marina_usai


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  • in risposta a: Gruppo FRINGE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11368
    marina_usai
    marina_usai
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    Ciao a tutti, ecco commenti e classifica:

    Hearthole di Giulio Marchese

    Ciao Giulio,
    di questo racconto mi è piaciuto il finale aperto, che fa presagire la fine del mondo. I due trivellatori hanno liberato gli “esseri di un altro mondo”. Gli uomini superano il loro limite e aprono il vaso di Pandora. Penso che avresti potuto soffermarti meno sulla parte iniziale con spiegazioni sul motivo per cui Jack si trova là e il cambio di nome e concentrarti più sul finale, che sembra un po’ tirato via.

    Giorno di mercato di Alexandra Fischer

    Ciao Alexandra,
    Il racconto è ben scritto e le immagini che proponi sono sempre molto chiare, sembra proprio di essere là con Codari e Herzog a cercare di vendere cedri. Anche i dialoghi sono realistici e rendono i personaggi vividi.
    L’unica cosa che mi viene da chiederti è: se Codari riesce a capire il motivo per cui vengono cacciati, (ovvero che in un pianeta così perfetto non puoi portare cedri “diversi”), perché ce li ha portati? Non gli è venuto in mente prima che forse non sarebbero andati bene? Mi sembra più naturale la reazione di Herzog.

    La vecchia villa misteriosa di Nicoletta Fanuele

    Ciao Nicoletta,
    la storia nonostante sia lineare e tutti i passaggi siano chiari (anche se a volte manca di logicità, tipo lei che va a parlare con il Re; come fa a sapere che là c’è un Re? E il Re la riceve così?) manca di una cosa fondamentale: la motivazione del personaggio. Perché Iole entra nella villa? Qual è la motivazione che la spinge a infrangere la legge? Iole vuole fare la scrittrice di racconti mistery e si ritrova a curare una rubrica su un periodico: veramente è quello che vuole? È una persona che si accontenta? Se è così per quale motivo allora entra nella villa?
    Iole è come una lampadina spenta: dalle luce e vedrai che la storia decolla.

    Susy di Andrea Viscusi

    Ciao Andrea,
    La passione nascosta di un fisico che trova nelle leggi dell’universo il fondamento razionale dei suoi sentimenti, e lo specchio delle sue azioni. Il racconto scorre bene e viene voglia di continuare a leggere per vedere come va a finire. Nonostante la delusione del mancato appuntamento, il protagonista non demorde e torna a rifugiarsi in un mondo fatto di stringhe e simmetrie in cui gli eventi prendono la piega che lui desidera. Il tema è centrato. Non sono un’esperta di fisica, quindi non so se le teorie esposte siano realmente tali, ma sono coerenti tra loro e mi danno l’impressione di essere reali. Sicuramente uno dei racconti che preferisco.

    Gli esseri dell’altro mondo di Raffaele Marra

    Ciao Raffaele,
    hai fatto una serie di scelte coraggiose: la prima è quella di usare la seconda persona. La seconda è quella di aver voluto affrontare un tema che rischiava di diventare retorico o moralista. Mi sembra che tu sia riuscito ad affrontare bene entrambe le sfide.
    L’unica pecca secondo me è il linguaggio usato dal bambino; le parole che usa, ad esempio “dicono siano esseri ostili” o anche “chi incontreremo al di là” non mi sembrano le parole che userebbe un bambino.

    Il grande fienile di Luchiastro

    Ciao Luchiastro,
    Il racconto è molto complesso nelle dinamiche, mi viene da pensare che lo sia troppo per un limite di 3000 battute imposto. Ho avuto l’impressione che tu abbia voluto metterci per forza tante cose. A volte basta dire una cosa sola nel modo giusto per far passare la tua visione. All’inizio sembra una favola, mi ha ricordato Hansel e Gretel. Alcune parti sono un po’ contorte e sono dovuta tornare indietro più volte a leggerle. Ad esempio:
    “E’ vero quello che ha detto tuo fratello, Davide? Che non andrete mai verso il fienile?” “Davide serviva solo per dare conferme e ormai si era abituato a svolgere questo ruolo. “Sono solo, ho bisogno del tuo appoggio”: queste parole il ragazzo percepiva negli occhi del padre, e dopo annuiva nella sua direzione.
    Nel primo discorso diretto non ho capito che si trattava del padre alla prima lettura. Il secondo discorso diretto invece, visto che Davide lo percepisce negli occhi del padre, immagino che non sia stato prodotto verbalmente dal padre stesso, ma che sia una interpretazione di Davide rispetto al suo sguardo, quindi non lo metterei tra le virgolette perché è fuorviante.
    Sul finale c’è qualche problema; il padre li ha seguiti di nascosto? Il padre è furioso ma poi si addormenta beatamente; io se sono furiosa faccio molta fatica a prendere sonno.
    Come nucleo fondante il racconto è valido, probabilmente la complessità del tema, lo scarso tempo a disposizione e la limitazione dei caratteri non ha giocato a tuo favore.

    La realtà inventata di Luigi di Meo

    Ciao Luigi,
    bel racconto. La prima parte è descritta molto bene, si capiscono tutti i passaggi e tira il lettore all’interno della narrazione. Poi c’è il ritorno alla vita reale. L’uso di quel “Robbè” nel dialogo aumenta il divario tra il mondo immaginario e la vita vera.
    Non avrei aggiunto la spiegazione finale “Roberto doveva tornare all’altro mondo …”. È in più. Dalle premesse iniziali è chiaro che per Roberto il “nostro mondo” sarà una noia; per uno che combatte contro le bestie dell’Oscurità a fianco degli elfi non può essere che così!

    Il canto della sirena di Alberto Della Rossa

    Ciao Alberto,
    il racconto si legge bene, è scorrevole e mi è piaciuta l’idea della nave alla ricerca della propria identità. La sua solitudine si percepisce molto bene. Attenzione che ogni tanto la nave è al femminile e ogni tanto la declini al maschile (“sono certo che Phearson e la sua iguana non si sveglieranno facilmente”, “cullato dal canto del sirena”). All’inizio c’è una ripetizione (sommessamente e sommesso). Non mi convince troppo il riferimento al Vagabondo delle stelle, anche se credo che la sua funzione sia, oltre quello di creare un rimando all’universo del libro, quella di far vedere che siamo in un futuro molto lontano.

    L’anello più importante di Andrea Partiti

    Ciao Andrea,
    ho letto il tuo post di spiegazione, con il quale hai risposto a molte delle domande che mi ero posta nella lettura del tuo racconto. A mio avviso nel racconto non è tutto così chiaro come nella spiegazione che hai dato, e il fatto che serva una spiegazione sulla sequenza con cui si sono svolti i fatti ne è la dimostrazione. Il racconto è ben scritto e il tema è centrato, però forse il meccanismo di viaggio nel tempo, del ritorno del protagonista dal futuro non è così immediato. Forse ti sarebbero serviti più di 3000 battute per raccontarlo, oppure avresti dovuto rendere il meccanismo del viaggio nel tempo più semplice.

    Lapidbook di Marco Roncaccia

    Ciao Marco,
    Ho trovato l’idea di questo racconto molto originale, il linguaggio è ironico e affilato al punto giusto. Il tema è centrato in pieno.
    Ho apprezzato i colpi di scena che si sono susseguiti, sparati come le pallottole della signora Teresa. Solo sul finale, se proprio devo trovare un difetto a questo racconto, il medium della Folletto (cosa non fa ormai un rappresentante della Folletto per sopravvivere!) e la signora Teresa pronta a colpire di nuovo l’ho trovato un po’ complesso. Ad una prima lettura non avevo capito che era ancora viva. Comunque un racconto geniale!

    Noi due di Marina Di Paola

    Ciao Marina,
    il tema che tratti è difficile e riesci a renderlo bene. Il disorientamento per la perdita improvvisa e l’apatia che ha portato il lutto è reso bene anche dal ritmo del racconto. Forse in un racconto così breve avrei preferito che la parte iniziale fosse stata riassunta di più e che fosse stato lasciato più spazio ad un’elaborazione più profonda e dettagliata del momento in cui la protagonista decide di farla finita, magari anche usando un cambio di ritmo del racconto.

    Speck spray di Fernando Nappo

    Ciao Fernando,
    ottimo racconto, l’equivoco che si innesca all’inizio (alla domanda di Amidei “c’è qualcosa di importante che vuole dirmi?”) porta il lettore a pensare che l’omicidio sia causato dalla condotta della moglie nel ristorante, piuttosto che al tradimento. Il ritmo è incalzante e tutti i passaggi sono chiari. I dialoghi sono perfetti.
    Per come hai delineato il personaggio di Gordoni direi che sarebbe stato più probabile che avesse ucciso la moglie per lo speck spray e l’avesse licenziata per il tradimento.

    Classifica:

    1. Susy di Andrea Viscusi
    2. Speck Spray di Fernando Nappo
    3. Lapidbook di Marco Roncaccia
    4. Giorno di mercato di Alexandra Fischer
    5. Il canto della sirena di Alberto Della Rossa
    6. Gli esseri dell’altro mondo di Raffaele Marra
    7. La realtà inventata di Luigi De Meo
    8. Noi due di Marina Di Paola
    9. L’anello più importante di Andrea Partiti
    10. Hearthole di Giulio Marchese
    11. Il grande fienile di Luchiastro
    12. La vecchia villa misteriosa di Nicoletta Fanuele

    in risposta a: Speck spray #11367
    marina_usai
    marina_usai
    Partecipante

    Ciao Fernando,
    ottimo racconto, l’equivoco che si innesca all’inizio (alla domanda di Amidei “c’è qualcosa di importante che vuole dirmi?”) porta il lettore a pensare che l’omicidio sia causato dalla condotta della moglie nel ristorante, piuttosto che al tradimento. Il ritmo è incalzante e tutti i passaggi sono chiari. I dialoghi sono perfetti.
    Per come hai delineato il personaggio di Gordoni direi che sarebbe stato più probabile che avesse ucciso la moglie per lo speck spray e l’avesse licenziata per il tradimento.

    in risposta a: Noi due di Marina Di Paola #11366
    marina_usai
    marina_usai
    Partecipante

    Ciao Marina,
    il tema che tratti è difficile e riesci a renderlo bene. Il disorientamento per la perdita improvvisa e l’apatia che ha portato il lutto è reso bene anche dal ritmo del racconto. Forse in un racconto così breve avrei preferito che la parte iniziale fosse stata riassunta di più e che fosse stato lasciato più spazio ad un’elaborazione più profonda e dettagliata del momento in cui la protagonista decide di farla finita, magari anche usando un cambio di ritmo del racconto.

    in risposta a: LAPIDBOOK di Marco Roncaccia #11365
    marina_usai
    marina_usai
    Partecipante

    Ciao Marco,
    Ho trovato l’idea di questo racconto molto originale, il linguaggio è ironico e affilato al punto giusto. Il tema è centrato in pieno.
    Ho apprezzato i colpi di scena che si sono susseguiti, sparati come le pallottole della signora Teresa. Solo sul finale, il medium della Folletto (cosa non fa ormai un rappresentante della Folletto per sopravvivere!) e la signora Teresa pronta a colpire di nuovo l’ho trovato un po’ complesso. Ad una prima lettura non avevo capito che era ancora viva. Comunque un racconto geniale!

    in risposta a: L'anello più importante – Andrea Partiti #11364
    marina_usai
    marina_usai
    Partecipante

    Ciao Andrea,
    ho letto il tuo post di spiegazione, con il quale hai risposto a molte delle domande che mi ero posta nella lettura del racconto. A mio avviso nel racconto non è tutto così chiaro come nella spiegazione che hai dato, e il fatto che serva una spiegazione sulla sequenza con cui si sono svolti i fatti ne è la dimostrazione. Il racconto è ben scritto e il tema è centrato, però forse il meccanismo di viaggio nel tempo, del ritorno del protagonista dal futuro non è così immediato. Forse ti sarebbero serviti più di 3000 battute per raccontarlo, oppure avresti dovuto rendere il meccanismo del viaggio nel tempo più semplice.

    in risposta a: Il canto della sirena #11363
    marina_usai
    marina_usai
    Partecipante

    Ciao Alberto,
    mi è piaciuta l’idea della nave alla ricerca della propria identità. La sua solitudine si percepisce molto bene. Attenzione che ogni tanto la nave è al femminile e ogni tanto la declini al maschile (“sono certo che Phearson e la sua iguana non si sveglieranno facilmente”, “cullato dal canto del sirena”). All’inizio c’è una ripetizione (sommessamente e sommesso). Non mi convince troppo il riferimento al Vagabondo delle stelle, anche se credo che la sua funzione sia, oltre quello di creare un rimando all’universo del libro, quella di far vedere che siamo in un futuro molto lontano.

    in risposta a: La realtà inventata – di De Meo Luigi #11360
    marina_usai
    marina_usai
    Partecipante

    Ciao Luigi,
    bel racconto. La prima parte è descritta molto bene, si capiscono tutti i passaggi e tira il lettore all’interno della narrazione. Poi c’è il ritorno alla vita reale. L’uso di quel “Robbè” nel dialogo aumenta il divario tra il mondo immaginario e la vita vera.
    Non avrei aggiunto la spiegazione finale “Roberto doveva tornare all’altro mondo …”. È in più. Dalle premesse iniziali è chiaro che per Roberto il “nostro mondo” sarà una noia; per uno che combatte contro le bestie dell’Oscurità a fianco degli elfi non può essere che così!

    in risposta a: IL GRANDE FIENILE #11358
    marina_usai
    marina_usai
    Partecipante

    Ciao Luchiastro,
    Il racconto è molto complesso nelle dinamiche, mi viene da pensare che lo sia troppo per un limite di 3000 battute imposto. Ho avuto l’impressione che tu abbia voluto metterci per forza tante cose. A volte basta dire una cosa sola nel modo giusto per far passare la tua visione. All’inizio sembra una favola, mi ha ricordato Hansel e Gretel. Alcune parti sono un po’ contorte e sono dovuta tornare indietro più volte a leggerle. Ad esempio:
    “E’ vero quello che ha detto tuo fratello, Davide? Che non andrete mai verso il fienile?” “Davide serviva solo per dare conferme e ormai si era abituato a svolgere questo ruolo. “Sono solo, ho bisogno del tuo appoggio”: queste parole il ragazzo percepiva negli occhi del padre, e dopo annuiva nella sua direzione.
    Nel primo discorso diretto non ho capito che si trattava del padre alla prima lettura. Il secondo discorso diretto invece, visto che Davide lo percepisce negli occhi del padre, immagino che non sia stato prodotto verbalmente dal padre stesso, ma che sia una interpretazione di Davide rispetto al suo sguardo, quindi non lo metterei tra le virgolette perché è fuorviante.
    Sul finale c’è qualche problema; il padre li ha seguiti di nascosto? Il padre è furioso ma poi si addormenta beatamente; io se sono furiosa faccio molta fatica a prendere sonno.
    Come nucleo fondante il racconto è valido, probabilmente la complessità del tema, lo scarso tempo a disposizione e la limitazione dei caratteri non ha giocato a tuo favore.

    in risposta a: Gli esseri dell'altro mondo (di Raffaele Marra) #11357
    marina_usai
    marina_usai
    Partecipante

    Ciao Raffaele,
    hai fatto una serie di scelte coraggiose: la prima è quella di usare la seconda persona. La seconda è quella di aver voluto affrontare un tema che rischiava di diventare retorico o moralista. Mi sembra che tu sia riuscito ad affrontare bene entrambe le sfide.
    L’unica pecca secondo me è il linguaggio usato dal bambino; le parole che usa, ad esempio “dicono siano esseri ostili” o anche “chi incontreremo al di là” non mi sembrano le parole che userebbe un bambino.

    in risposta a: Susy #11356
    marina_usai
    marina_usai
    Partecipante

    Ciao Andrea,
    La passione nascosta di un fisico che trova nelle leggi dell’universo il fondamento razionale dei suoi sentimenti, e lo specchio delle sue azioni. Il racconto scorre bene e viene voglia di continuare a leggere per vedere come va a finire. Nonostante la delusione del mancato appuntamento, il protagonista non demorde e torna a rifugiarsi in un mondo fatto di stringhe e simmetrie in cui gli eventi prendono la piega che lui desidera. Il tema è centrato. Non sono un’esperta di fisica, quindi non so se le teorie esposte siano realmente tali, ma sono coerenti tra loro e mi danno l’impressione di essere reali. Sicuramente uno dei racconti che preferisco.

    in risposta a: La vecchia villa misteriosa #11354
    marina_usai
    marina_usai
    Partecipante

    Ciao Nicoletta,
    la storia nonostante sia lineare e sia chiaro cosa accada (anche se a volte manca di logicità, tipo lei che va a parlare con il Re; come fa a sapere che là c’è un Re? E il Re la riceve così?) manca di una cosa fondamentale: la motivazione del personaggio. Perché Iole entra nella villa? Qual è la motivazione che la spinge a infrangere la legge? Iole vuole fare la scrittrice di racconti mistery e si ritrova a curare una rubrica su un periodico: veramente è quello che vuole? È una persona che si accontenta? Se è così per quale motivo allora entra nella villa?
    Iole è come una lampadina spenta: dalle luce e vedrai che la storia decolla.

    in risposta a: Giorno di mercato #11353
    marina_usai
    marina_usai
    Partecipante

    Ciao Alexandra,
    Il racconto è ben scritto e le immagini che proponi sono sempre molto chiare, sembra proprio di essere là con Codari e Herzog a cercare di vendere cedri. Anche i dialoghi sono realistici e rendono i personaggi vividi.
    L’unica cosa che mi viene da chiederti è: se Codari riesce a capire il motivo per cui vengono cacciati, (ovvero che in un pianeta così perfetto non puoi portare cedri “diversi”), perché ce li ha portati? Non gli è venuto in mente prima che forse non sarebbero andati bene? Mi sembra più naturale la reazione di Herzog.

    in risposta a: Hearthole – Giulio Marchese #11352
    marina_usai
    marina_usai
    Partecipante

    Ciao Giulio,
    di questo racconto mi è piaciuto il finale aperto, che fa presagire la fine del mondo. I due trivellatori hanno liberato gli “esseri di un altro mondo”. Gli uomini superano il loro limite e aprono il vaso di Pandora. Penso che avresti potuto soffermarti meno sulla parte iniziale con spiegazioni sul motivo per cui Jack si trova là e il cambio di nome e concentrarti più sul finale, che sembra un po’ tirato via.

    in risposta a: Anita dall'impermeabile giallo di Marina Usai #11166
    marina_usai
    marina_usai
    Partecipante

    Ciao @Alexandra,
    grazie per il tuo commento. Hai ragione, la storia pregressa del nonno è un po’ “zoppicante”. Il problema è che non avevo le idee molto chiare rispetto al passato di questo personaggio. Non avendole chiare io, è logico che anche il lettore è rimasto con il dubbio di quale fosse la storia del nonno. Sono delle scorciatoie che tradiscono quello che è il patto con il lettore e fanno perdere qualità al testo. E’ una cosa che mi infastidisce quando la trovo nei racconti degli altri (a maggior ragione nei miei). Avere poco tempo a disposizione è stimolante e ti spinge a trovare in fretta delle soluzioni, purtroppo non sempre ci si riesce.

    Ciao @Andrea,
    hai ragione, i temi di natura sociale sono abbastanza inflazionati, e possono essere ridondanti, soprattutto per una persona che legge molto. In questi racconti però, se si guarda bene, lo schema di base della storia è quella del debole che, in un modo o nell’altro ne esce vincitore perché fa della propria debolezza un punto di forza. Nelle storie che leggiamo tutti simpatizziamo con l’emarginato, il reietto, l’ultimo individuo della scala sociale. Il suo riscatto dà fiducia nel fatto che anche noi, nel mondo reale, possiamo avere la nostra rivincita, nonostante i limiti che ognuno di noi ha.
    Non sono molto convinta che chi scriva di certe tematiche lo faccia per produrre qualcosa di “più significativo” (sicuramente qualcuno ci sarà anche, ma mi chiedo con quale risultato, se la motivazione che lo spinge è solo quella di far vedere agli altri quanto sia impegnato nella divulgazione di certi temi sociali). Per scrivere, a mio avviso, occorrono motivazioni più profonde, che hanno radici nella nostra esperienza e nella nostra sensibilità.
    Grazie per il tuo commento, mi fa riflettere molto.

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