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  • in risposta a: [V] the promise – never #8725
    never
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    Partecipante

    Ciao a tutti,

    perdonate se non rispondo singolarmente.

    Volevo fare un piccolo appunto, visto che praticamente tutti avete sottolineato come l’ultima parte sia superflua, se non deleteria; e ripospondo così anche a chi ha affermato che sia stata buttata lì per rientrare in traccia.

    Per me, quella parte, è la parte che dà senso a tutto il racconto.

    La ‘luce che non si spegne mai’ non è (solo) la vita, ma è una metafora, è la promessa del titolo, la promessa di un amore così forte e intenso e duraturo che riesca ad abbattere le barriere della morte e del tempo, un sentimento di quelli che si trova solo nelle favole, nei film (anche se a ’Ghost’ non avevo proprio pensato!) o, appunto, nel racconto di una che sta cercando disperatamente di credere che una cosa del genere possa esistere davvero.

    :)

    grazie a tutto coloro che hanno commentato, grazie a chi s’è commosso, grazie grazie grazie a chi ha scritto che è una storia strappalacrime.

    Il mio intento era far piangere qualcuno, e, visto che ce l’ho fatta, nella mia testa ho già vinto :)))

    ciao!

    in risposta a: Gruppo VAMPIRA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #8676
    never
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    Partecipante

    Premessa: non ho letto tutti gli altri commenti, quindi mi scuso per eventuali ripetizioni!

    La Barca – Diego Ducoli

    Mi ha colpito molto la tua storia, è stata la prima che ho letto ed ho gradito sia il colpo di scena, il modo in cui hai costruito la storia e l’idea di fondo, sia il fatto che, in qualche modo, abbiamo intepretato il senso della “luce che non si spegne mai” allo stesso modo. Il tuo racconto ha un che di poetico che lo percorre e che mi ha affascinata, ed anche la scelta del nome, Gloria, dà un senso di circolarità e di “chiusura” che mi garba.
    Mi sento di farti un appunto solo per qualche refuso, e per il fatto che tu abbia scritto “obbiettivo” con due b. Perdonami, so che ormai l’uso comune lo ammette, ma non riesco a liberarmi di un certo grammarnazismo che mi è stato inculcato durante l’infanzia che vede di cattivo occhio quella doppia ^^
    In ogni caso, complimenti!

    Ombre – Patty Barale

    La prima cosa che mi è saltata all’occhio del tuo racconto è una fastidiosa tendenza alla ripetizione: nel giro di poche righe, ripeti le parole “serrande” e “lì” due volte.
    C’è anche “infastisce” che è un refuso.
    Rotture a parte, il tuo racconto non è riuscito a catturarmi subito, benché l’idea di fondo non sia malvagia: forse perché a prima vista mi sembra come fuori traccia. Faccio un po’ fatica a cogliere il tema principale: mi sembra sia la paranoia, più che la luce che non si spegne mai, insomma mi sembra la vittoria delle tenebre, visto anche il finale del racconto.
    Pollice in su invece per il flusso di coscienza della protagonista, in qualche modo mi ha ricordato un po’ il Cuore Rivelatore di Poe, che è uno dei miei scrittori preferiti, quindi per me è un grosso complimento 😉

    Recuperi – Alexandra Fischer

    Mi piace molto la scelta delle immagini che usi per descrivere la situazione: le luci che punzecchiano il pomeriggio, ad esempio. Mi piace anche il modo in cui hai selezionato gli aggettivi, sono espressivi ed equilibrati.
    C’è una ripetizione però, “collera” che compare due volte nel giro di poche righe.
    Inoltre c’è qualche imprecisione: quando scrivi “il padre ha voluto accompagnarle” si fa fatica a capire a chi si riferisca quel plurale; su “presenza” poi scrivi “diradandole”, Manlio si trasforma in Manrico, eccetera.
    Il tuo stile invece mi piace, nervoso, diretto.
    Purtroppo la conclusione si “ammoscia” un po’ sulla pagina: sarebbe bastata qualche riga, o qualche parola in più, per rendere il tutto più diretto e comprensibile. Purtroppo questo va anche a discapito dell’aderenza alla traccia, sembra un po’ una forzatura farlo rientrare in tema.

    La nuda verità – Beppe Roncari

    Il tuo racconto mi è piaciuto molto!
    Sarà che adoro i colpi di scena, sarà che è riuscito a strapparmi un bel ghigno, ma ti dico: ben fatto!
    Se non fosse per i tempi verbali che qua e là cambiano sarebbe stato praticamente perfetto (ho trovato la cosa particolarmene fastidiosa, limita un po’ la scorrevolezza del testo).
    Mi è piaciuto anche il titolo, azzeccatissimo.
    Bravo, complimenti :)

    La vecchietta alla fermata del bus – Ambra Stancampiano

    Il tuo racconto non è affatto male, scorrevole, lineare ed anche originale.
    Ma, credimi, se avessi evitato quell’accenno alle braccia muscolose della vecchietta ne avesti guadagnato! Quel piccolo dettaglio mi ha rovinato il finale, non so se sono io ad essere troppo intuitiva, ma ho presagito subito il plot twist. Peccato!
    P.S. attenzione alle ripetizioni 😉

    C’è troppo peperoncino su questa pizza – Alessandra Corrà

    Bello il titolo, bella l’idea, ma lo svolgimento è un po’ confuso, ho fatto fatica ad entrare nel vivo e questa è una pecca per un racconto necessariamente breve.
    Non mi ha aiutata il nome, Ivo, che poi diventa Andrea, non mi aiutata nemmeno la carenza di virgole nella prima parte. Avrei usato anche qualche ‘a capo’ in più, per scandire, dare un po’ di ritmo. Mi farebbe piacere rileggere il tuo scritto, quando e se deciderai di fare una revisione prendendoti più spazio!

    Alcor e Mizar – Locatelli Luigi

    Ho trovato una certa distanza tra la parte introduttiva e quella seguente, legata ai ricordi. C’è anche un periodo sospeso, ‘mi sa che di stelle cadenti con tutte queste nuvole’.
    L’idea non mi dispiace, ha un che di poetico, ma non riesce ad essere malinconica abbastanza da catturarti per intero. Forse è un po’ piatto ed il finale (molto bello, secondo me) non riesce a riscattarlo del tutto.

    La luce non si spegne mai – Gian de Steja

    Ho trovato la prima parte del racconto un po’ troppo lunga, e, visto che è quella descrittivo/introduttiva, toglie spazio alla seconda, dove poi si svolge la vicenda vera e propria e dove poi il lettore dovrebbe trovare l’imput emotivo, il coinvolgimento. </span><span style=”background-color: rgba(255, 255, 255, 0);”>Peccato, perché il tuo stile ha carattere, ha una nota personale che colpisce, ed anche l’idea è buona, crudele e poetica allo stesso tempo.

    Quinto piano, scala B – Viviana Tenga

    Brava, sei riuscita a partire da un’idea non proprio originale (quella della luce che si vede dalla finestra) e a trasformarla in qualcosa di poetico e, come dire, lieve.
    Quello che mi ha dato un po’ di difficoltà è stato lo svolgimento, un po’ confuso, ingarbugliato. E trovo manchi un po’ di pathos. Non credo derivi dal non detto (che secondo me ci sta, in un racconto così breve), piuttosto dalla frettolosità dell’ultima parte, dalla voce narrante (che poteva essere tranquillamente estromessa) e, forse, dal modo strano in cui le due protagoniste hanno il loro primo contatto: il citofono è davvero impersonale, mi fa un po’ strano che trovino empatia in questo modo, soprattutto il fatto che una persona anziana come Emilia lasci entrare in casa un’estranea a notte inoltrata.

    La torre delle fiamme – Roberto Romanelli

    Che bello, un racconto fantasy/scifi!
    Mi è piaciuta tantissimo l’idea del Miihir (anche se il nome ha un richiamo fin troppo tolkieniano) ed anche l’ambientazione. L’idea di fondo ci sta tutta, è intelligente, originale; ma ho trovato qualche pecca nella stesura.
    Dopo la parte descrittiva iniziale, che è piuttosto lunga, scrivi “ad attenderlo trovò il suo Maestro”, non avrebbe fatto male usare il soggetto, invece del pronome.
    Non ti nascondo poi che ho dovuto rileggere la parte in cui il protagonista scopre la verità e scappa via, al principio non avevo ben capito: può essere che sia poco immediata, così come è scritta, ma può anche darsi che io sia rinco 😛
    Il finale però riscatta tutto, è l’idea della stupidità l’ho trovata davvero geniale!

    Lux animae – Raffaele Marra

    “o, ammesso che ci fosse una differenza, verso Dio”: ho adorato questa frase.
    Mi son piaciuti anche tutti i riferimenti ai Grandi, e l’idea spiazzante che non ci sia una Musa ideale, ma un vero e proprio viaggiatore che in qualche modo ha influenzato le sorti dell’umanità.
    C’è una ripetizione quando parli di Hesse e Neruda (passioni, passione).
    A parte questo, ho trovato come una discrepanza tra le parti, quasi che i protagonisti della vicenda fossere due entità differenti: il viaggiatore non può pensare “effettivamente troppo giovane”, non può certo esserlo più di Rimbaud! ed un’anima così immensa non credo sarebbe stata così facile da ingannare, e così… piccola. Non so se mi spiego.

    La mia classifica:

    1- La nuda verità – Beppe Roncari

    2- La Barca – Diego Ducoli

    3- La torre delle fiamme – Roberto Romanelli

    4- La vecchietta alla fermata del bus – Ambra Stancampiano

    5- Lux animae – Raffaele Marra

    6- Quinto piano, scala B – Viviana Tenga

    7- Recuperi – Alexandra Fischer

    8- La luce non si spegne mai – Gian de Steja

    9- Alcor e Mizar – Locatelli Luigi

    10- C’è troppo peperoncino su questa pizza – Alessandra Corrà

    11- Ombre – Patty Barale

     

     

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 10 mesi fa da never never.
    in risposta a: [V] the promise – never #8169
    never
    never
    Partecipante

    Ciao, piacere mio :)

    il titolo in inglese è un qualcosa di ricorrente nelle cose che scrivo, anche quando il testo vero e proprio non contiene elementi anglofoni. Fa semplicemente parte del mio modus scribendi, per motivi che non sto qui a spiegare :)

    la discrepanza tra la prima parte del testo, ingenua, quasi banale, è voluta, un escamotage per dare più forza al piccolo plot twist finale 😉

    lo so, la parola ‘cesso’ non è molto carina, ma quando ci vuole… 😛

    grazie per aver scritto!

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