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Trovate tutte le informazioni nelle risposte ai commenti precedenti.
La ragione per cui è stato mandato un essere vivente – il maggiore Soliana, per la precisione – è la particolare conformazione fisica del soggetto, che le avrebbe permesso di subire l’effetto oblio ma di sopravvivere in modo da poter essere studiata, una volta riportata su Selin.
Non si poteva mandare nessun altro.30 settembre 2015 alle 13:36 in risposta a: Gruppo DARK TOWER: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11437Eccomi. Probabilmente buon ultima (anche se la voglia di darmi alla fuga è stata ben forte)…
Se potessi vi metterei tutti al primo posto, purtroppo non mi è possibile. Non abbiatevene.
Prima i commenti:
Il nuovo mondo –
Ottimo racconto, ben costruito e definito. Gli stacchi tra i due differenti universi, geografici e culturali, coglie in toto il tema proposto. Anche mostrare le differenze di approccio attraverso ciò che i personaggi sentono, aggiunge un tocco in più alla narrazione.
Anche per me potrebbe essere un’ucronia, che potrebbe avere risvolti inaspettati. Ti prego, io tifo per i “selvaggi” (poi perché selvaggi?)…Miss W. e il dotto C. –
Racconto divertente. Non posso aggiungere molto, dato che i commentatori prima di me hanno già esposto i miei dubbi e le mie perplessità.
All’inizio avevo pensato ad un dottor Freud particolarmente infastidito da questa signorina W. così petulante per i comportamenti dell’”altro” (avevo pensato ad un datore di lavoro o comunque a qualcosa di ambito non personale).Zwitter –
Ah Marlene. Ah gli anni venti e trenta. Ah, un mondo magico di locali fumosi e liquori forti. Il tuo racconto nell’ultima parte mi ha evocato questo. Un universo diverso nel quotidiano grigio mondo, dalla crisi, dal problema del lavoro (roba che sembra adatta anche per questo presente). A contrapporsi quello delle drag queen, così lontani dalla realtà da attrarre l’interesse della Marlene (la più grande secondo me).
Non prendertela male ma la parte iniziale mi ha lasciata non troppo convinta: il protagonista sembra immerso nei suoi pensieri, come se già fosse nell’altro universo ma si coglie poco. Forse potevi “scorciare” un pochino l’inizio e passare subito alla parte del mondo magico.
Mi sono anche chiesta cosa avrà detto Marlene alla fine dello spettacolo.La soglia di vetro –
Ottimo. Ottimo. Ottimo.
Narrazione con uno stile ridondante che io adoro – quegli stili perfettini e asciutti mi lasciano insoddisfatta…- anche se devo dire che avevo intuito il tema dopo aver letto del protagonista che si risveglia sul divano, sfatto e disfatto dalla precedente notte brava.
Il titolo è molto ben azzeccato, mi ha fatto venire in mente il film “casa di vetro” (glass house. in english..gioco di parole perché mi pare che la famiglia si chiamasse glass di cognome…se non l’hai visto te lo consiglio) in cui tra dentro e fuori (sia nella casa che nella testa dei protagonisti) niente è come sembra. Lo stesso nel tuo racconto.Fiori per te –
Splendido. Adoro quando la natura si riprende ciò che le spetta di diritto e gli umani hanno la peggio. Ho notato un paio di refusi sparsi ma dovuti, sicuramente, al poco tempo a disposizione (non che io non ne abbia lasciati in giro eh…scusa per il piccolo appunto).
La trama ha la struttura di un horror: arrivo in luogo sconosciuto, esplorazione (divisi, che funziona sempre), muore la protagonista, muore il co-protagonista…mi chiedo quando al superstite toccherà la medesima sorte.La discarica –
Il tuo racconto è una perfetta metafora di una certa visione della donna nella società attuale: fino a che è giovane e bella ha un valore, nel momento in cui invecchia, si svaluta e la fine che la aspetta è la discarica quale simbolo ultimo del disfacimento.
Interessante, ma anche io mi associo alla domanda di chi mi ha preceduto: da dove proviene questa disgraziata taroccata? E perché le donne vengono da un altro universo (tipo gli uomini da marte e le donne da venere)?It’s a small world
Carino. Ben scritto.
Racconta, in modo leggero ma non spensierato, quanto si viva immersi in una società in cui solo l’esteriorità conti, in cui si sia persa la consapevolezza di essere ospiti su un pianeta ma ci si ritenga proprietari e come tali si sia convinti di poterne fare ciò che si vuole senza curarsi delle conseguenze.
Sull’attinenza al tema, forse un po’ stiracchiato ma ci sta (anche perché meglio che io stia zitta, visto che l’ho cannato in toto, il tema.)Io no –
Un racconto che ne contiene altri, come gli universi paralleli che potrebbero ospitare la storia. Il tema è centrato ma poteva esser sviluppato meglio ma i caratteri quelli erano e hai comunque fatto un buon lavoro.
Come già detto da altri precedentemente, ho trovato un po’ di confusione in alcune parti della narrazione e una carenza di virgole (io ho lo stesso problema) ma con una rilettura non dovrebbe essere un problema sistemarlo. In alcuni punti non è chiaro chi parli a chi (Joy, la ragazza, è solo immaginazione).Sarà un ragazzo bellissimo –
Come agli altri, anche a me hai fatto venire in mente lo strano caso di Benjamin Button e Woody Allen e anche una scena di La vita segreta di Walter Mitty, ma penso che sia qualcosa sedimentato dentro e che hai, a tuo modo, interiorizzato.
La fotografia che fai della situazione racconta una situazione piuttosto comune di fronte alle nursery degli ospedali ma senza veramente dare quel quid in più, come si è arrivati all’inversione del processo di invecchiamento, perché questa mamma rimpiange il prima e basta davvero un’occhiata al bisnonno per cambiare idea? Quesiti che restano sospesi e che aprono a miriadi di risposte…
Per il resto si legge in modo piacevole e la forma è corretta.La tragica fine del Sig. Adami –
La sconfitta della morte e la possibilità di vivere centinaia di vite, senza però dover ricominciare ma con le proprie memorie e il proprio bagaglio di esperienze: quel qualcosa che l’umanità da secoli ricerca e che, grazie alle nuove tecnologie, potrebbe non essere più un traguardo così impossibile.
Hai delineato in modo convincente quella che in questo nuovo continuum, più che un universo mi sembra un nuovo corso storico in cui certe convinzioni etiche son state superate a favore di queste “eternità”, temporale sembra esser diventata la normalità. Mi chiedo solo come si gestisca il problema della sovraffollamento.Anche i personaggi nel loro piccolo si inca**ano –
Racconto carino, ben scritto e articolato. Perfettamente in linea con il tema proposto trasporta il lettore nel centro dell’azione insieme ai due personaggi. Trovo, ma forse è una fisima mia, solo una scarsa aderenza al titolo (che non toglie nulla al valore intrinseco dell’opera) in quanto i protagonisti appaiono rassegnati, più che inca**ati, verso ciò che i colpi di testa del Creatore decide di far loro compiere.
Il mostro nel cassonetto –
Il tuo racconto mi ha ricordato il film spagnolo “Apri gli occhi” (o se preferisci la versione americana “Vanilla Sky”) pur con le dovute differenze. L’universo B mi ha trasmesso l’idea che sia una specie di cassonetto, in cui l’umanità fallata è stata spedita causa sovraffollamento del pianeta terra.
Interessante l’idea del malfunzionamento della mini sd, ad indicare la precarietà dell’esistenza anche degli oggetti..01 Zwitter
02 Miss W. e il dottor C.
03 Il nuovo mondo
04 Fiori per te
05 Io no
06 La tragica fine del Sig. Adami
07 Sarà un ragazzo bellissimo
08 Anche i personaggi nel loro piccolo si inca**ano
09 La soglia di vetro
10 La discarica
11 Il mostro nel cassonetto
12 It’s a small worldps: avrei published ieri notte ma il sito ha fatto i capricci. Sorry…
Il tuo racconto mi ha ricordato il film spagnolo “Apri gli occhi” (o se preferisci la versione americana “Vanilla Sky”) pur con le dovute differenze. L’universo B mi ha trasmesso l’idea che sia una specie di cassonetto, in cui l’umanità fallata è stata spedita causa sovraffollamento del pianeta terra.
Interessante l’idea del malfunzionamento della mini sd, ad indicare la precarietà dell’esistenza anche degli oggetti.La sconfitta della morte e la possibilità di vivere centinaia di vite, senza però dover ricominciare ma con le proprie memorie e il proprio bagaglio di esperienze: quel qualcosa che l’umanità da secoli ricerca e che, grazie alle nuove tecnologie, potrebbe non essere più un traguardo così impossibile.
Hai delineato in modo convincente quella che in questo nuovo continuum, più che un universo mi sembra un nuovo corso storico in cui certe convinzioni etiche son state superate a favore di queste “eternità”, temporale sembra esser diventata la normalità. Mi chiedo solo come si gestisca il problema della sovraffollamento.Come agli altri, anche a me hai fatto venire in mente lo strano caso di Benjamin Button e Woody Allen e anche una scena di La vita segreta di Walter Mitty, ma penso che sia qualcosa sedimentato dentro e che hai, a tuo modo, interiorizzato.
La fotografia che fai della situazione racconta una situazione piuttosto comune di fronte alle nursery degli ospedali ma senza veramente dare quel quid in più, come si è arrivati all’inversione del processo di invecchiamento, perché questa mamma rimpiange il prima e basta davvero un’occhiata al bisnonno per cambiare idea? Quesiti che restano sospesi e che aprono a miriadi di risposte…
Per il resto si legge in modo piacevole e la forma è corretta.Un racconto che ne contiene altri, come gli universi paralleli che potrebbero ospitare la storia. Il tema è centrato ma poteva esser sviluppato meglio ma i caratteri quelli erano e hai comunque fatto un buon lavoro.
Come già detto da altri precedentemente, ho trovato un po’ di confusione in alcune parti della narrazione e una carenza di virgole (io ho lo stesso problema) ma con una rilettura non dovrebbe essere un problema sistemarlo. In alcuni punti non è chiaro chi parli a chi (Joy, la ragazza, è solo immaginazione).Carino. Ben scritto.
Racconta, in modo leggero ma non spensierato, quanto si viva immersi in una società in cui solo l’esteriorità conti, in cui si sia persa la consapevolezza di essere ospiti su un pianeta ma ci si ritenga proprietari e come tali si sia convinti di poterne fare ciò che si vuole senza curarsi delle conseguenze.
Sull’attinenza al tema, forse un po’ stiracchiato ma ci sta (anche perché meglio che io stia zitta, visto che l’ho cannato in toto, il tema.)Il tuo racconto è una perfetta metafora di una certa visione della donna nella società attuale: fino a che è giovane e bella ha un valore, nel momento in cui invecchia, si svaluta e la fine che la aspetta è la discarica quale simbolo ultimo del disfacimento.
Interessante, ma anche io mi associo alla domanda di chi mi ha preceduto: da dove proviene questa disgraziata taroccata? E perché le donne vengono da un altro universo (tipo gli uomini da marte e le donne da venere)?Splendido. Adoro quando la natura si riprende ciò che le spetta di diritto e gli umani hanno la peggio. Ho notato un paio di refusi sparsi ma dovuti, sicuramente, al poco tempo a disposizione (non che io non ne abbia lasciati in giro eh…scusa per il piccolo appunto).
La trama ha la struttura di un horror: arrivo in luogo sconosciuto, esplorazione (divisi, che funziona sempre), muore la protagonista, muore il co-protagonista…mi chiedo quando al superstite toccherà la medesima sorte.Ottimo. Ottimo. Ottimo.
Narrazione con uno stile ridondante che io adoro – quegli stili perfettini e asciutti mi lasciano insoddisfatta…- anche se devo dire che avevo intuito il tema dopo aver letto del protagonista che si risveglia sul divano, sfatto e disfatto dalla precedente notte brava.
Il titolo è molto ben azzeccato, mi ha fatto venire in mente il film “casa di vetro” (glass house. in english..gioco di parole perché mi pare che la famiglia si chiamasse glass di cognome…se non l’hai visto te lo consiglio) in cui tra dentro e fuori (sia nella casa che nella testa dei protagonisti) niente è come sembra. Lo stesso nel tuo racconto.Ah Marlene. Ah gli anni venti e trenta. Ah, un mondo magico di locali fumosi e liquori forti. Il tuo racconto nell’ultima parte mi ha evocato questo. Un universo diverso nel quotidiano grigio mondo, dalla crisi, dal problema del lavoro (roba che sembra adatta anche per questo presente). A contrapporsi quello delle drag queen, così lontani dalla realtà da attrarre l’interesse della Marlene (la più grande secondo me).
Non prendertela male ma la parte iniziale mi ha lasciata non troppo convinta: il protagonista sembra immerso nei suoi pensieri, come se già fosse nell’altro universo ma si coglie poco. Forse potevi “scorciare” un pochino l’inizio e passare subito alla parte del mondo magico.
Mi sono anche chiesta cosa avrà detto Marlene alla fine dello spettacolo.Sono una persona umile, quando riconosco che qualcosa non va lo ammetto. Il racconto non funziona per una svariata manciata di ragioni: tema mancato, scarsa proprietà di linguaggio, traballante da un punto di vista strutturale e molte altre che non mi vengono in mente. Non c’è molto da aggiungere.
Lascio spazio a chi è più meritevole (cit. mia madre)Racconto divertente. Non posso aggiungere molto, dato che i commentatori prima di me hanno già esposto i miei dubbi e le mie perplessità.
All’inizio avevo pensato ad un dottor Freud particolarmente infastidito da questa signorina W. così petulante per i comportamenti dell'”altro” (avevo pensato ad un datore di lavoro o comunque a qualcosa di ambito non personale).Ottimo racconto, ben costruito e definito. Gli stacchi tra i due differenti universi, geografici e culturali, coglie in toto il tema proposto. Anche mostrare le differenze di approccio attraverso ciò che i personaggi sentono, aggiunge un tocco in più alla narrazione.
Anche per me potrebbe essere un’ucronia, che potrebbe avere risvolti inaspettati. Ti prego, io tifo per i “selvaggi” (poi perché selvaggi?)…Premetto, questa sarà l’ultima volta che parteciperò ad un contest qui su minuti contati. Non sono all’altezza degli standard degli altri partecipanti del sito.
Ora, per rispondere alle vostre, giuste, considerazioni:
A Zebratigrata: non me ne sono nemmeno accorta, nella foga di scrivere, di aver messo luna e poi pianetino. Poi tra i tremila ulteriori caratteri che ho dovuto eliminare, c’era la spiegazione che queste quattro lune di Muscaris viene spiegato che si tratta di tre lune naturali e la quarta è in realtà un agglomerato di materia solida che è stato attratto e si è “aggregato” alle altre tre.
Per quel che concerne, invece, la questione del perché i Silentiani non abbiano mandato su l’aggeggio prima è dovuto al fatto che era in corso una guerra per la conquista di Muscaris e quindi non era possibile. Un decennio prima dei fatti, anche dovuto al fatto che le casse della capitale erano un po’ vuotine, hanno firmato una tregua. Negli anni seguenti la popolazione di Muscaris si è ritirata e piano piano è scomparsa (qualcuno da Silen ha proposto anche di andarla a cercare ma è stato tacciato di scarso patriottismo. A quel punto il governo ha deciso di mandare una spedizione a vedere cosa fosse l’Effetto Oblio, che aveva procurato più morti ammazzati della guerra stessa.
La protagonista viene riportata su Silen e studiata. Era tutto calcolato: la prima e unica superstite dell’Effetto Oblio.
Valter posso provare a fugare le tue perplessità, se vorrai espormele.
Eleonora: come anticipato nella risposta a Zebratigrata, la quarta luna è in realtà un agglomerato di materia che è stato attratto dalle altre tre effettive lune di Muscaris. Durante la sua discesa verso l’orizzonte, i cristalli che sono in superficie (utilizzati in passato dagli orafi del pianeta per creare splendidi gioielli.) creano questo effetto luminoso che ha sugli abitanti di Silen. Le cause non sono mai state appurate perché nessuno è mai sopravvissuto a questo effetto. La definizione di Effetto Oblio proviene da Silen, gli scienziati locali hanno coniato questo termine dopo aver studiato gli effetti della rifrazione dei cristalli sulla mente dei Silentiani riportati indietro dopo essersi ammazzati a vicenda in preda al panico. La squadra che accompagna Soliana è solo un piccolo contingente di soldati, ignari al pari di lei, di ciò che son andati a fare.
Flavia Imperi, guarda…si potrebbe dire che quelli sono gli ultimi pensieri coerenti del maggiore Soliana (grazie…lo trovo bellissimo anche io) prima dell’effetto oblio.
Simone, capita di andare fuori tema. RIleggi la premessa e tutto ti sarà più chiaro.22 settembre 2015 alle 23:57 in risposta a: Anche i personaggi nel loro piccolo s'inca**ano – Eleonora Rossetti #10930Racconto carino, ben scritto e articolato. Perfettamente in linea con il tema proposto trasporta il lettore nel centro dell’azione insieme ai due personaggi. Trovo, ma forse è una fisima mia, solo una scarsa aderenza al titolo (che non toglie nulla al valore intrinseco dell’opera) in quanto i protagonisti appaiono rassegnati, più che inca**ati, verso ciò che i colpi di testa del Creatore decide di far loro compiere.
26 giugno 2015 alle 22:41 in risposta a: Gruppo MORTICIA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #8766Ecco l’elenco delle mie considerazioni (recensioni è troppo per una come me)
-La Porta di Gabriele Macchiarella
Ti prende molto, lasciandoti sospeso all’interno della narrazione in attesa del successivo evento. La scrittura è fluida e piacevole, magari una ricontrollatina alla punteggiatura ma lo stile è chiaro e pulito.
Unico appunto (che non vuol essere in negativo): più che un testo autoconclusivo sembra l’incipit per un racconto più lungo.– Il centotredicesimo piano di Andrea Viscusi
Ciao Andrea, il racconto mi è piaciuto ma io ho un debole per le storie post apocalittiche che aprono un futuro incerto al genere umano e più in generale a tutto il pianeta.
A livello di trama quindi mi ha preso molto, incuriosendomi su cosa sarebbe successo nelle righe successive. Devo però dire che, ma forse è un mio problema, il passaggio tra l’italic e il font classico mi ha creato un po’ di difficoltà all’inizio, ma non così grave da compromettere la riuscita della storia. Va anche aggiunto che con un limite di caratteri a disposizione, il riuscire a sintetizzare in poche righe i diversi punti di vista dei personaggi poteva non rendere facile la contestualizzazione.– Il giorno sbagliato di Rossella Stocco
Ciao Rossella. Devo essere sincera: non so se il tuo racconto mi è piaciuto oppure no (e per scrivere queste poche righe l’ho riletto almeno due dozzine di volte…).
L’ho trovato simpatico e piacevole come trama in generale ma in alcuni punti non mi convince. Forse lo scoglio principale è l’aver utilizzato, secondo la mia impressione, il flusso di coscienza del protagonista in modo un po’ eccessivo, cosa che sulla brevità del testo toglie leggerezza al tono della narrazione e in alcuni punti si dilunga deviando dal tema centrale della storia.– L’ultima spiaggia di Alexia
Racconto che funziona, ben scritto. La trama sa creare al contempo attesa in chi legge per sapere quale sarà la mossa successiva del protagonista e potrebbe essere ampliato in una storia più corposa. Lo stile è pulito e diretto. Sarebbe stato interessante avere una maggiore percezione delle emozioni e dei sentimenti del protagonista al di là delle definizioni che fornisce di se stesso (agorafobico del cazzo) perché sembra muoversi in un mondo al di fuori di quello della narrazione, come se non ne facesse parte.
– Era d’estate di Tina Caramanico
Ciao Tina. Bellissimo. Adoro il tuo racconto. Al di là dello stile, che è scorrevole e pulito, ho apprezzato la tua capacità di descrivere il crescendo delle emozioni nell’animo dei due protagonisti, con particolare attenzione a quello della bambina. Mi piacciono le storie di fantasmi e tu hai saputo scriverne una con tutti i crismi. Il finale chiude in modo abbastanza buono la narrazione, sicuramente se avessi avuto più caratteri a disposizione sarebbe stato più completo ma già così va bene.
– Il faro di Aronico Serena
Racconto gradevole e con quel tocco di horror che non guasta. Mi ha fatto sovvenire alla mente qualcosa di Poe e un pizzico di Lovecraft. La sola cosa che non ho apprezzato molto è la parte finale, lo spazio che hai riservato al padre lo trovo stiracchiato e poco incisivo, dato che a lui spetta il compito di tenere viva la luce per indicare la via allo spettro della figlia.
– Non spegnetela di Marco Fronzoni
Ciao Marco…il tuo racconto mi è abbastanza piaciuto ma io sono un’amante delle descrizioni e ne ho sentito la mancanza in questo sovrapporsi di dialoghi serrati tra passato e presente.
Per quel che mi riguarda, l’idea di trasformare un antico ospedale (più che ad un hospice di stampo moderno io ho pensato ad un sanatorio di inizio secolo, luogo ideale insieme ad un manicomio, per ospitare presenze sovrannaturali) in un centro commerciale non è male, per quanto nemmeno così originale.
Anche io, come molti prima di me, mi son chiesta cosa avesse in mano l’amico di Paolo al termine della storia perché non era per nulla chiaro.
Mi è rimasta, anche, un’ultima curiosità: ma il babbo della bambina che fine ha fatto? perché non ho capito se è andato a riposare o l’ha abbandonata o addirittura è morto anche lui? spero che potrai risolvere anche questo mio dubbio…– Gli altri di Simone Rapizzi
Hey Simone, buon ultima mi aggiungo al coro di recensioni qui sopra…
Il tuo racconto mi incuriosisce, devo ammettere. Ha qualcosa di fantascientifico nel sottotesto e, sarà che io sono fotofobica quindi devo portare gli occhiali da sole tutto l’anno e per me il sole è un nemico acerrimo, ho provato molta empatia per il tuo protagonista. Purtroppo però ci sono, forse anche per il poco tempo a disposizione, mancano elementi che avrebbero reso più chiara la trama (ambientazione, chi sono “gli altri”, perché l’hanno messo sotto una campana di vetro…) in modo che il lettore avrebbe potuto farsi un’idea più chiara di ciò che volevi trasmettere. Infine una rilettura anche veloce avrebbe permesso di eliminare qualche refuso.– La prima stella della notte di Ceranu
Ciao Ceranu, posso dire una cosa? Ho capito poco o niente del tuo racconto. É scritto molto bene, hai uno stile che colpisce ma la trama, nonostante la presenza delle stelle, mi è rimasta piuttosto oscura. Chi sono i personaggi di cui parli man mano? La signora Anna, il bambino, Guido? Chi è Angelo (c’è qualche riferimento a Lucifero o ad altra entità ultraterrena)? Mi è sembrato che il tuo racconto volesse essere una grande metafora dei nostri giorni con il riferimento ai terrorismi, alla religione, alla politica, a certi maneggi tanto in voga, alla violenza, ma senza dare tutte le informazioni necessarie per decodificarla. Premesso questo, l’ho trovato comunque gradevole e di piacevole lettura per lo stile scorrevole.
– Il sentiero della vita di Gloomy97
Buonasera Gloomy97, il tuo racconto non lo trovo male.Forse a causa del poco tempo a disposizione la forma finale presenta qualche problema, che ne rende difficile la lettura, ma si intravede la tua volontà di voler trasmettere il tuo pensiero e la tua visione della vita, attraverso la metafora del sentiero nel bosco e del fuoco che, come una luce, per quanto affievolita può sempre rinascere e crescere. Purtroppo nel corpo della narrazione questo tuo sforzo resta in ombra, anche perché il limite di carattere a disposzione costringe a limare e alle volte non ci rendiamo conto che ciò che è chiaro nella nostra mente non lo è per chi ci legge.
– L’amore brucia di Leonardo
Buonasera Leonardo. Ah l’amour! Eterna luce che fa illumina l’animo umano, senza tempo, senza fine, senza spegnersi mai. Dannazione ed estasi dell’essere umano.
Ho trovato il tuo racconto delizioso. La scelta dei salti onirici mi è piaciuta parecchio come linea di narrazione perché ti ha permesso di dare un senso di eterno alla ricerca della donna amata. L’unico limite che trovo al tuo racconto è che, in alcuni punti, non sei riuscito a trasmettere appieno le sensazioni che il protagonista sta vivendo, la disperazione per la sua affannosa infruttuosa della sua fantomatica lei.– Dannato di Francesca Nozzolillo
Buonasera Francesca. Trovo il tuo racconto “primitivo”, hai cercato di dare un ritmo serrato al dialogo tra i due personaggi ma non sei riuscita a far salire abbastanza la tensione in chi legge. CIò che, invece, hai saputo creare bene è il senso della latenza temporale per il protagonista, sebbene dando fin da subito un’informazione cruciale (una vita fa) per l’economia della narrazione. Secondo me, lavorandoci e sistemando un pochino lo stile perché hai una buona base e devi solo limare alcune imperfezioni, potrebbe divenire un ottimo racconto.
Buona l’idea del loop, che mi ha ricordato il processo di Kafka, e che conferisce quel senso di angoscia che fin dalle prime righe hai cercato di trasmettere.Classifica:
1- L’amore brucia di Leonardo
2 – Il centotredicesimo piano di Andrea Viscusi
3 – Era d’estate di Tina Caramanico
4 – L’ultima spiaggia di Alexia
5 – La porta di Gabriele Macchiarella
6 – Non spegnetela di Marco Fronzoni
7 – Il giorno sbagliato di Rossella Stocco
8 – Il faro di Aronica Serena
9 – Gli altri di Simone Rapizzi
10 – Dannato di Francesca Nozzolillo
11 – Il sentiero della vita di Gloomy97
12 – La prima stella della notte di Francesco NuceraBuonasera Francesca. Trovo il tuo racconto “primitivo”, hai cercato di dare un ritmo serrato al dialogo tra i due personaggi ma non sei riuscita a far salire abbastanza la tensione in chi legge. CIò che, invece, hai saputo creare bene è il senso della latenza temporale per il protagonista, sebbene dando fin da subito un’informazione cruciale (una vita fa) per l’economia della narrazione. Secondo me, lavorandoci e sistemando un pochino lo stile perché hai una buona base e devi solo limare alcune imperfezioni, potrebbe divenire un ottimo racconto.
Buona l’idea del loop, che mi ha ricordato il processo di Kafka, e che conferisce quel senso di angoscia che fin dalle prime righe hai cercato di trasmettere.Buonasera Leonardo. Ah l’amour! Eterna luce che fa illumina l’animo umano, senza tempo, senza fine, senza spegnersi mai. Dannazione ed estasi dell’essere umano.
Ho trovato il tuo racconto delizioso. La scelta dei salti onirici mi è piaciuta parecchio come linea di narrazione perché ti ha permesso di dare un senso di eterno alla ricerca della donna amata. L’unico limite che trovo al tuo racconto è che, in alcuni punti, non sei riuscito a trasmettere appieno le sensazioni che il protagonista sta vivendo, la disperazione per la sua affannosa infruttuosa della sua fantomatica lei.Buonasera Gloomy97, il tuo racconto non lo trovo male.Forse a causa del poco tempo a disposizione la forma finale presenta qualche problema, che ne rende difficile la lettura, ma si intravede la tua volontà di voler trasmettere il tuo pensiero e la tua visione della vita, attraverso la metafora del sentiero nel bosco e del fuoco che, come una luce, per quanto affievolita può sempre rinascere e crescere. Purtroppo nel corpo della narrazione questo tuo sforzo resta in ombra, anche perché il limite di carattere a disposzione costringe a limare e alle volte non ci rendiamo conto che ciò che è chiaro nella nostra mente non lo è per chi ci legge.
Hey Simone, buon ultima mi aggiungo al coro di recensioni qui sopra…
Il tuo racconto mi incuriosisce, devo ammettere. Ha qualcosa di fantascientifico nel sottotesto e, sarà che io sono fotofobica quindi devo portare gli occhiali da sole tutto l’anno e per me il sole è un nemico acerrimo, ho provato molta empatia per il tuo protagonista. Purtroppo però ci sono, forse anche per il poco tempo a disposizione, mancano elementi che avrebbero reso più chiara la trama (ambientazione, chi sono “gli altri”, perché l’hanno messo sotto una campana di vetro…) in modo che il lettore avrebbe potuto farsi un’idea più chiara di ciò che volevi trasmettere. Infine una rilettura anche veloce avrebbe permesso di eliminare qualche refuso.Ciao Marco…il tuo racconto mi è abbastanza piaciuto ma io sono un’amante delle descrizioni e ne ho sentito la mancanza in questo sovrapporsi di dialoghi serrati tra passato e presente.
Per quel che mi riguarda, l’idea di trasformare un antico ospedale (più che ad un hospice di stampo moderno io ho pensato ad un sanatorio di inizio secolo, luogo ideale insieme ad un manicomio, per ospitare presenze sovrannaturali) in un centro commerciale non è male, per quanto nemmeno così originale.
Anche io, come molti prima di me, mi son chiesta cosa avesse in mano l’amico di Paolo al termine della storia perché non era per nulla chiaro.
Mi è rimasta, anche, un’ultima curiosità: ma il babbo della bambina che fine ha fatto? perché non ho capito se è andato a riposare o l’ha abbandonata o addirittura è morto anche lui? spero che potrai risolvere anche questo mio dubbio…Racconto gradevole e con quel tocco di horror che non guasta. Mi ha fatto sovvenire alla mente qualcosa di Poe e un pizzico di Lovecraft. La sola cosa che non ho apprezzato molto è la parte finale, lo spazio che hai riservato al padre lo trovo stiracchiato e poco incisivo, dato che a lui spetta il compito di tenere viva la luce per indicare la via allo spettro della figlia.
Ciao Tina. Bellissimo. Adoro il tuo racconto. Al di là dello stile, che è scorrevole e pulito, ho apprezzato la tua capacità di descrivere il crescendo delle emozioni nell’animo dei due protagonisti, con particolare attenzione a quello della bambina. Mi piacciono le storie di fantasmi e tu hai saputo scriverne una con tutti i crismi. Il finale chiude in modo abbastanza buono la narrazione, sicuramente se avessi avuto più caratteri a disposizione sarebbe stato più completo ma già così va bene.
Ciao Rossella. Devo essere sincera: non so se il tuo racconto mi è piaciuto oppure no (e per scrivere queste poche righe l’ho riletto almeno due dozzine di volte…).
L’ho trovato simpatico e piacevole come trama in generale ma in alcuni punti non mi convince. Forse lo scoglio principale è l’aver utilizzato, secondo la mia impressione, il flusso di coscienza del protagonista in modo un po’ eccessivo, cosa che sulla brevità del testo toglie leggerezza al tono della narrazione e in alcuni punti si dilunga deviando dal tema centrale della storia.Ciao Andrea, il racconto mi è piaciuto ma io ho un debole per le storie post apocalittiche che aprono un futuro incerto al genere umano e più in generale a tutto il pianeta.
A livello di trama quindi mi ha preso molto, incuriosendomi su cosa sarebbe successo nelle righe successive. Devo però dire che, ma forse è un mio problema, il passaggio tra l’italic e il font classico mi ha creato un po’ di difficoltà all’inizio, ma non così grave da compromettere la riuscita della storia. Va anche aggiunto che con un limite di caratteri a disposizione, il riuscire a sintetizzare in poche righe i diversi punti di vista dei personaggi poteva non rendere facile la contestualizzazione.Goth evening, quanto mi stai facendo notare l’avevo riscontrato anche io, oggi pomeriggio, quando mi son riletta il racconto. L’ho scritto di getto, in treno, di notte e ho solo dato una riletta veloce…mea culpa.
Sull’ultimo appunto che mi fai, Barbara mi perdoni, ma Scarlett non l’ho ancora iniziato a leggere (avevo letto il primo volume quando era uscita. La trilogia é lí, appena avró tempo mi metteró a leggerla). La frase finale é ció che ripeto sempre…Racconto che funziona, ben scritto. La trama sa creare al contempo attesa in chi legge per sapere quale sarà la mossa successiva del protagonista e potrebbe essere ampliato in una storia più corposa. Lo stile è pulito e diretto. Sarebbe stato interessante avere una maggiore percezione delle emozioni e dei sentimenti del protagonista al di là delle definizioni che fornisce di se stesso (agorafobico del cazzo) perché sembra muoversi in un mondo al di fuori di quello della narrazione, come se non ne facesse parte.
Ti prende molto, lasciandoti sospeso all’interno della narrazione in attesa del successivo evento. La scrittura è fluida e piacevole, magari una ricontrollatina alla punteggiatura ma lo stile è chiaro e pulito.
Unico appunto (che non vuol essere in negativo): più che un testo autoconclusivo sembra l’incipit per un racconto più lungo.Ti ringrazio Alexia B., io ho un po’ la fissa delle d eufoniche anche se so che non sono più molto utilizzate ma sono “old school” e non riesco a liberarmene mai completamente.
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