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Grazie a tutti dei commenti
i minuti sono contati anche nella vita e non riesco a rispondere a tutti.
Telegrafico a Beppe: no, non conosco quelle storie, sono state pubblicate in Italia?-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da
valter carignano.
28 settembre 2015 alle 23:22 in risposta a: Gruppo DARK TOWER: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11325Ciao a tutti
nella precedente edizione avevo fatto un pistolotto prima di iniziare a ‘classificare’. Avendolo già fatto, questa volta evito (l’avete scampata!) e dico solo che come sempre il livello generale è secondo me alto e il divieto di mettere uno/due/diversi pari merito (magari tutti fra il primo e il quarto, senza gli altri posti antipatici dal quinto in poi) non è altro che segno inequivocabile della malvagità dell’Antico.
Si finisce con l’andare sulla preferenza personale, essendo parecchi quelli scritti bene.Miss W e il Dottor C
ciao
per prima cosa: ottimi dialoghi, che nella prima parte dicono e non dicono, spiegano e lasciano in dubbio. Tutto però coerente con la spiegazione finale, quindi tutto ben costruito e senza falle. Come altri racconti in questo contest, ha la sua forza nell’immediatezza e nella brevità, che volutamente non lasciano spazio ad approfondimenti che scioglierebbero qualche dubbio ma che non farebbero che annacquare tutto quanto.
Secondo me, un buon lavoro.Effetto Oblio
ciao
molto buono l’insieme, s’intravede un mondo e forme di vita aliene ma credibili. La parola ‘intravede’ non è una critica, anzi: in pochi caratteri e tempo secondo me è un ottimo risultato.
Qualche passaggio devo confessare di non averlo capito del tutto, ma può essere una cosa esclusivamente personale. Ho visto però che nel commento precedente anche Zebratigrata ha dei dubbi… forse davvero il tempo e lo spazio sono stati troppo pochi per contenere tutto quello che avresti voluto dire.
In tutti i casi, secondo il mio parere, un buon lavoro.Zwitter
Ciao
ho apprezzato molto l’ambientazione storica: sia perché originale, sia per una mia personale predilezione per quel periodo e per Marlene. Qua e là c’è qualche ripetizione – per esempio ‘consuetudine’ – che avendo il tempo di rileggere a mente fredda sicuramente avresti notato e corretto. Ma, si sa, i minuti sono davvero sempre contati!
Io credo che in fondo l’accenno alla moglie, al fatto che la borsa è sua e soprattutto il fatto che gli cada così distrattamente sono elementi che potrebbero essere tolti o cambiati. Cioè, capisco lo scopo di creare attesa (la borsetta) e ambiente, ma forse potresti pensare a un altro modo di inserirli.
Naturalmente sono scelte, non dico che quello che hai scritto sono errori. Valutazione per me positiva, comunque.La soglia di vetro
Ciao
Finale davvero azzeccato, che riesce perfettamente nella sua funzione al tempo stesso di sorpresa e spiegazione degli elementi proposti. In effetti, verso la metà del racconto si potrebbe intuire dove si andrà a parare, ma la narrazione scorre bene e non ci si sofferma a pensare più di tanto. Per me, giudizio positivo.
Unico appunto: qualche forma opinabile, qualche ripetizione, qualche refuso… ma in tremila caratteri e poche ore cosa voglio? Il Signore degli Anelli?
Complimenti.Fiori per te
Ciao
bel racconto, essenziale e dinamico. In parte sono d’accordo con Simone Cassia: volendo, mancano dei particolari, l’ambiente potrebbe essere tratteggiato meglio e varie altre cose ma… in tremila caratteri il risultato secondo è ottimo. Detto questo, anche avendone la possibilità io non lo allungherei: la sua forza è nella brevità e nella chiarezza delle scene.
Bello.La discarica
ciao
i bambini non hanno pietà, si dice a volte, e in effetti anche qui… questo racconto secondo me dice di più di quello che appare a prima vista, purtroppo potrebbe essere un’analisi della situazione della donna in una parte della società, anche la nostra. O anche dell’uomo moderno in generale, volendo, come efficiente macchina/consumatore che a un certo punto viene messo da parte.
Forse pensavi a questo quando hai scritto, o forse è una sovrastruttura mia. Bel racconto in ogni caso.It’s a small world!
Ciao
ironico e divertente, dialoghi che funzionano, ben tratteggiata la psicologia del ‘compratore compulsivo’, forse meno chiare le motivazioni e la natura dei venditori ma in fondo – in un racconto così breve – questo non conta. E’ quasi come una barzelletta – e lo dico in senso buono, non è assolutamente una critica – dove ciò che conta è la preparazione alla battuta finale, senza stare a pensare sui particolari. Ottima la scena finale.Io no
Ciao
racconto misterioso ma intrigante. Devo dire che forse non ho capito tutte le dinamiche della trama, ma può essere soltanto una mia impressione. Si legge comunque con interesse fino alla fine.
La scrittura molto fitta, con pochi ‘a capo’, rende però un poco laboriosa la lettura e stanca l’occhio, il cosiddetto ‘effetto muro’. Forse potresti porre più attenzione a questo aspetto.Sarà un ragazzo bellissimo
Racconto interessante e surreale, un’idea che viene portata alle sue estreme conseguenze, limitatamente alla tirannia del tempo e dei caratteri. Una società ‘rovesciata’ in questo modo certo si trova di fronte a problemi e situazioni inedite di vario tipo, peccato non averli potuti nemmeno sfiorare.
Lettura piacevole e buon ritmo. Complimenti.La tragica fine del Sig. Adami
Molto interessante lo scambio ‘generazionale’, la rinascita del vecchio in un bambino, le lacrime della figlia (perché il padre muore o perché deve allevare il figlio/padre? Anche questo dubbio è interessante…). I dialoghi sono ben costruiti e immediati, i piccoli refusi che pure sono presenti sono sicuramente trascurabili quando il tempo è tiranno.
I pensieri del medico lasciano credere che questa sia ormai una pratica comune (‘sempre la stessa storia’), quindi in giro ci sono moltissimi figli/padri e figlie/madri… avendo più spazio, questo potrebbe essere a mio parere un punto interessante da sviluppare.Anche i personaggi nel loro piccolo s’inca**ano
Ciao
interessante e coinvolgente, dopo pochi righe ho pensato a un gioco di ruolo, la sorpresa finale non mi ha tolto nulla, anzi. E’ condotto bene ed è scorrevole. Indubbiamente per me giudizio positivo.
Ho un dubbio, però: i ‘personaggi’ non possono muoversi di volontà propria, non possono fare nulla, ma possono pensare e parlare… mi sembra che le due cose siano in contrasto. Può essere solo una mia idea, chiaramente. Magari prova a pensarci e vedi se questo appunto per te ha valore o no.Il mostro nel cassonetto
Ciao
racconto molto interessante, che ha colto subito la mia attenzione spingendomi ad andare avanti. Devo dire che ho dovuto rileggere due o tre volte la seconda parte, dal messaggio in poi, perché non riuscivo a capire bene. Ma naturalmente può essere esclusivamente un problema mio, ognuno di noi è più ricettivo su certe cose e meno su altre. Forse, ma è solo una mia opinione, il tema dell’universo ‘b’ poteva essere un poco più approfondito.
Detto questo, sicuramente il mio commento è positivo.Classifica (uffa!)
1. Fiori per te
2. La soglia di vetro
3. Zwitter
4. It’s a small world
5. Effetto Oblio
6. Anche i personaggi nel loro piccolo s’incaxxano
7. La discarica
8. Sarà un ragazzo bellissimo
9. Miss W. E il Dottor C.
10. Il mostro del cassonetto
11. La tragica fine del sig. Adami
12. Io nociao Eleonora e grazie del commento
insomma, già due che lo vedono come ‘inizio’, e in effetti la roba nella mia testa e anche un po’ su carta c’è… mah, vedremo.
Riguardo al ‘maledetti selvaggi’… ecco, diciamo che Rufio è appena appena un pochettino un’inezia convinto che i bianchi siano la razza eletta e il resto del mondo i loro servi o bersagli per tiro a segno. Da cui le sue parole. Ma tu sei mai stata a cena con Rufio, quindi giustamente puoi non saperloGrazie dei commenti.
Per Zebratigrata: lo stacco di stile è voluto, per mostrare i diversi modi di pensare. Detto questo, grazie dell’appunto e cercherò di fare meglio.
Per Flavia Imperi: spero di sì, nel senso che spero di avere il tempo di mettere sulla carta le idee che ho nella testa. Certo che venti copie già vendute mi spronano…ciao
per prima cosa: ottimi dialoghi, che nella prima parte dicono e non dicono, spiegano e lasciano in dubbio. Tutto però coerente con la spiegazione finale, quindi tutto ben costruito e senza falle. Come altri racconti in questo contest, ha la sua forza nell’immediatezza e nella brevità, che volutamente non lasciano spazio ad approfondimenti che scioglierebbero qualche dubbio ma che non farebbero che annacquare tutto quanto.
Secondo me, un buon lavoro.ciao
molto buono l’insieme, s’intravede un mondo e forme di vita aliene ma credibili. La parola ‘intravede’ non è una critica, anzi: in pochi caratteri e tempo secondo me è un ottimo risultato.
Qualche passaggio devo confessare di non averlo capito del tutto, ma può essere una cosa esclusivamente personale. Ho visto però che nel commento precedente anche Zebratigrata ha dei dubbi… forse davvero il tempo e lo spazio sono stati troppo pochi per contenere tutto quello che avresti voluto dire.
In tutti i casi, secondo il mio parere, un buon lavoro.Ciao
Finale davvero azzeccato, che riesce perfettamente nella sua funzione al tempo stesso di sorpresa e spiegazione degli elementi proposti. In effetti, verso la metà del racconto si potrebbe intuire dove si andrà a parare, ma la narrazione scorre bene e non ci si sofferma a pensare più di tanto. Per me, giudizio positivo.
Unico appunto: qualche forma opinabile, qualche ripetizione, qualche refuso… ma in tremila caratteri e poche ore cosa voglio? Il Signore degli Anelli?
Complimenti.ciao
i bambini non hanno pietà, si dice a volte, e in effetti anche qui… questo racconto secondo me dice di più di quello che appare a prima vista, purtroppo potrebbe essere un’analisi della situazione della donna in una parte della società, anche la nostra. O anche dell’uomo moderno in generale, volendo, come efficiente macchina/consumatore che a un certo punto viene messo da parte.
Forse pensavi a questo quando hai scritto, o forse è una sovrastruttura mia. Bel racconto in ogni caso.Ciao
ironico e divertente, dialoghi che funzionano, ben tratteggiata la psicologia del ‘compratore compulsivo’, forse meno chiare le motivazioni e la natura dei venditori ma in fondo – in un racconto così breve – questo non conta. E’ quasi come una barzelletta – e lo dico in senso buono, non è assolutamente una critica – dove ciò che conta è la preparazione alla battuta finale, senza stare a pensare sui particolari. Ottima la scena finale.Ciao
racconto misterioso ma intrigante. Devo dire che forse non ho capito tutte le dinamiche della trama, ma può essere soltanto una mia impressione. Si legge comunque con interesse fino alla fine.
La scrittura molto fitta, con pochi ‘a capo’, rende però un poco laboriosa la lettura e stanca l’occhio, il cosiddetto ‘effetto muro’. Forse potresti porre più attenzione a questo aspetto.Racconto interessante e surreale, un’idea che viene portata alle sue estreme conseguenze, limitatamente alla tirannia del tempo e dei caratteri. Una società ‘rovesciata’ in questo modo certo si trova di fronte a problemi e situazioni inedite di vario tipo, peccato non averli potuti sfiorare.
Lettura piacevole e buon ritmo. Complimenti.Molto interessante lo scambio ‘generazionale’, la rinascita del vecchio in un bambino, le lacrime della figlia (perché il padre muore o perché deve allevare il figlio/padre? Anche questo dubbio è interessante…). I dialoghi sono ben costruiti e immediati, i piccoli refusi che pure sono presenti sono sicuramente trascurabili quando il tempo è tiranno.
I pensieri del medico lasciano credere che questa sia ormai una pratica comune (‘sempre la stessa storia’), quindi in giro ci sono moltissimi figli/padri e figlie/madri… avendo più spazio, questo potrebbe essere a mio parere un punto interessante da sviluppare.23 settembre 2015 alle 22:30 in risposta a: Anche i personaggi nel loro piccolo s'inca**ano – Eleonora Rossetti #10975Ciao
interessante e coinvolgente, dopo pochi righe ho pensato a un gioco di ruolo, la sorpresa finale non mi ha tolto nulla, anzi. E’ condotto bene ed è scorrevole. Indubbiamente per me giudizio positivo.
Ho un dubbio, però: i ‘personaggi’ non possono muoversi di volontà propria, non possono fare nulla, ma possono pensare e parlare… mi sembra che le due cose siano in contrasto. Può essere solo una mia idea, chiaramente. Magari prova a pensarci e vedi se questo appunto per te ha valore o no.Ciao
ho apprezzato molto l’ambientazione storica: sia perché originale, sia per una mia personale predilezione per quel periodo e per Marlene. Qua e là c’è qualche ripetizione – per esempio ‘consuetudine’ – che avendo il tempo di rileggere a mente fredda sicuramente avresti notato e corretto. Ma, si sa, i minuti sono davvero sempre contati!
Io credo che in fondo l’accenno alla moglie, al fatto che la borsa è sua e soprattutto il fatto che gli cada così distrattamente sono elementi che potrebbero essere tolti o cambiati. Cioè, capisco lo scopo di creare attesa (la borsetta) e ambiente, ma forse potresti pensare a un altro modo di inserirli.
Naturalmente sono scelte, non dico che quello che hai scritto sono errori. Valutazione per me positiva, comunque.Ciao
racconto molto interessante, che ha colto subito la mia attenzione spingendomi ad andare avanti. Devo dire che ho dovuto rileggere due o tre volte la seconda parte, dal messaggio in poi, perché non riuscivo a capire bene. Ma naturalmente può essere esclusivamente un problema mio, ognuno di noi è più ricettivo su certe cose e meno su altre. Forse, ma è solo una mia opinione, il tema dell’universo ‘b’ poteva essere un poco più approfondito.
Detto questo, sicuramente il mio commento è positivo.-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da
valter carignano.
Ciao
bel racconto, essenziale e dinamico. In parte sono d’accordo con Simone Cassia: volendo, mancano dei particolari, l’ambiente potrebbe essere tratteggiato meglio e varie altre cose ma… in tremila caratteri il risultato secondo è ottimo. Detto questo, anche avendone la possibilità io non lo allungherei: la sua forza è nella brevità e nella chiarezza delle scene.
Bello.ciao a tutti
ringrazio in anticipo per tutti i vostri pareri. Non riuscirò a ringraziare ognuno mano a mano, periodo pienissimo sul lavoro. ma leggerò e cercherò di imparareAntico, sono emozionato… e pensa che pur essendo appassionato di telefilm vari, Fringe non l’ho mai visto e ne so praticamente niente. Motivo di più per vederlo, allora
Supergrazie!Grazie Damiano, Serena e Andry… d’altra parte è facile ringraziare quando si ricevono commenti positivi
Fatto tesoro degli appunti, comunque sempre preziosi.
Alla prossima!3 settembre 2015 alle 15:34 in risposta a: Gruppo UBERTI: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #10501Ciao a tutti e innanzitutto scusate il ritardo, è stato un inizio settembre laborioso. Complimenti sinceri per il gran lavoro di ognuno e grazie per i giudizi positivi o negativi, ma sempre utilissimi, sul mio racconto.
Difficile stilare una classifica. Personalmente, credo esistano molti modi di scrivere narrativa, molti stili possibili, al di là dei suggerimenti strutturali condivisi dalla maggioranza degli autori e delle scuole di scrittura.
Per quello che può valere il mio giudizio cerco quindi di non valutare in relazione a categorie predefinite, tipo ‘un racconto dev’essere così o cosà, deve esserci questo e quello, sennò non vale niente’. Altri lo fanno, e avranno sicuramente le loro giuste ragioni; io preferisco di no. Per quanto mi è possibile cerco di valutare quanto leggo secondo le sue caratteristiche specifiche, cercando di comprenderle. Naturalmente, poi, anch’io ho la mia storia, le mie predilezioni, i miei gusti e soprattutto le mie mancanze e limiti.
Da tutti questi elementi deriva il fatto che certi racconti siano per me meno comprensibili e ‘compiuti’ rispetto ad altri, e poi purtroppo una classifica si deve per forza fare. Ripeto: davvero complimenti a tutti. E’ un onore essere qui con voi.
Dopo questa verbosa premessa, ecco la mia personalissima classifica:1 Un attimo, per sempre di Vilma Cretti
2 Ritorno a casa di Alexandra Fischer
3 Ombre di M.R. Del Ciello
4 La guerra invisibile di Flavia Imperi
5 Colpevole di non esistere di Francesco Nucera
6 ‘Invisible man’ di Adriano Muzzi
7 L’amante invisibile di Serena Aronica
8 Il vecchio e le colombe di Damiano D’Andrea
9 L’essenziale di Beppe Roncari
10 L’invisibilità di Omaima MarfoqIl vecchio e le colombe
Innanzitutto, complimenti. Lo spunto secondo me è buono, la storia ordinaria, triste e banale vita di un vecchio che nel finale (ottimo) vira speranzosa e quasi catartica verso il soprannaturale.
Secondo il mio gusto, però, il testo appare un poco involuto, a tratti pesante e dalle costruzioni sintattiche forse meno evocative rispetto alle intenzioni. D’altra parte, riconosco la scelta di avvicinarsi alla ‘prosa d’arte’, e tempo e spazio come sempre sono stati tiranni.Ritorno a casa
Innanzitutto, complimenti per l’ambientazione, molto evocativa.
Alcuni passaggi mi sembrano un po’ oscuri, forse la tirannia del tempo non ti ha permesso di definirli al meglio: fra gli altri, come lui potesse interagire con gli altri essendo invisibile (‘Crescendo, si era scoperto invisibile’ verso la metà del racconto) e perché questo dovesse preoccuparlo così tanto alla fine del racconto, visto che era così da anni.La guerra invisibile
Ritmo molto buono, complimenti. Tutto si sussegue in maniera veloce ma non eccessiva, lasciando spazio alla comprensione. E poi a me piacciono i gatti, quindi…
Non ho capito bene cosa succede negli ultimi paragrafi, alla prima lettura, ma probabilmente era colpa mia. Una sola cosa: che facilità ha avuto la strega a far funzionare il cellulare e a capire internet, se non li aveva mai visti!Un attimo, per sempre
Complimenti, scritto bene e con proprietà. Inizialmente, avevo pensato che il padre fosse morto, e che vegliasse in qualche modo sulla figlia. E poi che il dialogo si riferisse al fatto che lei – morta – se ne sarebbe andata con lui nel fatidico ‘posto migliore’.
Detto questo, che può essere benissimo soltanto un mio errore, efficace anche il finale.L’amante invisibile
Che dire? Se l’intenzione era di ‘épater les bourgeois’, di colpire, sicuramente il risultato è raggiunto. Personalmente, e sicuramente è un mio limite, trovo questo tipo di surreale con l’inserimento di vicende sessuali poco nelle mie corde.
A parte questa parentesi personale, lo stile è secondo me buono e scorre liscio. Forse qualche dialogo in più, volendo, ma buono anche il flusso di pensiero.Ombre
Stile stringato, asciutto, tenuto bene fino alla fine. Complimenti.
La vicenda, secondo il mio personalissimo parere, poteva essere un poco più approfondita. Per esempio, mi sono chiesto se magari lui fosse stato in qualche modo avvelenato dalla moglie, e perché non si renda conto che il medico gli mente quando dice che ‘ce l’abbiamo tutti’ (al di là del fatto che l’inizio della malattia sia poco visibile per la maggioranza).
Ma in fondo sono piccolezze, il tempo e il numero dei caratteri sono sempre pochi. Cmq credo sia un buon lavoro.‘Invisible Man’
Personalmente, e mi rendo conto che è una specie di mia idiosincrasia, non amo molto i racconti, le storie e tutto ciò che abbia a che fare con l’handicap, per il semplice motivo che – per la mia esperienza – si finisce sempre col pietire e con cercare ‘l’effetto facile’ dato il tema.
In questo caso, non solo non lo fai (onore al merito) ma scrivi anche una storia piacevole, con buona forma che solo in qualche punto potrebbe essere ‘purgata’ di qualche frase fatta (tipo ‘color grigio topo’). Ottimo risultato.L’invisibilità
Davvero molto suggestivo, con una buona forma che tuttavia – secondo il mio personale parere – alla lunga mi sembra tenda a stancare. C’è un piccolo plothole, un buco di trama, riguardante la fine dei genitori e il perché sono scomparsi, e secondo me non si capisce subito che si parla di <span style=”line-height: 1.5;”>diversi </span><span style=”line-height: 1.5;”>momenti della vita della protagonista</span><span style=”line-height: 1.5;”>.</span><span style=”line-height: 1.5;”>Avendo un poco più di tempo e spazio, personalmente credo che il racconto possa essere sviluppato e avere il valore che merita.</span>
Colpevole di non esistere
Stile veloce e perfettamente adatto a quanto narrato, complimenti. La presa in giro del nostro tempo così ‘social’ è centrata, potrebbe essere un ottimo plot per uno sketch di cabaret. Personalmente non ho capito bene il finale, cioè l’abbonamento alla rivista dei carabinieri (non migliora la sua posizione ‘non social’) ma in fondo non ha molta importanza. Buon lavoro.L’essenziale
Ottimo stile, originale l’idea (noto che c’è una piccola comunanza fra i nostri racconti, riguardo lo spettro del visibile, poi naturalmente ognuno prende una strada che porta a storie molte diverse).
Al di là del molto ben riuscito gioco di parole fra l’inizio e la fine che dona al racconto una bella forma circolare, alcune frasi dell’ultimo paragrafo non le ho capite bene. Ma problema mio, credo. Complimenti.riciao
ho visto che hai risposto al mio commento. In realtà, alcuni degli appunti che avevo mosso non hanno retto a una (mia) revisione quasi immediata, quindi li ho tolti. Nel frattempo, però, tu avevi già letto e commentato a tua volta.
Niente di grave, cmq il mio commento definitivo (parolone!) è quello che appare ora e per cui sembra che la tua risposta non c’entri granché. Colpa mia.Grazie Alexandra, Maria Rosaria e Flavia, apprezzamenti e critiche registrati e messi a macerare nella speranza diano buoni frutti.
Grazie a Ceranu, appunti registrati!
E grazie a Beppe, di cui forse non condivido la visione generale di ciò che deve essere un racconto e non capisco del tutto la frase ‘personaggio è trama’. Ma proprio per questo stimolante.Grazie ‘collettivo’ per le risposte, sempre preziose e sincere. E anche per l’apprezzamento, a chi non fa piacere?
Stile veloce e perfettamente adatto a quanto narrato, complimenti. La presa in giro del nostro tempo così ‘social’ è centrata, potrebbe essere un ottimo plot per uno sketch di cabaret. Personalmente non ho capito bene il finale, cioè l’abbonamento alla rivista dei carabinieri (non migliora la sua posizione ‘non social’) ma in fondo non ha molta importanza. Buon lavoro.
Davvero molto suggestivo, con una buona forma che tuttavia – secondo il mio personale parere – alla lunga mi sembra tenda a stancare. C’è un piccolo plothole, un buco di trama, riguardante la fine dei genitori e il perché sono scomparsi, e non forse si capisce subito che poi si parla di un momento della vita della protagonista successivo.
Avendo un poco più di tempo e spazio, personalmente credo che il racconto possa essere sviluppato e avere il valore che merita.Personalmente, e mi rendo conto che è una specie di mia idiosincrasia, non amo molto i racconti, le storie e tutto ciò che abbia a che fare con l’handicap, per il semplice motivo che – per la mia esperienza – si finisce sempre col pietire e con cercare ‘l’effetto facile’ dato il tema.
In questo caso, non solo non lo fai (onore al merito) ma scrivi anche una storia piacevole, con buona forma che solo in qualche punto potrebbe essere ‘purgata’ di qualche frase fatta (tipo ‘color grigio topo’). Ottimo risultato.Stile stringato, asciutto, tenuto bene fino alla fine. Complimenti.
La vicenda, secondo il mio personalissimo parere, poteva essere un poco più approfondita. Per esempio, mi sono chiesto se magari lui fosse stato in qualche modo avvelenato dalla moglie, e perché non si renda conto che il medico gli mente quando dice che ‘ce l’abbiamo tutti’ (al di là del fatto che l’inizio della malattia sia poco visibile per la maggioranza).
Ma in fondo sono piccolezze, il tempo e il numero dei caratteri sono sempre pochi. Cmq credo sia un buon lavoro.Ottimo stile, originale l’idea (noto che c’è una piccola comunanza fra i nostri racconti, riguardo lo spettro del visibile, poi naturalmente ognuno prende una strada che porta a storie molte diverse).
Al di là del molto ben riuscito gioco di parole fra l’inizio e la fine che dona al racconto una bella forma circolare, alcune frasi dell’ultimo paragrafo non le ho capite ben. Ma problema mio, credo. Complimenti.Che dire? Se l’intenzione era di ‘épater les bourgeois’, di colpire, sicuramente il risultato è raggiunto. Personalmente, e sicuramente è un mio limite, trovo questo tipo di surreale con l’inserimento di vicende sessuali poco nelle mie corde.
A parte questa parentesi personale, lo stile è secondo me buono e scorre liscio. Forse qualche dialogo in più, volendo, ma buono anche il flusso di pensiero.-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 8 mesi fa da
valter carignano.
Complimenti, scritto bene e con proprietà. Inizialmente, avevo pensato che il padre fosse morto, e che vegliasse in qualche modo sulla figlia. E poi che il dialogo si riferisse al fatto che lei – morta – se ne sarebbe andata con lui nel fatidico ‘posto migliore’.
Detto questo, che può essere benissimo soltanto un mio errore, efficace anche il finale.Ritmo molto buono, complimenti. Tutto si sussegue in maniera veloce ma non eccessiva, lasciando spazio alla comprensione. E poi a me piacciono i gatti, quindi…
Non ho capito bene cosa succede negli ultimi paragrafi, alla prima lettura, ma probabilmente era colpa mia. Una sola cosa: che facilità ha avuto la strega a far funzionare il cellulare e a capire internet, se non li aveva mai visti!-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 8 mesi fa da
valter carignano.
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Questa risposta è stata modificata 9 anni, 8 mesi fa da
valter carignano.
Innanzitutto, complimenti per l’ambientazione, molto evocativa.
Alcuni passaggi mi sembrano un po’ oscuri, forse la tirannia del tempo non ti ha permesso di definirli al meglio: fra gli altri, come lui potesse interagire con gli altri essendo invisibile (‘Crescendo, si era scoperto invisibile’ verso la metà del racconto) e perché questo dovesse preoccuparlo così tanto alla fine del racconto, visto che era così da anni.-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 8 mesi fa da
valter carignano.
Innanzitutto, complimenti. Lo spunto secondo me è buono, la storia ordinaria, triste e banale vita di un vecchio che nel finale (ottimo) vira speranzosa e quasi catartica verso il soprannaturale.
Secondo il mio gusto, però, il testo appare un poco involuto, a tratti pesante e dalle costruzioni sintattiche forse meno evocative rispetto alle intenzioni. D’altra parte, riconosco la scelta di avvicinarsi alla ‘prosa d’arte’, e tempo e spazio come sempre sono stati tiranni.Presente.
6 agosto 2015 alle 21:33 in risposta a: Bommarito Edition – Figli dimenticati – L’amico immaginario #9739Ero nel tuo gruppo, il racconto mi era piaciuto anche se l’avevo trovato ‘contratto’ (ma certo il limite di caratteri non l’avevi deciso tu…). Ora secondo la mia opinione è molto meglio: più chiaro tutto quanto e migliore l’atmosfera. Sempre secondo me, potrebbe ancora essere meglio se ampliato (al di là dei limiti dei laboratorio), in modo che la ‘trasformazione’ in bambola sia più attesa, con più suspense, e si capisca solo molto più lentamente chi sia che parla ‘in corsivo’. Complimenti.
28 luglio 2015 alle 13:52 in risposta a: Gruppo SILENZIO: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #9406ciao a tutti
Ecco la mia personale classifica.
1.Oggetti smarriti
2.Fantasma
3.Philip Morris
4.L’essenza della vita
5.Errori di gioventù
6.L’amico immaginario
7.Eppure era chiusa
8.Vecchio leone
9.Pianeti
10.Non ne ho ideaL’amico immaginario
Bella atmosfera familiare, la migliore (Stephen King docet) per un certo genere di racconti soprannaturali. Bella l’alternanza delle scene, espressive e concise, e l’immagine finale molto evocativa.
Qualche problema di punteggiatura e qualche errore di battitura, peccati veniali forse dovuti al poco tempo. Per esempio, dopo i puntini di sospensione di norma si mette lo spazio, e anche i punti e le virgole potrebbero essere distribuiti con maggiore espressività.
Si nota anche la scelta di termini un poco ‘letterari’, in un contesto peraltro invece assolutamente e volutamente prosaico: le ‘lusinghe del sonno’, ‘separavano con perizia’ e simili. Non so se sia stato voluto o meno: in ogni caso – scelta precisa o caso – si notano.
Il nome della zia, Evelina, appare all’improvviso e per un po’ ci si chiede chi sia questa persona. Anche il mutismo della madre, poi scomparso, lascia forse troppe domande in sospeso.
D’altra parte, nel commento al post di Simone Cassia hai detto che hai dovuto tagliare, e forse molte di queste cose sarebbero invece andate a posto nella versione ‘completa’, che spero prima o poi di leggere. Complimenti.Philip Morris
Una storia che mette una tristezza infinita, almeno a me. Se questo era il tuo scopo – la tristezza, non il fatto di farla provare a me, chiaramente– allora ottimo lavoro.
Personaggi sordidamente reali, inutili e banali, che non hanno niente da raccontare o da dire nemmeno a se stessi, che vivono di frasi fatte e immagini stereotipate: la philip morris, il volkswagen, la casa libera e infine – ottimo – il cup cake con la candelina.
Il tono mi sembra adeguato al tipo di racconto, così come alcune costruzioni che echeggiano il dialetto. Verso il fondo, il linguaggio di lei mi sembra diventi più duro, delineando un personaggio femminile un poco diverso, forse anche peggiore, rispetto all’inizio.
Il fatto che ‘lui’ aspetti così tanto per arrivare al dunque – addirittura un esplicito invito di lei – mi sembra un poco ‘fuori personaggio’, gli dona una parvenza di nobiltà e buone maniere che ovviamente non ha, e in fondo lei è soltanto una preda fra le tante, forse una delle più stupide e con meno autocoscienza, che non merita l’investimento di così tanto tempo.
Dal punto di vista del testo, qualche piccola ripetizione dovuta probabilmente al poco tempo, sia dal punto di vista lessicale che con costruzioni un poco involute e ridondanti.
Il finale non è ‘a sorpresa’, si intuisce già alla terza riga che finirà più o meno così (complice anche il tema assegnato) e questo per certi versi potrebbe essere un difetto, almeno per chi pensa che un racconto breve debba per forza finire ‘a sorpresa’. In questo caso, non mi sembra un difetto ma l’inevitabile risultato, in senso quasi deterministico, dati i personaggi.Eppure era chiusa
Molto interessante e ben congegnato il flusso di pensieri del protagonista, quasi sempre efficace e coinvolgente, complimenti. Anche il finale è molto d’effetto, inaspettato.
Tuttavia, forse troppe cose sono appena accennate, non molto chiare, e rendono il finale sì inaspettato ma anche un poco non giustififcato: per esempio, quale ‘contatto’ aspettava a quell’ora del mattino, presumibilmente prima delle 6.30-7, che è l’ora media in cui ci si alza per andare a lavorare, specie se si ha tanto lavoro e un’azienda da mandare avanti? Certo, può non essere fondamentale, ma qualche importanza deve averla visto che il racconto comincia in quel modo.
Stesso problema per il litigio con la moglie: perché è così grave da portare a simili conseguenze? IMHO poche parole in più sarebbero state utili per spiegare queste e altre cose, e insieme per dare più spessore e credibilità all’ambiente.
Anch’io, come Flavia Imperi, non ho capito la frase sulla fede al dito.
La punteggiatura qualche volta è da rivedere, ma credo sia normale dovendo scrivere in fretta.Vecchio leone
Inizio molto buono, immediatamente caratterizza e ‘mostra’ il personaggio. E molto coerente e anche divertente il finale, della serie ‘chi nasce tondo non può morir quadrato’. Ottimo.
Forse però il protagonista – ma naturalmente è solo la mia opinione – poteva essere caratterizzato anche nel modo di parlare, nella scelta del lessico e della costruzione grammaticale; magari in contrapposizione al modo di esprimersi del figlio e a quello delle due ragazze, una delle quali presumibilmente straniera. Non voglio dire scadere nel macchiettistico, ma usare il linguaggio dei personaggi per dire cose su di loro. Il loro modo di esprimersi rimane invece poco realistico, in fondo quasi asettico.Errori di gioventù
Divertente, complimenti. Uno degli approcci più originali al tema, che presenta invece storie secondo me un po’ troppo simili fra loro.
Devo dire che fin dalle prime righe avevo già capito non si trattasse di un figlio ‘vero’, e subito chissà perché ho proprio pensato al tamagochi o a qualche personaggio virtuale tipo Second Life o simili. Ma la cosa non ha tolto gusto, anzi in certo senso mi ha permesso di apprezzare meglio il ‘detto e non detto’ dei dialoghi.
La prima frase è di ottimo effetto. I dialoghi, invece, secondo la mia opinione, sono qualche volta un po’ meccanici. Divertente e d’effetto, anche per chi come me non credeva fosse un vero bambino, il finale con la contrapposizione ‘sculetta’ e ‘angioletto’.Fantasma
Per il mio gusto personale, apprezzo le storie che fondano realtà e fantasie, o s’ispirino a fatti reali, o cmq con un background non autoreferenziale. Di conseguenza mi piace il tuo racconto, nel quale è abbastanza chiaro fin dall’inizio che si parla di un qualche soldato dimenticato – o impazzito, o entrambe le cose – anche se non necessariamente di un giapponese della seconda guerra mondiale. Poteva essere un alieno abbandonato sulla Terra dopo un’invasione fallita… in tutti i casi, come ho detto altre volte, secondo la mia opinione non è per nulla necessario che un racconto breve finisca ‘a sorpresa’.
Il racconto è perfettamente comprensibile, secondo me, sia che si conosca un po’ di storia contemporanea sia che non la si conosca (e in questo secondo caso, credo che la ‘colpa’ della possibile poca comprensione non dovrebbe essere imputata all’autore)
Adeguata e centrata la scelta dei termini e il linguaggio, un poco desueto e rigido, com’è giusto per un militare giapponese che da molti anni non parla che con se stesso.Pianeti
Come amante della fantascienza, sono stato piacevolmente stupito di trovare il tuo racconto. Non credo peraltro il tema vincolasse a ‘tematiche sociali’, come dici in un commento.
A differenza di coloro che mi hanno preceduto, ho trovato il lessico e la costruzione sintattica interessanti. Non perfetta – si sa, il tempo è quello che è – ma riecheggianti certa fantascienza cinematografica degli anni ’50, con frasi molto lunghe, qualche volta ridondanti e tribunizie. O almeno a me ha ricordato questo, spero la citazione non fosse involontaria.
In effetti, però, qualche dialogo, o anche solo qualche pensiero del protagonista avrebbe potuto essere utile a dare un poco di coinvolgimento in più. In questo modo, sempre secondo la mia opinione, si sarebbe potuto dare nuova linfa o un nuovo punto di vista per una storia – quella del viaggiatore spaziale che al suo ritorno trova una Terra distrutta – che è stata narrata davvero molte e molte volte. Il problema non è trovare argomenti nuovi (tutto è stato narrato infinite volte, lo sappiamo, e ogni cosa potrebbe essere riconducibile a una precedente) ma fare in modo di rendere personali le proprie narrazioni.Non ne ho idea
Secondo la mia opinione, racconto molto interessante. Volutamente non realistico, un mondo popolato da animali-uomini fantastici (io ho pensato subito a dei centauri, l’ultima fotografia della madre lo smentisce, poco male). Oppure da uomini che comunicano con animali e viceversa, oppure… ecco, sono tutti questi ‘oppure’ che rendono interessante il racconto. Valutarlo in termini di ‘realismo’ o possibilità biologica d’accoppiamento mi sembra strano, ma ognuno ha il proprio modo di vedere le cose.
Però il racconto appare qualche volta poco chiaro, può essere anche a causa del limite di spazio. La ‘barzelletta’ secondo me è ottima: funzionale allo svolgimento, crea familiarità e quindi contrasto con quanto avviene in seguito, ed è anche divertente. Certo, prende molto spazio, ma qui si ritorna al discorso precedente dei limiti.
E la mancanza di un titolo non è questione da sottovalutare (aggiungo: è un po’ come se il racconto non fosse finito).Oggetti smarriti
Bello. Faccio fatica a pensare a un modo migliore di condurlo. Non raggiungo nemmeno i 300 caratteri previsti, ma se non so che dire… va tutto bene, secondo me.
Non necessario a mio parere nemmeno lo ‘stacco finale’ menzionato in altri commenti. Il punto di vista non è quello di Patrizia, non è in prima persona, è sempre il narratore esterno che ci mostra quello che lui vuole che vediamo.L’essenza della vita
Come cerco di fare sempre, non giudico ‘la sostanza’ ma il ‘come’. Nel senso che cerco di non soffermarmi sulle mie preferenze riguardo generi e tematiche (mi sembrerebbe troppo umorale e di scarso valore, per come la vedo io) ma esprimo la mia opinione riguardo alla parte ‘tecnica’.
Che qui secondo me è molto buona. Veloce, surreale al punto giusto come certi film dei National Lampoons, ottima scelta lessicale, ben costruito… ottimo-
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valter carignano.
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Come cerco di fare sempre, non giudico ‘la sostanza’ ma il ‘come’. Nel senso che cerco di non soffermarmi sulle mie preferenze riguardo generi e tematiche (mi sembrerebbe troppo umorale e di scarso valore, per come la vedo io) ma esprimo la mia opinione riguardo alla parte ‘tecnica’.
Che qui secondo me è molto buona. Veloce, surreale al punto giusto come certi film dei National Lampoons, ottima scelta lessicale, ben costruito… ottimo.
Bello. Faccio fatica a pensare a un modo migliore di condurlo. Non raggiungo nemmeno i 300 caratteri previsti, ma se non so che dire… va tutto bene, secondo me.
Non necessario a mio parere nemmeno lo ‘stacco finale’ menzionato in altri commenti. Il punto di vista non è quello di Patrizia, non è in prima persona, è sempre il narratore esterno che ci mostra quello che lui vuole che vediamo.
Secondo la mia opinione, racconto molto interessante. Volutamente non realistico, un mondo popolato da animali-uomini fantastici (io ho pensato subito a dei centauri, l’ultima fotografia della madre lo smentisce, poco male). Oppure da uomini che comunicano con animali e viceversa, oppure… ecco, sono tutti questi ‘oppure’ che rendono interessante il racconto. Valutarlo in termini di ‘realismo’ o possibilità biologica d’accoppiamento mi sembra strano, ma ognuno ha il proprio modo di vedere le cose.
Però il racconto appare qualche volta poco chiaro, può essere anche a causa del limite di spazio. La ‘barzelletta’ secondo me è ottima: funzionale allo svolgimento, crea familiarità e quindi contrasto con quanto avviene in seguito, ed è anche divertente. E la mancanza di un titolo non è questione da sottovalutare. Certo, prende molto spazio, ma qui si ritorna al discorso precedente dei limiti.
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valter carignano.
Come amante della fantascienza, sono stato piacevolmente stupito di trovare il tuo racconto. Non credo peraltro il tema vincolasse a ‘tematiche sociali’, come dici in un commento.
A differenza di coloro che mi hanno preceduto, ho trovato il lessico e la costruzione sintattica interessanti. Non perfetta – si sa, il tempo è quello che è – ma riecheggianti certa fantascienza cinematografica degli anni ’50, con frasi molto lunghe, qualche volta ridondanti e tribunizie. O almeno a me ha ricordato questo, spero la citazione non fosse involontaria.
In effetti, però, qualche dialogo, o anche solo qualche pensiero del protagonista avrebbe potuto essere utile a dare un poco di coinvolgimento in più. In questo modo, sempre secondo la mia opinione, si sarebbe potuto dare nuova linfa o un nuovo punto di vista per una storia – quella del viaggiatore spaziale che al suo ritorno trova una Terra distrutta – che è stata narrata davvero molte e molte volte. Il problema non è trovare argomenti nuovi (tutto è stato narrato infinite volte, lo sappiamo, e ogni cosa potrebbe essere riconducibile a una precedente) ma fare in modo di rendere personali le proprie narrazioni.
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valter carignano.
Per il mio gusto personale, apprezzo le storie che fondano realtà e fantasie, o s’ispirino a fatti reali, o cmq con un background non autoreferenziale. Di conseguenza mi piace il tuo racconto, nel quale è abbastanza chiaro fin dall’inizio che si parla di un qualche soldato dimenticato – o impazzito, o entrambe le cose – anche se non necessariamente di un giapponese della seconda guerra mondiale. Poteva essere un alieno abbandonato sulla Terra dopo un’invasione fallita… in tutti i casi, come ho detto altre volte, secondo la mia opinione non è per nulla necessario che un racconto breve finisca ‘a sorpresa’.
Il racconto è perfettamente comprensibile, secondo me, sia che si conosca un po’ di storia contemporanea sia che non la si conosca (e in questo secondo caso, credo che la ‘colpa’ della possibile poca comprensione non dovrebbe essere imputata all’autore)
Adeguata e centrata la scelta dei termini e il linguaggio, un poco desueto e rigido, com’è giusto per un militare giapponese che da molti anni non parla che con se stesso.
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valter carignano.
Divertente, complimenti. Uno degli approcci più originali al tema, che presenta invece storie secondo me un po’ troppo simili fra loro.
Devo dire che fin dalle prime righe avevo già capito non si trattasse di un figlio ‘vero’, e subito chissà perché ho proprio pensato al tamagochi o a qualche personaggio virtuale tipo Second Life o simili. Ma la cosa non ha tolto gusto, anzi in certo senso mi ha permesso di apprezzare meglio il ‘detto e non detto’ dei dialoghi.
La prima frase è di ottimo effetto. I dialoghi, invece, secondo la mia opinione, sono qualche volta un po’ meccanici. Divertente e d’effetto, anche per chi come me non credeva fosse un vero bambino, il finale con la contrapposizione ‘sculetta’ e ‘angioletto’.
Grazie a tutti.
Pensavo di fare un ringraziamento unico alla fine di tutti i commenti, ma poi ho pensato che poteva risultare scortese e quindi comincio a ringraziare per la loro opinione chi ha postato sino ad ora.
Non risponderò a ognuno, non per scortesia ma perché credo che ognuno giustamente esprima la propria opinione in base al proprio gusto, al proprio vissuto esperienziale, alla propria particolare cultura (in senso antropologico) e strumenti tecnici. Si tratta di punti di vista diversi, da accettare così come sono e su cui meditare, a prescindere dal fatto che si sia d’accordo o sembrino fuori luogo. Inoltre, nei commenti di altri ad altri racconti ho visto nascere liti anche abbastanza aspre, e pur non avendo assolutamente intenzione di scatenarne io non voglio correre il rischio.
Solo una cosa vorrei dire a Simone, non perché sia in contrasto con la sua ‘recensione’ – è buona, perché dovrei lamentarmi :-)? – ma per dare qualche informazione in più. L’inciso ‘figli dimenticati’ l’ho scritto perché ho pensato che il racconto potesse in futuro forse avere una destinazione diversa rispetto al concorso, e che quindi il lettore non conoscesse il ‘tema’. Forse ho sbagliato.
Invece, riguardo all’altra frase da te citata, posso soltanto dire che gli studiosi di storia delle religioni cui mi sento per varie ragioni più vicino sono fra gli altri quelli di scuola francese, secondo i quali i greci erano molto meno ‘greci’ (nel senso di ordinati, filosofi, razionali, ‘educati’) di quanto altre scuole di pensiero ritengano. E conseguentemente lo erano anche i loro dei. Da cui il pensiero di Persefone, che mal sopportava (pur essendoselo cercato volutamente, ma qui il discorso diverrebbe davvero troppo lungo) il periodo dell’anno passato negli Inferi.
Grazie ancora a tutti.
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valter carignano.
Inizio molto buono, immediatamente caratterizza e ‘mostra’ il personaggio. E molto coerente e anche divertente il finale, della serie ‘chi nasce tondo non può morir quadrato’. Ottimo.
Forse però il protagonista – ma naturalmente è solo la mia opinione – poteva essere caratterizzato anche nel modo di parlare, nella scelta del lessico e della costruzione grammaticale; magari in contrapposizione al modo di esprimersi del figlio e a quello delle due ragazze, una delle quali presumibilmente straniera. Non voglio dire scadere nel macchiettistico, ma usare il linguaggio dei personaggi per dire cose su di loro. Il loro modo di esprimersi rimane invece poco realistico, in fondo quasi asettico.
Molto interessante e ben congegnato il flusso di pensieri del protagonista, quasi sempre efficace e coinvolgente, complimenti. Anche il finale è molto d’effetto, inaspettato.
Tuttavia, forse troppe cose sono appena accennate, non molto chiare, e rendono il finale sì inaspettato ma anche un poco non giustififcato: per esempio, quale ‘contatto’ aspettava a quell’ora del mattino, presumibilmente prima delle 6.30-7, che è l’ora media in cui ci si alza per andare a lavorare, specie se si ha tanto lavoro e un’azienda da mandare avanti? Certo, può non essere fondamentale, ma qualche importanza deve averla visto che il racconto comincia in quel modo.
Stesso problema per il litigio con la moglie: perché è così grave da portare a simili conseguenze? IMHO poche parole in più sarebbero state utili per spiegare queste e altre cose, e insieme per dare più spessore e credibilità all’ambiente.
Anch’io, come Flavia Imperi, non ho capito la frase sulla fede al dito.
La punteggiatura qualche volta è da rivedere, ma credo sia normale dovendo scrivere in fretta.
Una storia che mette una tristezza infinita, almeno a me. Se questo era il tuo scopo – la tristezza, non il fatto di farla provare a me, chiaramente
– allora ottimo lavoro.
Personaggi sordidamente reali, inutili e banali, che non hanno niente da raccontare o da dire nemmeno a se stessi, che vivono di frasi fatte e immagini stereotipate: la philip morris, il volkswagen, la casa libera e infine – ottimo – il cup cake con la candelina.
Il tono mi sembra adeguato al tipo di racconto, così come alcune costruzioni che echeggiano il dialetto. Verso il fondo, il linguaggio di lei mi sembra diventi più duro, delineando un personaggio femminile un poco diverso, forse anche peggiore, rispetto all’inizio.
Il fatto che ‘lui’ aspetti così tanto per arrivare al dunque – addirittura un esplicito invito di lei – mi sembra un poco ‘fuori personaggio’, gli dona una parvenza di nobiltà e buone maniere che ovviamente non ha, e in fondo lei è soltanto una preda fra le tante, forse una delle più stupide e con meno autocoscienza, che non merita l’investimento di così tanto tempo.
Dal punto di vista del testo, qualche piccola ripetizione dovuta probabilmente al poco tempo, sia dal punto di vista lessicale che con costruzioni un poco involute e ridondanti.
Il finale non è ‘a sorpresa’, si intuisce già alla terza riga che finirà più o meno così (complice anche il tema assegnato) e questo per certi versi potrebbe essere un difetto, almeno per chi pensa che un racconto breve debba per forza finire ‘a sorpresa’. In questo caso, non mi sembra un difetto ma l’inevitabile risultato, in senso quasi deterministico, dati i personaggi.Bella atmosfera familiare, la migliore (Stephen King docet) per un certo genere di racconti soprannaturali. Bella l’alternanza delle scene, espressive e concise, e l’immagine finale molto evocativa.
Qualche problema di punteggiatura e qualche errore di battitura, peccati veniali forse dovuti al poco tempo. Per esempio, dopo i puntini di sospensione di norma si mette lo spazio, e anche i punti e le virgole potrebbero essere distribuiti con maggiore espressività.
Si nota anche la scelta di termini un poco ‘letterari’, in un contesto peraltro invece assolutamente e volutamente prosaico: le ‘lusinghe del sonno’, ‘separavano con perizia’ e simili. Non so se sia stato voluto o meno: in ogni caso – scelta precisa o caso – si notano.
Il nome della zia, Evelina, appare all’improvviso e per un po’ ci si chiede chi sia questa persona. Anche il mutismo della madre, poi scomparso, lascia forse troppe domande in sospeso.
D’altra parte, nel commento al post di Simone Cassia hai detto che hai dovuto tagliare, e forse molte di queste cose sarebbero invece andate a posto nella versione ‘completa’, che spero prima o poi di leggere. Complimenti.-
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valter carignano.
20 luglio 2015 alle 20:56 in risposta a: Convocazione per la TWO DAYS EDITION (Starring Roberto Bommarito)! #8956chiedo di partecipare, neofita o niubbo io pure
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