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Ciao Erika e ciao Patty, il piacere è mio! Grazie per i vostri utili commenti. In realtà i guasti sono due: il coltello (anche se non è specificato in realtà quale tipo di arma sia, non è il coltello da sushi, quello lo trova nel cassetto al momento. Nelle mie intenzioni lui ha sempre usato un’arma rituale, sempre la stessa, per le precedenti vittime, che però si rompe proprio quando ha deciso di usarla di nuovo. Effettivamente, adesso che me lo fate notare, può non essere compreso) e le unghie. Lei non si trasforma in un assassina psicopatica a causa delle unghie, ma lo è già da tempo, esattamente come lui; per un caso hanno deciso di agire quel giorno, ovviamente all’insaputa l’uno dell’altra. Beh, grazie per i vostri occhi esterni, di sicuro riscriverò il racconto seguendo i vostri suggerimenti ^_^ (con tanto tempo a disposizione 😀 )
Grazie Filippo e grazie Alphaorg, anche le vostre osservazioni mi sono molto utili. Mi serviranno per migliorare ^_^ Il fatto del cambio di punto di vista l’avevo notato anche io, purtroppo in ritardo, ma va bene così; per il resto posso dire che è davvero importante la lettura da parte di “esterni”.
Ciao a tutti! Ecco la mia personalissima classifica. E’ la prima volta che mi cimento nell’analisi di altri scritti, perciò credo di averlo fatto più con le emozioni che con la logica. Spero comunque di non offendere nessuno: credetemi, è stato difficile! ^_^ Parto dal primo in classifica.
1) TESTA A TESTA
Geniale, particolare, con due tocchi di umorismo a inizio e a fine racconto che mi hanno fatto sganasciare dalle risate. E’ tutto costruito su un dialogo, uno stile che a me piace molto e che qui è reso perfettamente. Inoltre il tema è pienamente centrato, anzi doppio: si parla di un corpo guastato da riaggiustare che verrà guastato ancor di più a causa di un guasto ai defibrillatori. Guasti ovunque, fantastico. Il disagio di Paolo è reso benissimo, così come l’umorismo tagliente della…testa! Senza contare anche l’attualità del tema: infatti in questi giorni si è parlato di un improbabile tentativo di trapianto di testa, per il quale esisterebbe addirittura un volontario! Colpo di scena finale da antologia. I miei più sinceri complimenti all’autrice.2)L’AMORE AI TEMPI DEL 6G
Amaro, malinconico, attuale: un raccondo che mi ha instillato un senso di tristezza e compatimento per i poveracci ridotti come Ugo, il protagonista. Anche se, a pensarci bene, Ugo rappresenta il lato un po’ misantropo che tutti noi nascondiamo nel profondo. Vengono ben dipinti la superficialità dei rapporti e un certo menefreghismo, un vero specchio dell’evoluzione della società. Temo che questo sia, se già non è, il futuro di tanti. Il particolare che più mi ha colpito è quello stropicciamento di capelli finale, un gesto materno di conforto verso un bambino involuto e spaventato, un’autentica pennellata di speranza e disfatta allo stesso momento. Tra l’altro è bello notare come il malcapitato Ugo abbia un’erezione alla vista della stessa ragazza che lo tratterà di lì a poco come un infante… fa ridere, a pensarci! Come aderenza al tema ci siamo, lo stile è pulito, preciso, anche se le prime battute le ho trovate un po’ confuse, non capivo chi fossero i soggetti e quale fosse la struttura del dialogo.
3)IL CARICABATTERIE : Questo racconto l’ho capito alla seconda lettura e devo dire che l’idea di base mi piace parecchio: la trovo davvero originale. Si respira bene anche il senso di disfatta, di malinconia e rassegnazione, o almeno queste sono le emozioni che mi ha trasmesso. La frase “Sopravvivo al rumore della realtà” è bellissima, (forse sono un robot anche io ^_^), ma non ho ben capito: i robot sono quindi come i sintoidi che ricaricano emozioni? Altrimenti nn riesco a spiegarmi come mai quella frase venga premiata dal robot, che dovrebbe essere un essere freddo e meccanico. Inoltre, perchè umani e robot avrebbero bisogno gli uni degli altri? In definitiva questo racconto lo metto solo al terzo posto perchè sussistono questi dubbi e anche perchè ho trovato la narrazione poco scorrevole. Inoltre per entrare bene nel racconto ho dovuto rileggerlo e manca quindi la non immediatezza di comprensione, che forse per un concorso immediato come questo è un requisito indispensabile.4)IL DISASTRO: Caotico e roboante. D’altronde si narra del guasto a un intero pianeta e quindi il caos deve esserci, per forza. Lo stile però è troppo rumoroso, a mio avviso, e questo, nonostante mi abbia fatto ridere, mi ha frenato nel portare il racconto più su nella graduatoria. L’amaro umorismo del protagonista è reso bene, l’aderenza al tema è doppia e il colpo di scena finale godibile, nella sua contrapposizione a una situazione che dovrebbe essere tragica. L’idea del guasto al pianeta è perlomeno originale.
5)TRA MONTORSOLI E BIVIGLIANO
Racconto immediato e anche stordente, con uno stile asciutto e gergale che mi piace, senza troppi fronzoli. Devo ammettere che l’ho messo alto in classifica solo per questi motivi e perchè l’antipatia del personaggio è resa molto bene, tanto da provare per lui una vera e propria repulsione. Per il resto lo trovo tecnicamente poco aderente al tema, poiché non si tratta di un vero e proprio guasto, ma di una mancanza.
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6)LO AGGIUSTI, PAPA’? : Scritto bene, dialoghi scorrevoli, nulla da eccepire sullo stile e la forma. Appena letto, però, ho avuto una sensazione di già sentito. A me pare proprio di aver letto o ascoltato da qualche parte una storia molto simile. (Ok, no, non nel Vangelo! 😀 ) Ovviamente mi sbaglierò, sicuro. L’aderenza al tema è centrata, centratissima, ma la mia impressione di non essere originalissimo permane7)L’APPRENDISTA: racconto stilisticamente corretto, al limite della perfezione, forse troppo. A me è risultato un po’ noioso, perchè, anche se carina l’idea del guasto-non guasto, il preambolo è lungo e infarcito di descrizioni che hanno poco a che fare con l’attinenza al tema e al colpo di scena finale. Merita però un plauso per quel “coraggio da aggiustare”, che forse alla fine è proprio il tema principale del racconto, però a mio avviso un po’ troppo sottile da comprendere.
8)LA LAVATRICE: Simpatico e divertente, ma non mi ha convinto del tutto. Un racconto con un finale del genere l’avrei inteso con più suspense e magari vista da un’altra ottica, un altro protagonista… Il colpo di scena finale, insomma, non sorprende più di tanto, anche se è divertenete immaginare poi la madre killer. Il fatto è che l’immagine non nasce immediata, io ho dovuto leggerlo almeno tre volte per destarla. L’aderenza al tema comunque c’è ed è sviluppata bene, ma la scrittura, il tono, non hanno abbastanza verve da suscitare emozioni più intense.
9) GREMLINS:
Risulta subito evidente l’impegno dell’autrice per rendere il racconto accattivante, concitato e cinematografico: purtroppo a me risulta un po’ confuso. L’ho letto più volte, ma tutto mi sfugge: qual è il guasto? Qual è il corretto svolgimento cronologico? Cosa sta succedendo sulla nave? Quali sono i rapporti fra li Gremlins e l’equipaggio? E il significato delle ultime due frasi nebulose e contradditorie? Ma soprattutto, chi cavolo è Alan? Mi è balzato alla mente, a un certo punto, che potesse trattarsi del protagonista, ma nulla è sicuro in questo racconto. Peccato, perchè lo stile cinematografico prometteva bene e i tickle tickle sono davvero inquietanti!-
Questa risposta è stata modificata 10 anni fa da
Clodamix.
Grazie ragazzi, mi avete aperto gli occhi su molte cose. Credo che questo esercizio che abbiamo fatto servirà a molto ^_^ Arrivo anch’io a dare i miei pareri, sto “lavorando”, a prestissimo!
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Questa risposta è stata modificata 10 anni fa da
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