Il peggior timing della storia? Viola Lodato ci mostra che anche per combattere bisogna scegliere il momento giusto e magari selezionare le proprie battaglie al netto delle ossessioni.
Tornai a casa e la trovai seduta sul divano con il notebook in grembo, come ogni giorno.
«Salve, bellezza!» la salutai.
Lei sorrise. «Oh, ciao!»
«Sei riuscita a scrivere qualcosa, oggi?» mi aspettavo una risposta negativa ma glielo domandai comunque.
Scosse la testa. «Non è giusto. Non vedo perché dovrei.»
«Cosa intendi dire? Cosa non è giusto?»
Sospirò. «Ho scritto un bel libro, non credi?»
«Certo, tesoro. A me piace» risposi piattamente. Cos’altro avrei potuto rispondere? Non era niente di eccezionale ma si lasciava leggere.
«Beh, sai come funziona l’editoria, no?»
Mi sarei pure dovuto sorbire una lamentela sull’editoria brutta e cattiva che pubblica solo i raccomandati. «Lo so.»
«Credo di aver trovato il modo per farmi pubblicare, anche se so che tu non sarai d’accordo…»
«No, ti prego, ne abbiamo già parlato. Non ne vale la pena, non accettare quella cazzo di proposta.» Quel discorso mi faceva salire il sangue al cervello, io mi facevo il culo per dieci ore al giorno per vivere dignitosamente e lei voleva pagare un editore per pubblicare, fuori dal mondo.
Rise. «Chi ha parlato di quello? Non mi fraintendere!»
«E allora? Ti sei decisa a rendere meno truculento il libro?»
Rise di nuovo, questa volta più forte. «Smettila. Il mio libro va benissimo. Sai bene che pubblicano solo i personaggi famosi… così ho deciso di diventarlo.»
Oh, cazzo, pensai. Cosa diavolo si era messa in testa?
«Ho deciso di ispirarmi a Clarissa.»
La protagonista del suo libro, un’assassina che si vendicava sulla sua famiglia in tutti i modi più crudeli che la mente umana possa immaginare, pensai che si riferisse ad altro. Mi aspettavo una spiegazione.
«Ho ucciso mia madre e mio fratello, mentre non c’eri» disse, calma.
Questa volta fui io a ridere. «No, dai, seriamente, che vuoi fare?»
«Diventerò famosa, sarò la pazza che ha fatto fuori la famiglia dopo aver scritto un libro. Sarò richiestissima da tutte le big, puoi contarci.»
Non poteva essere seria.
«Ti chiedo scusa, ma sai bene come finisce il libro, quindi…» fece spallucce e tirò fuori una pistola da sotto il cuscino.
Nell’ultimo capitolo, Clarissa arrivava a uccidere anche il proprio marito dopo averlo smembrato, scuoiato vivo e altre cose che non ricordavo. No, cazzo. Non poteva essere. Era completamente impazzita.
«Ti chiedo scusa, purtroppo non posso ripetere tutta la scena, dovrò limitarmi a farti fuori.»
Premette sul grilletto prima ancora che potessi muovermi.
Marta sorrise. Avrebbe avuto la sua pubblicazione, una volta diventata famosa. Si avvicinò al cadavere del marito chiedendosi come renderlo più simile al personaggio del libro. Accanto a lui giaceva la posta che doveva aver preso dalla cassetta tornando a casa. Un logo rosso spiccava su una busta, era quello di una grande casa editrice. Marta la raccolse, certa di leggere l’ennesimo rifiuto. La aprì.
Spett.le signora Marconi, abbiamo letto il manoscritto inviatoci e ne siamo rimasti piacevolmente colpiti. Allegato a questa lettera troverà il contratto di pubblicazione che…