Risposte al Forum Create
-
AutoreArticoli
-
Ps scusa ma sono con il telefono è scrive male. No, non abbandono il t9
Ciao Angelo grazie del commento! Rispondo subito ai tuoi dubbi logici. Per quanto riguarda la foto è l’unica cosa che Katia ha ciò non toglie che poteva esserci un nome sull’articolo ma lei era appena nata e appunto ha solo la foto non l’intero articolo. No è improbabile inoltre che una persona associata ad uno stupro (e magari assolta per mancanzadi prove o fai tu) abbia voluto cambiare identità. Per quanto riguarda il “veleno” (in mancanza di termini più adatti) era sulle labbra! La pillola era l’antidoto! Di fatti le si pulisce le labbra prima di prenderlo. Su di lei non aveva effetto perché era necessario che il0cuore pompasse più velocemente come quando si è molto eccitati o durante l’amplesso appunto. Quindi prima di salire con ogni cliente prendeva la pillola/antidoto. Il fatto che non sia stata beccata e dovuto al fatto che evidentemente si sa disfare dei corpi ma questo nel racconto non c’è si può intuire XD il fatto che adeschi sempre nello stesso posto secondo me è irrilevante perché non penso che il cliente medio di una prostituta faccia molta pubblicità al fatto che ci sta andando XD anzi forse dice alla moglie vado a giocare a poker e così facendo depista la polizia giudiziaria
2 ottobre 2015 alle 19:44 in risposta a: Gruppo FRINGE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11580Ciao a tutti ecco i miei commenti e la mia classifica!!
Giorno di mercato di Alexandra Fischer, ore 22.15, 2852 caratteri
Giorno di mercato. Al mercato di un pianeta bello succedono cose strane. L’ambientazione è il punto di forza del racconto. Il problema è il resto. Devo essere sincero l’ho letto almeno cinque volte senza capirlo. Sarò stupito? Probabile. Però fatto sta che non l’ho capito. Le spiegazioni nei commenti invece le ho capite ma continuo a non capire il racconto. Cioè mi è chiaro quello che mi hai spiegato ma senza la spiegazione non ci sarei mai arrivato. E anche dopo molte cose, secondo me, non ci sono (io le so perché ho letto la spiegazione). Poi i personaggi, io ho avuto difficoltà a distinguerli e sono dovuto tornare indietro a vedere chi era chi. In compenso sono ben caratterizzati in due battute, uno si interessa della cultura del pianeta l’altro se ne frega. Ci sta. Però davvero mi mette in crisi perché non l’ho capito, ho dovuto aspettare i commenti e comunque, secondo me, alla spiegazione che hai dato dal racconto non si ci poteva arrivare, è tirata per i capelli. Mi spiace, è sicuramente colpa mia.La vecchia villa misteriosa di Nicoletta Fanuele, ore 22.44, 2976 caratteri
“Non appena lo aprì, Iole fu trasportata in un universo parallelo.” Con questa frase ad H.P. Lovecraft subentra C.S. Lewis XD
No sul serio c’era la villa misteriosa (casa stregata?) c’era pure il necronomicon! Ero convinto di star leggendo un racconto horror e boom! Racconto per ragazzi/bambini (in chiave horror volendo).
Le domande che sorgono sono:
1. Quanti anni ha Iole? E’ un aspirante scrittrice che già scrive per una rivista, se siamo in Italia non ha meno di trent’anni (XD), e viola un proprietà privata così? Senza un apparente motivo? Se era una bambina/ragazzina potevo capirlo. E visto che per me è un racconto per ragazzi (genere che adoro) sarebbe stato meglio fosse una ragazzina per far immedesimare il lettore potenzialmente coetaneo (e me che leggo libri per ragazzi).
2. Come fa ad arrivare dal Re? Non ci sono guardie o cose così? Il genere racconto per ragazzi è da prendere con le pinze. Da un lato la storia deve essere semplice, come anche il linguaggio, dall’altro non ci possono essere buchi logici, i bambini e gli adolescenti sono molto più critici degli adulti. Questo è un contest in cui cerchiamo il pelo nell’uovo, è il bello del gioco, ma spesso leggendo un racconto non siamo così critici come qui (poi è carattere XD), i bambini invece chiedono “perchè?” in maniera quasi asfissiante.
3. E quindi? E’ la domanda che mi sono posto alla fine del racconto, Iole, di cui mi importava poco, è schiava in un mondo di cosi verdi, e quindi? Secondo me con qualche modifica alla “parte Lovecraft” questo può essere un ottimo incipit per un racconto fantasy per ragazzi o young adult. Ma così manca un vero finale secondo me.
P.S. La colpa è dell’antico poteva mettere 4000 caratteri! XD Comunque davvero idea da sviluppare nel Lab senza limitazioniSusy di Andrea Viscusi, ore 23.05, 2998 caratteri
Storia romantica di uno scienziato che fa lo scienziato. Analizza gli scenari possibili e trae conclusioni senza considerare il fattore umano. Diciamolo il protagonista di questo Susy è uno stalker a tutti gli effetti però è simpatico come Leonard di big bang theory con tutte le sue paranoie amorose. Il racconto ricorda nella tematica la canzone “le passanti” di F. De Andrè (o “Le passant” di Brassen che dir si voglia) con in più la componente scientifica e l’universo “degli opposti” oltre lo specchio in un certo senso. Il finale ci sta ma mi delude un po. Il protagonista sembra giustificare la reazione (ovvia) di Susy (sempre che sia il suo nome) con la scusa dell’altro universo. Come se si potesse giustificare tutto dicendo nell’altro universo è andata meglio. Che poi se gli universi sono due nell’altro universo lui dovrebbe non aver posto la domanda, cioè, se quando nel nostro universo esce testa nell’altro esce croce, allora è plausibile che in un universo abbia deciso di andar a parlarci e nell’altro no, giusto? Ma la vera domanda è: perché mi faccio queste paranoie davanti ad un racconto d’amore? XD
Per concludere il racconto è ben scritto ma non mi ha molto colpito, forse più perché non è nelle mie corde che perché ci sia effettivamente qualche imperfezione. Solo quella sorta di giustificazione sul finale mi sembra un po buttata li.Gli esseri dell’altro mondo di Raffaele Marra, ore 23.16, 2720 caratteri
Toccante. C’è davvero poco da dire. Bellissima la scelta del narratore in seconda persona, potremmo davvero essere noi al loro posto, tutto dipende “dall’universo” in cui nasci. Due mondi attigui ma distanti. La stessa definizione di “altro universo”, oltre che dettata dal tema, mi sembra significativa. Descrive perfettamente la distanza tra la nostra condizione e la loro, chissà se a parti invertite reagirebbero come stiamo facendo noi, con odio, paura, ostilità e tanta demagogia politica. Non c’è dato saperlo, ma non dobbiamo dimenticare che potremmo esserci noi su quei barconi. Che abbiamo avuto solo culo. E questo racconto ce lo ricorda eccome. Complimenti.Il grande fienile di Luchiastro, ore 23.35, 2586 caratteri
La madre dei bambini vive nel fienile? Cioè nel fienile?
Questo racconto lascia al lettore varie chiavi di lettura elenco brevemente le mie ipotesi:
1 E’ tutto un sogno del padre che raccomanda giorno dopo giorno ai figli di non andare al fienile. Nel suo sogno (incubo) i bambini ci vanno e li trovano la madre da cui è separato, quindi in un certo senso è il suo subconscio che gli suggerisce che i bambini preferiscano la madre a lui e gli disobbediscono pur di raggiungerla. (ipotesi più accreditata)
2 La madre è davvero nel fienile..
In realtà ne avevo altre ma sono troppo complicate.
Il problema del racconto secondo me? E’ troppo complesso, lascia troppo spazio a diverse ipotesi e finisce per essere un gioco per il lettore. Il contenuto è profondo, la separazione, la paura che i figli preferiscano l’altro genitore, la voglia di recuperare un rapporto con l’ex coniuge. Sono tematiche attuali, ma quest’impostazione finisce per far perdere tutte le emozioni. Io personalmente non ho provato niente leggendolo, solo mi sono scervellato per capire che stava succedendo. Se lo scopo era far ragionare il lettore è stato raggiunto, se era emozionare, per me è no (cit.).
Secondo me le due cose dovrebbero essere bilanciate, una volta scelta la propria chiave di lettura il lettore dovrebbe provare qualcosa che va oltre il “iuppi l’ho capito!”
Spero che il mio punto di vista sia chiaroAnita dall’impermeabile giallo di Marina Usai, ore 23.51, 2977 caratteri
Questo racconto è semplice ma profondo, c’è poco da dire in realtà. Il punto di vista della bambina è reso bene e, anche se non sappiamo quale sia la sua patologia, si può intuire che compensa con una grande fantasia. Il rapporto con il nonno (che ho immaginato come un ex partigiano) è ben descritto. Mi è piaciuto per la sua semplicità. Ma non mi ha colpito particolarmente perché non è molto originale. Il tema è un po abusato e anche la posizione dell’attrice è la solita come anche il finale. Sul web c’è un generatore casuale di plot per vincere il premio strega XD sono più o meno storie con questa struttura e su questi temi XDLa realtà inventata di Luigi De Meo, ore 23.59, 2995 caratteri
Questo racconto mi ha stupito. Francamente non avevo capito si trattasse di finzione e avevo già deciso di criticare gli stereotipi del fantasy presenti nella prima parte. Questa ha un ritmo incalzante è coinvolgente seppur segnato dall’utilizzo di molti stereotipi appunto. Questi ultimi però sono giustificati dalla seconda parte (chi conosce i giochi di ruolo dal vivo sa che effettivamente questi stereotipi sono sempre presenti). Secondo me il fatto che trovi noiosa la vita reale è scontato ma non banale. Il tema dell’altro universo è centrato proprio in questa fuga dalla vita reale che sempre più spesso diventa quasi una necessità per i giovani d’oggi. Necessità testimoniata dall’aumento esponenziale in Italia di eventi su questo tema. Racconto ben scritto che funziona in tutte le sue parti insomma, e che si presta ad una riflessione sul presente a mio avviso per niente banale.Il canto della sirena di Alberto Della Rossa, ore 0.02, 2986 caratteri
Racconto ben scritto e pieno di spunti interessanti. Peccato che il limite di caratteri rende il tutto un po troppo sfocato e poco chiaro tranne che per il protagonista, una macchina senziente che cerca di capire e capirsi. La cosa degli animali non mi è del tutto chiara ma è originale e rende l’ambientazione stravagante il tanto che basta per interessare il lettore. Il finale con Ulisse attratto dal canto delle sirene (dio) senza alcun albero a farsi legare ha un che di romantico ma francamente non è stato in grado di toccare la mia personale sensibilità. Comunque c’è poco da criticare forse con un finale meno spirituale in senso stretto e più introspettivo poteva piacermi di più. Ma sono gusti. Il tema è centrato perché, secondo me, l’altro universo è quello delle macchine rispetto a quello umano, scelta non nuovissima ma comunque di d’effetto. Le varie citazioni più o meno esplicite danno un qualcosa in più al testo senza scadere nel fan Service.L’anello più importante di Andrea Partiti, ore 0.06, 2990 caratteri
Grazioso questo incontro tra altereghi. Il testo è molto semplice malgrado la complessità di fondo. È chiaro il perché del viaggio come anche il perché il personaggio0 (perché poi è uno) continuerà a ripetere l’esperimento. L’unica pecca logica, secondo me, e questa: il nostro protagonista spera di comprendere quanti sono gli universi paralleli possibili tornando sempre indietro di una settimana e annotando il numero del viaggio diciamo. Ma com’è possibile se torna sempre indietro nel tempo di una settimana? Quando il viaggio non è ancora stato intrapreso? Mi spiego se anche tornasse nello stesso universo più volte (finite le possibilità) come potrebbe grazie al numero sul foglio scoprire di essere in America e non in India visto che l’alterego non è ancora partito? Una soluzione potrebbe essere che è già tornato all’inizio in questo stesso incontro (perché magari ogni “altro” e diverso in qualcosa da lui mentre questo è identico) ma oltre alla frase finale non ci sono elementi nel testo a far pensare che sia così. Possiamo al tema un momento, secondo me questo racconto, malgrado lo abbia apprezzato, pecca di seguire troppo la traccia. Senza dar veri spunti innovativi rispetto alla stessa. Spero di aver espresso chiaramente il mio punto di vista purtroppo sono dal telefono… comunque bella prova!Lapidbook, di Marco Roncaccia, ore 0.20, 2983 caratteri
Racconto divertente e un po macabro. I tradimenti si susseguono come se nulla fosse e come da vivi i social network la fanno da padrone in questo campo. L’idea mi è molto piaciuta e il colpo di scena finale mi ha stupito perché non me lo aspettavo. Il testo è scorrevole e funziona solo ho qualche dubbio sullo stile narrativo. L’espediente di farli parlare tramite un social network funziona sulla carta ma non mi ha lasciato del tutto soddisfatto. L’intera vicenda è narrata dai personaggi o meglio dai loro dialoghi, in sostanza sono solo dialoghi, però questa forma spezzettata e piena di frasi di rito (caro… cara…ecc.) secondo me appesantiscono un po la lettura. Forse farli parlare in una chat diretta senza quindi salutarsi e accomiatarsi di continuo avrebbe reso di più concedendoti anche un maggior un numero di caratteri visto che molti sono sprecati per i motivi di cui sopra.Noi due di Marina Di Paola, ore 0.34, 1983 caratteri
In questo racconto la protagonista, distrutta emotivamente dalla perdita del marito, decide di suicidarsi. Questa grosso modo è la trama, e già così sembra funzionare. Il fatto di essere molto semplice la rende priva di buchi logici o di problemi che una trama complessa poteva portarsi dietro soprattutto in un contest con così pochi caratteri a disposizione. La forza del racconto più che nella trama dovrebbe essere l’empatia che nasce tra il lettore e la protagonista, empatia che nel mio caso non c’è stata. Almeno non del tutto. Non so questo personaggio non mi strazia il cuore come dovrebbe mi lascia quasi indifferente, mi dispiace per quello che le è successo ma non riesco a “condividere” il suo dolore e ad addolorarmi per il suo gesto. Forse questo è dovuto al fatto che la storia è molto raccontata poco “vissuta” dalla protagonista. Il solito show me don’t tell me insomma. Hai anche usato meno caratteri di quelli consentiti quindi, forse, pur lasciando intatto il racconto (senza tagliare niente) avresti potuto inserire qualche dettaglio che portava il lettore a sentirsi più solidale nei confronti della protagonista, che, ripeto, in un racconto di questo tipo è il motore della narrazione.Speck Spray di Fernando Nappo, ore 0.47, 2834 caratteri
Racconto simpatico che unisce la fantascienza alla cucina. Non avrei mai immaginato in vita mia di scrivere una cosa del genere! E questo è un bene, denota originalità. Lo chef ossessionato dalla cucina è molto simpatico e il povero investigatore succube che lo sta ad ascoltare anche. Il finale non c’entra niente con tutto quello che era accaduto prima rendendolo di fatto inutile. Però funziona, è divertente! Secondo me un ottima prova anche se il tema un po mi sfugge, il contrasto doveva essere tra l’universo culinario e il tradimento? Non mi convince molto. Comunque ottima prova.Classifica:
1 Gli esseri dell’altro mondo di Raffaele Marra
2 L’anello più importante di Andrea Partiti
3 Il canto della sirena di Alberto Della Rossa
4 Speck Spray di Fernando Nappo
5 La realtà inventata di Luigi De Meo
6 Lapidbook, di Marco Roncaccia
7 Susy di Andrea Viscusi
8 Noi due di Marina Di Paola
9 Anita dall’impermeabile giallo di Marina Usai
10 Il grande fienile di Luchiastro
11 La vecchia villa misteriosa di Nicoletta Fanuele
12 Giorno di mercato di Alexandra FischerRacconto simpatico che unisce la fantascienza alla cucina. Non avrei mai immaginato in vita mia di scrivere una cosa del genere! E questo è un bene, denota originalità. Lo chef ossessionato dalla cucina è molto simpatico e il povero investigatore succube che lo sta ad ascoltare anche. Il finale non c’entra niente con tutto quello che era accaduto prima rendendolo di fatto inutile. Però funziona, è divertente! Secondo me un ottima prova anche se il tema un po mi sfugge, il contrasto doveva essere tra l’universo culinario e il tradimento? Non mi convince molto. Comunque ottima prova.
In questo racconto la protagonista, distrutta emotivamente dalla perdita del marito, decide di suicidarsi. Questa grosso modo è la trama, e già così sembra funzionare. Il fatto di essere molto semplice la rende priva di buchi logici o di problemi che una trama complessa poteva portarsi dietro soprattutto in un contest con così pochi caratteri a disposizione. La forza del racconto più che nella trama dovrebbe essere l’empatia che nasce tra il lettore e la protagonista, empatia che nel mio caso non c’è stata. Almeno non del tutto. Non so questo personaggio non mi strazia il cuore come dovrebbe mi lascia quasi indifferente, mi dispiace per quello che le è successo ma non riesco a “condividere” il suo dolore e ad addolorarmi per il suo gesto. Forse questo è dovuto al fatto che la storia è molto raccontata poco “vissuta” dalla protagonista. Il solito show me don’t tell me insomma. Hai anche usato meno caratteri di quelli consentiti quindi, forse, pur lasciando intatto il racconto (senza tagliare niente) avresti potuto inserire qualche dettaglio che portava il lettore a sentirsi più solidale nei confronti della protagonista, che, ripeto, in un racconto di questo tipo è il motore della narrazione.
Racconto divertente e un po macabro. I tradimenti si susseguono come se nulla fosse e come da vivi i social network la fanno da padrone in questo campo. L’idea mi è molto piaciuta e il colpo di scena finale mi ha stupito perché non me lo aspettavo. Il testo è scorrevole e funziona solo ho qualche dubbio sullo stile narrativo. L’espediente di farli parlare tramite un social network funziona sulla carta ma non mi ha lasciato del tutto soddisfatto. L’intera vicenda è narrata dai personaggi o meglio dai loro dialoghi, in sostanza sono solo dialoghi, però questa forma spezzettata e piena di frasi di rito (caro… cara…ecc.) secondo me appesantiscono un po la lettura. Forse farli parlare in una chat diretta senza quindi salutarsi e accomiatarsi di continuo avrebbe reso di più concedendoti anche un maggior un numero di caratteri visto che molti sono sprecati per i motivi di cui sopra.
Ah anche il titolo avvalora la mia tesi non ci avevo fatto caso XD
Grazioso questo incontro tra altereghi. Il testo è molto semplice malgrado la complessità di fondo. È chiaro il perché del viaggio come anche il perché il personaggio0 (perché poi è uno) continuerà a ripetere l’esperimento. L’unica pecca logica, secondo me, e questa: il nostro protagonista spera di comprendere quanti sono gli universi paralleli possibili tornando sempre indietro di una settimana e annotando il numero del viaggio diciamo. Ma com’è possibile se torna sempre indietro nel tempo di una settimana? Quando il viaggio non è ancora stato intrapreso? Mi spiego se anche tornasse nello stesso universo più volte (finite le possibilità) come potrebbe grazie al numero sul foglio scoprire di essere in America e non in India visto che l’alterego non è ancora partito? Una soluzione potrebbe essere che è già tornato all’inizio in questo stesso incontro (perché magari ogni “altro” e diverso in qualcosa da lui mentre questo è identico) ma oltre alla frase finale non ci sono elementi nel testo a far pensare che sia così. Possiamo al tema un momento, secondo me questo racconto, malgrado lo abbia apprezzato, pecca di seguire troppo la traccia. Senza dar veri spunti innovativi rispetto alla stessa. Spero di aver espresso chiaramente il mio punto di vista purtroppo sono dal telefono… comunque bella prova!
Do una risposta generale al dubbio più frequente. Perché la NASA? XD l’intento era quello di mostrare come l’altro universo si nasconde proprio sulla terra tanto che l’agenzia spaziale americana tramite studi spaziali è giunta alla conclusione che la risposta agli interrogativi sui quali l’agenzia si interroga potevano trovarsi effettivamente sulla terra. Da li il titolo che voleva essere un gioco di parole sulla simile pronuncia di cuore e terra. Gli errori di inglese non sono voluti e me ne scuso, sono riuscito a postare solo all’ultimo secondo non ho riletto e ho scritto di fretta. Come anche i caratteri che ho abbondantemente superato non mi hanno permesso di esplicitare al meglio alcuni dettagli che ritengo comunque marginali rispetto al mio intento. Grazie a tutti per i commenti, probabilmente riproporro questo racconto rivisto e corretto nel lab spero potremo rivederci li 😉
Racconto ben scritto e pieno di spunti interessanti. Peccato che il limite di caratteri rende il tutto un po troppo sfocato e poco chiaro tranne che per il protagonista, una macchina senziente che cerca di capire e capirsi. La cosa degli animali non mi è del tutto chiara ma è originale e rende l’ambientazione stravagante il tanto che basta per interessare il lettore. Il finale con Ulisse attratto dal canto delle sirene (dio) senza alcun albero a farsi legare ha un che di romantico ma francamente non è stato in grado di toccare la mia personale sensibilità. Comunque c’è poco da criticare forse con un finale meno spirituale in senso stretto e più introspettivo poteva piacermi di più. Ma sono gusti. Il tema è centrato perché, secondo me, l’altro universo è quello delle macchine rispetto a quello umano, scelta non nuovissima ma comunque di d’effetto. Le varie citazioni più o meno esplicite danno un qualcosa in più al testo senza scadere nel fan Service.
Questo racconto mi ha stupito. Francamente non avevo capito si trattasse di finzione e avevo già deciso di criticare gli stereotipi del fantasy presenti nella prima parte. Questa ha un ritmo incalzante è coinvolgente seppur segnato dall’utilizzo di molti stereotipi appunto. Questi ultimi però sono giustificati dalla seconda parte (chi conosce i giochi di ruolo dal vivo sa che effettivamente questi stereotipi sono sempre presenti). Secondo me il fatto che trovi noiosa la vita reale è scontato ma non banale. Il tema dell’altro universo è centrato proprio in questa fuga dalla vita reale che sempre più spesso diventa quasi una necessità per i giovani d’oggi. Necessità testimoniata dall’aumento esponenziale in Italia di eventi su questo tema. Racconto ben scritto che funziona in tutte le sue parti insomma, e che si presta ad una riflessione sul presente a mio avviso per niente banale.
Questo racconto è semplice ma profondo, c’è poco da dire in realtà. Il punto di vista della bambina è reso bene e, anche se non sappiamo quale sia la sua patologia, si può intuire che compensa con una grande fantasia. Il rapporto con il nonno (che ho immaginato come un ex partigiano) è ben descritto. Mi è piaciuto per la sua semplicità. Ma non mi ha colpito particolarmente perché non è molto originale. Il tema è un po abusato e anche la posizione dell’attrice è la solita come anche il finale. Sul web c’è un generatore casuale di plot per vincere il premio strega XD sono più o meno storie con questa struttura e su questi temi XD
Giorno di mercato. Al mercato di un pianeta bello succedono cose strane. L’ambientazione è il punto di forza del racconto. Il problema è il resto. Devo essere sincero l’ho letto almeno cinque volte senza capirlo. Sarò stupito? Probabile. Però fatto sta che non l’ho capito. Le spiegazioni nei commenti invece le ho capite ma continuo a non capire il racconto. Cioè mi è chiaro quello che mi hai spiegato ma senza la spiegazione non ci sarei mai arrivato. E anche dopo molte cose, secondo me, non ci sono (io le so perché ho letto la spiegazione). Poi i personaggi, io ho avuto difficoltà a distinguerli e sono dovuto tornare indietro a vedere chi era chi. In compenso sono ben caratterizzati in due battute, uno si interessa della cultura del pianeta l’altro se ne frega. Ci sta. Però davvero mi mette in crisi perché non l’ho capito, ho dovuto aspettare i commenti e comunque, secondo me, alla spiegazione che hai dato dal racconto non si ci poteva arrivare, è tirata per i capelli. Mi spiace, è sicuramente colpa mia.
La madre dei bambini vive nel fienile? Cioè nel fienile?
Questo racconto lascia al lettore varie chiavi di lettura elenco brevemente le mie ipotesi:
1 E’ tutto un sogno del padre che raccomanda giorno dopo giorno ai figli di non andare al fienile. Nel suo sogno (incubo) i bambini ci vanno e li trovano la madre da cui è separato, quindi in un certo senso è il suo subconscio che gli suggerisce che i bambini preferiscano la madre a lui e gli disobbediscono pur di raggiungerla. (ipotesi più accreditata)
2 La madre è davvero nel fienile..
In realtà ne avevo altre ma sono troppo complicate.
Il problema del racconto secondo me? E’ troppo complesso, lascia troppo spazio a diverse ipotesi e finisce per essere un gioco per il lettore. Il contenuto è profondo, la separazione, la paura che i figli preferiscano l’altro genitore, la voglia di recuperare un rapporto con l’ex coniuge. Sono tematiche attuali, ma quest’impostazione finisce per far perdere tutte le emozioni. Io personalmente non ho provato niente leggendolo, solo mi sono scervellato per capire che stava succedendo. Se lo scopo era far ragionare il lettore è stato raggiunto, se era emozionare, per me è no (cit.).
Secondo me le due cose dovrebbero essere bilanciate, una volta scelta la propria chiave di lettura il lettore dovrebbe provare qualcosa che va oltre il “iuppi l’ho capito!”
Spero che il mio punto di vista sia chiaroToccante. C’è davvero poco da dire. Bellissima la scelta del narratore in seconda persona, potremmo davvero essere noi al loro posto, tutto dipende “dall’universo” in cui nasci. Due mondi attigui ma distanti. La stessa definizione di “altro universo”, oltre che dettata dal tema, mi sembra significativa. Descrive perfettamente la distanza tra la nostra condizione e la loro, chissà se a parti invertite reagirebbero come stiamo facendo noi, con odio, paura, ostilità e tanta demagogia politica. Non c’è dato saperlo, ma non dobbiamo dimenticare che potremmo esserci noi su quei barconi. Che abbiamo avuto solo culo. E questo racconto ce lo ricorda eccome. Complimenti.
Storia romantica di uno scienziato che fa lo scienziato. Analizza gli scenari possibili e trae conclusioni senza considerare il fattore umano. Diciamolo il protagonista di questo Susy è uno stalker a tutti gli effetti però è simpatico come Leonard di big bang theory con tutte le sue paranoie amorose. Il racconto ricorda nella tematica la canzone “le passanti” di F. De Andrè (o “Le passant” di Brassen che dir si voglia) con in più la componente scientifica e l’universo “degli opposti” oltre lo specchio in un certo senso. Il finale ci sta ma mi delude un po. Il protagonista sembra giustificare la reazione (ovvia) di Susy (sempre che sia il suo nome) con la scusa dell’altro universo. Come se si potesse giustificare tutto dicendo nell’altro universo è andata meglio. Che poi se gli universi sono due nell’altro universo lui dovrebbe non aver posto la domanda, cioè, se quando nel nostro universo esce testa nell’altro esce croce, allora è plausibile che in un universo abbia deciso di andar a parlarci e nell’altro no, giusto? Ma la vera domanda è: perché mi faccio queste paranoie davanti ad un racconto d’amore? XD
Per concludere il racconto è ben scritto ma non mi ha molto colpito, forse più perché non è nelle mie corde che perché ci sia effettivamente qualche imperfezione. Solo quella sorta di giustificazione sul finale mi sembra un po buttata li.
“Non appena lo aprì, Iole fu trasportata in un universo parallelo.” Con questa frase ad H.P. Lovecraft subentra C.S. Lewis XD
No sul serio c’era la villa misteriosa (casa stregata?) c’era pure il necronomicon! Ero convinto di star leggendo un racconto horror e boom! Racconto per ragazzi/bambini (in chiave horror volendo).
Le domande che sorgono sono:
1. Quanti anni ha Iole? E’ un aspirante scrittrice che già scrive per una rivista, se siamo in Italia non ha meno di trent’anni (XD), e viola un proprietà privata così? Senza un apparente motivo? Se era una bambina/ragazzina potevo capirlo. E visto che per me è un racconto per ragazzi (genere che adoro) sarebbe stato meglio fosse una ragazzina per far immedesimare il lettore potenzialmente coetaneo (e me che leggo libri per ragazzi).
2. Come fa ad arrivare dal Re? Non ci sono guardie o cose così? Il genere racconto per ragazzi è da prendere con le pinze. Da un lato la storia deve essere semplice, come anche il linguaggio, dall’altro non ci possono essere buchi logici, i bambini e gli adolescenti sono molto più critici degli adulti. Questo è un contest in cui cerchiamo il pelo nell’uovo, è il bello del gioco, ma spesso leggendo un racconto non siamo così critici come qui (poi è carattere XD), i bambini invece chiedono “perchè?” in maniera quasi asfissiante.
3. E quindi? E’ la domanda che mi sono posto alla fine del racconto, Iole, di cui mi importava poco, è schiava in un mondo di cosi verdi, e quindi? Secondo me con qualche modifica alla “parte Lovecraft” questo può essere un ottimo incipit per un racconto fantasy per ragazzi o young adult. Ma così manca un vero finale secondo me.P.S. La colpa è dell’antico poteva mettere 4000 caratteri! XD Comunque davvero idea da sviluppare nel Lab senza limitazioni 😉
Grazie per il commento farò tesoro dei suggerimenti! Una piccola precisazione sono scienziati della NASA non minatori! XD Credono di aver trovato una sorta di buco nero sulla terra ma non sanno di preciso cos’è per questo sono li e per questo la NASA non vuole far pubblicità alla cosa.
Per la grammatica francamente non ho riletto, ma con “Jack era dietro di lui” intendevo dietro Erman, per me era chiaro evidentemente devo stare più attento. “Se è un flop meno persone lo sanno meglio è” era la parafrasi ironica di Jack di quello che avevano detto i superiori per questo ho scelto un linguaggio più colloquiale.
Grazie ancora ci vediamo nel tuo racconto 😉
26 giugno 2015 alle 17:13 in risposta a: Gruppo ELVIRA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #8740Questa edizione l’ho seguita poco, non ho riletto i racconti quanto avrei voluto, non ho letto i commenti al mio racconto e nemmeno agli altri (cose che di solito faccio sempre). Anche quando ho scritto l’ho fatto di fretta concludendo un pò a caso rispetto all’idea iniziale. Malgrado tutto ciò sono contento di aver partecipato perché i racconti del mio gruppo mi sono piaciuti tutti, per questo ho avuto molte difficoltà a stilare una classifica. Probabilmente con più tempo a disposizione la classifica sarebbe stata diversa. Spero di avere più tempo a luglio. Ci leggiamo il mese prossimo 😉
Alla deriva, di Alberto Della Rossa
Ciao Alberto.
Davvero un bel racconto. Sembra davvero di stare su quella nave alla deriva nell’oscurità. I dialoghi sono credibili. Tutto è perfettamente al suo posto. Devo dire che nei racconti che ho letto in questa edizione la luce della speranza è molto frequente. Questo ovviamente non toglie niente al racconto ma quello “speranza” alla fine mi ha fatto sorridere.Ossessione, di Alessandro Duino
Ciao Alessandro.
Mi piace molto il tuo stile, il flusso di pensieri e gestito molto bene e sembra di trovarsi accanto al protagonista nell’appartamento. Anche se, ovviamente, non ci sono spiegazioni il mio cervello ha urlato tutto il tempo “droga droga DROGA”. Quindi lo interpreto come un tossico più che come un pazzo (il pesciolino a terra e i cadaveri in cucina mi hanno ricordato Trainspotting e ho immaginato la casa come quella dei tossici di breaking bad). Per quanto riguarda il tema non mi espongo. Il finale anche dopo diverse letture resta oscuro e pieno di sottintesi che credo di non aver colto appieno. PS visto che hai superato i caratteri comunque potevi metterli quei cavolo di spazi!26-14-11…, di Luana Mazzi
Ciao Luana.
Il tuo racconto parte benissimo, l’atmosfera che si respira è proprio quella di un campo di battaglia. Il problema sta nella prosa (come ti hanno già fatto notare). In personalmente ho avuto qualche difficoltà nella parte centrale. E poi c’è il finale. O meglio non c’è un vero finale, descrivi una scena ma non c’è un messaggio che mandi (o quanto meno non l’ho colto) ne un colpo di scena. Francamente dall’arrivo della dea, il tema è certamente centrato, il racconto per me ha un po smesso di essere interessante, per questo speravo in un finale col botto. Invece no.
Sicuramente in un contesto diverso questo racconto potrebbe essere parte di qualcosa di più esteso.Dolly, di Emiliano Grisostolo
Ciao Emiliano.
Il racconto è un po lento e, malgrado tutte le descrizioni, sembra manchi qualcosa. Ad esempio avresti potuto fare intendere com’è morto Dario. Secondo me quest’informazione poteva rendere il racconto davvero inquietante. È scritto bene quindi andiamo subito al finale. È telefonato. Subito si capisce dove vuoi andare a parare. L’introduzione di Dolly (visto il titolo) mi aveva dato una speranza. Il cane la sbrana! Invece no. Sul serio se il cane (a cause del male della casa dell’ottocento in cui visse Dorian Gray) impazziva e la mangiava non sarebbe stata una figata?Routine cromatica, di invernomuto
Ciao invernomuto.
Il racconto è scritto molto bene. La prima parte funziona alla perfezione. Durante la terapia forse il ritmo è un po blando come la reazione del protagonista (che però effettivamente non reagisce bene alla terapia quindi ci sta). E niente, mi è piaciuto malgrado generalmente sogni e coma sono il trucchetto da prestigiatore che odio di più. Era tutto un sogno quindi non ti spiego niente. Ecco questo racconto spiega tutto, per questo funziona.Continua a credere in quella luce, di Filippo Puddu
Ciao Filippo.
Hai preso una bambina che crede nelle favole e l’hai messa di fronte alla realtà. Il tema sarà pure abusato ma è reso benissimo. In meno di 3000 caratteri hai creato un empatia totale tre lettore è protagonista. La torta un poco sbriciolata che ti hanno contestato, secondo me, è invece un tocco di classe. Io ci ho visto anche i drammi domestici di donne che hanno mariti violenti ma li difendono malgrado tutto. Per me smonti un allegoria per tirarne su un altra. È un racconto profondo e originale nella narrazione. Complimenti.Un oscuro pellegrinaggio, di Francesco Iorio
Ciao Francesco.
Il tuo racconto ha una trama ermetica. Non è detto che questo sia un male però francamente non sono riuscito a capire esattamente di cosa si parla. A me hanno insegnato che se il lettore non capisce è sempre e comunque una mancanza dell’autore. Io sono seriamente in difficoltà perché non ho capito dove si svolge la vicenda e che fa il personaggio.
Detto questo non so se mi è piaciuto o no. Una cosa che non mi è piaciuto sono le descrizioni dei sentimenti, non perché sia un difetto. Preferisco siano i gesti a parlare, ma questione di gusti. L’immagine del lago di inchiostro è bella ma non sono convinto.I giganti, di Sharon Galano
Ciao Sharon.
Il racconto è scritto bene e malgrado alcune ripetizioni scorre fluido. La trama si avvita un po su se stessa e non è chiaro in che modo la prostituta c’entri con suo padre. Mi sarebbe piaciuto di più scoprire alla fine che la prostituta era proprio sua madre. Lui che ripercorre le orme del padre non so… non mi convince. Però ho apprezzato il racconto, solo dal finale mi aspettavo di più. Quello che non mi è piaciuto è il titolo. Non c’entra niente secondo me. Il protagonista guarda la prostituta scopare ogni sera, fuma, ha decisamente l’aria di un ragazzo cresciuto (magari troppo in fretta). Chiamare gli adulti gigante non è da lui, mi sembra una cosa troppo infantile per il personaggio che hai descritto.
Comunque è un buon racconto, complimentiSe solo avessi, di Adriano Muzzi
Ciao Adriano.
Mi piace molto come riesci a trasportare chi legge nella storia un passo alla volta. Inizialmente pensavo si trattasse di una storia d’amore finita male e stavo già sbuffando. Poi però sono rimasto piacevolmente sorpreso. Il dramma familiare è palpabile e non si può che provare pietà per questo padre che si incolpa della morte del figlio. Alcune parole sono poco ricercate perché sono troppo ricercate. Voglio dire che sono le parole che meglio descrivono i sentimenti dell’uomo ma non sono adatte al ritmo del racconto. Il flusso di pensieri secondo me dovrebbe essere caratterizzato dall’uso di parole comuni. Quindi forse avresti dovuto cercare dei sinonimi che si adattassero meglio allo stile di narrazione scelto. Ma tant’è. Complimenti.La finestra al primo piano, di Enrico Nottoli
Ciao Enrico.
La cosa che mi è piaciuta tanto del tuo racconto è lo stile. La voce narrante è ben caratterizzata e questo rende il racconto coinvolgente. La donna invece è come sospesa. L’unico frammento della sua vita che possiamo spiare è quando si cambia davanti allo specchio. Non sappiamo chi è che fa com’è fatta. Sappiamo solo quello che il ragazzo ci dice di lei. Questa secondo me è il punto di forza del pezzo. Secondo noi lei si lasciava guardare perché secondo il protagonista è così. Il punto debole invece è la trama. Non succede molto e quel che ci viene mostrato non è molto originale. Quindi prova riuscita al 50 e 50 per me. Credo che sul finale avresti dovuto far succedere qualcosa, far compiere una qualche azione ai personaggi. Questo per me è quel che manca.La lezione, di Luca Pagnini
Ciao Luca.
Io francamente qual’era la lezione non l’ho capito. Il racconto è scritto bene. I personaggi sono ben caratterizzati. Inizialmente mi ero bloccato sulla scena del cancello. Non riuscivo a capire bene. Il finale non mi ha fatto ridere ne mi ha lasciato di sasso. Forse effettivamente andava gestito diversamente. La mia ipotesi era che fosse la casa dei nonni. Invece di chi è non poi così importante visto che lo scopo del racconto è un altro.Classifica:
1 Alla deriva, di Alberto Della Rossa
2 Continua a credere in quella luce, di Filippo Puddu
3 Ossessione, di Alessandro Duino
4 Se solo avessi, di Adriano Muzzi
5 La finestra al primo piano, di Enrico Nottoli
6 Routine cromatica, di invernomuto
7 Un oscuro pellegrinaggio, di Francesco Iorio
8 26-14-11…, di Luana Mazzi
9 I giganti, di Sharon Galano
10 Dolly, di Emiliano Grisostolo
11 La lezione, di Luca PagniniCiao Luca.
Io francamente qual’era la lezione non l’ho capito. Il racconto è scritto bene. I personaggi sono ben caratterizzati. Inizialmente mi ero bloccato sulla scena del cancello. Non riuscivo a capire bene. Il finale non mi ha fatto ridere ne mi ha lasciato di sasso. Forse effettivamente andava gestito diversamente. La mia ipotesi era che fosse la casa dei nonni. Invece di chi è non poi così importante visto che lo scopo del racconto è un altro.
Ciao Enrico.
La cosa che mi è piaciuta tanto del tuo racconto è lo stile. La voce narrante è ben caratterizzata e questo rende il racconto coinvolgente. La donna invece è come sospesa. L’unico frammento della sua vita che possiamo spiare è quando si cambia davanti allo specchio. Non sappiamo chi è che fa com’è fatta. Sappiamo solo quello che il ragazzo ci dice di lei. Questa secondo me è il punto di forza del pezzo. Secondo noi lei si lasciava guardare perché secondo il protagonista è così. Il punto debole invece è la trama. Non succede molto e quel che ci viene mostrato non è molto originale. Quindi prova riuscita al 50 e 50 per me. Credo che sul finale avresti dovuto far succedere qualcosa, far compiere una qualche azione ai personaggi. Questo per me è quel che manca.
Ciao Adriano.
Mi piace molto come riesci a trasportare chi legge nella storia un passo alla volta. Inizialmente pensavo si trattasse di una storia d’amore finita male e stavo già sbuffando. Poi però sono rimasto piacevolmente sorpreso. Il dramma familiare è palpabile e non si può che provare pietà per questo padre che si incolpa della morte del figlio. Alcune parole sono poco ricercate perché sono troppo ricercate. Voglio dire che sono le parole che meglio descrivono i sentimenti dell’uomo ma non sono adatte al ritmo del racconto. Il flusso di pensieri secondo me dovrebbe essere caratterizzato dall’uso di parole comuni. Quindi forse avresti dovuto cercare dei sinonimi che si adattassero meglio allo stile di narrazione scelto. Ma tant’è. Complimenti.
Ciao Alberto.
Davvero un bel racconto. Sembra davvero di stare su quella nave alla deriva nell’oscurità. I dialoghi sono credibili. Tutto è perfettamente al suo posto. Devo dire che nei racconti che ho letto in questa edizione la luce della speranza è molto frequente. Questo ovviamente non toglie niente al racconto ma quello “speranza” alla fine mi ha fatto sorridere.
Ciao Sharon.
Il racconto è scritto bene e malgrado alcune ripetizioni scorre fluido. La trama si avvita un po su se stessa e non è chiaro in che modo la prostituta c’entri con suo padre. Mi sarebbe piaciuto di più scoprire alla fine che la prostituta era proprio sua madre. Lui che ripercorre le orme del padre non so… non mi convince. Però ho apprezzato il racconto, solo dal finale mi aspettavo di più. Quello che non mi è piaciuto è il titolo. Non c’entra niente secondo me. Il protagonista guarda la prostituta scopare ogni sera, fuma, ha decisamente l’aria di un ragazzo cresciuto (magari troppo in fretta). Chiamare gli adulti gigante non è da lui, mi sembra una cosa troppo infantile per il personaggio che hai descritto.
Comunque è un buon racconto, complimenti 😉
Ciao Francesco.
Il tuo racconto ha una trama ermetica. Non è detto che questo sia un male però francamente non sono riuscito a capire esattamente di cosa si parla. A me hanno insegnato che se il lettore non capisce è sempre e comunque una mancanza dell’autore. Io sono seriamente in difficoltà perché non ho capito dove si svolge la vicenda e che fa il personaggio.
Detto questo non so se mi è piaciuto o no. Una cosa che non mi è piaciuto sono le descrizioni dei sentimenti, non perché sia un difetto. Preferisco siano i gesti a parlare, ma questione di gusti. L’immagine del lago di inchiostro è bella ma non sono convinto.
Ciao Filippo.
Hai preso una bambina che crede nelle favole e l’hai messa di fronte alla realtà. Il tema sarà pure abusato ma è reso benissimo. In meno di 3000 caratteri hai creato un empatia totale tre lettore è protagonista. La torta un poco sbriciolata che ti hanno contestato, secondo me, è invece un tocco di classe. Io ci ho visto anche i drammi domestici di donne che hanno mariti violenti ma li difendono malgrado tutto. Per me smonti un allegoria per tirarne su un altra. È un racconto profondo e originale nella narrazione. Complimenti.
Ciao invernomuto.
Il racconto è scritto molto bene. La prima parte funziona alla perfezione. Durante la terapia forse il ritmo è un po blando come la reazione del protagonista (che però effettivamente non reagisce bene alla terapia quindi ci sta). E niente, mi è piaciuto malgrado generalmente sogni e coma sono il trucchetto da prestigiatore che odio di più. Era tutto un sogno quindi non ti spiego niente. Ecco questo racconto spiega tutto, per questo funziona.
Ciao Emiliano.
Il racconto è un po lento e, malgrado tute le descrizioni, sembra manchi qualcosa. Ad esempio avresti potuto fare intendere com’è morto Dario. Secondo me quest’informazione poteva rendere il racconto davvero inquietante. È scritto bene quindi andiamo subito al finale. È telefonato. Subito si capisce dove vuoi andare a parare. L’introduzione di Dolly (visto il titolo) mi aveva dato una speranza. Il cane la sbrana! Invece no. Sul serio se il cane (a cause del male della casa dell’ottocento in cui visse Dorian Gray) impazziva e la mangiava non sarebbe stata una figata? 😛
Ciao Luana.
Il tuo racconto parte benissimo, l’atmosfera che si respira è proprio quella di un campo di battaglia. Il problema sta nella prosa (come ti hanno già fatto notare). In personalmente ho avuto qualche difficoltà nella parte centrale. E poi c’è il finale. O meglio non c’è un vero finale, descrivi una scena ma non c’è un messaggio che mandi (o quanto meno non l’ho colto) ne un colpo di scena. Francamente dall’arrivo della dea, il tema è certamente centrato, il racconto per me ha un po smesso di essere interessante, per questo speravo in un finale col botto. Invece no.
Sicuramente in un contesto diverso questo racconto potrebbe essere parte di qualcosa di più esteso.
Ciao Alessandro.
Mi piace molto il tuo stile, il flusso di pensieri e gestito molto bene e sembra di trovarsi accanto al protagonista nell’appartamento. Anche se, ovviamente, non ci sono spiegazioni il mio cervello ha urlato tutto il tempo “droga droga DROGA”. Quindi lo interpreto come un tossico più che come un pazzo (il pesciolino a terra e i cadaveri in cucina mi hanno ricordato Trainspotting e ho immaginato la casa come quella dei tossici di breaking bad). Per quanto riguarda il tema non mi espongo. Il finale anche dopo diverse letture resta oscuro e pieno di sottintesi che credo di non aver colto appieno. PS visto che hai superato i caratteri comunque potevi metterli quei cavolo di spazi! 😉
21 aprile 2015 alle 22:33 in risposta a: ABRADABAD: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #5952emm… aiuto :/
21 aprile 2015 alle 22:31 in risposta a: ABRADABAD: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #5951Ecco la mia classifica, ma prima i commenti in ordine sparso per aumentare la suspance! =P
Equilibrio precario
La prima parte del racconto mi ha molto intrigato, quel tatuaggio poteva essere davvero inquietante, purtroppo fin dall’inizio il racconto è troppo dilatato e questo allenta notevolmente la tensione. La seconda parte con “l’autodiagnosi” invece l’ho trovata superflua, davvero troppo troppo lunga. Diciamo che io sono contrario per principio agli spiegoni finali, perché oltre a distruggere il ritmo del racconto sono proprio noiosi dal mio punto di vista. Preferisco dover ragionare un po io al avere le risposte su un piatto d’argento al prezzo di ritmo e scorrevolezza.COME UNA STELLA CHE SORGE di Alberto Priora
Ciao Alberto,
Sarò sincero il tuo racconto non mi ha entusiasmato. La nota positiva è che mi ha fatto pensare a evangelion. Però a mio avviso risulta pesante. L’azione è limitata al finale mentre tutto il resto è, secondo me, una serie di info dump. L’idea è buona solo che, sempre secondo me, avresti dovuto dare le informazioni un poco alla volta magari scegliendo il punto di vista del pilota o dell’esercito nemico o entrambi alternati. Invece dai una serie di informazioni che servono per comprendere il finale e basta. Praticamente non ci sono personaggi, mi sembra una specie di articolo di giornale. Mi dispiace.Quel cielo color cobalto
Ciao Alessandra,
Devo ammettere che il tuo racconto per i miei gusti è un po troppo buonista e anche un po pretenzioso. Però scorre piacevolmente e ho trovato molto originale il fatto che il guasto porti non a qualcosa di negativo ma a un finale positivo. Dal punto di vista della lingua ti hanno già fatto notare il termine ludico che anche secondo me dovrebbe essere sostituito da gioco. Ti faccio notare anche un altro piccolo dettaglio, quando descrivi il terrorista bambino dici che è “minuto, con qualche kg di troppo” secondo me è un ossimoro XD è come dire mingherlino ma grassottello, forse avresti dovuto dire tarchiato o semplicemente basso…DNA
Questo racconto è semplice e lineare, si pone come una sorta di noir con un protagonista sempre sopra le righe, edonista e in cerca di nuove emozioni. Da un lato il fatto che sia lineare è positivo perché rende il tutto fluido ed estremamente chiaro, dall’altro però, io personalmente, già dalle battute e più precisamente da “il divo di un film che nessuno doveva vedere”avendo letto il titolo avevo già capito come sarebbero andate le cose. Quindi non mi ha molto colpito, ma resta comunque un buon racconto. Stilisticamente ineccepibile e quadrato.Zumba Dumba Dumba
Ciao Francesca.
Il tuo racconto mi ha molto divertito mi piace molto lo humour nero anche se in questo caso specifico mi sembra più che altro grigio. Non saprei è come se manca qualcosa ma non saprei dirti cosa… però il tema è affrontato in modo molto originale e immaginando la scena non si può che sorridere! Molto carino davvero! P.S. L’ho riletto più volte è ha continuato a non colpirmi particolarmente eppure l’idea è davvero buona, forse dovresti provare a riscriverlo al di fuori dei limiti che ti impone MC 😉Caligine – Sara Passannanti
l tuo racconto mi ha molto colpito. È ben costruito e ci racconta la storia di un passeggero, un soldato, un disertore con la naturalezza di piccoli gesti e riflessioni. Io generalmente preferisco i racconti in cui succede qualcosa, ma in questo caso riesci a fare affezionare al personaggio in un modo che non pensavo possibile in 3000 caratteri. L’unica vera pecca secondo me è che il tema non c’è. Il fatto che il treno si guasti mi sembra troppo poco. Comunque complimenti!Il carrozziere di fiducia – Francesca Di Galbo
Ti ripeto qui quello che ti ho già detto in privato il racconto funziona, si legge piacevolmente e senza problemi. Il problema secondo me è il finale. Il cliché del sogno stra abusato fa perdere il senso di tutto. Sostanzialmente alla fine ti rendi conto di avere letto il niente, perché niente è successo davvero. Secondo me sarebbe stato più interessante se tutto fosse accaduto davvero magari spiegando il perché, ma anche buttandola sulla serie di coincidenze. Poi c’è qualche termine che non mi piace ma sono inezie. BenvenutaIL DIGICALL CENTER
Il tuo racconto è estremamente ironico e ben scritto il tema è centrato in pieno! Mi piace molto la critica agli operatori che spesso fanno più danno che altro. La cosa che invece non mi è piaciuta è l’arto mozzato. Capisco il tentativo di rendere il tutto grottesco (in buona misura lo è) ma non mi piace che il protagonista con calma e indifferenza dice mi ha tagliato un braccio. Capisco la fantascienza ma questo è tipo dragonball! Può sembrare una cosa di poco conto ma basta un dettaglio del genere per far perdere di credibilità e rendere il tutto meno pungente.Motori e cuori guasti – Cristina Danini
Ciao Cristina,
il tema del passato che ritorna è uno dei miei preferiti e sei riuscita a costruire un clima malinconico e nostalgico. Questo è secondo me il punto di forza del racconto però dato che mi sono auto eletto criticone dell’edizione un appunto devo fartelo. Secondo me gestire 4/5 personaggi in 3000 battute può essere deleterio. La mia impressione è che tu dica un po di ognuno ma non abbastanza. Questo mi ha portato a non empatizzare con la protagonista e quindi non mi ha emozionato. Inutile dire che il fattore emotivo è fondamentale in questo tipo di racconti. Però penso sia un difetto (se così vogliamo chiamarlo visto che è soggettivo) non imputabile a te quanto al limite di caratteri. Con 5000 magari sarebbe stato più emozionante (il “per me” è sempre implicito).
Classifica:
1. Caligine – Sara Passannanti
2. Il Digicall Center – Gian de Steja
3. Motori e cuori guasti – Cristina Danini
4. Quel cielo color cobalto – Alessandra Corrà
5. Il carrozziere di fiducia – Francesca Di Galbo
6. DNA – Tina Caramanico
7. Zumba dumba dumba – Francesca Nozolillo
8. Come una stella che sorge – Alberto Priora
9. Equilibrio precario – Violett-
Questa risposta è stata modificata 10 anni fa da
Giulio Marchese.
Ciao Violett,
La prima parte del racconto mi ha molto intrigato, quel tatuaggio poteva essere davvero inquietante, purtroppo fin dall’inizio il racconto è troppo dilatato e questo allenta notevolmente la tensione. La seconda parte con “l’autodiagnosi” invece l’ho trovata superflua, davvero troppo troppo lunga. Diciamo che io sono contrario per principio agli spiegoni finali, perché oltre a distruggere il ritmo del racconto sono proprio noiosi dal mio punto di vista. Preferisco dover ragionare un po io al avere le risposte su un piatto d’argento al prezzo di ritmo e scorrevolezza.
Grazie a tutti sei i commenti. In genere non mi piace fare gli spiegoni ma mi sento in obbligo in questo caso. Questo racconto parla di come la nostra mente spesso ci porta a concentrarci su di un problema anche piccolo e a dargli un valore esagerato, come se da questo dipendesse la nostra stessa vita. Pensiamo ad esempio ad un esame all’uni. Alla tensione che proviamo prima di sederci o a quando dobbiamo dire qualcosa di poco gradevole alla nostra ragazza/o. Non c’è la nostra vita in gioco eppure la tensione è sproporzionata. In questo racconto ho enfatizzato al massimo questo. Il mio obiettivo era quello di tenere incollato il lettore fino alla fine per distruggere le sue aspettative con una singola frase magari strappando un sorriso. La cosa triste, dal mio punto di vista, è che a giudicare dai commenti ci sono riuscito perfettamente ma la cosa non è piaciuta. Ora sui gusti non si discute, ma se il finale sarebbe stato un altro sarebbe stato un altro racconto, con altri fini ed altre peculiarità. Il messaggio che volevo mandare, piaccia o no, è arrivato.
Grazie delle precisazioni. Non è detto che tu non ci sia0riuscita ma a me francamente non è arrivato, detto così sembra molto ovvio ma leggendo mi era sfuggito XD
Forse mi sono espresso male. La mia critica alla linearità non riguarda il tema. Ho capito che il guasto è il momento di pietà (e comunque lo avevi già precisato nei commenti) ma l’interesse che il racconto suscita nel lettore. Io personalmente mentre leggevo pensato “ok ora succede questo ora quest’altro…” il che mi ha un po inibito durante la lettura. Mi sapeva di storia già letta insomma. Non so se è chiaro cosa intendo..
Ciao Sara,
Il tuo racconto mi ha molto colpito. È ben costruito e ci racconta la storia di un passeggero, un soldato, un disertore con la naturalezza di piccoli gesti e riflessioni. Io generalmente preferisco i racconti in cui succede qualcosa, ma in questo caso riesci a fare affezionare al personaggio in un modo che non pensavo possibile in 3000 caratteri. L’unica vera pecca secondo me è che il tema non c’è. Il fatto che il treno si guasti mi sembra troppo poco. Comunque complimenti!
Ciao Tina,
Questo racconto è semplice e lineare, si pone come una sorta di noir con un protagonista sempre sopra le righe, edonista e in cerca di nuove
<p style=”display: inline !important;”>emozioni. Da un lato il fatto che sia lineare è positivo perché rende il tutto fluido ed estremamente chiaro, dall’altro però, io personalmente, già dalle battute e più precisamente da “il divo di un film che nessuno doveva vedere”avendo letto il titolo avevo già capito come sarebbero andate le cose. Quindi non mi ha molto colpito, ma resta comunque un buon racconto. Stilisticamente ineccepibile e quadrato.</p>Ciao Alessandra,
Devo ammettere che il tuo racconto per i miei gusti è un po troppo buonista e anche un po pretenzioso. Però scorre piacevolmente e ho trovato molto originale il fatto che il guasto porti non a qualcosa di negativo ma a un finale positivo. Dal punto di vista della lingua ti hanno già fatto notare il termine ludico che anche secondo me dovrebbe essere sostituito da gioco. Ti faccio notare anche un altro piccolo dettaglio, quando descrivi il terrorista bambino dici che è “minuto, con qualche kg di troppo” secondo me è un ossimoro XD è come dire mingherlino ma grassottello, forse avresti dovuto dire tarchiato o semplicemente basso…
Ciao Cristina.
il tema del passato che ritorna è uno dei miei preferiti e sei riuscita a costruire un clima malinconico e nostalgico. Questo è secondo me il punto di forza del racconto però dato che mi sono auto eletto criticone dell’edizione un appunto devo fartelo. Secondo me gestire 4/5 personaggi in 3000 battute può essere deleterio. La mia impressione è che tu dica un po di ognuno ma non abbastanza. Questo mi ha portato a non empatizzare con la protagonista e quindi non mi ha emozionato. Inutile dire che il fattore emotivo è fondamentale in questo tipo di racconti. Però penso sia un difetto (se così vogliamo chiamarlo visto che è soggettivo) non imputabile a te quanto al limite di caratteri. Con 5000 magari sarebbe stato più emozionante (il “per me” è sempre implicito 😛 ).
Ciao Tina grazie del commento. In realtà il mio scopo era proprio quello di far dire “ma dai! Tutto sto casino per la lavastoviglie! Secondo me la tensione non è ingiustificata, a volte, nella mia esperienza, avrei preferito una minaccia di morte ad una lite con la mia ragazza, sopratutto se so di avere torto XD. “Io faccio tutto a casa tu dovevi fare solo una cosa semplicissima!” Poi invito a rileggere il racconto alla luce del finale (se non lo hai già fatto), nella mia testa sapendo il finale ogni frase dovrebbe cambiare totalmente di senso. Però capisco la critica malgrado fosse proprio il risultato che volevo raggiungere.
Ciao Alberto,
Sarò sincero il tuo racconto non mi ha entusiasmato. La nota positiva è che mi ha fatto pensare a evangelion. Però a mio avviso risulta pesante. L’azione è limitata al finale mentre tutto il resto è, secondo me, una serie di info dump. L’idea è buona solo che, sempre secondo me, avresti dovuto dare le informazioni un poco alla volta magari scegliendo il punto di vista del pilota o dell’esercito nemico o entrambi alternati. Invece dai una serie di informazioni che servono per comprendere il finale e basta. Praticamente non ci sono personaggi, mi sembra una specie di articolo di giornale. Mi dispiace.
Ciao Gian,
Il tuo racconto è estremamente ironico e ben scritto il tema è centrato in pieno! Mi piace molto la critica agli operatori che spesso fanno più danno che altro. La cosa che invece non mi è piaciuta è l’arto mozzato. Capisco il tentativo di rendere il tutto grottesco (in buona misura lo è) ma non mi piace che il protagonista con calma e indifferenza dice mi ha tagliato un braccio. Capisco la fantascienza ma questo è tipo dragonball! Può sembrare una cosa di poco conto ma basta un dettaglio del genere per far perdere di credibilità e rendere il tutto meno pungente.
Ciao Fra!
Ti ripeto qui quello che ti ho già detto in privato il racconto funziona, si legge piacevolmente e senza problemi. Il problema secondo me è il finale. Il cliché del sogno stra abusato fa perdere il senso di tutto. Sostanzialmente alla fine ti rendi conto di avere letto il niente, perché niente è successo davvero. Secondo me sarebbe stato più interessante se tutto fosse accaduto davvero magari spiegando il perché, ma anche buttandola sulla serie di coincidenze. Poi c’è qualche termine che non mi piace ma sono inezie. Benvenuta 😉
Ciao Francesca.
Il tuo racconto mi ha molto divertito mi piace molto lo humour nero anche se in questo caso specifico mi sembra più che altro grigio. Non saprei è come se manca qualcosa ma non saprei dirti cosa… però il tema è affrontato in modo molto originale e immaginando la scena non si può che sorridere! Molto carino davvero!
Grazie mille! Hai capito perfettamente! Nel tema si parlava anche di allarme e la canzone è questo. Diciamo che da un lato è un indizio per il lettore in quanto la canzone d’amore è appunto la suoneria specifica della moglie/fidanzata convivente. Dall’altro un depistaggio in quanto colonna sonora del film armageddon appunto, quindi per far pensare al lettore che centri lo spazio o la fine del mondo
comunque fantastiche le tue ipotesi!
16 marzo 2015 alle 18:20 in risposta a: Lista racconti ammessi e vostre classifiche – MC DEMO EDITION #4417Ciao a tutti! Ecco i miei commenti e la mia classifica!
Col sorriso sulle labbra (di Francesco Nucera)
La prima parte del racconto è gestita molto bene, anche l’uscita del santone mi è piaciuta. Il fatto che tu gli abbia fatto dire il tema in maniera cosi estemporanea invece non mi è piaciuto come non mi è piaciuto il finale un po scontato. In più non lasci spazio tra un paragrafo e l’altro (forse è il mio PC che non me lo fa vedere non so..) questa cosa mi ha dato qualche problema alla prima lettura perché non capivo bene dove i personaggi si trovassero. Una buona prova che però non mi ha colpito particolarmente. (P.S. Non so perché ma tra il santone e l’expo mi ha ricordato 20th century boy)
I figli degli altri (di Angelo Frascella)
Quando penso Berlusconi mi sgonfiano i co..” Cit.
Il mio primo pensiero leggendo è stato questo, poi andando avanti sono rimasto piacevolmente sorpreso per la vastità di tematiche trattate in soli 5000 caratteri. Il racconto scorre fluido e, malgrado come Maurizio penso che forse sarebbe stato meglio focalizzare l’incontro nell’atrio dando li le informazioni, ritengo che anche così funziona benissimo e ti tiene incollato alla pagina fino alla fine. Il tema è centrato alla grande, sarebbe stato banale se Rino a causa dello spavento si fosse pentito, invece resta fermo nelle sue convinzioni e si sente totalmente assolto anche se è palesemente coinvolto!
Facilmente Edibile (di Marco Roncaccia)
Il racconto non mi ha entusiasmato più di tanto, secondo me non si capisce il “clima”. Nel senso, è un racconto comico? In parte. E’ horror? In parte. Satirico? In parte. E via dicendo. Mi ha lasciato l’amaro in bocca, perché non è riuscito a trasmettermi niente se non in parte. Non so se sono chiaro. Poi non mi piace il doppio elenco, prima dell’ascesa del presunto scrittore (l’autobiografia) e poi quello delle morti di quelle stesse persone. Forse il modo migliore per renderlo sarebbe inframmezzare parti di biografia e fotogrammi delle uccisioni, in modo da non ripetere due volte l’elenco. L’idea però è originale e perfettamente attinente al tema.
Venerdì 12 (di Luca Pagnini)
il racconto mi è piaciuto molto, la sua forza a mio avviso sta nel creare empatia tra il lettore e i personaggi, che spesso quando si parla di fatti di cronaca di questo tipo vengono trattati come numeri più che come persone. Ecco questo mi è piaciuto l’umanità dei personaggi che compiono gesti normali e fanno progetti per il futuro in modo inconsapevole, senza sapere quale sorte li attende. L’ambientazione è perfetta anche nei sogni e nei desideri dei personaggi. Il racconto non mi ha stupito, essendo rimasto molto legato al tema, ma sicuramente mi ha colpito. Complimenti .
Il tribunale di Sara (di Erika Adale)
il tuo racconto è ben strutturato, la prosa è semplice ma efficace sono rimasto particolarmente colpito da questo periodo:Uno. Andrea non poteva essere lì perché era morto. Due. L’aveva visto disteso sul tavolo di pietra dell’obitorio, un cadavere nudo e bianco. Tre. Perché l’aveva ucciso lei.
Leggendolo ho pensato WOW! Peccato però che sia in contraddizione con il finale, e questa piccola incoerenza salta all’occhio già alla prima lettura vista la forza delle frasi citate. Poi un altro appunto riguardante il mio gusto personale, la scelta di far commettere il delitto alle bambole non mi piace, in primo luogo è un tema abusato nel cinema degli anni 80/90 per cui ho fatto il pieno da piccolo, poi nella prima parte si parlava di violenza sulle donne, tema molto attuale, e siccome mi piacciono i racconti “impegnati” sul finale avrei preferito fosse lei a compiere l’omicidio magari sotto suggerimento delle bambole. Ma de gustibus! Oggettivamente è un buon racconto, anche se un pò classico.
LIBROGAME (di Beppe Roncari)
Molto divertente davvero! Sei riuscito a gestire bene sia la seconda persona sia i possibili intrecci, e tutti i finali strappano una risata. Bellissimo esercizio stilistico che però non mi ha dato emozioni particolari malgrado sia molto simpatica come idea. Complimenti a rileggerci!
Prima linea (di Maurizio Bertino)
il tuo racconto mi ha emozionato, facendomi anche ridere. Secondo me non è un errore il fatto che non ci si immedesimi con i personaggi perché questi non sono altro che macchiette, e per fare quello che fanno non hanno chiaramente sentimenti . Questo racconto mi ha fatto pensare e francamente mentre lo leggevo mi sentivo allo stesso tempo divertito e triste, triste perché la parodia in questo caso non eguaglia la realtà che è ancora peggiore. Penso hai giornalisti disposti a tutto per lo scoop o che esagerano la realtà (creandosi lo scoop) penso ai terroristi dell’isis che fanno propaganda mediatica in maniera peggiore che in questo racconto. Questo racconto mi ha colpito perché, malgrado sia una parodia, è molto più realistico di quel che sembra e anche se non mi sono affezionato ai personaggi mi ha comunque emozionato per la sua forza intrinseca. Poi considerato il limite di tempo e di caratteri è davvero una bella prova! Complimenti!
Souvenir (di Serena Aronica)
francamente mi sono sentito un po confuso dai cambi di punto di vista, a tratti non capivo bene cosa stesse avvenendo. Per quanto riguarda lo stile retrò sono contento di questo allontanamento perché francamente non mi piace molto. Purtroppo l’eco di quello stile si sente anche in questo pezzo solo che al contrario del solito è meno giustificato. Descrivere una giornata tipo di uno psicopatico che compie gesti normali non è una brutta idea solo a mio avviso era necessario creare una qualche empatia con il personaggio, in modo che, quando sul finale si svela la sua natura, il lettore resti di stucco. Forse è un po lento però si lascia leggere ed è scritto bene, non si può dire sia una brutta prova.</p>
Jimmy (di Raffaele Marra)
Il racconto mi è piaciuto molto, sopratutto il fatto che il carnefice diventi vittima in un certo senso, vittima del suo passato vittima di quello che ha fatto, sia interiormente che esteriormente, l’arresto del padre al suo posto, la madre che si prostituisce etc. L’unica cosa che non mi è piaciuta però è proprio la rivelazione finale, il come è posta. In primis il fatto dello strangolamento da parte di un bambino di otto anni nei confronti di una sorella più piccola come mai questi bambini erano da soli? Avevano 8 e 5 anni i genitori avrebbero potuto dargli un occhiata! Non quadra molto fossi in te opterei per uno spintone finito in tragedia o per un oggetto contundente avrebbe più senso. Poi non mi piace tanto questa frase: “Rivede la casa, la pozzanghera, il gioco, il litigio, le sue mani che le stringono il collo, gli occhi spaventati che si chiudono, il corpo leggero che cade, il terrore, la fuga.” è un po ambigua nel senso che potrebbe davvero essere stato il padre e lui potrebbe aver assistito per cui rivede la scena, a me alla prima lettura era sfuggito il colpo di scena XD
1. Venerdì 12 (di Luca Pagnini)
2. Prima linea (di Maurizio Bertino)
3. I figli degli altri (di Angelo Frascella)
4. Col sorriso sulle labbra (di Francesco Nucera)
5. Il tribunale di Sara (di Erika Adale)
6. Jimmy (di Raffaele Marra)
7. Souvenir (di Serena Aronica)
8. LIBROGAME (di Beppe Roncari)
9. Facilmente Edibile (di Marco Roncaccia)-
Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da
L'Antico.
-
Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da
Giulio Marchese.
-
Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da
The Beps.
Ciao Francesco,
La prima parte del racconto è gestita molto bene, anche l’uscita del santone mi è piaciuta. Il fatto che tu gli abbia fatto dire il tema in maniera cosi estemporanea invece non mi è piaciuto come non mi è piaciuto il finale un po scontato. In più non lasci spazio tra un paragrafo e l’altro (forse è il mio PC che non me lo fa vedere non so..) questa cosa mi ha dato qualche problema alla prima lettura perché non capivo bene dove i personaggi si trovassero. Una buona prova che però non mi ha colpito particolarmente. (P.S. Non so perché ma tra il santone e l’expo mi ha ricordato 20th century boy)
Ciao Marco,
Il racconto non mi ha entusiasmato più di tanto, secondo me non si capisce il “clima”. Nel senso, è un racconto comico? In parte. E’ horror? In parte. Satirico? In parte. E via dicendo. Mi ha lasciato l’amaro in bocca, perché non è riuscito a trasmettermi niente se non in parte. Non so se sono chiaro. Poi non mi piace il doppio elenco, prima dell’ascesa del presunto scrittore (l’autobiografia) e poi quello delle morti di quelle stesse persone. Forse il modo migliore per renderlo sarebbe inframmezzare parti di biografia e fotogrammi delle uccisioni, in modo da non ripetere due volte l’elenco. L’idea però è originale e perfettamente attinente al tema.
Ciao Angelo,
“Quando penso Berlusconi mi sgonfiano i co..” Cit.
Il mio primo pensiero leggendo è stato questo, poi andando avanti sono rimasto piacevolmente sorpreso per la vastità di tematiche trattate in soli 5000 caratteri. Il racconto scorre fluido e, malgrado come Maurizio penso che forse sarebbe stato meglio focalizzare l’incontro nell’atrio dando li le informazioni, ritengo che anche così funziona benissimo e ti tiene incollato alla pagina fino alla fine. Il tema è centrato alla grande, sarebbe stato banale se Rino a causa dello spavento si fosse pentito, invece resta fermo nelle sue convinzioni e si sente totalmente assolto anche se è palesemente coinvolto!
Ciao Erika,
il tuo racconto è ben strutturato, la prosa è semplice ma efficace sono rimasto particolarmente colpito da questo periodo:
Uno. Andrea non poteva essere lì perché era morto. Due. L’aveva visto disteso sul tavolo di pietra dell’obitorio, un cadavere nudo e bianco. Tre. Perché l’aveva ucciso lei.
Leggendolo ho pensato WOW! Peccato però che sia in contraddizione con il finale, e questa piccola incoerenza salta all’occhio già alla prima lettura vista la forza delle frasi citate. Poi un altro appunto riguardante il mio gusto personale, la scelta di far commettere il delitto alle bambole non mi piace, in primo luogo è un tema abusato nel cinema degli anni 80/90 per cui ho fatto il pieno da piccolo, poi nella prima parte si parlava di violenza sulle donne, tema molto attuale, e siccome mi piacciono i racconti “impegnati” sul finale avrei preferito fosse lei a compiere l’omicidio magari sotto suggerimento delle bambole. Ma de gustibus! Oggettivamente è un buon racconto, anche se un pò classico.
-
Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da
Giulio Marchese.
Ciao Maurizio,
il tuo racconto mi ha emozionato, facendomi anche ridere. Secondo me non è un errore il fatto che non ci si immedesimi con i personaggi perché questi non sono altro che macchiette, e per fare quello che fanno non hanno chiaramente sentimenti . Questo racconto mi ha fatto pensare e francamente mentre lo leggevo mi sentivo allo stesso tempo divertito e triste, triste perché la parodia in questo caso non eguaglia la realtà che è ancora peggiore. Penso hai giornalisti disposti a tutto per lo scoop o che esagerano la realtà (creandosi lo scoop) penso ai terroristi dell’isis che fanno propaganda mediatica in maniera peggiore che in questo racconto. Questo racconto mi ha colpito perché, malgrado sia una parodia, è molto più realistico di quel che sembra e anche se non mi sono affezionato ai personaggi mi ha comunque emozionato per la sua forza intrinseca. Poi considerato il limite di tempo e di caratteri è davvero una bella prova! Complimenti!
Ciao Beppe,
Molto divertente davvero! Sei riuscito a gestire bene sia la seconda persona sia i possibili intrecci, e tutti i finali strappano una risata. Bellissimo esercizio stilistico che però non mi ha dato emozioni particolari malgrado sia molto simpatica come idea. Complimenti a rileggerci!
Ciao Serena,
francamente mi sono sentito un po confuso dai cambi di punto di vista, a tratti non capivo bene cosa stesse avvenendo. Per quanto riguarda lo stile retrò sono contento di questo allontanamento perché francamente non mi piace molto. Purtroppo l’eco di quello stile si sente anche in questo pezzo solo che al contrario del solito è meno giustificato. Descrivere una giornata tipo di uno psicopatico che compie gesti normali non è una brutta idea solo a mio avviso era necessario creare una qualche empatia con il personaggio, in modo che, quando sul finale si svela la sua natura, il lettore resti di stucco. Forse è un po lento però si lascia leggere ed è scritto bene, non si può dire sia una brutta prova.
Ciao Luca,
il racconto mi è piaciuto molto, la sua forza a mio avviso sta nel creare empatia tra il lettore e i personaggi, che spesso quando si parla di fatti di cronaca di questo tipo vengono trattati come numeri più che come persone. Ecco questo mi è piaciuto l’umanità dei personaggi che compiono gesti normali e fanno progetti per il futuro in modo inconsapevole, senza sapere quale sorte li attende. L’ambientazione è perfetta anche nei sogni e nei desideri dei personaggi. Il racconto non mi ha stupito, essendo rimasto molto legato al tema, ma sicuramente mi ha colpito. Complimenti .
Ciao Raffaele,
Il racconto mi è piaciuto molto, sopratutto il fatto che il carnefice diventi vittima in un certo senso, vittima del suo passato vittima di quello che ha fatto, sia interiormente che esteriormente, l’arresto del padre al suo posto, la madre che si prostituisce etc. L’unica cosa che non mi è piaciuta però è proprio la rivelazione finale, il come è posta. In primis il fatto dello strangolamento da parte di un bambino di otto anni nei confronti di una sorella più piccola come mai questi bambini erano da soli? Avevano 8 e 5 anni i genitori avrebbero potuto dargli un occhiata! Non quadra molto fossi in te opterei per uno spintone finito in tragedia o per un oggetto contundente avrebbe più senso. Poi non mi piace tanto questa frase:
Rivede la casa, la pozzanghera, il gioco, il litigio, le sue mani che le stringono il collo, gli occhi spaventati che si chiudono, il corpo leggero che cade, il terrore, la fuga.
è un po ambigua nel senso che potrebbe davvero essere stato il padre e lui potrebbe aver assistito per cui rivede la scena, a me alla prima lettura era sfuggito il colpo di scena XD
-
Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da
The Beps. Ragione: rimosso codice
-
Questa risposta è stata modificata 10 anni fa da
-
AutoreArticoli