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Grazie a tutti per i commenti. li ho apprezzati davvero tantissimo! Ho notato che tutti mi avete fatto le stesse critiche, quindi la risposta precedente e questa valgono per ognuno
La pazzia accennata non è la pazzia nel senso vero del termine, ma ha il senso che la gente di paese dà spesso a questo termine. Non so quanti di voi vengano da un paese non troppo grande, ma è facile che quando qualcuno fa qualcosa che alla gente sembra strano, diverso, subito venga giudicato esageratamente. La pazzia di cui parlo nel racconto è proprio questo. Inoltre, la protagonista non ha abbandonato la sua amica nel momento del bisogno, è un litigio che risale a molto tempo prima, nel frattempo sono andate avanti, le vite si sono sviluppate e sono successe cose, che purtroppo però non possono riportare indietro nessuna delle due.@Fernando, per rispondere alla tua domanda: la sedia di per sé ha a che vedere con lo stare fermi, stare seduti, aspettare. Questo è il valore simbolico che ho voluto darle, l’attesa. Qualcosa che sta lì e guarda e vede il tempo passare, immobile, aspettando. Una metafora con la protagonista stessa in questa scena che ho descritto nel racconto.
23 giugno 2015 alle 14:31 in risposta a: Gruppo TURA SATANA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #8532Salve a tutti, colgo l’occasione per ringraziare tutti dei commenti. Ecco i miei e la classifica:
1 Grano nero, di Daniele Picciuti
Ciao Daniele.
Ammetto che non avrei mai pensato che fosse stato lui a uccidere suo nonno. Un vero colpo di scena, per me. Anzi, ti dirò di più, mentre leggevo ho persino pensato “per quanto ha fatto ‘sto nonno nella sua vita, sarà la sua presenza a non spegnersi mai”… e invece 😉
Mi è piaciuto, adoro questo genere quindi mi hai facilmente conquistata. Mi sono piaciute le descrizioni e la suspence, per poi arrivare sulla scena del crimine.
Ti dico la verità: mi piacerebbe sapere perché ‘sto nipote ingrato ha ucciso i suoi nonni.
Bravo!2 Minugai, di Raffaele Serafini
Ciao Raffaele.
Dunque, leggendo la storia dell’inugai (ammetto, non sapevo cosa fosse) mi sembra di cogliere che il padre, maledettamente inquietante, abbia creato quest’essere uccidendo il loro cane, per vendetta. Posso coglierlo anche dal fatto che quando il cane attacca, lui è impassibile, vomita al massimo, poi torna al suo latte coi biscotti. Rabbrividisce, quella scena. Ma di cos’è che vuole vendicarsi questo padre pazzoide?
Mi piacciono molto le immagini che il tuo racconto evocano, da film horror, il bimbo che non può entrare nel capanno, la curiosità di sua madre.
Mi sei piaciuto, bravo.3 Il bambino con il ghiacciolo, di Marco Roncaccia
Ciao Marco.
La tua storia mi è arrivata dritta in pancia, dico sul serio. Forte, diretta, d’impatto.
Non conoscendo le canzoni che hai postato, ho letto prima la traduzione e poi il racconto, funziona davvero. Sembra un racconto che s’intreccia con la musica, ho focalizzato le immagini nella mia testa e il bambino col ghiacciolo. E mi è piaciuto tutto.
L’autobus a due piani è “un modo celestiale di farla finita.”
Bravo, mi sei piaciuto.4 La lucina, di Flavia Imperi
Ciao Flavia.
La tua storia in certi punti mi ha commossa. La voce di un bambino è la più pulita di tutte, la più sincera. Qui si sente molto e si sente che è così. Bello e triste, il personaggio della mamma mi piace molto, quella che interrompe il “rapporto” padre/figlio che dura nel tempo, oltre la morte, perché non ci crede.
Mi piace anche che sia strutturato di dialoghi e basta.
Brava.5 Con i tuoi occhi, di Alice Gibellini
Ciao Alice.
Il tuo racconto è molto toccante, la contrapposizione tra i due personaggi mi piace molto. La cecità della madre sembra quasi effetto del karma, lei che ha sempre badato alla bellezza, che non si è mai lasciata andare, si è ritrovata a non potersi guardare più e a dovere vedere il mondo con gli occhi di sua figlia. Mi piace che abbiano recuperato il loro rapporto in seguito all’incidente, quasi come fossero costrette. Ma tutto è stato una rivelazione: sua figlia è la sua stessa luce.
Mi sei piaciuta, good job.6 Risveglio, di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora,
è un piacere anche per me ritrovarti e rileggerti. Il tuo racconto è molto bello, è forte. Riesco quasi a sentire ogni rumore, per quanto hai ben descritto tutto. Mi piace come hai giocato col capoverso, sembra quasi una poesia, così. Ho apprezzato molto anche l’elemento delle parole tra parentesi, che coincidono come fossero una seconda voce, fuoricampo. Come una di quelle canzoni a due voci.
La parte finale, quella del suo risveglio, della luce vista in sua moglie, è molto dolce.
Un buon lavoro, brava.7 Gli inquilini del buio, di Angelo Frascella
Ciao Angelo.
Un racconto senza dubbio interessante e coinvolgente. Il ritmo è incalzante e ti tiene incollato allo schermo. Ci sono tanti dettagli, tanti elementi, che ingigantiscono la storia e forse si, come hanno già detto gli altri, lo spazio è troppo ristretto, per una storia del genere.
Non posso negare però che mi piace l’intreccio e quello che vuoi raccontare, ho apprezzato tanto anche la frase finale legata al nome. Sono sicura che con uno spazio maggiore sarebbe venuto fuori un gran bel lavoro, davvero.8 Il Signor Colombo, di Simone Cassia
Ciao Simone.
Certo, c’è molta più riflessione di fatti raccontati, in questa storia. Consideriamolo pure un monologo, e io adoro i monologhi. Mi piace che sia un padre a parlare, che si preoccupi del figlio e di fargli sapere che non deve diventare un essere umano spento e senza stimoli. Mi verrebbe da collocare il tuo racconto nella categoria “di formazione”. Ci sono cliché, come
“certo che se è questo il mondo del domani, forse sarebbe meglio vivere nel passato”, ormai tanti la pensano così, ma il futuro dobbiamo pure sapercelo costruire. Però ho apprezzato l’intervento finale del bambino.
In sostanza, un buon lavoro.9 Chiamatemi Elvis, di Fernando Nappo
Ciao Fernando.
La scena che descrivi ha del malinconico. Un uomo con una grande passione, consapevole di non essere più quello di un tempo per via dell’età e dei cambiamenti. Un uomo che vede sfilare davanti a sé giovani aspiranti Elvis, giovani com’era lui anni fa, e non si lascia demolire. Una consapevolezza che, prima o poi, ognuno di noi dovrà prendere: il tempo passa e noi cambiamo e ci sarà qualcuno più capace di noi, ma arrendersi non fa onore. Le passioni vanno portate avanti, con una persona accanto che ci appoggia è ancora meglio.
Lettura piacevole, alla prossima!10 Dalla terra al cielo, di Linda De Santi
Ciao Linda.
Il racconto è ben scritto, hai uno stile molto buono. Il bambino “profeta” è un bell’elemento, che nella sua ingenuità spinge il padre verso la verità. Bella la scena del terremoto, riesco a sentire il dolore del padre, oh mamma. Solo che… non so, che Zoe sia stata chiamata da chissà chi per fare chissà cosa non mi è chiaro. Cioè, non capisco le dinamiche. Magari con una spiegazione in più il racconto avrebbe funzionato meglio.
Comunque sia, mi è piaciuto abbastanza.11 Mia madre, di Omaima Marfoq
Ciao Omaima.
La tua storia racconta qualcosa di molto forte, la perdita di una madre. La scena evocata all’inizio mi piace, è toccante, struggente, chiunque potrebbe facilmente immedesimarsi e capirne il dolore. “La mamma è sempre la mamma”. E si capisce dalle tue righe, dalla luce che non abbandonerà mai la protagonista, dalla presenza costante.
Mi piace la storia che hai scelto di raccontare e l’elemento dell’incubo, che perseguita (e forse non smetterà mai di farlo) il tuo personaggio.Ciao Fernando.
La scena che descrivi ha del malinconico. Un uomo con una grande passione, consapevole di non essere più quello di un tempo per via dell’età e dei cambiamenti. Un uomo che vede sfilare davanti a sé giovani aspiranti Elvis, giovani com’era lui anni fa, e non si lascia demolire. Una consapevolezza che, prima o poi, ognuno di noi dovrà prendere: il tempo passa e noi cambiamo e ci sarà qualcuno più capace di noi, ma arrendersi non fa onore. Le passioni vanno portate avanti, con una persona accanto che ci appoggia è ancora meglio.
Lettura piacevole, alla prossima!Ciao Eleonora,
è un piacere anche per me ritrovarti e rileggerti. Il tuo racconto è molto bello, è forte. Riesco quasi a sentire ogni rumore, per quanto hai ben descritto tutto. Mi piace come hai giocato col capoverso, sembra quasi una poesia, così. Ho apprezzato molto anche l’elemento delle parole tra parentesi, che coincidono come fossero una seconda voce, fuoricampo. Come una di quelle canzoni a due voci.
La parte finale, quella del suo risveglio, della luce vista in sua moglie, è molto dolce.
Un buon lavoro, brava.Ciao Flavia.
La tua storia in certi punti mi ha commossa. La voce di un bambino è la più pulita di tutte, la più sincera. Qui si sente molto e si sente che è così. Bello e triste, il personaggio della mamma mi piace molto, quella che interrompe il “rapporto” padre/figlio che dura nel tempo, oltre la morte, perché non ci crede.
Mi piace anche che sia strutturato di dialoghi e basta.
Brava.Ciao Alice.
Il tuo racconto è molto toccante, la contrapposizione tra i due personaggi mi piace molto. La cecità della madre sembra quasi effetto del karma, lei che ha sempre badato alla bellezza, che non si è mai lasciata andare, si è ritrovata a non potersi guardare più e a dovere vedere il mondo con gli occhi di sua figlia. Mi piace che abbiano recuperato il loro rapporto in seguito all’incidente, quasi come fossero costrette. Ma tutto è stato una rivelazione: sua figlia è la sua stessa luce.
Mi sei piaciuta, good job.Ciao Angelo.
Un racconto senza dubbio interessante e coinvolgente. Il ritmo è incalzante e ti tiene incollato allo schermo. Ci sono tanti dettagli, tanti elementi, che ingigantiscono la storia e forse si, come hanno già detto gli altri, lo spazio è troppo ristretto, per una storia del genere.
Non posso negare però che mi piace l’intreccio e quello che vuoi raccontare, ho apprezzato tanto anche la frase finale legata al nome. Sono sicura che con uno spazio maggiore sarebbe venuto fuori un gran bel lavoro, davvero.Ciao Daniele.
Ammetto che non avrei mai pensato che fosse stato lui a uccidere suo nonno. Un vero colpo di scena, per me. Anzi, ti dirò di più, mentre leggevo ho persino pensato “per quanto ha fatto ‘sto nonno nella sua vita, sarà la sua presenza/luce a non spegnersi mai”… e invece 😉
Mi è piaciuto, adoro questo genere quindi mi hai facilmente conquistata. Mi sono piaciute le descrizioni e la suspence, per poi arrivare sulla scena del crimine.
Ti dico la verità: mi piacerebbe sapere perché ‘sto nipote ingrato ha ucciso i suoi nonni.
Bravo!Ciao Linda.
Il racconto è ben scritto, hai uno stile molto buono. Il bambino “profeta” è un bell’elemento, che nella sua ingenuità spinge il padre verso la verità. Bella la scena del terremoto, riesco a sentire il dolore del padre, oh mamma. Solo che… non so, che Zoe sia stata chiamata da chissà chi per fare chissà cosa non mi è chiaro. Cioè, non capisco le dinamiche. Magari con una spiegazione in più il racconto avrebbe funzionato meglio.
Comunque sia, mi è piaciuto abbastanza.Ciao Simone.
Certo, c’è molta più riflessione di fatti raccontati, in questa storia. Consideriamolo pure un monologo, e io adoro i monologhi. Mi piace che sia un padre a parlare, che si preoccupi del figlio e di fargli sapere che non deve diventare un essere umano spento e senza stimoli. Mi verrebbe da collocare il tuo racconto nella categoria “di formazione”. Ci sono cliché, come “certo che se è questo il mondo del domani, forse sarebbe meglio vivere nel passato”, ormai tanti la pensano così, ma il futuro dobbiamo pure sapercelo costruire. Però ho apprezzato l’intervento finale del bambino.
In sostanza, un buon lavoro.Ciao Raffaele.
Dunque, leggendo la storia dell’inugai (ammetto, non sapevo cosa fosse) mi sembra di cogliere che il padre, maledettamente inquietante, abbia creato quest’essere uccidendo il loro cane, per vendetta. Posso coglierlo anche dal fatto che quando il cane attacca, lui è impassibile, vomita al massimo, poi torna al suo latte coi biscotti. Rabbrividisce, quella scena. Ma di cos’è che vuole vendicarsi questo padre pazzoide?
Mi piacciono molto le immagini che il tuo racconto evocano, da film horror, il bimbo che non può entrare nel capanno, la curiosità di sua madre.
Mi sei piaciuto, bravo.Ciao Marco.
La tua storia mi è arrivata dritta in pancia, dico sul serio. Forte, diretta, d’impatto.
Non conoscendo le canzoni che hai postato, ho letto prima la traduzione e poi il racconto, funziona davvero. Sembra un racconto che s’intreccia con la musica, ho focalizzato le immagini nella mia testa e il bambino col ghiacciolo. E mi è piaciuto tutto.
L’autobus a due piani è “un modo celestiale di farla finita.”
Bravo, mi sei piaciuto.Ciao Omaima.
La tua storia racconta qualcosa di molto forte, la perdita di una madre. La scena evocata all’inizio mi piace, è toccante, struggente, chiunque potrebbe facilmente immedesimarsi e capirne il dolore. “La mamma è sempre la mamma”. E si capisce dalle tue righe, dalla luce che non abbandonerà mai la protagonista, dalla presenza costante.
Mi piace la storia che hai scelto di raccontare e l’elemento dell’incubo, che perseguita (e forse non smetterà mai di farlo) il tuo personaggio.-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 10 mesi fa da
Carolina Pelosi.
Ciao!
Rispondo a entrambi perché entrambi mi avete fatto le stesse critiche. Ho descritto una scena “immobile”, che si sviluppa soltanto nella testa del personaggio, perché lei arriva lì (la casa è vuota, dentro non c’è nessuno, lei è legata alla casa perché è il posto in cui è cresciuto il loro legame) e viene sommersa dai ricordi e dalla disperazione. La luce che resta, invece, per me è proprio questo ricordo fortissimo e nitido che lei ha di tutte le cose passate, di una persona che ha perduto e di cui sente la mancanza. È la luce della nostalgia, che non si spegne mai. E avevo pensato di renderla proprio così, tramite raffiche di ricordi e nient’altro, perché è l’unica cosa che le è rimasta da fare. Vi ringrazio tanto per le critiche buone che avete fatto al mio racconto, per il quadro e per i brividi, sono lusingata.
Grazie per i commenti, ne terrò conto per le prossime storie!
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Questa risposta è stata modificata 9 anni, 10 mesi fa da
Carolina Pelosi.
Ciao a tutti! Credo sia stata una bella edizione per tutti, di seguito la mia classifica:
1 – Tutte le cose perdute, Enrico Nottoli
Ciao Enrico.
Bel racconto, malinconico e doloroso. Credo che sia facile per la maggior parte della gente ritrovarsi nelle parole di questa storia… perché, si sa, tutti perdiamo qualcuno a un certo punto della vita. E il dolore del tuo personaggio è facilmente comprensibile per questo. Com’è comprensibile la rassegnazione. Mi piace la voce sofferta e stanca che gli hai dato, bravo.
Dovresti saperlo, ormai, che mi piace la tua scrittura…2 – L’uguaglianza di genere, Beppe Roncari
Ciao Beppe.
Ho trovato la tua idea geniale! Mi è piaciuto il tuo racconto, è crudo, è diretto, arriva dove deve arrivare. C’è tensione, la lettura si segue col fiato corto. E ci sta alla grande la rivincita della donna sull’uomo, ci vorrebbe nella vita reale una roba del genere… 😉
L’unico passaggio che non mi fila troppo è quando dici “come voi”, lo scrivi anche in corsivo, ma… in che senso?Comunque sia, la tua storia mi è piaciuta tanto, bravo!3 – Potenza per vincere, Vilma Cretti
Ciao Wilma.
Il tuo racconto è forte, arriva dritto allo stomaco. Mi piace il fatto che inizialmente sembra quasi un gioco, o comunque non si capisce la gravità della situazione. Poi accelera, incalza, incolla allo schermo, la tensione c’è e tutto sfocia nel riscatto di lei, che riesce a cavarsela. Ho solo un piccolo appunto: non sono sicura che io avrei detto che lei gioca e che lui è il suo allenatore così esplicitamente, credo che l’avrei inserito nel resto in un modo più celato.
In ogni caso, mi sei piaciuta!4 – Licantropia, Fernando Nappo
Ciao Fernando.
Mi piace la storia che hai scelto di raccontare. Mi sembra che tu abbia puntato sul combattimento sia fisico che interiore, dal momento che lui lotta contro la rabbia per la morte della sua famiglia. E, se proprio vogliamo dirla tutta, lotta anche con la bestia in cui si sta trasformando, con tutto ciò che la trasformazione comporta. Ho apprezzato che per combattere colui che ha ucciso sua moglie e sua figlia il tuo personaggio decida di assumere proprio le sembianze dell’assassino.
Forse io avrei giocato di più sull’elemento fantasy, avrei enfatizzato certi dettagli, ma ognuno è libero di gestire la sua storia come gli pare5 – Un’incurabile mancanza di puntualità, Sharon Galano
Ciao Sharon.
Devo dire che l’idea mi piace parecchio, un uomo che sta andando al suo funerale è originale. Ho apprezzato che si capisca quasi alla fine, che è del suo funerale che si tratta. Ho colto, poi, anche la figura di Pietro (e il nome, non casuale, probabilmente, o forse è solo un mio film mentale ;)) e l’ho apprezzata. L’unico appunto è che si, in effetti non si coglie benissimo se combatta più con la sua mancanza di puntualità o con la mancanza di voglia di presentarsi al funerale. Forse la prima, dal momento che la seconda l’hai enfatizzata molto di meno.
Alla prossima!6 – Black Friday, Patty Barale
Ciao Patty.
Oh, ma che tenero che è il finale di questo racconto? L’ho trovato molto carino, divertente e frizzante, una ventata d’aria fresca (e pure un tour tra marchi che solo noi donne conosciamo ;)). Ho davvero apprezzato la motivazione per cui la ragazzina ha fatto tutta quella strada, che andava oltre lo shopping selvaggio di tutto il resto: fare gli auguri a sua mamma.
Brava!7 – La prima battaglia, Cristina Danini
Ciao Cristina!
Originale la storia delle Amazzonimi sono piaciute molto le descrizioni, i rumori che lasci sentire attraverso le parole, le immagini che permetti di vedere. Assurdo il loro incontro in battaglia, al limite del tragico e sono contenta che tu abbia deciso, per la tua protagonista, di seguire la vita che faceva, piuttosto che farle vivere una vita a cui probabilmente non è destinata. Mi è piaciuta la battuta finale di lei, con cui hai chiuso il dialogo
Hai fatto un buon lavoro!8 – La prima comunione, Diego Ducoli
Ciao Diego.
Il racconto è sviluppato in maniera piuttosto originale, il pericolo dei social e l’incombenza della “dipendenza di massa” si sente fortissimo. Mi piace l’immagine del padre, uno che si ribella (mi piace chi va controcorrente :D) e mi piace che sia arrivato nel momento giusto, per salvare sua figlia. Immagine bella quella della torre in fiamme. Dettaglio che mi è piaciuto un pochino di meno è il dialogo tra la madre e la bimba che in certe battute è troppo pieno, dice troppo. Ma forse è una scelta personale.
Alla prossima!9 – Moai, Francesca Nozzolillo
Ciao Francesca.
Al contrario degli altri il cambio di punto di vista l’ho colto subito e mi è piaciuto. Vedere la storia con gli occhi di tutti e due i personaggi è d’aiuto perché il racconto arrivi di più e inoltre crea movimento. Mi piace la voce che hai voluto dare alla tua storia e ho apprezzato che non ci fosse un lieto fine… o almeno non per lo schiavo! Sai cos’è che mi ha lasciato un po’ perplessa? Il fatto che fossero bambini. Ora, io non ci capisco niente di quel mondo, ma è davvero possibile? Perché hai scelto personaggi di quell’età?
In ogni caso, mi è piaciuta la storia!10 – Il ragno nero, Raffaele Marra
Ciao Raffaele.
Al contrario di quelle che leggo dagli altri commenti, a me è arrivata piuttosto chiara la storia. La voce infantile di una bambino si sente, bravo, sei riuscito a renderla. Il finale è piuttosto forte, solo posso fartela un’osservazione? Io non avrei lasciato dire al bimbo come stanno le cose, non così esplicitamente. Lo avrei fatto intendere in qualche altro modo, ma capisco il limite dei caratteri e il tempo che sembra sempre pochissimo quando devi inventare una storia, e non ti lascia spazio per limare i dettagli.
In ogni caso, mi sei piaciuto.11 – Amore mio, Stefan Pastor
Ciao Stefano.
Ok, l’idea mi piace. Mi piacciono anche i dialoghi, solo che purtroppo ho dovuto rileggerlo diverse volte per capirlo a fondo. Credo perché sia un argomento “nuovo” e in 3000 caratteri è impossibile riuscire a spiegarlo. Magari con più spazio disponibile sarebbe stato più facilmente comprensibile e sarebbe arrivato meglio.
In ogni caso ho apprezzato molto l’idea…12 – Istinto materno, Sara Passannanti
Ciao Sara.
Comincio col dirti che l’ambientazione della tua storia mi è piaciuta. Mi è piaciuta l’atmosfera tetra o quasi, i racconti che vivono di notte mi piacciono. Mi sono piaciute diverse descrizioni e, se questo può c’entrare qualcosa, mi sono piaciuti i nomi che hai scelto per i tuoi personaggi. Ma, purtroppo, non ho trovato abbastanza avvincente la “lotta”; inoltre ci sono punti che non tornano, come hanno già sottolineato gli altri, come lei che è cieca ma riesce a vedere il mostro chino sul bimbo. E poi si, si sente un po’ la mancanza del passato di lei, di quest’astio che ha nei confronti del mostro, di quello che le è successo prima di questa notte che racconti.
Mi piace pensare che con uno spazio più ampio, forse, saresti riuscita a gestire meglio la storia e inserire tutti i dettagli necessari…
Alla prossima.-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 11 mesi fa da
Carolina Pelosi.
Ciao Francesca.
Al contrario degli altri il cambio di punto di vista l’ho colto subito e mi è piaciuto. Vedere la storia con gli occhi di tutti e due i personaggi è d’aiuto perché il racconto arrivi di più e inoltre crea movimento. Mi piace la voce che hai voluto dare alla tua storia e ho apprezzato che non ci fosse un lieto fine… o almeno non per lo schiavo! Sai cos’è che mi ha lasciato un po’ perplessa? Il fatto che fossero bambini. Ora, io non ci capisco niente di quel mondo, ma è davvero possibile? Perché hai scelto personaggi di quell’età?
In ogni caso, mi è piaciuta la storia!Ciao Diego.
Il racconto è sviluppato in maniera piuttosto originale, il pericolo dei social e l’incombenza della “dipendenza di massa” si sente fortissimo. Mi piace l’immagine del padre, uno che si ribella (mi piace chi va controcorrente :D) e mi piace che sia arrivato nel momento giusto, per salvare sua figlia. Immagine bella quella della torre in fiamme. Dettaglio che mi è piaciuto un pochino di meno è il dialogo tra la madre e la bimba che in certe battute è troppo pieno, dice troppo. Ma forse è una scelta personale.
Alla prossima!Ciao Sara.
Comincio col dirti che l’ambientazione della tua storia mi è piaciuta. Mi è piaciuta l’atmosfera tetra o quasi, i racconti che vivono di notte mi piacciono. Mi sono piaciute diverse descrizioni e, se questo può c’entrare qualcosa, mi sono piaciuti i nomi che hai scelto per i tuoi personaggi. Ma, purtroppo, non trovato abbastanza avvincente la “lotta”; inoltre ci sono punti che non tornano, come hanno già sottolineato gli altri, come lei che è cieca ma riesce a vedere il mostri chino sul bimbo. E poi si, si sente un po’ la mancanza del passato di lei, di quest’astio che ha nei confronti del mostro, di quello che le è successo prima di questa notte che racconti.
Mi piace pensare che con uno spazio più ampio, forse, saresti riuscita a gestire meglio la storia e inserire tutti i dettagli necessari…
Alla prossima.Ciao Wilma.
Il tuo racconto è forte, arriva dritto allo stomaco. Mi piace il fatto che inizialmente sembra quasi un gioco, o comunque non si capisce la gravità della situazione. Poi accelera, incalza, incolla allo schermo, la tensione c’è e tutto sfocia nel riscatto di lei, che riesce a cavarsela. Ho solo un piccolo appunto: non sono sicura che io avrei detto che lei gioca e che lui è il suo allenatore così esplicitamente, credo che l’avrei inserito nel resto in un modo più celato.
In ogni caso, mi sei piaciuta!Ciao Stefano.
Ok, l’idea mi piace. Mi piacciono anche i dialoghi, solo che purtroppo ho dovuto rileggerlo diverse volte per capirlo a fondo. Credo perché sia un argomento “nuovo” e in 3000 caratteri è impossibile riuscire a spiegarlo. Magari con più spazio disponibile sarebbe stato più facilmente comprensibile e sarebbe arrivato meglio.
In ogni caso ho apprezzato molto l’idea…Ciao Fernando.
Mi piace la storia che hai scelto di raccontare. Mi sembra che tu abbia puntato sul combattimento sia fisico che interiore, dal momento che lui lotta contro la rabbia per la morte della sua famiglia. E, se proprio vogliamo dirla tutta, lotta anche con la bestia in cui si sta trasformando, con tutto ciò che la trasformazione comporta. Ho apprezzato che per combattere colui che ha ucciso sua moglie e sua figlia il tuo personaggio decida di assumere proprio le sembianze dell’assassino.
Forse io avrei giocato di più sull’elemento fantasy, avrei enfatizzato certi dettagli, ma ognuno è libero di gestire la sua storia come gli pare
Bel lavoro!Ciao Patty.
Oh, ma che tenero che è il finale di questo racconto? L’ho trovato molto carino, divertente e frizzante, una ventata d’aria fresca (e pure un tour tra marchi che solo noi donne conosciamo ;)). Ho davvero apprezzato la motivazione per cui la ragazzina ha fatto tutta quella strada, che andava oltre lo shopping selvaggio di tutto il resto: fare gli auguri a sua mamma.
Brava!Ciao Enrico.
Bel racconto, malinconico e doloroso. Credo che sia facile per la maggior parte della gente ritrovarsi nelle parole di questa storia… perché, si sa, tutti perdiamo qualcuno a un certo punto della vita. E il dolore del tuo personaggio è facilmente comprensibile per questo. Com’è comprensibile la rassegnazione. Mi piace la voce sofferta e stanca che gli hai dato, bravo.
Dovresti saperlo, ormai, che mi piace la tua scrittura…Ciao Cristina!
Originale la storia delle Amazzoni
mi sono piaciute molto le descrizioni, i rumori che lasci sentire attraverso le parole, le immagini che permetti di vedere. Assurdo il loro incontro in battaglia, al limite del tragico e sono contenta che tu abbia deciso, per la tua protagonista, di seguire la vita che faceva, piuttosto che farle vivere una vita a cui probabilmente non è destinata. Mi è piaciuta la battuta finale di lei, con cui hai chiuso il dialogo
Hai fatto un buon lavoro!Ciao Sharon.
Devo dire che l’idea mi piace parecchio, un uomo che sta andando al suo funerale è originale. Ho apprezzato che si capisca quasi alla fine, che è del suo funerale che si tratta. Ho colto, poi, anche la figura di Pietro (e il nome, non casuale, probabilmente, o forse è solo un mio film mentale ;)) e l’ho apprezzata. L’unico appunto è che si, in effetti non si coglie benissimo se combatta più con la sua mancanza di puntualità o con la mancanza di voglia di presentarsi al funerale. Forse la prima, dal momento che la seconda l’hai enfatizzata molto di meno.
Alla prossima!Ciao Beppe.
Ho trovato la tua idea geniale! Mi è piaciuto il tuo racconto, è crudo, è diretto, arriva dove deve arrivare. C’è tensione, la lettura si segue col fiato corto. E ci sta alla grande la rivincita della donna sull’uomo, ci vorrebbe nella vita reale una roba del genere… 😉
L’unico passaggio che non mi fila troppo è quando dici “come voi”, lo scrivi anche in corsivo, ma… in che senso?
Comunque sia, la tua storia mi è piaciuta tanto, bravo!Ciao Raffaele.
Al contrario di quelle che leggo dagli altri commenti, a me è arrivata piuttosto chiara la storia. La voce infantile di una bambino si sente, bravo, sei riuscito a renderla. Il finale è piuttosto forte, solo posso fartela un’osservazione? Io non avrei lasciato dire al bimbo come stanno le cose, non così esplicitamente. Lo avrei fatto intendere in qualche altro modo, ma capisco il limite dei caratteri e il tempo che sembra sempre pochissimo quando devi inventare una storia, e non ti lascia spazio per limare i dettagli.
In ogni caso, mi sei piaciuto.-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 11 mesi fa da
Carolina Pelosi.
Ciao a tutti!
Vi ringrazio davvero tanto per i commenti, sia quelli positivi che quelli negativi, ché nonostante tutto, si sa, sono necessari. Mi ha fatto piacere “sfidarmi” con voi.
@Adry666 l’ultima parte del tuo commento, in particolare, mi ha commossa. Una bella speranza la tua e sono felice che tu l’abbia rivista tra le mie righe. Grazie a te, di cuore!
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Questa risposta è stata modificata 10 anni fa da
Carolina Pelosi.
23 aprile 2015 alle 12:29 in risposta a: CORIOLANO: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #6070Ecco la mia classifica, è stato un piacere leggervi e ricevere i vostri commenti:
1 – LA PRIMAVERA DENTRO – WILLY
Ciao Willy,
questo racconto è davvero forte. Davvero. Trovo incredibile il parallelismo tra un personaggio quasi senza vita e la primavera fuori, è una delle contrapposizioni che preferisci, in generale, e tu hai saputo sfruttarla molto bene. Mi piace tanto anche il titolo, azzeccatissimo. Non posso aggiungere niente di più rispetto a quello che la tua storia mi ha trasmesso: un brivido freddo, che rimane.
Bravo, bravo.2 – SONO QUI – STEFANIA FIORIN
Ciao Stefania.
Mi piace l’immagine che hai scelto di raccontare: un ciclone che agli occhi di una bambina sembra la fine del mondo, la fine di tutto. Una lettura piacevole e scorrevole, mi ha tenuta incollata allo schermo soprattutto perché sono riuscita a calarmi nei panni della bambina. Belle le descrizioni e bella la figura della madre e la frase che le dice aldilà del muro.
L’unica cosa che mi ha lasciato la gola un pochino secca è la fine, non so, vorrei sapere che le succede adesso e vorrei sapere chi è questo amore che deve andare a prenderla, è quello che mi resta dopo aver letto le ultime due righe.
Comunque sia, brava!3 – PRIMAVERA – RAFFAELE MARRA
Ciao Raffaele.
Mi è piaciuto il tuo racconto! L’incipit è molto bello, l’occhiata distratta su vari personaggi fila, incalza e arricchisce. Ho apprezzato i dialoghi e mi è piaciuto tanto, tantissimo un pezzo della seconda parte, «Che ne sarà di noi?», chiese la ragazza. «Saremo come le rondini», rispose Bob spingendo lo sguardo al di là dei vetri, verso un cielo chiaro che imparava un’ennesima primavera, «compiremo il nostro destino seguendo una coscienza universale.»
Hai fatto un buon lavoro!4 – L’ORA DI LIBERTA’ – LINDA DE SANTI
Ciao Linda.
Trovo la forma di questo racconto molto piacevole, mi piace la tua scrittura. Bella l’ambientazione e bella la volontà dei personaggi disposti a tutto pur di mettere qualcosa sotto i denti. Divertente il contenuto del pacchetto, m’aspettavo una pepita d’oro e invece… 😉
Ho apprezzato il fatto che tu abbia usato il guasto come qualcosa di positivo per loro due, qualcosa che desse tregua.
Un buon lavoro, brava!5 – SCARPETTE DI CRISTALLO – ANGELO FRASCELLA
Ciao Angelo,
il tuo racconto mi ha fatto sorridere. L’ho trovato davvero spiritoso (che in fondo di spiritoso non c’è niente, dal momento che passa il messaggio superficiale del conformismo odierno) e leggero. Mi è piaciuto, forse io avrei spiegato un pochino di più l’ambiente in cui vive (tapis roulant, schermi etc), ma suppongo sia gusto personale.
Bravo, bel lavoro!6 – INTERFERENZE – ADRIANO MUZZI
Ciao Adriano.
Ho trovato davvero carina l’idea di inserirci personaggi realmente esistiti e coinvolti in quest’ambito. Il racconto fila, la suspense tiene, cercavo di leggere in fretta per scoprire che diavolo stava succedendo! Credo che tu abbia fatto un buon lavoro.
ps. Probabilmente in questo punto “Aldrin e Buzz non fecero in tempo a rispondere” avresti voluto scrivere Armstrong al posto di uno dei due nomi 😉7 – IMPRESA EPICA – MANUEL PIREDDA
Ciao Manuel,
non mi piacciono le storie fantasy e, quasi sempre, cambio pagina… stavolta però ho fatto bene a non cambiarla. Il tuo racconto mi ha fatto ritornare a quando, da piccola, mi cimentavo in racconti del genere e mi ha dato freschezza. Belle le descrizioni e le similitudini e geniale la frase finale 😉
Alla prossima!8 – OFFLINE – ANDREA VISCUSI
Ciao Andrea.
Se devo dirla tutta, anche io ho trovato un pochino scontata la frase iniziale, non so, avresti potuto giocarci su, magari. Però ho apprezzato l’elemento della “superficialità”, i tipi che preferiscono fargli spegnere tutto “per risparmiare energia” (che tanto non userà) invece di preoccuparsi di farlo rientrare il prima possibile io la incasso come una metafora di questo tempo, dell’umanità che abbiamo davanti ogni giorno. Ho apprezzato anche il finale drammatico, sarà che non sono una da lieto fine.9 – SORDO CIECO MUTO – ALESSANDRO DUINO
Ciao Alessandro.
Ok, mi ha un pochino confusa questa storia. Non ho ben capito la vicenda né il personaggio, probabilmente avresti dovuto servirti di più spazio per gestire il racconto, per sviluppare una trama più chiara e anche un certo carattere del personaggio.
Non so, non mi ha convinta troppo. Un peccato perché l’idea sembra molto carina.
Mi è piaciuta però la situazione finale, quasi apocalittica, dove lui si distrugge poco alla volta.-
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Carolina Pelosi.
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Ciao Manuel,
non mi piacciono le storie fantasy e, quasi sempre, cambio pagina… stavolta però ho fatto bene a non cambiarla. Il tuo racconto mi ha fatto ritornare a quando, da piccola, mi cimentavo in racconti del genere e mi ha dato freschezza. Belle le descrizioni e le similitudini e geniale la frase finale 😉
Alla prossima!Ciao Willy,
questo racconto è davvero forte. Davvero. Trovo incredibile il parallelismo tra un personaggio quasi senza vita e la primavera fuori, è una delle contrapposizioni che preferisco, in generale, e tu hai saputo sfruttarla molto bene. Mi piace tanto anche il titolo, azzeccatissimo. Non posso aggiungere niente di più rispetto a quello che la tua storia mi ha trasmesso: un brivido freddo, che rimane.
Bravo, bravo.-
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Carolina Pelosi.
Ciao Angelo,
il tuo racconto mi ha fatto sorridere. L’ho trovato davvero spiritoso (che in fondo di spiritoso non c’è niente, dal momento che passa il messaggio superficiale del conformismo odierno) e leggero. Mi è piaciuto, forse io avrei spiegato un pochino di più l’ambiente in cui vive (tapis roulant, schermi etc), ma suppongo sia gusto personale.
Bravo, bel lavoro!Ciao Stefania.
Mi piace l’immagine che hai scelto di raccontare: un ciclone che agli occhi di una bambina sembra la fine del mondo, la fine di tutto. Una lettura piacevole e scorrevole, mi ha tenuta incollata allo schermo sopratutto perché sono riuscita a calarmi nei panni della bambina. Belle le descrizioni e bella la figura della madre e la frase che le dice aldilà del muro.
L’unica cosa che mi ha lasciato la gola un pochino secca è la fine, non so, vorrei sapere che le succede adesso e vorrei sapere chi è questo amore che deve andare a prenderla, è quello che mi resta dopo aver letto le ultime due righe.
Comunque sia, brava!Ciao Raffaele.
Mi è piaciuto il tuo racconto! L’incipit è molto bello, l’occhiata distratta su vari personaggi fila, incalza e arricchisce. Ho apprezzato i dialoghi e mi è piaciuto tanto, tantissimo un pezzo della seconda parte, «Che ne sarà di noi?», chiese la ragazza. «Saremo come le rondini», rispose Bob spingendo lo sguardo al di là dei vetri, verso un cielo chiaro che imparava un’ennesima primavera, «compiremo il nostro destino seguendo una coscienza universale.»
Hai fatto un buon lavoro!-
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Carolina Pelosi.
Ciao Linda.
Trovo la forma di questo racconto molto piacevole, mi piace la tua scrittura. Bella l’ambientazione e bella la volontà dei personaggi disposti a tutto pur di mettere qualcosa sotto i denti. Divertente il contenuto del pacchetto, m’aspettavo una pepita d’oro e invece… 😉
Ho apprezzato il fatto che tu abbia usato il guasto come qualcosa di positivo per loro due, qualcosa che desse tregua.
Un buon lavoro, brava!Ciao Alessandro.
Ok, mi ha un pochino confusa questa storia. Non ho ben capito la vicenda né il personaggio, probabilmente avresti dovuto servirti di più spazio per gestire il racconto, per sviluppare una trama più chiara e anche un certo carattere del personaggio.
Non so, non mi ha convinta troppo. Un peccato perché l’idea sembra molto carina.
Mi è piaciuta però la situazione finale, quasi apocalittica, dove lui si distrugge poco alla volta.Ciao Adriano.
Ho trovato davvero carina l’idea di inserirci personaggi realmente esistiti e coinvolti in quest’ambito. Il racconto fila, la suspense tiene, cercavo di leggere in fretta per scoprire che diavolo stava succedendo! Credo che tu abbia fatto un buon lavoro.
Alla prossima!ps. Probabilmente in questo punto “Aldrin e Buzz non fecero in tempo a rispondere” avresti voluto scrivere Armstrong al posto di uno dei due nomi 😉
Ciao Andrea.Se devo dirla tutta, anche io ho trovato un pochino scontata la frase iniziale, non so, avresti potuto giocarci su, magari. Però ho apprezzato l’elemento della “superficialità”, i tipi che preferiscono fargli spegnere tutto “per risparmiare energia” (che tanto non userà) invece di preoccuparsi di farlo rientrare il prima possibile io la incasso come una metafora di questo tempo, dell’umanità che abbiamo davanti ogni giorno. Ho apprezzato anche il finale drammatico, sarà che non sono una da lieto fine.
Alla prossima!
11 marzo 2015 alle 19:49 in risposta a: Lista dei racconti ammessi e vostre classifiche – MC Live alla Ginzburg #4237È stato difficile, ma ne sono uscita viva:
1. Non cambia mai, Marco Roncaccia
Ciao Marco.
Io, al contrario, quando leggo storie così mi entusiasmo! Sei stato bravo, bravo con le descrizioni, bravo con la punteggiatura, bravo con la scelta del tono della voce narrante. Bravo, insomma. Mi ha quasi rattristata la morte dello zombie, per via della scena che hai descritto in precedenza: lui e una bicicletta. Non c’è da aspettarselo da un mostro del genere, intento solo a cercare da mangiare, che si metta a perdere tempo con una bici arrugginita, è stato sorprendente. Anche il finale lo è stato, perché (come ha già scritto Peter) i veri mostri sono altri. Sai cosa non mi ha convinto troppo? Il motivo. Insomma, non sono riuscita a trovare questo passato feroce, io piuttosto vedo un PRESENTE feroce.
Per il resto però hai fatto un buon lavoro… ah, mi è piaciuta tanto l’immagine a cui hai rimandato quando ci fai vedere lo zombie per la prima volta, “Ti hanno subito fatto pensare agli addobbi ciancicati e imbrattati di vomito dopo che la festa è finita”, molto efficace!2. Incenso, Cristina Danini
Ciao Cristina,
hai presente quando si dice “i libri piacciono perché le persone riescono a immedesimarsi”? Ecco, io sono riuscita a immedesimarmi nel tuo personaggio. Ho capito la sua sofferenza, il suo disagio, ho sentito il dolore dei suoi sogni e il fastidio della sua insonnia. Per questo la tua storia mi è piaciuta. Sono riuscita a immaginarmi l’appartamento, il letto sfatto, la frase sul muro (mi è piaciuta anche la frase che hai scelto!); hai una buona scrittura. Forse certe immagini non sono così necessarie, come quella del film che le viene in mente. Soltanto che (per colpa della mia insaziabile curiosità) voglio sapere di più su loro due! Ma questa è un’altra storia…Brava!3. Rimpianti, Enrico Nottoli
Ciao Enrico!
Mi è piaciuto il tuo racconto, la tua scrittura mi piace, dura, un po’ bukowskiana (ma questo lo sai già). Mi sono piaciute tanto le ripetizioni “dovrei, dovresti” che fanno già capire che quel Sebastiano non è un amico qualunque. Un po’ come il “grugnì”, quando parli di lui essere umano e poi lui cinghiale. Questa personificazione della coscienza l’ho apprezzata tanto e ho apprezzato anche il “non-dialogo” quando lui investe il cinghiale. L’unica cosa su cui io avrei fatto più forza è il dialogo telefonico tra lui e la sua ex moglie, che invece viene fuori nelle ultime due battute tra lui e Sebastiano (molto bello il finale).
Hai fatto un buon lavoro!4. Buried Town, Viviana Spagnolo
Nonostante sia un enorme incipit (come hai detto anche tu), io l’ho trovato molto, molto potente! L’idea è pazzesca, lo stile mi piace un sacco, è forte, è diretto. La voce narrante è una voce vicina, quasi una voce amica, e arriva proprio dove vuole arrivare. Il titolo anticipa qualcosa di sepolto, un segreto, un grande segreto. che incuriosisce e intriga già dalle prime righe. Continua a lavorarci, più che un racconto, a me piacerebbe averne un romanzo vero e proprio!5. La bestia di Gévaudan, Francesco D’Amore
Ciao Francesco. Leggendo il tuo racconto ho avuto la sensazione che per il tuo protagonista fosse tutto una grande illusione: Creolina non è poi così forte come ha creduta, quella iena era solo una iena, niente di più, questo dà un’aria quasi fallimentare a tutta la sua vita, nonostante la gente lo chiami ‘eroe’. Non sei caduto nel banale, così facendo. La scena della lotta con la iena è ben descritta, crea suspense e funziona. Hai fatto un buon lavoro!6. L’assurda colpa di esistere, Jacqueline Nieder
Ciao Jacqueline.
Anche a me, come a Sharon, è piaciuto il titolo. Una garanzia, praticamente, che descrive già il dramma della storia. Ma, come Eleonora, mi sono persa un pochino all’inizio: ho finito di leggere il racconto e poi ho capito che a parlare è sua madre, non lei che partorisce. Mi sono piaciute le descrizioni dei luoghi, mi sono piaciute tanto certe frasi (“Le hai dato un nome di questa terra. Ma tua figlia sarà figlia di questa terra, amore mio? E noi che siamo? Di che cosa siamo figlie, di chi sei figlia?”, “Li ho trovati così. Due figli bastardi che Dio non ha riconosciuto”), altre invece non mi hanno convinta (“mi sono infilata degli oggetti nella vagina”). Ho trovato toccante l’amore incondizionato verso sua figlia, nonostante fosse frutto di uno stupro, e la parte finale. Alla prossima7. Aida, Nicolas Lozito
Nicolas, ho letto il racconto e mi è piaciuta molto la storia che hai deciso di raccontare. Sei riuscito a vestire bene i panni di un personaggio sordo – muto con l’emotività a pezzi, donna per giunta. Ho apprezzato molto le descrizioni, di cose che solo col tatto e l’olfatto lei percepisce, il salto temporale e il dettaglio della radio, che assume un’importanza esplosiva. Ho trovato questo racconto parecchio intimista, per questo mi piace. Sai qual è l’unica cosa che non mi ha soddisfatta pienamente? Il finale. Subito dopo l’atto di violenza, corre un pochino. Hai raccontato in una sola frase che lei è incinta, che viene cacciata dal padre e che il bimbo nasce morto, probabilmente hai scelto così per dare un impatto più potente. Secondo me l’avrebbe avuto a prescindere, perché è molto forte.
Comunque sia, bravo!Perfection, Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora!
Ho trovato il tuo racconto originale, per la scelta della storia e del tempo in cui collocarla. Ho trovato interessante il flusso di pensieri del personaggio, in sequenza continua, interrotta solo dalla voce del macchinario, rende più credibile la situazione (nonostante sia pura fantasia). Interessante è anche il personaggio del consulente personale come proiezione dei suoi errori, della sua parte sbagliata. Mi è piaciuta la scelta di raccontare l’accaduto sotto forma di articolo di giornale, non banalizzandola, soltanto che mi ha lasciata un pochino perplessa. Insomma, non ho afferrato bene se il tempo della sua morte è passato o futuro, quindi non sono riuscita a spiegarmi la frase finale. Sarà soltanto una mia svista.
Sei stata brava, in ogni caso!Solo tu puoi prenderlo, Filippo Santaniello
Ciao Filippo. Leggendo il tuo racconto, inizialmente, non mi sono neanche soffermata sulla storia, ma sulla scrittura. Mi è piaciuta, hai uno stile deciso, punteggiatura usata perfettamente, per dare il giusto tono, buone descrizioni. E’ quella che mi coinvolge, più della storia in sé. Sarà perché non ho trovato troppo potente la storia dei polipi, oppure quella del motoscafo e, come ha già scritto Beppe, la frase “il motoscafo mi assorda” risulta poco efficace perché non è stato Luca in prima persona a vivere la scena in precedenza. Al contrario, ho trovato interessante, forte, il parallelismo tra Luca e suo figlio, tra passato e presente, realizzato con descrizioni di scene semplici.
Ciao e alla prossima!Se solo sapessero, Viviana Tenga
Ciao Viviana,
il tuo racconto mi è piaciuto, sostanzialmente. Mi è piaciuto tanto il continuo salto temporale, mi è piaciuto anche il fatto che tu abbia usato il corsivo per specificare il passato. Ho apprezzato il colpo di scena finale (che l’uomo che incontra Dario sia Mattia) e mi piace che tutto torni (persino il dettaglio del ragazzo che Dario vede in precedenza). L’unica cosa che non mi convince tanto, e che hanno già scritto diversi prima di me, è che la storia dell’Olocausto è soltanto accennata. Probabilmente hai pensato che essendo una cosa tanto importante non si sarebbe sentita la necessità di sapere, di avere dettagli, invece avrebbe aiutato tanto, avrebbero alzato il livello di coinvolgimento ed emozione.
Però mi è piaciuta la tua storia, alla prossima!Le radici del futuro, Patty Barale
Ciao Patty!
L’idea del tuo racconto è intrigante, le descrizioni molto piacevoli, sia delle scene che dei dettagli. Il salto nel tempo della terza parte è molto riuscito, hai saputo gestirlo, brava. Però, hai detto tante cose soltanto accennandole. Sono successe parecchie cose nella tua storia, il ritmo è veloce per questo (e va bene), solo che lasciano la fame, arrivata alla fine della storia volevo sapere di più, su tante cose. Forse su questo dovresti lavorarci, magari con più tempo e più spazio a disposizione.
Mi ha fatto piacere leggerti, alla prossima!Radioman, Sharon Galano
Ciao Sharon.
Confesso che il tuo racconto mi ha un pochina confusa, in certi punti ho dovuto fare un passo indietro, per questo non sono riuscita a farmi coinvolgere completamente. La tua scrittura è scorrevole, piacevole, ma anche nelle battute di dialogo ho fatto fatica a seguire per via della punteggiatura. Ho apprezzato molto la frase con cui lui apre la sua storia di alcolismo, una frase ironica. Brava, smorza la situazione teoricamente tragica. Mi è piaciuta anche la scena finale, lui seduto in mezzo agli altri barboni e il suo cartello.
Alla prossima.La bestia di fuoco, Giulio Lepri
Ciao Giulio. Trovo insensato mettermi a scrivere tutto quello che hanno già scritto gli altri e che tu hai spiegato in un commento precedente, quindi mi permetto di dirti una cosa proprio riguardo alla tua spiegazione: la libera interpretazione che hai lasciato per la violenza della madre a me sembra una scorciatoia. Da un dramma di queste dimensioni mi sarei aspettata motivazioni altrettanto drammatiche. Mi è piaciuta però l’apertura e la chiusura nel presente, mentre il resto del racconto è un flashback.Tutto torna, Diego Ducoli
Ciao Diego,
mi spiace, ma devo ripeterti quello che hanno scritto tutti: grande confusione. Va bene che bisogna mostrare senza dire, ma qui è esagerato. Inoltre è confuso anche a livello strutturale, i passaggi non sono chiari, passato e presente sono confusi. Peccato, perché l’idea è carina e poteva venirne fuori qualcosa di bello, se gestito bene.-
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Ciao Diego,
mi spiace, ma devo ripeterti quello che hanno scritto tutti: grande confusione. Va bene che bisogna mostrare senza dire, ma qui è esagerato, c’è un disprezzo padre-figlio e poi figlio-padre inspiegato. Inoltre è confuso anche a livello strutturale, i passaggi non sono chiari, passato e presente sono confusi. Peccato, perché l’idea è carina e poteva venirne fuori qualcosa di bello, se gestito bene.Ciao Francesco. Leggendo il tuo racconto ho avuto la sensazione che per il tuo protagonista fosse tutto una grande illusione: Creolina non è poi così forte come ha creduta, quella iena era solo una iena, niente di più, questo dà un’aria quasi fallimentare a tutta la sua vita, nonostante la gente lo chiami ‘eroe’. Non sei caduto nel banale, così facendo. La scena della lotta con la iena è ben descritta, crea suspense e funziona. Hai fatto un buon lavoro!
Ciao Giulio. Trovo insensato mettermi a scrivere tutto quello che hanno già scritto gli altri e che tu hai spiegato in un commento precedente, quindi mi permetto di dirti una cosa proprio riguardo alla tua spiegazione: la libera interpretazione che hai lasciato per la violenza della madre a me sembra una scorciatoia. Da un dramma di queste dimensioni mi sarei aspettata motivazioni altrettanto drammatiche. Mi è piaciuta però l’apertura e la chiusura nel presente, mentre il resto del racconto è un flashback.
Ciao Marco.
Io, al contrario, quando leggo storie così mi entusiasmo! Sei stato bravo, bravo con le descrizioni, bravo con la punteggiatura, bravo con la scelta del tono della voce narrante. Bravo, insomma. Mi ha quasi rattristata la morte dello zombie, per via della scena che hai descritto in precedenza: lui e una bicicletta. Non c’è da aspettarselo da un mostro del genere, intento solo a cercare da mangiare, che si metta a perdere tempo con una bici arrugginita, è stato sorprendente. Anche il finale lo è stato, perché (come ha già scritto Peter) i veri mostri sono altri. Sai cosa non mi ha convinto troppo? Il motivo. Insomma, non sono riuscita a trovare questo passato feroce, io piuttosto vedo un PRESENTE feroce.
Per il resto però hai fatto un buon lavoro… ah, mi è piaciuta tanto l’immagine a cui hai rimandato quando ci fai vedere lo zombie per la prima volta, “Ti hanno subito fatto pensare agli addobbi ciancicati e imbrattati di vomito dopo che la festa è finita”, molto efficace!Ciao Sharon.
Confesso che il tuo racconto mi ha un pochina confusa, in certi punti ho dovuto fare un passo indietro, per questo non sono riuscita a farmi coinvolgere completamente. La tua scrittura è scorrevole, piacevole, ma anche nelle battute di dialogo ho fatto fatica a seguire per via della punteggiatura. Ho apprezzato molto la frase con cui lui apre la sua storia di alcolismo, una frase ironica. Brava, smorza la situazione teoricamente tragica. Mi è piaciuta anche la scena finale, lui seduto in mezzo agli altri barboni e il suo cartello.
Alla prossima.Ciao Enrico! Mi è piaciuto il tuo racconto, la tua scrittura mi piace, dura, un po’ bukowskiana (ma questo lo sai già). Mi sono piaciute tanto le ripetizioni “dovrei, dovresti” che fanno già capire che quel Sebastiano non è un amico qualunque. Un po’ come il “grugnì”, quando parli di lui essere umano e poi lui cinghiale. Questa personificazione della coscienza l’ho apprezzata tanto e ho apprezzato anche il “non-dialogo” quando lui investe il cinghiale. L’unica cosa su cui io avrei fatto più forza è il dialogo telefonico tra lui e la sua ex moglie, che invece viene fuori nelle ultime due battute tra lui e Sebastiano (molto bello il finale).
Hai fatto un buon lavoro!Ciao Cristina,
hai presente quando si dice “i libri piacciono perché le persone riescono a immedesimarsi”? Ecco, io sono riuscita a immedesimarmi nel tuo personaggio. Ho capito la sua sofferenza, il suo disagio, ho sentito il dolore dei suoi sogni e il fastidio della sua insonnia. Per questo la tua storia mi è piaciuta. Sono riuscita a immaginarmi l’appartamento, il letto sfatto, la frase sul muro (mi è piaciuta anche la frase che hai scelto!); hai una buona scrittura. Forse certe immagini non sono così necessarie, come quella del film che le viene in mente. Soltanto che (per colpa della mia insaziabile curiosità) voglio sapere di più su loro due! Ma questa è un’altra storia…
Brava!Ps. Mi è piaciuta tantissimo la frase “i raggi verdi dell’alba cominciano a violentare il nero del cielo”.
Ciao Patty!
L’idea del tuo racconto è intrigante, le descrizioni molto piacevoli, sia delle scene che dei dettagli. Il salto nel tempo della terza parte è molto riuscito, hai saputo gestirlo, brava. Però, hai detto tante cose soltanto accennandole. Sono successe parecchie cose nella tua storia, il ritmo è veloce per questo (e va bene), solo che lasciano la fame, arrivata alla fine della storia volevo sapere di più, su tante cose. Forse su questo dovresti lavorarci, magari con più tempo e più spazio a disposizione.
Mi ha fatto piacere leggerti, alla prossima!-
Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da
Carolina Pelosi.
Ciao Viviana,
il tuo racconto mi è piaciuto, sostanzialmente. Mi è piaciuto tanto il continuo salto temporale, mi è piaciuto anche il fatto che tu abbia usato il corsivo per specificare il passato. Ho apprezzato il colpo di scena finale (che l’uomo che incontra Dario sia Mattia) e mi piace che tutto torni (persino il dettaglio del ragazzo che Dario vede in precedenza). L’unica cosa che non mi convince tanto, e che hanno già scritto diversi prima di me, è che la storia dell’Olocausto è soltanto accennata. Probabilmente hai pensato che essendo una cosa tanto importante non si sarebbe sentita la necessità di sapere, di avere dettagli, invece avrebbe aiutato tanto, avrebbero alzato il livello di coinvolgimento ed emozione.
Però mi è piaciuta la tua storia, alla prossima!Nonostante sia un enorme incipit (come hai detto anche tu), io l’ho trovato molto, molto potente! L’idea è pazzesca, lo stile mi piace un sacco, è forte, è diretto. La voce narrante è una voce vicina, quasi una voce amica, e arriva proprio dove vuole arrivare. Il titolo anticipa qualcosa di sepolto, un segreto, un grande segreto. che incuriosisce e intriga già dalle prime righe. Continua a lavorarci, più che un racconto, a me piacerebbe averne un romanzo vero e proprio!
Ciao Filippo.
Leggendo il tuo racconto, inizialmente, non mi sono neanche soffermata sulla storia, ma sulla scrittura. Mi è piaciuta, hai uno stile deciso, punteggiatura usata perfettamente, per dare il giusto tono, buone descrizioni. E’ quella che mi coinvolge, più della storia in sé. Sarà perché non ho trovato troppo potente la storia dei polipi, oppure quella del motoscafo e, come ha già scritto Beppe, la frase “il motoscafo mi assorda” risulta poco efficace perché non è stato Luca in prima persona a vivere la scena in precedenza. Al contrario, ho trovato interessante, forte, il parallelismo tra Luca e suo figlio, tra passato e presente, realizzato con descrizioni di scene semplici.
Ciao e alla prossima!Nonostante sia un enorme incipit (come sostieni tu stessa), l’ho trovato molto, molto potente! L’idea è pazzesca, coinvolge e incuriosisce, lo stile mi piace un sacco, scorre, non s’inceppa mai. La voce narrante è vicina, quasi come una voce amica, diretta, il titolo promette un segreto sepolto di grandi dimensioni. Prenditi tempo e continua a lavorarci, più che un racconto, io ci vedrei un gran bel romanzo!
10 marzo 2015 alle 12:08 in risposta a: Privato: L’assurda colpa di esistere – Jacqueline Nieder #4158Ciao Jacqueline. Anche a me, come a Sharon, è piaciuto il titolo. Una garanzia, praticamente, che descrive già il dramma della storia. Ma, come Eleonora, mi sono persa un pochino all’inizio: ho finito di leggere il racconto e poi ho capito che a parlare è sua madre, non lei che partorisce.
Mi sono piaciute le descrizioni dei luoghi, mi sono piaciute tanto certe frasi (“Le hai dato un nome di questa terra. Ma tua figlia sarà figlia di questa terra, amore mio? E noi che siamo? Di che cosa siamo figlie, di chi sei figlia?”, “Li ho trovati così. Due figli bastardi che Dio non ha riconosciuto”), altre invece non mi hanno convinta (“mi sono infilata degli oggetti nella vagina”). Ho trovato toccante l’amore incondizionato verso sua figlia, nonostante fosse frutto di uno stupro, e la parte finale.Alla prossima
@Ceranu ti ringrazio davvero tanto! Vuoi la verità? Nemmeno a me piace troppo la parte dello psichiatra, rileggendolo, a mente fredda, è quella che preferisco meno! Ci lavorerò su, qualora dovessi riscrivere il racconto. Però mi fanno davvero piacere le parole che hai scritto. Grazie e alla prossima!
@Sharon Galano e @Viviana Tenga, rispondo a entrambe qui. Innanzitutto grazie per aver letto la mia storia e averla (in un certo senso) apprezzata. Forse si, sotto la storia del suo alcolismo, sotto le lotte della madre, c’era altro, che non è venuto fuori. Forse la prima stesura, forse il miscuglio di idee, ma se dovessi rivedere (come ho già scritto nel commento qui sopra) l’elaborata sicuramente terrei conto di quello che avete notato. Grazie!
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Carolina Pelosi.
@The Beps ciao e grazie! Per le frasi, i dettagli, gli atteggiamenti, mi sono ispirata alla pazzia che ho visto nei film o letto, avevo abbastanza materiale a disposizione ecco perché ci ho provato! E in realtà ho provato a specificare i motivi dell’omicidio anche nelle frasi “Non ha mai voluto sostenermi, la mia dipendenza l’ha sempre turbata e mi ha ostacolato per anni” e “Non le piaceva che bevessi troppo, vero Julian? Non le piaceva e tu eri stanco e hai fatto quella cosa bruttissima. Eh, Julian?”, ma se è comunque troppo poco mi dispiace, avrei voluto rendere al meglio quello che avevo in testa mentre scrivevo. Per il resto, quello che volevo fare era descrivere la follia lucida di un personaggio con un grandissimo trauma alle spalle: aver ucciso sua madre. Il suo è stato un raptus di follia, piuttosto, di cui ha pagato le conseguenze negli anni successivi. Comunque ti ringrazio davvero tanto, ciao!
@Peter7413 mi fa davvero tanto piacere che ti sia piaciuta la descrizione del luogo e il resto!
La persona assassinata è la madre e ho voluto esplicitarlo soltanto verso la fine, quando lui parla con il dottore. E si, la bambina (nella testa di Julian) sarebbe sua madre, indifesa e inerme per l’atto che lui stesso ha commesso. Magari potrei provare a riscrivere il racconto cambiando la vittima, come dici tu, anche soltanto per vedere che cosa ne viene fuori. Grazie per i consigli e per aver letto la mia storia!</span>-
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Ciao Jacqueline. Mi fa piacere che tu abbia capito da subito si trattasse di un’allucinazione, vuol dire che non confonde poi così tanto, la mia storia. Per la questione del voler raccontare l’irreale, l’hai detto tu stessa, c’è il gusto di mezzo, per esempio a me piacciono molto i racconti di questo tipo (ecco perché ho decido di scriverne uno).
Il fatto che tu abbia letto con attenzione tanto da poter fare appunti sull’editing mi viene da prenderlo come una lusinga, sei andata oltre la semplice critica (positiva o negativa che sia). Ti ringrazio, prenderò in considerazione tutto, per la prossima volta.Ciao Cristina!
Il personaggio è sdoppiato, sì, Naìluj è l’opposto di Julian e fin qui ci siamo. Naìluj però è soltanto l’ombra del suo dolore, l’ombra della tragedia dell’omicidio, sostanzialmente il personaggio si sdoppia dopo l’omicidio, dopo la follia. Lui è in cura da uno psichiatra proprio perché soffre per l’omicidio di sua madre, sua sorella, pur sofferente, continua a stargli vicino perché non può fare altro. Ecco tutto.
Sono contenta che ti sia piaciuto, comunque! Grazie!Ciao Enrico. Mi fa davvero piacere che tu abbia apprezzato il mio racconto e ne abbia inteso perfettamente il senso, quindi lo abbia letto con attenzione. Shutter Island l’ho visto e rivisto (forse quattro o cinque volte!) e mi piace tantissimo, in effetti il fatto che lui materializzi la sua parte cattiva e i suoi rimorsi potrebbe rimandare a Di Caprio nel film, ma giuro che non è stato intenzionale! Non ci pensavo affatto mentre scrivevo, sono stata solo fulminata da un colpo di genio alla Scorsese!
Scherzi a parte, ti ringrazio tanto, sei stato molto molto gentile.Ciao Eleonora!
Ho trovato il tuo racconto originale, per la scelta della storia e del tempo in cui collocarla. Ho trovato interessante il flusso di pensieri del personaggio, in sequenza continua, interrotta solo dalla voce del macchinario, rende più credibile la situazione (nonostante sia pura fantasia). Interessante è anche il personaggio del consulente personale come proiezione dei suoi errori, della sua parte sbagliata. Mi è piaciuta la scelta di raccontare l’accaduto sotto forma di articolo di giornale, non banalizzandola, soltanto che mi ha lasciata un pochino perplessa. Insomma, non ho afferrato bene se il tempo della sua morte è passato o futuro, quindi non sono riuscita a spiegarmi la frase finale. Sarà soltanto una mia svista. Sei stata brava, in ogni caso!Nicolas, ho letto il racconto e mi è piaciuta molto la storia che hai deciso di raccontare. Sei riuscito a vestire bene i panni di un personaggio sordo – muto con l’emotività a pezzi, donna per giunta. Ho apprezzato molto le descrizioni, di cose che solo col tatto e l’olfatto lei percepisce, il salto temporale e il dettaglio della radio, che assume un’importanza esplosiva. Ho trovato questo racconto parecchio intimista, per questo mi piace.
Sai qual è l’unica cosa che non mi ha soddisfatta pienamente? Il finale. Subito dopo l’atto di violenza, corre un pochino. Hai raccontato in una sola frase che lei è incinta, che viene cacciata dal padre e che il bimbo nasce morto, probabilmente hai scelto così per dare un impatto più potente. Secondo me l’avrebbe avuto a prescindere, perché è molto forte.
Comunque sia, bravo!-
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Ciao Filippo.
Innanzitutto grazie per aver letto (e riletto) il mio racconto. Il perché accade tutto è spiegato in qualche riga di dialogo. Il perché ho voluto raccontarlo non è legato tanto al perché, quanto alle conseguenze, e quindi come il protagonista ne rimane sconvolto. “Uomini ragno” vuole soltanto essere una metafora, per indicare la follia. Un po’ come il lupo nero per i bambini, Julian non sa spiegarsi scientificamente il suo stato mentale, lo vede piuttosto come qualcosa di fisico e brutto. Il braccialetto, invece, non è niente di misterioso: è il classico braccialetto col nome che tiene qualunque paziente di qualunque ospedale.
Ho preferito velare un pochino per non dire troppo, per non banalizzare. Ma mi dispiace davvero tantissimo se questo ha generato solo confusione, la prossima volta ripenserò alla tua critica (forse più carino chiamarlo consiglio) e cercherò di svelare un po’ di più.
Ti ringrazio! -
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