Stefano Pastor


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  • in risposta a: BASTIAN: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #5683
    Stefano Pastor
    Stefano Pastor
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    Ciao a tutti, mi scuso se non ho commentato nei singoli racconti, ma ho avuto poco tempo.
    Ecco la mia classifica:

    1 – Il caricabatteria, di Alex Montrasio
    Ciao Alex, senz’altro il racconto più bello del mio gruppo. Un’idea davvero originale, un’ambientazione complessa che diventa credibile in poche righe. Un finale perfettamente funzionale. In definitiva una storia che meriterebbe di essere sviluppata. Ottima gestione dei tempi, senza rallentamenti né accelerazioni improvvise, personaggio ben caratterizzato. Il dono della sintesi è raro e tu lo possiedi. Buona fortuna.

    2 – Tra Montorsoli e Bivigliano, di Filippo Santaniello
    Ciao Filippo, storia interessante, molto incisiva. Cruda e cinica al punto giusto. Forse un po’ affrettata nel finale, immagino a causa dei caratteri limitati. Qualche dubbio sull’aderenza al tema. Il guasto è inteso in senso lato, forse troppo. Buono comunque lo stile, ben inquadrati i personaggi. Il finale è del tutto imprevisto, ottima cosa.

    3 – La lavatrice, di Patty Barale
    Ciao Patty, storia davvero azzeccata. Semplice, credibile, pure logica. Il difetto sta nella stesura, che in alcuni punti è confusa. Ho visto che altri ti hanno già fatto notare questi punti, e ho compreso che certi errori erano dovuti ai tagli prima ancora che lo dicessi tu. La stesura originale doveva essere senz’altro meglio, pure a me è capitato di dover macellare un racconto per farlo rientrare nelle battute. Racconto promosso, con qualche piccola riserva.

    4 – L’Apprendista, di Alberto Della Rossa
    Ciao Alberto, racconto molto ricco, pieno di descrizioni, un po’ povero di storia, purtroppo. Più che altro stride la minuziosa ambientazione iniziale rispetto a come risolvi la trama in poche righe. In compenso la prova finale è molto logica e la soluzione adeguata. L’ambientazione fantasy è un extra non necessario, in quanto la storia funzionerebbe in qualunque situazione. La qualità essenziale di un buon apprendista è riconoscere cos’è guasto e cosa no. Forse l’interpretazione del tema non è perfetta, ma il guasto c’è (anzi, non c’è!).

    5 – Testa a testa, di Erika Adale
    Ciao Erika, niente male come storia. Buona la trama e anche il finale è adeguato. Quello che proprio non funziona è la base stessa del racconto, ovvero che un giornalista interroghi la “testa”. Soprattutto che a conclusione dell’intervista gli ponga certe domande, come se ancora non ne fosse informato. È quello a non reggere, l’impostazione che hai scelto. Funzionale per la storia ma del tutto illogica. Se è lì a intervistarlo è ovvio che il giornalista sappia già cos’è successo. A mio parere la storia avrebbe funzionato meglio a ruoli invertiti, se fosse stato il paziente a chiedere cos’era successo.

    6 – L’amore al tempo del 6G, di Francesco Nucera
    Ciao Francesco, la storia è buona. Non originalissima però funziona. La stesura, invece, non è perfetta. Manca di sintesi, di conseguenza si allunga dove non dovrebbe e il finale è troppo veloce. Resta la sensazione che manchi qualcosa, senz’altro è stato penalizzato dalla lunghezza imposta. Con una piccola revisione potrebbe diventare un racconto davvero buono.

    7 – Gremlins, di Eleonora Rossetti
    Ciao Eleonora, comprendo il fine della storia, ma la stesura resta troppo confusa. Mi rendo conto che questa è una tua scelta, ed è proprio quello che vuoi trasmettere, la confusione del protagonista. Ci sei riuscita, ma non ha giovato al racconto. Forse è troppo breve per un’idea così complessa. Forse con un’altra impostazione sarebbe stato più comprensibile, di certo avrebbe avuto bisogno di più spazio. Forse sono proprio i gremlins a essere superflui, già il malfunzionamento del sistema di ibernazione sarebbe stato un’idea interessante. In definitiva un racconto riuscito solo a metà.

    8 – Una sorpresa per te, di Claudia Beveresco
    Ciao Claudia, il racconto è scorrevole, però devo ammettere che non sempre funziona. La storia non decolla, si perde in effetti secondari non sempre gradevoli (la zeppola può far ridere la prima volta, però dopo un po’ stanca), sfiora l’horror, si inquadra nel grottesco e lì si ferma. Forse è questo il problema principale, la mancanza di un genere ben definito, e in un racconto così corto è un difetto. Avresti dovuto scegliere una chiave di scrittura più decisa, puntare solo sull’effetto comico, oppure su quello splatter. Il finale purtroppo non riesce a sorprendere.

    9 – Il disastro, di Piero Chiappelloni
    Ciao Pietro, la storia non mi ha convinto del tutto, lo ammetto. Di nuovo una discrepanza, già rilevata in altri racconti, tra lo stile e la trama. Ovvero lo stile che hai scelto non si adatta alla storia che vorresti raccontare. Sarebbe stato più adatto se si fosse rotta… che so, la lavatrice (come in un altro dei racconti). Tu hai voluto inserire una catastrofe di proporzioni immani, che il protagonista considera alla stregua di un’unghia rotta (o di una maniglia difettosa). Quindi buono lo stile e discreta la storia, però messi insieme stridono e il risultato non è il massimo.

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