Giulio Lepri


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  • in risposta a: MECHARDIONICA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #6098

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Allora, prima la classifica e poi i commenti:

    1 Il Coniglietto Bianco – Fernando Nappo
    2 Sempre più in alto – Beppe Roncari
    3 Il dramma di un uomo – Diego Ducoli
    4 È tutta una questione di zucchero – Jacqueline Nieder
    5 Morte improvvisa – Alexandra Fischer
    6 Qualcosa da raccontare – Marco Roncaccia
    7 Daimon – Viviana Tenga
    8 Topo in trappola – Ambrous Stack
    9 Push The Button Game! – Leonardo Marconi

    Ecco i commenti, spero stavolta siano corretti, li ho anche contati con il contaparole del sito, speriamo bene!

     

    Il coniglietto bianco

    Fernando Nappo hai vinto. Mi hai fatto scoppiare a ridere con questa tua trovata, bravissimo.
    I dialoghi non sono proprio scritti benissimo, leggermente troppo impostati in certi passaggi, ma sottoposto a un breve editing questo racconto è perfetto e pronto per la pubblicazione. C’è tutto quello che serve. Complimenti davvero, non devo proprio aggiungere altro!

     

    2 Sempre più in alto

    Ok la fantascienza, ok tutto ma… la matematica nooooo!!! Accidenti a te Beppe, non puoi costringermi a contare, faccio la Holden proprio per questo!
    Scherzi a parte, racconto molto divertente, mi sono fidato dei tuoi calcoli  etc, perché mi sembrava uno spreco rovinare un bel racconto per uno 0,3 alla meno con radice quadrata di x, tanto più che nessuno mi darà mai il nobel in fisica per aver dimostrato che se un uomo salta in un racconto e i conti non tornano allora è un brutto racconto.
    In ogni caso molto divertente e bella storia, l’unico appunto che ti faccio e quel “fottuto”. Quando dici: “la fottuta frase idiota di Louis Armstrong” storco un po’ il naso. L’uso di fottuto non è sbagliato, ma puzza troppo di derivazione americana, e visto che molta della tua forza sta proprio nei dialoghi molto realistici, usare fottuto invece di una qualsiasi altra parola mi suona artificioso e spezza un po’ l’atmosfera, anzi la guasta. Ma chissà, magari era quello il vero guasto di cui volevi parlare!

    Un salutone, ottimo racconto!

    3 Il dramma di un uomo

    Ok, avete deciso tutti di farmi commuovere a questa sessione di Minuti Contati.
    FINAL FANTASY VIII, mio Dio!!!!!!!!!!! Quante splendide bestemmie ho tirato grazie a questo videogioco, quanti momenti meravigliosi… ancora mi guardo i fanvideo su youtube una volta al mese come un tossico in crisi di astinenza.
    Per carità, Rinoa io non la giocavo mai, usavo sempre Quistis, tremendamente più gnocca, e quell’altro cazzone di Zell che mi faceva troppo ridere. Altrimenti usavo Irvine e il suo fucile fichissimo.

    Eh sì, tutti ci siamo sentiti almeno una volta nella vita Squall, stringendo il peso del mondo nel nostro GunBlade, e tutti, almeno una volta nella vita abbiamo vissuto il dramma di Carlo: mai spegnere senza salvare. Ah che belli i tempi delle memory card.

    Beh, cos’altro dire? Racconto semplice, veloce e azzeccato. Bravo!

    È tutta una questione di zucchero

    Bella lì Jacqueline!
    Come sai io i miei feedback preferisco darteli a scuola che sono uno sfaticato e mi pesa tantissimo il sedere di venire qua a commentare 
    Quindi sai già che il racconto mi è piaciuto e che ho trovato molto divertente il piccolo imbroglio. Mi riferisco al fatto che tutti siamo portati a pensare a un appuntamento galante e, invece il protagonista sta andando a trovare semplicemente sua figlia!
    Bel colpo, niente male questo racconto. Poi mi piace molto il tuo stile, per cui brava, bene e bis.

    Morte Improvvisa

    Morte Improvvisa. Be’, di fatto è più o meno quel che succede quindi il titolo è azzeccato. Passiamo al resto.
    Racconto molto buono secondo me, ci ho visto un po’ di cose che mi hanno soddisfatto e, qualche ingenuità che in un concorso del genere è cosa normale: la perfezione non è del tuo pianeta digerente, figuriamoci di questo!
    Molto interessante l’idea di un pianeta con un proprio sistema digerente, e ottima la scusa della fantascienza per criticare il solito spreco di risorse ambientali tipico della nostra razza balorda. La storia può essere letta anche in chiave vendicativa: “la figlia di uno dei padroni”, ed aggiunge più linee narrative al racconto, che è sempre un bene. Che dire, peccato davvero che tu abbia sforato, perché è un bel racconto. Forse dovresti descrivere un po’ meglio il mondo e anche l’alieno inserviente, ma per il resto la storia è ben gestita e ha una sua dinamica. Lavora magari un po’ di più sulla tensione, perché il destino della ragazza, che ci viene presentata come la protagonista, appare segnato fin da subito. E poi è antipaticissima, ma questa non è una pecca, solo un’osservazione mia =D

    Qualcosa da raccontare

    Eh, la cara vecchia tentazione di scrivere di quanto sia difficile scrivere di quello che si sta scrivendo. Uno scioglilingua? no, solo una battuta per restare in linea con lo spirito del tuo racconto.
    Innanzitutto complimenti, ero partito anch’io dicendo “ecco il solito furbetto che prova a fare il simpatico senza ispirazione”, e invece freghi tutti, parti in una direzione e… hop! eccoti già saltato da un’altra parte. Divertenti le vicende, molto semplici ma ben gestite in ordine climatico, con l’apice finale della vecchia vicina rompiscatole che rischia di scoprirti.
    Non avevo capito benissimo come avevi fatto a rientrare, poi ho letto il dibattito sui raggi dell’ombrello e tutto mi è stato chiaro, ma non mi aveva comunque impedito di gustare il racconto.
    Bel lavoro, uno dei migliori sicuramente, ancora non ho deciso la classifica ma c’è odore di podio.
    Non mi è piaciuto troppissimo il finale, forse lo avrei chiuso diversamente, ma il risultato è buono e quindi bravo e basta.

    Daimon 

    Quattro punti di vista differenti, citazioni colte, filosofia etc. È palese che qui siamo di fronte a un racconto per palati raffinati. Ahimé io sono uno di gusti terra-terra, anche se devo dire ho apprezzato l’originalità del tuo e non ho avvertito il “peso” della cultura, ma l’ho solo visto come un aumento delle chiavi di lettura del testo, che poi è ciò che distingue un raccontino da un grande racconto.

    Faccio anch’io la stessa critica che ti hanno mosso gli altri: ottimo spunto originale, ma troppo vasto per soli 3000 caratteri. Anche i quattro punti di vista sono troppi per così poco spazio, e costringi il lettore alla rilettura, che è il primo e peggior errore che si può commettere in scrittura.
    Fossi in te, penserei davvero a una versione più estesa argomentando con soddisfazione la storia. E allora sì che sarebbe una gran goduria per tutti.

    Topo in Trappola

    Questo racconto mi ha fatto venire in mente tantissime cose, per la maggior parte belle e legate alla mia infanzia/adolescenza, per cui sono già di base molto contento.
    L’inizio ad esempio, con il tizio che si cala con le funi suda e sospira, mi ha fatto venire in mente Mission Impossible e la famosissima scena della goccia di sudore quando si cala nella stanza per rubare i dati dal computerone. Poi, l’atmosfera mi ha ricordato molto Minority Report, ed è legittimo direi, visto che siamo in piena fantascienza.
    Poi quel “Silica” mi ha ricordato gli “esseri di silicio” di un meraviglioso manga dal nome “Blame”; ma questo è già più improbabile visto che si tratta di un manga ahimè poco conosciuto.

    Racconto molto adrenalinico, con la tensione gestita molto bene, citazioni al punto giusto (Gaya è chiaramente Gaia, il pianeta terra, anche se a me fa venire in mente l’orrenda associazione di Casaleggio e gli altri amici suoi malati di mente).
    Giusto sul finale sono rimasto un pelino deluso: un po’ troppo facilotta la trovata della bomba EMP, però è anche vero che uno che si infiltra in una base super protetta si sarà pur portato qualche congegno per salvarsi le chiappe, no?

    Push The Button Game!

    Ciao Leonardo,

    Racconto molto punzecchiatore e sarcastico. Mi ha divertito molto rileggere di SuperMario e tutti i miei amati videogiochi. Molto bella l’idea di usare i videogiochi come fondamento dell’economia futura del folle pianeta Push. Che poi forse tanto folle non è, visto quanto ci somiglia.

    C’è un’ottima idea di base nel tuo racconto che però ho avuto l’impressione tu non abbia esplorato a fondo. Dietro a tutte le frecciatine e alle battute da spinoza.it non sono riuscito a vedere molto di più. Il potenziale c’è ed anche molto grande, l’idea poi è tremendamente geniale e attuale, lavoraci su e ti può uscire un ottimo racconto di critica sociale (che poi è il tema per eccellenza della fantascienza).

    in risposta a: [M] Morte improvvisa (Alexandra Fischer) #6096

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Morte Improvvisa. Be’, di fatto è più o meno quel che succede quindi il titolo è azzeccato. Passiamo al resto.
    Racconto molto buono secondo me, ci ho visto un po’ di cose che mi hanno soddisfatto e, qualche ingenuità che in un concorso del genere è cosa normale: la perfezione non è del tuo pianeta digerente, figuriamoci di questo!
    Molto interessante l’idea di un pianeta con un proprio sistema digerente, e ottima la scusa della fantascienza per criticare il solito spreco di risorse ambientali tipico della nostra razza balorda. La storia può essere letta anche in chiave vendicativa: “la figlia di uno dei padroni”, ed aggiunge più linee narrative al racconto, che è sempre un bene. Che dire, peccato davvero che tu abbia sforato, perché è un bel racconto. Forse dovresti descrivere un po’ meglio il mondo e anche l’alieno inserviente, ma per il resto la storia è ben gestita e ha una sua dinamica. Lavora magari un po’ di più sulla tensione, perché il destino della ragazza, che ci viene presentata come la protagonista, appare segnato fin da subito. E poi è antipaticissima, ma questa non è una pecca, solo un’osservazione mia =D

    in risposta a: [M] Giulio Lepri – Roberto #5875

    Giulio Lepri
    Partecipante

    We rispondo solo ora causa settimana impegnatissima.
    Innanzitutto grazie mille dei complimenti, non mi aspettavo così tanta gloria per un racconto che di glorioso ha forse solo il nome (Roberto, e l’ho scoperto grazie a Beppe perché altrimenti non lo sapevo, significa appunto “splendente di gloria”).
    Per le confusioni iniziali devo ammettere che volevo scrivere “Sì, ho chiamato il mio pisello Roberto”, anziché “Sì, l’ho chiamato Roberto”, e questo avrebbe aiutato molto la comprensione immediata del testo credo. Ma ero in fase “taglio” e così ho eliminato qualunque carattere abusivo mi intralciasse la strada.
    Per il resto bravo Beppe che hai beccato il numero 42, non ho resistito al richiamo della fantascienza e della citazione forse più famosa del genere, colpevole!

    in risposta a: [M] SEMPRE PIÙ IN ALTO #5870

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Ok la fantascienza, ok tutto ma… la matematica nooooo!!! Accidenti a te Beppe, non puoi costringermi a contare, faccio la Holden proprio per questo!
    Scherzi a parte, racconto molto divertente, mi sono fidato dei tuoi calcoli  etc, perché mi sembrava uno spreco rovinare un bel racconto per uno 0,3 alla meno con radice quadrata di x, tanto più che nessuno mi darà mai il nobel in fisica per aver dimostrato che se un uomo salta in un racconto e i conti non tornano allora è un brutto racconto.
    In ogni caso molto divertente e bella storia, l’unico appunto che ti faccio e quel “fottuto”. Quando dici: “la fottuta frase idiota di Louis Armstrong” storco un po’ il naso. L’uso di fottuto non è sbagliato, ma puzza troppo di derivazione americana, e visto che molta della tua forza sta proprio nei dialoghi molto realistici, usare fottuto invece di una qualsiasi altra parola mi suona artificioso e spezza un po’ l’atmosfera, anzi la guasta. Ma chissà, magari era quello il vero guasto di cui volevi parlare!

    Un salutone, ottimo racconto!

    in risposta a: [M] E' tutta una questione di zucchero – Jacqueline Nieder #5869

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Bella lì Jacqueline!
    Come sai io i miei feedback preferisco darteli a scuola che sono uno sfaticato e mi pesa tantissimo il sedere di venire qua a commentare 😀
    Quindi sai già che il racconto mi è piaciuto e che ho trovato molto divertente il piccolo imbroglio. Mi riferisco al fatto che tutti siamo portati a pensare a un appuntamento galante e, invece il protagonista sta andando a trovare semplicemente sua figlia!
    Bel colpo, niente male questo racconto. Poi mi piace molto il tuo stile, per cui brava, bene e bis.

    in risposta a: [M] Daimon – Viviana Tenga #5866

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Quattro punti di vista differenti, citazioni colte, filosofia etc. È palese che qui siamo di fronte a un racconto per palati raffinati. Ahimé io sono uno di gusti terra-terra, anche se devo dire ho apprezzato l’originalità del tuo e non ho avvertito il “peso” della cultura, ma l’ho solo visto come un aumento delle chiavi di lettura del testo, che poi è ciò che distingue un raccontino da un grande racconto.

    Faccio anch’io la stessa critica che ti hanno mosso gli altri: ottimo spunto originale, ma troppo vasto per soli 3000 caratteri. Anche i quattro punti di vista sono troppi per così poco spazio, e costringi il lettore alla rilettura, che è il primo e peggior errore che si può commettere in scrittura.
    Fossi in te, penserei davvero a una versione più estesa argomentando con soddisfazione la storia.E allora sì che sarebbe una gran goduria per tutti.

    in risposta a: [M] Il coniglietto bianco #5865

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Fernando Nappo hai vinto. Mi hai fatto scoppiare a ridere con questa tua trovata, bravissimo.
    I dialoghi non sono proprio scritti benissimo, leggermente troppo impostati in certi passaggi, ma sottoposto a un breve editing questo racconto è perfetto e pronto per la pubblicazione. C’è tutto quello che serve. Complimenti davvero, non devo proprio aggiungere altro!

    in risposta a: [M] QUALCOSA DA RACCONTARE di Marco Roncaccia #5864

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Eh, la cara vecchia tentazione di scrivere di quanto sia difficile scrivere di quello che si sta scrivendo. Uno scioglilingua? no, solo una battuta per restare in linea con lo spirito del tuo racconto.
    Innanzitutto complimenti, ero partito anch’io dicendo “ecco il solito furbetto che prova a fare il simpatico senza ispirazione”, e invece freghi tutti, parti in una direzione e… hop! eccoti già saltato da un’altra parte. Divertenti le vicende, molto semplici ma ben gestite in ordine climatico, con l’apice finale della vecchia vicina rompiscatole che rischia di scoprirti.
    Non avevo capito benissimo come avevi fatto a rientrare, poi ho letto il dibattito sui raggi dell’ombrello e tutto mi è stato chiaro, ma non mi aveva comunque impedito di gustare il racconto.
    Bel lavoro, uno dei migliori sicuramente, ancora non ho deciso la classifica ma c’è odore di podio.
    Non mi è piaciuto troppissimo il finale, forse lo avrei chiuso diversamente, ma il risultato è buono e quindi bravo e basta.

    in risposta a: [M] Il dramma di un uomo di Ducoli Diego #5863

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Ok, avete deciso tutti di farmi commuovere a questa sessione di Minuti Contati.
    FINAL FANTASY VIII, mio Dio!!!!!!!!!!! Quante splendide bestemmie ho tirato grazie a questo videogioco, quanti momenti meravigliosi… ancora mi guardo i fanvideo su youtube una volta al mese come un tossico in crisi di astinenza.
    Per carità, Rinoa io non la giocavo mai, usavo sempre Quistis, tremendamente più gnocca, e quell’altro cazzone di Zell che mi faceva troppo ridire. Altrimenti usavo Irvine e il suo fucile fichissimo.

    Eh sì, tutti ci siamo sentiti almeno una volta nella vita Squall, stringendo il peso del mondo nel nostro GunBlade, e tutti, almeno una volta nella vita abbiamo vissuto il dramma di Carlo: mai spegnere senza salvare. Ah che belli i tempi delle memory card.

    Beh, cos’altro dire? Racconto semplice, veloce e azzeccato. Bravo!

    in risposta a: [M] Push the button game! #5860

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Ciao Leonardo,

    Racconto molto punzecchiatore e sarcastico. Mi ha divertito molto rileggere di SuperMario e tutti i miei amati videogiochi. Molto bella l’idea di usare i videogiochi come fondamento dell’economia futura del folle pianeta Push. Che poi forse tanto folle non è, visto quanto ci somiglia.

    C’è un’ottima idea di base nel tuo racconto che però ho avuto l’impressione tu non abbia esplorato a fondo. Dietro a tutte le frecciatine e alle battute da spinoza.it non sono riuscito a vedere molto di più. Il potenziale c’è ed anche molto grande, l’idea poi è tremendamente geniale e attuale, lavoraci su e ti può uscire un ottimo racconto di critica sociale (che poi è il tema per eccellenza della fantascienza).

    in risposta a: [M] Topo in trappola – Ambrous Stack #5786

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Questo racconto mi ha fatto venire in mente tantissime cose, per la maggior parte belle e legate alla mia infanzia/adolescenza, per cui sono già di base molto contento.
    L’inizio ad esempio, con il tizio che si cala con le funi suda e sospira, mi ha fatto venire in mente Mission Impossible e la famosissima scena della goccia di sudore quando si cala nella stanza per rubare i dati dal computerone. Poi, l’atmosfera mi ha ricordato molto Minority Report, ed è legittimo direi, visto che siamo in piena fantascienza.
    Poi quel “Silica” mi ha ricordato gli “esseri di silicio” di un meraviglioso manga dal nome “Blame”; ma questo è già più improbabile visto che si tratta di un manga ahimè poco conosciuto.

    Racconto molto adrenalinico, con la tensione gestita molto bene, citazioni al punto giusto (Gaya è chiaramente Gaia, il pianeta terra, anche se a me fa venire in mente l’orrenda associazione di Casaleggio e gli altri amici suoi malati di mente).
    Giusto sul finale sono rimasto un pelino deluso: un po’ troppo facilotta la trovata della bomba EMP, però è anche vero che uno che si infiltra in una base super protetta si sarà pur portato qualche congegno per salvarsi le chiappe, no?


    Giulio Lepri
    Partecipante

    È il mio momento di celebrare la vostra gloria. Innanzitutto vorrei ringraziare tutti per l’esperienza del contest: mi sono divertito tantissimo, e ne ho pure tratto qualche consiglio prezioso; non male direi!
    Ma quello di cui vi importa a tutti è la classifica, per cui eccola.
    Un ultimo appunto. Nel giudicarli non ho considerato errori ortografici palesemente dovuti alla fretta, ho considerato i racconti per quello che sono: opere scritte di getto, e in quanto tali non ho punito chi ha scritto storta qualche parola o chi si è un po’ perso tra un rigo e l’altro. Ho tenuto bene a mente l’idea e lo stile, e su questi due metri ho basato le mie decisioni.

    1 – AIDA, Nicolas Lozito

    La tua storia è stata un pugno nell’occhio. Per carità, hai provato a rovinare tutto con quell’orribile frase finale, ma non ho potuto sottovalutare la potenza del tuo racconto e quindi eccoti qua: <span style=”text-decoration: underline;”>primo classificato</span>.
    Sei partito patetico e molto melenso. Rischiavo il diabete a metà racconto, anche se apprezzavo l’immedesimazione ben resa nella donna cieca, e poi hai cambiato totalmente registro. Secco, duro, diretto. Perfetto. Non potevi concludere meglio.
    La frase finale la devi assolutamente cambiare, ma sono certo che con un po’ più di tempo a disposizione avresti trovato la frase giusta, e in fondo il resto del racconto è perfetto così: ottimo lavoro.

    2 – L’ASSURDA COLPA DI ESISTERE, Jacqueline Nieder

    Ne abbiamo parlato a scuola e ti ho detto subito che avevo apprezzato tanto il tuo racconto. Mi è piaciuto tutto: le metafore, lo stile la storia che parla di un luogo preciso, ma è estendibile a tutti i paesi del terzo mondo. È un racconto in un certo senso storico, ma che trascende le sue coordinate geografiche e si fa voce per tutte le mamme costrette a partorire un figlio sbagliato in un sottoscala che può essere un vero sottoscala o semplicemente il luogo più buio dell’umanità.
    Bellissimo pezzo, anche se l’inizio e la fine sono un po’ confusi. Ma storie perfette in cinque ore non so quante ne vengano scritte, perciò buon secondo posto, e continua così.

    3 – RIMPIANTI, Enrico Nottoli

    Devo confessarti che tre anni fa ho scritto un racconto praticamente identico a questo, e quindi l’effetto sorpresa dell’amico cinghiale non ha sortito effetto su di me perché me lo ero immaginato subito, ma mi sono divertito un sacco a leggere la tua storia. Oddio, in certe parti mi sono perso un po’ devo dire, ma il divertimento mi ha ripagato di ogni sforzo e alla fine se un racconto è buono si perdonano gli errori. Riscrivilo, sistemando qualche verbo e qualche errore di fretta e avrai in mano una gran bella storia.

    4 – LA BESTIA DEL GÈVAUDAN, Francesco D’Amore

    Lo stile. Mi hai convinto con lo stile. Duro, diretto e semplice. Mi sono immaginato questa specie di rincretinito peruviano che mi parlava tutto fiero al tavolino di un bar sudamericano mostrandomi le sue mutilazioni e di come avesse sconfitta questa bestia, che alla fine era una semplice bestia, proprio come aveva sempre sostenuto dall’inizio del racconto. Mi è piaciuto perché per tutto il racconto ho aspettato che la bestia fosse magica e invece si è rivelata una semplice iena, ma invece di sentirmi frustrato ho trovato la tua scelta la più corretta e coerente possibile. Sei quarto perché la storia è un po’ piatta, forse avrebbe meritato qualche sottotrama in più, o avresti potuto “allegorizzare” meglio la bestia. Magari se decidi di riscriverla pensaci.

    5 – NON CAMBIA MAI – Marco Roncaccia

    Parli di zombie e quindi ti devo premiare a prescindere. Ne parli in modo molto pulito e moderno e, con la trovata dei nazisti, riesci a contestualizzare la storia in una realtà italiana credibile, anche se poi dove sia ambientata mi pare non lo dici. Mi sono divertito a immaginare il povero zombi che cerca di pedalare senza successo. Per il resto non ho avvertito però quel tipo di suspence che un racconto di zombie dovrebbe generare, tutto divertente ma anche tutto troppo ovvio, e quindi questo ti piazza quinto.

    6 – PERFECTION, Eleonora Rossetti

    Ed ecco Matrix, ed ecco la fantascienza. E meno male! nessuno ha avuto la tua idea, e sei riuscita a creare un contesto credibile e davvero interessante. Certo, gli spinotti nel cervello sono rubati a Matrix, ma rubare è un’arte preziosa e tu la padroneggi bene. Peccato per il finale, che mi è sembrato davvero tirato via. Ma ottima idea, e quindi brava: sesto posto.

    7 – SOLO TU PUOI PRENDERLO, Filippo Santaniello

    Il tuo è un bel racconto, ma l’ho trovato scolastico. È pulito, preciso, scorre bene e non si fa a fatica né ad arrivare in fondo né a capire cosa succede, ma non osi nulla. Il momento in cui il padre muore ero a distanza siderale empaticamente col protagonista. Mi aspettavo che nella seconda parte il trauma provocasse dei risvolti di qualche genere, e invece non accade niente. L’ho apprezzato però perché si vede che padroneggi la scrittura e quindi sono convinto che con una fase di riscrittura tu possa dare un grande spessore ad un racconto dal grandissimo potenziale.

    Da qui in poi è la terra di nessuno, nel senso che sono tutti ottavi, per cui li scrivo in ordine casuale.

    Ombre

    Porti in scena una storia psicologica e dalle possibilità molto forti, ma ti perdi nel bicchiere e non ne esci più. apri con quel 5115 che è stilisticamente d’impatto, ma poi risulta essere solo il numero dei giorni e nient’altro. Non so, mi aspettavo più simbolismo, peccato.

    Tutto Torna

    Ecco, a me non è tornato niente. Mi spiace, non so che dirti.

    Incenso

    Scrivi una storia d’amore, un tema che la gente crede semplice e invece è il più difficile che ci sia, proprio perché è stato affrontato e abusato fin dalla notte dei tempi. Il tuo racconto è buono, e ha molti elementi interessanti, ma l’impressione che ho avuto è tu non volessi aprire tutto il coperchio del vaso. Non so quanto ci sia di autobiografico e non ha importanza, ma per scrivere di sentimenti bisogna avere il coraggio di frugare nella propria anima, e mi è sembrato che tu a un certo punto ti sia rifiutata di farlo. Ci sono rimasto male, perché il tuo racconto poteva essere il migliore e invece mi hai fatto solo odiare la sua protagonista e il suo immobilismo.

    Buried Town

    Incipit della madonna. Finito l’incipit però è finita anche la storia.

    Radioman

    Troppo simpatico il vecchietto ubriacone, ma non ho capito nulla di lui, e, come è stato detto anche a me, certe cose vanno dette o il lettore ha solo la sensazione di aver perso tempo. Dai più spessore al tuo protagonista e dacci almeno la possibilità di intuire qualcosa. Le risposte non sono necessarie per leggere un racconto soddisfacente, ma qui mancano pure gli indizi.

    Le radici del passato

    Il finale col classico spiegotto con cui il lettore tira le somme. Beh no, lo spiegotto proprio non ci sta. Devo essere io a capire le cose, non tu a dirmele. Però con i giusti ritocchi può venire fuori una bellissima storia intrigante.

    Se solo sapessero

    Non mi è proprio piaciuto. E sì che l’idea di criticare le manifestazioni e un certo modo di “protestare per protestare” la approvo in pieno e speravo approdasse a delle conclusioni brillanti che magari avrei potuto persino fare mie in una qualche futura conversazione. E poi invece arriva il classico nonno che ha fatto la guerra, che ha visto i lager etc, etc. Sembra il nonno dei simpson: il vecchietto che nessuno ascolta e che quando parla tutti voltano la testa e pensano ai fatti loro, e così fa infatti il lettore. E invece il vecchio parla di una delle più grandi tragedie dell’umanità, e dovrebbe essere il metro di paragone per tutta la storia. Invece è solo un rompiballe che sei quasi contento di lasciare a marcire all’ospizio.

    FUORI GARA – Beppe Roncari

    Per me dovevi vincere tu. Se partecipavi ti mettevo primo senza neanche pensarci.

    in risposta a: Tutto torna di Diego Ducoli #4247

    Giulio Lepri
    Partecipante

    L’hai intitolato tutto torna, ma a me non è tornato molto. Sinceramente è molto confuso, non so proprio che dire.

    in risposta a: La Bestia di Fuoco #3809

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Devo dire che sono riuscito ad ottenere in parte quello che volevo, ma vedo anche che non sono riuscito del tutto a comunicarlo.
    Mi chiedete tutti “Perché la madre è così cattiva”. Beh, è proprio quello che volevo vi chiedeste. Ho scelto un narratore esterno appoggiato al protagonista, Daniele. Voi vedete quello che vuole Daniele, né di più né di meno, e ne sapete e saprete tanto quanto lui. Che cosa pensa la madre? Boh, chi lo sa. L’interpretazione è libera, e quello che volevo era proprio rappresentare una violenza domestica, violenze spesso insensate proprio come nella realtà. In questo caso un motivo c’è per tutta questa violenza, ma noi non lo possiamo sapere e sta a voi decidere cosa preferite credere, questo era il mio scopo.
    Per rispondere invece a quelli che non hanno capito se le fiamme sono entrate o meno, nel testo lo dico chiaramente:

    Si avvicinò, ma Billy gli corse incontro per sbranarlo, fermato solo da una catena. Alle spalle la porta esplose e entrarono le fiamme.

    Se il racconto non è scorrevole, invece, è solo colpa mia. Quindi sentitevi liberi di valutare come meglio credete e, grazie per i vostri feedback!

    • Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da The Beps The Beps.
    in risposta a: Aida – Nicolas Lozito #3742

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Questo racconto spacca. Ho lavorato con persone cieche per diverso tempo e questo racconto mi ha piacevolmente colpito. Torvo la scelta finale un piccolo colpo di genio, specialmente così rapida, proprio come la violenza che Aida subisce. Stuprata, abbandonata dalla famiglia e con un figlio che nascerà morto. Davvero bellissimo. La frase finale però rovina tutto: “Nasce morto da trent’anni, una volta all’anno, ogni giorno, ogni istante in cui il cuore di Aida batte o si ferma.” c’è quell’ogni giorno, ogni istante che non ci sta. Hai ceduto al sentimentalismo dopo un finale che di sentimenti non ne aveva, se tu avessi scritto: “Nasce morto da trent’anni, una volta all’anno, ogni 14 ottobre” saresti stato il mio primo classificato, senza ombra di dubbio.

    in risposta a: La Bestia di Fuoco #3741

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Sui dialoghi non nascondo di avere anch’io qualche perplessità. Purtroppo sono stato fino all’ultimo impegnato a tagliare i caratteri in eccesso, e così non ho avuto il tempo necessario a ricorreggere i difetti. Per il resto la madre è crudele per il suo senso di colpa (ha avuto il figlio da un altro uomo e il segreto la divora dentro) ma ho voluto intenzionalmente restare distaccato dal personaggio, la mia idea è che il male non ha sempre una ragione precisa di esserci, a volte c’è e basta.
    Comunque ti ringrazio tanto, sono davvero felice che ti sia piaciuto!

    in risposta a: FUORI GARA, di Beppe Roncari #3681

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Ahahahahahaha! Sei da primo premio, non ci sono dubbi!

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