Risposte al Forum Create
-
AutoreArticoli
-
30 luglio 2015 alle 17:22 in risposta a: Gruppo SILENZIO: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #9503
Lista dei commenti:
L’essenza della vita
Ciao Luca,
prima volta che ci si confronta, e che dire, il racconto si lascia gustare sin da subito, e la tematica surreale e comica per un tema tosto ha il suo risvolto accattivante.Non mi sento di fare particolari critiche alla scelta stilistica, è nel complesso uno dei più riusciti racconti del gruppo Silenzio. Ricco di dettagli e ben congeniato.
Il mio personalissimo gusto mi fa protendere verso scelte tematiche maggiormente coraggiose, ma non fa testo.
Complimenti.
L’amico immaginario
Ciao Flavia,
eccomi a commentare in extremis, il racconto è ben cadenzato e buona la scelta di spezzare le parti. L’ambientazione lascia desiderare di essere esplorata di più nel suo contesto, il che vuol dire che il racconto incuriosisce e forse meriterebbe uno spazio più ampio. Posso capire la frustrazione nell’aver dovuto suntare qualcosa che ritenevi completo in altra misura a causa della svista sul massimale dei caratteri.Il tema è affrontato con originalità, e le stesse storie sul paranormale/borderline di rado tendono ad esserlo. Brava.
Personalmente avrei ricercato un finale meno efferato ma ancor più misterioso, che forse toglie un po’ quell’originalità di cui si fa forza nella stesura iniziale e centrale.A rileggerci presto, e senza malus.
Philip Morris
Ciao Enrico,
il racconto tratta un argomento pesante com’è giusto che sia, forte, che lascia quel giusto senso di amarezza. Duro e castigante un certo tipo di fenomeno sociale.La scelta del soggetto però lascia un senso di insoddisfazione, probabilmente perché non vi è una reale maturità in chi racconta l’avvenimento a distanza di anni, il che rende il racconto una testimonianza didascalica, che non dice più di quel che sono i fatti stessi. Il tema è centrato.
Scavi a fondo, ma meno di quanto avresti potuto. Comunque coraggioso.
Pianeti
Ciao Gianantonio,
ecco questo è un genere di racconto che non mi sarei aspettato, ma che avrebbe potuto sfondare molto bene sul tema. Avveniristico, ma purtroppo eccessivamente lontano dai riflettori emotivi.La difficoltà maggiore nell’apprezzarlo come hanno già palesato altri, e come hai constatato, è nell’immedesimazione del lettore, dato che mancano dialoghi o pensieri propri dell’equipaggio.
Il consiglio che posso darti è di tentare di umanizzare il tutto, senza allontanarti dal contesto.
Se ci fossi riuscito probabilmente date le premesse ardimentose, ti avrei messo in cima alla mia personale classifica.Il tema, a mio gusto, sarebbe stato maggiormente centrato se fosse stato l’equipaggio ad essere considerato come i Figli Dimenticati dagli sviluppi della Terra, piuttosto che i bambini di Norman, che non ha dimenticato i propri figli, ma semplicemente non li ha scelti seguendo invece la sua ragion d’essere.
Spero di rileggerti.
L’ultimo respiro
Ciao Valter,
il tuo racconto mi ha particolarmente colpito. L’idea di abbinare gli dei del pantheon della mitologia greca a frutto delle credenze umane e come tali destinati a svanire alla cessazione del credo stesso è alquanto simbolica. Non eccessivamente originale, ma molto ben elaborata. Friziona forse la figura di Eracle stesso, che pur essendo umano nasce da quella stessa mitologia di cui dovrebbe esserne vittima all’oblio del credo.In quanto allo stile, direi che non ho appunti da fare, lo stile aulico associato alla mitologia classica non stona a mio avviso, ma la caratterizza ulteriormente.
Ottimo elaborato.
Oggetti smarriti
Ciao Stefano,
il racconto è davvero piacevole, lo stile scorrevole ed il tema è affrontato con un cinismo sociale che stuzzica. Il finale dà l’idea che fosse tutto ben costruito e precedentemente accennato.
Ottima scelta e caratterizzazione della “mandrakata”, affatto prevedibile. Non mi sento di aggiungere altro.
Complimenti davvero.Fantasmi
Ciao Simone,
difficile ricordare chi per primo seppe e raccontò agli altri di questa storia, ma il contesto e le personalità nipponiche hanno palesato rapidamente a cosa ti riferissi. Un omaggio gradevole.
In quanto al racconto in sé, per mio gusto, forse avrei maggiormente apprezzato un approfondimento sul maggiore che va a recuperare questo “figlio dimenticato”, tralasciando magari qualche elemento routinario.
Il finale per quanto sia il fulcro del racconto, è un po’ troppo rapido, e sento la mancanza di una presa di consapevolezza del soldato confrontata alla propria folle impresa che forse avrebbe dato più corpo al racconto.Niente da aggiungere sullo stile. Di certo una delle congruenze tematiche più ricercate.
Alla prossima.Vecchio leone
Ciao Charles,
il quadro contenuto nel racconto è chiaro, e nemmeno troppo sterotipato. La lettura procede scorrevolmente, ma manca un certo mordente nella caratterizzazione dei personaggi, che pur avendo un ottimo slancio iniziale poi si consuma in poche battute.Tema centrato appieno, e buona la scelta di puntare i riflettori su Franco. Personalmente avrei spinto più a fondo nel personaggio, ma qui davvero era difficile il compromesso con i caratteri massimi.
Bravo.
Non ne ho idea
Ciao Marco,
per quanto il titolo possa essere frettoloso, non è andata poi così male :P.
Surreale, originale e più o meno fluido. Un tema centrato in un modo particolare. Difficile il giudizio.
Critiche ne ho forse sulla stesura in alcuni punti poco oleata, che rende un po’ difficoltoso capire chi è che sta parlando, il che può affannare la già richiesta di attenzione particolare per cogliere la bizzarria della natura dei protagonisti.Apprezzabile dopotutto.
Errori di gioventù
Racconto divertente e davvero ricercato nella sua imprevedibile semplicità.
Tema afferrato nella maniera probabilmente più originale.
Per quanto giunga ad una soluzione ilare, parte da premesse seriose che danno spessore al racconto.Lo stile non ha grossi problemi. Mi aggiungo alla critica sulla scelta del colpo di scena, probabilmente ti ha indotto a dare un eccessivo spessore alle personalità dei protagonisti risultando maggiormente adulti come ha fatto notare qualcuno.
Ci rileggeremo alla prossima.
Classifica
Ciao a tutti, volevo fare una premessa dicendo che al di là dei giudizi che mi sono apprestato a dare singolarmente, la scelta per la classifica si basa su alcuni aspetti che personalmente ho ritenuto più importanti di altri, dato che molti racconti hanno dato prova di una più che discreta aderenza al tema e originalità.
Sono lieto di aver potuto leggere molti ottimi racconti e dispiaciuto della defezione di uno di essi.1 – Oggetti smarriti
2 – L’ultimo respiro
3 – Errori di gioventù
4 – L’amico immaginario
5 – Fantasmi
6 – L’essenza della vita
7 – Vecchio leone
8 – Non ne ho idea
9 – Pianeti
10 – Philip MorrisCiao Marco,
per quanto il titolo possa essere frettoloso, non è andata poi così male 😛 .
Surreale, originale e più o meno fluido. Un tema centrato in un modo particolare. Difficile il giudizio.
Critiche ne ho forse sulla stesura in alcuni punti poco oleata, che rende un po’ difficoltoso capire chi è che sta parlando, il che può affannare la già richiesta di attenzione particolare per cogliere la bizzarria della natura dei protagonisti.Apprezzabile dopotutto.
Racconto divertente e davvero ricercato nella sua imprevedibile semplicità.
Tema afferrato nella maniera probabilmente più originale.
Per quanto giunga ad una soluzione ilare, parte da premesse seriose che danno spessore al racconto.Lo stile non ha grossi problemi. Mi aggiungo alla critica sulla scelta del colpo di scena, probabilmente ti ha indotto a dare un eccessivo spessore alle personalità dei protagonisti risultando maggiormente adulti come ha fatto notare qualcuno.
Ci rileggeremo alla prossima.
Ciao,
il quadro contenuto nel racconto è chiaro, e nemmeno troppo sterotipato. La lettura procede scorrevolmente, ma manca un certo mordente nella caratterizzazione dei personaggi, che pur avendo un ottimo slancio iniziale poi si consuma in poche battute.Tema centrato appieno, e buona la scelta di puntare i riflettori su Franco. Personalmente avrei spinto più a fondo nel personaggio, ma qui davvero era difficile il compromesso con i caratteri massimi.
Bravo.
Ciao Simone,
difficile ricordare chi per primo seppe e raccontò agli altri di questa storia, ma il contesto e le personalità nipponiche hanno palesato rapidamente a cosa ti riferissi. Un omaggio gradevole.
In quanto al racconto in sé, per mio gusto, forse avrei maggiormente apprezzato un approfondimento sul maggiore che va a recuperare questo “figlio dimenticato”, tralasciando magari qualche elemento routinario.
Il finale per quanto sia il fulcro del racconto, è un po’ troppo rapido, e sento la mancanza di una presa di consapevolezza del soldato confrontata alla propria folle impresa che forse avrebbe dato più corpo al racconto.Niente da aggiungere sullo stile. Di certo una delle congruenze tematiche più ricercate.
Alla prossima.Ciao Stefano,
il racconto è davvero piacevole, lo stile scorrevole ed il tema è affrontato con un cinismo sociale che stuzzica. Il finale dà l’idea che fosse tutto ben costruito e precedentemente accennato.Ottima scelta e caratterizzazione della “mandrakata”, affatto prevedibile. Non mi sento di aggiungere altro.
Complimenti davvero.
Ciao Valter,
il tuo racconto mi ha particolarmente colpito. L’idea di abbinare gli dei del pantheon della mitologia greca a frutto delle credenze umane e come tali destinati a svanire alla cessazione del credo stesso è alquanto simbolica. Non eccessivamente originale, ma molto ben elaborata. Friziona forse la figura di Eracle stesso, che pur essendo umano nasce da quella stessa mitologia di cui dovrebbe esserne vittima all’oblio del credo.In quanto allo stile, direi che non ho appunti da fare, lo stile aulico associato alla mitologia classica non stona a mio avviso, ma la caratterizza ulteriormente.
Ottimo elaborato.
-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 9 mesi fa da
Damiano Garofalo.
Ciao Gianantonio,
ecco questo è un genere di racconto che non mi sarei aspettato, ma che avrebbe potuto sfondare molto bene sul tema. Avveniristico, ma purtroppo eccessivamente lontano dai riflettori emotivi.La difficoltà maggiore nell’apprezzarlo come hanno già palesato altri, e come hai constatato, è nell’immedesimazione del lettore, dato che mancano dialoghi o pensieri propri dell’equipaggio.
Il consiglio che posso darti è di tentare di umanizzare il tutto, senza allontanarti dal contesto.
Se ci fossi riuscito probabilmente date le premesse ardimentose, ti avrei messo in cima alla mia personale classifica.Il tema, a mio gusto, sarebbe stato maggiormente centrato se fosse stato l’equipaggio ad essere considerato come i Figli Dimenticati dagli sviluppi della Terra, piuttosto che i bambini di Norman, che non ha dimenticato i propri figli, ma semplicemente non li ha scelti seguendo invece la sua ragion d’essere.
Spero di rileggerti.
Ciao Enrico,
il racconto tratta un argomento pesante com’è giusto che sia, forte, che lascia quel giusto senso di amarezza. Duro e castigante un certo tipo di fenomeno sociale.La scelta del soggetto però lascia un senso di insoddisfazione, probabilmente perché non vi è una reale maturità in chi racconta l’avvenimento a distanza di anni, il che rende il racconto una testimonianza didascalica, che non dice più di quel che sono i fatti stessi. Il tema è centrato.
Scavi a fondo, ma meno di quanto avresti potuto. Comunque coraggioso.
Ciao Flavia,
eccomi a commentare in extremis, il racconto è ben cadenzato e buona la scelta di spezzare le parti. L’ambientazione lascia desiderare di essere esplorata di più nel suo contesto, il che vuol dire che il racconto incuriosisce e forse meriterebbe uno spazio più ampio. Posso capire la frustrazione nell’aver dovuto suntare qualcosa che ritenevi completo in altra misura a causa della svista sul massimale dei caratteri.Il tema è affrontato con originalità, e le stesse storie sul paranormale/borderline di rado tendono ad esserlo. Brava.
Personalmente avrei ricercato un finale meno efferato ma ancor più misterioso, che forse toglie un po’ quell’originalità di cui si fa forza nella stesura iniziale e centrale.A rileggerci presto, e senza malus.
Ciao Luca,
prima volta che ci si confronta, e che dire, il racconto si lascia gustare sin da subito, e la tematica surreale e comica per un tema tosto ha il suo risvolto accattivante.Non mi sento di fare particolari critiche alla scelta stilistica, è nel complesso uno dei più riusciti racconti del gruppo Silenzio. Ricco di dettagli e ben congeniato.
Il mio personalissimo gusto mi fa protendere verso scelte tematiche maggiormente coraggiose, ma non fa testo.
Complimenti.
Ciao a tutti,
iniziamo con un ringraziamento in partenza per i vostri commenti e le vostre critiche, ed inoltre a Simone per il consiglio di unirmi a questo gruppo.
Parto subito con una premessa: è il mio primo racconto che scrivo sul sito, il quale ha subito anche le influenze tipiche del come riuscirò a postarlo, c’è qualche regola che mi sfugge, etc. Dettate anche dal fatto che ho deciso di provarci ad orario inoltrato, per cui ho dovuto fare una rapida scorpacciata di regole e qualche tentativo di pubblicazione non riuscito. Una leggera tensione costante 😛
In effetti non avevo notato il contatore senza gli a capo, con il cui uso sicuramente avrei dato un aspetto estetico migliore al racconto, accentuando meglio alcuni passaggi isolandoli dal contesto.
Ultima nota, il testo ha subito un ridimensionamento considerando che di solito sono uno che scrive racconti molto più lunghi, per cui ho dovuto affrontare anche la sfida di esprimere ciò che volevo in un margine di battute limitato. Ho pensato di scriverlo per come avrei voluto e solo dopo l’ho ridimensionato, ma debbo dire che ne ha sofferto lungo il processo.
Detto questo, passo a rispondervi.@Flavia Imperi: Allora mi rifaccio ai punti da te citati:
Il primo punto, lieto che sia stato colto, è l’aspetto caratteristico della personalità di questo, come l’hai definito tu padre/non padre. Uno degli obiettivi prioritari che mi ero posto nello scrivere il racconto è: Ogni tanto leggiamo fatti di cronaca come bambini lasciati in auto a morire soffocati, oppure altri esempi come quello che ho scelto per il racconto, che risultano assurdi ad una prima analisi, per cui cosa pensa un genitore che si rende colpevole di una simile distrazione? Può essere solo una distrazione banale di un momento, o c’è di più?
E debbo dire che scrivendo ho pian piano definito il flusso di pensieri di una persona che con la mente è sufficientemente distratta e che non torna a preoccuparsi a sufficienza delle cose importanti, per una forma di superficialità cronica.Il secondo punto, è la considerazione che il protagonista ha nei confronti del portiere. Questo è in effetti un passaggio che ha subito dei tagli dal racconto originario e che a postumi non ha reso bene l’idea. Ha anche creato un effetto di ridondanza nell’uso del termine palazzo in due frasi contigue, e che mi è sfuggito dalla correzione. In realtà non volevo attenzionare la componente familiare, ma quella condominiale. Il protagonista non sopporta i propri coinquilini, di cui il portiere è un’eccezione.
Il terzo punto è la frase della fede al dito: mi spiace non essere riuscito ad attenzionare meglio questo elemento, sebbene sia stato colto da @Alice Gibellini. Se non fossi stato costretto a tagliare in quel punto lasciando all’immaginazione del lettore, avrei meglio espresso l’idea di fondo. L’idea era quella non dissimile dal flusso di immagini del passato che si rivive in punto di morte secondo alcuni. Qui avevo pensato di discriminare meglio questo fenomeno in merito alla sensazione nella fede di qualcosa d’importante trascurato, che ormai viene vissuto con la paura che presto possa diventare solo un ricordo, poichè, dati anche i dissapori con la moglie, la perdita inaspettata e drammatica del figlio è il principio della fine di quel matrimonio.
Un grazie particolare al primissimo commento ricevuto. 😉@valter_carignano: Rispondo agli ulteriori elementi da te attenzionati:
Ho cercato di dare un alone di anonimato al protagonista ed all’azienda ed ai connotati del progetto volutamente, cercando di focalizzare di più l’aspetto emotivo, e la possibilità per il lettore di identificare a suo modo il protagonista. In fondo la chiave di lettura è proprio un flusso di pensieri, è difficile che con i nostri pensieri diamo spiegazioni salvo che non siano riflessioni.
Mi sarebbe sembrato forzato dare troppe giustificazioni, dato che con la fretta del momento, il flusso dei pensieri si sarebbe soffermato più sulla natura delle cose invece sull’impatto emotivo. Credo che sarebbe stato meno coinvolgente di come tu l’abbia trovato. Forse meritava un attenzione in più il litigio con la moglie, dato che è il principale disturbo all’attenzione del protagonista che cercando di concentrarsi sul proprio lavoro sente il peso di questa, a suo vedere, oppressione familiare.
Infine la punteggiatura come hai colto tu, subisce l’effetto “flusso di pensieri”. Ma ammetto anche che è un elemento che ha risentito più di altri dei tagli al racconto. Per cui talvolta è voluto, talvolta no.@Alice Gibellini: qui faccio un appunto fuori tema che non so se verrà letto. Ho letto che ti sei ritirata, e mi dispiace perchè il confronto ha sempre un importante valore. Spero che tu possa ripartecipare prossimamente dando un giusto e non un eccessivo peso alle critiche rivolteci.
Un consiglio da un appassionato di scrittura ad un altro: i nostri racconti, piccole opere, vengono prima di qualunque opinione e meritano il loro spazio.
Sentivo di dirti questo oltre che a ringraziarti del commento, e che hai ragione sull’uso del doppio punto esclamativo, ma d’istinto non l’ho corretto per le stesse ragioni sulla punteggiatura che ho espresso a @valter_carignano.@Simone Cassia: qui giochiamo in casa e non nascondo la nostra lunga conoscenza, ma la rendo presto nota cosiccome hai fatto tu, in modo che non sorga alcun tipo di pregiudizio, affinché le nostre critiche siano limpide ed esenti da forme di presunto fazionismo.
Bene, cominciamo dal punto della componente “telefono costantemente sottocontrollo”. Anche in questo caso il protagonista è vittima del turbine di distrazioni causate da sé e dalla fretta. Personalmente avevo sufficienti alternative da immaginare che mi hanno fatto desistere dal puntualizzare quest’aspetto: il telefono non era del tutto scarico ed il protagonista ha avuto modo di controllarlo prima che si scaricasse, oppure attendeva soltanto un segnale acustico, etc..
La nota della finestra chiusa era voluta. Essendo proprio un flusso di pensieri, questo elemento doveva essere presente affinchè il protagonista avesse realmente creduto di averla chiusa. Ho infatti persino giocato sull’elemento ‘chiave’ che lui prima corre a prendere, credendo di averle con sé e poi quando sta per usarle non le trova.
Il finale è frettoloso e confuso per rappresentare lo stato di shock del protagonista. Ho ritenuto che quanto più impreciso fosse, tanto più sarebbe stato adatto, stando attento all’ovvio compromesso che serviva al lettore per capire quel che era accaduto.Come tutti potete notare dal chilometrico commento, sono uno che non ha il dono della sintesi, spero che Minuti Contati possa farmi affinare quest’aspetto.
Sicuramene affronterò il prossimo racconto in modo differente, cercando di produrlo in maniera che tenda a raggiungere il massimo dei caratteri partendo da meno, piuttosto che facendo tagli per ridimensionarlo.
Infine, non abbiate paura, riuscirò a rispondere a tutti i vostri racconti. Ce la farò 😛 -
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 9 mesi fa da
-
AutoreArticoli