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Grazie a tutti per l’editing e i suggerimenti molto interessanti avuti fino adesso!
Nei prossimi giorni, oltre a mettere a posto il testo, cercherò di ricambiare il commento e leggere anche i vostri racconti!2 ottobre 2015 alle 21:42 in risposta a: Gruppo HIGH CASTLE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11587Ciao a tutti, ecco la mia classifica con i relativi commenti:
1 – Lo smaltimento – Veronica Cani
Molto bello il tuo racconto. L’ho letto tutto d’un fiato fino all’amaro finale che può anche far sorridere in tutto il suo cinismo. Direi che seppur ambientato in un luogo fittizio ha connessioni con le società di tutti i tempi. Le persone intelligenti in ogni epoca sono sempre risultate scomode a chi deteneva il potere. E la tua rivisitazione di questo concetto è riuscita egregiamente. Buono anche lo stile che risulta molto scorrevole. Brava.
2 – Il mio universo, Daniele Picciuti
Il tuo testo, che ho interpretato come una sorta di fiaba gotica, mi è piaciuto molto. Lo stile è molto preciso e d’effetto; buona l’idea di far imbattere casualmente Alice, della famosa fiaba, e lo scettico scienziato. Azzeccata anche l’atmosfera, con tutta quella pioggia che fuori continua a scendere, perfetta come sfondo al dialogo tra i due protagonisti. L’unico appunto che mi viene in mente è che Alice, a differenza della tua protagonista, non faceva parte di un altro universo, finiva accidentalmente nel Paese delle Meraviglie, e se non ricordo male non vedeva l’ora di poter tornare indietro.
3 – La casa degli spiriti – Angela Catalini
Ho trovato il tuo racconto molto gradevole e ben scritto. Il finale aperto mi è piaciuto molto. Brava. Anche io penso sia bello lasciare al lettore un pò di autonomia nell’immaginazione della storia.
La signora Spizzichini e il Comandante Gracchi sono due macchiette, a tratti divertenti (anche se forse un tantino troppo stereotipate). Una pensa solo ai soldi che l’affittuaria le deve, e l’altro alla pasta che a casa l ‘aspetta. Nessun però sembra preoccuparsi davvero della Leda, che pur assente, è il personaggio fulcro della storia. (Personaggio, quello della Leda, che mi è piaciuto particolarmente).
Nel finale avrei omesso il cerchio sul soffitto (pioveva a dirotto e quel cerchio, che si presume avrebbe dovuto lasciar spazio a un astronave di passare, avrebbe dovuto inondare la casa non solo formare una pozza d’acqua); visto invece il personaggio singolare della Leda, anziché mostrare il messaggio sul pc, l’avrei lasciato scritto su un foglio di carta.4- Vaniglia, Willy
Una vicenda amara, ma per contrasto narrata con tinte delicate. Hai uno stile buono, scorrevole e fluido. Su questo nulla da dire. Anche il fatto di prendere in esame una condizione di vita estrema e’ positiva. L’unica cosa che non mi convince molto e’ il fatto che la protagonista si rassegni a quella condizione. Dal discorso con la mamma sembra appartenere a una famiglia che non ha particolari disagi, a parte il marito che l’ha lasciata, ed e’ strano che non abbia trovato nel tempo soluzioni alternative. La storia e’ bella, ma inserirei il personaggio in un contesto piu’ emarginato, oppure farei in modo che la prostituzione fosse avvenuta in un breve periodo della sua vita e lei ne ricordasse l’umiliazione.
5 – Chi vuol essere italiano- Ambra Stancampiano
il tuo racconto mi ha divertita pur toccando temi aspri e poco felici della nostra società. Apprezzo molto la tua abilità nel dosare la giusta comicità criticando il mondo contemporaneo. E condivido, le trasmissioni televisive sono spazi cui spesso esce il peggio delle persone. Eppure pare che facciano sempre audience.
I dialoghi sono ben calibrati, mi sono solo persa un pò leggendo il discorso di Adele, questo passaggio l’ho trovato leggermente didascalico. Gradevole invece il finale in cui si passa dalla finzione della tv alla dura realtà quotidiana della protagonista.6 – Importante – seguono allegati, Roberto Romanelli
Ho trovato divertente il tuo racconto. L’idea dei collassatori di mondi mi sembra decisamente carina, ma la storia non mi ha convinto del tutto. Sull’idea di far vincere Hitler, ok che è tutto fittizio, ma perché non scegliere un personaggio storico meno spietato? Altro appunto, seppur il tuo stile sia molto efficace ho fatto fatica a seguire il racconto fino alla fine. Avrei semplificato alcuni passaggi, per es, in modo da rendere la lettura più chiara. Ammetto che questo dipenda dalla mia ignoranza nelle materie scientifiche, ma un racconto dovrebbe cmq raggiungere ogni tipo di lettore.
7 – C’erano un italiano, un tedesco e un francese, Ceranu
Hai scritto anche tu un testo incentrato sulla critica sociale piacevole da leggere e che strappa un mezzo sorriso nel finale. I dialoghi sono buoni, scorrevoli, idem lo stile utilizzato. Anche il tema e’ centrato. L’unico appunto e’ che ho fatto fatica a seguire la storia fino alla fine, per spiegarmi meglio, ho dovuto rileggere alcuni passaggi poiche’ non sempre identificavo i personaggi. Forse e’ un problema mio. Resta pero’ una prova gradevole.
8 – Viaggio al termine del tempo, Adriano Muzzi
Premetto che anche io ho fatto fatica all’inizio a seguire il testo, ci sono troppi passaggi in cui vengono citati termini tecnici che mi hanno rallentato la lettura. L’idea alla base pero’ mi e’ piaciuta e il tema e’ stato ben centrato.
Che l’uomo primitivo abbia ricevuto delle influenze dagli extraterrestri e’ un’ipotesi quanto mai affascinante, spesso e’ stata usata nella fantascienza. Basta ricordare il bel film – 2001 Odissea nello spazio – di Kubric .9 – La convocazione – Manuel Piredda
Molto bella l’idea di descrivere come altro universo un luogo della mente dove la creatività fa nascere i personaggi di storie passate o ancora incompiute. Come se i personaggi fossero in cerca di un autore che li prenda con sé. Mi torna in mente: sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello, anche se in quel caso la tragedia prendeva un’altra piega rispetto la tua narrazione. Alcune descrizioni le ho trovate raffinate. L’unico appunto che posso farti è che ho trovato la lettura poco scorrevole. Forse il problema è che si tratta di una storia troppo elaborata da gestire in così pochi caratteri.
10 – L’origine del mondo – Enrico Nottoli
Un pezzo originale il tuo. Sei riuscito a depistare il lettore fino alla fine quando arriva la sorpresa che sicuramente riesce a strappare un sorriso. E’ una lettura piacevole, scritta in modo semplice, facile da seguire. Io però avrei preferito se avessi seminato qualche indizio in modo che uno potesse arrivare alla fine preparato. Non sono tanto per i finali a sorpresa, ma questa è un mio gusto personale.
11 – Ritorno – Lorenzo Cadoni
L’incipit del tuo racconto non mi e’ dispiaciuto. Mi piacciono i testi introspettivi. Quindi l’idea di dar voce a questo alieno che torna a casa e’ carina, e potrebbe essere un buon inizio per un testo piu’ lungo, ma essendo un racconto breve credo che narrare solo lo stato emotivo del protagonista renda la storia poco coinvolgente. Pero’ ribadisco, i presupposti ci sono e con maggiori caratteri potresti creare un testo molto piu’ avvincente.
ciao, ben trovato.
Premetto che anche io ho fatto fatica all’inizio a seguire il testo, ci sono troppi passaggi in cui vengono citati termini tecnici che mi hanno rallentato la lettura. L’idea alla base pero’ mi e’ piaciuta e il tema e’ stato ben centrato.
Che l’uomo primitivo abbia ricevuto delle influenze dagli extraterrestri e’ un’ipotesi quanto mai affascinante, spesso e’ stata usata nella fantascienza. Basta ricordare il bel film – 2001 Odissea nello spazio – di Kubric .
Alla prossima!Ciao Francesco,
hai scritto anche tu un testo incentrato sulla critica sociale piacevole da leggere e che strappa un mezzo sorriso nel finale. I dialoghi sono buoni, scorrevoli, idem lo stile utilizzato. Anche il tema e’ centrato. L’unico appunto e’ che ho fatto fatica a seguire la storia fino alla fine, per spiegarmi meglio, ho dovuto rileggere alcuni passaggi poiche’ non sempre identificavo i personaggi. Forse e’ un problema mio. Resta pero’ una prova gradevole.
Alla prossima.Ciao Lorenzo,
l’incipit del tuo racconto non mi e’ dispiaciuto. Mi piacciono i testi introspettivi. Quindi l’idea di dar voce a questo alieno che torna a casa e’ carina, e potrebbe essere un buon inizio per un testo piu’ lungo, ma essendo un racconto breve credo che narrare solo lo stato emotivo del protagonista renda la storia poco coinvolgente. Pero’ ribadisco, i presupposti ci sono e con maggiori caratteri potresti creare un testo molto piu’ avvincente.
Alla prossima!Ciao, ben trovata.
Una vicenda amara, ma per contrasto narrata con tinte delicate. Hai uno stile buono, scorrevole e fluido. Su questo nulla da dire. Anche il fatto di prendere in esame una condizione di vita estrema e’ positiva. L’unica cosa che non mi convince molto e’ il fatto che la protagonista si rassegni a quella condizione. Dal discorso con la mamma sembra appartenere a una famiglia che non ha particolari disagi, a parte il marito che l’ha lasciata, ed e’ strano che non abbia trovato nel tempo soluzioni alternative. La storia e’ bella, ma inserirei il personaggio in un contesto piu’ emarginato, oppure farei in modo che la prostituzione fosse avvenuta in un breve periodo della sua vita e lei ne ricordasse l’umiliazione.
Alla prossima!29 settembre 2015 alle 14:01 in risposta a: Importante – Seguono allegati. di Roberto Romanelli #11383Ciao Roberto,
ho trovato divertente il tuo racconto. L’idea dei collassatori di mondi mi sembra decisamente carina, ma la storia non mi ha convinto del tutto. Sull’idea di far vincere Hitler, ok che è tutto fittizio, ma perché non scegliere un personaggio storico meno spietato?
Altro appunto, seppur il tuo stile sia molto efficace ho fatto fatica a seguire il racconto fino alla fine. Avrei semplificato alcuni passaggi, per es, in modo da rendere la lettura più chiara. Ammetto che questo dipenda dalla mia ignoranza nelle materie scientifiche, ma un racconto dovrebbe cmq raggiungere ogni tipo di lettore.
Ciao Veronica,
molto bello il tuo racconto. L’ho letto tutto d’un fiato fino all’amaro finale che può anche far sorridere in tutto il suo cinismo. Direi che seppur ambientato in un luogo fittizio ha connessioni con le società di tutti i tempi. Le persone intelligenti in ogni epoca sono sempre risultate scomode a chi deteneva il potere. E la tua rivisitazione di questo concetto è riuscita egregiamente. Buono anche lo stile che risulta molto scorrevole. Brava.
Alla prossima!Ciao Daniele,
il tuo testo, che ho interpretato come una sorta di fiaba gotica, mi è piaciuto molto. Lo stile è molto preciso e d’effetto; buona l’idea di far imbattere casualmente Alice, della famosa fiaba, e lo scettico scienziato. Azzeccata anche l’atmosfera, con tutta quella pioggia che fuori continua a scendere, perfetta come sfondo al dialogo tra i due protagonisti. L’unico appunto che mi viene in mente è che Alice, a differenza della tua protagonista, non faceva parte di un altro universo, finiva accidentalmente nel Paese delle Meraviglie, e se non ricordo male non vedeva l’ora di poter tornare indietro.
Alla prossima!Ciao Ambra,
il tuo racconto mi ha divertita pur toccando temi aspri e poco felici della nostra società. Apprezzo molto la tua abilità nel dosare la giusta comicità criticando il mondo contemporaneo. E condivido, le trasmissioni televisive sono spazi cui spesso esce il peggio delle persone. Eppure pare che facciano sempre audience.
I dialoghi sono ben calibrati, mi sono solo persa un pò leggendo il discorso di Adele, questo passaggio l’ho trovato leggermente didascalico. Gradevole invece il finale in cui si passa dalla finzione della tv alla dura realtà quotidiana della protagonista.
Alla prossima!Ciao Angela, ben trovata!
Ho trovato il tuo racconto molto gradevole e ben scritto. Il finale aperto mi è piaciuto molto. Brava. Anche io penso sia bello lasciare al lettore un pò di autonomia nell’immaginazione della storia.
La signora Spizzichini e il Comandante Gracchi sono due macchiette, a tratti divertenti (anche se forse un tantino troppo stereotipate). Una pensa solo ai soldi che l’affittuaria le deve, e l’altro alla pasta che a casa l ‘aspetta. Nessun però sembra preoccuparsi davvero della Leda, che pur assente, è il personaggio fulcro della storia. (Personaggio, quello della Leda, che mi è piaciuto particolarmente).
Nel finale avrei omesso il cerchio sul soffitto (pioveva a dirotto e quel cerchio, che si presume avrebbe dovuto lasciar spazio a un astronave di passare, avrebbe dovuto inondare la casa non solo formare una pozza d’acqua); visto invece il personaggio singolare della Leda, anziché mostrare il messaggio sul pc, l’avrei lasciato scritto su un foglio di carta.
Alla prossima!Ciao Vastatio,
grazie per il commento. Non ho pensato di dare maggiori informazioni sul daimon perché mi sembrava fosse già abbastanza intuibile.
Ciao Ambra,
grazie anche a te per il commento. Contenta che ti sia piaciuto il racconto provo a rispondere alle tue perplessità
(che ho trovato interessanti):
– Il masso l’avevo immaginato piatto, poco visibile, simile a una porta di pietra. Nella mia immaginazione gli inseguitori non si erano accorti che lui avesse spostato qualcosa, ma vedendolo sparire, e notando il buco vicino alla bicicletta, a loro volta si gettano dentro.
– il protagonista all’inizio supplica i suoi aggressori perché sa già che non potrà contenere il suo odio. Lui era un ragazzo principalmente buono, ma in quell’universo, il suo demone/daimon, se stuzzicato gli faceva perdere totalmente il controllo. Infatti, nel momento che si sente maggiormente umiliato da loro, non resiste più e… Insomma, era un ragazzo che non conosceva proprio le “mezze misure” 😉
Alla prossima!Ciao Angela,
mi fa piacere che il mio racconto ti sia piaciuto. Grazie sia per le belle parole che per avermi sottolineato le correzioni che apporteresti al testo.
E’ vero, il daimon del protagonista era latente (forse perché non aveva il coraggio di manifestarlo e quindi ricorreva alla maschera del ragazzo remissivo); emerge però in quest’altro universo poiché è proprio qui che si realizza tutto ciò che non riusciva a concretizzarsi nel mondo originario, ma tale aspetto faceva però parte della sua vera natura, per questo ho usato il termine “genuino”.
A mezzanotte inoltrata ero un pò stanca e non mi è uscito un aggettivo più felice!Ciao Daniele,
grazie per il commento.
Si’, il daimon esattamente sarebbe il demone interiore del protagonista, una sorta di alter ego che si trovava gia’ dentro di lui, ma che riesce a emergere solo in quell’altro universo.
Alla prossima!4 settembre 2015 alle 16:34 in risposta a: Gruppo ALIGHIERI: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #10547Ecco la mia classifica,
1 – L-amante silenziosa – Alberto della Rossa
Ciao Alberto,
dalle prime righe del tuo racconto ho percepito una sorta di indeterminatezza caratteristica questa che possono avere anche alcune fiabe, continuando la lettura ho capito che il testo si indirizzava proprio verso una dimensione onirica. Peraltro ben riuscita, anche grazie a delle immagini di gran impatto, poetiche e delicate.
Niente da dire nemmeno sulla trama, personalmente l’ho trovata molto intrigante. Bravo!2 – Nero in Normandia – Stefano Marra
Ciao Stefano,
ho apprezzato la cura con cui hai scritto il tuo racconto. Uno stile semplice, ma assolutamente efficace che porta a un immediata comprensione del testo, immergendo il lettore da subito nella vicenda.
La trama è accattivante, peraltro credibile. Mi è piaciuta molto l’immagine del protagonista che, poco prima di essere ferito (forse mortalmente), accende il fiammifero e, nella luce, scorge per un attimo gli occhi del suo nemico. Da un tocco di poesia a una vicenda molto amara. Bravo!3 – Vorrei poterti toccare – Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora,
ho trovato molto bello l’inizio del tuo brano. Essendo molto incisivo e calibrato cala subito il lettore su quest’ipotetico virus che annienta, in modo indistinto, i sensi della gente. Mi è piaciuto il pezzo in cui il protagonista si accorge che il socio e la tata, Doris, hanno perso entrambi l’udito. Ho apprezzato meno la seconda parte in cui viene raccontato il dolore di non riuscire più a comunicare in modo diretto nemmeno con la moglie e la figlia. Abbrevierei questo passaggio, magari per aggiungere qualche nozione sul virus, per esempio.4 – La sindrome di Olivia B. – Ambra Stancampiano
il tuo racconto che vede come protagonista il mondo della moda l’ho trovato molto interessante. Un mondo piuttosto spietato dove le modelle pare siano considerate degli oggetti da vendere per lauti guadagni. Una storia amaro, quindi, ma che riesce a strappare un sorriso. Soprattutto nella chiusa quando viene rivelato, in modo quasi innocente, tutto il cinismo del manager verso la povera modella diventata ormai invisibile, ma pur sempre un oggetto da smerciare. Peccato che i pochi caratteri a disposizione ti hanno penalizzata leggermente, la storia però ha del potenziale.
5 – Lucas – Johnnycato
Ciao Johnny,
il tuo racconto a una prima lettura l’avevo trovato scontato. Rileggendolo pero’ l’ho apprezzato. Soprattutto mi e’piaciuto cio’ che si intuisce nascondersi dietro Lucas, l’amico immaginario, che io a questo punto vedo come l’alter ego del protagonista stesso; ovvero, colui che esprime un’emozione che il bambino invece reprimeva.
Evidentemente, i soprusi subiti dovevano aver reso il protagonista apatico, poco comunicativo e bloccato. La rabbia che provava verso i genitori e’ rimasta inespressa in lui (come capita a molti bambini nelle medesime situazioni), grazie pero’ a Lucas butta fuori e si libera della violenza accumulata (anche se purtroppo verso una malcapitata bambina). L’invisibile, in questo caso, non e’ l’amico immaginato, ma un’emozione, una parte di se’ che non si riesce ad accettare e riconoscere. Bella interpretazione del tema.6 – L-altro lato del big bang / Angelo Frascella
Ciao Angelo,
affascinante l’idea di delineare un personaggio che riesce, durante la sua avventura nello spazio, a scoprire, dentro la materia oscura dell’universo, come il tempo rimbalzi su se stesso e che diventi, in questo modo, una sorta di veggente intuendo gli eventi futuri e perfino la sua futura morte. Le conseguenze di una tale scoperta avrebbero effetti a livello globale non da poco. Penso agli scienziati che se si appropriassero di una capacità di tal portata potrebbero pilotare a loro piacimento la storia futura dell’umanità. Il tuo racconto è un buon incipit, uno spunto interessante, per poter costruire una storia più corposa ed elaborata rispetto l’attuale che, invece, viene penalizzata dalla mancanza di spazio .7 – Voglio la bici di E.t. / Fernando Nappo –
Ciao Fernando,
oltre al già citato romanzo, il tuo racconto mi ha ricordato il film, ladri di biciclette.
L’idea di narrare una vicenda amara utilizzando un linguaggio apparentemente innocente, l’ho trovata buona. Anche se, proprio per questo uso smodato di errori grammaticali, mi è risultata difficile la comprensione del testo.
Ciò che non mi ha convinto del tutto però è l’identità del protagonista.
Non si tratta di un bambino, perché così fosse il diverbio con Riccardo non avrebbe assunto quei toni. Forse allora è un ragazzo con qualche handicap? Ma anche in questo caso mi sembra allora esagerata la reazione di Riccardo, soprattutto dopo che questo ha recuperato la sua bicicletta. Anche il fatto che venga portato via dai carabinieri, per un tentato furto, non l’ho trovato molto credibile8 – L invisibile – Diego Ducoli
Ciao Diego,
devo ammettere che hai avuto decisamente una gran fantasia a interpretare il tema in modo cosi originale. La storia è anche spassosa, effervescente e riesce a divertire. Peccato per alcune lacune “tecniche” che rendono la trama nel suo complesso poco credibile e debole. Anche sullo stile ho trovato qualche fragilità che ha penalizzato il racconto nella sua comprensione. Per esempio, a una prima lettura non ero riuscita a capire chi fosse quest’ipotetico “invisibile” >D9 – Maryflower / Marina di Paola
Ciao Marina,
l’idea in sé non mi è dispiaciuta. Queste due amiche che trovandosi in un pub, su cui si cela un segreto relativo a uno dei cocktail in elenco sul menù, si raccontano le loro vicende mi sembra un buon incipit per una storia fantasy per ragazzi. Ci sono però, a mio giudizio, alcune cose che dovresti rivedere e che risultano, messe così, un pò troppo ingenue.
Qualche esempio: affermi che Mark era sparito non appena è comparso il fantasma della mamma di Consuelo, ma poi improvvisamente si ritrova sul luogo, come mai? Mi pare un passaggio contradditorio. Ancora, se lui era davvero uno spietato assassino che aveva ucciso altre donne gli è poi bastato scoprire di non avere più la rivoltella con sé per rinunciare ai suoi propositi omicidi? E a Consuelo, invece, le è stato sufficiente cambiar casa per depistare un pazzo del suo calibro?10 – La macabra mascherata del 1511 – Fabio Tarussio
Ciao Fabio,
nemmeno io conoscevo questo evento verificatosi nel lontano 1511. Una vicenda molto oscura e sanguinosa, tra l’altro, come molti episodi che accadevano nel Medioevo. Sono appassionanti le storie che si rifanno a un evento mischiando notizie reali a elementi puramente fittizi. Mi vengono in mente i romanzi di Irvin D. Yalom, per esempio. Anche l’idea del diavolo che, come un burattinaio, muove i fili degli uomini pur non nuovissima, è una chiave interessante della narrazione. Purtroppo però tutto questo si capisce solo dopo aver letto le tue spiegazioni successive al racconto. Il testo, anche dopo diverse letture, invece rimane nebuloso, contorto e di non facile intuizione.11 – Pulizie generali / Chiara Rufino
Ciao Chiara,
parto subito dicendoti che ho trovato gradevole l’idea di rappresentare questi nani ladruncoli.
Purtroppo però devo associarmi a ciò che già è stato osservato dagli altri partecipanti: la trama
sarebbe interessante, ma purtroppo ci sono alcuni errori tecnici che hanno penalizzato il tuo lavoro.
Peccato. Certamente con una buona revisione potrebbe diventare un lavoro interessante.Ciao Chiara,
parto subito dicendoti che ho trovato gradevole l’idea di incentrare la storia su una banda di nani ladruncoli.
Purtroppo però devo associarmi a ciò che già è stato osservato dagli altri partecipanti: la trama
sarebbe interessante, ma purtroppo ci sono alcuni errori tecnici nella narrazione che hanno penalizzato il tuo lavoro.
Peccato. Certamente con una buona revisione potrà diventare un lavoro interessante.
Alla prossima.Ciao Angelo,
affascinante l’idea di delineare un personaggio che riesce, durante la sua avventura nello spazio, a scoprire, dentro la materia oscura dell’universo, come il tempo rimbalzi su se stesso e che diventi, in questo modo, una sorta di veggente intuendo gli eventi futuri e perfino la sua futura morte. Le conseguenze di una tale scoperta avrebbero effetti a livello globale non da poco. Penso agli scienziati che se si appropriassero di una capacità di tal portata potrebbero pilotare a loro piacimento la storia futura dell’umanità. Il tuo racconto è un buon incipit, uno spunto interessante, per poter costruire una storia più corposa ed elaborata rispetto l’attuale che, invece, viene penalizzata dalla mancanza di spazio .Ciao Diego,
devo ammettere che hai avuto decisamente una gran fantasia a interpretare il tema in modo cosi originale. La storia è anche spassosa, effervescente e riesce a divertire. Peccato per alcune lacune “tecniche” che rendono la trama nel suo complesso poco credibile e debole. Anche sullo stile ho trovato qualche fragilità che ha penalizzato il racconto nella sua comprensione. Per esempio, a una prima lettura non ero riuscita a capire chi fosse quest’ipotetico “invisibile” >DCiao Fabio,
nemmeno io conoscevo questo evento verificatosi nel lontano 1511. Una vicenda molto oscura e sanguinosa, tra l’altro, come molti episodi che accadevano nel Medioevo. Sono appassionanti le storie che si rifanno a un evento mischiando notizie reali a elementi puramente fittizi. Mi vengono in mente i romanzi di Irvin D. Yalom, per esempio. Anche l’idea del diavolo che, come un burattinaio, muove i fili degli uomini pur non nuovissima, è una chiave interessante della narrazione. Purtroppo però tutto questo si capisce solo dopo aver letto le tue spiegazioni successive al racconto. Il testo, anche dopo diverse letture, invece rimane nebuloso, contorto e di non facile intuizione.
Ciao Ambra,
il tuo racconto che vede come protagonista il mondo della moda l’ho trovato molto interessante. Un mondo piuttosto spietato dove le modelle pare siano considerate degli oggetti da vendere per lauti guadagni. Una storia amaro, quindi, ma che riesce a strappare un sorriso. Soprattutto nella chiusa quando viene rivelato, in modo quasi innocente, tutto il cinismo del manager verso la povera modella diventata ormai invisibile, ma pur sempre un oggetto da smerciare. Peccato che i pochi caratteri a disposizione ti hanno penalizzata leggermente, la storia però ha del potenziale.
Ciao Johnny,
il tuo racconto a una prima lettura l’avevo trovato scontato. Rileggendolo pero’ l’ho apprezzato. Soprattutto mi e’piaciuto cio’ che si intuisce nascondersi dietro Lucas, l’amico immaginario, che io a questo punto vedo come l’alter ego del protagonista stesso; ovvero, colui che esprime un’emozione che il bambino invece reprimeva.
Evidentemente, i soprusi subiti dovevano aver reso il protagonista apatico, poco comunicativo e bloccato. La rabbia che provava verso i genitori e’ rimasta inespressa in lui (come capita a molti bambini nelle medesime situazioni), grazie pero’ a Lucas butta fuori e si libera della violenza accumulata (anche se purtroppo verso una malcapitata bambina). L’invisibile, in questo caso, non e’ l’amico immaginato, ma un’emozione, una parte di se’ che non si riesce ad accettare e riconoscere. Bella interpretazione del tema.Ciao Marina,
l’idea del tuo racconto non mi e’ dispiaciuta. Queste due amiche che ritrovandosi in un pub, su cui si cela un segreto relativo a uno dei cocktail in elenco sul menu’, si raccontano le loro vicende mi sembra un buon incipit per un racconto fantasy per ragazzi. Ci sono pero’, a mio giudizio, delle cose da rivedere che, messe cosi’, risultano un po’ ingenue.
Qualche esempio: affermi che Mark era sparito dalla scena non appena compare il fantasma della mamma di Consuelo, ma poi e’ di nuovo sul luogo, come mai? Trovo questo passaggio contradditorio.
Ancora, se lui era davvero uno spietato assassino gli e’poi bastato accorgersi di essere senza rivoltella per rinunciare ai suoi propositi omicidi?
E a Consuelo invece e’ stato sufficiente cambiar abitazione per depistare un pazzo di quel calibro?
Alla prossima.Ciao Eleonora,
ho trovato molto bello l’inizio del tuo brano. Essendo molto incisivo e calibrato cala subito il lettore su quest’ipotetico virus che annienta, in modo indistinto, i sensi della gente. Mi e’ piaciuto il pezzo in cui il protagonista si accorge che il socio e la tata, Doris, hanno perso entrambi l’udito.
Ho apprezzato meno la seconda parte in cui viene raccontato il dolore di non riuscire piu’ a comunicare in modo diretto nemmeno con la moglie e la figlia. Abbrevierei questo passaggio, per aggiungere magari qualche nozione sul virus, per esempio.Ciao Raffaele,
ho apprezzato la cura con cui hai scritto il tuo racconto. Uno stile semplice, ma assolutamente efficace che porta a un’immediata comprensione del testo, immergendo il lettore da subito nella vicenda.
La trama e’accattivante, peraltro credibile.
Mi e’ piaciuta molto l’immagine del protagonista che, poco prima di essete ferito (forse mortalmente), accende un fiammifero e, nella luce, scorge per un attimo gli occhi del suo nemico. Da un tocco di poesia a una vicenda molto amara. Bravo!Ciao Fernando,
oltre al gia’ citato romanzo, il tuo racconto mi ha ricordato il film, ladri di biciclette.
L’idea di narrare una vicenda amara utilizzando un linguaggio apparentemente innocente, e’ buona.
Anche se, proprio per l’uso smodato di errori grammaticali, mi e’ risultata difficile la comprensione del testo.
Cio’ che non mi ha convinto pero’, e’ l’identita’ del protagonista.
Non si tratta di un bambino, perche’ cosi’ fosse il diverbio con Riccardo non avrebbe assunto tali toni. Forse allora e’ un ragazzo con qualche handicap mentale? Ma anche in questo caso mi sembra esagerata la reazione di Riccardo, soprattutto dopo che questo ha recuperato la sua bicicletta. Anche il fatto che venga portato via dai carabinieri, per un tentato furto, non l’ho trovato molto credibile.
Alla prossima!Ciao Alberto,
dalle prime righe del tuo racconto ho percepito una sorta di indeterminatezza, caratteristica questa che possono avere anche alcune fiabe. Continuando la lettura ho capito che il testo si indirizzava proprio verso una dimensione onirica. Peraltro ben riuscita, anche grazie alle immagini di gran impatto, poetiche e delicate.
Niente da dire nemmeno sulla trama che personalmente ho trovato intrigante. Bravo!Ciao Angelo, grazie per il commento.
Ciao Chiara,
sì, avevo pensato al protagonista come a qualcuno che deve aver già oltrepassato la dimensione terrena (o che sta per farlo) e che vorrebbe (o si immagina di) scrivere alla mamma per raccontarle di se stesso senza alcuna finzione, ma non ho voluto specificare se fosse davvero morto o cosa, perché mi piace lasciare il finale aperto a diverse interpretazioni, lasciando a chi legge la facoltà di immaginare. Non so però se in questo caso avrei dovuto invece dirigere la storia verso un finale più preciso…
Ciao Ambra,
Sono contenta che tu sia riuscita a provare empatia per l’assassino, almeno fino alla tragica fine; era proprio ciò che speravo. Quindi in questo ci sono riuscita.
Per quanto riguarda il regalo… la storia si ispira a un fatto realmente accaduto (regalo compreso) anche se ovviamente l’epilogo e il personaggio stesso sono stati estremizzati per eccesso.
Se un domani dovessi riprendere in mano il racconto terrò conto dei tuoi suggerimenti.
Per quanto riguarda il tema, come dicevo stamattina, non l’ho interpretato in senso letterale, ho solo pensato a qualcuno che si sentiva invisibile e incompreso nel mondo. Per me, il nucleo centrale della storia non è tanto l’uccisione della ragazza, ma sopratutto il malessere del protagonista che lo porta a un gesto totalmente irrazionale.
Alla prossima!Ciao Marina,
sono contenta che il racconto ti sia piaciuto.
Alla prossima!Ciao Fernando,
avevi capito bene. Lei gli dice questa cosa a Natale, non appena conosciuti, ma intendevo che a volte non si vuole vedere la realta’ in faccia perche’ e’ piu’ comodo cosi’. Amelia si illudeva che aveva a che fare con un uomo normale.
Lui la esasperava che non fosse romantica (la correggeva nei suoi difetti infarri) e lei davanti quel regalo buffo ci scherza sopra esordendo con quella frase poco felice.Ciao Fernando,
grazie per il commento e per aver apprezzato il mio coraggio nel proporre un tema cosi’ spinoso.
In questo racconto ho cercato di puntare sul non detto e sulle sfumature di fondo.
Il protagonista interpreta a modo suo la realta’, ma questo si percepisce solo a un certo punto.
Dici che avrei dovuto eliminare la frase di Amelia?
Io ho pensato ad Amelia come una donna che non aveva capito (o non voleva vedere) con quale pazzo si fosse messa. E quindi non si rendeva conto del pericolo cui andava incontro.
Da parte del protagonista poi e’ bastata una risposta scherzosa e un sorriso per interpretare tutto come un’irriverenza nei suoi confronti.
Ecco, riguardo al tema ho giocato sopra questo sentimento di esclusione che lui percepiva. Egli si credeva un fantama, un invisibile quindi, perche’ nessuno gli dava l’importanza che sentiva di meritare e quindi “non si sentiva visto dagli altri”.
Con la fuga cerchera’ un riscatto, ma paradossalmente lo portera’ definitivamente a sparire agli occhi di tutti.
Alla prossima!25 giugno 2015 alle 16:56 in risposta a: Gruppo VAMPIRA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #8672Ciao,
per prima cosa, complimenti a tutti: i racconti erano nel complesso molto validi.
Ed ecco la mia classifica:
1 – La nuda verità di Beppe Roncari
Mi è piaciuta l’idea di partire da uno dei più bei film di Hitchcock e costruirci sopra una storia che risulta molto gradevole da leggere. Non è difficile riuscire a calarsi nella storia e il protagonista lo trovo ben caratterizzato da risultare assolutamente credibile. La storia è scritta anche molto bene e il finale a sorpresa apparentemente molto divertente, nasconde in realtà proprio in ciò che non viene detto, sfumature molto grigie. Bello.
2 – Ombre – Patty Barale.
Il tuo racconto l’ho apprezzato molto per la sua ambiguità. Non c’è una realtà davvero oggettiva, ma tutto rimane velato dall’incertezza. Chi è la vittima? Chi il carnefice?
Nella realtà spesso è proprio così. Vittime e carnefici solitamente si alternano in base al diverso pdv di chi osserva la situazione.
Molto credibile anche l’omicidio che scaturisce dall’odio dei vicini. Brava.
3 -La vecchietta alla fermata del bus, di Ambra Stancampiano
Racconto che gioca con il luogo comune per cui i dipendenti pubblici sarebbero spesso dei nullafacenti (custodi compresi, in questo caso). Opinione non condivisibile, ma che in questa storia divertente ci sta.
La trama alla fine è semplice, ma è ben calibrata, lineare, divertente da risultare molto piacevole. Altra nota positiva: riesci anche a regalare un colpo di scena finale, che giunge inaspettato. Non ho alcun appunto da fare. Brava.
4 – La barca, di Diego Ducoli
Che cosa ci sia dopo la morte è un interrogativo che molti si fanno e la tematica della reincarnazione è qualcosa che personalmente mi ha sempre affascinata, e si prestava bene per l’interpretazione del tema: la luce che non si spegne mai è la vita stessa. Il finale della storia però lascia un po’ l’amaro in bocca, poiché è stato troppo gettonato in narrativa e risulta pertanto poco originale. Sarebbe stato meglio giocare un po’ sull’ambiguità, nel non detto; senza esplicitare in quale forma di vita si sarebbe reincarnato il protagonista, per es.
Molto bella, invece, l’ambientazione: suggestiva, quasi onirica, cupa.
5 – The promise, di Never
Belle le immagini poetiche che sei riuscita a suscitare nella mente dei lettori, alcune sono decisamente poetiche e forti, e bella anche l’interpretazione al tema (anche in questo racconto, la luce che non si spegne è la vita). Il finale però non sono riuscita ad apprezzarlo pienamente, in quanto avrei concluso il tutto con la rivelazione dei risultati medici, senza calcare la mano sullo struggimento e i sentimenti suscitati nella ragazza, che non aggiungono nulla alla storia.
6 – Quinto piano, scala B, di Viviana Tenga
Mi è piaciuto il racconto per la profondità racchiusa in ciò che non viene detto e nella leggerezza con cui viene raccontato.
La solitudine e l’angoscia che prova la ragazza nel cuore della notte e che la indirizzano a casa di Emilia è ben resa ed è tecnicamente descritta molto bene. Su questo niente da dire. Ma ci sono troppi personaggi. Sono anche io d’accordo che il personaggio di Irene, per es., poteva essere omesso, perché depista il lettore dalla vicenda centrare, quella che è davvero importante.
7 – La torre delle fiamme, di Vastatio
Tutte le fiamme del Miihr si sono spente tranne quella della stupidità (in effetti, la stupidità pare una delle cose più difficili da debellare). L’incontro tra il discepolo e il Maestro. E’ tutto molto interessante, curioso, e ce ne sarebbe di buona materia su cui lavorare per riuscire a creare un ottimo racconto fantasy. Ma purtroppo è penalizzato, in questa versione limitata, perché avrebbe bisogno di maggior spazio, maggior respiro.
8 – La luce non si spegne mai – Gian de Steja
Racconto sulla vita dei detenuti in un carcere che nel finale assume tinte horror con la morte del protagonista (a proposito, perché farlo morire solo dopo dieci anni?). La storia sarebbe interessante, carina anche l’idea della lucciola (anche se forse è poco credibile che un detenuto sia riuscito davvero a trovare e tenere con sé una lucciola) ma il tutto è raccontato troppo freddamente e forse è proprio per questo che si fa fatica a provare empatia per i personaggi e la vicenda.
9 – Alcor e Mizar di Luigi Locatelli.
Purtroppo non sono riuscita a provare vera empatia per i protagonisti della storia. Il testo è scritto in modo troppo affettato e sdolcinato per riuscire a far provare davvero la giusta commozione che meriterebbe un racconto di questo tipo. Infatti, quando si narra di un dolore così forte come la morte di qualcuno per una malattia, già di per se molto triste, si dovrebbe tenere uno stile più neutro, meno emozionale. La trama è potente però; ricalibrandone il linguaggio, migliorerebbe molto.
10 – Recuperi, di Alessandra Fischer
Una festa di compleanno mal riuscita. La protagonista non accetta l’assenza del padre e lo rimpiange e la sua famiglia, come regalo, le dona i riferimenti della famiglia del padre. Qualcosa stona nel finale, però. Mi sembra strano, infatti, che in quei cinque anni, oltre a suo padre, avesse perso anche tutti i contatti con gli altri membri della famiglia paterna. Per la giusta comprensione della storia questo andrebbe spiegato, così è come se qualche tassello mancasse al racconto.
11 – Lux animae, di Raffaele Marra
Ho fatto fatica a comprendere in pieno il testo che sembra esser diviso in due parti distinte. In primis, rimane confusa l’immagine del protagonista. Chi è? Una Musa? Ma se così fosse come mai sembra poi solo un uomo alla ricerca di una possibile compagna? Ed è possibile che possa ricredersi sulla ragazza solo perché lei vuole postare il testo su facebook?
Sarebbe un testo interessante, molto ben scritto, ma il tutto risulta troppo confuso.Ciao,
Tutte le fiamme del Miihr si sono spente tranne quella della stupidità. L’incontro tra il discepolo e il Maestro. E’ tutto molto interessante, curioso, e ce ne sarebbe di buona materia su cui lavorare per riuscire a creare un ottimo racconto fantasy. Ma purtroppo è penalizzato, in questa versione limitata, perché avrebbe bisogno di maggior spazio.
Alla prossima!Ciao Alexandra,
Una festa di compleanno mal riuscita. La protagonista non accetta l’assenza del padre e lo rimpiange e la sua famiglia, come regalo, le dona i riferimenti della famiglia del padre. Qualcosa stona nel finale, però. Mi sembra strano, infatti, che in quei cinque anni, oltre a suo padre, avesse perso anche tutti i contatti con gli altri membri della famiglia paterna. Per la giusta comprensione della storia questo andrebbe spiegato, così è come se qualche tassello mancasse al racconto.
Alla prossima!Ciao,
Racconto sulla vita dei detenuti in un carcere che nel finale assume tinte horror. La storia sarebbe interessante, carina anche l’idea della lucciola (anche se forse è poco credibile che un detenuto sia riuscito davvero a trovare e tenere con sè una lucciola) ma il problema è che tutto è raccontato troppo freddamente e per questo si fa fatica a provare vera empatia per i personaggi e la vicenda.
Alla prossima!Ciao Raffaele,
Ho fatto fatica a comprendere in pieno il testo che sembra esser diviso in due parti distinte. In primis, rimane confusa l’immagine del protagonista. Chi è? Una Musa? Ma se così fosse come mai sembra poi solo un uomo alla ricerca di una possibile compagna? Ed è possibile che possa ricredersi sulla ragazza solo perché lei vuole postare il testo su facebook?
Sarebbe un testo interessante, ben scritto, ma il tutto risulta troppo confuso.
Alla prossima!Ciao Diego,
Che cosa ci sia dopo la morte è un interrogativo di tutti e la tematica della reincarnazione è qualcosa che mi ha sempre affascinata, e si prestava bene per l’interpretazione del tema: la luce che non si spegne mai è la vita stessa. Il finale della storia però lascia un po’ l’amaro in bocca, poiché è stato troppo gettonato in narrativa e risulta pertanto poco originale. Sarebbe stato meglio giocare un po’ sull’ambiguità, nel non detto; senza esplicitare in quale forma di vita si sarebbe reincarnato il protagonista, per es.
Molto bella, invece, l’ambientazione: suggestiva, quasi onirica, cupa.
Alla prossima!Ciao,
Belle le immagini poetiche che sei riuscita a suscitare nella mente dei lettori e bella anche l’interpretazione al tema (luce = vita). Il finale però non sono riuscita ad apprezzarlo in pieno; in quanto avrei concluso il tutto con la rivelazione dei risultati medici, senza calcare la mano sullo struggimento che essi provocano nella ragazza.
Alla Prossima!
Ciao Viviana,
Mi è piaciuta il racconto per la profondità racchiusa in ciò che non viene detto e nella leggerezza con cui viene raccontato.
La solitudine e l’angoscia che prova la ragazza nel cuore della notte e che la indirizzano da Emilia è credibile ed è tecnicamente descritta molto bene. Su questo niente da dire. Ma ci sono troppi personali. Sono anche io d’accordo che il personaggio di Irene poteva essere omesso, perché depista il lettore dalla vicenda centrare, quella davvero importante.
Alla Prossima!Ciao Luigi,
Purtroppo non sono riuscita a provare vera empatia per i protagonisti della storia. Il testo è scritto in modo troppo affettato e sdolcinato per riuscire a far provare davvero la giusta commozione che meriterebbe un racconto di questo tipo.
La trama è potenzialmente potente però; ricalibrandone il linguaggio, migliorerebbe molto.
Alla prossima!Ciao Patty,
Il tuo racconto l’ho apprezzato molto per la sua ambiguità. Non c’è una realtà davvero oggettiva, ma tutto rimane velato dall’incertezza. Chi è la vittima? Chi il carnefice?
Nella realtà spesso è proprio così. Vittime e carnefici solitamente si alternano in base al diverso pdv di chi osserva la situazione.
Molto credibile anche l’omicidio che scaturisce dall’odio dei vicini. Brava.Alla prossima!
Ciao Beppe,
Mi è piaciuta l’idea di partire da uno dei più bei film di Hitchcock e costruirci sopra una storia molto gradevole da leggere. Il protagonista lo trovo ben caratterizzato e risulta credibile. La storia è scritta molto bene e il finale a sorpresa apparentemente molto divertente, nasconde nel non detto sfumature molto grigie. Bello.
Alla prossima!
Ciao Ambra.
Racconto che gioca con il luogo comune per cui i dipendenti pubblici sono spesso dei nullafacenti (custodi compresi).
La trama alla fine è semplice, ma ben calibrata, lineare e divertente e riesce a regalare anche un colpo di scena finale inaspettato.Alla prossima!
22 aprile 2015 alle 16:56 in risposta a: ABRADABAD: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #6019Ciao a tutti,
ho letto con piacere tutti i bei racconti in gara; stilare la classifica non è stato facile, ma alla fine ce l’ho fatta anch’io:
1 – Caligine – Sara Passannanti
Ciao Sara,
ho trovato molto piacevole e ben costruito il tuo racconto; a mio giudizio, il più bello dell’edizione. Ho apprezzato molto la descrizione iniziale, resa così bene che le immagini ti sembrano passare davanti agli occhi. Anche lo stato d’animo del protagonista è descritto in modo preciso. L’unico appunto è che il tema risulta un pò forzato, ma a parte questo rimane davvero un bel testo. Brava!
2 – L’arduo compito, Giulio Marchese
Ciao Giulio,
il tuo racconto spiazza e diverte per il finale a sorpresa. Anche io, come gli altri partecipanti, ci sono cascata e ho pensato che il protagonista fosse alle prese con qualche macchinario terribile e che, se non fosse riuscito a farlo funzionare, a breve gli sarebbe sopraggiunta la morte. E invece…
Oibò, che moglie terribile hai inventato per questo personaggio, tanto da farlo andare nel puro panico solo perché non riusciva a far funzionare una lavastoviglie : ) Esilarante.3 – Il Digicall Centre, di Gian de Steja.
Ciao Gian,
Racconto che punta tutto sulla comicità. Inizia in un contesto comune alla maggior parte delle persone, un personaggio alle prese con un frustrante operatore telefonico (come non provare simpatia per lui?), ma che poi si scopre inserito in un’ambientazione futuristica. Forse sono questi due ingredienti che messi insieme strappano al lettore più di un sorriso. L’unica cosa che non mi ha tanto convinta è stato il finale, per il genere di racconto risulta, infatti, abbastanza prevedibile.
4 – Zumba dumba dumba, di Francesca Nozzolillo
Ciao Francesca,
All’inizio il tuo testo mi ha ricordato un racconto di Carver sulle sette sataniche, ma rileggendolo ho compreso che il protagonista, più che essere un satanista, è un adolescente coinvolto in qualche macabro rito di iniziazione. Originale, grottesco e gestito con molta ironia. Simpatico il protagonista.
Rivedrei però il finale che mi sembra un pò artefatto rispetto al resto della storia.5 – Il carrozziere di fiducia, Francesca Di Gambo
Ciao Francesca,
Mi è piaciuta molto la psicologia del protagonista e che il guasto della macchina fosse solo simbolico, ma che il vero problema, invece, era proprio dentro di lui. Una persona che ha vissuto sempre tutto in modo limitante, senza lasciarsi mai andare e che proprio per questo non è riuscito a fare le scelte giuste ed è rimasto insoddisfatto da se stesso. L’introduzione di Anna, secondo me, avrebbe avuto bisogno di maggior spazio, perché inserita così brevemente e solo sul finale rischia di sembrare una deviazione, come se fosse stata buttata li per caso. Invece, era una chiave importante per far capire al lettore la psiche inquieta di Sergio.
6 – Motori e cuori guasti, di Cristina Danini
Ciao Cristina,
mi è piaciuto il tuo racconto per la semplicità e la tenerezza con cui affronti temi importanti come l’amicizia e l’amore. Ne viene fuori un testo delicato che si legge con piacere. Mi è piaciuta molto anche la frase in cui dici che spesso si cerca di sfuggire al passato cercando di andare in un altro luogo, dimenticando però che le ombre viaggiano sempre con noi. L’ho pensato un sacco di volte anche io.
7 – Come una stella che sorge, Alberto Priora
Ciao Alberto,
Racconto molto particolare e interessante, soprattutto per l’atmosfera epica che evoca. I pochi caratteri però non hanno giocato a tuo favore, in quanto un testo ricco di così tanti spunti avrebbe avuto bisogno di maggior spazio per essere gestito al meglio.
Proprio per questo motivo la lettura ne risente e, a volte, risulta un pò pesante da seguire. Sicuramente c’è del buon materiale su cui lavorare.8 – Dna – Tina Caramanico
Ciao Tina,
mi è piaciuta la descrizione di questo personaggio “disturbato” e incapace di provare empatia.
Molto interessante anche l’interpretazione al tema; ovvero, il guasto per un individuo così alienato è di sentire un sentimento normale, la compassione, verso la sua vittima. Però il problema è che questa resa mi è arrivata leggendo i vari commenti, non subito con la lettura del testo.
Ma l’idea e l’intreccio della storia sono belli e intriganti e potrebbero essere utilizzati per un racconto più corposo.9 – Equilibrio precario – Violett83
Ciao Francesca,
parto da quello che maggiormente ho apprezzato nel tuo racconto; ovvero, l’interpretazione al tema. Mi piace, infatti, che il guasto sia stato visto come un male dentro la psiche della protagonista e non come qualcosa di esterno a essa. La storia scorre bene ed è di piacevole lettura, affascinante la mente bipolare di questa giovane donna, ma credo che sia tutto troppo spiegato, troppo chiaro, troppo detto. Al lettore non viene quindi lasciato immaginare nulla, e la storia a questo punto viene subita quasi passivamente. Riprendendo la storia, in modo da renderla più enigmatica e ambigua, di certo ne verrebbe fuori un ottimo testo.
Ciao Francesca,
parto da quello che maggiormente ho apprezzato nel tuo racconto; ovvero, l’interpretazione al tema. Mi piace, infatti, che il guasto sia stato visto come un male dentro la psiche della protagonista e non come qualcosa di esterno a essa. La storia scorre bene ed è di piacevole lettura, affascinante la mente bipolare di questa giovane donna, ma credo che sia tutto troppo spiegato, troppo chiaro, troppo detto. Al lettore non viene quindi lasciato immaginare nulla, e la storia a questo punto viene subita quasi passivamente. Riprendendo la storia, in modo da renderla più enigmatica e ambigua, di certo ne verrebbe fuori un ottimo testo.
Ciao Francesca,
Mi è piaciuta molto la psicologia del protagonista e che il guasto della macchina fosse solo simbolico, ma che il vero problema, invece, era proprio dentro di lui. Una persona che ha vissuto sempre tutto in modo limitante, senza lasciarsi mai andare e che proprio per questo non è riuscito a fare le scelte giuste ed è rimasto insoddisfatto da se stesso. L’introduzione di Anna, secondo me, avrebbe avuto bisogno di maggior spazio, perché inserita così brevemente e solo sul finale rischia di sembrare una deviazione, come se fosse stata buttata li per caso. Invece, era una chiave importante per far capire al lettore la psiche inquieta di Sergio.
Ciao Tina,
mi è piaciuta la descrizione di questo personaggio “disturbato” e incapace di provare empatia.
Molto interessante anche l’interpretazione al tema; ovvero, il guasto per un individuo così alienato è di sentire un sentimento normale, la compassione, verso la sua vittima. Però il problema è che questa resa mi è arrivata leggendo i vari commenti, non subito con la lettura del testo.
Ma l’idea e l’intreccio della storia sono belli e intriganti e potrebbero essere utilizzati per un racconto più corposo.Ciao Alberto,
Racconto molto particolare e interessante, soprattutto per l’atmosfera epica che evoca. I pochi caratteri però non hanno giocato a tuo favore, in quanto un testo ricco di così tanti spunti avrebbe avuto bisogno di maggior spazio per essere gestito al meglio.
Proprio per questo motivo la lettura ne risente e, a volte, risulta un pò pesante da seguire.
Sicuramente c’è del buon materiale su cui lavorare.Ciao Francesca,
All’inizio il tuo testo mi ha ricordato un racconto di Carver sulle sette sataniche, ma rileggendolo ho compreso che il protagonista, più che essere un satanista, è un adolescente coinvolto in qualche macabro rito di iniziazione. Originale, grottesco e gestito con molta ironia. Simpatico il protagonista.
Rivedrei però il finale che mi sembra un pò artefatto rispetto al resto della storia.Racconto che punta tutto sulla comicità. Inizia in un contesto comune alla maggior parte delle persone, un personaggio alle prese con un frustrante operatore telefonico (come non provare simpatia per lui?), ma che poi si scopre inserito in un’ambientazione futuristica. Forse sono questi due ingredienti che messi insieme strappano al lettore più di un sorriso. L’unica cosa che non mi ha tanto convinta è stato il finale, per il genere di racconto risulta, infatti, abbastanza prevedibile.
Ciao Cristina,
mi è piaciuto il tuo racconto per la semplicità e la tenerezza con cui affronti temi importanti come l’amicizia e l’amore. Ne viene fuori un testo delicato che si legge con piacere. Mi è piaciuta molto anche la frase in cui dici che spesso si cerca di sfuggire al passato cercando di andare in un altro luogo, dimenticando però che le ombre viaggiano sempre con noi. L’ho pensato un sacco di volte anche io.
Alla prossima.Ciao Giulio,
il tuo racconto spiazza e diverte per il finale a sorpresa. Anche io, come gli altri partecipanti, ci sono cascata e ho pensato che il protagonista fosse alle prese con qualche macchinario terribile e che, se non fosse riuscito a farlo funzionare, a breve gli sarebbe sopraggiunta la morte. E invece…
Oibò, che moglie terribile hai inventato per questo personaggio, tanto da farlo andare nel puro panico solo perché non riusciva a far funzionare una lavastoviglie : )Ciao Sara,
ho trovato molto piacevole e ben costruito il tuo racconto; a mio giudizio, il più bello dell’edizione. Ho apprezzato molto la descrizione iniziale, resa così bene che le immagini ti sembrano passare davanti agli occhi. Anche lo stato d’animo del protagonista è descritto in modo preciso. L’unico appunto è che il tema risulta un pò forzato, ma a parte questo rimane davvero un bel testo. Brava!
Ciao Cristina,
è la prima volta che ci incrociamo su MC, piacere di conoscerti.
Sono contenta che il racconto ti sia piaciuto e soprattutto che ne abbia apprezzato il messaggio positivo e costruttivo.
Su “attività ludica” concordo, “gioco” suonava meglio.
Grazie per il commento. Alla prossima! -
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