Io. Te.

Io. Te.

Il racconto capace di fare sua la settima posizione nella BEST 13 delle prime sessantadue edizioni di Minuti Contati.

 
IO
Il sudore è materia viscida sulla pelle. Mi fa incazzare. Soprattutto mi fa incazzare quando sono concentrato. Quando la testa mi scoppia e devo prendere una decisione.
Fanculo.
Filo verde o giallo.
La scuola è deserta. Bambini e insegnanti sono stati evacuati.
Mi sudano le dita, porco cazzo.
 
TE.
Sei solo un piccolo uomo, lo capisci questo? Non hai nelle mani il destino del mondo. Non è tagliando un filo che risolverai le cose. Ci sarà sempre qualcuno che piazzerà una bomba. Ci saranno sempre, da qualche parte, migliaia di vittime.
Ti stai dannando per niente. Ti vedo.
E tu sai che ti vedo.
 
IO.
Filo verde. Come la speranza.
Proviamoci porca troia. Respiro. Un–due–respiro. Un–due–respiro.
Ieri sera Paola aveva un buon sapore. Le sue labbra, le sue labbra…
Filo verde.
E stamattina, la piccola mi ha abbracciato forte e ha detto “papà, stasera vediamo I Puffi?”.
Le ho detto sì, dannazione.
I Puffi.
Sono blu.
Non c’è nessun cazzo di filo blu!
 
TE.
Se tu sapessi che fatica faccio, certe volte, a sopportare tutto questo. Questo mondo marcio, che sa solo precipitare verso la rovina. Quante centinaia di migliaia di anni di evoluzione ci sono voluti per arrivare a… questo? Allo zero. L’essere umano fattosi involuzione. Perciò capisci, che proprio non puoi farci niente. Né ora, né mai.
Lascia che gli eventi facciano il loro corso.
Vattene. Alzati e torna dalla tua famiglia. Finché puoi.
 
IO.
Mi sembra di essere tornato ai tempi di Israele. Che giorni dannati… mi scoppiano le orecchie solo a ripensare agli scoppi di quelle bombe. Mia madre me lo ripeteva sempre, che entrare negli artificieri mi avrebbe fatto ammazzare. Non l’ascoltavo. Disinnescare bombe era… fico. E mio padre, da lui mai una parola. Quando è morto, mi sono chiesto cosa abbia mai pensato davvero, di me e di quello che faccio.
E ora di nuovo due fili. E il timer che corre.
Verde o giallo.
 
TE.
So cosa stai pensando. Ti stai ponendo domande. Su di te, se ne vale la pena. Io non me le faccio mai queste domande. O meglio, ho smesso da un pezzo. Una volta, certo, mi chiedevo cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Oggi non ha più importanza.
Non prendo più decisioni. Mi limito a guardare.
 
IO.
La decisione è presa. Filo verde.
Dio, ti prego, fa che non sbagli. Voglio rivedere Paola. E la piccola Lena.
 
TE.
Non pregarmi. Io ho solo creato. Siete voi, ora, gli unici artefici del vostro destino.

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Daniele Picciuti

Daniele Picciuti è il padre fondatore di Minuti Contati. Lo ha gestito per tutta la Prima Era sul Forum di Edizioni XII e poi lo ha trasferito sul suo forum (Nero Café) per la Seconda e la Terza Era. Ha vinto anche due edizioni.


  3 commenti su “Io. Te.

  1. L'Antico
    L'Antico
    19 febbraio 2015 at 00:24

    “Non è facile, in poche righe, rendere tangibile la solitudine che accompagna noi esseri umani, i nostri pensieri e le nostre azioni. Tra quell’IO e quel TE c’è un punto, ma non si va a capo: forse ci si può scrutare, ma poi, ognuno, è solo col proprio destino.” (Commento di Patty Barale, giurata del Contest BEST)

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