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30 settembre 2015 alle 17:56 in risposta a: Gruppo DARK TOWER: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11492
Eccomi! Salve a tutti!
Una faticaccia però alla fine ce l’ho fatta.
Due premesse:
1) Sono solito assegnare un voto ogni racconto che leggo, in modo di essere facilitato con le classifiche. Stavolta è stato inutile, i pari merito erano troppi. Praticamente i racconti sono tutti belli. Complimenti!
2) Io ho interpretato il tema in modo fantasioso, quindi ammetto di non aver tenuto eccessivamente conto delle interpretazioni che hanno dato gli altri. Il tema stesso era troppo vago per essere inteso in senso letterale.
Quindi ecco i commenti, di seguito la classifica (scusate se non li inserisco nei singoli post ma ho davvero pochissimo tempo e oggi Internet funziona pure male).IL NUOVO MONDO
Affascinante ma incompleto, l’immagine di una sequenza. Un attimo, come una fotografia. L’ambientazione è intuibile ma rarefatta. Buona la costruzione, elementare la storia. Interessante alternativa alla scoperta del nuovo mondo. Più che sufficiente, fortemente penalizzato dai pochi caratteri concessi.MISS W. E IL DOCTOR C.
L’idea è buona, ma la realizzazione non mi convince del tutto. Vuol essere un racconto umoristico ma i personaggi sono troppo sopra le righe, esagerati. Intuibile la svolta finale ma comunque divertente. I dialoghi funzionano, ma le reazioni dei personaggi non sono del tutto logiche.EFFETTO OBLIO
Niente da eccepire sulla realizzazione del racconto, a latitare è un questo caso la trama. Quale effetto potesse produrre l’Oblio era facilmente intuibile, quindi si aspetta un finale che non c’è. Il prologo di qualcosa ancora in divenire. Non è molto comprensibile il perché sia stata mandata lì, dato che gli effetti erano già noti.ZWITTER
Racconto molto curato, a partire dal titolo e dall’ambientazione. Interessante costruzione, bella sorpresa finale. Un solo appunto: forse ricordo male, ma la Dietrich è andata in America solo nel 1930, quindi nel ’28 non si era ancora allontanata da Berlino. Quisquiglie.LA SOGLIA DI VETRO
Racconto interamente incentrato sulla battuta finale. Geniale, senza dubbio. È ciò che la precede che sembra pesantuccio, quasi banale, eppure all’ultimo istante spiazza. Non solo spiega tutto, ma è davvero originale. Rivalutazione tardiva: quando pensavo che niente avrebbe potuto salvarlo il miracolo è avvenuto.FIORI PER TE
Forse non originalissimo ma ben costruito. Titolo indovinato. Trama ben articolata nonostante i pochi caratteri. Il meglio che si potesse fare. Con più caratteri a disposizione sarebbe diventato una storia davvero completa. Sicuramente il racconto più elaborato tra quelli che ho letto.LA DISCARICA
Alla storia manca qualcosa, una spiegazione che permetta d’inquadrare cosa sta accadendo. Chi o cosa siano le mamme, con precisione. Per il resto scorre bene, anche se non originalissimo. Molto bello l’inizio, si perde un po’ nella seconda parte.IT’S A SMALL WORLD!
Surreale e bizzarro, anche divertente. A voler essere logici, considerando il rimpicciolimento, nella scena finale le parsone avrebbero dovuto essere stipate come sardine. Ottimi dialoghi, spumeggianti. Perfetto esempio di cosa ha davvero importanza nel nostro (?) mondo .IO NO
Interessante, però poteva essere realizzato meglio. La scrittura è un po’ acerba, certi paragrafi andrebbero rivisti. La storia però ha il suo fascino, tra immagini oniriche e fantasmi dell’altrove, meriterebbe di essere ampliata. Tutto sommato più che sufficiente.LA TRAGICA FINE DEL SIG. ADAMI
Storia molto interessante. I personaggi un po’ sopra le righe eppure credibili. Originale la soluzione finale. La parte più interessante della storia è quella che si intuisce più che vedere. Ovvero la disperazione della figlia che si ritrova a dover crescere il proprio padre.ANCHE I PERSONAGGI NEL LORO PICCOLO S’INCAXXANO
Plauso al titolo, perfettamente veritiero. Certi personaggi dovrebbero essere stufi di ripetere sempre le stesse azioni, eppure i libri fotocopia prosperano. Simpatica la scoperta finale (ma anche certi adulti…). Qualche dubbio sulla narrazione, che andrebbe un po’ rifinita.IL MOSTRO NEL CASSONETTO
L’idea è bella, ma a mio avviso troppo confusa. Si capisce, s’intuisce, però non basta. In una storia così breve il messaggio difettoso confonde solo le idee. La battuta finale (che poi è il titolo) è ottima, ma l’ho capita solo dopo aver letto la tua spiegazione. Con più tempo a disposizione verrebbe senz’altro meglio.1) LA SOGLIA DI VETRO
2) IT’S A SMALL WORLD
3) ZWITTER
4) FIORI PER TE
5) ANCHE I PERSONAGGI NEL LORO PICCOLO S’INCAXXANO
6) IL MONDO NUOVO
7) LA TRAGICA FINE DEL SIG. ADAMI
8) LA DISCARICA
9) IO NO
10) IL MOSTRO NEL CASSONETTO
11) MISS W. E IL DOTTOR C.
12) EFFETTO OBLIO28 luglio 2015 alle 15:33 in risposta a: Gruppo SILENZIO: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #9408Ecco la mia classifica (tutti racconti interessanti, comunque, non è stato facile decidere):
1 – L’essenza della vita, di Luca Pagnini
Ottimo stile, un racconto scritto benissimo. Scorrevole, divertente, guizzante. La sorpresa finale non è affatto una sorpresa, considerando il tema imposto. Aver dimenticato i bambini da qualche parte non è poi una gran tragedia, mica sono loro il “sale” della vita! In definitiva, pur non essendoci nulla di particolarmente originale, è il racconto che mi ha colpito di più.2 – Errori di gioventù, di Manuel Piredda
Oddio, non ricordavo neanche più che esistessero i Tamagochi, ma a metà racconto me ne sono ricordato di colpo, quindi l’ho rivalutato alla grande. Inizio apparentemente banale, i dialoghi si fanno sempre più assurdi, fino a temere una catastrofe, poi si comprende di cosa stanno davvero parlando e decolla. Finale perfetto. La storia è ottima, però lo stile andrebbe rifinito, non sempre scorre bene. Complimenti comunque.3 – L’amico immaginario, di Flavia Imperi
La storia c’è, è piacevole e scorrevole. La trama funziona molto bene fino al finale. Lì, però, qualcosa viene a mancare. L’omicidio della zia sembra quasi il prologo alla storia piuttosto che un epilogo. Sammy ha preso il posto di Sara, e l’idea è buona. Che ora sia diventata Sara la bambola meglio ancora. La morte della zia è superflua, forse sarebbe stato più incisivo un confronto finale tra Sammy e sua madre. Resta comunque un bel racconto con atmosfere azzeccate, che meriterebbe di essere espanso.4 – L’ultimo respiro, di Valter Carignano
La morte degli dei, quando chi li ha creati smette di credere in loro. La storia non è del tutto originale (vedi La Storia Infinita ma non solo), però sempre affascinante. Buona conoscenza della mitologia, ottima scena iniziale. Lo stile è un po’ troppo ricercato e non sempre scorrevole, i dialoghi poco realistici. Rischia di diventare ripetitivo nella parte centrale, ma mantiene vivo l’interesse.5 – Fantasma, di Simone Cassia
La storia la conoscevo, quindi ho compreso subito di cosa si trattava. Il racconto funziona, anche se lo stile in certi punti è un po’ datato. Del resto anche la storia non si svolge ai nostri giorni. Il dialogo finale è un po’ legnoso. Un’originale interpretazione del tema, ottimo il titolo. Però, ti prego, elimina frasi come “si deterse”!6 – Philip Morris, di Enrico Nottoli
Semplice e lineare, scorre bene fino al finale. La storia è prevedibile, di conseguenza realistica. La tristezza del finale è senz’altro un pregio. Resta il fatto, però, che la storia non è molto originale. Non pretendo che tutte le storie debbano sorprendere, però ci sono storie che sono già state raccontate e non c’è molto da aggiungere. Ovvero i cosiddetti stereotipi (il bello e dannato, l’ingenua, la gravidanza indesiderata e di conseguenza l’aborto, il rimorso). Per quanto piacevole non è un racconto destinato a essere ricordato.7 – Vecchio Leone, di Charlesdexter
Un’idea molto buona, un padre dissoluto e anche un po’ stronzo, che vuole solo divertirsi e che niente può fermare. La stesura però non mi convince del tutto. Un po’ di confusione all’inizio, tanto che ero convinto ci fossero quattro persone in piscina, con quel “vieni qui vicino a Franco” invece di “vieni qui vicino a me”. Certi dialoghi, soprattutto quelli padre-figlio sono un po’ innaturali. Con una revisione potrebbe migliorare molto.8 – Eppure era chiusa, di Damiano Garofalo
La storia è molto bella, il finale colpisce. Ci sono però alcuni appunti da fare. Per iniziare sulla stesura. Sarà una scelta quella di non mettere neanche un a capo, ma è opprimente. Il “muro di testo” spaventa sempre. Poi ci sono alcuni problemi tecnici. Se il bambino è dentro il box come ha fatto a scavalcare la finestra? Tanto più che scrivi di averla chiusa. Anzi, può un bambino di undici mesi scavalcare una finestra? Dov’è la madre, in camera? Dorme? Allora chi ce l’ha messo dentro il box? Quindi l’idea è buona, però avrebbe bisogno di essere revisionata con attenzione.9 – Non ne ho idea, di Marco Lomonaco
La parte più bella del racconto è ovviamente la barzelletta, però la conoscevo già. Per il resto devo dire che l’originalità non manca. Amo le storie fantastiche, però devono avere un contesto logico. Qui non tutto funziona. Voler mischiare quotidianità e surreale può provocare situazioni di dubbio gusto. Manca il contesto che spieghi come fa un cavallo a parlare e un centauro ad andare a scuola, quindi un’ambientazione (fantasy) che giustifichi il tutto (ma la madre era un fantino e il cavallo un cavallo!). Mi ha confuso che Chiara cerchi di ricordare il viso della madre quando questa è morta di parto. Un po’ discutibile anche l’omicidio finale, che non ha molto senso.10 – Pianeti, di Gianantonio Nuvolone
Se l’idea è buona, anche se non originalissima (astronauti che, tornati a casa, trovano la terra devastata), la stesura ha molte pecche. Lo stile è troppo ricco, le frasi un po’ contorte, certi termini li ho trovati fuori luogo (per esempio: parole insipide e “imperturbabili”, “vestigia” di dati e fotografie, bambini che conservavano una “statura corporea”). Di conseguenza un consiglio importante, che tutti quanti abbiamo ricevuto almeno una volta: uccidi quanti più aggettivi e avverbi sia possibile! (comunque non preoccuparti, c’è chi ha vinto lo Strega con frasi altrettanto criptiche)Salve a tutti, ecco la mia classifica.
La qualità era molto alta, i racconti mi sono piaciuti tutti, è stato difficilissimo fare una graduatoria. Complimenti a tutti i partecipanti.
1 – Black Friday, di Patty Barale
Ciao Patty. Il tuo racconto è quello che mi è piaciuto di più. Scritto molto bene, non tenta di mascherare per cosa si sta combattendo e tuttavia riesce lo stesso a sorprendere nel finale. Anzi, direi che il finale è perfetto. Considerato che è l’ultimo che ho letto, una piacevole sorpresa (tenendo conto del malus ti meriti il primo posto).
2 – L’uguaglianza di genere, di Beppe Roncari
Ciao Beppe, senz’altro una buona prova. Il colpo di scena finale non è scontato e funziona bene. Una storia che ha saputo sorprendermi. Curiosamente la costruzione è molto simile a quella di Licantropina, altro racconto in gara. Il “bravo” che cattura il “cattivo” e alla fine, nella sua vendetta, si dimostra persino peggiore di lui.
3 – Anima e corpo, di Carolina Pelosi
Ciao Carolina, bel racconto. Una storia intima, emotiva, una doppia lotta su due fronti. La scelta dei gemelli è azzeccata e la nota più originale del racconto. Se avessi scelto una normale coppia non sarebbe stato così efficace. La mancanza della gemella è così forte da giustificare l’autodistruzione. Ben calibrato nei tempi, si legge con facilità.
4 – La prima comunione, di Diego Ducoli
Ciao Diego, il titolo è semplicemente perfetto, racchiude la sorpresa finale e si comprende solo dopo la lettura. La storia non è proprio originalissima ma raccontata molto bene. La “candelina” finale un’ottima trovata. La cornice avrebbe potuto essere migliore, ma con tremila caratteri non si possono fare miracoli.
5 – Licantropina, di Fernando Nappo
Ciao Fernando, un bel racconto. Costruzione molto simile a un altro racconto in gara, L’uguaglianza di genere, anche se la storia è completamente diversa. Molto lineare nello svolgimento, il finale s’intuisce quasi subito, complice anche il titolo della storia. Comunque un’ottima idea, ben costruita.
6 – La prima battaglia, di Cristina Danini
Ciao Cristina, una storia in crescendo che migliora molto in dirittura finale. L’idea è buona, tarda un po’ a partire ma azzecca pienamente il tema. Bella l’idea dei fratelli, anche se un sospetto mi era venuto fin dalle prime righe. Forse la parte finale è un po’ semplificata rispetto al lungo prologo.
7 – Moai, di Francesca Nozzolillo
Ciao Francesca. Come molti altri anche questo racconto vive per la sorpresa finale, che è data dall’età dei protagonisti. È l’unica sorpresa, perché il resto del racconto scorre su binari ben collaudati, ma l’ambientazione è insolita e originale, e riesce a renderla più interessante. Centra perfettamente il tema proposto.
8 – Tutte le cose perdute, di Enrico Nottoli
Ciao Enrico, racconto molto intimista, ben reso. Credo però che sia quello che più si discosta dal tema proposto. Anzi, lo rinnega, perché il protagonista si rifiuta di combattere. Accetta il fallimento senza neppure iniziare. Nulla in contrario, è una sua/tua scelta, però il tema del combattimento viene a mancare. Comunque una buona prova.
9 – Un’incurabile mancanza di puntualità, di Sharon Galano
Ciao Sharon, racconto simpatico e anche divertente. L’attinenza col tema proposto è un po’ vaga, lo ammetto, o almeno io non l’ho vista. È più la storia di un uomo che non sa decidere che quella di un tipo pronto a combattere. Il finale rispetta il detto “arriverà in ritardo anche al proprio funerale”.
10 – Istinto materno, di Sara Passannanti
Ciao Sara, la tua storia è affascinante e si legge con piacere. Giunti alla fine, però, appaiono certi limiti. Non tutto è logico e funziona nel modo giusto. Restano molti interrogativi, su cose che in tremila caratteri non potevano essere spiegate. È stata Clara a evocare l’uomo di sabbia? Perché, se era stato lui a renderla cieca? Certe situazioni sembrano un po’ contorte: per esempio Clara che sbarra gli occhi (non glieli aveva mangiati lui?).
11 – Potenza per vincere, di Vilma Cretti
Ciao Vilma. Uno scorcio di vita, una lotta, un combattimento. Lottare, affrontare i propri timori. Il tema è azzeccato. Quello che manca è la cornice. Accenni vaghi lasciano intuire chi siano i personaggi e cosa stia succedendo, ma sono davvero troppo vaghi. Perché la storia potesse dirsi completa avresti dovuto spiegare un po’ di più.
12 – Il ragno nero, di Raffaele Marra
Ciao Raffaele, la storia è interessante e ho compreso l’intento con cui è stata scritta, però devo ammettere che la stesura è un po’ confusa e di non facile comprensione. L’atmosfera che avresti voluto creare necessitava ben più di tremila caratteri. Soprattutto la parte finale avrebbe meritato una spiegazione più completa. Un tentativo apprezzabile, quindi, non del tutto riuscito.
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