Luchiastro


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  • in risposta a: Sosio Edition – Il grande fienile #11893

    Luchiastro
    Partecipante

    Grazie, troppo gentile!

    SFIDO SPARTACO, allora!

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    in risposta a: Sosio Edition – Il grande fienile #11885

    Luchiastro
    Partecipante

    La pioggia ha reso il percorso difficile, ma non impossibile per Davide, intento a disattendere le raccomandazioni paterne, di non avvicinarsi al fienile.

     

    “Già solo l’ombra di quel luogo dovrebbe farti paura”, gli spiegava il padre. 

    “Non ne so niente”, rispondeva Davide, come al solito al confine tra stizzito e trasognante quando i genitori tentavano di esprimere la loro autorità. 

     

    La pioggia ha costretto Davide a premunirsi di un paio di stivali vecchi, di gomma, piuttosto funzionali. Trovati peraltro nel fienile.

     

    “E’ vero, Davide? Che non andrai mai verso il fienile?”

    Davide aveva il volto giusto per dare conferme, e ormai si era abituato a svolgere questo ruolo. 

    Io sono solo, ho bisogno del tuo appoggio: queste parole il ragazzo percepiva negli occhi del padre.

     

    La pioggia cade incessantemente, contribuendo perlomeno a distrarre il ragazzo. Ne rende il cammino meno ansioso, anche se gli occhi non vengono mai distolti dalla meta finale, il fienile.

     

    Il padre ora era rassicurato. Chiuse per un attimo gli occhi, giusto il tempo di capire che ce l’avrebbe fatta, a educare il suo Davide, a suo modo.

     

    La pioggia non avrebbe fornito ulteriore indulgenza. Davide urlò come un matto pieno di gioia, non appena raggiunse il fienile.

     

    Il padre, distante almeno una decina di passi dal figlio, la testa china, non si scompose nonostante una scarica di acqua fortissima lo avesse inzaccherato dalla testa ai piedi.

    “Questo è…”, mormorò il padre. “…Il fienile”. Dovette concludere la frase, perché Davide non l’avrebbe fatto per lui.

    “Il luogo che ti impedisco di frequentare. Possibile che non io l’abbia nemmeno riconosciuto?”.”La strada non era questa!”, protestò, rimanendo sulla soglia.

    “La strada cambia sempre”.

    Ecco perché pioveva lungo la via, pensò. “E tu che ne sai?”

    “Lei canticchia qui, gioca con se stessa e alle volte mangia. Non la vedo mai tornare a casa, per dormire”.

    Il padre comprese di essere stato imbrogliato, Davide parteggiava per la madre. Doveva accettarlo, le separazioni alle volte non rallentano i rapporti, li accelerano.

    Il figlio lo invitò a entrare. Era bagnato anche all’interno, ciononostante decise che avrebbe passato laggiù la notte: la stanchezza si faceva sentire.

     

    La mattina seguente si ritrovò a casa. Per nulla meravigliato, scese a fare colazione.

    “Allora non andrai verso il fienile oggi? Me lo prometti?”, chiese a Davide, gli occhi del ragazzo posati su di lui senza sosta.

    “Oggi verrà anche Guglielmo”.

    “Tuo fratello?”

    Davide sorrise: “Anche lui vuole vedere mamma”.

    Il padre girò la testa verso la finestra, sentì che Guglielmo stava scendendo. Qui non piove mai, invece, rifletté. Mente asciutta, mente giusta. Mente bagnata, mente sbagliata. E la mente non si può cambiare con un click.

    Era così che ragionava l’uomo.

    Ma il richiamo era troppo forte, chissà. Prese un paio di stivali per Guglielmo, uno per sé e decise che ci avrebbe riprovato.

     

     

     

     

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    in risposta a: Sosio Edition – Il grande fienile #11881

    Luchiastro
    Partecipante

    Alla fine ho cambiato solo i tempi nella parte iniziale “dell’azione”, mantenendo la pioggia come soggetto iniziale e aggiungendo il fienile come sostantivo finale, fino all’ultima parte. Ho separato le due parti con l’utilizzo del corsivo. L’unica forma passiva: gli occhi non vengono mai distolti  l’ho mantenuta per l’effetto.

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    in risposta a: #mille e non più mille – Campanaro #11878

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Ambra,

    “Giochi di potere” mi sembra un titolo azzeccato.

    Forse avrei dato alla seconda vecchietta un segno di riconoscimento più evidente (la prima  è occhialuta), a mo’ di stereotipo caratterizzante. Interessante questa frase: mentre gli uccellini raddoppiano e si fanno sempre più grossi. Io l’ho percepita come se volessi accennare a una situazione inquietante in caso di conflitto tra i bimbi e le vecchiette, ma non so se era anche una tua intenzione, virare verso l’horror.

    La postilla io non la toglierei, perché altrimenti bisognerebbe incorporarla nel racconto sotto forma di tracce. Ti segnalo il “due” erroneamente scritto maiuscolo.

    Comunque decisamente meglio della prima versione, che non ho fatto in tempo a commentare.

    Chiedo la grazia.

     

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    in risposta a: Sosio Edition – Il grande fienile #11877

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Ambra e grazie per il commento. In effetti qualche confusione nell’uso dei tempi verbali mi era già stata fatta notare in passato (non su questo sito), quindi riscriverò alleggerendo ulteriormente la forma.

    P.s. Visto che vuoi sapere qualcosa in più del mio racconto ricordati però che il fienile bagnato è una metafora della mente della madre, vista – in maniera semplicistica dal padre – come mente “sbagliata”, mentre la sua casa – al di fuori della quale non piove mai, asciutta dunque – rappresenta la sua di mente, “giusta”. In ogni caso mi fa piacere che la situazione raccontata ti abbia intrigato.

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    in risposta a: Sosio Edition – Il grande fienile #11818

    Luchiastro
    Partecipante

    Alexandra: grazie davvero! In effetti le migliorie sono evidenti anche a me, ora. Per me che leggo molti testi di psicanalisi e psicologia, la citazione che hai fatto di Jung – su un mio racconto – è una grossa soddisfazione.

    Andrea: si, mi ricordo che eri rimasto molto confuso dal mio racconto. L’idea di ridurre il numero dei figli è di Andrea Viscusi, anch’io l’ho trovata decisamente azzeccata. Grazie per il commento!

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 6 mesi fa da  Luchiastro.
    in risposta a: SOSIO EDITION – La discarica – di M.R. Del Ciello #11769

    Luchiastro
    Partecipante

    Mi sono dimenticato: chiedo la grazia.

    in risposta a: SOSIO EDITION – La discarica – di M.R. Del Ciello #11706

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Maria Rosaria,

    Sicuramente il racconto riesce a creare una buona empatia nei confronti della protagonista (amplificata dai modo disprezzanti e sardonici della figlia e da quelli concreti da parte del padre). Interessante anche il fatto che i padroni abbiano difeso la loro conquista, perpetrata attraverso le armi, semplicemente con l’uso della parola.

    Sulla parte tecnica. Con quelli che comunque sono i miei cari è una struttura un po’ pesante. Suppongo che nel dialogo tra il padre e il venditore tu volessi scrivere “Ma quanto mi verrà a costare?”. “Valuteremo bene il suo esemplare,” in luogo di “Le valuteremo bene il suo esemplare”.

    Avrei lasciato il finale solo con la rabbia, le lacrime mi sembrano superflue e affettate.

     

    in risposta a: XXXY #11705

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Maurizio,

    Racconto notevole.

    Interessante la dicotomia sesso-maternità, soprattutto perché basata sul punto di vista di una Madre Reverenda. Alcuni punti fanno davvero riflettere, tipo la protagonista che non ha avuto difficoltà a scegliere l’uomo, ma invece rimane un po’ bloccata quando deve rivelare il numero della donna. O ancora che sia necessario aspettare il desiderio e la volontà di una donna di chiesa per “rimpolpare la comunità”, mera questione numerica dunque.

    L’espressione “andare a nero” non mi quadra molto. E nemmeno la storia della ragazza inviata tramite pacco postale. Userei inseminazione al posto di semina.

    Chissà, si potrebbe anche pensare alla versione con un cardinale protagonista…

    in risposta a: L'inutile beffa. #11702

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Alessandra,

    La storia è ben realizzata e interessante. Il fatto che Luigi si “innamori” di una foto trova spiegazione dal suo handicap (tra l’altro il tema è trattato senza retorica, anche con una bella dose di ironia: in questo senso toglierei il ahimé, me compreso del protagonista). Forse il fatto che addirittura si decida a partire per Londra da solo su ordine di Elio (per lui un semisconosciuto) lascia un po’ straniti.

    Questa frase, nella seconda parte, mi sembra troppo colloquiale: L’appartamento in cui viveva era malridotto quasi quanto lui e la porta di casa l’aprì una donna dall’aspetto bovino. Anche Il discorso diretto finale della donna andrebbe rivisto, troppe frasi brevi appesantiscono la lettura.

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    in risposta a: Il confine dell’Impero #11701

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Linda,

    All’inizio il tuo racconto ha un taglio cinematografico, decisamente ben realizzato: presenta i personaggi e la situazione di pericolo nella quale sono coinvolti, lasciando una dose di mistero. Assume poi dei toni apocalittici un po’ esagerati, che hanno tuttavia la loro spiegazione nel finale, originale.

    Non mi è chiaro cosa sia il filmato che gli alieni-cereali hanno acquisito. Mi sembra inoltre che strida un po’ l’urlo del bambino, cereali morite (che oltretutto è un sadico mica da ridere, visto che lascia alcuni di loro a decomporsi nel latte ahah). Forse hai tentato di collegare le due fasi in maniera troppo evidente.

    in risposta a: IL GRANDE FIENILE #11586

    Luchiastro
    Partecipante

    Grazie Alberto per il commento, terrò presente anche le tue valutazioni al momento della riscrittura.

    in risposta a: IL GRANDE FIENILE #11513

    Luchiastro
    Partecipante

    Raffaele, che dire?

    Svegliarsi la mattina e ritrovare un commento del genere non è mica male! Se prima avevo anche solo un minimo dubbio nel non voler riscrivere la storia, direi che è ora si è dissolto.

    Grazie davvero!

    in risposta a: IL GRANDE FIENILE #11476

    Luchiastro
    Partecipante

    Marina81: Grazie per il tuo commento. Il motivo delle incomprensioni tra i due coniugi l’ho tralasciato volutamente. Per il resto in effetti mi sono dedicato maggiormente ai simbolismi e alle possibilità di interpretazioni (di cui anche la tua, onirica), che alle spiegazioni al lettore.

    Fernando: Grazie anche a te per il commento. L’effetto che il padre sembra non seguire i figli è assolutamente voluto. Sul secondo dubbio ho provato a spiegarlo nel testo, ma non l’ho reso molto bene: il padre si rendeva conto che proprio Davide lo stava conducendo nel luogo segreto della madre, il grande fienile. Di cui non conosceva l’ubicazione, ma i suoi figli si. Sul finale ho provato a dare una spiegazione del mio intento originario a Andrea Partiti nel messaggio precedente.

    Marina Usai: Grazie anche a te per il commento, mi dispiace molto che tu abbia trovato il mio racconto poco scorrevole, però è carina la tua visione fiabesca. Grazie anche per i rilevamenti puramente tecnici. No, il padre non li ha seguiti di nascosto, come ho spiegato a Fernando proprio in questo messaggio. Sul perché il padre si addormenti nel fienile ho invece detto a Andrea Partiti nel messaggio precedente le mie intenzioni originarie (certo, forse furioso non è esattamente il termine più appropriato… ).

    Andrea: Grazie anche a te per il commento. In effetti in un racconto con dei limiti di carattere importanti sarebbe indicato inserire meno personaggi possibili, ottimo suggerimento.

     

    in risposta a: Gruppo FRINGE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11468

    Luchiastro
    Partecipante

    Hearthole di Giulio Marchese

    Ambientazione interessante, mi ha ricordato Final Fantasy XII. Mi è piaciuto molto il finale, che mi rende più facile perdonarti gli errori di inglese e qualche imperfezione grammaticale. Forse è proprio la scoperta del male che permetterà al protagonista di ottenere il nobel, chissà. Ne valeva la pena? Ah ah.

     

    L’anello più importante di Andrea Partiti

    Io l’ho interpretata come la storia di un prescelto (o di un uomo da sacrificare?), e del suo alter ego, un tizio che gli fornisce le indicazioni della missione. In effetti anch’io con il tuo schema ho capito meglio il racconto (il punto che tu indichi con 2 non mi era molto chiaro)  piuttosto che durante la lettura.

     

    Susy di Andrea Viscusi

    Racconto ben scritto, facile da seguire. Premio anche il fatto di aver scelto come tematica il rapporto uomo- donna. Interessante quando l’uomo sostiene che l’incontro sia voluto o dalla donna o dall’universo, liberandosi da ogni “responsabilità”. Ecco perché avrei concluso il racconto con la frase “lo uso come pretesto per abbassare lo sguardo”.

     

    La vecchia villa misteriosa di Nicoletta Fanuele

    Racconto che si divide in due parti ben distinte, e credo che sia proprio questo il suo limite maggiore. La prima parte è molto coinvolgente, ha uno stile conciso, deciso, crea un’atmosfera interessante. La seconda invece, che mi ha ricordato il film “La città incantata”, l’ho trovato invece molto debole, perché crea uno stacco troppo evidente.

     

    Giorno di mercato di Alexandra Fischer

    Si narra dell’incomprensione tra due mondi, con la piccola speranza data dalla figura di Cordari. L’ho trovato ogni tanto un po’ difficile da seguire, qua e là. Sembra che la prima parte voglia creare una discreta premessa, non valorizzata nella seconda. Forse accorcerei proprio la prima parte, a favore della seconda, perché i dialoghi non sono male.

     

    Anita dall’impermeabile giallo di Marina Usai

    Credo che qui gli universi siano parecchi, e non lo considero un male. C’è quello del corpo di Anita, c’è quello degli altri esseri umani, e c’è quello della mente di Anita. Tematica molto delicata, e che forse dovrebbe essere presa più in considerazione. La scena della presa in giro mi sembra un po’ troppo abusata in racconti di questo tipo, mentre la parte a scuola è decisamente più interessante.

     

     

    Gli esseri dell’altro mondo di Raffaele Marra

    Sicuramente il racconto è ben scritto, però penalizzo il fatto di aver scelto una tematica, dalla quale sinceramente in questo periodo sono un po’ anestetizzato. Lo rivaluto un po’ per il finale, il padre ormai adulto che muore può simboleggiare un vecchio mondo che muore, mentre il bimbo sopravvive, e speriamo viva adeguatamente, nel nuovo mondo.

     

    Lapidbook di Marco Roncaccia

    Idea molto originale, che i social network non ci abbandonino nemmeno dopo la morte. Storia accattivante, dialoghi realistici, e non è facile rappresentare delle scene di litigi, che sembrano anche mitigati da una certa ironia e forse anche rassegnazione (tanto ormai siamo morti, scanniamoci in maniera simpatica). Poi però ritorna la realtà quotidiana, e secondo me è questa la delusione principale, l’avrei lasciato un racconto tra morti.

     

    Noi due di Marina Di Paola

    Racconto scritto abbastanza bene, ma esageratamente senza speranza. E il fatto che poi ci sia la prospettiva che si incontrino di nuovo nell’aldilà, lo rende ancora più triste, come se la vita fosse un rapporto esclusivo a due. Forse per giustificare questo tipo di comportamento avrei fornito una ragione ulteriore al lettore (magari un aneddoto del passato rilevante).

     

    Speck Spray di Fernando Nappo

    Divertente e coinvolgente. Mi è piaciuto il finale proprio perché del tutto grottesco rispetto alla vicenda narrata. Sono assolutamente d’accordo con il punto di vista culinario dello chef, comunque. Il fatto che poi sia praticamente scritto solo con dialoghi lo rende ancor più fruibile e accattivante.

     

    La realtà inventata di Luigi De Meo

    La scena iniziale della lotta è molto coinvolgente. Dall’intervento della maga elfa deus ex machina invece il racconto precipita, fino al finale che dovrebbe essere una rivelazione, invece è piuttosto deludente. L’esclamazione finale sulla vita reale, però e simpatica e rende bene l’idea dell’esperienza del giocatore di ruolo, bello anche il titolo.

     

     

     

    Il canto della sirena di Alberto Della Rossa

    Tematica del rapporto uomo-animale trattata in maniera molto profonda, visto che si coinvolge anche l’aspetto onirico. Interessante anche l’approccio da parte del computer, quasi geloso di questo rapporto speciale. Computer che cerca un mondo a parte dove potersi concedere proprio il lusso del sogno, seppur da sola, probabilmente.

     

     

    1. Il canto della sirena      Alberto Della Rossa

    2. Lapid book      di Marco Roncaccia

    3. Speck spray    di Fernando Nappo

    4. Hearthole   di Giulio Marchese

    5. Susy     di Andrea Viscusi

    6. Anita dall’impermeabile giallo   di Marina Usai

    7. Giorno di mercato       di Alexandra Fischer

    8. L’anello più importante      di Andrea Partiti

    9. Gli esseri dell’altro mondo        di Raffaele Marra

    10. La realtà inventata      di Luigi De Meo

    11. La vecchia villa misteriosa     di Nicoletta Fanuele

    12. Noi due    di Marina Di Paola

     

     

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da  Luchiastro.
    in risposta a: Hearthole – Giulio Marchese #11465

    Luchiastro
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    Ciao Giulio,

    Ambientazione interessante, mi ha ricordato Final Fantasy XII. Mi è piaciuto molto il finale, che mi rende più facile perdonarti gli errori di inglese e qualche imperfezione grammaticale. Forse è proprio la scoperta del male che permetterà al protagonista di ottenere il nobel, chissà. Ne valeva la pena? Ah ah.

    in risposta a: Giorno di mercato #11463

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Alexandra,

    Si narra dell’incomprensione tra due mondi, con la piccola speranza data dalla figura di Cordari. L’ho trovato ogni tanto un po’ difficile da seguire, qua e là. Sembra che la prima parte voglia creare una discreta premessa, non valorizzata nella seconda. Forse accorcerei proprio la prima parte, a favore della seconda, perché i dialoghi non sono male.

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da  Luchiastro.
    in risposta a: La vecchia villa misteriosa #11461

    Luchiastro
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    Ciao Nicoletta,

    Racconto che si divide in due parti ben distinte, e credo che sia proprio questo il suo limite maggiore. La prima parte è molto coinvolgente, ha uno stile conciso, deciso, crea un’atmosfera interessante. La seconda, che mi ha ricordato il film “La città incantata”, l’ho trovato per contro molto debole, perché crea uno stacco troppo evidente.

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da  Luchiastro.
    in risposta a: La realtà inventata – di De Meo Luigi #11459

    Luchiastro
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    Ciao Luigi,

     

    La scena iniziale della lotta è molto coinvolgente. Dall’intervento della maga elfa – deus ex machina – mi è parso che il racconto precipiti, fino al finale che dovrebbe essere una rivelazione, invece è piuttosto deludente. L’esclamazione finale sulla vita reale, però e simpatica e rende bene l’idea dell’esperienza del giocatore di ruolo, bello anche il titolo.

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da  Luchiastro.
    in risposta a: Anita dall'impermeabile giallo di Marina Usai #11456

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Marina,

    Credo che qui gli universi siano parecchi, e non lo considero un male. C’è quello del corpo di Anita, c’è quello degli altri esseri umani, e c’è quello della mente di Anita. Tematica molto delicata, e che forse dovrebbe essere presa più in considerazione. La scena della presa in giro mi sembra un po’ troppo abusata in racconti di questo tipo, mentre la parte a scuola è decisamente più interessante

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    in risposta a: Susy #11454

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Andrea,

    Racconto ben scritto, facile da seguire. Premio anche il fatto di aver scelto come tematica il rapporto uomo- donna. Interessante quando l’uomo sostiene che l’incontro sia voluto o dalla donna o dall’universo, liberandosi da ogni “responsabilità”. Ecco perché avrei concluso il racconto con la frase “lo uso come pretesto per abbassare lo sguardo”.

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    in risposta a: Il canto della sirena #11452

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Alberto,

    Tematica del rapporto uomo-animale trattata in maniera molto profonda, visto che si coinvolge anche l’aspetto onirico. Interessante anche l’approccio da parte del computer, quasi geloso di questo rapporto speciale. Computer che cerca un mondo a parte dove potersi concedere proprio il lusso del sogno, seppur da solo, probabilmente.

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    in risposta a: Speck spray #11450

    Luchiastro
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    Ciao Fernando,

    Divertente e coinvolgente. Mi è piaciuto il finale proprio perché del tutto grottesco rispetto alla vicenda narrata. Sono assolutamente d’accordo con il punto di vista culinario dello chef, comunque. Il fatto che poi sia praticamente scritto solo con dialoghi lo rende ancor più fruibile e accattivante.

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    in risposta a: Noi due di Marina Di Paola #11448

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Marina,

    Racconto scritto abbastanza bene, ma esageratamente senza speranza. E il fatto che poi ci sia la prospettiva che si incontrino di nuovo nell’aldilà, lo rende ancora più triste, come se la vita fosse un rapporto esclusivo a due. Forse per giustificare questo tipo di comportamento avrei fornito una ragione ulteriore al lettore (magari un aneddoto del passato rilevante tra i due), altrimenti si rimanda il tutto a storie di dipendenza affettiva.

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da  Luchiastro.
    in risposta a: L'anello più importante – Andrea Partiti #11445

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Andrea,

    Io ho interpretato la tua storia come quella di un prescelto (o di un uomo da sacrificare?), e del suo alter ego, un tizio che gli fornisce le indicazioni della missione. In effetti anch’io con il tuo schema ho capito meglio il racconto (il punto che tu indichi con 2 non mi era molto chiaro)  piuttosto che durante la lettura.

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da  Luchiastro.
    in risposta a: LAPIDBOOK di Marco Roncaccia #11442

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Marco,

    Idea molto originale, che i social network non ci abbandonino nemmeno dopo la morte. Storia accattivante, dialoghi realistici: non è facile rappresentare delle scene di litigi, che sembrano anche mitigati da una certa ironia e forse anche rassegnazione (tanto ormai siamo morti, scanniamoci in maniera simpatica). Poi però ritorna la realtà quotidiana, e secondo me è questa una piccola delusione, l’avrei lasciato un racconto tra morti.

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da  Luchiastro.
    in risposta a: Gli esseri dell'altro mondo (di Raffaele Marra) #11440

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Raffaele,

    Sicuramente il racconto è ben scritto, però penalizzo il fatto di aver scelto una tematica, dalla quale sinceramente in questo periodo sono un po’ anestetizzato. Lo rivaluto un po’ per il finale, il padre ormai adulto che muore può simboleggiare un vecchio mondo che muore, mentre il bimbo sopravvive, e speriamo viva adeguatamente, nel nuovo mondo.

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da  Luchiastro.
    in risposta a: IL GRANDE FIENILE #11162

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Andrea,

    Grazie anche a te per il commento e per le interpretazioni!

    Diciamo che hai perfettamente centrato il punto, e cioè è il padre a essere “incasinato”, non la madre. Afferri inoltre il fatto che il padre proibisce ai figli di andare al fienile, nonostante non sappia dove sia, quindi mi sembri tutt’altro che un lettore semplice.

    Ti posso dire che sicuramente riscriverò il testo, spiegando i simbolismi: fienile = mente della madre che il padre vuol vedere come malata (quando si accorge che non è così, dice “è asciutto qui”. E non a caso all’esterno piove). Tuttavia l’illusione che il rapporto si possa sanare dura lo spazio di una notte, e al risveglio, il padre è ancora intimorito, nonostante i figli lo spronino ancora.

    in risposta a: IL GRANDE FIENILE #10961

    Luchiastro
    Partecipante

    Ciao Giulio,

    Grazie per il commento e per le interpretazioni.

    Diciamo che la mia idea era quella di descrivere la tentazione da parte del padre di seguire i figli nel “capire” la madre, piuttosto che ascoltare solo il proprio egoismo, quindi quella continua domanda (“Non andrete verso il fenile, oggi?”) voleva simboleggiare sia il coraggio di provarci, sia la paura di provarci. Ovviamente non è reso nel testo.

    E se manca l’emozione, manca tutto. Punto di vista chiarissimo, il tuo :)

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da  Luchiastro.
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    in risposta a: IL GRANDE FIENILE #10942

    Luchiastro
    Partecipante

    Grazie Alexandra per il commento!

    In effetti quello che mi interessa sapere è proprio ciò che sono riuscito a “rendere” al lettore, visto che i miei racconti in genere si basano soprattutto sull’indagine psicologica (qualcuno mi dice anche troppo!) e delle volte mi perdo nei miei pensieri, senza dare la mia chiave di lettura. Mi fa piacere che tu abbia trovato lo spunto originale e forse onirico, chissà…

    Posso aggiungere che la figura della madre è rimasta volutamente nell’ombra, proprio perché è il padre, che anche attraverso i figli, dovrebbe apprezzarla maggiormente.

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