Francesco D'Amore


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  • Francesco D’Amore
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      NON CAMBIA MAI di Marco Roncaccia

    Il racconto  mi è piaciuto molto. L’ho trovato scorrevole, divertente e originale, almeno nel modo di trattare lo zombie. Anche io, seguendo la storia, avrei scelto di fare lo stesso finale; quindi non concordo con il commento precedente di Filippo. L’unica scelta possibile era di eliminare anche quei nazisti. Il tema è chiaro ed è inserito bene nella struttura della storia. L’unica cosa è che, come ha detto Filippo, forse potrebbe disturbare il fatto che il protagonista senta i due uomini parlare, magari specificherei il perché riesce a sentirli, così che il lettore non si faccia alcuna domanda. Detto questo, davvero un bel racconto.

    2° PERFECTION – Eleonora Rossetti

    L’idea che hai avuto è molto interessante, però ho trovato il testo poco seducente a accattivante. Molte scelte che hai fatto mi sono piaciute e lo ho trovate originali, ma tutta la struttura della prima parte del racconto, compreso l’incipit, non mi ha fatto entrare subito nella storia, anzi ha avuto su di me un effetto fuorviante. La parte finale invece mi sembra un po’ un grande spiegone. Magari, se la struttura di tutto il racconto fosse stata impostata in maniera diversa, avrebbe fatto su di me un’altro effetto, perché l’idea mi piace molto.

    3° Aida – Nicolas Lozito

    Il finale mi ha sorpreso in modo positivo, mi hai davvero colpito. Prima di arrivare al finale non avevo capito il motivo del tuo racconto. Tutta la prima parte la trovo un po’ didascalica e quasi inutile, il testo potrebbe essere ancora più breve e avere un effetto migliore sul lettore. Nel complesso hai fatto davvero un ottimo racconto.

    4° Solo tu puoi prenderlo – Filippo Santaniello

    Il racconto mi piace, è scorrevole ed è scritto bene, solo che c’è un punto che non mi convince molto ed è la morte del padre: Come ha fatto a non vedere prima un motoscafo che andasse nella sua direzione? in fondo è stato solo un minuto sott’acqua. Io non ne capisco di pesca ma di solito le tane dei polpi non dovrebbero trovarsi così a largo, un motoscafo che è a pochi metri dalla riva, non dovrebbe muoversi con più attenzione e magari andare più lento? Non lo so, sono dubbi che mi vengono al momento, ma ripeto, io di pesca non ne capisco nulla. Detto ciò, trovo sia una bella storia.

    5° Radioman – di Sharon Galano

    Complimenti, è proprio un bel racconto, anche se personalmente non mi piacciono le storie che si riducono a un problema di alcolismo. Anche io ho avuto un po’ di confusione durante i passaggi temporali, ma non credo che il personaggio sia un barbone e basta, credo davvero che quello che ha passato sia reale e che adesso sia ridotto in quello stato. Mi è piaciuto, anche se vorrei sapere di più sul suo passato e sulle vicende che gli sono capitate durante la guerra, tutta la parte degli alcolisti anonimi mi è piaciuta meno. A presto.

    6° La Bestia di Fuoco – di Giulio Lepri

    L’unica mia perplessità, di cui ti ho parlato anche in classe, è: cosa ha innescato l’incendio nella casa? Lo so che il narratore non è onnisciente, ma è posto sulla spalla del tuo protagonista e che quindi, giustamente, il protagonista, non può sapere cosa sia successo al piano di sopra, ma ti consiglierei di farglielo sapere quando esce sano e salvo dalla casa in fiamme. Magari da un esterno o dallo psicologo, o quanto meno mettere in evidenza una strana e pericolosa abitudine della madre che poi faccia capire al lettore, senza troppe spiegazioni, che quell’abitudine possa aver causato l’incendio. Questo è l’unico appunto che mi sento di farti.

    7° Ombre – di Carolina Pelosi

    Il racconto scorrevole, si comprende alla fine la pazzia del tuo protagonista. Le immagini descritte sono suggestive. Il punto negativo del racconto è il fatto che non l’ho trovato convincente e che ci sono dei lassi temporali che hanno stonato durante la lettura. Ho trovato molto più piacevole la parte onirica di tutto il testo.

    Incenso – Cristina Danini

    Concordo con il commento di Filippo, anche secondo me dovevi concentrarti di più sulla storia oltre che ai sentimenti dei personaggi che sono ben presenti e si sentono molto durante tutto il racconto, ma di storia c’è molto poco. Se ci fossero stati dei punti di svolta, il racconto poteva essere davvero niente male. Detto questo, l’ho trovata una buona prova.

    L’assurda colpa di esistere – Jacqueline Nieder

    Nonostante l’intesità emotiva del testo, mi sono perso un po’ all’inizio del racconto e ciò ha scaturito in me una perdita d’attenzione. Spesso mi domandavo se succedesse davvero qualcosa perché non riuscivo a seguire bene il tutto. Forse è stato proprio questo accumulo di emozioni che ha appesantito il testo. Troppo e niente hanno più o meno riscontri simili. Nel complesso la reputo comunque una buona prova.

    Se solo sapessero… – Viviana Tenga

    Ciao Viviana, non saprei cosa dirti di più di quello che già ti hanno detto nei commenti precedenti. Concordo con il fatto che c’è troppa carne sul fuoco e che su alcuni temi forse ci sei andata troppo leggera. Tutti questi argomenti di cui hai trattato, hanno avuto su di me un effetto dispersivo: mi hanno fatto calare l’attenzione durante la lettura e per questo mi sono perso tra alcuni passaggi; ma, probabilmente, questo è solo un problema mio.

    Tutto torna – di Diego Ducoli

    Ho trovato il testo molto confuso. Mi sono perso spesso tra i passaggi e questo mi ha portato a rileggere più volte le scene che hai descritto. Il racconto comunque è pieno di belle immagini descritte molto bene; quella che si trova nell’incipit l’ho trovata suggestiva, però, ripeto, la storia è molto confusa e fuorviante.

    Rimpianto – Enrico Nottoli

    Io concordo con il commento precedente di Ceranu, non trovo un motivo per il quale si dovrebbe leggere questo racconto, non accade nulla di così particolare se non nella follia dello stesso protagonista e mi sembra un po’ poco; la sua follia non porta ripercussioni sugli altri a parte che a se stesso, e tutto ciò gli dura trentanni di vita senza che riesca a superarlo. Come ha fatto a durare così tanto senza che nessuno si occupasse di lui? Insomma, gli dura un po’ troppo questa follia senza che degeneri completamente in una schizofrenia. Magari la sua ex moglie o sua figlia prima o poi lo avrebbe portato da uno psichiatra, non credo lo avrebbero lasciato completamente solo. Quando la sua ex moglie gli attacca il telefono dopo che il protagonista le fa una domanda riguardante sul suo coinquilino immaginario, credo che abbia capito che sia uscito fuori di testa; magari la sua preoccupazione non dovrebbe ricadere solo nei 500 euro di alimenti.

    Le radici del futuro – di Patty Barale

    Non ho trovato la storia credibile, non a causa dell’ambientazione e dei personaggi, anche se in Italia si fa sempre un po’ di fatica a trovare storie del genere plausibili, quindi bisogna scegliere il tema giusto da raccontare. Secondo me, il punto debole è proprio il fine per cui è stato organizzato il tutto; ovvero un movimento chiamato “gruppo della superiorità di genere” che fa tutto un piano folle per manovrare le donne al solo scopo del piacere maschile. Non lo so, trovo il tema trattato con superficialità, portato troppo agli estremi, forse a causa delle poche battute che avevi a disposizione però le motivazioni le trovo un po’ forzate e il tutto inverosimile e poco plausibile.

    Buried Town – Viviana Spagnolo

    Il racconto è ben scritto e molto accattivante, ma non riesco a trovare il tuo protagonista, ovvero Tobia, convincente, sia nel modo in cui parla, sia in quello che dice.Non ho creduto in lui e nella sua “grandezza” neanche per un secondo e tra l’altro non vedo il motivo per cui qualcuno debba scrivere un libro su di lui o perché dovrebbe considerarsi un grande dato che non ci hai fornito alcun elemento nel racconto per cui dovremmo pensarlo.Forse il racconto dovrebbe continuare con la storia che vuole raccontarci per capire il perché noi lettori dovremmo ascoltare le sue parole e anche per vedere se il personaggio ci convince di quello che dichiara in tutto il racconto.

    • Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da L'Antico L'Antico.
    in risposta a: Ombre, di Carolina Pelosi #4170

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Il racconto scorrevole, si comprende alla fine la pazzia del tuo protagonista.
    Le immagini descritte sono suggestive.
    Il punto negativo del racconto è il fatto che non l’ho trovato convincente e che ci sono dei lassi temporali che hanno stonato durante la lettura.
    Ho trovato molto più piacevole la parte onirica di tutto il testo.

    in risposta a: FUORI GARA, di Beppe Roncari #4169

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Giravano le voci tra i banchi prima ancora che il testo fosse postato sul sito.
    Fantastico, hahahahah.

    in risposta a: Incenso – Cristina Danini #4168

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Concordo con il commento di Filippo, anche secondo me dovevi concentrarti di più sulla storia oltre che ai sentimenti dei personaggi che sono ben presenti e si sentono molto durante tutto il racconto, ma di storia c’è molto poco.
    Se ci fossero stati dei punti di svolta, il racconto poteva essere davvero niente male.
    Detto questo, l’ho trovata una buona prova.

    in risposta a: Aida – Nicolas Lozito #4167

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Il finale mi ha sorpreso in modo positivo, mi hai davvero colpito. Prima di arrivare al finale non avevo capito il motivo del tuo racconto. Tutta la prima parte la trovo un po’ didascalica e quasi inutile, il testo potrebbe essere ancora più breve e avere un effetto migliore sul lettore.
    Nel complesso hai fatto davvero un ottimo racconto.


    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Nonostante l’intesità emotiva del testo, mi sono perso un po’ all’inizio del racconto e ciò ha scaturito in me una perdita d’attenzione. Spesso mi domandavo se succedesse davvero qualcosa perché non riuscivo a seguire bene il tutto. Forse è stato proprio questo accumulo di emozioni che ha appesantito il testo. Troppo e niente hanno più o meno riscontri simili.
    Nel complesso la reputo comunque una buona prova.

    in risposta a: Rimpianto_Enrico Nottoli #4055

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Io concordo con il commento precedente di Ceranu, non trovo un motivo per il quale si dovrebbe leggere questo racconto, non accade nulla di così particolare se non nella follia dello stesso protagonista e mi sembra un po’ poco; la sua follia non porta ripercussioni sugli altri a parte che a se stesso, e tutto ciò gli dura trentanni di vita senza che riesca a superarlo. Come ha fatto a durare così tanto senza che nessuno si occupasse di lui? Insomma, gli dura un po’ troppo questa follia senza che degeneri completamente in una schizofrenia. Magari la sua ex moglie o sua figlia prima o poi lo avrebbe portato da uno psichiatra, non credo lo avrebbero lasciato completamente solo. Quando la sua ex moglie gli attacca il telefono dopo che il protagonista le fa una domanda riguardante sul suo coinquilino immaginario, credo che abbia capito che sia uscito fuori di testa; magari la sua preoccupazione non dovrebbe ricadere solo nei 500 euro di alimenti.

    in risposta a: Buried Town – Viviana Spagnolo #4054

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Il racconto è ben scritto e molto accattivante, ma non riesco a trovare il tuo protagonista, ovvero Tobia, convincente, sia nel modo in cui parla, sia in quello che dice.
    Non ho creduto in lui e nella sua “grandezza” neanche per un secondo e tra l’altro non vedo il motivo per cui qualcuno debba scrivere un libro su di lui o perché dovrebbe considerarsi un grande dato che non ci hai fornito alcun elemento nel racconto per cui dovremmo pensarlo.
    Forse il racconto dovrebbe continuare con la storia che vuole raccontarci per capire il perché noi lettori dovremmo ascoltare le sue parole e anche per vedere se il personaggio ci convince di quello che dichiara in tutto il racconto.

    in risposta a: PERFECTION – Eleonora Rossetti #4053

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    L’idea che hai avuto è molto interessante, però ho trovato il testo poco seducente a accattivante.
    Molte scelte che hai fatto mi sono piaciute e lo ho trovate originali, ma tutta la struttura della prima parte del racconto, compreso l’incipit, non mi ha fatto entrare subito nella storia, anzi ha avuto su di me un effetto fuorviante. La parte finale invece mi sembra un po’ un grande spiegone. Magari, se la struttura di tutto il racconto fosse stata impostata in maniera diversa, avrebbe fatto su di me un’altro effetto, perché l’idea mi piace molto.

    in risposta a: Radioman, di Sharon Galano #4052

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Complimenti, è proprio un bel racconto, anche se personalmente non mi piacciono le storie che si riducono a un problema di alcolismo. Anche io ho avuto un po’ di confusione durante i passaggi temporali, ma non credo che il personaggio sia un barbone e basta, credo davvero che quello che ha passato sia reale e che adesso sia ridotto in quello stato.
    Mi è piaciuto, anche se vorrei sapere di più sul suo passato e sulle vicende che gli sono capitate durante la guerra, tutta la parte degli alcolisti anonimi mi è piaciuta meno. A presto.

    in risposta a: Le radici del futuro #4042

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Non ho trovato la storia credibile, non a causa dell’ambientazione e dei personaggi, anche se in Italia si fa sempre un po’ di fatica a trovare storie del genere plausibili, quindi bisogna scegliere il tema giusto da raccontare. Secondo me, il punto debole è proprio il fine per cui è stato organizzato il tutto; ovvero un movimento chiamato “gruppo della superiorità di genere” che fa tutto un piano folle per manovrare le donne al solo scopo del piacere maschile. Non lo so, trovo il tema trattato con superficialità, portato troppo agli estremi, forse a causa delle poche battute che avevi a disposizione però le motivazioni le trovo un po’ forzate e il tutto inverosimile e poco plausibile.

    in risposta a: La Bestia di Fuoco #4041

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    L’unica mia perplessità, di cui ti ho parlato anche in classe, è: cosa ha innescato l’incendio nella casa?
    Lo so che il narratore non è onnisciente, ma è posto sulla spalla del tuo protagonista e che quindi, giustamente, il protagonista, non può sapere cosa sia successo al piano di sopra, ma ti consiglierei di farglielo sapere quando esce sano e salvo dalla casa in fiamme. Magari da un esterno o dallo psicologo, o quanto meno mettere in evidenza una strana e pericolosa abitudine della madre che poi faccia capire al lettore, senza troppe spiegazioni, che quell’abitudine possa aver causato l’incendio. Questo è l’unico appunto che mi sento di farti.

    in risposta a: Se solo sapessero… – Viviana Tenga #4040

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Ciao Viviana, non saprei cosa dirti di più di quello che già ti hanno detto nei commenti precedenti. Concordo con il fatto che c’è troppa carne sul fuoco e che su alcuni temi forse ci sei andata troppo leggera. Tutti questi argomenti di cui hai trattato, hanno avuto su di me un effetto dispersivo: mi hanno fatto calare l’attenzione durante la lettura e per questo mi sono perso tra alcuni passaggi; ma, probabilmente, questo è solo un problema mio.

    in risposta a: Solo tu puoi prenderlo – Filippo Santaniello #3992

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Il racconto mi piace, è scorrevole ed è scritto bene, solo che c’è un punto che non mi convince molto ed è la morte del padre: Come ha fatto a non vedere prima un motoscafo che andasse nella sua direzione? in fondo è stato solo un minuto sott’acqua. Io non ne capisco di pesca ma di solito le tane dei polpi non dovrebbero trovarsi così a largo, un motoscafo che è a pochi metri dalla riva, non dovrebbe muoversi con più attenzione e magari andare più lento? Non lo so, sono dubbi che mi vengono al momento, ma ripeto, io di pesca non ne capisco nulla. Detto ciò, trovo sia una bella storia.

    in risposta a: NON CAMBIA MAI di Marco Roncaccia #3903

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Il racconto  mi è piaciuto molto. L’ho trovato scorrevole, divertente e originale, almeno nel modo di trattare lo zombie. Anche io, seguendo la storia, avrei scelto di fare lo stesso finale; quindi non concordo con il commento precedente di Filippo. L’unica scelta possibile era di eliminare anche quei nazisti. Il tema è chiaro ed è inserito bene nella struttura della storia. L’unica cosa è che, come ha detto Filippo, forse potrebbe disturbare il fatto che il protagonista senta i due uomini parlare, magari specificherei il perché riesce a sentirli, così che il lettore non si faccia alcuna domanda. Detto questo, davvero un bel racconto.

    in risposta a: Tutto torna di Diego Ducoli #3847

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Ho trovato il testo molto confuso. Mi sono perso spesso tra i passaggi e questo mi ha portato a rileggere più volte le scene che hai descritto. Il racconto comunque è pieno di belle immagini descritte molto bene; quella che si trova nell’incipit l’ho trovata suggestiva, però, ripeto, la storia è molto confusa e fuorviante.

    in risposta a: La bestia del Gévaudan (di Francesco D'Amore) #3800

    Francesco D’Amore
    Partecipante

    Ciao a tutti e due, grazie per i commenti.
    Rispondo prima a Cristina: l’idea del passato che avevo in mente era quella di una mentalità provinciale che col tempo ha plasmato le persone come Creolina nella società e che ha fatto crescere la rabbia e la frustrazione del protagonista che poi ha incarnato nella bestia del Gévaudan. Forse non sono stato in grado di renderla nel racconto. Comunque sono contento che l’hai trovata originale.

    Rispondo a Ceranu: Concordo con te, mi rendo conto delle ripetizioni e dei possibili tempi verbali vacillanti anche perché l’ho corretto all’ultimo minuto, di solito ho bisogno di farlo riposare almeno due giorni prima di accorgermi di tutte le ripetizioni che tendo a mettere quando scrivo.
    Non credo che il testo sia privo di sentimento, il protagonista che ho scelto è una persona fredda e molto razionale, rabbiosa e frustrata, che aspetta da tempo un riscatto; nel testo, come hai detto, c’è sempre e solo lui che parla, quindi credo sia plausibile che si noti freddezza nelle sue parole e nel modo di agire.
    Comunque grazie mille dei consigli, ne terrò a mente la prossima volta che scriverò un racconto.

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