo Cadoni
11. L’origine del mondo, di Enrico NottoliCiao Veronica, hai ragione. Una revisione del testo non avrebbe guastato. 😉
Lorenzo,
Il racconto non voleva essere una barzelletta, altrimenti avrei usato altri toni, quindi ci sta che alla fine strozzi una risata.
Per quanto riguarda il tema non ho dubbi, è assolutamente centrato. Si parla di altro universo e il racconto gira attorno a esso; senza altro universo non ci sarebbe stata la storia.
Ciao e alla prossima.Ciao Enrico, vengo subito al dunque: leggendo il racconto si capiva che non si trattava di esseri umani, ma non avrei mai immaginato che fossero spermatozoi. Questo perché mancano gli indizi per farlo capire (c’è solo una coda accennata) e personalmente non credo sia un bene. Umanizzare va bene, ma dev’esserci un minimo di coerenza. “Facce lunghe”, “Frank, un tizio curvo, alto.”, qui inganni il lettore.
Non capisco nemmeno perché venga mozzata la testa a Frank, e tantomeno perché gli spermatozoi si uccidano fra di loro (come fanno a strangolarsi?).
La risata finale me l’hai strappata, ma non credo basti a giustificare il resto.
Leggendo gli altri commenti mi sento un bigotto, ma il racconto non mi è piaciuto.
Ciao e alla prossima.Ciao Veronica.
L’idea di base è molto interessante. Troppo intelligenti per vivere, mi piace. Però ci sono un paio di cose che non mi convincono. Personalmente credo tu abbia messo troppe spiegazioni. La telefonata con il ministero non ha molto senso. Capisco ti sia servita per spiegare al lettore perché non andava bene il QI così alto, ma avresti dovuto usare un espediente (Finché la leva è stata obbligatoria quelli più bassi dell’ultimo Re d’Italia erano esenti. Qui poteva essere il contrario.) “Troppo intelligente, quindi pericoloso” è troppo infodump. Idem per la questione delle spese di “smaltimento marito”. Insomma, racconto gradevole e amaramente divertente, ma con dei dialoghi da rivedere.
Nel complesso un buon racconto che poteva essere anche migliore.
Ciao e alla prossima.Ciao Adriano. Il tuo racconto ha avuto il gran merito di interessarmi. È sempre affascinante leggere storie che cercano di dare una nuova interpretazione di Dio. Però è anche molto rischioso, perché ci si va a infilare in un ambito molto battuto. La tua storia sembra prendere spunto dalle “Tavole di Sumer”, con la differenza che tu dati il contatto con l’uomo qualche millennio dopo e non hai brame di “creazionismo”. Però ci sono un paio di cose che non mi convincono.
1) Perchè il primo contatto sarebbe stato con Mosé? La bibbia parla di Dio molto prima.
2) Che fine ha fatto questo messaggio d’amore? Lo schiavo con cui hanno parlato è stato testimone di un massacro non da poco.
Dal punto di vista stilistico ho solo due appunti da farti. Il racconto è scritto dal punto di vista degli extraterrestri, eppure in alcuni momenti usi termini “nostri”. Due su tutti: “cammello” e “Dio”. Non è un errore, ma per coerenza con il testo li avrei evitati.
Per il giudizio ti rimando alla classifica perché la tua storia continua a ronzarmi in testa e, anche se non mi ha pienamente convinto, ha quel qualcosa di mistico che non riesco a scrollarmi di dosso.
Ciao e alla prossima.Ciao Angela.
Racconto dai due aspetti. Lo stile è coinvolgente, ci sono descrizioni vivide e in poco spazio riesci a tratteggiare alla perfezione tre personaggi. Quindi non posso che complimentarmi per questo aspetto. Però la chiusura non mi ha convinto. Partiamo dal presupposto che non mi piaciono gli “spiegoni” e qui il finale lo è. Poi trovo la frase: “Vado con loro” sbagliata. Passi il fatto che gli extraterresti possano non saper usare le porte, ma che bisogno c’era di bucare il soffitto se loro avevano “parcheggiato” l’UFO fuori? Qui non stiamo parlando di un rapimento, altrimenti lei non avrebbe potuto scrivere il messaggio. A questo punto è uscita di casa, ha preso accordi, è rientrata e alla fine si è fatta portare via… non mi convince.
Nel complesso la trovo una prova sufficente, ma che con un finale diverso avrebbe potuto essere ottimo.
Ciao e alla prossima.27 settembre 2015 alle 23:53 in risposta a: Importante – Seguono allegati. di Roberto Romanelli #11270Ciao Roberto, eccoci a noi.
Mi fa male ammetterlo, ma il tuo racconto mi piace.
Niente fronzoli, una semplice mail che stravolgerebbe il mondo. Lo scritto è efficace, si legge tutto d’un fiato e trasmette la fretta di chi l’ha scritta; tanto da farmela leggere senza alcuna pausa. Poi l’idea dei mondi che collassano per arrivare ad averne uno in cui Hittler ha vinto è fenomenale. Posso immaginarlo chiuso nel bunker mentre si spara pregustando la vittoria. Una sola domanda: sei sicuro che questa mail non sia reale, perché io qualche segnale che porta da quella parte avrei iniziato a percepirlo nell’ultimo periodo.
Non posso che farti i complimenti e unirmi al coro di chi mi ha preceduto dicendoti che questa è un’ottima idea per un lavoro più lungo.
Ciao e speriamo di rincontrarci il più tardi possibile!Ciao Alessandra.
Storia interessante, mi piace la trasformazione del ragazzo, che passa nell’altro universo e diventa un demone con poteri illimitati. Ho avuto difficoltà a seguire il momento in cui sposta il masso, lì la frase è poco chiara, ma andando avanti si intuisce cos’è successo. Invece ho dei dubbi sulle sue intenzioni. Scappa nella speranza di riuscire a sfuggirli o li porta lì per massacrarli? Nella seconda ipotesi (quello che mi intriga) avrei preferito che lui fosse un po’ più cinico e che iniziasse a pregustare il massacro.
Nel complesso un buon lavoro.
Ciao e alla prossima.Ciao, ben trovata.
Il tuo stile è assolutamente inconfondibile. Hai una scrittura elegante e delicata. Riesci sempre a coinvolgere il lettore; brava. Però il racconto non mi convince.
La protagonista è “costretta” la prima volta alla prostituzione per non lasciare in mezzo a una strada la famiglia. Sicuramente triste. Però non si capisce perché poi sia andata avanti a farlo. Aveva perso il lavoro?
Nascondere alla madre che non lavora più come infermiera mi sembra un compito arduo. Siamo nell’era di facebook, i segreti non esistono. Se poi vogliamo insistere sulla coerenza della trama c’è il fattore economico; una prostrituta dovrebbe guadagnare decisamente più di un’infermiera (sempre se non subentri un protettore, ma a quel punto la vedo ancora più dura nascndere il vero lavoro).
Insomma, avrei preferito se la protagonista avesse lavorato come infermiera in obitorio e si fosse vergognata di dirlo alla famiglia. L’avrei trovato più realistico e altrettanto triste (vergognarsi di se e di quello che si fa è umiliante).
Una buona prova, ma la scelta della prostituzione mi sembra funzionale, ma poco convincente.
Ciao e alla prossimaCiao Ambra, sei un genio 😛
Mi sento obbligato a partire facendoti i complimenti. Gran bel racconto; ritmo frizzante, dialoghi surreali, ma credibili (molto simili a quelli della TV), e una critica sociale a 360°. Una citazione particolare la farei ai nomi dei protagonisti che mi hanno ricordato il migliore Benni (ti assicuro che questo, dal mio punto di vista, è un complimento non da poco).
Finita la sviolinata cerchiamo qualcosa che potrebbe non andare. Forse il Talent è il modo più semplice e usato per affrontare certi argomenti, quindi non proprio originale. I protagonisti sono stereotipati (questo lo metto come difetto, ma credo fosse voluto).
Insomma, avrai capito che il racconto mi è piaciuto molto e che sto cercando il pelo nell’uovo (senza riuscirci).
In conclusione, hai scritto un ottimo racconto che mi ha fatto divertire. Complimenti!Ciao Daniele, che emozione incontrare l’Aguzzino.
La tua bravura non si discute; il racconto si legge tutto d’un fiato. Si respira la stessa aria dei protagonisti e si può sentire persino la polvere addosso. Però, superato l’intontimento che da la tua bravura di scrittore, si rimane con un pugno di mosche in mano. In questa storia non c’è una trama, hai preso due personaggi famosi, li hai fatti incontrare e basta. Mi sembra un po’ poco.
La spiegazione di come Alice sia stata “agganciata” dalla macchina del tempo mi lascia un po’ perplesso. Non sono in grado di fare trattati sul tempo e lo spazio, ma dovrebbero muoversi su piani separati, tanto che Herbert non sa dell’esistenza di universi paralleli.
Nel complesso è un racconto largamente sufficiente, merito più dello stile che della storia.
Ciao e alla prossima.Ciao Ambra, grazie per il genio 😛
Provo a rispondere ai tuoi dubbi:
il messaggio è all’infinito per lo stesso motivo per cui quando parliamo con gli stranieri scandiamo le parole pensando che loro possano capire meglio 😀
Il racconto è tronco per una questione di spazio e credo che qualsiasi cosa sia successa dopo sia ininfluente. Personalmente immagino la sala piena di gente che piange, ma ci sta anche il linciaggio.
Alberto, detto Albero, è l’unico italiano per una questione funzionale al racconto 😉
Grazie per il commento.
Ciao e alla prossimaCiao Manuel, ben ritrovato.
Il mondo che hai creato è decisamente affascinante. Tutti i personaggi riuniti a “Commedia” in attesa che arrivi l’autore e li scelga. Peccato solo che lo spazio del racconto fosse troppo poco. Mentre leggevo avevo la sensazione che fosse tutto troppo compresso, ciò non toglie che il lavoro è veramente valido. Ti dirò, alla prima lettura ero scettico, ma poi, rimuginando, il racconto mi ha affascinato.
Nel complesso è un buon lavoro.
Ciao e alla prossima.Ciao Lorenzo, piacere di conoscerti.
Il problema principale di questo racconto è che è tutto “tell”. Le immagini sono tutte filtrate dal pensiero del protagonista e anche questo è poco incisivi. La voce narrante è poco caratterizzata.
Come ti hanno già segnalato ci sono delle ripetizioni all’inizio che appesantiscono la lettura e io aggiungo le unità di misura che mi hanno distratto non poco (ma questo penso sia un mio problema).
Nel complesso è una buona idea che però non riesce ad arrivare al lettore.
Ciao e alla prossimaCiao Stefania, grazie per il commento.
Angela, prima di tutto grazie per il piccolo editing, se dovessi riprendere in mano il racconto lo userò. Per quanto riguarda il titolo è parte integrante del testo. È una provocazione che precede la provocazione. Siamo una macchietta a livello mondiale, e probabilmente meritiamo di esserlo.
CiaoCiao Daniele.
Pensavo fosse chiara l’ironia del finale, ma evidentemente non lo era. Grazie per il commento e alla prossima.
Ciao2 settembre 2015 alle 16:21 in risposta a: Gruppo UBERTI: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #10428Ciao, di seguito troverete la mia classifica. Ho provato a premiare i racconti che ritenevo più completi, ma sicuramente sono stato influenzato anche dal mio gusto personale. Faccio i complimenti a tutti perché ho trovato molte belle storie. Ciao
Commenti in ordine sparso:
Il Vecchio e le Colombe, di Damiano D’Andrea
Ciao Andrea, piacere di conoscerti.
Il racconto non è male, è delicato e al suo interno c’è un bel messaggio. A parte qualche svista di punteggiatura il testo è anche corretto, ma trovo un certo distacco tra lo scritto e il lettore.
Dal commento che hai fatto al mio racconto deduco che non ti piacciano molto i dialoghi, ma da essi, spesso, può passare l’empatia con il lettore. Il vecchio è solo al parco con i sui amici uccelli; perché non farlo parlare con loro? Tutto il tempo tu ci racconti cosa fa il protagonista, ma non ce lo fai vivere. Fammi vivere il momento in cui qualcuno lo schernisce o magari fammi sentire la sua stanchezza.
È un bel racconto, ma decisamente migliorabile.
Ciao e alla prossima.
Le Stringhe di Ermete, di Valter Carignano
Ciao Valter, è veramente un piacere incontrarti.
Bel racconto. Equilibrato, con un giusto ritmo e tutti gli ingredienti per creare una storia coinvolgente. Si capisce che hai mestiere. Hai una scrittura ricercata; per me questo normalmente non è un pregio, di solito preferisco stili più coinvolgenti, ma nel tuo caso ho apprezzato anche questo.
Per non dirti che è un racconto perfetto ti faccio le pulci:
E così era stato lui a cambiare vita: per amore, quella forza che tutta la sua fisica e matematica non potevano spiegare.
Questa frase è molto bella, ma troppo scontata; non rende giustizia al resto del racconto.
Poi il cuore di Carla si era fermato. Così, senza motivo, era solo il suo tempo che terminava.
“Senza motivo”, io lo sostituirei con un “senza preavviso”. Il protagonista è un uomo di Scienza, non credo che si accontenterebbe mai di non conoscere le motivazioni.
Ripeto, questi sono due nei all’interno di un ottimo racconto. Complimenti!
Ciao e alla prossima.
Invisible Man, di Adry666
Ciao Adriano.
Racconto decisamente centrato. Mi è capitato spesso di leggere storie con protagonisti portatori di handicap e spesso, se non sempre, si arrivava a rendere tutto patetico. In questo caso invece è tutto frizzante. L’autoironia del protagonista, che lo rende ancora più umano, fa vedere quanto il solo salire sull’autobus possa diventare un’impresa eroica.
Dal punto di vista tecnico non ho nulla da segnalarti.
Bravo e complimenti!
Un attimo, per sempre, di Willy
Ciao Vilma, ben trovata.
Cavolo, quanti sentimenti in così poche battute. Brava, la storia mi è piaciuta molto, bella l’atmosfera che hai creato, e perfetta nel trasmettere l’impotenza ovattata del viaggio onirico. Il protagonista si sentiva trascinare da quella forza invisibile, ma non aveva paura. Sembrava di vivere un sogno anche a me. Complimenti. Però, il finale non mi piace, stona con il resto del racconto. Perché non fargli rivivere il dramma? Si sveglia privo di ricordi e gli danno la notizia della morte della figlia. Lo avrei apprezzato di più.
Nel complesso è un ottimo lavoro. Ciao
La guerra invisibile, di Flavia Imperi
Ciao Flavia.
Arianna camminava con Mipam lungo la strada buia di montagna.
— Paura, Ari? — fece il cugino, con l’aria spavalda tipica dei suoi quindici anni, ben due più di lei.Le prime frasi in un racconto sono fondamentali. Qui Trovo subito un infodump. Cerca un modo più elegante per dire l’età dei protagonisti.
Il racconto è carino, ma sembra più l’introduzione per una storia più lunga. Purtroppo manca di tridimensionalità. Non abbiamo né un origine, né un dopo. Guerra, verso chi? E dov’è stata questa strega fino a quel momento? Probabilmente avresti bisogno di almeno 20K per chiudere bene la storia.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, ho da segnalarti qualche sbavatura sulla punteggiatura dei dialoghi, in particolare manca l’apertura di uno di essi.
Ciao e alla prossima.
L’invisibilità, di Omaima Marfoq
Ciao Omaima.
Concordo con chi ha commentato prima di me. L’idea di base è molto buona, ma non riesci a esprimerla al meglio. La solitudine della ragazza viene fuori solo alla fine e non lascia il segno. Peccato, perché quella sarebbe stata la parte migliore del racconto.
Per quanto riguarda lo stile che hai usato, ti faccio un’osservazione. Guarda il testo del tuo racconto (senza leggerlo) e poi fai lo stesso con gli altri. Ti accorgerai che il tuo è compatto, senza spazi; e così è anche la lettura. Vai poco a capo e non hai dialoghi (non rispondermi che la protagonista è sola; a te non capita mai di parlare al gatto?) che ti aiuterebbero a velocizzare il racconto. Cerca poi di farci vivere le azioni, non raccontarle, così come le emozioni della protagonista.
Sicuramente è un lavoro da riprendere in mano, lo spunto c’è, ma va elaborato meglio.
Ciao e alla prossima.
L’essenziale, di Beppe Roncari
Ciao Beppe, ben trovato nell’Arena.
Il racconto è scritto bene, il tuo stile è ineccepibile, sei bravo e si vede. Però il tuo racconto mi ha lasciato la sensazione di aver letto una soap opera. I toni usati, la trama spiccia; mi aspettavo di vedere il Dottor Vazquez che usciva dalla sala operatoria con un asciugamano sporca di sangue in mano. “Donna Catarina, Miguel sta lottando con la morte; ma ci sono io con lei!”
Forse è per via dell’interruttore che disattiva la vista… non lo so, non mi convince.
Chiaramente questo è solo gusto personale, perché il racconto è sicuramente valido.
Ciao e alla prossima.
Ritorno a casa, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra.
Come Serena anch’io ho faticato parecchio a seguirti.
L’inizio stenta, ci sono nomi e posti a cui dobbiamo abituarci, e purtroppo 3000 battute non bastano per farlo. Poi c’è la trama di per se che trovo solo accennata, personalmente ho letto l’introduzione di qualcosa che potrebbe anche piacermi, ma che non ho avuto modo di leggere.
Durante la lettura ho avuto l’impressione che tu abbia scritto il racconto in due momenti diversi. Ci sono parti in cui i periodi sono lunghi e infarciti di virgole, e altri lapidari di massimo cinque parole, poi il punto e a capo. Praticamente ho avuto l’impressione di trovarmi davanti la vecchia e la nuova Alexandra.
Purtroppo non posso dire che il racconto mi sia piaciuto. Mi dispiace.
Ciao e alla prossima.
L’amante invisibile, di serena Aronica
Ciao Serena.
Temo che la scelta del sesso con il cane possa turbare e non poco il lettore, ma personalmente ho apprezzato parecchio il rischio che hai corso. Sei uscita dal “facile” (se tu avessi usato un cane per salvare la vita di un bambino sarebbero scrosciati gli applausi), ma così facendo ti stai esponendo alle critiche.
Personalmente, l’unico difetto che trovo nel racconto è il tono della narrazione. Avrei preferito una scrittura più elementare che potesse rendere tutto più frizzante. Fino al colpo di scena sembra una storia di normali corna, io avrei cercato di rendere tutto ancora più grottesco, insinuando il dubbio che potesse essere il cane l’amante.
Ribadisco i miei complimenti per il tuo coraggio.
Ciao e alla prossima!
Ombre, di Maria Rosaria Del Ciello
Ciao Maria Rosaria.
Tecnicamente il tuo racconto è scritto bene, ma personalmente non ho capito il racconto. Cos’è questa “tela nera” che attanaglia il protagonista? Perché se ne accorge solo lui? È forse una metafora per parlare della depressione? Se fosse così, però, gli specialisti dovrebbero accorgersene.
Non lo so, temo che tu abbia fatto un grosso errore (almeno nei miei confronti). Hai fatto sentire stupido il lettore (me), perché se arrivo alla fine e le domande sono più delle risposte mi sento inadeguato.
Mi dispiace, ma, nonostante un’ottima prosa non posso giudicare positivamente il racconto. So che è un mio limite.
Classifica:
-
Invisible Man, di Adry666
-
Le Stringhe di Ermete, di Valter Carignano
-
Un attimo, per sempre, di Willy
-
L’essenziale, di Beppe Roncari
-
L’amante invisibile, di Serena Aronica
-
La guerra invisibile, di Flavia Imperi
-
Il Vecchio e le Colombe, di Damiano D’Andrea
-
L’invisibilità, di Omaima Marfoq
-
Ombre, di Maria Rosaria Del Ciello
-
Ritorno a casa, di Alexandra Fischer
-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 8 mesi fa da
Ceranu.
Ciao Andrea, piacere di conoscerti.
Il racconto non è male, è delicato e al suo interno c’è un bel messaggio. A parte qualche svista di punteggiatura il testo è anche corretto, ma trovo un certo distacco tra lo scritto e il lettore.
Dal commento che hai fatto al mio racconto deduco che non ti piacciano molto i dialoghi, ma da essi, spesso, può passare l’empatia con il lettore. Il vecchio è solo al parco con i sui amici uccelli; perché non farlo parlare con loro? Tutto il tempo tu ci racconti cosa fa il protagonista, ma non ce lo fai vivere. Fammi vivere il momento in cui qualcuno lo schernisce o magari fammi sentire la sua stanchezza.
È un bel racconto, ma decisamente migliorabile.
Ciao e alla prossima.
Ciao Alexandra.
Come Serena anch’io ho faticato parecchio a seguirti.
L’inizio stenta, ci sono nomi e posti a cui dobbiamo abituarci, e purtroppo 3000 battute non bastano per farlo. Poi c’è la trama di per se che trovo solo accennata, personalmente ho letto l’introduzione di qualcosa che potrebbe anche piacermi, ma che non ho avuto modo di leggere.
Durante la lettura ho avuto l’impressione che tu abbia scritto il racconto in due momenti diversi. Ci sono parti in cui i periodi sono lunghi e infarciti di virgole, e altri lapidari di massimo cinque parole, poi il punto e a capo. Praticamente ho avuto l’impressione di trovarmi davanti la vecchia e la nuova Alexandra.
Purtroppo non posso dire che il racconto mi sia piaciuto. Mi dispiace.
Ciao e alla prossima.
Ciao Beppe, ben trovato nell’Arena.
Il racconto è scritto bene, il tuo stile è ineccepibile, sei bravo e si vede. Però il tuo racconto mi ha lasciato la sensazione di aver letto una soap opera. I toni usati, la trama spiccia; mi aspettavo di vedere il Dottor Vazquez che usciva dalla sala operatoria con un asciugamano sporca di sangue in mano. “Donna Catarina, Miguel sta lottando con la morte; ma ci sono io con lei!”
Forse è per via dell’interruttore che disattiva la vista… non lo so, non mi convince.
Chiaramente questo è solo gusto personale, perché il racconto è sicuramente valido.
Ciao e alla prossima.
Ciao Omaima.
Concordo con chi ha commentato prima di me. L’idea di base è molto buona, ma non riesci a esprimerla al meglio. La solitudine della ragazza viene fuori solo alla fine e non lascia il segno. Peccato, perché quella sarebbe stata la parte migliore del racconto.
Per quanto riguarda lo stile che hai usato, ti faccio un’osservazione. Guarda il testo del tu racconto (senza leggerlo) e poi fai lo stesso con gli altri. Ti accorgerai che il tuo è compatto, senza spazi; e così è anche la lettura. Vai poco a capo e non hai dialoghi (non rispondermi che la protagonista è sola; a te non capita mai di parlare al gatto?) che ti aiuterebbero a velocizzare il racconto. Cerca poi di farci vivere le azioni, non raccontarle, così come le emozioni della protagonista.
Sicuramente è un lavoro da riprendere in mano, lo spunto c’è, ma va elaborato meglio.
Ciao e alla prossima.
Ciao Flavia.
Arianna camminava con Mipam lungo la strada buia di montagna.
— Paura, Ari? — fece il cugino, con l’aria spavalda tipica dei suoi quindici anni, ben due più di lei.Le prime frasi in un racconto sono fondamentali. Qui Trovo subito un infodump. Cerca un modo più elegante per dire l’età dei protagonisti.
Il racconto è carino, ma sembra più l’introduzione per una storia più lunga. Purtroppo manca di tridimensionalità. Non abbiamo né un origine, né un dopo. Guerra, verso chi? E dov’è stata questa strega fino a quel momento? Probabilmente avresti bisogno di almeno 20K per chiudere bene la storia.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, ho da segnalarti qualche sbavatura sulla punteggiatura dei dialoghi, in particolare manca l’apertura di uno di essi.
Ciao e alla prossima.
Ciao Vilma, ben trovata.
Cavolo, quanti sentimenti in così poche battute. Brava, la storia mi è piaciuta molto, bella l’atmosfera che hai creato, e perfetta nel trasmettere l’impotenza ovattata del viaggio onirico. Il protagonista si sentiva trascinare da quella forza invisibile, ma non aveva paura. Sembrava di vivere un sogno anche a me. Complimenti. Però, il finale non mi piace, stona con il resto del racconto. Perché non fargli rivivere il dramma? Si sveglia privo di ricordi e gli danno la notizia della morte della figlia. Lo avrei apprezzato di più.
Nel complesso è un ottimo lavoro.
Ciao
Ciao Maria Rosaria.
Tecnicamente il tuo racconto è scritto bene, ma personalmente non ho capito il racconto. Cos’è questa “tela nera” che attanaglia il protagonista? Perché se ne accorge solo lui? È forse una metafora per parlare della depressione? Se fosse così, però, gli specialisti dovrebbero accorgersene.
Non lo so, temo che tu abbia fatto un grosso errore (almeno nei miei confronti). Hai fatto sentire stupido il lettore (me), perché se arrivo alla fine e le domande sono più delle risposte mi sento inadeguato.
Mi dispiace, ma, nonostante un’ottima prosa, non posso giudicare positivamente il racconto. So che è un mio limite.
Ciao Serena.
Temo che la scelta del sesso con il cane possa turbare e non poco il lettore, ma personalmente ho apprezzato parecchio il rischio che hai corso. Sei uscita dal “facile” (se tu avessi usato un cane per salvare la vita di un bambino sarebbero scrosciati gli applausi), ma così facendo ti stai esponendo alle critiche.
Personalmente, l’unico difetto che trovo nel racconto è il tono della narrazione. Avrei preferito una scrittura più elementare che potesse rendere tutto più frizzante. Fino al colpo di scena sembra una storia di normali corna, io avrei cercato di rendere tutto ancora più grottesco, insinuando il dubbio che potesse essere il cane l’amante.
Ribadisco i miei complimenti per il tuo coraggio.
Ciao e alla prossima!
Ciao Adriano.
Racconto decisamente centrato. Mi è capitato spesso di leggere storie con protagonisti portatori di handicap e spesso, se non sempre, si arrivava a rendere tutto patetico. In questo caso invece è tutto frizzante. L’autoironia del protagonista, che lo rende ancora più umano, fa vedere quanto il solo salire sull’autobus possa diventare un’impresa eroica.
Dal punto di vista tecnico non ho nulla da segnalarti.
Bravo e complimenti!
Ciao Valter, è veramente un piacere incontrarti.
Bel racconto. Equilibrato, con un giusto ritmo e tutti gli ingredienti per creare una storia coinvolgente. Si capisce che hai mestiere. Hai una scrittura ricercata; per me questo normalmente non è un pregio, di solito preferisco stili più coinvolgenti, ma nel tuo caso ho apprezzato anche questo.
Per non dirti che è un racconto perfetto ti faccio le pulci:
E così era stato lui a cambiare vita: per amore, quella forza che tutta la sua fisica e matematica non potevano spiegare.
Questa frase è molto bella, ma troppo scontata; non rende giustizia al resto del racconto.
Poi il cuore di Carla si era fermato. Così, senza motivo, era solo il suo tempo che terminava.
“Senza motivo”, io lo sostituirei con un “senza preavviso”. Il protagonista è un uomo di Scienza, non credo che si accontenterebbe mai di non conoscere le motivazioni.
Ripeto, questi sono due nei all’interno di un ottimo racconto. Complimenti!
Ciao e alla prossima
Ciao, grazie a tutti per la lettura e i commenti. L’intento del racconto è quello di farvi sorridere e sembra che ci stia riuscendo 😀
Ciao.
Solo in questa edizione hai un altro racconto che parla di Dio e un altro che rivede la Genesi, in più potresti chiedere a Raffaele che, se non sbaglio, l’anno scorso a proposto un dialogo tra Dio e il Diavolo. Sempre l’anno scorso abbiamo avuto almeno altri due racconti che parlavano di lui, quindi mi permetto di dire che è un argomento abusato.
Sì, avevo capito che si parlava di Di dalla terza riga, forse è stata solo un intuizione, forse fortuna, ma il risultato non cambia.
La datazione è fondamentale perché è un prima persna, e se tu non sai quando sei nato hai dei problemi. Anche l’accenno al fatto di non sapere se ha avuto dei genitori mi sembra poco forte, lui è onnipotente.
La mancanza di ambientazione l’ho trovata solo un mezzuccio per tenere nascosta l’identità del protagonista.
Mi scuso anticipatamente per eventuali errori ortografici nel commento e ti prego, eventualmente, di segnalarmeli. Grazie!30 luglio 2015 alle 22:44 in risposta a: Gruppo VUOTO: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #9537Commenti
Ogni ultima volta di Christian Magrì
Ciao Christian, benvenuto a Minuti Contati.
C’è qualche sbavatura sui dialoghi, fai attenzione alle maiuscole nel virgolettato. Ricorda che i tre punti sono appunto tre, né due né quattro. Ma lo stile è buono e corretto.
La trama mi lascia un po’ perplesso; passi il fatto che non sapesse che quello per cui lavorava era il padre del suo amico, ma non può non aver mai associato i due cognomi. Facci capire che l’aveva pensato decine di volte, ma che si sentiva uno stupido nel pensarlo. Non ho nemmeno capito come lo chef potesse sapere della loro “superficiale” amicizia.
Non lo so, nel complesso il racconto non mi convince.
Ciao e alla prossima.L’abito malva di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra.
Racconto poco equilibrato, hai abusato degli aggettivi e nelle descrizioni lasciando poco spazio al finale. Questo regala al lettore una prima parte in cui può vedere ogni minimo dettaglio, rendendo però frettoloso e poco chiaro il finale. La storia non è molto avvincente anche perché la protagonista risulta egoista e un po’ viziata. Non c’è traccia di un suo tentativo di instaurare un rapporto con il vecchio, anzi si lamenta per la sua visita annuale.
Dal punto di vista stilistico hai fatto un balzo in avanti. Le frasi sono godibili e comprensibili.
CiaoEdo di Barbara Comeles
Ciao Barbara, piacere di conoscerti.
Storia interessante in cui chiunque può dare un’interpretazione.
Io ci ho visto parecchio egoismo da parte della protagonista che fa in modo di incontrare il padre naturale per poi non dargli modo di approfondire il rapporto. Tutto coerente se la ragazza è giovane e quindi vive in un mondo fatto di cose dovute. L’unica imperfezione da questo lato è la frase in cui lui dice di faticare ad avere relazioni stabili e poi dice di avere una moglie e due figli; questa io la definirei una relazione stabile.
Sul piano stilistico ci sono un paio di cose che non mi tornano. La prima frase è al passato, poi tutto è al presente. Non lo so, non mi convince.
La mancanza di punteggiatura rallenta un po’ la lettura, non vedo perché ometterla.
Pregio del racconto è l’intensità dei sentimenti della protagonista.
Ciao e alla prossima.Rodriguez, di Maria R. Del Ciello
Ciao Maria.
Partiamo da una cosa che non mi è piaciuta. Non capisco perché scrivere una storia del genere usando tutti gli stereotipi già abusati. La famiglia di immigrati latini che si dedicano allo spaccio è troppo classica. Per quello che hai scritto nel racconto potevi chiamarla tranquillamente Fam. Nucera e tutto sarebbe rimasto coerente. A tratti ricordava i miei pranzi in famiglia. Non sarebbe cambiato molto, ma almeno non avrebbe richiamato immediatamente alla memoria i telefilm.
Detto questo hai un ottimo stile e una totale padronanza. Non ho nulla da segnalarti se non la mancanza di originalità.
Ciao e alla prossima.Stellaluce, di Raffaele Marra
Ciao Raffaele, era molto che non ci incontravamo.
Racconto scritto benissimo. Lo stile scelto si sposa alla perfezione con il narrato. È una fiaba buia che mi è piaciuta molto. Ho apprezzato in maniera particolare l’ambientazione e i protagonisti. Pisticci e la famiglia del mezzadro mi hanno fatto vivere ogni momento.
Però una cosa negativa te la devo dire (devo giustificare il commento). Il colpo di scena finale mi ha indispettito. Sono andato a rileggere la parte prima e non c’è nessun segnale che quelli non fossero bambini, ma pupazzi. Te ne ho già parlato in passato, il colpo di scena deve cogliere impreparato il lettore, ma questo non si deve sentire preso in giro, deve avere gli elementi per giustificare tutto.
Ottima prova, bravo.
Ciao e alla prossima.Un buon padre, di Roberto Romanelli
Ciao Roberto, piacere di leggerti.
Un lungo monologo di Dio (che dovrebbe avere qualche anno in più) non è di certo una novità. Usi la parabola del figliol prodigo, ma lo fai slegandola dal contesto.
Il pensiero di Dio è molto forte, usa termini che probabilmente dovrebbero umanizzarlo, ma lo fanno male. Manca completamente l’ambientazione, il contesto e gli eventi. È un racconto che non necessitava di Dio, anzi questa cosa lo fa slittare in basso.
Per parlare di Lui avresti dovuto essere più ironico.
A rileggerci.Vecchio bastardo, di Fernando Nappo
Ciao Fernando.
Stile ottimo e buona idea. Forse manca qualcosa che scuota il lettore. Parti imbastardito e così finisci. Magari potevi far dare un colpo di coda al bastardo, che così avrebbe destabilizzato il figlio e avrebbe reso più interessante la lettura, ma già così è un buon lavoro. C’è qualche refuso, ma nel complesso è un buon lavoro. Bella l’immagine dell’infermiera che si congratula con lui. Poco credibile il fatto che il padre non chieda ai medici di bloccare le visite, ma forse a lui non dispiaceva così tanto avere il figlio lì.
Ciao e alla prossima.Giusti o sbagliati,di Alberto Priora
Ciao Alberto.
Il problema delle nascite è stato affrontato più volte anche su MC, ma almeno la tua declinazione è originale. Sicuramente manca lo spazio per poter dire tutto quello che serve. Parli di figli alieni, ma non sappiamo quanto lo siano. Immagino tanto, altrimenti non capisco come la gente possa distinguerli dai pochi veri. Altra cosa poco chiara è come l’uomo sia arrivato alla totale sterilità, ma non importa, è così e basta.
Sono certo che in uno spazio più ampio il tuo sarebbe stato un buon racconto, così manca un po’, tanto che sei ricorso a un grosso infodump finale che lo penalizza un po’.
Ciao e alla prossimaLa luna alta nel cielo, di Omaima Marfoq
Ciao.
La storia è interessante e “bastarda” al punto giusto, ma l’esecuzione non è all’altezza dell’intuizione.
Ci sono dei passaggi di difficile intuizione e l’impressione è che tu abbia cambiato rotta mentre scrivevi. Per esempio: prima parli del fatto che il ragazzo deve andare fuori con il padre, poi il cellulare squilla e dopo il ragazzo dice che non sapeva molto del lavoro del padre. Secondo me qui sei saltata da un ragionamento all’altro senza molto senso.
Purtroppo, sebbene abbia apprezzato l’idea, non posso giudicare bene il racconto. Mi dispiace e spero di rileggere presto qualcosa di tuo.
CiaoLui, di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora, piacere di rincontrarti.
Il racconto è carino. Mentre lo leggevo cercavo di intuire dove andassi a parare e tu sei andata da un’altra parte. Pensavo che avesse scoperto un serial killer, invece era uno stupratore seriale. Quindi sei riuscita a spiazzarmi positivamente. Il racconto è scritto bene, e mi è piaciuto. L’unico appunto che mi sento di farti e sul finale. A mio parere l’ultimo paragrafo è inutile, la storia sarebbe andata bene comunque. Ma non posso dire che questo sia un vero difetto, perché non cambia il risultato.
Ciao e alla prossima.Classifica
1. Stellaluce, di Raffaele Marra
2. Lui, di Eleonora Rossetti
3. Vecchio bastardo, di Fernando Nappo
4. Giusti o sbagliati,di Alberto Priora
5. Edo di Barbara Comeles
6. L’abito malva di Alexandra Fischer
7. Ogni ultima volta di Christian Magrì
8. Rodriguez, di Maria R. Del Ciello
9. Un buon padre, di Roberto Romanelli
10. La luna alta nel cielo, di Omaima MarfoqCiao Eleonora, piacere di rincontrarti.
Il racconto è carino. Mentre lo leggevo cercavo di intuire dove andassi a parare e tu sei andata da un’altra parte. Pensavo che avesse scoperto un serial killer, invece era uno stupratore seriale. Quindi sei riuscita a spiazzarmi positivamente. Il racconto è scritto bene, e mi è piaciuto. L’unico appunto che mi sento di farti e sul finale. A mio parere l’ultimo paragrafo è inutile, la storia sarebbe andata bene comunque. Ma non posso dire che questo sia un vero difetto, perché non cambia il risultato.
Ciao e alla prossima.Ciao.
La storia è interessante e “bastarda” al punto giusto, ma l’esecuzione non è all’altezza dell’intuizione.
Ci sono dei passaggi di difficile intuizione e l’impressione è che tu abbia cambiato rotta mentre scrivevi. Per esempio: prima parli del fatto che il ragazzo deve andare fuori con il padre, poi il cellulare squilla e dopo il ragazzo dice che non sapeva molto del lavoro del padre. Secondo me qui sei saltata da un ragionamento all’altro senza molto senso.
Purtroppo, sebbene abbia apprezzato l’idea, non posso giudicare bene il racconto. Mi dispiace e spero di rileggere presto qualcosa di tuo.
CiaoCiao Alberto.
Il problema delle nascite è stato affrontato più volte anche su MC, ma almeno la tua declinazione è originale. Sicuramente manca lo spazio per poter dire tutto quello che serve. Parli di figli alieni, ma non sappiamo quanto lo siano. Immagino tanto, altrimenti non capisco come la gente possa distinguerli dai pochi veri. Altra cosa poco chiara è come l’uomo sia arrivato alla totale sterilità, ma non importa, è così e basta.
Sono certo che in uno spazio più ampio il tuo sarebbe stato un buon racconto, così manca un po’, tanto che sei ricorso a un grosso infodump finale che lo penalizza un po’.
Ciao e alla prossimaCiao Fernando.
Stile ottimo e buona idea. Forse manca qualcosa che scuota il lettore. Parti imbastardito e così finisci. Magari potevi far dare un colpo di coda al bastardo, che così avrebbe destabilizzato il figlio e avrebbe reso più interessante la lettura, ma già così è un buon lavoro. C’è qualche refuso, ma nel complesso è un buon lavoro. Bella l’immagine dell’infermiera che si congratula con lui. Poco credibile il fatto che il padre non chieda ai medici di bloccare le visite, ma forse a lui non dispiaceva così tanto avere il figlio lì.
Ciao e alla prossimaCiao Roberto, piacere di leggerti.
Un lungo monologo di Dio (che dovrebbe avere qualche anno in più) non è di certo una novità. Usi la parabola del figliol prodigo, ma lo fai slegandola dal contesto.
Il pensiero di Dio è molto forte, usa termini che probabilmente dovrebbero umanizzarlo, ma lo fanno male. Manca completamente l’ambientazione, il contesto e gli eventi. È un racconto che non necessitava di Dio, anzi questa cosa lo fa slittare in basso.
Per parlare di Lui avresti dovuto essere più ironico.
A rileggerci.Ciao Raffaele, era molto che non ci incontravamo.
Racconto scritto benissimo. Lo stile scelto si sposa alla perfezione con il narrato. È una fiaba buia che mi è piaciuta molto. Ho apprezzato in maniera particolare l’ambientazione e i protagonisti. Pisticci e la famiglia del mezzadro mi hanno fatto vivere ogni momento.
Però una cosa negativa te la devo dire (devo giustificare il commento). Il colpo di scena finale mi ha indispettito. Sono andato a rileggere la parte prima e non c’è nessun segnale che quelli non fossero bambini, ma pupazzi. Te ne ho già parlato in passato, il colpo di scena deve cogliere impreparato il lettore, ma questo non si deve sentire preso in giro, deve avere gli elementi per giustificare tutto.
Ottima prova, bravo.
Ciao e alla prossima.Ciao Maria.
Partiamo da una cosa che non mi è piaciuta. Non capisco perché scrivere una storia del genere usando tutti gli stereotipi già abusati. La famiglia di immigrati latini che si dedicano allo spaccio è troppo classica. Per quello che hai scritto nel racconto potevi chiamarla tranquillamente Fam. Nucera e tutto sarebbe rimasto coerente. A tratti ricordava i miei pranzi in famiglia. Non sarebbe cambiato molto, ma almeno non avrebbe richiamato immediatamente alla memoria i telefilm.
Detto questo hai un ottimo stile e una totale padronanza. Non ho nulla da segnalarti se non la mancanza di originalità.
Ciao e alla prossima.Ciao Barbara, piacere di conoscerti.
Storia interessante in cui chiunque può dare un’interpretazione.
Io ci ho visto parecchio egoismo da parte della protagonista che fa in modo di incontrare il padre naturale per poi non dargli modo di approfondire il rapporto. Tutto coerente se la ragazza è giovane e quindi vive in un mondo fatto di cose dovute. L’unica imperfezione da questo lato è la frase in cui lui dice di faticare ad avere relazioni stabili e poi dice di avere una moglie e due figli; questa io la definirei una relazione stabile.
Sul piano stilistico ci sono un paio di cose che non mi tornano. La prima frase è al passato, poi tutto è al presente. Non lo so, non mi convince.
La mancanza di punteggiatura rallenta un po’ la lettura, non vedo perché ometterla.
Pregio del racconto è l’intensità dei sentimenti della protagonista.
Ciao e alla prossima.Ciao Alexandra.
Racconto poco equilibrato, hai abusato degli aggettivi e nelle descrizioni lasciando poco spazio al finale. Questo regala al lettore una prima parte in cui può vedere ogni minimo dettaglio, rendendo però frettoloso e poco chiaro il finale. La storia non è molto avvincente anche perché la protagonista risulta egoista e un po’ viziata. Non c’è traccia di un suo tentativo di instaurare un rapporto con il vecchio, anzi si lamenta per la sua visita annuale.
Dal punto di vista stilistico hai fatto un balzo in avanti. Le frasi sono godibili e comprensibili.
CiaoCiao Christian, benvenuto a Minuti Contati.
C’è qualche sbavatura sui dialoghi, fai attenzione alle maiuscole nel virgolettato. Ricorda che i tre punti sono appunto tre, né due né quattro. Ma lo stile è buono e corretto.
La trama mi lascia un po’ perplesso; passi il fatto che non sapesse che quello per cui lavorava era il padre del suo amico, ma non può non aver mai associato i due cognomi. Facci capire che l’aveva pensato decine di volte, ma che si sentiva uno stupido nel pensarlo. Non ho nemmeno capito come lo chef potesse sapere della loro “superficiale” amicizia.
Non lo so, nel complesso il racconto non mi convince.
Ciao e alla prossima.Ciao Alexandra, Ciao Vastatio. Grazie a entrambi per il commento.
Mi dispiace non vi sia piaciuto il racconto, ma può starci.
CiaoCiao Alberto e grazie per il commento. Ti rispondo:
Ho il sospetto che dopo la partenza iniziale il racconto sia andato un po’ per conto proprio.
L’inizio serve a caratterizzare il gruppo ed è coerente con il resto.
Innanzitutto il tema non lo trovo: dov’è il figlio dimenticato?
Il figlio dimenticato sono i protagonisti, che vivono nel degrado di una civiltà che li ha abbandonati.
Poi la logica che sta dietro alla missione è troppo labile e forzata: fanno tutto questo per attirare attenzione? Non solo fanno troppo poco, visto quello che accade nella cronaca reale la cosa rimarrebbe assolutamente non notata, ma nessuno sembra comportasi nella prima parte del racconto come se questo fosse il loro scopo, anche se si comportano ingenuamente (legge ad alta voce quando prima stava in silenzio?), non pare pianificato.
Il loro intento era quello di dare una sveglia al quartiere non al mondo. E comunque non erano dei geni del crimine.
Altra cosa forzata è l’accostamento tra un militante centri sociali e uno di Casa Pound, temo che siamo in pura fantascienza.
Stiamo parlando di ragazzi cresciuti nello stesso quartiere di periferia. È una cosa più che normale. Conosco gente con ideologie completamente diverse che vanno allo stadio insieme. Guardie e ladri che bevono insieme al bar. Forse hai poco presente il mondo di periferia.
Non è scritto male,
Grazie
anche se si sofferma a descrivere troppi particolari e ha troppi personaggi in scena per riuscire a essere incisivo.
Mi ero stufato di usare solo due personaggi alla volta. Ciò nonostante credo che i personaggi più importanti siano delineati.
Varie: puscher (refuso) – Virgolettare i nomi dentro al discorso diretto (molto meglio il corsivo) non mi pare l’ideale.
Con gli apici bassi si possono tranquillamente usare le virgolette, e comunque non uso il corsivo per una questione di comodità. Per averlo sul forum avrei dovuto aggiungerlo in un secondo momento.
Ciao e alla prossima.
Ciao Marco, bel racconto. Si sente la musica e si vivono i sentimenti. Molto bravo.
Penso che avrei faticato anch’io a posizionarti in classifica, ma visto che non devo farlo posso complimentarmi con te.
Hai scritto il racconto mischiando l’amore per la musica e quello per la scrittura e il risultato è ottimo.
CiaoCiao Gabriele, grazie per il commento. Effettivamente il racconto é ambientato il 16 giugno in presa diretta. 😉
@Marco
Qualcuno ha interpretato Angelo come Dio in crisi d’identità; per me può essere chiunque, non è attorno a chi sia che gira il racconto. L’unica cosa che conta, dal mio punto di vista, è il suo pensiero. Ma ci sta che in un racconto serva altro.
Per quanto riguarda gli altri tu puoi leggere solo quello che vede Angelo, che comunque accenna a loro anche prima. Chi siano mi interessa poco. Io, tu, l’antico, Gabriele, tutti noi; chiunque si faccia trascinare dall’idea comune. Probabilmente è anche il coraggio di un uomo che si nasconde dietro una domanda banale senza una risposta.
Resta il fatto che capisco si tratti di un racconto incompleto.
Grazie a tutti per i commenti.20 giugno 2015 alle 16:45 in risposta a: Gruppo MORTICIA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #8340Il giorno sbagliato, di Rossella Stocco
Ciao Rossella, piacere di conoscerti.
La trama c’è ed è interessante. Lo stile però non permette di entrare in sintonia con il protagonista. Lo sproloquio lascia poco spazio ai sentimenti. Mi fai vivere tutto in maniera passiva, lasciandomi sospeso a metà tra il divertito e l’impaurito, ma senza portarmi da nessuna delle due parti.Occhio alle “d” eufoniche, non sono molto apprezzate. Ci sono un paio di verbi sbagliati, e delle ripetizioni.
Sono qui, da solo, in un bosco con un mostro famelico che mi osserva e aspetta solo che io muova un solo muscolo per mangiarmi, ne sono sicuro.
Ci sono tre “solo” in una frase.
Potrei cercare di tornare alla macchina e chiudermi dentro, non so se servirebbe a qualcosa, ma mi sentirei infinitamente meglio lì dentro
Toglierei “lì dentro”
Ottima idea, se non fosse che di sabato i meccanici sono chiusi.
Non è una cosa assoluta. Scrivi “lui è chiuso”. Cosi fai star vitti i saccenti (me in questo caso 😀 )
Ciao e alla prossima
L’ULTIMA SPIAGGIA di Alexia
Ciao, piacere di conoscerti.
Il tuo racconto ha due problemi; il primo è la scelta di scrivere di un mondo post apocalittico. A me piace, ma è una cosa estremamente abusata, quindi per far bene bisogna trovare l’idea che stravolga tutto.
Il secondo è che non è un racconto, questo è più l’intro per un libro o per un racconto più lungo.
Dal punto di vista tecnico posso solo consigliarti di snellire un po’ le frasi. Ma nel complesso ho riscontrato una buona tecnica.
Sulla trama ho un solo dubbio. Descrivi un uomo normalissimo che io immagino poco atletico, eppure lui riesce a sconfiggere un aggressore che lo colpisce senza nessun preavviso, quindi immagino sia decisamente agguerrito. Non lo so, secondo me potevi evitare quel passaggio, che lascia poco e fa storcere il naso.
Nonostante tutto quello che ho detto il tuo racconto mi è piaciuto.
Ciao e alla prossimaEra d’estate, di Tina Caramanico
Ciao Tina, che bel racconto.
Il mio commento finirebbe qui, non so cos’altro dire, ma il contest mi obbliga a fare almeno 300 battutte, anzi trecento (in lettere sono di più).
Non posso che complimentarmi con te. Non adoro la prima persona, normalmente si finisce per imprimere il proprio modo di pensare o parlare a personaggi che dovrebbero essere totalmente diversi. Invece tu sei riuscita a farmi tornare bambino, a farmi pensare come trent’anni fa. Ciò nonostante la scrittura è corretta e scorre alla perfezione. Di per se la trama non è originale, ma per come la presenti lo diventa.
Concludo facendoti ancora i complimenti.
Grazie per la lettura. Ciao e alla prossima.Il faro, di Serena Aronica
Ciao Serena, ben trovata.
Bel racconto, gestito bene e scritto meglio. Tuo grande merito è aver rispettato alla perfezione lo “show don’t tell”. Personalmente è una lezione da far leggere a chiunque non sappia cosa sia. Però devo dire che una cosa non mi è piaciuta, il cambio di PDV non mi sembra indispensabile. Dopo aver gestito alla perfezione tutto cambi per ben due volte punto di vista, quando potevi benissimo continuare il racconto in prima persona. Peccato, perché il racconto era quasi perfetto.
Ciao e alla prossima.UN ULTIMO REGALO, di Ophelia
Ciao Ophelia, piacere di conoscerti.
Racconto dalle due facce. La storia è ben strutturata, un buon crescendo che porta a un epilogo scontato ma comunque commovente. Non sempre serve il colpo di scena se la storia ha dei sentimenti.
Invece ho trovato lo stile un po’ traballante. A parte la d eufonica ti segnalo un paio di cose.“Passerá”, la sua voce interiore trema, “Posso ancora fare qualcosa”.
Qui ha cambiato il tempo verbale.
Il mattino la colse sveglia e pronta a mettersi in gioco, come mai aveva fatto in vita sua.
Fin dal mattino si mise all’opera,Ripeti lo stesso concetto il secondo “mattino è di troppo”.
Nel complesso è un racconto che con una piccola revisione sarebbe già buono.
Una curiosità, può essere che abbia letto la frase finale in Scarlett?
Ciao e alla prossima.NON SPEGNERLA, DI Marco Fronzoni
Ciao Marco, benvenuto nella nuova casa di Minuti Contati, ci sei mancato 😉
Racconto coraggioso. Muoversi esclusivamente con dei dialoghi può spiazzare il lettore, soprattutto perché il rischio è di appiattire l’ambientazione. Invece tu sei riuscito a a non far sentire la mancanza delle descrizioni. Eppure nel racconto ci sono un paio di cose che non mi convincono.
Trasformare un Hospice in un centro commerciale mi sembra un’impresa impossibile. Gli Hospice hanno la stessa struttura degli ospedali, quindi tante piccole stanze, corridoi stretti, soffitti bassi e pochi spazi comuni. Da quello che ci fai capire il bambino rimane lì per la notte, stando vicino alla madre morente. Non c’è ospedale che permetterebbe una cosa simile, né di giorno, né di notte. Insomma, un ottima prova di scrittura che però ha delle lacune di trama.
Ciao e spero di rivederti presto.GLI ALTRI, di Simone Rapizzi
Ciao Simone, benvenuto.
Come già segnalato da altri c’è un buon numero di refusi, ma il problema del racconto non è quello. Gettarsi in un flusso di pensieri non è facile, necessita controllo e organizzazione, cose che nel tuo racconto sembrano mancare. Sbattiamo a destra e a sinistra trascinati dalla follia del protagonista che non ci permette di organizzare le idee. Probabilmente era questo il tuo intento, ma il controllo è fondamentale. Devi darmi il modo di capire dove ci troviamo e cosa sta succedendo. All’inizio sembra un mondo simile al nostro, forse in un futuro prossimo, poi si perde ogni punto di riferimento. Il protagonista scava. Dove, con cosa? Purtroppo mancano troppi elementi che mi facciano capire qualcosa.
Ciao e alla prossima.Il sentiero della vita, di Gloomy97
Ciao Gloomy, piacere di conoscerti e benvenuta nell’arena.
Il tuo racconto ha diversi problemi di forma.Dovevano essere le una o le due al massimo
La forma è corretta, ma sfido chiunque a farsi piacere questa frase. Visto che non è fondamentale ai fini del racconto io cambierei orario “le due o le tre”.
Per il resto mancano parecchie virgole. Sicuramente è meno grave averne meno che di più, ma i tuoi sono periodi ostici. Alcuni ti mozzano il fiato. Quando finisci di scrivere rileggi il racconto ad alta voce, vedrai che ti accorgerai da sola dove vanno messe.
Ultimo punto:Capii che quelli che vedevo come problemi in realtà non erano altro che ostacoli che il destino aveva deciso di pormi davanti per testare la mia forza di volontà nel superarli e che come ci ero riuscita varie volte nel corso degli anni potevo benissimo riuscirci anche ora.
Ho letto da qualche parte che il “che” è un’arma da dosare. Il risultato migliore si avrebbe usandone solo uno per periodo, ma mi rendo conto che spesso ne servono almeno due. Tu ne hai messi addirittura cinque, forse un po’ troppi.
Snellisci le frasi e vedrai che sarà tutto più semplice.
La storia di per se non è male, succede poco e sa molto di metafora, ma è gradevole.
Spero di esserti stato utile.
Ciao e alla prossimaLa porta, di Gabriele Macchiarella
Ciao Gabriele, che bello vederti da queste parti. Sono felice che tu abbia deciso di scendere nell’arena.
Come ti hanno già detto il tuo è un ottimo esordio, bravo. Ma ci sono dei difetti. Alcune frasi sono troppo articolate e divagano, difetto letale per un racconto breve 😉
Altra questione è quella del bicchiere di grappa. In un romanzo sarebbe sicuramente una parte gradevole (personalmente l’ho apprezzata) ma all’interno di 3000 battute forse sta stratta.
Per il resto tutto bene fino alla fine che, francamente, penso di non aver capito: illuminami
Ciao e alla prossima, che confido arriverà presto.IL CENTOTRENTESIMO PIANO, di Andrea Viscusi
Ciao Andrea, ben tornato, sono felice di incrociarti.
Colgo l’occasione per farti i complimenti per “Bella dentro”, uno dei racconti più belli che io abbia mai letto su Minuti Contati. Sappi che mi hai fatto commuovere, e questa cosa me la pagherai 😉
Veniamo al racconto di questa volta. Come detto ad altri l’ambientazione postapocalittica non è delle più semplici. Nel tuo caso ho apprezzato la scalata sul palazzo e il ritmo che hai impresso. Ho apprezzato il finale.
La scrittura è buona, ho notato un paio di sbavature, ma nulla di particolare. Quindi posso dire che nel complesso il racconto mi è piaciuto. Bravo.
Ciao e alla prossima.L’AMORE BRUCIA di Leonardo
Ciao Leonardo, piacere di conoscerti.
Già al primo passaggio si intuiva dove andassi a parare, e la cosa ci sta. La scrittura è fluida, io snellirei la parte in cui hai messo tre “grande” di seguito, ma la trovo poco efficace. Il problema è che descrivi i sentimenti, ma non li fai vivere. In questa ricerca manca la disperazione del protagonista che attraversa la storia per ritrovare la sua lei.
A differenza di Alexia, io non ho apprezzato molto il finale, il salto nel vuoto è un epilogo scontato che non rende giustizia ai sui sforzi e arriva troppo in fretta. Capisco che 3000 caratteri sono pochi, ma piuttosto avrei tagliato qualche battuta nel deserto per dare più spazio al finale.
Resta una buona lettura.
Ciao e alla prossimaDANNATO, Francesca Nozzolillo
Ciao Francesca, ben trovata.
Mi spiace dirlo, ma trovo il racconto strutturato male. L’idea di per se è banale, il giudizio di un uomo simile è decisamente scontato. Anche il motivo dell’omicidio che ha commesso non è da meno. Manca il sentimento che dovrebbe accompagnare un simile racconto, è tutto troppo lineare. Non ci sono sussulti ed è tutto troppo piatto. Forse, se non fosse stato tutto così chiaro fin dall’inizio, il mio giudizio sarebbe cambiato, ma così il racconto non mi piace. Probabilmente è solo un problema di mio gusto personale, perché la forma è buona.
Ciao e alla prossima.Classifica
1. Era d’estate, di Tina Caramanico
2. Il faro, di Serena Aronica
3. IL CENTOTRENTESIMO PIANO, di Andrea Viscusi
4. NON SPEGNERLA, DI Marco Fronzoni
5. La porta, di Gabriele Macchiarella
6. L’ULTIMA SPIAGGIA di Alexia
7. Il giorno sbagliato, di Rossella Stocco
8. L’AMORE BRUCIA di Leonardo
9. UN ULTIMO REGALO, di Ophelia
10. Il sentiero della vita, di Gloomy97
11. GLI ALTRI, di Simone Rapizzi
12. DANNATO, Francesca Nozzolillo-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 10 mesi fa da
Ceranu.
@Andrea
La stella rappresenta Angelo e la sua speranza che, nel giro di poco, si sarebbe mischiata a quella degli altri fino a diventare indistinguibile.
Mi rendo conto di aver esagerato 😀Ciao Andrea, grazie per il commento.
Nessun problema, sapevo che non sarebbe piaciuto a tutti il racconto.
Una domanda: perché una stella non è una luce che non si spegne mai?
Per quanto riguarda il messaggio del racconto anche il comportamento del protagonista ne fa parte. Lui crede di essere diverso solo perché ha strappato una promessa, ma quando l’odio ricomincia lui si volta dall’altra parte.
Ciao e alla prossimaCiao Rossella, grazie per il commento.
Alcune cose le ho omesse apposta, non volevo creare un ambientazione definita, e nemmeno un vero perché si facesse tutto quello. Perché il protagonista è ognuno di noi, pronto a rinnegare l’odio, ma anche a girarsi dall’altra parte quando qualcuno sfoga il proprio.
Mi rendo conto che un racconto simile avrebbe bisogno di una “comprensione del testo” ho disseminato altre immagini buone solo per me 😀Ciao Francesca, ben trovata.
Mi spiace dirlo, ma trovo il racconto strutturato male. L’idea di per se è banale, il giudizio di un uomo simile è decisamente scontato. Anche il motivo dell’omicidio che ha commesso non è da meno. Manca il sentimento che dovrebbe accompagnare un simile racconto, è tutto troppo lineare. Non ci sono sussulti ed è tutto troppo piatto. Forse, se non fosse stato tutto così chiaro fin dall’inizio il mio giudizio sarebbe cambiato, ma così il racconto non mi piace. Probabilmente è solo un problema di mio gusto personale, perché la forma è buona.
Ciao e alla prossima.Ciao Leonardo, piacere di conoscerti.
Già al primo passaggio si intuiva dove andassi a parare, e la cosa ci sta. La scrittura è fluida, io snellirei la parte in cui hai messo tre “grande” di seguito, ma la trovo poco efficace. Il problema è che descrivi i sentimenti, ma non li fai vivere. In questa ricerca manca la disperazione del protagonista che attraversa la storia per ritrovare la sua lei.
A differenza di Alexia, io non ho apprezzato molto il finale, il salto nel vuoto è un epilogo scontato che non rende giustizia ai sui sforzi e arriva troppo in fretta. Capisco che 3000 caratteri sono pochi, ma piuttosto avrei tagliato qualche battuta nel deserto per dare più spazio al finale.
Resta una buona lettura.
Ciao e alla prossimaCiao Marco, ho visto palazzine di inizi ‘900 ristrutturate come dici tu (una di queste penso che sia l’ipercoop di via abruzzi), ma gli hospice sono un fenomeno arrivato in Italia negli anni ’90, e spesso (praticamente sempre) sono solo reparti di ospedali o case di riposo. Quindi è quantomeno improbabile che si ricavi un centro commerciale da uno di questi. Fatto sta che è solo un particolare, il mio consiglio è di cambiare quella parte di dialogo per rendere il tutto ancora più credibile.
Ciao Andrea, ben tornato, sono felice di incrociarti.
Colgo l’occasione per farti i complimenti per “Bella dentro”, uno dei racconti più belli che io abbia mai letto su Minuti Contati. Sappi che mi hai fatto commuovere, e questa cosa me la pagherai 😉
Veniamo al racconto di questa volta. Come detto ad altri l’ambientazione postapocalittica non è delle più semplici. Nel tuo caso ho apprezzato la scalata sul palazzo e il ritmo che hai impresso. Ho apprezzato il finale.
La scrittura è buona, ho notato un paio di sbavature, ma nulla di particolare. Quindi posso dire che nel complesso il racconto mi è piaciuto. Bravo.
Ciao e alla prossima.Ciao Gabriele, che bello vederti da queste parti. Sono felice che tu abbia deciso di scendere nell’arena.
Come ti hanno già detto il tuo è un ottimo esordio, bravo. Ma ci sono dei difetti. Alcune frasi sono troppo articolate e divagano, difetto letale per un racconto breve 😉
Altra questione è quella del bicchiere di grappa. In un romanzo sarebbe sicuramente una parte gradevole (personalmente l’ho apprezzata) ma all’interno di 3000 battute forse sta stratta.
Per il resto tutto bene fino alla fine che, francamente, penso di non aver capito: illuminami
Ciao e alla prossima, che confido arriverà presto.Ciao Gloomy, piacere di conoscerti e benvenuta nell’arena.
Il tuo racconto ha diversi problemi di forma.Dovevano essere le una o le due al massimo
La forma è corretta, ma sfido chiunque a farsi piacere questa frase. Visto che non è fondamentale ai fini del racconto io cambierei orario “le due o le tre”.
Per il resto mancano parecchie virgole. Sicuramente è meno grave averne meno che di più, ma i tuoi sono periodi ostici. Alcuni ti mozzano il fiato. Quando finisci di scrivere rileggi il racconto ad alta voce, vedrai che ti accorgerai da sola dove vanno messe.
Ultimo punto:Capii che quelli che vedevo come problemi in realtà non erano altro che ostacoli che il destino aveva deciso di pormi davanti per testare la mia forza di volontà nel superarli e che come ci ero riuscita varie volte nel corso degli anni potevo benissimo riuscirci anche ora.
Ho letto da qualche parte che il “che” è un’arma da dosare. Il risultato migliore si avrebbe usandone solo uno per periodo, ma mi rendo conto che spesso ne servono almeno due. Tu ne hai messi addirittura cinque, forse un po’ troppi.
Snellisci le frasi e vedrai che sarà tutto più semplice.
La storia di per se non è male, succede poco e sa molto di metafora, ma è gradevole.
Spero di esserti stato utile.
Ciao e alla prossima-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 10 mesi fa da
Ceranu.
Ciao Simone, benvenuto.
Come già segnalato da altri c’è un buon numero di refusi, ma il problema del racconto non è quello. Gettarsi in un flusso di pensieri non è facile, necessita controllo e organizzazione, cose che nel tuo racconto sembrano mancare. Sbattiamo a destra e a sinistra trascinati dalla follia del protagonista che non ci permette di organizzare le idee. Probabilmente era questo il tuo intento, ma il controllo è fondamentale. Devi darmi il modo di capire dove ci troviamo e cosa sta succedendo. All’inizio sembra un mondo simile al nostro, forse in un futuro prossimo, poi si perde ogni punto di riferimento. Il protagonista scava. Dove, con cosa? Purtroppo mancano troppi elementi che mi facciano capire qualcosa.
Ciao e alla prossima. -
-
AutoreArticoli