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Leggo solo ora il tuo racconto. Devo dire che la vittoria è strameritata. Usi bene le parole e la punteggiatura per dare il giusto ritmo, che definirei dolce e drammatico al tempo stesso. Una gran bella prova.
Brava Flavia. Il suo racconto aveva per me quella marcia in più, per cui sono contento abbia vinto. 😉
Grazie a tutti. Sicuramente le dimensioni del “corto” vanno strette a un racconto di questo tipo, ma a me piace sperimentare
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Daniele_picciuti.
Grazie Angela e Flavia. Senza dubbio è stato divertente impastare questo strano intreccio.
24 settembre 2015 alle 15:07 in risposta a: Unofficial FARFA EDITION: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11076Proporzioni, di Polly Russell
Piccoli devastatori crescono eh?
La storia funziona, la fine del mondo “relativa” per le formiche si fa leggere, riesci a mascherare bene anche se a tratti qualcosina si riesce a subodorare (es. la parola “operaie”) ma è giusto così, sospetto ma non certezza, fino al finale chiarificatore. Certo una gran brutta fine, descritta molto bene. Utilizzare il termine “nursery” è un piccolo inganno al lettore, non lo avrei messo, magari avrei usato il termine “nido”, più appropriato. Comunque è una prova riuscita.J. & J.J., di Flavia Imperi
Molto poetica e malinconica la tua storia, usi belle parole, termini giusti per descrivere le azioni e gli stati d’animo del narratore. L’acronimo dei due nomi (Giuda e Gesù) di per sé non aggiunge e non toglie a questo pezzo, che sta in piedi con le proprie gambe. C’è un “orizzonto” da correggere, ma a parte questo tutto fila che è un piacere. Belle anche le immagini che i luoghi evocano nella mente. La migliore tra le tue storie che ho letto finora, mi sembra. Almeno per quanto riguarda MC.Sunrise, di Marco Roncaccia
Ho sicuramente apprezzato lo sviluppo di questo racconto, l’idea di base e l’epilogo, mi è meno chiaro invece chi siano i protagonisti e l’ambientazione. Perché da una parte questa “Isabella” o “Bella” dovrebbe essere – credo – la tipa di Twilight, ma poi parli di anni 10, perciò è ambientato in altra epoca rispetto a quella in cui si trova Bella nel film/libro. Vlad è un vampiro all’antica, lo hai reso chiaro, che cerca invano di adattarsi. Però come fa Bella a ucciderlo? Cioè come può essere così forte da tenerlo inchiodato lì tra le gambe? I vampiri sono più forti, inoltre si è appena nutrito, dovrebbe essere rafforzato e non intontito. Ecco, questi sono i miei dubbi…Tutto è relativo, di Valeria Imperi
Eccomi qui, dunque più che un racconto è un lungo flusso di pensiero, ben scritto per altro e scorrevole, a tratti divertente, che conduce fino alla rivelazione finale e alla battuta sui tagli alla ricerca spaziale. Funziona tutto abbastanza, anche se non l’ho trovato particolarmente coinvolgente. Forse, tra i flussi di pensieri, sarebbe stato meglio “vedere” anche qualcosa di ciò che sta accadendo intorno alla protagonista. Magari anche “mentendo” al lettore, mostrare un tizio al bar che esce senza pagare, un giovanotto che ruba la pensione a una vecchietta, un tipo in giacca e cravatta che ruba le monete di un cieco che elemosina in strada… cose da fine del mondo, insomma. Cose che, se fatte ora, non frega niente a nessuno perché non ci saranno conseguenze . Non so se mi spiego.Classifica:
1. J & JJ, di Flavia Imperi
2. Proporzioni, di Polly Russell
3. Sunrise, di Marco Roncaccia
4. Tutto è relativo, di Valeria Imperi
Piccoli devastatori crescono eh?
La storia funziona, la fine del mondo “relativa” per le formiche si fa leggere, riesci a mascherare bene anche se a tratti qualcosina si riesce a subodorare (es. la parola “operaie”) ma è giusto così, sospetto ma non certezza, fino al finale chiarificatore. Certo una gran brutta fine, descritta molto bene. Utilizzare il termine “nursery” è un piccolo inganno al lettore, non lo avrei messo, magari avrei usato il termine “nido”, più appropriato. Comunque è una prova riuscita.
Eccomi qui, dunque più che un racconto è un lungo flusso di pensiero, ben scritto per altro e scorrevole, a tratti divertente, che conduce fino alla rivelazione finale e alla battuta sui tagli alla ricerca spaziale. Funziona tutto abbastanza, anche se non l’ho trovato particolarmente coinvolgente. Forse, tra i flussi di pensieri, sarebbe stato meglio “vedere” anche qualcosa di ciò che sta accadendo intorno alla protagonista. Magari anche “mentendo” al lettore, mostrare un tizio al bar che esce senza pagare, un giovanotto che ruba la pensione a una vecchietta, un tipo in giacca e cravatta che ruba le monete di un cieco che elemosina in strada… cose da fine del mondo, insomma. Cose che, se fatte ora, non frega niente a nessuno perché non ci saranno conseguenze . Non so se mi spiego.
Molto poetica e malinconica la tua storia, usi belle parole, termini giusti per descrivere le azioni e gli stati d’animo del narratore. L’acronimo dei due nomi (Giuda e Gesù) di per sé non aggiunge e non toglie a questo pezzo, che sta in piedi con le proprie gambe. C’è un “orizzonto” da correggere, ma a parte questo tutto fila che è un piacere. Belle anche le immagini che i luoghi evocano nella mente. La migliore tra le tue storie che ho letto finora, mi sembra. Almeno per quanto riguarda MC.
Ho sicuramente apprezzato lo sviluppo di questo racconto, l’idea di base e l’epilogo, mi è meno chiaro invece chi siano i protagonisti e l’ambientazione. Perché da una parte questa “Isabella” o “Bella” dovrebbe essere – credo – la tipa di Twilight, ma poi parli di anni 10, perciò è ambientato in altra epoca rispetto a quella in cui si trova Bella nel film/libro. Vlad è un vampiro all’antica, lo hai reso chiaro, che cerca invano di adattarsi. Però come fa Bella a ucciderlo? Cioè come può essere così forte da tenerlo inchiodato lì tra le gambe? I vampiri sono più forti, inoltre si è appena nutrito, dovrebbe essere rafforzato e non intontito. Ecco, questi sono i miei dubbi…
Marco, figo questo racconto, non vorrei esistesse sul serio lapidbook nell’al di là, immagino già il caos. E se si sovrapponessero lapdibook e facebbok? Caos primordiale. Comunque storia che fila, con i colpi di scena uno sopra l’altro a chiarire lo stato delle cose. Bella prova!
Ciao Andrea, era un po’ che non ti leggevo. Bel racconto, con una sua atmosfera che il tuo stile un po’ nostalgico e un po’ disfattista riesce a instaurare. Devo dire che mi aspettavo che lei rispondesse qualcosa come “scusa, sono nuova in questo universo…”
ma la tua chiusa è migliore.
Ciao Luigi, immaginavo finisse così quando ho visto allungarsi troppo il racconto, però ci sta, come universo “altro”. Sarebbe stato interessante se una volta tornato in macchina fosse apparsa una “vera” bestia pelosa per vendicare la morte della sua gemella finta. 😉
Ciao Flavia, la storia in sé mi è piaciuta, funziona abbastanza anche senza quella frase finale, forse un pochino superflua e che toglie credibilità alla vicenda – insomma lei sta per morire… ha poco da fare la spiritosa! Avrei chiuso a “lacrime.”- ma a parte questo mi sono divertito
24 settembre 2015 alle 14:02 in risposta a: Anche i personaggi nel loro piccolo s'inca**ano – Eleonora Rossetti #11053Hehe, mi sa che i personaggi hanno ragione ad incazzarsi!
Idea molto carina, brava! Forse avrei mostrato qualche momento particolarmente assurdo, per calcare sull’ironia della vicenda, in modo che al lettore restasse ancora più impressa.
Ciao Stefano, quanto tempo! Ma i tuoi lavori sono sempre molto originali, non hai perso la mano
Una buona storia, anche se fatico a immaginare un neonato che nasca vecchio e che sviluppandosi ringiovanisca… MC non permette molto spazio, ma qualche informazione in più avrebbe giovato. Bentornato comunque!
Apatia. Mmm… grazie del commento. Ci penserò su.
Ti ringrazio per il commento. Di avverbi in -mente ce ne sono due in realtà, anche a una certa distanza. Gerundio ce n’è, sì. Lo uso senza remore, lo ammetto.
In realtà mi sono reso conto di aver commesso un errore di coerenza in questo racconto, ma non lo dirò. Vediamo se qualcuno lo nota…
Il rovescio del paradigma funziona sempre, anche se in questo caso avevo subodorato la cosa. Ho trovato però il racconto un pochino piatto, non me ne volere, nel senso che ci sono molti pensieri e, più che una storia, è proprio questo: un flusso di pensieri. Attenzione alle virgole tra soggetto e predicato e a tutte quelle d eufoniche. Il tema direi che è stato centrato “abbastanza”, sebbene non sia proprio un “altro” universo, ma una porzione sconosciuta dello stesso in cui vive il protagonista.
Carino, struttura semplice, semini indizi in modo distratto ma alla fine, quando è il momento di tirare le fila della storia, fai combaciare tutto. Il tema è affrontato in maniera indiretta, sebbene non sia centrato del tutto, nel senso che più che “un altro universo” la sensazione è che si tratti di un rapimento alieno, esseri di “un altro mondo” semmai. Ma potrebbero essere nello stesso universo. La forma è buona, non ho da segnalare nulla di particolare.
22 settembre 2015 alle 16:56 in risposta a: Gruppo HIGH CASTLE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #10885La casa degli spiriti, di Angela Catalini
Carino, struttura semplice, semini indizi in modo distratto ma alla fine, quando è il momento di tirare le fila della storia, fai combaciare tutto. Il tema è affrontato in maniera indiretta, sebbene non sia centrato del tutto, nel senso che più che “un altro universo” la sensazione è che si tratti di un rapimento alieno, esseri di “un altro mondo” semmai. Ma potrebbero essere nello stesso universo. La forma è buona, non ho da segnalare nulla di particolare.
Ritorno, di Lorenzo Cadoni
Il rovescio del paradigma funziona sempre, anche se in questo caso avevo subodorato la cosa. Ho trovato però il racconto un pochino piatto, non me ne volere, nel senso che ci sono molti pensieri e, più che una storia, è proprio questo: un flusso di pensieri. Attenzione alle virgole tra soggetto e predicato e a tutte quelle d eufoniche. Il tema direi che è stato centrato “abbastanza”, sebbene non sia proprio un “altro” universo, ma una porzione sconosciuta dello stesso in cui vive il protagonista.La convocazione, di Manuel Piredda
Originale, e il mondo da te descritto è senz’altro un “altro universo”, dunque tema centrato. Se l’intento era quello di creare un mondo dove sono riuniti tutti i personaggi letterari, in cerca d’autore o già esistenti, direi che ha funzionato, sebbene Groucho “Marx” fosse un attore, mentre credo tu intendessi il Groucho di Dylan Dog. Piccola svista, ma a parte questo una buona idea e una discreta realizzazione.Importante, seguono allegati, di Roberto Romanelli
Vabbè, sei un genio. L’allegato filmato poi… hahaha rivelatore! Voyerismo a parte, devo dire che il tuo pezzo mi è piaciuto molto, l’ho trovato fresco e originale, il collassatore di mondi è qualcosa di veramente “figo” e vedrei bene nascere un romanzo su un’idea del genere (sempre che non esista già, ammetto la mia ignoranza). La forma epistolare via mail è convincente, funziona e anche il modo in cui lo scrivente spiega ciò che sta accadendo. Sarebbe stata interessante una panoramica sull’Hitler “altro”.Viaggio al termine del tempo, di Adriano Muzzi
Devo dire che quando sono arrivati nel “nostro” universo ho subito sospettato dove saresti andato a parare, è un escamotage non del tutto originale, forse per risultare più incisivo avresti dovuto soffermarti su un momento preciso – sul contatto con Mosè direi – e scegliere un approccio (comico, grottesco, drammatico…) almeno è la mia sensazione, visto che così mi sembra tutto un po’ riassunto e non ha l’appeal che avrebbe potuto avere.Lo smaltimento, di Veronica Cani
Brava Veronica, mi è piaciuto molto il tuo pezzo. Un racconto cinico, grottesco e di affilata critica sociale. Hai giocato bene con le pause e la frase finale è ancora più beffarda. Viene da chiedersi se non possa accadere anche in Italia, prima o poi. Un racconto a tutto tondo, che reputo completo e assolutamente in tema con quanto designato. Certo… chissà in quale altro universo sarà finito il poveretto?Chi vuol essere italiano, di Ambra Stancampiano
Quanta amarezza anche in questa storia, e anche dal tuo emerge netta una certa critica sociale, molto divertente la prima parte, ma poi il ritorno alla realtà è nettamente amaro, sei brava a creare il contrasto tra la finzione e la realtà, cosa a cui non finiamo mai di abituarci. Penso che sarebbe stato ancora più incisivo se ci fosse stato un qualche collegamento diretto tra la famiglia e i personaggi televisivi ma mi rendo conto che tempo e spazio su MC sono quelli… a meno di rubarne in un altro universo!Vaniglia, di Vilma Cretti
Molto brava, aspettavo di leggere prima o poi un racconto come questo, in fondo l’altro universo può essere inteso in forma figurata e in questo caso è quanto mai “altro” e lontano. Ottimo stile, buona la forma, riesci a far calare un velo di tristezza sul cuore, niente fronzoli e l’apparente buonismo del profumo di vaniglia non è tale, ma quanto mai realistico. Buoni anche i dialoghi familiari. Tema centrato per me.Una dolce inquietudine, di Alessandra Corrà
Beh, un daimon eh? Una specie di demone direi, anche se ammetto che il “culo peloso” mi ha fatto pensare a un licantropo. Comunque, un racconto che fila, ha una svolta lì per lì poco chiara con quel salto “nel vuoto” ma poi alla fine arriva la spiegazione. Il tema è senza dubbio centrato, la forma è buona, ritengo che il nostro Luchino sia riuscito nell’intento di farti completare la storia nel modo corretto. Forse qualche informazione più sull’altro universo ci stava, è l’unica pecca che mi sento di segnalare.C’erano un italiano, un tedesco e un francese. Di Francesco Nucera
Uhm, non so, sto rimuginando sul finale: era ironico? Diceva il vero e l’universo parallelo era il suo? Anche qui emerge della critica sociale ma a differenza di altri racconti che ho letto è meno immediata, non capisco bene quale sia il tuo intento finale: far intendere che l’Italia non è corrotta? Perché in verità ho la sensazione che l’intento sia l’esatto opposto. Ammetto di essermi un po’ perso. Attenzione, Alberto diventa “albero” in un paio di occasioni. Tema centrato comunque… anche se dal titolo mi aspettavo una barzelletta!L’origine del mondo, di Enrico Nottoli
Un racconto molto furbo, devo ammetterlo. Hai giocato bene con descrizioni in apparenza poco significative e invece precise e puntuali (riflettendoci a posteriori), un pezzo che reputo originale, all’apparenza drammatico ma che, giunti alla fine, strappa l’inevitabile sorriso. Ed è proprio vero… l’origine del mondo. Per Frank, in questo caso. Il tema non è centratissimo – l’universo è questo – ma preso in maniera figurata ci sta.Classifica
1. Vaniglia, di Vilma Cretti
2. Importante, seguono allegati, di Roberto Romanelli
3. Lo smaltimento, di Veronica Cani
4. Una dolce inquietudine, di Alessandra Corrà
5. Chi vuol essere italiano, di Ambra Stancampiano
6. L’origine del mondo, di Enrico Nottoli
7. La convocazione, di Manuel Piredda
8. La casa degli spiriti, di Angela Catalini
9. Viaggio al termine del tempo, di Adriano Muzzi
10. Ritorno, di Lorenzo Cadoni
11. C’erano un italiano, un tedesco e un francese. Di Francesco Nucera-
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Daniele_picciuti.
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Daniele_picciuti.
Un racconto molto furbo, devo ammetterlo. Hai giocato bene con descrizioni in apparenza poco significative e invece precise e puntuali (riflettendoci a posteriori), un pezzo che reputo originale, all’apparenza drammatico ma che, giunti alla fine, strappa l’inevitabile sorriso. Ed è proprio vero… l’origine del mondo. Per Frank, in questo caso. Il tema non è centratissimo – l’universo è questo – ma preso in maniera figurata ci sta.
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Daniele_picciuti.
Uhm, non so, sto rimuginando sul finale: era ironico? Diceva il vero e l’universo parallelo era il suo? Anche qui emerge della critica sociale ma a differenza di altri racconti che ho letto è meno immediata, non capisco bene quale sia il tuo intento finale: far intendere che l’Italia non è corrotta? Perché in verità ho la sensazione che l’intento sia l’esatto opposto. Ammetto di essermi un po’ perso. Attenzione, Alberto diventa “albero” in un paio di occasioni. Tema centrato comunque… anche se dal titolo mi aspettavo una barzelletta!
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Daniele_picciuti.
Beh, un daimon eh? Una specie di demone direi, anche se ammetto che il “culo peloso” mi ha fatto pensare a un licantropo. Comunque, un racconto che fila, ha una svolta lì per lì poco chiara con quel salto “nel vuoto” ma poi alla fine arriva la spiegazione. Il tema è senza dubbio centrato, la forma è buona, ritengo che il nostro Luchino sia riuscito nell’intento di farti completare la storia nel modo corretto. Forse qualche informazione più sull’altro universo ci stava, è l’unica pecca che mi sento di segnalare.
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Daniele_picciuti.
Molto brava, aspettavo di leggere prima o poi un racconto come questo, in fondo l’altro universo può essere inteso in forma figurata e in questo caso è quanto mai “altro” e lontano. Ottimo stile, buona la forma, riesci a far calare un velo di tristezza sul cuore, niente fronzoli e l’apparente buonismo del profumo di vaniglia non è tale, ma quanto mai realistico. Buoni anche i dialoghi familiari. Tema centrato per me.
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Daniele_picciuti.
Quanta amarezza anche in questa storia, e anche dal tuo emerge netta una certa critica sociale, molto divertente la prima parte, ma poi il ritorno alla realtà è nettamente amaro, sei brava a creare il contrasto tra la finzione e la realtà, cosa a cui non finiamo mai di abituarci. Penso che sarebbe stato ancora più incisivo se ci fosse stato un qualche collegamento diretto tra la famiglia e i personaggi televisivi ma mi rendo conto che tempo e spazio su MC sono quelli… a meno di rubarne in un altro universo!
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Daniele_picciuti.
Brava Veronica, mi è piaciuto molto il tuo pezzo. Un racconto cinico, grottesco e di affilata critica sociale. Hai giocato bene con le pause e la frase finale è ancora più beffarda. Viene da chiedersi se non possa accadere anche in Italia, prima o poi. Un racconto a tutto tondo, che reputo completo e assolutamente in tema con quanto designato. Certo… chissà in quale altro universo sarà finito il poveretto?
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Daniele_picciuti.
Devo dire che quando sono arrivati nel “nostro” universo ho subito sospettato dove saresti andato a parare, è un escamotage non del tutto originale, forse per risultare più incisivo avresti dovuto soffermarti su un momento preciso – sul contatto con Mosè direi – e scegliere un approccio (comico, grottesco, drammatico…) almeno è la mia sensazione, visto che così mi sembra tutto un po’ riassunto e non ha l’appeal che avrebbe potuto avere.
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Daniele_picciuti.
22 settembre 2015 alle 14:57 in risposta a: Importante – Seguono allegati. di Roberto Romanelli #10873Vabbè, sei un genio. L’allegato filmato poi… hahaha rivelatore! Voyerismo a parte, devo dire che il tuo pezzo mi è piaciuto molto, l’ho trovato fresco e originale, il collassatore di mondi è qualcosa di veramente “figo” e vedrei bene nascere un romanzo su un’idea del genere (sempre che non esista già, ammetto la mia ignoranza). La forma epistolare via mail è convincente, funziona e anche il modo in cui lo scrivente spiega ciò che sta accadendo. Sarebbe stata interessante una panoramica sull’Hitler “altro”.
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Daniele_picciuti.
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Daniele_picciuti.
Originale, e il mondo da te descritto è senz’altro un “altro universo”, dunque tema centrato. Se l’intento era quello di creare un mondo dove sono riuniti tutti i personaggi letterari, in cerca d’autore o già esistenti, direi che ha funzionato, sebbene Groucho “Marx” fosse un attore, mentre credo tu intendessi il Groucho di Dylan Dog. Piccola svista, ma a parte questo una buona idea e una discreta realizzazione.
@marco: grazie!
@callagan: grazie anche a te. Mi fa molto piacere questa cosa, bravo! E in bocca al lupo per MC! 😉
Come detto, non dico che è un minore.
ho usato il termine ragazzo, ho detto che non si sente adulto abbastanza da badare al campo, è vi è un riferimento a quando era piccolo. Comunque, col nonno impalato nel campo, concordo con te. L’assassinio non è stato scoperto. 😉
@Angelo: C’è tutto un mondo di cui non sappiamo niente, innanzitutto se è il “nostro” mondo cambiato oppure un altro luogo nell’universo – o in altra dimensione – e poi come avviene il mutamento da essere creature della luce a esseri del buio, perché accade proprio al passaggio nell’età adulta, perché alcuni sì e altri no, perché Elio non lo diventerà.
17 giugno 2015 alle 11:06 in risposta a: Gruppo TURA SATANA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #8090Riporto qui i commenti e, in fondo, la mia classifica (non facile ordinare le prime posizioni, devo dire):
Mia madre, di Omaima Marfoq
Dunque, secondo me questo testo ha molte cose che non vanno. Al di là della storia, che ha una sua valenza, ci sono troppi errori. Tempi verbali che si alternano senza motivo, punteggiatura un po’ alla rinfusa, parole attaccate al punto precedente, alcuni errori proprio di digitazione delle parole. Insomma, un controllo prima di pubblicare andrebbe fatto. Uno o due refusi ci stanno, ma io non riuscivo a leggere senza incappare in un errore. Veniamo alla storia: la struttura funziona, si parte dal sogno, passando per il risveglio, la presa di coscienza, la “spiegazione”/rivelazione (occhi, qui ci torno) e la chiusura tutto sommato positiva. Perché dico spiegazione/rivelazione. Perché tu hai attuato la prima invece della seconda. Anziché spiegare al lettore cos’è accaduto avresti dovuto mostrarlo (per es. un flashback dell’incidente o una frase/ricordo mostrata e non spiegata). Minuti Contati è utile a migliorarsi, spero di esserti stato utile.
Una sedia in mezzo ai fiori, di Carolina Pelosi
Dunque, partiamo da un punto importante: ci sai fare con le emozioni, la scia malinconica che si accompagna a ogni riga è presente ed è di una piacevole tristezza. Mentre leggevo – colpa anche del mio lato “macabro” – pensavo: chi sarà morto a parte la madre? Lei che narra o l’amica? Invece no, non è morta nessuna delle due – bene – ma, ho dedotto rileggendo una seconda volta, l’unica spiegazione al fatto che: a) lei non sa dove spedire le lettere; b) in paese dicono che parla con la madre morta, può significare solo che sia rinchiusa in qualche ospedale psichiatrico. Il che colma la sensazione avuta alla prima lettura, ovvero che ci fosse qualcosa di non detto.
Nel complesso mi è piaciuto.
Il Signor Colombo, di Simone Cassia
Eccomi. Allora, secondo me la parte dedicata al monologo/riflessione è troppo estesa, e se la tua intenzione di far riflettere sulla società moderna è indovinata, dall’altra la storia ne risulta appesantita, dal momento che non stai inserendo una riflessione in un romanzo o in un racconto medio/lungo, lo stai facendo in un racconto breve che, di conseguenza, diventa la riflessione. Io avrei sacrificato cinque righe per creare meglio il quadro, magari un breve scambio tra lui e il figlio o un agente, o un ulteriore dettaglio che inquadrasse ciò che lui ha fatto, ovvero chiamato i soccorsi. Ecco, se dovessi dire come mi sembra il racconto direi: sbilanciato. Ma ben scritto, comunque.Dalla terra al cielo, di Linda De Santi
Siamo nella fantascienza dunque, che sia fine del mondo o una volontà aliena è indifferente. Si evince che questi esseri abbiano scelto alcune persone per salvarle, per poi distruggere tutto il resto. Nella narrazione sembra che queste luci in cielo già ci fossero, dunque non mi suona che Luca non le abbia viste o non ci abbia fatto caso, avrebbe avuto più senso parlarne fin da subito senza svelare di più se non alla fine, come poi hai fatto. Un buon racconto, tutto sommato coerente. All’inizio ho fatto un po’ di confusione coi nomi ma forse è dovuto alla mia mancanza di attenzione (ecco, forse avrei utilizzato più “papà” e “suo padre” che Luca, per mio gusto personale).Gli inquilini del buio, di Angelo Frascella
Diamine, che racconto. Davvero molto complesso, troppo per questi pochi caratteri. La storia mi attira, la trovo avvincente, ma soffre il poco spazio a disposizione e rimane, a mio avviso, un po’ ermetica. Mi rimangono delle domande, ci sono cose che non trovo chiare. Questo è un peccato, ma è una delle trappole di Minuti Contati. Ti faccio però i complimenti per il coraggio, resta un lavoro assolutamente valido. E spero, anzi, di leggerlo ampliato magari in qualche altro ambito.Con i tuoi occhi, di Alice Gibellini
Ciao, mi sembra un buon racconto, il rapporto madre-figlia emerge in modo nitido così come la “maniera” in cui viene vissuto da Aurora. Ti segnalo che i trattini non ci vanno a chiusura dialogo (se usi caporali o virgolette alte sì). Forse la frase pronunciata da Aurora mi suona un po’ finta “c’è sempre stata ma tu non l’hai mai vista”: nel senso che, immaginando un dialogo vero tra madre e figlia, sarebbe suonato più come: “a ma’, eri più cieca prima che adesso!”
Comunque un buon lavoro!Minugai, di Raffaele Serafini
Mmm… quindi l’Inugami avrebbe azzerato l’esistenza di Leonardo, tornando indietro nel tempo? O avrebbe cancellato il ricordo del figlio dalla mente della maestra?
In ogni caso un racconto che ha una struttura interessante, vagamente a mosaico, il che mi rammenta che il tuo stile è sempre brillante. Rimane la sensazione di aver letto qualcosa di non chiarissimo, che avrebbe meritato maggior spazio – ma siamo a MC, quindi… – in ogni caso la vicenda ti resta impressa. Non so perché ma mentre penso a Minugai mi viene in mente Frankenweenie…
La lucina, di Flavia Imperi
Normalmente un racconto interamente dialogato senza alcuna parte narrata non mi soddisfa mai pienamente, ho sempre la sensazione che manchi qualcosa. In parte succede anche qui, però devo ammettere che riesci a non far pesare questa mancanza. Ci sono delle imprecisioni, a un certo punto, quando il papà dice “beh, hai perso la lingua?” riparti con il segno di dialogo, quando in realtà aveva già parlato lui. Rischi di confondere il lettore. Una piccola nota: avrei giurato fosse una bambina, non un maschio. Non so se sia perché sapevo che a scriverlo eri tu o perché effettivamente l’intonazione sia più femminile. Magari altri interventi potranno confermare o smentire la mia impressione.
Ciao!Il bambino con il ghiacciolo, di Marco Roncaccia
Io per esempio non sapevo che il tema fosse ispirato al titolo di una canzone, e non conosco il gruppo in questione. Dunque non posso cogliere il senso dei tuoi riferimenti, Marco. Questo, purtroppo, è un limite in un concorso in cui non viene chiarito in modo esplicito che il tema sia in qualche modo musicale (e difatti nel mio pezzo non ne ho assolutamente tenuto conto). Detto ciò, il racconto fila via veloce, lo stile asciutto e spezzettato a me non dispiace, poi è il tuo, si intuisce. Ci sono alcune frasi che avrei sistemato meglio (quel “mio bambino” fa pensare a un genitore). La chiusura del cerchio è discreta nel complesso. Però, dai, nemmeno uno zombie!Risveglio, di Eleonora Rossetti
Racconto che si legge d’un fiato, mi è piaciuta l’alternanza con le frasi in corsivo e tra parentesi, questo dormiveglia tra incoscienza e realtà. Forse l’uso che fai della “luce che non si spegne mai” è quello più prevedibile, ma riesci con quel finale a discostarti dallo stereotipo. Il fatto che la luce non fosse l’al di là o l’al di qua, ma l’amore, o colei che lui ama, è quel qualcosa in più che dà una connotazione personale alla storia.
Chiamatemi Elvis, di Fernando Nappo
Il racconto è scritto bene, sebbene non abbia particolari guizzi stilistici, e la presentazione del protagonista e della sua passione per Elvis si compone in fretta ai nostri occhi. Secondo me avresti dovuto sfruttare meglio la gara, visto che l’hai introdotta, avresti creato un po’ di movimento in un racconto che, a conti fatti, risulta un pochino piatto. Minuti Contati è così, hai poco tempo e spazio ma devi cercare di sfruttare ogni “angolino” per riempirlo al meglio. Insomma, “manca” qualcosa, un colpo di scena – anche piccolo, non necessariamente epocale – in grado di far virare il racconto verso qualcosa di inaspettato o maggiormente appagante.CLASSIFICA
1. Una sedia in mezzo ai fiori, di Carolina Pelosi
2. Minugai, di Raffaele Serafini
3. Risveglio, di Eleonora Rossetti
4. Gli inquilini del buio, di Angelo Frascella
5. Il bambino con il ghiacciolo, di Marco Roncaccia
6. Con i tuoi occhi, di Alice Gibellini
7. Dalla terra al cielo, di Linda De Santi
8. La lucina, di Flavia Imperi
9. Il Signor Colombo, di Simone Cassia
10. Chiamatemi Elvis, di Fernando Nappo
11. Mia madre, di Omaima MarfoqRiletto il racconto, avevo interpretato male. Sua moglie si salva… non so perché pensavo fosse morta.
Il racconto è scritto bene, sebbene non abbia particolari guizzi stilistici, e la presentazione del protagonista e della sua passione per Elvis si compone in fretta ai nostri occhi. Secondo me avresti dovuto sfruttare meglio la gara, visto che l’hai introdotta, avresti creato un po’ di movimento in un racconto che, a conti fatti, risulta un pochino piatto. Minuti Contati è così, hai poco tempo e spazio ma devi cercare di sfruttare ogni “angolino” per riempirlo al meglio. Insomma, “manca” qualcosa, un colpo di scena – anche piccolo, non necessariamente epocale
– in grado di far virare il racconto verso qualcosa di inaspettato o maggiormente appagante.
Ciao, mi sembra un buon racconto, il rapporto madre-figlia emerge in modo nitido così come la “maniera” in cui viene vissuto da Aurora. Ti segnalo che i trattini non ci vanno a chiusura dialogo (se usi caporali o virgolette alte sì). Forse la frase pronunciata da Aurora mi suona un po’ finta “c’è sempre stata ma tu non l’hai mai vista”: nel senso che, immaginando un dialogo vero tra madre e figlia, sarebbe suonato più come: “a ma’, eri più cieca prima che adesso!” 😉
Comunque un buon lavoro!
Siamo nella fantascienza dunque, che sia fine del mondo o una volontà aliena è indifferente. Si evince che questi esseri abbiano scelto alcune persone per salvarle, per poi distruggere tutto il resto. Nella narrazione sembra che queste luci in cielo già ci fossero, dunque non mi suona che Luca non le abbia viste o non ci abbia fatto caso, avrebbe avuto più senso parlarne fin da subito senza svelare di più se non alla fine, come poi hai fatto. Un buon racconto, tutto sommato coerente. All’inizio ho fatto un po’ di confusione coi nomi ma forse è dovuto alla mia mancanza di attenzione (ecco, forse avrei utilizzato più “papà” e “suo padre” che Luca, per mio gusto personale).
Eccomi. Allora, secondo me la parte dedicata al monologo/riflessione è troppo estesa, e se la tua intenzione di far riflettere sulla società moderna è indovinata, dall’altra la storia ne risulta appesantita, dal momento che non stai inserendo una riflessione in un romanzo o in un racconto medio/lungo, lo stai facendo in un racconto breve che, di conseguenza, diventa la riflessione. Io avrei sacrificato cinque righe per creare meglio il quadro, magari un breve scambio tra lui e il figlio o un agente, o un ulteriore dettaglio che inquadrasse ciò che lui ha fatto, ovvero chiamato i soccorsi. Ecco, se dovessi dire come mi sembra il racconto direi: sbilanciato. Ma ben scritto, comunque.
Dunque, partiamo da un punto importante: ci sai fare con le emozioni, la scia malinconica che si accompagna a ogni riga è presente ed è di una piacevole tristezza. Mentre leggevo – colpa anche del mio lato “macabro” – pensavo: chi sarà morto a parte la madre? Lei che narra o l’amica? Invece no, non è morta nessuna delle due – bene – ma, ho dedotto rileggendo una seconda volta, l’unica spiegazione al fatto che: a) lei non sa dove spedire le lettere; b) in paese dicono che parla con la madre morta, può significare solo che sia rinchiusa in qualche ospedale psichiatrico. Il che colma la sensazione avuta alla prima lettura, ovvero che ci fosse qualcosa di non detto.
Nel complesso mi è piaciuto.
Dunque, secondo me questo testo ha molte cose che non vanno. Al di là della storia, che ha una sua valenza, ci sono troppi errori. Tempi verbali che si alternano senza motivo, punteggiatura un po’ alla rinfusa, parole attaccate al punto precedente, alcuni errori proprio di digitazione delle parole. Insomma, un controllo prima di pubblicare andrebbe fatto. Uno o due refusi ci stanno, ma io non riuscivo a leggere senza incappare in un errore. Veniamo alla storia: la struttura funziona, si parte dal sogno, passando per il risveglio, la presa di coscienza, la “spiegazione”/rivelazione (occhi, qui ci torno) e la chiusura tutto sommato positiva. Perché dico spiegazione/rivelazione. Perché tu hai attuato la prima invece della seconda. Anziché spiegare al lettore cos’è accaduto avresti dovuto mostrarlo (per es. un flashback dell’incidente o una frase/ricordo mostrata e non spiegata). Minuti Contati è utile a migliorarsi, spero di esserti stato utile.
Grazie dei commenti. @Angelo: in realtà se fai caso non dico quale sia l’età del “ragazzino”, né tanto meno dico che sia tale. Questo perché, se ci pensi, potrebbe anche essere più adulto di quel che sembra “fuori”, ma ragionare con un certo ritardo a livello mentale. 😉
Mmm… quindi l’Inugami avrebbe azzerato l’esistenza di Leonardo, tornando indietro nel tempo? O avrebbe cancellato il ricordo del figlio dalla mente della maestra?
In ogni caso un racconto che ha una struttura interessante, vagamente a mosaico, il che mi rammenta che il tuo stile è sempre brillante. Rimane la sensazione di aver letto qualcosa di non chiarissimo, che avrebbe meritato maggior spazio – ma siamo a MC, quindi… – in ogni caso la vicenda ti resta impressa. Non so perché ma mentre penso a Minugai mi viene in mente Frankenweenie…
Diamine, che racconto. Davvero molto complesso, troppo per questi pochi caratteri. La storia mi attira, la trovo avvincente, ma soffre il poco spazio a disposizione e rimane, a mio avviso, un po’ ermetica. Mi rimangono delle domande, ci sono cose che non trovo chiare. Questo è un peccato, ma è una delle trappole di Minuti Contati. Ti faccio però i complimenti per il coraggio, resta un lavoro assolutamente valido. E spero, anzi, di leggerlo ampliato magari in qualche altro ambito.
Racconto che si legge d’un fiato, mi è piaciuta l’alternanza con le frasi in corsivo e tra parentesi, questo dormiveglia tra incoscienza e realtà. Forse l’uso che fai della “luce che non si spegne mai” è quello più prevedibile, ma riesci con quel finale a discostarti dallo stereotipo. Il fatto che la luce non fosse l’al di là o l’al di qua, ma l’amore, o colei che lui ama (e che capisco non essersi salvata come lui) è quel qualcosa in più che dà una connotazione personale alla storia.
Io per esempio non sapevo che il tema fosse ispirato al titolo di una canzone, e non conosco il gruppo in questione. Dunque non posso cogliere il senso dei tuoi riferimenti, Marco. Questo, purtroppo, è un limite in un concorso in cui non viene chiarito in modo esplicito che il tema sia in qualche modo musicale (e difatti nel mio pezzo non ne ho assolutamente tenuto conto). Detto ciò, il racconto fila via veloce, lo stile asciutto e spezzettato a me non dispiace, poi è il tuo, si intuisce. Ci sono alcune frasi che avrei sistemato meglio (quel “mio bambino” fa pensare a un genitore). La chiusura del cerchio è discreta nel complesso. Però, dai, nemmeno uno zombie! 😉
Normalmente un racconto interamente dialogato senza alcuna parte narrata non mi soddisfa mai pienamente, ho sempre la sensazione che manchi qualcosa. In parte succede anche qui, però devo ammettere che riesci a non far pesare questa mancanza. Ci sono delle imprecisioni, a un certo punto, quando il papà dice “beh, hai perso la lingua?” riparti con il segno di dialogo, quando in realtà aveva già parlato lui. Rischi di confondere il lettore. Una piccola nota: avrei giurato fosse una bambina, non un maschio. Non so se sia perché sapevo che a scriverlo eri tu o perché effettivamente l’intonazione sia più femminile. Magari altri interventi potranno confermare o smentire la mia impressione.
Ciao!
16 giugno 2015 alle 14:53 in risposta a: Gruppo TURA SATANA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #7942Ma come, la Forza non è con te? 😀
Grazie Flavia. Nelle intenzioni c’è molto di “non detto” e lasciato intuire, ovvio che è un rischio, ma il limite dei caratteri mi ha imposto questa scelta. Il nonno sa eccome, si dovrebbe capire in questo passaggio: “Al suo ritorno gli aveva detto che non c’era proprio niente là in fondo e, anzi, di non andare in giro a raccontare quell’assurda storia”.
In pratica sta coprendo la follia del nipote. Sottovalutandone le conseguenze
Esatto, la malattia mentale è l’espediente per cui Gabriele sa/non sa, ricorda/non ricorda secondo il momento.
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Questa risposta è stata modificata 9 anni, 10 mesi fa da
Daniele_picciuti.
16 giugno 2015 alle 10:45 in risposta a: Gruppo TURA SATANA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #7873Cioè, mi avete messo in un gruppo che ha un nome che non sapevo cosa significasse – mi sono appena fatto una pseudocultura su wikipedia – e insieme a un Maestro di Zombie, una Redentrice, un Maestro Jedi e Gelo Stellato! Ma mi volete male!
Vedo però con piacere anche la Scrivana Medioevale. Ci sarà da divertirsi.
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Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da
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