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31 luglio 2015 alle 10:35 in risposta a: Gruppo PAROLE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #9560
(GS) P’ngieng, di Ambra Stancampiano, ore 00.13, 3266 caratteri
Il racconto è scritto bene e si arriva alla fine piacevolmente e tutto di un fiato. Trovo che sia equilibrato. Bello l’inizio e sopratutto la battuta finale che, da un lato da significato agli avvenimenti precedenti e, dal’altro rende quasi umane le scimmie. Quando dici che porta avanti il petto, non so perchè, ho immaginato un gorilla. Il racconto è diviso in due parti. La prima dove lei manifesta il disagio nella famiglia ritrovata e la seconda dove ritorna da quella che secondo lei è la sua vera famiglia. La perte che dovrebbe congiungere le due, la trovo poco comprensibile.
* Ora, solo una passeggiata tra le capanne… * rivedrei solo queste tre righe di testo, poi per il resto, ottima prova.(FD) Pablo, di Angela, ore 22.07, 2978 caratteri
Il racconto è scritto bene. Trovo però che più che una storia vera e propria, quella che ci presenti è una scena che potrebbe essere parte di un disegno più complesso. Mi spiego. Si arriva alla fine in modo lineare e non ci sono punti di tensione. La parte centrale del racconto è il dialogo con il locandiere che punta il coltello addosso al prete. Per come vedo io le cose, quel coltello dovrebbe essere usato. Insomma avviene tutto in modo troppo rapido e si conclude senza colpi di scena. Colpo di scena che, in un racconto così breve, secondo me, deve perforza esserci.
– (FD) Figlia di nessuno, di Alexia, ore 22.17, 2450 caratteri
La storia che c’è alla base del tuo racconto mi sembra buona. Lei che uccide la famiglia adottiva che la odia e, alla fine quando una letetra le indica dove trovare la sua famiglia originale, lei che decide di uccidere tutti. Il problema di fondo, secondo me è che è troppo raccontato. Io avrei mostrato la mattanza. Il postino che arriva. Lei che apre come se niente fosse. Lei che legge la lettera e sorride. Torna a finire il lavoro e pensa che andrà ad uccidere anche la sua vera famiglia. Ecco, una cosa tipo questa.
– (FD) Innocente distrazione, di Beppe Roncari, ore 22.34, 2795 caratteri
Il raccono mi è piaciuto molto. È scritto bene e il finale, arriva a sorpresa facendo sorridere. Secondo me c’è tutto quello che dovrebbe avere un racconto breve. Secondo me, c’è un unico punto che è poco naturale:
* Sciocchezze, Rea! Li abbiamo coperti con un campo quantistico di protezione che ci è costato una fortuna!
– Già. La cosa geniale è stata delineare l’orizzonte degli eventi, riducendo la loro probabilità di incorrere in incidenti a un singolo improbabile accadimento… * ecco, qui, eccedi con l’infodump. È innaturale che dei personaggi parlino in questo modo. Per il resto, come l’ultima volta, ottima prova.– (GS) Sintetico borghese, di Serena Aronica, ore 23.18, 2971 caratteri
Il racconto è scrittomolto bene. Io adoro i raconti in prima persona. Quello che mi risulta poco chiaro è la scena del bagno. Secondo me il problema è questa battuta.
* “Siete una famiglia di froci marci!” e mentre lo dice, con l’altra mano inizia a tirargli giù i pantaloni. * Probabilmente dovrebbe essere tirarmi giù i pantaloni. Altrimenti sembra che si riferisca al ragazzino occhialuto. Altra cosa, trovo difficile che al primo giorno di scuola, visto che lui arriva con lo scuolabus, i compagni bulli sappiano che lui ha genitori gay. Per tutto il resto, ottima prova. Graffiante al punto giusto.– (FD) Io, di Marco Roncaccia, ore 23.38, 2963 caratteri
Mi piacciono i racconti che si basano e/o ispirano a fatti di cronaca. Bello l’inizio che focalizza subito l’attenzione sulla data. Data che rimane nella testa fino alla fine crreando una domanda che vuole una risposta. Risposta che arriva come uno schiaffo e fa riflettere. Mi è piaciuta molto la caratterizazione del protagonista e la percezione che dai, del suo mondo ordinario. Ottima prova anche per te.
– (FD) Tabula rasa, di Alberto Della Rossa, ore 0.03, 2932 caratteri
Ciao Alberto, ben trovato. Il racconto è scritto molto bene. Dal punto di vista tecnico, posso solo farti i miei complimenti. Le cose che mi sono piaciute di più sono state:
La battuta della madre quando vede la nuora. (non tanto per la battuta in sè, ma perchè si inserisce in modo naturale nel contesto della malattia della donna).
La frase: si girò con un fruscio di seta.
Il padre che, sul punto di morte, le da la mano.
Forse la cosa che ho apprezzato meno è il finale. Però ci sta. Complimenti.
PS: mi ha incuriosito il ciclo di Hap e Leonard , lo leggerò quest’estate.– (GS) Il vecchio, di Diego Ducoli, ore 00.19, 1587 caratteri
Il racconto è scritto bene. Bella l’atmosfera e la parte iniziale che mostra il vecchio che districa i nodi della rete. Il dialogo mi sembra realistico. Secondo me quello che non è chiaro è chi parla con il vecchio (avevo pensato che fossero in due sulla barca) e questo ha generato nella mia testa non poca confusione. Per il resto, buona prova anche per te.
– (FD) Un soffio di vento, di Angelo Frascella, ore 00.08, 2994 caratteri
Bello. Il racconto è scritto molto bene, equilibrato e nel finale arriva la spiegazione a tutto quello che rimane in sospeso durante lo svolgimento. Bella l’dea del mondo dove vivono tutti i personaggi di fantasia. (Forse non troppo originale come idea, non lo so, ma mi è venuto in mente Shrek) Eterni quelli delle storie che hanno avuto successo: divertente scovare le citazioni. Insomma bello, dosato bene e malinconico al punto giusto. Ottima prova anche per te.
– (FD) Schegge, di Adriano Muzzi, ore 00.38, 2942 caratteri
Il racconto mi è piaciuto a tratti. Secondo me l’idea di fondo è buona. Il problema principale è che lui è seduto in macchina (figlio dimenticato) su un seggiolino. Questo mi fa pensare che abbia pochi anni. Però il tutto è in contrasto con le azioni e la lucidità con cui parla alla vecchia. Poco realistico che la vecchia si limiti a perlare e non a chiamare, come minimo, i carabinieri. Ecco, la confusione principale è sull’età del protagonista. Per il resto, inquietante al punto giusto.
La mia classifica:
1- (FD) Tabula rasa, di Alberto Della Rossa, ore 0.03, 2932 caratteri
2- (FD) Innocente distrazione, di Beppe Roncari, ore 22.34, 2795 caratteri
3- (FD)Un soffio di vento, di Angelo Frascella, ore 00.08, 2994 caratteri
4- (GS) P’ngieng, di Ambra Stancampiano, ore 00.13, 3266 caratteri
5- (GS) Il vecchio, di Diego Ducoli, ore 00.19, 1587 caratteri
6- (FD) Io, di Marco Roncaccia, ore 23.38, 2963 caratteri
7- (GS) Sintetico borghese, di Serena Aronica, ore 23.18, 2971 caratteri
8- (FD) Pablo, di Angela, ore 22.07, 2978 caratteri
9- (FD) Schegge, di Adriano Muzzi, ore 00.38, 2942 caratteri
10- (FD) Figlia di nessuno, di Alexia, ore 22.17, 2450 caratteri– (FD) Schegge, di Adriano Muzzi, ore 00.38, 2942 caratteri
Il racconto mi è piaciuto a tratti. Secondo me l’idea di fondo è buona. Il problema principale è che lui è seduto in macchina (figlio dimenticato) su un seggiolino. Questo mi fa pensare che abbia pochi anni. Però il tutto è in contrasto con le azioni e la lucidità con cui parla alla vecchia. Poco realistico che la vecchia si limiti a perlare e non a chiamare, come minimo, i carabinieri. Ecco, la confusione principale è sull’età del protagonista. Per il resto, inquietante al punto giusto.
– (FD) Un soffio di vento, di Angelo Frascella, ore 00.08, 2994 caratteri
Bello. Il racconto è scritto molto bene, equilibrato e nel finale arriva la spiegazione a tutto quello che rimane in sospeso durante lo svolgimento. Bella l’dea del mondo dove vivono tutti i personaggi di fantasia. (Forse non troppo originale come idea, non lo so, ma mi è venuto in mente Shrek) Eterni quelli delle storie che hanno avuto successo: divertente scovare le citazioni. Insomma bello, dosato bene e malinconico al punto giusto. Ottima prova anche per te.
– (GS) Il vecchio, di Diego Ducoli, ore 00.19, 1587 caratteri
Il racconto è scritto bene. Bella l’atmosfera e la parte iniziale che mostra il vecchio che districa i nodi della rete. Il dialogo mi sembra realistico. Secondo me quello che non è chiaro è chi parla con il vecchio (avevo pensato che fossero in due sulla barca) e questo ha generato nella mia testa non poca confusione. Per il resto, buona prova anche per te.
– (FD) Tabula rasa, di Alberto Della Rossa, ore 0.03, 2932 caratteri
Ciao Alberto, ben trovato. Il racconto è scritto molto bene. Dal punto di vista tecnico, posso solo farti i miei complimenti. Le cose che mi sono piaciute di più sono state:
La battuta della madre quando vede la nuora. (non tanto per la battuta in sè, ma perchè si inserisce in modo naturale nel contesto della malattia della donna).
La frase: si girò con un fruscio di seta.
Il padre che, sul punto di morte, le da la mano.
Forse la cosa che ho apprezzato meno è il finale. Però ci sta. Complimenti.
PS: mi ha incuriosito il ciclo di Hap e Leonard , lo leggerò quest’estate.– (FD) Io, di Marco Roncaccia, ore 23.38, 2963 caratteri
Mi piacciono i racconti che si basano e/o ispirano a fatti di cronaca. Bello l’inizio che focalizza subito l’attenzione sulla data. Data che rimane nella testa fino alla fine crreando una domanda che vuole una risposta. Risposta che arriva come uno schiaffo e fa riflettere. Mi è piaciuta molto la caratterizazione del protagonista e la percezione che dai, del suo mondo ordinario. Ottima prova anche per te.
– (GS) Sintetico borghese, di Serena Aronica, ore 23.18, 2971 caratteri
Il racconto è scrittomolto bene. Io adoro i raconti in prima persona. Quello che mi risulta poco chiaro è la scena del bagno. Secondo me il problema è questa battuta.
* “Siete una famiglia di froci marci!” e mentre lo dice, con l’altra mano inizia a tirargli giù i pantaloni. * Probabilmente dovrebbe essere tirarmi giù i pantaloni. Altrimenti sembra che si riferisca al ragazzino occhialuto. Altra cosa, trovo difficile che al primo giorno di scuola, visto che lui arriva con lo scuolabus, i compagni bulli sappiano che lui ha genitori gay. Per tutto il resto, ottima prova. Graffiante al punto giusto.– (FD) Innocente distrazione, di Beppe Roncari, ore 22.34, 2795 caratteri
Il raccono mi è piaciuto molto. È scritto bene e il finale, arriva a sorpresa facendo sorridere. Secondo me c’è tutto quello che dovrebbe avere un racconto breve. Secondo me, c’è un unico punto che è poco naturale:
* Sciocchezze, Rea! Li abbiamo coperti con un campo quantistico di protezione che ci è costato una fortuna!
– Già. La cosa geniale è stata delineare l’orizzonte degli eventi, riducendo la loro probabilità di incorrere in incidenti a un singolo improbabile accadimento… * ecco, qui, eccedi con l’infodump. È innaturale che dei personaggi parlino in questo modo. Per il resto, come l’ultima volta, ottima prova.– (FD) Figlia di nessuno, di Alexia, ore 22.17, 2450 caratteri
La storia che c’è alla base del tuo racconto mi sembra buona. Lei che uccide la famiglia adottiva che la odia e, alla fine quando una letetra le indica dove trovare la sua famiglia originale, lei che decide di uccidere tutti. Il problema di fondo, secondo me è che è troppo raccontato. Io avrei mostrato la mattanza. Il postino che arriva. Lei che apre come se niente fosse. Lei che legge la lettera e sorride. Torna a finire il lavoro e pensa che andrà ad uccidere anche la sua vera famiglia. Ecco, una cosa tipo questa.
(GS) P’ngieng, di Ambra Stancampiano, ore 00.13, 3266 caratteri
Il racconto è scritto bene e si arriva alla fine piacevolmente e tutto di un fiato. Trovo che sia equilibrato. Bello l’inizio e sopratutto la battuta finale che, da un lato da significato agli avvenimenti precedenti e, dal’altro rende quasi umane le scimmie. Quando dici che porta avanti il petto, non so perchè, ho immaginato un gorilla. Il racconto è diviso in due parti. La prima dove lei manifesta il disagio nella famiglia ritrovata e la seconda dove ritorna da quella che secondo lei è la sua vera famiglia. La perte che dovrebbe congiungere le due, la trovo poco comprensibile.
* Ora, solo una passeggiata tra le capanne… * rivedrei solo queste tre righe di testo, poi per il resto, ottima prova.Ciao Alexandra e grazie del commento,
Grazie per l’apprezzamento. Sono contento che il racconto ti sia arrivato.Ciao Vestatio e grazie del commento,
Ti do ragione sul fatto che lo sviluppo non è dei più felici: tutto e migliorabile. Per quanto riguarda le stelle, ho detto che sono del grande carro, ho detto come si chiamano e in che posizione sono. Se avessi letto io una cosa del genere sarei andato subito a controllare la veridicità dei fatti perchè se non fosse stata vera… Comunque basta digitare Alcor e Mizar, non serve nemmeno tanto tempo.Ciao Antico e grazie del commento,
Ben trovato e complimenti per la nuova sistemazione che hai dato a MC. Non ho nulla da ribattere al tuo commento. Hai ragione, le cose andrebbero riviste e contestualizzate in modo diverso. Alla prossima.Ciao Ambra e grazie del commento,
Questa è la prima volta che scrivo un racconto di questo genere. A dire il vero, non lo reputo nemmeno un vero racconto. Questo perchè, secondo me, arrivo alla fine in modo lineare, monotono, probabilmente noioso e piatto. Non ci sono tensione o colpi di scena. E’ stato un esperimento (evidentemente fallito). Perdono non era mia intenzione far camminare il lettore in sabbie mobili di melassa. Alla prossima.Ciao Beppe e grazie del commento,
Confesso che appena ho letto il tuo commento mi sono incazzato. Per il semplice fatto che è come se mi avessi detto che hai cestinato il racconto subito dopo la prima frase. Confesso anche, che ho imparato che sono proprio questo genere di commenti, diretti e schietti, quelli che fanno crescere. Quindi, oggi, con il senno di poi, ti do ragione. Il fatto di raccontare in prima persona non giustifica il non mostrato e, cosa più importante, un incipit del genere è davvero terribile. L’idea originale partiva con lui che voleva buttarsi da un ponte, guardava il cielo e vedeva le stelle, ricordava… poi, causa tempo, ho cambiato il tutto. Quindi grazie per la sincerità. Farò tesoro delle tue parole. Alla prossima.Ciao Gian e grazie del commento,
Per quel che riguarda grammatica e punteggiatura, sono sicuro che i puristi troveranno qualche cosa che non va. Per quanto riguarda l’originalità della trama ti do ragione. Alla prossima.Ciao Alessandra e grazie del commento,
Il testo è scritto in modo troppo affettato :
purtroppo ho dovuto eseguire dei tagli per rientrare nei caratteri. Alla prossima. 😉22 giugno 2015 alle 17:19 in risposta a: Gruppo VAMPIRA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #8468I miei commenti in ordine sparso.
La barca di Diego Ducoli,
Trovo che il tuo racconto sia suggestivo nell’atmosfera cupa e di mistero, che vai a creare. A parte qualche cosa che rivedrei, per esempio quell’acqua sorniona che fatico a immaginare, il tutto procede fino alla fine in modo lineare e accattivante.
La nota negativa, secondo me, è proprio il finale che irrompe a mo di Deux ex machina: hai scelto una chiusa che va bene su tutto e che per questo motivo è stata strautilizzata (anche da me una volta proprio a mc). Il tema, comunque, è centrato e la tua luce non si spegne mai, come era richiesto.La luce non si spegne mai, di Gian de Steja,
Trovo che i tuo racconto, dal punto di vista tecnico, sia scritto molto bene. Nel leggerlo, mi è venuto in mente, anche se non centra molto, “il miglio verde”. Secondo me, l’idea alla base del racconto è valida, ma meriterebbe più spazio per essere “mostrata” e sviluppata in modo diverso.
Il fatto che il tutto sia raccontato, per me è penalizzante da un punto di vista del coinvolgimento emotivo. Coinvolgimento che potrebbe essere creato nel rapporto detenuto/lucciola e la paura che, per il protagonista potrebbe diventare osessione e portarlo alla morte. Il tema mi sembra centrato.Ombre, di Patty Barale
Trovo che il racconto, dal punto di vista tecnico e stilistico, sia molto buono. Quello che mi convince di meno è la presentazione dei fatti. Tutta la vicenda si svolge in un pensiero personale che fa la protagonista prima di togliersi la vita. Un pensiero che, a mio avviso, risulta un po’ forzato nel suo spiegare la vicenda e il perchè lei decida di compiere l’insano gesto. Secondo me, potrebbe essere contenuto tutto in una lettera che viene ritrovata vicino al corpo. Oppure far capire che è un lettera, solo alla fine. Non lo so, così com’è, per quanto rendi molto bene la paranoia (molto bella la frase come se bere qualche bottiglia di liquore fosse alcolismo), non mi è piaciuto. Mi dispiace.
Quinto piano, scala B., di Viviana Tenga
Trovo che il racconto sia scritto bene e procede alla fine senza intoppi: Anche nel tuo caso ,dal punto di vista stilistico trovo che sia tutto molto buono. Forse quello che mi piace di meno, è che la vicenda, come ho fatto notare in altri raccontoi, è tutta raccontata. Comunque è un raccontato che non da l’idea di essere stato compresso per entrare nei 3k. Quello che mi fa storcere un po’ il naso è il fatto che non dici niente sul perchè Emilia abbia così tanta paura del buio. Forse come dici non ha davvero importanza. Mi è piaciuta l’evoluzione della protagonista che si respira nel finale.
La nuda verità, di Beppe Roncari
Trovo che il tuo racconto sia scritto molto bene. Quello che più mi ha colpito è il protagonista che viene caratterizzato molto bene. Riesce a strappare più di un sorriso. L’idea alla base è molto forte. Pur narrando in prima persona, sei riuscito ad inserire dettagli del passato, in modo non invasivo e fastidioso; questo rende il tutto molto piacevole ed equilibrato. Forse, se bisogna trovare un pelo nel’uovo, la tua luce, nel finale, si spegne. Però mi sta bene perchè sottolinea la cecita della ragazza che in realtà, nel suo mondo pensa di aver acceso la luce e non di averla spenta. Insomma, complimenti, proprio un bel lavoro.
The promise, di never
Quello che salta subito all’occhio e il titolo in inglese per un racconto in italiano. Suppongo che sia un omaggio alla canzone di Tracy Chapman anche se della canzone nel racconto non c’è traccia; se non fosse così lo cambierei in “La promessa”. Detto questo, trovo che il racconto sia scritto bene anche se nella prima parte sembra di trovarsi difronte a una poesia più che a un racconto. Questo rende il tutto un po’ lento e di difficile immedesimazione per la mancanza di un contesto. Contesto che viene puntualizzato nel seguito poco prima della metà: a mio avviso u npo’ troppo tardi. La Ragazza, qualunque sia il suo nome, non sorride più. Non sorriderà mai più. In questo punto passi dalla prima persona alla terza, senza apparente motivo. Forse una svista. Bella l’idea e il fatto che spieghi alla fine il perchè di quei dialoghi con la tazza del cesso. Unico neo è che le cose andrebbero rivisitate per aumentarne la fruibilità. Costellazione dei Muffin alla Fragola. Il Panda Pigrone. La Ragazza che Sorride. Questa immagine mi è piaciuta moltissimo.
Lux animae, di Raffaele Marra
Trovo che il tuo racconto sia scritto bene. Ti confesso che l’inizio mi è piaciuto, però quando ho visto che l’elenco di quello che è stato il protagonista, superava la metà del tutto, beh, sono stato sopraffatto da un senso di noia. Anche nel tuo caso sembra di trovarsi difronte a una poesia che poi viene contestualizzata solo alla fine. Troppo tardi per me. Bella l’idea di fondo del viaggiatore del tempo, vecchio, che cerca l’amore della sua vita. Ma perchè proprio in una ragazzina? (effettivamente troppo giovane). Mi sembra una forzatura per lanciare un messaggio di denuncia sociale, sulla superficialità dei tempi e via discorrendo.
In conclusione il racconto da l’impressione di essere composto da due parti distinte. Forse dovresti lavorare un po’ sull’omogeneità creando la giusta amalgama.La vecchietta alla fermata del bus, di Ambra Stancampiano
Trovo che il tuo racconto sia scritto molto bene. La storia è pulita, chiara ed equilibrata. Il finale arriva coerente, credibile e inaspettato. Il particolare delle braccia muscolose che giustificano la forza dell’anziana signora, è un particolare che delinea esperienza da parte della scrittrice. Quindi nel complesso un ottima prova. L’unico neo, a mio avviso, è l’inizio del pezzo che mi è suonato poco fluido. Mi sino dovuto fermare per rileggere e capire chi stesse parlando, perchè non è proprio immediato, almeno nel mio caso. Per il resto nulla da aggiungere, veramente un pezzo molto bello. Complimenti.
La torre delle fiamme, di Vastatio
Ti confesso di non aver capito molto del tuo racconto. L’esposizione nel tuo caso risulta un po’ confusa e il tutto non è digeribile nell’immediato. L’idea del Miihr mi piace molto e secondo me dovresti riprenderla e dare più aria al tutto. Magari ampliandolo, perchè dubito che in 3k l’idea possa svilupparsi in modo appropriato. La verità nascosta nel finale non la capisco: è il fatto che tutte le fiamme tranne quella della stupidità sono spente, oppure che il Miihir è un parassita. Altro lato poco chiaro è il fatto che il Miihir sostituisca con delle copie le fiamme, ma allora perchè sono spente, non dovrebbero essere accese in quanto copie? Insomma, un po’ troppa confusione. Da riprendere in mano però perchè l’idea mi sembra valida per u fantasy.
C’è troppo peperoncino su questa pizza, di Alessandra Corrà
Il racconto è scritto bene e si arriva alla fine, in modo lineare e chiaro. Sinceramente non ho capito molto l’attinenza del titolo con il racconto. (tien presente che il titolo in racconti così brevi è l’11° uomo in campo) Forse mi è sfuggita l’importanza del peperoncino della pizza, ma questo non influenza il mio giudizio. L’idea di fondo mi sembra buona. Qualche problema, secondo me, lo trovo nello svolgimento. In modo particolare, mi sembra un po’ pesante lo spiegone iniziale che dura metà racconto. Quello lo rivedrei cercando un modo alternativo per introdurre i fatti. Magari un dialogo tra i due mentre mangiano e ricordano, lasciando cose non dette o dette a metà. Forse dovrebbe emergere di più il sentimento tra i due.
Recuperi, di Alexandra Fischer
Il racconto dal punto di vista della scrittura è scritto bene. Il tutto scorre bene e in modo chiaro e comprensibile, quasi fino alla fine. Purtroppo mi sono perso proprio nel finale. Finale in cui non comprendo che valore possano avere per la ragazza i nomi dei parenti del padre. Secondo me, quando fai un cambio di scena, per esempio quando sposti la visuale da lei che scappa e ritorni in salotto, sarebbe opportuno sottolineare la cosa con una riga vuota per evitare confusioni. Comunque, dato che ci scontriamo da un po’, posso dire che ti trovo migliorata dal punto di vista della chiarezza espositiva.
La mia classifica:
1-La vecchietta alla fermata del bus, di Ambra Stancampiano
2-La nuda verità, di Beppe Roncari
3-Quinto piano, scala B., di Viviana Tenga
4-The promise, di never
5-Lux animae, di Raffaele Marra
6-Ombre, di Patty Barale
7-La barca di Diego Ducoli
8-’è troppo peperoncino su questa pizza, di Alessandra Corrà
9-La luce non si spegne mai, di Gian de Steja
10-La torre delle fiamme, di Vastatio
11-Recuperi, di Alexandra Fischercomplimenti a tutti. Alla prossima.
Il racconto dal punto di vista della scrittura è scritto bene. Il tutto scorre bene e in modo chiaro e comprensibile, quasi fino alla fine. Purtroppo mi sono perso proprio nel finale. Finale in cui non comprendo che valore possano avere per la ragazza i nomi dei parenti del padre. Secondo me, quando fai un cambio di scena, per esempio quando sposti la visuale da lei che scappa e ritorni in salotto, sarebbe opportuno sottolineare la cosa con una riga vuota per evitare confusioni. Comunque, dato che ci scontriamo da un po’, posso dire che ti trovo migliorata dal punto di vista della chiarezza espositiva.
Il racconto è scritto bene e si arriva alla fine, in modo lineare e chiaro. Sinceramente non ho capito molto l’attinenza del titolo con il racconto. (tieni presente che il titolo in racconti così brevi è l’11° uomo in campo) Forse mi è sfuggita l’importanza del peperoncino della pizza, ma questo non influenza il mio giudizio. L’idea di fondo mi sembra buona. Qualche problema, secondo me, lo trovo nello svolgimento. In modo particolare, mi sembra un po’ pesante lo spiegone iniziale che dura metà racconto. Quello lo rivedrei cercando un modo alternativo per introdurre i fatti. Magari un dialogo tra i due mentre mangiano e ricordano, lasciando cose non dette o dette a metà. Forse dovrebbe emergere di più il sentimento tra i due.
Ti confesso di non aver capito molto del tuo racconto. L’esposizione nel tuo caso risulta un po’ confusa e il tutto non è digeribile nell’immediato. L’idea del Miihr mi piace molto e secondo me dovresti riprenderla e dare più aria al tutto. Magari ampliandolo, perchè dubito che in 3k l’idea possa svilupparsi in modo appropriato. La verità nascosta nel finale non la capisco: è il fatto che tutte le fiamme tranne quella della stupidità sono spente, oppure che il Miihir è un parassita. Altro lato poco chiaro è il fatto che il Miihir sostituisca con delle copie le fiamme, ma allora perchè sono spente, non dovrebbero essere accese in quanto copie? Insomma, un po’ troppa confusione. Da riprendere in mano però perchè l’idea mi sembra valida per un fantasy.
Trovo che il tuo racconto sia scritto molto bene. La storia è pulita, chiara ed equilibrata. Il finale arriva coerente, credibile e inaspettato. Il particolare delle braccia muscolose che giustificano la forza dell’anziana signora, è un particolare che delinea esperienza da parte della scrittrice. Quindi nel complesso un ottima prova. L’unico neo, a mio avviso, è l’inizio del pezzo che mi è suonato poco fluido. Mi sino dovuto fermare per rileggere e capire chi stesse parlando, perchè non è proprio immediato, almeno nel mio caso. Per il resto nulla da aggiungere, veramente un pezzo molto bello. Complimenti.
Trovo che il tuo racconto sia scritto bene. Ti confesso che l’inizio mi è piaciuto, però quando ho visto che l’elenco di quello che è stato il protagonista, superava la metà del tutto, beh, sono stato sopraffatto da un senso di noia. Anche nel tuo caso sembra di trovarsi difronte a una poesia che poi viene contestualizzata solo alla fine. Troppo tardi per me. Bella l’idea di fondo del viaggiatore del tempo, vecchio, che cerca l’amore della sua vita. Ma perchè proprio in una ragazzina? (effettivamente troppo giovane). Mi sembra una forzatura per lanciare un messaggio di denuncia sociale, sulla superficialità dei tempi e via discorrendo.
In conclusione il racconto da l’impressione di essere composto da due parti distinte. Forse dovresti lavorare un po’ sull’omogeneità creando la giusta amalgama.Quello che salta subito all’occhio e il titolo in inglese per un racconto in italiano. Suppongo che sia un omaggio alla canzone di Tracy Chapman anche se della canzone nel racconto non c’è traccia; se non fosse così lo cambierei in “La promessa”. Detto questo, trovo che il racconto sia scritto bene anche se nella prima parte sembra di trovarsi difronte a una poesia più che a un racconto. Questo rende il tutto un po’ lento e di difficile immedesimazione per la mancanza di un contesto. Contesto che viene puntualizzato nel seguito poco prima della metà: a mio avviso u npo’ troppo tardi. La Ragazza, qualunque sia il suo nome, non sorride più. Non sorriderà mai più. In questo punto passi dalla prima persona alla terza, senza apparente motivo. Forse una svista. Bella l’idea e il fatto che spieghi alla fine il perchè di quei dialoghi con la tazza del cesso. Unico neo è che le cose andrebbero rivisitate per aumentarne la fruibilità. Costellazione dei Muffin alla Fragola. Il Panda Pigrone. La Ragazza che Sorride. Questa immagine mi è piaciuta moltissimo.
Trovo che il tuo racconto sia scritto molto bene. Quello che più mi ha colpito è il protagonista che viene caratterizzato molto bene. Riesce a strappare più di un sorriso. L’idea alla base è molto forte. Pur narrando in prima persona, sei riuscito ad inserire dettagli del passato, in modo non invasivo e fastidioso; questo rende il tutto molto piacevole ed equilibrato. Forse, se bisogna trovare un pelo nel’uovo, la tua luce, nel finale, si spegne. Però mi sta bene perchè sottolinea la cecità della ragazza che in realtà, nel suo mondo pensa di aver acceso la luce e non di averla spenta. Insomma, complimenti, proprio un bel lavoro.
Trovo che il racconto sia scritto bene e procede alla fine senza intoppi: Anche nel tuo caso ,dal punto di vista stilistico trovo che sia tutto molto buono. Forse quello che mi piace di meno, è che la vicenda, come ho fatto notare in altri raccontoi, è tutta raccontata. Comunque è un raccontato che non da l’idea di essere stato compresso per entrare nei 3k. Quello che mi fa storcere un po’ il naso è il fatto che non dici niente sul perchè Emilia abbia così tanta paura del buio. Forse come dici non ha davvero importanza. Mi è piaciuta l’evoluzione della protagonista che si respira nel finale.
Trovo che i tuo racconto, dal punto di vista tecnico, sia scritto molto bene. Nel leggerlo, mi è venuto in mente, anche se non centra molto, “il miglio verde”. Secondo me, l’idea alla base del racconto è valida, ma meriterebbe più spazio per essere “mostrata” e sviluppata in modo diverso.
Il fatto che il tutto sia raccontato, per me è penalizzante da un punto di vista del coinvolgimento emotivo. Coinvolgimento che potrebbe essere creato nel rapporto detenuto/lucciola e la paura che, per il protagonista potrebbe diventare ossessione e portarlo alla morte. Il tema mi sembra centrato.Trovo che il tuo racconto sia suggestivo nell’atmosfera cupa e di mistero, che vai a creare. A parte qualche cosa che rivedrei, per esempio quell’acqua sorniona che fatico a immaginare, il tutto procede fino alla fine in modo lineare e accattivante.
La nota negativa, secondo me, è proprio il finale che irrompe a mo di Deux ex machina: hai scelto una chiusa che va bene su tutto e che per questo motivo è stata strautilizzata (anche da me una volta proprio a mc). Il tema, comunque, è centrato e la tua luce non si spegne mai, come era richiesto.-
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Luigi_Locatelli.
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