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Ciao Maria Rosaria! Noto con piacere che, rispetto alla prima versione, il tuo racconto è migliorato molto. Nella prima fase del contest eravamo nello stesso gruppo e una delle cose che ti avevo segnalato era che la frase finale suonava un po’ strana, mentre ora è tutto molto più naturale e ben gestito, per cui brava.
L’unica cosa su cui interverrei è questa frase:
“Avrei preferito che mi sostituissero le parti danneggiate in modo da poter tornare a vivere con quelli che comunque sono i miei cari.”
E’ ovvio che lei avrebbe preferito questo piuttosto che essere usata come riserva di organi, la modificherei con un “Credevo che mi avrebbero sostituito le parti danneggiate” o qualcosa di simile
Per il resto, per me è il racconto è ottimo, per cui chiedo la grazia per Maria Rosaria.Grazie a tutti per i commenti!
Correggerò la cosa del filmato che in effetti, a ben guardare, è una cosa che stona.
Fernando, puoi approfondire cosa significa “troppo raccontato”?Un saluto a tutti e ancora grazie!
Ciao Beppe!
Rispondo alla tua giustissima osservazione. In realtà meno della metà dei terrestri usufruisce del servizio e diventa maggiorata.
In un momento di follia ho fatto due calcoli, se in questo universo parallelo tutta la popolazione terrestre (mettiamo 8 miliardi persone) si facesse ingrandire gli attributi sottraendo 1 cm alla circonferenza terrestre (di circa 40.000 km) servirebbero più o meno tre Terre perché il pianeta diventi un planetoide come nel racconto (le prime due Terre sparirebbero completamente).
Quindi il problema non sarebbe tanto il fatto che essere maggiorati diventerebbe una cosa normale, quanto che il pianeta diventerebbe troppo piccolo per ospitare la popolazione terrestre. Qui però ammetto di aver abbandonato il sentiero della verosimiglianza fisica e aver sconfinato nella fantasia 😀Grazie del commento e a presto!
30 settembre 2015 alle 21:56 in risposta a: Gruppo DARK TOWER: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11495Ecco la mia classifica! Stavolta è stata dura per davvero. Rinnovo i complimenti davvero a tutti-tutti-tutti, è la prima volta che mi capita di essere così in difficoltà a stilare la graduatoria.
Di seguito, i commenti ai racconti in ordine sparso e poi la classifica.Miss W. e il Dottor C. di Beppe Roncari
Ciao Beppe! Racconto ben scritto, piacevole da leggere e con dei dialoghi credibili e ben gestiti. Non mi è troppo chiaro come mai la workstation scambi delle modelle per delle puttane, sembra quasi una scenata di gelosia, ed è strano per un’entità che lamenta invece di sentirsi usata.
Non mi ha convinto neanche il fatto che la workstation abbia parlato al protagonista e lui abbia preso questo evento come un semplice guasto al pari di un kernel panic o di un virus, ma mi è piaciuta l’idea di dare voce a un oggetto tecnologico di uso quotidiano (che oltretutto ha tutte le ragioni!). Una buona prova!Fiori per te di Flavia Imperi
Ciao Flavia! Del tuo racconto mi è piaciuto lo stile, pulito e scorrevole, e il fatto che riesca a tracciare i contorni di un mondo sconosciuto in così pochi caratteri.
I protagonisti che pensano a fare i piccioncini nel bel mezzo di una missione intergalattica mi hanno ricordato un po’ i personaggi di Alien che vanno a fare “picci picci” all’alieno (cosa che, d’altronde, potrebbe essere una citazione non da poco!).
La frase finale, anche se di un certo effetto, mi è sembrata un po’ uscita fuori dal nulla. Possibile che Liana stia morendo su un pianeta sconosciuto e pensi che le sarebbero piaciuti di più i cioccolatini come regalo d’anniversario?
Nel complesso comunque ritengo che sia una prova davvero molto buona, complimenti.Sarà un ragazzo bellissimo di Stefano Pastor
Ciao Stefano! In questo tuo racconto ho rivisto molto Lo strano caso di Benjamin Button e La neve se ne frega di Ligabue, basati sulla stessa idea (si nasce vecchi e si muore giovani). Variazione sul tema interessante, anche se tecnicamente non si tratta di un altro universo, ma del nostro che ha subìto un cambiamento strutturale non da poco e ora funziona a rovescio (niente di male, non ho intenzione di formalizzarmi sull’aderenza stretta al tema!).
Comunque il fatto che questo cambiamento strutturale sia avvenuto già da un po’ (almeno tre generazioni prima di quella di Lara e Aldo) mi fa sembrare strano che Lara in un primo momento pensi che “era meglio prima”. Essendo nata all’interno di questo sistema non dovrebbe avere una cognizione chiara di com’era prima.
Trovo comunque che il racconto sia ben strutturato e piacevole, con un bel ritmo e una buona gestione dei personaggi (non è facile farne stare così tanti in 3000 caratteri senza creare un effetto confusionario). Per me è una buona prova!La tragica fine del Signor Adami di Diego Ducoli
Ciao Diego! Mi è piaciuta l’idea di re-immettere le memorie dei deceduti nei nuovi nati: la fantascienza ha spesso messo in luce il fatto che è un danno perdere il carico d’esperienza e le conoscenze accumulate dalle persone durante la loro vita, quella del tuo racconto sarebbe una buona soluzione!
Ho trovato ben caratterizzato il personaggio del dottore, ormai troppo avvezzo a queste situazioni e quasi cinico di fronte ai piagnistei. Un po’ caricaturale, invece, il personaggio di Lucrezia, ma certe immagini che la riguardano sono molto vivide e mi sono piaciute (“estrasse un fazzoletto che riempì di muco e mascara”).
Di solito non faccio notare i refusi, ma qui ce ne sono diversi, accenti e virgole mancano spesso. La fretta, lo so
A rileggerci!La Discarica di Maria Rosaria Del Ciello
Ciao Maria! Un racconto piacevole con uno stile scorrevole e una trama che invoglia la lettura.
Mi sarebbe piaciuto che venisse approfondita di più la questione del luogo di provenienza della protagonista: magari poteva essere fatto un accenno al fatto che quest’altro universo è abitato solo da robot, cosa che avrebbe giustificato anche il tono un po’ robotico della narratrice.
Mi è sembrato strano il suo “poteva andare peggio” finale, finire in una discarica mi sembra una sorte preferibile all’essere immobilizzate a letto in attesa che qualcuno venga a espiantare i tuoi organi…no?
In ogni caso ritengo che sia un bel racconto, brava!Zwitter di Chiara Rufino
Ciao Chiara! Il tuo racconto introduce una bella variazione sul tema “altri universi”, e questa cosa mi è piaciuta molto. Il tema poteva incoraggiare una narrazione fantascientifica, ma tu hai trovato una buona alternativa e l’hai saputa sviluppare bene.
Mi è piaciuta soprattutto la prima parte, l’imbarazzo di Dieter nel vedere la borsetta di piume di struzzo nelle mani del bambino, il momento in cui mette via la giacca dell’officina e prende in mano gli oggetti di scena.
Lo stile è pulito e scorrevole, e anche se già dalle prime righe s’intuisce qual è “l’altro universo” di Dieter, la suspense dura fino alla fine.
C’è solo il titolo che rimane criptico a chi non ha conoscenze di tedesco, ma ho risolto aprendo Google e cercando la traduzione. Così ho imparato anche una cosa nuova!
Per me è un’ottima prova, complimenti!Anche i personaggi nel loro piccolo s’incaxxano di Eleonora
Ironico e divertente, con un chiaro intento parodico nei confronti di certi scrittori esordienti. Mi è piaciuta l’idea di ambientare la storia nell’universo letterario dei due personaggi del romanzo, verrebbe da chiedersi come fanno ad avere cognizioni così precise di fisica e fisiologia visto che sono un parto della mente del buon Luca, ma, dopotutto, visto l’intento parodico, non è importante.
Ah, non so se è un caso, ma il dialogo finale tra i protagonisti (quello da “non dirmelo” a “e andiamo”) ricorda moltissimo quello in “Le follie dell’imperatore”, quando i personaggi stanno per cadere dalla cascata (ecco cosa succede quando uno rivede troppe volte lo stesso film, poi risente i dialoghi ovunque!).
Una bel racconto, brava.Io no di Alessia Sagnotti
Ciao Alessia! Racconto piacevole, con una buona dose di suspense che tiene incollati fino alla fine. L’effetto muro non mi ha mai dato fastidio e non ha interferito con la lettura
Purtroppo non sono riuscita a capire bene quello che accade nel finale. Com’è che Joy e la sorella si ritrovano? Ci sono molti dettagli che suggeriscono che sia successo qualcosa di preciso (il neon rosso fuori dalla finestra, la mano sporca di sangue), ma nulla che delinei un quadro chiaro di come la sorella sia riuscita a trovare l’universo di Joy. Potrebbe essere arrivata su un’astronave o aver usato i sogni di Joy come portale dimensionale, o magari altro ancora, ma purtroppo dal testo non emerge. Secondo me con qualche piccolo dettaglio chiarificatore in più il finale guadagnerebbe molto.
La frase iniziale è un po’ didascalica, forse l’avrei resa più incisiva e meno somigliante a una frase scritta su un libro (all’inizio pensavo che la donna stesse leggendo ad alta voce un manuale).
In ogni caso credo che sia un buon racconto, con una bella idea e uno buono sviluppo che tiene sul filo della tensione fino alla fine.
A rileggerciIl Mostro nel Cassonetto di Sara Tirabassi
Ciao Sara! Mi è piaciuto il tuo racconto, ha uno stile scorrevole e dei bei tocchi d’originalità.
Forse soffre un pochino di un’eccessiva compressione, mi sembra strano che la prima domanda della protagonista dopo aver ascoltato la registrazione sia: “Ma quindi è abitabile?”, che presuppone che in pochi secondi abbia capito e accettato la sua nuova condizione in un corpo nuovo, su universo sconosciuto, lontano dalla sua famiglia.
Secondo me, accorciando un pochino la parte della registrazione, che risulta un po’ faticosa da leggere, il racconto ne guadagnerebbe in leggerezza e potresti dare più spazio a ciò che succede subito dopo che la protagonista ha finito di ascoltare.
Trovo comunque che l’idea di fondo del tuo racconto sia molto buona, mi piace quest’universo B pieno di persone “scomode” che hanno trovato la forza di andare avanti.
La frase finale, forse sempre per effetto della compressione, appare un po’ slegata dal resto, ma comunque si capisce: mi ha ricordato tanto i mutanti di Futurama!
A rileggerci!Effetto Oblio di Ophelia<
Ciao Ophelia! Ho dato una scorsa ai commenti e mi unisco a quelli che ti dicono di non mollare. Non è facile, lo so, scrivere è una faticaccia e vedersi ripagati con commenti negativi può essere molto frustrante (te lo dico al 100% per esperienza personale), ma posso dirti che Minuti Contati è un concorso davvero spietato e per questo altamente formativo, puoi star certa che, quando inizierai a migliorare qui, sarai già a un livello molto sopra la media.
Detto questo, trovo che stilisticamente tu sia già molto brava, sei riuscita a delineare un mondo diverso con naturalezza e senza spiegoni, e ti assicuro che gli scrittori lavorano anni per imparare a fare questo.
Inoltre non sono d’accordo con chi dice che perché il tema sia rispettato ci deve essere necessariamente un confronto esplicito tra un universo e un altro, per il me il tuo racconto, che descrive un universo che palesemente non è il nostro, è in tema.
L’unica pecca che trovo è che la storia sembra avere un bug logico di fondo: come hanno già notato anche altri, perché mandare un maggiore a compiere questa missione, se si sa quali saranno gli esiti?
Forse rivedendo l’identità della protagonista (magari anziché un maggiore potrebbe essere una carcerata a cui è stato detto di fare certe cose in cambio di uno sconto sulla pena) il racconto potrebbe migliorare.
Per me comunque è un buon lavoro, perfettibile, ma buono.
Spero di rileggerti presto!:)Il nuovo mondo di Valter Carignano
Ciao Valter! Notevole il tuo racconto, che è ben scritto e con una bellissima idea di fondo. Mi è piaciuto il modo in cui affronti la dimensione dell’alterità, l’ho trovato di più ampio respiro rispetto ad altri sviluppi dello stesso tema. Penso che anche il modo in cui i due “universi” entrano in collegamento nel finale sia molto bello, secondo me (ma è un’idea mia!)da questo racconto ne verrebbe fuori uno stupendo cortometraggio. Per me è davvero un ottimo racconto, complimenti!
La soglia di vetro di Simone Cassia
Ciao Simone! Stranamente, a differenza di altri, ho capito da subito che “l’altro universo” era una qualche forma di trip mentale. All’inizio ho pensato che il narratore si facesse di droga, ma poi il finale chiarisce che si tratta di alcool (ammazza, ma che alcool beve il protagonista?). La frase iniziale sul varcare le soglie del tempo e dello spazio e finire in un altro universo sembra messa lì un po’ a forza, secondo me si potrebbe tranquillamente omettere.
Di sicuro hai avuto un’idea originale per sviluppare il tema, inoltre lo stile è buono e la lettura è piacevole.1. Il nuovo mondo di Valter Carignano
2. Zwitter di Chiara Rufino
3. Anche i personaggi nel loro piccolo s’incaxxano di Eleonora Rossetti
4. Il mostro nel cassonetto di Sara Tirabassi
5. Fiori per te di Flavia Imperi
6. La soglia di vetro di Simone Cassia
7. Sarà un ragazzo bellissimo di Stefano Pastor
8. La discarica di Maria Rosaria Del Ciello
9. Miss W. E il Dottor C. di Beppe Roncari
10. La tragica fine del Signor Adami di Diego Ducoli
11. Io no di Alessia Sagnotti
12. Effetto Oblio di Ophelia-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da
Linda De Santi.
Ciao Simone! Stranamente, a differenza di altri, ho capito da subito che “l’altro universo” era una qualche forma di trip mentale. All’inizio ho pensato che il narratore si facesse di droga, ma poi il finale chiarisce che si tratta di alcool (ammazza, ma che alcool beve il protagonista?
). La frase iniziale sul varcare le soglie del tempo e dello spazio e finire in un altro universo sembra messa lì un po’ a forza, secondo me si potrebbe tranquillamente omettere.
Di sicuro hai avuto un’idea originale per sviluppare il tema, inoltre lo stile è buono e la lettura è piacevole.Ciao Valter! Notevole il tuo racconto, che è ben scritto e con una bellissima idea di fondo. Mi è piaciuto il modo in cui affronti la dimensione dell’alterità, l’ho trovato di più ampio respiro rispetto ad altri sviluppi dello stesso tema. Penso che anche il modo in cui i due “universi” entrano in collegamento nel finale sia molto bello, secondo me (ma è un’idea mia!
)da questo racconto ne verrebbe fuori uno stupendo cortometraggio. Per me è davvero un ottimo racconto, complimenti!
Ciao Ophelia! Ho dato una scorsa ai commenti e mi unisco a quelli che ti dicono di non mollare. Non è facile, lo so, scrivere è una faticaccia e vedersi ripagati con commenti negativi può essere molto frustrante (te lo dico al 100% per esperienza personale), ma posso dirti che Minuti Contati è un concorso davvero spietato e per questo altamente formativo, puoi star certa che, quando inizierai a migliorare qui, sarai già a un livello molto sopra la media.
Detto questo, trovo che stilisticamente tu sia già molto brava, sei riuscita a delineare un mondo diverso con naturalezza e senza spiegoni, e ti assicuro che gli scrittori lavorano anni per imparare a fare questo.
Inoltre non sono d’accordo con chi dice che perché il tema sia rispettato ci deve essere necessariamente un confronto esplicito tra un universo e un altro, per il me il tuo racconto, che descrive un universo che palesemente non è il nostro, è in tema.
L’unica pecca che trovo è che la storia sembra avere un bug logico di fondo: come hanno già notato anche altri, perché mandare un maggiore a compiere questa missione, se si sa quali saranno gli esiti?
Forse rivedendo l’identità della protagonista (magari anziché un maggiore potrebbe essere una carcerata a cui è stato detto di fare certe cose in cambio di uno sconto sulla pena) il racconto potrebbe migliorare.
Per me comunque è un buon lavoro, perfettibile, ma buono.
Spero di rileggerti presto!:)-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da
Linda De Santi.
Ciao Sara! Mi è piaciuto il tuo racconto, ha uno stile scorrevole e dei bei tocchi d’originalità.
Forse soffre un pochino di un’eccessiva compressione, mi sembra strano che la prima domanda della protagonista dopo aver ascoltato la registrazione sia: “Ma quindi è abitabile?”, che presuppone che in pochi secondi abbia capito e accettato la sua nuova condizione in un corpo nuovo, su universo sconosciuto, lontano dalla sua famiglia.
Secondo me, accorciando un pochino la parte della registrazione, che in generale è un po’ faticosa da leggere, il racconto ne guadagnerebbe in leggerezza e potresti dare più spazio a ciò che succede subito dopo che la protagonista ha finito di ascoltare.
Trovo comunque che l’idea di fondo del tuo racconto sia molto buona, mi piace quest’universo B pieno di persone “scomode” che hanno trovato la forza di andare avanti.
La frase finale, forse sempre per effetto della compressione, appare un po’ slegata dal resto, ma comunque si capisce: mi ha ricordato tanto i mutanti di Futurama!A rileggerci!
Ciao Alessia! Racconto piacevole, con una buona dose di suspense che tiene incollati fino alla fine. L’effetto muro non mi ha mai dato fastidio e non ha interferito con la lettura
Purtroppo non sono riuscita a capire bene quello che accade nel finale. Com’è che Joy e la sorella si ritrovano? Ci sono molti dettagli che suggeriscono che sia successo qualcosa di preciso (il neon rosso fuori dalla finestra, la mano sporca di sangue), ma nulla che delinei un quadro chiaro di come la sorella sia riuscita a trovare l’universo di Joy. Potrebbe essere arrivata su un’astronave o aver usato i sogni di Joy come portale dimensionale, o magari altro ancora, ma purtroppo dal testo non emerge. Secondo me con qualche piccolo dettaglio chiarificatore in più il finale guadagnerebbe molto.
La frase iniziale è un po’ didascalica, forse l’avrei resa più incisiva e meno somigliante a una frase scritta su un libro (all’inizio pensavo che la donna stesse leggendo ad alta voce un manuale).
In ogni caso credo che sia un buon racconto, con una bella idea e uno buono sviluppo che tiene sul filo della tensione fino alla fine.A rileggerci!
25 settembre 2015 alle 19:50 in risposta a: Anche i personaggi nel loro piccolo s'inca**ano – Eleonora Rossetti #11179Ironico e divertente, con un chiaro intento parodico nei confronti di certi scrittori esordienti. Mi è piaciuta l’idea di ambientare la storia nell’universo letterario dei due personaggi del romanzo, verrebbe da chiedersi come fanno ad avere cognizioni così precise di fisica e fisiologia visto che sono un parto della mente del buon Luca, ma, dopotutto, visto l’intento parodico, non è importante.
Ah, non so se è un caso, ma il dialogo finale tra i protagonisti (quello da “non dirmelo” a “e andiamo”) ricorda moltissimo quello in “Le follie dell’imperatore”, quando i personaggi stanno per cadere dalla cascata (ecco cosa succede quando uno rivede troppe volte lo stesso film, poi risente i dialoghi ovunque!).
Una bel racconto, brava.Ciao Chiara! Il tuo racconto introduce una bella variazione sul tema “altri universi”, e questa cosa mi è piaciuta molto. Il tema poteva incoraggiare una narrazione fantascientifica, ma tu hai trovato una buona alternativa e l’hai saputa sviluppare bene.
Mi è piaciuta soprattutto la prima parte, l’imbarazzo di Dieter nel vedere la borsetta di piume di struzzo nelle mani del bambino, il momento in cui mette via la giacca dell’officina e prende in mano gli oggetti di scena.
Lo stile è pulito e scorrevole, e anche se già dalle prime righe s’intuisce qual è “l’altro universo” di Dieter, la suspense dura fino alla fine.
C’è solo il titolo che rimane criptico a chi non ha conoscenze di tedesco, ma ho risolto aprendo Google e cercando la traduzione. Così ho imparato anche una cosa nuova!
Per me è un’ottima prova, complimenti!Ciao Maria! Un racconto piacevole con uno stile scorrevole e una trama che invoglia la lettura.
Mi sarebbe piaciuto che venisse approfondita di più la questione del luogo di provenienza della protagonista: magari poteva essere fatto un accenno al fatto che quest’altro universo è abitato solo da robot, cosa che avrebbe giustificato anche il tono un po’ robotico della narratrice.
Mi è sembrato strano il suo “poteva andare peggio” finale, finire in una discarica mi sembra una sorte preferibile all’essere immobilizzate a letto in attesa che qualcuno venga a espiantare i tuoi organi…no?
In ogni caso ritengo che sia un bel racconto, brava!Ciao Diego! Mi è piaciuta l’idea di re-immettere le memorie dei deceduti nei nuovi nati: la fantascienza ha spesso messo in luce il fatto che è un danno perdere il carico d’esperienza e le conoscenze accumulate dalle persone durante la loro vita, quella del tuo racconto sarebbe una buona soluzione!
Ho trovato ben caratterizzato il personaggio del dottore, ormai troppo avvezzo a queste situazioni e quasi cinico di fronte ai piagnistei. Un po’ caricaturale, invece, il personaggio di Lucrezia, ma certe immagini che la riguardano sono molto vivide e mi sono piaciute (“estrasse un fazzoletto che riempì di muco e mascara”).
Di solito non faccio notare i refusi, ma qui ce ne sono diversi, accenti e virgole mancano spesso. La fretta, lo so
A rileggerci!Ciao Stefano! In questo tuo racconto ho rivisto molto Lo strano caso di Benjamin Button e La neve se ne frega di Ligabue, basati sulla stessa idea (si nasce vecchi e si muore giovani). Variazione sul tema interessante, anche se tecnicamente non si tratta di un altro universo, ma del nostro che ha subìto un cambiamento strutturale non da poco e ora funziona a rovescio (niente di male, non ho intenzione di formalizzarmi sull’aderenza stretta al tema!).
Comunque il fatto che questo cambiamento strutturale sia avvenuto già da un po’ (almeno tre generazioni prima di quella di Lara e Aldo) mi fa sembrare strano che Lara in un primo momento pensi che “era meglio prima”. Essendo nata all’interno di questo sistema non dovrebbe avere una cognizione chiara di com’era prima.
Trovo comunque che il racconto sia ben strutturato e piacevole, con un bel ritmo e una buona gestione dei personaggi (non è facile farne stare così tanti in 3000 caratteri senza creare un effetto confusionario). Per me è una buona prova!Ah… devo dire che mi era proprio sfuggito il fatto che la workstation è innamorata del suo proprietario, dalla prima parte del racconto mi ero fatta un’altra idea. Certo che questa workstation ha un psicologia contorta!
Ciao Simone e grazie per il commento. Il tema c’è, siamo in un universo parallelo in cui la Terra è diventata piccolissima a causa di un prodotto che le ha sottratto centimetri per migliorare l’estetica delle persone.
Forse avrei potuto specificare meglio che siamo in un universo parallelo (o meglio, al momento della sua genesi), ma sinceramente non l’ho fatto per mantenere l’effetto sorpresa. Può darsi che non mi sia riuscito, ma non mi sembra di essere andata fuori tema. Molti partecipanti hanno interpretato il tema nei modi più diversi, con storie ambientate su un altro pianeta, scambi di punti di vista, prospettive diverse ecc., io ho pensato di ambientare la mia storia su una Terra che non è -chiaramente- la nostra. Mi spiace che a qualcuno l’aderenza al tema del mio racconto sembri dubbia, spero comunque di essere riuscita a spiegare quali erano (almeno) le mie intenzioniCiao Flavia! Del tuo racconto mi è piaciuto lo stile, pulito e scorrevole, e il fatto che riesca a tracciare i contorni di un mondo sconosciuto in così pochi caratteri.
I protagonisti che pensano a fare i piccioncini nel bel mezzo di una missione intergalattica mi hanno ricordato un po’ i personaggi di Alien che vanno a fare “picci picci” all’alieno (cosa che, d’altronde, potrebbe essere una citazione non da poco!).
La frase finale, anche se di un certo effetto, mi è sembrata un po’ uscita fuori dal nulla. Possibile che Liana stia morendo su un pianeta sconosciuto e pensi che le sarebbero piaciuti di più i cioccolatini come regalo d’anniversario?
Nel complesso comunque ritengo che sia una prova davvero molto buona, complimenti.Ciao Beppe! Racconto ben scritto, piacevole da leggere e con dei dialoghi credibili e ben gestiti. Non mi è troppo chiaro come mai la workstation scambi delle modelle per delle puttane, sembra quasi una scenata di gelosia, ed è strano per un’entità che lamenta invece di sentirsi usata.
Non mi ha convinto neanche il fatto che la workstation abbia parlato al protagonista e lui abbia preso questo evento come un semplice guasto al pari di un kernel panic o di un virus, ma mi è piaciuta l’idea di dare voce a un oggetto tecnologico di uso quotidiano (che oltretutto ha tutte le ragioni!). Una buona prova!Valter, grazie! Diciamo che qui i venditori hanno come scopo quello di diventare virali (tanto le spese le fa il pianeta!), cosa che a volte risulta essere più reddittizia dell’immediato guadagno. Magari, una volta diventati virali, faranno qualcosa di ancora più malvagio…
Grazie per l’utile commento! 😉Flavia, la mia idea era di raccontare un universo parallelo in cui la Terra è diventata un planetoide (in realtà più un asteroide) e i terrestri sono una popolazione di superdotati e maggiorate.
In effetti quella del racconto potrebbe essere anche un’evoluzione possibile della nostra Terra in un lontano futuro (magari qualche entità markettara troverà il modo, un giorno, di sottrarre centimetri alla circonferenza terrestre per metterli addosso a chi sogna forme più prosperose…), ma credo che la cosa violerebbe parecchie leggi della fisica del nostro universo.
Grazie ancora per il commento!😉
Oddio, mi scuso per l’errore di cui mi accorgo solo adesso. Ti ho chiamata Elena. Sorry Eleonora!
23 giugno 2015 alle 21:35 in risposta a: Gruppo TURA SATANA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #8567Eccoci qua, ho prodotto anch’io la mia classifica. Ho letto, lasciato “riposare” i racconti nella mia testa per capire che sensazione mi davano a distanza di qualche ora, commentato e poi ho stilato la classifica. Non è stato facile, visto che i racconti sono tutti validissimi: davvero complimenti a tutti i partecipanti.
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I commenti in ordine sparso:
La lucina di Flavia Imperi
Ciao Flavia! Buon racconto, apprezzabile sotto molti punti di vista. Tanto per cominciare, mi piacciono le storie dove l’elemento ultraterreno viene inserito nella quotidianità in maniera naturale come nel tuo racconto. Inoltre, come già hanno scritto altri gladiatori, i racconti di solo dialogo non sono facili da gestire, ma nel tuo è tutto molto chiaro: i personaggi, l’ambiente in cui si svolge il dialogo, il tempo, eccetera.
Per quanto lo sviluppo sia molto lineare, questa storia ha la capacità di toccare le corde emotive del lettore con una storia delicata e uno stile chiaro con poche sbavature. Brava! </span>PS: Io ho capito subito che il bambino è un maschio!
Chiamatemi Elvis di Fernando Nappo
Racconto ben scritto, permeato dalla presenza di un personaggio indimenticabile. Ho apprezzato lo stile semplice, la caratterizzazione del personaggio, la nota nostalgica e il sapore agrodolce che ti resta in bocca alla fine della lettura. Forse però manca un elemento di svolta, una scintilla che interrompa la linearità.
Qualche ripetizione a proposito dell’età, “l’età non è più dalla mia”, “l’età non mi aiuta”, “nonostante l’età”… credo che il fatto che il protagonista sia ormai in là con gli anni emerga già molto bene. Un saluto e a rileggerciRisveglio di Eleonora Rossetti
Ciao Elena! Racconto ben scritto e ben gestito, tuttavia non mi prende. Il tema è un po’ sfruttato e io non sono mai riuscita ad apprezzare i lunghi flussi di coscienza con tanti punti e a capo. Che il protagonista si sta svegliando dal coma è abbastanza chiaro da subito, sei stata molto brava a far sì che il lettore si cali immediatamente nella lotta tra la vita e il nulla che sta affrontando, ma a parte questo non mi ha suscitato particolari emozioni. Tema rispettato e buono stile comunque.Minugai di Raffaele Serafini
Confesso che a una prima lettura veloce non ho colto tutto, poi ho riletto, ho cercato su Wikipedia cosa fosse un inugami e alla fine il quadro mi è stato chiaro. Questo secondo me è il limite principale del racconto: la situazione appare chiara solo dopo varie riletture e senza una ricerca online il racconto si apprezza a metà. C’è inoltre un’eccessiva frammentazione della storia e il tema è un po’ incastrato a forza, ma nel complesso è un buon racconto, con immagini vivide e uno stile piacevole.Con i tuoi occhi di Alice Gibellini
Ciao Alice! Bel racconto, con uno stile gradevole che invoglia la lettura. Mi è piaciuta la vicenda che hai descritto, dalla quale emergere molto bene l’incomunicabilità che può esserci tra persone fisicamente vicine.
Per un po’ ho avuto il dubbio che a far perdere la vista alla madre sia stata proprio la figlia, che le porta un detergente che provoca una reazione chimica (“come avevo studiato al liceo”), ma non mi sembra che emergano particolari che rivelino che la protagonista sia una potenziale psicopatica
Il finale appare forse un po’ affrettato, in poche righe sappiamo che la madre è cambiata radicalmente riuscendo perfino a innamorarsi. D’altronde in 3000 caratteri tutto non ci può stare, e tu comunque non te la sei cavata male con la gestione degli spazi.
Una buona prova, brava!Una sedia in mezzo ai fiori di Carolina Pelosi
Ciao Carolina! Bel racconto, emozionante e coinvolgente. Mi piace molto il tuo stile scorrevole e evocativo. Quando citi la pazzia dell’amica credevo che la storia avrebbe preso una piega diversa e si sarebbe concentrata su questo elemento narrativo, invece la protagonista continua il suo flusso di coscienza improntato sulla nostalgia: peccato, come elemento poteva essere sfruttato meglio, ma anche così va bene.
Il tema forse non è centrato in pieno ma c’è, la luce che non si spegna è il legame che ancora unisce la protagonista alla sua amica.
Per me un ottimo racconto, brava!Mia madre di Omaima Marfoq
Ciao Omaima! Le osservazioni che volevo farti (tempi verbali sbagliati, stile da perfezionare, ecc.) te le hanno già fatte gli altri gladiatori, per cui non mi ci soffermo. Mi sembra che non sia stato detto che i dialoghi suonano inverosimili, anche se siamo in un sogno (in fondo il lettore lo scopre solo alla fine): il fatto che la madre dica alla protagonista “ricorda che io ci sarò sempre, anche se non riuscirai a vedermi, io sarò qui con te” suona un po’ frase fatta. Un consiglio: prova a recitare ad alta voce i dialoghi subito dopo che li hai scritti e senti come ti suonano 😉
Per il resto, il racconto è piacevole, perfettibile dal punto di vista dello stile ma con una sua voce, e questo è un elemento da non sottovalutare. A rileggerci!Il signor Colombo di Simone Cassia
Ciao Simone, anch’io la penso come Angelo, il tuo racconto non sembra proprio un racconto ma una riflessione sulla società odierna. Purtroppo nella tua storia sento l’autore che spiega e poco il narratore che mostra, forse con un piccolo sforzo in più il racconto sarebbe sembrato meno una riflessione generale e di più un racconto (ad esempio aggiungendo dettagli sulla vita del protagonista: invece dell'”vecchio amico che non se la prende” avresti potuto fare un nome o raccontare un piccolissimo aneddotto).
Con ciò, sono d’accordo con quello che scrivi, e mi è piaciuto il finale che a suo modo è una piccola sorpresa e riprende il tema del contest. A rileggerciGrano nero Daniele Picciuti
Ciao Daniele! Racconto molto piacevole e in grado di suscitare una reale inquietudine, sembra quasi una vicenda alla Tim Burton. Mi piace molto il risvolto inaspettato della storia. Nella prima parte sembra quasi che tu fossi partito con un’altra idea per il finale (il ragazzo sembra spaventato dal buio dove immagina che ci sia chissà quali orrori nascosti, e poi ops, ci sono davvero e li ha fatti lui), ma questa chiusura comunque ci sta benissimo.
Stile chiaro e scorrevole, tema rispettato. Complimenti.Il bambino con il ghiacciolo di Marco Roncaccia
Ciao Marco. Come è capitato altre volte, ho dovuto fare uno sforzo per andare avanti nella lettura, ma non capire male: il fatto è che i tuoi racconti mi colpiscono sempre allo stomaco come un pugno.
In questo tuo racconto, che ho trovato davvero bello e ben scritto, c’è un messaggio importante. E’ un messaggio di libertà, di voglia di vivere, di essere dentro i limiti e fuori dai limiti, che è la cosa piu bella del mondo. Leggendolo ho pensato a quant’è triste un mondo che vuole ingabbiare l’amore in formule, in confezioni da supermercato con prezzi consigliati al pubblico. L’amore non è così. L’amore non chiede, non dice e non discrimina. L’amore non fa quel che gli si borbotta di fare.
Anch’io non conoscevo la canzone degli Smith e ti ringrazio per avermi fatto fare una piacevole scopertaPer me è davvero un ottimo racconto!
Gli inquilini del buio di Angelo Frascella
Ciao Angelo! Bel racconto, sicuramente (come hanno già notato altri) avrebbe reso meglio con un po’ di caratteri in più a disposizione, ma nel complesso il risultato è ottimo. Mi piace l’atmosfera ansiogena che si crea e mi piace anche questo mondo sotteso che sfiora a malapena la superficie della narrazione. Stile scorrevole e accattivante e tema rispettato. Complimenti!1.Il bambino con il ghiacciolo di Marco Roncaccia
2. Gli inquilini del buio di Angelo Frascella
3. Grano Nero di Daniele Picciuti
4. La lucina di Flavia Imperi
5. Chiamatemi Elvis di Fernando Nappo
6. Una sedia in mezzo ai fiori di Carolina Pelosi
7. Con i tuoi occhi di Alice Gibellini
8. Minugai di Raffaele Serafini
9. Risveglio di Eleonora Rossetti
10. Il Signor Colombo di Simone Cassia
11. Mia madre di Omaima Marfoq-
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Ciao Angelo! Bel racconto, sicuramente (come hanno già notato altri) avrebbe reso meglio con un po’ di caratteri in più a disposizione, ma nel complesso il risultato è ottimo. Mi piace l’atmosfera ansiogena che si crea e mi piace anche questo mondo sotteso che sfiora a malapena la superficie della narrazione. Stile scorrevole e accattivante e tema rispettato. Complimenti!
Ciao Marco. Come è capitato altre volte, ho dovuto fare uno sforzo per andare avanti nella lettura, ma non capire male: il fatto è che i tuoi racconti mi colpiscono sempre allo stomaco come un pugno.
In questo tuo racconto, che ho trovato davvero bello e ben scritto, c’è un messaggio importante. E’ un messaggio di libertà, di voglia di vivere, di essere dentro i limiti e fuori dai limiti, che è la cosa piu bella del mondo. Leggendolo ho pensato a quant’è triste un mondo che vuole ingabbiare l’amore in formule, in confezioni da supermercato con prezzi consigliati al pubblico. L’amore non è così. L’amore non chiede, non dice e non discrimina. L’amore non fa quel che gli si borbotta di fare.
Anch’io non conoscevo la canzone degli Smith e ti ringrazio per avermi fatto fare una piacevole scopertaPer me è davvero un ottimo racconto!
Ciao Daniele! Racconto molto piacevole e in grado di suscitare una reale inquietudine, sembra quasi una vicenda alla Tim Burton. Mi piace molto il risvolto inaspettato della storia. Nella prima parte sembra quasi che tu fossi partito con un’altra idea per il finale (il ragazzo sembra spaventato dal buio dove immagina che ci sia chissà quali orrori nascosti, e poi ops, ci sono davvero e li ha fatti lui), ma questa chiusura comunque ci sta benissimo.
Stile chiaro e scorrevole, tema rispettato. Complimenti.Ciao Simone, anch’io la penso come Angelo, il tuo racconto non sembra proprio un racconto ma una riflessione sulla società odierna. Purtroppo nella tua storia sento l’autore che spiega e poco il narratore che mostra, forse con un piccolo sforzo in più il racconto sarebbe sembrato meno una riflessione generale e di più un racconto (ad esempio aggiungendo dettagli sulla vita del protagonista: invece dell'”vecchio amico che non se la prende” avresti potuto fare un nome o raccontare un piccolissimo aneddotto).
Con ciò, sono d’accordo con quello che scrivi, e mi è piaciuto il finale che a suo modo è una piccola sorpresa e riprende il tema del contest. A rileggerci-
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Ciao Omaima! Le osservazioni che volevo farti (tempi verbali sbagliati, stile da perfezionare, ecc.) te le hanno già fatte gli altri gladiatori, per cui non mi ci soffermo. Mi sembra che non sia stato detto che i dialoghi suonano inverosimili, anche se siamo in un sogno (in fondo il lettore lo scopre solo alla fine): il fatto che la madre dica alla protagonista “ricorda che io ci sarò sempre, anche se non riuscirai a vedermi, io sarò qui con te” suona un po’ frase fatta. Un consiglio: prova a recitare ad alta voce i dialoghi subito dopo che li hai scritti e senti come ti suonano 😉
Per il resto, il racconto è piacevole, perfettibile dal punto di vista dello stile ma con una sua voce, e questo è un elemento da non sottovalutare. A rileggerci!
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Ciao Carolina!
Bel racconto, emozionante e coinvolgente. Mi piace molto il tuo stile scorrevole e evocativo. Quando citi la pazzia dell’amica credevo che la storia avrebbe preso una piega diversa e si sarebbe concentrata su questo elemento narrativo, invece la protagonista continua il suo flusso di coscienza improntato sulla nostalgia: peccato, come elemento poteva essere sfruttato meglio, ma anche così va bene.
Il tema forse non è centrato in pieno ma c’è, la luce che non si spegna è il legame che ancora unisce la protagonista alla sua amica.
Per me un ottimo racconto, brava
Ciao Alice! Bel racconto, con uno stile gradevole che invoglia la lettura. Mi è piaciuta la vicenda che hai descritto, dalla quale emergere molto bene l’incomunicabilità che può esserci tra persone fisicamente vicine.
Per un po’ ho avuto il dubbio che a far perdere la vista alla madre sia stata proprio la figlia, che le porta un detergente che provoca una reazione chimica (“come avevo studiato al liceo”), ma non mi sembra che emergano particolari che rivelino che la protagonista sia una potenziale psicopatica
Il finale appare forse un po’ affrettato, in poche righe sappiamo che la madre è cambiata radicalmente riuscendo perfino a innamorarsi. D’altronde in 3000 caratteri tutto non ci può stare, e tu comunque non te la sei cavata male con la gestione degli spazi.Una buona prova, brava!
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Linda De Santi.
Confesso che a una prima lettura veloce non ho colto tutto, poi ho riletto, ho cercato su Wikipedia cosa fosse un inugami e alla fine il quadro mi è stato chiaro. Questo secondo me è il limite principale del racconto: la situazione appare chiara solo dopo varie riletture e senza una ricerca online il racconto si apprezza a metà. C’è inoltre un’eccessiva frammentazione della storia e il tema è un po’ incastrato a forza, ma nel complesso è un buon racconto, con immagini vivide e uno stile piacevole.
Ciao Elena! Racconto ben scritto e ben gestito, tuttavia non mi prende. Il tema è un po’ sfruttato e io non sono mai riuscita ad apprezzare i lunghi flussi di coscienza con tanti punti e a capo. Che il protagonista si sta svegliando dal coma è abbastanza chiaro da subito, sei stata molto brava a far sì che il lettore si cali immediatamente nella lotta tra la vita e il nulla che sta affrontando, ma a parte questo non mi ha suscitato particolari emozioni. Tema rispettato e buono stile comunque.
Racconto ben scritto, permeato dalla presenza di un personaggio indimenticabile. Ho apprezzato lo stile semplice, la caratterizzazione del personaggio, la nota nostalgica e il sapore agrodolce che ti resta in bocca alla fine della lettura. Forse però manca un elemento di svolta, una scintilla che interrompa la linearità.
Qualche ripetizione a proposito dell’età, “l’età non è più dalla mia”, “l’età non mi aiuta”, “nonostante l’età”… credo che il fatto che il protagonista sia ormai in là con gli anni emerga già molto bene.
Un saluto e a rileggerci
Ciao Flavia! Buon racconto, apprezzabile sotto molti punti di vista. Tanto per cominciare, mi piacciono le storie dove l’elemento ultraterreno viene inserito nella quotidianità in maniera naturale come nel tuo racconto. Inoltre, come già hanno scritto altri gladiatori, i racconti di solo dialogo non sono facili da gestire, ma nel tuo è tutto molto chiaro: i personaggi, l’ambiente in cui si svolge il dialogo, il tempo, eccetera.
Per quanto lo sviluppo sia molto lineare, questa storia ha la capacità di toccare le corde emotive del lettore con una storia delicata e uno stile chiaro con poche sbavature. Brava!PS: Io ho capito subito che il bambino è un maschio! 😉
Simone: mi scuso per la questione dei nomi, la prossima volta cercherò di usare qualche parola chiarificatrice in più! 😉
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Grazie a tutti per questi primi e utili commenti!
Flavia: grazie! Nel progetto iniziale c’era l’intenzione di inserire anche una motivazione del perché Zoe è tra i selezionati che si salvano, ma poi ho deciso di toglierla: scelta dettata un po’ dalla necessità di selezionare gli elementi un po’ dal fatto che, in un contesto simile, le decisioni su quali vite salvare vengono prese da “enti superiori” seguendo parametri imperscrutabili. I protagonisti vengono lasciati al loro destino e non sapranno mai il perché, una dinamica tristemente umana…
Alice: ti ringrazio. Il terremoto non è altro che l’inizio della distruzione della Terra e le palle di luce sono navi che fanno su e giù dalla terra al cielo per portare via i “selezionati” come Zoe verso una nave più grande sospesa in cielo (che dalla Terra sembra una grande luce). Ho compresso un bel po’ in effetti, me ne rendo conto. Spero che i dettagli aiutino comunque a ricostruire il quadro della vicenda
Daniele: ammetto di aver utilizzato soprattutto i nomi per una bieca questione di risparmio di caratteri, “Luca” ne ha meno di “suo padre”! 😉
Ciao e complimenti a tutti per i racconti. Ecco la mia classifica:
1. Solo un vecchio di Angelo Frascella
Ciao Angelo! Che dire, se anche il tuo racconto non si componesse di elementi e personaggi che adoravo da piccola, basterebbe l’atmosfera che riesci a evocare con la tua scrittura a farmi apprezzare questo racconto.
Molto bello il tema dell’ex combattente ormai sceso dal ring che però non riesce a smettere di combattere. Anche se le dinamiche sono diverse, mi ha ricordato “The Wrestler” di Aronofsky, ci ho rivisto la stessa atmosfera.
Il finale mi ha commosso.
Davvero bello Angelo, complimenti!2. Un’estate di borgata di Alberto Della Rossa
Ciao Alberto! Il tuo racconto mi ha emozionato, mi sono sempre piaciute le storie in cui i “duri” si schierano dalla parte dei deboli, e in questo caso emerge anche un bello spaccato della vita nelle borgate di Roma.
Il protagonista si ribella non perché è mosso dalla voglia di fare a botte, ma perché s’indigna, s’indigna nei confronti dell’ingiustizia del mondo: secondo me è molto bello questo elemento narrativo.
Avrei tanto voluto che il tuo racconto durasse di più, è un vero peccato che il limite dei caratteri ti abbia obbligato a una chiusura che sembra un po’ frettolosa. Secondo me sono da riequilibrare la prima e la seconda parte: cercherei di rendere la prima parte leggermente più breve in modo da dare il giusto spazio alla seconda parte e al finale.
In ogni caso ti faccio i miei complimenti!3. Hasta siempre di Francesco Nucera
Ciao Francesco! Bel racconto, nostalgico e malinconico, raccontato con uno stile semplice e scorrevole.
Mi è piaciuto il fatto che l’identità del protagonista, prima ancora che si dica che “sta diventando troppo vecchio”, emerga attraverso le cose esterne: la maglietta rossa piena di macchie, il videopoker dove prima c’era un flipper, la porta che si apre da sola. Da questo punto di vista, un magnifico esempio di show, don’t tell.
Sei stato anche molto bravo a non cadere nel facile errore che in molti commettono quando raccontano il mondo visto da qualcuno che appartiene a un altro tempo: quello di includere una condanna esplicita ai giovani (che non hanno valori, che non combinano niente. che non hanno più le quattro stagioni, blabla :)). Il lettore è lasciato libero di trarre le conclusioni che vuole, e questa cosa l’ho apprezzata molto.
Un ottimo lavoro, bravo!4. Karki di Filippo Santaniello
Ciao Filippo! Come è già emerso negli altri commenti, anch’io trovo che il tuo racconto sia davvero ben scritto, ottimamente controllato e capace di coinvolgere da subito il lettore. Le parti sono ben bilanciate e lasciano il giusto spazio all’azione, alle descrizioni e ai pensieri del protagonista: impresa non facile.
Forse anch’io ho sentito in parte l’assenza di una “scintilla” sul finale, qualcosa che rovesciasse la buona sorte dei due personaggi. Ad esempio la fuga di Karki, che dopo essere stato d’aiuto al protagonista e al suo socio torna libero: anche questo sarebbe stato un lieto fine, in fondo.
In ogni caso è un ottimo lavoro, complimenti.5. A ognuno il suo nemico di Marco Roncaccia
Ciao Marco (compagno di malus in questo gruppo e in questa edizione di Minuti Contati! :)), complimenti per il tuo racconto, l’ho trovato davvero ben scritto e capace di coinvolgere immediatamente il lettore. Confesso che dopo le prime righe ho dovuto fare violenza a me stessa per proseguire la lettura, perché la narrazione arriva dritta come un pugno e ti trasporta in una realtà cruda, scomoda, spietata: il che riconferma la grandissima capacità di coinvolgimento del tuo racconto.
Bella la scelta di raccontare la storia attraverso passaggi fondamentali identificati ciascuno con un nemico diverso; molto bella anche la conclusione, diretta e secca. Complimenti!6. Black Rain di Adriano Muzzi
Ciao Adriano! Mi è piaciuta molto l’ambientazione del racconto, un mondo umido e arrugginito in cui la pioggia cade incessante e i droni mantengono il controllo (conosci la mia passione per i droni, no? ;D).
Secondo me è da sfoltire un po’ la prima parte, magari dicendo meno cose (ad esempio toglierei una frase come “Tom doveva, come ogni giorno, combattere per la propria sopravvivenza” e farei ermergere questa cosa in maniera implicita), ma per il resto mi sembra che il racconto sia molto valido.
Anch’io credo che la scena finale guadagnerebbe se il protagonista, anziché cadere morto, fosse solo paralizzato e assistesse inerme alla scena in cui il maggiordomo e la donna decidono la sua morte. In questo caso la cattiveria ci sta bene! 😉
Alla prossima!7. Trappola per topi di Manuel Piredda
Ciao Manuel! Mi è piaciuta la scena della trappola, seguendo il protagonista attraverso i tunnel stretti e scivolosi ho provato davvero un senso di soffocamento e l’azione del ragazzino mi ha sorpreso: credevo quasi che fosse lì come espediente narrativo per far avere al protagonista un ripensamento sulla guerra, e invece…
Mi ha stranito il passaggio che c’è a metà racconto, da una panoramica generale si passa a una situazione che è già sul filo della tensione. Secondo me potresti fare iniziare il racconto proprio durante una delle escursioni nei tunnel del protagonista, in modo da calare subito il lettore nell’azione.
In ogni caso, un buon racconto. A presto!8. Combattere per morire di Filippo Puddu
Ciao Filippo!
Sul senso di spaesamento che suscita l’ambientazione della storia si è già dibattuto molto, per cui non mi ci soffermo.
Il tuo racconto sarebbe riuscito meglio se la parte iniziale fosse stata un po’ più breve. Ci sono due personaggi che battibeccano sul fatto che lui russa per quasi un terzo del racconto (mica poco!), poi di colpo lui decide di arruolarsi e il momento dopo Monica è una vedova.
Secondo me potresti provare a ridurre la parte iniziale per dare più informazioni sulla guerra e per motivare l’improvvisa decisione di Pietro (fosse anche solo un “mia moglie mi ha rotto le scatole, piuttosto che continuare così mi arruolo!” :)). Così com’è sembra quasi che l’oratore gli abbia fatto un qualche sortilegio che l’abbia convinto ad arruolarsi subito, e questo fa perdere di senso al finale.
Per il resto, stile scorrevole e piacevole.
Alla prossima!9. il mio nome è legione di David Galligani
Ciao David, ho trovato il tuo racconto godibile e ben scritto, i dialoghi e i ritmi serrati invogliano la lettura e tengono incollati fino alla fine.
Solo due cose non mi hanno convinto: i passaggi da un punto di vista all’altro (nella prima parte siamo in battaglia con i combattenti, in quella centrale la prospettiva è quella dell’Amministratrice e nell’ultima c’è un narratore onniscente), che confondono un po’ le idee, e il finale, che non chiarisce completamente ciò che sta accadendo. Si tratta comunque, a mio avviso, di “difetti” assolutamente superabili con pochi interventi sul racconto.
Mi piace il fatto che a condurre la guerra ci sia una donna: chiunque, messo nella condizione adatta, può diventare carnefice.
A presto!10. La lunga attesa di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra, più o meno gli altri gladiatori hanno espresso le osservazioni che volevo farti anch’io: la storia “corre” troppo e si perde qualche passaggio per strada, ma, come ti sei già resa conto da sola, si tratta di un problema risolvibile lavorando sulla narrazione.
L’inventiva non ti manca, secondo me devi solo armonizzare un po’ le frasi e cercare di usare meno il punto e capo! 😉
Alla prossima!11. Apocalisse di Serena Aronica
Ciao Serena! Sono d’accordo sul fatto che quando si assume il punto di vista di un animale bisogna almeno fare uno sforzo per non rendere troppo evidente che i pensieri sono quelli di un essere umano, ma alla fine, come hai detto anche tu, il tuo intento era di raccontare altro.
La seconda parte del racconto mi ha lasciato perplessa, non riesco a capire cos’è che provoca l’Apocalisse che sconvolge i personaggi. Potrebbe andare a fuoco la cucina come potrebbero aver lanciato una bomba atomica sulla casa o potrebbe essere arrivata la disinfestazione con i lanciafiamme. A tratti la narrazione si fa un po’ confusa, sembra che gli scarafaggi siano gli unici a non andare a fuoco, ma poi al protagonista sembra di sentire delle urla di dolore. Secondo me è da chiarire meglio ciò che sta accandendo; visto che da subito il lettore si cala in un punto di vista “umanizzato”, potresti sfruttare quest’elemento per fornire qualche dettaglio chiarificatore.
Spero di esserti stata utile! Alla prossima12. Territorio di caccia di Alessandro Duino
Ciao Alessandro! L’idea di fondo del tuo racconto non mi dispiace, sono riuscita a immaginarmi la radura al tramonto e le creature (aliene?) che stanno per iniziare la caccia.
Purtroppo la brevità e la mancanza di un punto di vista non permettono di apprezzarlo al meglio; la situazione viene presentata in maniera didascalica, dall’alto, e non riesce a coinvolgere veramente il lettore. Credo che la vicenda avrebbe reso meglio se fosse stata raccontata in prima persona, da un cacciatore o magari proprio da uno di quegli umani nascosti nel bosco. Potresti provare a riscriverlo inserendo almeno un personaggio con cui il lettore si possa immedesimare, secondo me aiuterebbe a sviluppare al meglio la suggestività della scena.
A rileggerci-
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Ciao Manuel! Mi è piaciuta la scena della trappola, seguendo il protagonista attraverso i tunnel stretti e scivolosi ho provato davvero un senso di soffocamento e l’azione del ragazzino mi ha sorpreso: credevo quasi che fosse lì come espediente narrativo per far avere al protagonista un ripensamento sulla guerra, e invece…
Mi ha stranito il passaggio che c’è a metà racconto, da una panoramica generale si passa a una situazione che è già sul filo della tensione. Secondo me potresti fare iniziare il racconto proprio durante una delle escursioni nei tunnel del protagonista, in modo da calare subito il lettore nell’azione.
In ogni caso, un buon racconto. A presto!
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Ciao Alexandra, più o meno gli altri gladiatori hanno espresso le osservazioni che volevo farti anch’io: la storia “corre” troppo e si perde qualche passaggio per strada, ma, come ti sei già resa conto da sola, si tratta di un problema risolvibile lavorando sulla narrazione.
L’inventiva non ti manca, secondo me devi solo armonizzare un po’ le frasi e cercare di usare meno il punto e capo! 😉Alla prossima!
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Ciao Adriano! Mi è piaciuta molto l’ambientazione del racconto, un mondo umido e arrugginito in cui la pioggia cade incessante e i droni mantengono il controllo (conosci la mia passione per i droni, no? ;D).
Secondo me è da sfoltire un po’ la prima parte, magari dicendo meno cose (ad esempio toglierei una frase come “Tom doveva, come ogni giorno, combattere per la propria sopravvivenza” e farei ermergere questa cosa in maniera implicita), ma per il resto mi sembra che il racconto sia molto valido.
Anch’io credo che la scena finale guadagnerebbe se il protagonista, anziché cadere morto, fosse solo paralizzato e assistesse inerme alla scena in cui il maggiordomo e la donna decidono la sua morte. In questo caso la cattiveria ci sta bene! 😉
Alla prossima!
Ciao Serena! Sono d’accordo sul fatto che quando si assume il punto di vista di un animale bisogna almeno fare uno sforzo per non rendere troppo evidente che i pensieri sono quelli di un essere umano, ma alla fine, come hai detto anche tu, il tuo intento era di raccontare altro.
La seconda parte del racconto mi ha lasciato perplessa, non riesco a capire cos’è che provoca l’Apocalisse che sconvolge i personaggi. Potrebbe andare a fuoco la cucina come potrebbero aver lanciato una bomba atomica sulla casa o potrebbe essere arrivata la disinfestazione con i lanciafiamme. A tratti la narrazione si fa un po’ confusa, sembra che gli scarafaggi siano gli unici a non andare a fuoco, ma poi al protagonista sembra di sentire delle urla di dolore. Secondo me è da chiarire meglio ciò che sta accandendo; visto che da subito il lettore si cala in un punto di vista “umanizzato”, potresti sfruttare quest’elemento per fornire qualche dettaglio chiarificatore.
Spero di esserti stata utile! Alla prossima
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Ciao Filippo!
Sul senso di spaesamento che suscita l’ambientazione della storia si è già dibattuto molto, per cui non mi ci soffermo.
Il tuo racconto sarebbe riuscito meglio se la parte iniziale fosse stata un po’ più breve. Ci sono due personaggi che battibeccano sul fatto che lui russa per quasi un terzo del racconto (mica poco!), poi di colpo lui decide di arruolarsi e il momento dopo Monica è una vedova.
Secondo me potresti provare a ridurre la parte iniziale per dare più informazioni sulla guerra e per motivare l’improvvisa decisione di Pietro (fosse anche solo un “mia moglie mi ha rotto le scatole, piuttosto che continuare così mi arruolo!” :)). Così com’è sembra quasi che l’oratore gli abbia fatto un qualche sortilegio che l’abbia convinto ad arruolarsi subito, e questo fa perdere di senso al finale.
Per il resto, stile scorrevole e piacevole.
Alla prossima!
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Ciao Francesco! Bel racconto, nostalgico e malinconico, raccontato con uno stile semplice e scorrevole.
Mi è piaciuto il fatto che l’identità del protagonista, prima ancora che si dica che “sta diventando troppo vecchio”, emerga attraverso le cose esterne: la maglietta rossa piena di macchie, il videopoker dove prima c’era un flipper, la porta che si apre da sola. Da questo punto di vista, un magnifico esempio di show, don’t tell.
Sei stato anche molto bravo a non cadere nel facile errore che in molti commettono quando raccontano il mondo visto da qualcuno che appartiene a un altro tempo: quello di includere una condanna esplicita ai giovani (che non hanno valori, che non combinano niente. che non hanno più le quattro stagioni, blabla :)). Il lettore è lasciato libero di trarre le conclusioni che vuole, e questa cosa l’ho apprezzata molto.
Un ottimo lavoro, bravo!
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Ciao Angelo! Che dire, se anche il tuo racconto non si componesse di elementi e personaggi che adoravo da piccola, basterebbe l’atmosfera che riesci a evocare con la tua scrittura a farmi apprezzare questo racconto.
Molto bello il tema dell’ex combattente ormai sceso dal ring che però non riesce a smettere di combattere. Anche se le dinamiche sono diverse, mi ha ricordato “The Wrestler” di Aronofsky, ci ho rivisto la stessa atmosfera.
Il finale mi ha commosso.
Davvero bello Angelo, complimenti!
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Ciao Filippo! Come è già emerso negli altri commenti, anch’io trovo che il tuo racconto sia davvero ben scritto, ottimamente controllato e capace di coinvolgere da subito il lettore. Le parti sono ben bilanciate e lasciano il giusto spazio all’azione, alle descrizioni e ai pensieri del protagonista: impresa non facile.
Forse anch’io ho sentito in parte l’assenza di una “scintilla” sul finale, qualcosa che rovesciasse la buona sorte dei due personaggi. Ad esempio la fuga di Karki, che dopo essere stato d’aiuto al protagonista e al suo socio torna libero: anche questo sarebbe stato un lieto fine, in fondo.In ogni caso è un ottimo lavoro, complimenti.
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Ciao Alberto! Il tuo racconto mi ha emozionato, mi sono sempre piaciute le storie in cui i “duri” si schierano dalla parte dei deboli, e in questo caso emerge anche un bello spaccato della vita nelle borgate di Roma.
Il protagonista si ribella non perché è mosso dalla voglia di fare a botte, ma perché s’indigna, s’indigna nei confronti dell’ingiustizia del mondo: secondo me è molto bello questo elemento narrativo.
Avrei tanto voluto che il tuo racconto durasse di più, è un vero peccato che il limite dei caratteri ti abbia obbligato a una chiusura che sembra un po’ frettolosa. Secondo me sono da riequilibrare la prima e la seconda parte: cercherei di rendere la prima parte leggermente più breve in modo da dare il giusto spazio alla seconda parte e al finale.In ogni caso ti faccio i miei complimenti!
Ciao David, ho trovato il tuo racconto godibile e ben scritto, i dialoghi e i ritmi serrati invogliano la lettura e tengono incollati fino alla fine.
Solo due cose non mi hanno convinto: i passaggi da un punto di vista all’altro (nella prima parte siamo in battaglia con i combattenti, in quella centrale la prospettiva è quella dell’Amministratrice e nell’ultima c’è un narratore onniscente), che confondono un po’ le idee, e il finale, che non chiarisce completamente ciò che sta accadendo. Si tratta comunque, a mio avviso, di “difetti” assolutamente superabili con pochi interventi sul racconto.
Mi piace il fatto che a condurre la guerra ci sia una donna: chiunque, messo nella condizione adatta, può diventare carnefice.
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Ancora una volta grazie a tutti per gli utili suggerimenti.
Angelo: da videogiocatrice di vecchissima data sono d’accordo con te sul fatto che un videogioco dovrebbe essere calibrato su un livello di difficoltà equilibrato. Purtroppo però nei videogiochi di ultimissima generazione è in atto un chiaro processo di ipersemplificazione (non si muore mai o se si muore non si deve ricominciare mai da capo, si ricomincia sempre dal punto in cui si era, ecc.) che mi porta a pensare che nei videogiochi del futuro, almeno quello iperfamosi come quello del racconto, sarà praticamente impossibile perdere. Qui ci sarebbe da fare un bel dibattito, ma non è il luogo adatto 😉
Invernomuto: grazie che mi citi Player One! 😉 Cercherò di seguire il tuo consiglio.
Alexandra: Hemingway è un personaggio storico, anche se appartenente al mondo della letteratura
Anche se confesso che quando l’ho inserito pensavo al famoso scambio di battute in Fight Club!
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Ciao Marco (compagno di malus in questo gruppo e in questa edizione di Minuti Contati! :)), complimenti per il tuo racconto, l’ho trovato davvero ben scritto e capace di coinvolgere immediatamente il lettore. Confesso che dopo le prime righe ho dovuto fare violenza a me stessa per proseguire la lettura, perché la narrazione arriva dritta come un pugno e ti trasporta in una realtà cruda, scomoda, spietata: il che riconferma la grandissima capacità di coinvolgimento del tuo racconto.
Bella la scelta di raccontare la storia attraverso passaggi fondamentali identificati ciascuno con un nemico diverso; molto bella anche la conclusione, diretta e secca. Complimenti!
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Ciao Alessandro! L’idea di fondo del tuo racconto non mi dispiace, sono riuscita a immaginarmi la radura al tramonto e le creature (aliene?) che stanno per iniziare la caccia.
Purtroppo la brevità e la mancanza di un punto di vista non permettono di apprezzarlo al meglio; la situazione viene presentata in maniera didascalica, dall’alto, e non riesce a coinvolgere veramente il lettore. Credo che la vicenda avrebbe reso meglio se fosse stata raccontata in prima persona, da un cacciatore o magari proprio da uno di quegli umani nascosti nel bosco. Potresti provare a riscriverlo inserendo almeno un personaggio con cui il lettore si possa immedesimare, secondo me aiuterebbe a sviluppare al meglio la suggestività della scena.A rileggerci
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Grazie a tutti per i commenti! Purtroppo sono arrivata tardi alla sfida e non ho avuto tempo di organizzare la narrazione in modo che restasse spazio per spiegare un eventuale guasto/sabotaggio del sistema che provoca una fine truculenta del protagonista. Ho cercato allora di spostare l’attenzione sul fatto che i protagonisti vanno a divertirsi in un’arena dove i combattenti sono personaggi storici ma senza avere idea del perché sono tali; leggasi: in questo mondo si è raggiunta una nuova frontiera di realtà aumentata ma ci si è dimenticati della Storia. Dai commenti arrivati finora è ovvio che l’operazione non è riuscita 😀
Colpa mia che sono arrivata tardi alla sfida e ho scritto il racconto in troppo poco tempo, ma lungi da me usare la mancanza di tempo come giustificazione: la sfida è proprio quella di condensare le idee nei tempi e negli spazi stabiliti.
Ringrazio tutti per le osservazioni!
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No, scusa tu Fernando, non volevo usare “fnappo” ma sono riuscita a sbagliare lo stesso!! ^^’ Scusa ancora.
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Ciao Ferdinando! Ottimo racconto, scorrevole e ben scritto. I personaggi sono ben caratterizzati nonostante il poco spazio a disposizione, ho provato una seria antipatia per l’odioso ragazzetto rompiscatole e rabbia nei confronti dei genitori che sembrano esserne completamente in balia.
Rispetto alla prima versione del tuo racconto mi sembra che il finale salti un passaggio: Anna passa dall’essere spaventata per la salute del figlio a dare del genio a suo marito che ha portato in casa il coniglietto. Forse un piccolo accenno alla domenica lo farei, o comunque inserirei un’ultima battuta che chiarifichi la rapidità con cui Anna cambia opinione.
Comunque anche così è un ottimo racconto. Complimenti!
Grazie Antico!
E grazie anche a tutti i partecipanti che sono intervenuti con suggerimenti e consigli, l’esperienza qui al LAB è stata utilissima. Okay, procedi pure con la chiusura del tread!
Ciao Eleonora! Mi è davvero piaciuto questo racconto, è molto gobile e scorrevole. Rispetto alla prima versione mi sembra più chiaro quello che sta accadendo e i dettagli che hai aggiunto lo rendono più accattivante.
Hai reso bene le sensazioni del protagonista e hai creato la giusta atmosfera, asfissiante e opprimente.Il titolo forse è leggermente fuorviante, quando ho letto “Gremlins” mi aspettavo i famosi mostriciattoli, e invece, dalla descrizione che ne fai, sembrano degli insetti: piccoli, infestanti, insidiosi.
Ottimo racconto, complimenti!
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Questa risposta è stata modificata 9 anni, 12 mesi fa da
Linda De Santi.
Okay, mi butto. CONVOCO L’ANTICO, la versione da leggere è la seconda che ho postato!
Fermo sulla soglia della capanna, Gian corruga leggermente la fronte.
Dal mio mucchio di stracci guardo mio marito tendere l’orecchio al rumore del vento che striscia tra le macerie.
“Che stai facendo?”
“La torre di controllo è guasta” risponde.
Mi alzo. “Sei sicuro?”
“Ascolta.”
Mi avvicino alla porta e tendo l’orecchio. Tra le macerie non si sentono più ronzii metallici.
“Non ci sono i droni.”
“Esatto.”
Mi volto a guardarlo. Nei suoi occhi si mescolano ansia e [ed] euforia.
Sappiamo quello che dobbiamo fare. Gian raggiunge l’armadio e tira fuori il pacchetto che custodiamo gelosamente da settimane.
“Andiamo.”
Sono terrorizzata all’idea di uscire, ma devo farmi coraggio. Non possiamo sprecare quest’occasione, sono passati mesi dall’ultimo guasto alla torre di controllo. Non so più neanche chi sia rimasto degli altri, è difficile restare in contatto se non puoi neanche mettere il naso fuori di casa.
“Andros” propone Gian.
Annuisco.
“Spero che lui e la sua gallina siano ancora vivi.”
Mi sta bene fare il baratto con Andros, non ne posso più di mangiare insetti e radici. Possiamo sperare che ci dia delle uova in cambio del prezioso pacchetto che abbiamo tenuto da parte.
Usciamo. Gian aveva ragione: l’allarme non scatta, i droni non arrivano. Spero con tutto il cuore che quelle maledette macchine ci mettano un bel po’ a riparare il guasto.
Avanziamo tra le case distrutte, evitando carcasse d’auto, fasci di cavi elettrici, vecchi frigoriferi invasi dalla vegetazione. E’ una nebbiosa mattina di primavera, con il cielo di un giallo delicato. L’aria brucia, acida sul palato.
Quando scorgo l’ospedale, sento il cuore martellarmi per l’emozione.
Troviamo Andros disteso su un logoro materasso dietro alla reception. Ci vede arrivare.
“Che diavolo volete?”
“Qualche uovo in cambio di questo” dice Gian, e poggia il pacchetto sul bancone.
Andros toglie l’involucro con aria famelica e ne scopre il prezioso contenuto: un fascio di riviste porno che io e Gian abbiamo trovato sotto alle [le] rovine.
Gli occhi di Andros brillano. “Ve ne do quattro.”
Ci passa le uova avvolte in un giornale. Gian le prende e io leggo la contentezza nei suoi occhi: è andata alla grande. Ce ne andiamo subito.
Percorriamo la strada a ritroso, muovendoci in fretta tra le macerie luccicanti nel calore. C’è un silenzio irreale intorno a noi, una monotonia scintillante e silenziosa da cui i ricordi si alzano come fantasmi.
Rammento tante cose di questa città distrutta, ma il motivo per cui è scoppiata la guerra non riesco a ricordarlo. Me ne rendo conto solo adesso. Com’è possibile che l’abbia dimenticato?
“Che importanza ha?” dice Gian.
Senza accorgermene devo aver pensato ad alta voce.
Serra la presa intorno alla mia mano, mentre con l’altra si stringe il nostro tesoro al petto. “E’ tardi.”
Sta per aggiungere qualcos’altro. Mi fermo e gli poggio un dito sulle labbra. Non voglio ascoltare. Per oggi siamo stati fortunati: stasera metteremo nello stomaco del cibo buono.
Di colpo, come una lugubre esplosione, riparte la sirena dell’allarme.
Corriamo. Corriamo come anime in fuga dall’inferno, sento già i sibili dei droni alle nostre spalle.
Siamo quasi arrivati alla capanna quando Gian rotola a terra. Le uova sono perdute. Non possiamo fermarci. Pochi metri alla capanna, ma abbiamo perso secondi preziosi. I droni sono qui.
Inciampo sulla soglia e cado dentro alla capanna, fuori dal loro campo visivo. Mi volto, cerco Gian con lo sguardo. Lui non c’è.
Mi alzo in piedi. Tremo quando scosto la tenda della capanna e guardo fuori. Non c’è traccia né di lui né dei droni. Ci sono solo due fili di fumo che si levano dal terreno, a poca distanza dalle uova rotte.
I ronzii metallici sono tornati a risuonare implacabili tra le macerie.
Resto a guardare il fumo che si attorciglia nell’aria stagnante e lentamente svanisce. Prendo la mia decisione.
Non ci sarà un’altra ora di libertà.-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 12 mesi fa da
Linda De Santi.
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Questa risposta è stata modificata 9 anni, 11 mesi fa da
L'Antico.
Ciao Fernando e grazie per l’attenta lettura e per i consigli. In effetti hai ragione, venti minuti sono un po’ troppi!
A breve posterò la nuova versione del racconto da sottoporre alla valutazione dell’Antico, cercando di tenere conto di tutti i suggerimenti che ho ricevuto
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Questa risposta è stata modificata 9 anni, 12 mesi fa da
Linda De Santi.
Ciao Antico, mi serve il tuo aiuto. Non riesco a modificare il post, sono loggata ma vedo solo il tasto “risposta” e non quello “modifica”. Incollo il testo corretto qui di seguito?
Ciao Manuel, il tuo racconto non presentava grandi problemi neanche al primo giro, ma noto con piacere che sei riuscito a sistemare anche le poche cose perfettibili.
Bel racconto, scritto con una grande verve e con elementi e personaggi davvero pittoreschi. Sono molto schizzinosa nei confronti del fantasy ma il tuo lavoro mi è piaciuto molto. Complimenti!Ciao Adriano,
avendo seguito il tuo racconto fin dal girone d’andata, posso dire di apprezzare molto le soluzioni che hai trovato per correggere i “difetti” emersi nella prima versione.
Hai trovato un’ottima alternativa alla distruzione della Terra, pur senza intaccare l’atmosfera del racconto e la suspense, e ti dirò di più: mi sembra che così il messaggio del racconto ne abbia guadagnato in profondità.
I dialoghi suonano un po’ artefatti, adoro le citazioni da Shakespeare ma sulle labbra di un astronauta che sta andando incontro alla morte mi suonano strane.
In ogni caso complimenti!
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Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da
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