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Ciao ho letto il racconto, seconda versione, prima versione e di nuovo seconda versione. Secondo me per uno spazio ristretto la prima persona renderebbe meglio l’effetto immedesimazione, che tende a perdersi un pò nel racconto. L’intensità per questo motivo ne risente.
Ci sono poi alcune cose che secondo me andrebbero corrette:
Nella descrizione del primo paragrafo si fa notare che è biondo. E poi in quello successivo si ripete che gioca con i capelli biondi, a mio avviso quest’ultimo andrebbe corretto, lasciando solo capelli.
Poi una curiosità il racconto lo hai scritto tutto d’un fiato oppure a sprazzi?
Questo perché: nella prima parte ci sono diverse ripetizioni, che riscrivendo il senso della frase con altri termini o semplificandoli si potrebbero eliminare (esempio: Tornava verso la strada, verso la luce. Tutto bene, tutto sotto controllo).
Dopo c’è stata una serie di Aveva che a mio avviso si potevano sostituire, parlo della parte centrale. A volte ripetuti nella stessa frase.
Le due frase finali, in cui il Narratore fa decisamente la sua comparsa le toglierei, magari potresti sfruttarle per un futuro giallo/thriller, su cui far convergere la trama.
Per il resto, l’idea di far parlare le azioni del cattivo di turno, ci sta, ma per avrei preferito approfondire il suo lato psicologico, con una prima persona.
Nel contest avevo letto un commento sul comportamento avuto riguardo la sua insicurezza, invece quello secondo me è il punto forte del racconto. Perché fa intuire due cose: E’ una prima o seconda volta che agisce, la seconda è lo stato d’animo che più o meno tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita, l’insicurezza. Tutti prima o dopo abbiamo avuto un senso di dubbio quando fatto una certa cosa, proprio per non farci scoprire, ritorni a controllare non una ma anche più volte?
Alla prossima.
22 aprile 2015 alle 17:28 in risposta a: MECHARDIONICA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #6022Eccovi le mie preferenze, ci si legge prossimamente:
1 Roberto
Simpatico, definirei così il tuo testo. Il cambio di PV non mi ha dato fastidio, perché subito dopo si capisce bene i termini del racconto. Io al contrario degli altri, fatico ad attribuire a un uomo la parola guasto per la mancanza d’eros in certi momenti, i guasti appartengono agli apparati meccanici ed elettronici per il mio punto di vista. Il tema non è originale, ma si legge veramente bene. Bravo.
2 Sempre più in Alto
Divertente, mi ha strappato un sorriso. Come detto da altri il guasto non esiste ma quando il racconto è piacevole non lo si nota neppure. Le citazioni da te usate, una soprattutto mi sembra omaggiare Rat-Man. Sei stato originale nella storia e nei contenuti, il calcolo in secondi vado sulla fiducia, ma perché mettermi il dubbio? In un romanzo ci sta e si perde nel testo, ma in un racconto breve, mi rallenta la lettura. Se non sono date o elementi grafici, preferisco i numeri scritti per esteso. Mi è piaciuto, bravo.
3 Il Dramma di un uomo
A due facce il tuo racconto, la prima scivola anche troppo, lasciando molto all’azione ma senza i fondali in cui immergersi, ho anche pensato che fosse troppo banale. La parte finale rialza notevolmente l’asticella, facendo assumere al racconto un altro aspetto in cui ci si immedesima immediatamente. Peccato solo per la prima parte. Bravo.
4Il Coniglietto Bianco
Il racconto si legge bene, anche se alcuni termini sono fuori posto (cicalio), la storia è surreale e non crea empatia con me lettore (magari con altri si), facendomi vivere la storia in maniera distaccata. Il finale strizza l’occhio al grottesco, i genitori che ironizzano sull’oggetto coniglio e non essere vivente, dovrebbe far riflettere sulla vita reale, ma il racconto termina e questa chiave di lettura si perde. Sei stato bravo nel aver scelto questo tema e metà tra la favola e la realtà.
5 Daimon
Poco ritmico. Il racconto si legge bene, soprattutto nella prima parte, nella prima l’essere andata a capo tra i dialoghi e le sensazioni di chi li ha formulati, mi lasciato un attimo interdetto, rischiando di perdermi un pò. Nella seconda parte questo non accade, ma proprio nel momento in cui dovrebbe marciare a pieno ritmo il racconto finisce, lasciando l’amaro in bocca. Avrei preferito uno scritto che partisse dall’incontro della moglie con il daimon per saperne le conseguenze del tradimento. Il guasto c’è ma mi è passato in secondo piano, perchè ero più attratto dalla storia. Brava.
6 E’ tutto una questione di zucchero
Una buona prova, che mi ha ricordato un pò alcune commedie uk, perchè il protagonista si muove, in un mondo fermo su se stesso. Non ho visioni così acute da notare il guasto, ma mi è piaciuto come spiazzi il lettore nel finale, per un momento ho pensato fossero due amichetti di scuola, poi ti ritrovi a essere il padre, una buona soluzione.
7 Qualcosa da Raccontare
Frenetico e concitato soprattutto nel finale che risolleva l’espediente iniziale che non mi ha esaltato. Alcune situazioni sono divertenti, altre un pò grottesche nel senso bieco della parola. Quel che manca è la vitalità del protagonista, troppo distacco nell’immedesimarsi nella storia. Ma forse sono io che non va matto per questo genere di storie. A rileggerci.
8 Morte Improvvisa
Complicato. Devo dire che inizialmente il guasto l’ho attribuito a qualcosa di meccanico che si fosse inceppato, ma quando dici “la notte si inghiottì l’acqua”, non capisco perché dopo siano ancora in ammollo. Il racconto mi ha lasciato confuso, molti nomi, situazioni non sempre chiare e due punti irrisolti: “Sorriso saturnino” non mi sono dato una risposta a cosa sia, anche se posso immaginarlo e nemmeno google mi ha aiutato. “tono da maggiordomo”, intendevi forse quello di Alfred Pennyworth in Batman? Perché i maggiordomi non sono tutti inglesi. A rileggerci.
9 Push the buttom game
Riassumerei il tutto con un “cosa ho letto?” All’inizio ho pensato fosse la pagina di un diario, ma proseguendo la lettura ho avuto poche sensazioni, troppo fuori dal vissuto del protagonista. Alcune cose mi hanno fatto sorridere come SuperMario o i costanti riferimenti al mondo delle console, ma il resto è troppo racconto e poco storia.
Il racconto si legge bene, anche se alcuni termini sono fuori posto (cicalio), la storia è surreale e non crea empatia con me lettore (magari con altri si), facendomi vivere la storia in maniera distaccata. Il finale strizza l’occhio al grottesco, i genitori che ironizzano sull’oggetto coniglio e non essere vivente, dovrebbe far riflettere sulla vita reale, ma il racconto termina e questa chiave di lettura si perde. Sei stato bravo nel aver scelto questo tema e metà tra la favola e la realtà.
A due facce il tuo racconto, la prima scivola anche troppo, lasciando molto all’azione ma senza i fondali in cui immergersi, ho anche pensato che fosse troppo banale. La parte finale rialza notevolmente l’asticella, facendo assumere al racconto un altro aspetto in cui ci si immedesima immediatamente. Peccato solo per la prima parte. Bravo.
Riassumerei il tutto con un “cosa ho letto?” All’inizio ho pensato fosse la pagina di un diario, ma proseguendo la lettura ho avuto poche sensazioni, troppo fuori dal vissuto del protagonista. Alcune cose mi hanno fatto sorridere come SuperMario o i costanti riferimenti al mondo delle console, ma il resto è troppo racconto e poco storia. Alla prossima.
Poco ritmico. Il racconto si legge bene, soprattutto nella prima parte, nella prima l’essere andata a capo tra i dialoghi e le sensazioni di chi li ha formulati, mi lasciato un attimo interdetto, rischiando di perdermi un pò. Nella seconda parte questo non accade, ma proprio nel momento in cui dovrebbe marciare a pieno ritmo il racconto finisce, lasciando l’amaro in bocca. Avrei preferito uno scritto che partisse dall’incontro della moglie con il daimon per saperne le conseguenze del tradimento. Il guasto c’è ma mi è passato in secondo piano, perchè ero più attratto dalla storia. Brava.
22 aprile 2015 alle 16:11 in risposta a: [M] E' tutta una questione di zucchero – Jacqueline Nieder #6008Una buona prova, che mi ha ricordato un pò alcune commedie uk, perchè il protagonista si muove, in un mondo fermo su se stesso. Non ho visioni così acute da notare il guasto, ma mi è piaciuto come spiazzi il lettore nel finale, per un momento ho pensato fossero due amichetti di scuola, poi ti ritrovi a essere il padre, una buona soluzione.
Divertente, mi ha strappato un sorriso. Come detto da altri il guasto non esiste ma quando il racconto è piacevole non lo si nota neppure. Le citazioni da te usate, una soprattutto mi sembra omaggiare Rat-Man. Sei stato originale nella storia e nei contenuti, il calcolo in secondi vado sulla fiducia, ma perché mettermi il dubbio? In un romanzo ci sta e si perde nel testo, ma in un racconto breve, mi rallenta la lettura. Se non sono date o elementi grafici, preferisco i numeri scritti per esteso. Mi è piaciuto, bravo.
Complicato. Devo dire che inizialmente il guasto l’ho attribuito a qualcosa di meccanico che si fosse inceppato, ma quando dici “la notte si inghiottì l’acqua”, non capisco perché dopo siano ancora in ammollo. Il racconto mi ha lasciato confuso, molti nomi, situazioni non sempre chiare e due punti irrisolti: “Sorriso saturnino” non mi sono dato una risposta a cosa sia, anche se posso immaginarlo e nemmeno google mi ha aiutato. “tono da maggiordomo”, intendevi forse quello di Alfred Pennyworth in Batman? Perché i maggiordomi non sono tutti inglesi. A rileggerci.
Simpatico, definirei così il tuo testo. Il cambio di PV non mi ha dato fastidio, perché subito dopo si capisce bene i termini del racconto. Io al contrario degli altri, fatico ad attribuire a un uomo la parola guasto per la mancanza d’eros in certi momenti, i guasti appartengono agli apparati meccanici ed elettronici per il mio punto di vista. Il tema non è originale, ma si legge veramente bene. Bravo.
Ciao a tutti,
avendo partecipato anche ad altri laboratori online, non commento prima del giudizio degli altri il mio scritto, questo per non influenzare nessuno e soprattutto perché una volta tratto il dado il risultato rimane lo stesso. Senza accampare motivazioni strane.
Prima di addentarmi nello spiegometro, volevo ringraziarvi per gli accostamenti che il mio racconto via ha portato a fare, devo dire che ritrovarmi associato a mostri sacri del cinema mi ha fatto emozionare (Alien in primis). In seconda battuta, non avrei mai pensato di ispirare così tanti commenti in alcuni casi contrastanti, per 3000 battute, sono rimasto sbalordito è comunque una vittoria questa. Ma se devo pensare a un laboratorio mi viene in mente quello di Half-Life.
Passando al racconto parto dal punto più contestato, il guasto:
Scrivere del classico switch on/off o codice errato mi sembrava scontato e ho preferito incastrarlo nel racconto, dove il protagonista pensa a un complotto, ma in realtà è stata la sua poca dimestichezza con i macchinari da laboratorio a causare il guasto e la morte della finta Silica. Se questo non piace amen, sarò più preciso in futuro se capiteranno altre occasioni.
Il protagonista come si può intuire non è umano, ma ho ripreso un vecchio spunto fornitomi in un altro laboratorio di scrittura, che chiedeva di raccontare una storia sui Sali di Silicio. Siccome mi ero trovato bene e pensavo come altri, che fosse un contest incentrato sulla SF, ho ripescato i miei vecchi personaggi ricostruendo una storia completamente diversa.
@Giulio Lepri conosco Blame, ho amato Blame, anche per la sua caratteristica di fumetto muto. Ma non è stato l’ispirazione a questo.
Il finale facilotto come viene definito, non lo è dal mio punto di vista, siccome il protagonista ricorre a una bomba EMP, che non è propriamente una bombetta a mano. E lo fa consapevole che egli stesso ne è immune, gli altri no.
@Roncari: Diciamo che è una luminescenza stile ET per intenderci, anche se il protagonista non ha una vera e propria pelle organica come in quel caso. Ma essendo Sale di Silicio ho immaginato uno strato più sensibile per incastonarci una sorta di cuore pulsante.
@Antico: Ambrous è il nome, se sui forum usassi lo stesso, che divertimenti ci sarebbe. Ti piace l’anguria, beato te che stai su una spiaggia. Hai ragione Elektros fa schifo come nome, in realtà non doveva avere un nome, ma siccome tutto a un nome il primo che mi è venuto in mente era quello. Solitamente ai personaggi che scrivo passa poco, stavolta ho ecceduto di buonismo? Può darsi, sempre se terminare un intero laboratorio possa essere ritenuto un gesto buono, ma le 3000 incombevano e i finali aperti in questi contest non mi piace lasciarli. Il racconto è freddo, bene si associa meglio alla tua anguria. Il pollice in giù? Amen non posso piacere a tutti, ma averti dato spunti di riflessione è comunque una soddisfazione.
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Questa risposta è stata modificata 10 anni fa da
devon.
Salve sig. Antico, vorrei inviarle un messaggio privato, ma non trovo il modo per farlo. Potrebbe indicarmelo.
Grazie.
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