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  • in risposta a: Gruppo CAVALCANTI: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #10561
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    1- STORIA DI QUALCUNO ( Veronica Cani )

    Davvero piacevole e dall’arcano ingegnoso. Un racconto soffice e delicato, che come inizia (dalla scuola) finisce (le riflessioni dopo la morte) senza sbattere la porta nè far chiasso, bensì tra il vento degli invisibili. Ripeto: il bello e il limite del racconto è nel suo habitus leggero, come onda del mare. Va e viene, va e viene, come le tante vite invisibili che s’incontrano in giro. Davvero complimenti. A volte non c’è bisogno di trame o tele complesse. Basta un notturno prima d’andarsene. Ciao Borges, ciao Veronica…

    2- LA COPERTA SUGLI OCCHI (Andrea Partiti)

    Piacevole e ben costruito, nonostante qualche correzione che andrebbe fatta qua e là su alcune scelte lessicali e di sintassi (non mi riferisco al finale che giustamente è al presente). Tema abusato quello dell’amico immaginario (o angelo o spirito che sia, non c’è bisogno di saperlo di preciso) ma comunque trattato con delicatezza e sensibilità. E un bel finale che lascia un segno di diffusa umanità. Purtroppo le “ghost stories” sono state il tema ricorrente di questo gruppo e dopo un po’ si sente il bisogno di leggere qualcosa di diverso, ma non è colpa tua Andrea. L’appiattimento su un plot comune sarà certamente sintomo di un immaginario comune molto forte legato all’invisibile. Di cui, per fortuna o sfortuna, non mi sento parte. Comunque, complimenti e spero di rileggerti presto Andrea!

    3- NON SI GIOCA COSI’ (Enrico Nottoli)

    A parte qualche intoppo sintattico (la punteggiatura a volte fa saltellare la lettura) m’è piaciuto moltissimo il registro informale e colloquiale. Inserito all’interno d’un punto di vista tra il soggettivo e il fumoso (la nebbia avvolge tutti i personaggi. Una nebbia che non cozza col sole del parco, ma sfuma i contorni di tutti i personaggi, trovando l’apice nel tossico invisibile) ha il suo perchè. Macchiette, come Stalin. Macchiette come Mussolini, che forse fa il pusher stronzo nel parco. La presa di coscienza ultima è quella di un brutto gioco: misero, cinico e pure breve. La realtà è ancora peggio (gli alimenti): tra star sotto le lenzuola come invisibile (perchè diverso) e pagare gli alimenti non so cosa sia meglio. Nel dubbio, complimenti Enrico!

    4- IL RACCONTO INVISIBILE (Marco Roncaccia)

    Bello e in un certo senso ipnotico. Oltre ad essere un racconto/non racconto, dà le stesse vertigine dello specchio dentro lo specchio. Tautologia del divino, verità a priori del racconto non raccontato. Perchè se non raccontato, può esser davvero che sia la narrazione dell’algoritmo ultimo dell’universo. Mi piace molto quest’idea: ha anche il suo mistero. E il generatore marito della generatrice m’ha fatto anche ridere!! Unico “appunto” sulla punteggiatura (a volte si perde il fiato o il virgolettato non fa il suo dovere). Ciao Ozbo!!!

    5- AD ARMI PARI (Cristina Danini)

    Concordo con Ozbo: alcune sbavature di stile non inficiano la delicatezza,la semplicità e il fascino di un racconto davvero piacevole! Forse è vero che siamo abituati a considerare puramente esistenziali i dolori di un fantasma e mai fisici…ma potrebbe pur essere il contrario. Perciò tra esseri invisibili e amori impossibili, Resta davvero v bel contributo. Complimenti Cristina! !

    6- CHIUDO GLI OCCHI E RESPIRO (Christian Magri)

    Complimenti per i cambi di registro e di stile, per il saper essere toccanti e quasi intimi: una sorta di confessionale su carta, una dichiarazione della propria fragilità, tra contraddizioni e momenti strasognati che scemano nel flusso dei ricordi. Di un altro presente (im)possibile.

    Per contro ho notato qualche smagliatura nella forma ma tutto di poco conto. Forse manca una storia, uno sviluppo, una tela da tessere. Un infinito presente e un’infinita mancanza: il bello ma anche il limite del racconto. Resta il fatto che m’è piaciuto, complimenti Christian !!!

    7- UNA VITA MIGLIORE (Angela Catalini)

    Spietato, cinico, ma in grado di unire uno squarcio sul macro con la drammaticità umana del micro. Un effetto strano e straniante che sembra associarsi alla denuncia sociale. La crudezza è sicuramente il suo punto di forza. Lo spazio (3000 battute) necessariamente il suo limite allo sviluppo. Ma lascia il segno che deve lasciare. Complimenti Angela, spero di rileggerti presto!!

    8- GLI OCCHIALI DI DEWEY (Sara Tirabassi)

    L’ho dovuto rileggere due/tre volte ma m’è piaciuto molto!! Non soltanto per l’idea dei libri invisibili (vere e proprie anime perse nell’universo delle biblioteche) ma anche per la figura di un re che più volte mi ha ricordato vecchi trascorsi del liceo e la buffa versione latina del re assiro Sardanapalo e della sua mollezza effeminata. Ma proprio in fin di vita, stretto d’assedio, si dimostrerà uomo coraggioso e forte. Fare il re spesso è noioso, e pur qualcos’altro bisogna trovar da fare. Anche Pimone lo sa…

    9- LINEE IMMAGINARIE (Manuel Piredda)

    un confine fatto di sabbia è la giusta metafora (forse) che può dar conto dell’idiozia della guerra. Hai espresso bene quel senso di incomunicabilità che permea i rapporti tra i due popoli. Forse andavano tolti alcuni fronzoli inutili come il fatto di essere un civile ( il sistema militare israeliano è allucinante e si vedono militari ovunque, dato che il richiamo è periodo sia per gli uomini che per le donne) ma per me che ci sono stato dà ancor più un’idea realistica della narrazione. Come han scritto gli altri, un finale meno affrettato avrebbe lasciato maggiormente il segno. Ma calibrare le battute è davvero difficile. Comunque complimenti per l’idea, al passo ed oltre i tempi!

    10- LO SPECCHIO INFRANTO ( Vastatio )

    Bella idea davvero!! E bel finale…inaspettato e ben congeniale alla sorpresa! Peccato per lo stile, a volte inutilmente complesso e leggermente confuso. Come già accennato nel caso della descrizione dell’incidente. Resta un’idea molto originale su cui rimettere le mani per renderla più chiara e pulita nello stile e nella sintassi

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 8 mesi fa da Leonardo Leonardo.
    in risposta a: Una vita migliore #10559
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    Spietato, cinico, ma in grado di unire uno squarcio sul macro con la drammaticità umana del micro. Un effetto strano e straniante che sembra associarsi alla denuncia sociale. La crudezza è sicuramente il suo punto di forza. Lo spazio (3000 battute) necessariamente il suo limite allo sviluppo. Ma lascia il segno che deve lasciare. Complimenti Angela, spero di rileggerti presto!!

    in risposta a: Chiudo gli occhi e respiro #10527
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    Complimenti per i cambi di registro e di stile, per il saper essere toccanti e quasi intimi: una sorta di confessionale su carta, una dichiarazione della propria fragilità, tra contraddizioni e momenti strasognati che scemano nel flusso dei ricordi. Di un altro presente (im)possibile.

    Per contro ho notato qualche smagliatura nella forma ma tutto di poco conto. Forse manca una storia, uno sviluppo, una tela da tessere. Un infinito presente e un’infinita mancanza: il bello ma anche il limite del racconto. Resta il fatto che m’è piaciuto, complimenti Christian !!!

    in risposta a: La coperta sugli occhi – Andrea Partiti #10525
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    Piacevole e ben costruito, nonostante qualche correzione che andrebbe fatta qua e là su alcune scelte lessicali e di sintassi (non mi riferisco al finale che giustamente è al presente). Tema abusato quello dell’amico immaginario (o angelo o spirito che sia, non c’è bisogno di saperlo di preciso) ma comunque trattato con delicatezza e sensibilità. E un bel finale che lascia un segno di diffusa umanità. Purtroppo le “ghost stories” sono state il tema ricorrente di questo gruppo e dopo un po’ si sente il bisogno di leggere qualcosa di diverso, ma non è colpa tua Andrea. L’appiattimento su un plot comune sarà certamente sintomo di un immaginario comune molto forte legato all’invisibile. Di cui, per fortuna o sfortuna, non mi sento parte. Comunque, complimenti e spero di rileggerti presto Andrea!

    in risposta a: Storia di qualcuno #10517
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    Davvero piacevole e dall’arcano ingegnoso. Un racconto soffice e delicato, che come inizia (dalla scuola) finisce (le riflessioni dopo la morte) senza sbattere la porta nè far chiasso, bensì tra il vento degli invisibili. Ripeto: il bello e il limite del racconto è nel suo habitus leggero, come onda del mare. Va e viene, va e viene, come le tante vite invisibili che s’incontrano in giro. Davvero complimenti. A volte non c’è bisogno di trame o tele complesse. Basta un notturno prima d’andarsene. Ciao Borges, ciao Veronica…

    in risposta a: Danza mistica #10509
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    Ciao Zebratigrata! Grazie per il contributo ma non l’ho capito granchè. L’effetto iniziale d’ambiguità è naturalmente voluto (i personaggi e le loro identità si scoprono verso la fine) ma non capisco quando mi parli di tanta confusione e poi alla fine te ne scusi dicendo che è colpa della formattazione (l’unica cosa che ho capito e su cui lavorerò, grazie per la critica). Per quanto concerne il tuo contributo alla scolastica, non ho capito proprio cosa intendessi. Comunque, per quel poco che sono riuscito a carpire dal tuo commento (forse troppo prolisso, mi son perso…) grazie davvero!

    E grazie ad Ozbo: forse gli elementi inseriti nel acconto erano troppo elitari ad una lettura comune? Ho cercato in tutti i modi di essere il più semplice possibile. Se leggete i miei commenti precedenti, è volutamente lasciato spazio alla creatività del lettore in quale piano immaginare il racconto (paradiso, sit-com, medioevo, teatro…)

    Ma avendo letto molte srtorie di fantasmi, ho capito che probabilmente uscire da un plot conosciuto o dal classico mainstream del paranormale è un rischio. Ma mi piace smarcarmi dagli altri. Nel bene e nel male. La prossima volta magari andrà meglio. Ciao!

    in risposta a: Ad armi pari – Cristina Danini #10431
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    Concordo  con Ozbo: alcune sbavature di stile non inficiano la delicatezza,la semplicità e il fascino di un racconto davvero piacevole! Forse è vero che siamo abituati a considerare puramente esistenziali i dolori di un fantasma e mai fisici…ma potrebbe pur essere il contrario. Perciò tra esseri invisibili e amori impossibili, Resta davvero v bel contributo. Complimenti Cristina! !

    in risposta a: Lo specchio infranto #10380
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    Bella idea davvero!! E bel finale…inaspettato e ben congeniale alla sorpresa! Peccato per lo stile, a volte inutilmente complesso e leggermente confuso. Come già accennato nel caso della descrizione dell’incidente. Resta un’idea molto originale su cui rimettere le mani per renderla più chiara e pulita nello stile e nella sintassi

    in risposta a: Danza mistica #10375
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    Ciao Vastatio!! Assolutamente l’effetto bimbominkia non era nelle mie intenzione, altrimenti avrei usato K a iosa!!! A parte gli scherzi: la citazione del balletto sulla punta dell’ago rimanda alla concezione fideistica scolastica del divino, e in particolar modo a Guglielmo Ockham. La presenza di molti punti esclamitivi/interrogativa è rafforzativa e d’aiuto all’immediatezza della scena! Lo prenderò comunque come spunto di riflessione, grazie!

    in risposta a: Danza mistica #10374
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    Grazie Veronica! Hai ragione ma l’esiguità del tempo (ho iniziato il racconto alle 23.45) non è stata d’aiuto…ma è anche il bello del gioco!

    Ciao Invernomuto: rifletterò sulla tua critica allo stile, grazie davvero!!!

    E grazie ad Angela!! Purtroppo i refusi sono figli della fretta e per i caporali…la prossima volta li utilizzerò!

    in risposta a: Linee immaginarie – di Manuel Piredda #10372
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    un confine fatto di sabbia è la giusta metafora (forse) che può dar conto dell’idiozia della guerra. Hai espresso bene quel senso di incomunicabilità che permea i rapporti tra i due popoli. Forse andavano tolti alcuni fronzoli inutili come il fatto di essere un civile ( il sistema militare israeliano è allucinante e si vedono militari ovunque, dato che il richiamo è periodo sia per gli uomini che per le donne) ma per me che ci sono stato dà ancor più un’idea realistica della narrazione. Come han scritto gli altri, un finale meno affrettato avrebbe lasciato maggiormente il segno. Ma calibrare le battute è davvero difficile. Comunque complimenti per l’idea, al passo ed oltre i tempi!

    in risposta a: Non si gioca così_ Enrico Nottoli #10304
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    A parte qualche intoppo sintattico (la punteggiatura a volte fa saltellare la lettura) m’è piaciuto moltissimo il registro informale e colloquiale. Inserito all’interno d’un punto di vista tra il soggettivo e il fumoso (la nebbia avvolge tutti i personaggi. Una nebbia che non cozza col sole del parco, ma sfuma i contorni di tutti i personaggi, trovando l’apice nel tossico invisibile) ha il suo perchè. Macchiette, come Stalin. Macchiette come Mussolini, che forse fa il pusher stronzo nel parco. La presa di coscienza ultima è quella di un brutto gioco: misero, cinico e pure breve. La realtà è ancora peggio (gli alimenti): tra star sotto le lenzuola come invisibile (perchè diverso) e pagare gli alimenti non so cosa sia meglio. Nel dubbio, complimenti Enrico!

    in risposta a: IL RACCONTO INVISIBILE di Marco Roncaccia #10265
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    Bello e in un certo senso ipnotico. Oltre ad essere un racconto/non racconto, dà le stesse vertigine dello specchio dentro lo specchio. Tautologia del divino, verità a priori del racconto non raccontato. Perchè se non raccontato, può esser davvero che sia la narrazione dell’algoritmo ultimo dell’universo. Mi piace molto quest’idea: ha anche il suo mistero. E il generatore marito della generatrice m’ha fatto anche ridere!! Unico “appunto” sulla punteggiatura (a volte si perde il fiato o il virgolettato non fa il suo dovere). Ciao Ozbo!!!

    in risposta a: Danza mistica #10155
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    grazie Cristina, grazie Andrea!! La location è volutamente ambigua: potrebbe essere una chiesa del 1300, un immaginario antro dell’oltrevita, un set cinematografico per una sit-com….qui la critica alla filosofia scolastica medievale e alla chiesa si unisce all’ironia: quanti angeli possono ballare sulla punta di un ago? (se lo chiesero veramente più di 500 anni fa!!!!). Grazie ancora e buona lettura!!!!

    in risposta a: Gli occhiali di Dewey – di Sara Tirabassi #10108
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    L’ho dovuto rileggere due/tre volte ma m’è piaciuto molto!! Non soltanto per l’idea dei libri invisibili (vere e proprie anime perse nell’universo delle biblioteche) ma anche per la figura di un re che più volte mi ha ricordato vecchi trascorsi del liceo e la buffa versione latina del re assiro Sardanapalo e della sua mollezza effeminata. Ma proprio in fin di vita, stretto d’assedio, si dimostrerà uomo coraggioso e forte. Fare il re spesso è noioso, e pur qualcos’altro bisogna trovar da fare. Anche Pimone lo sa…

    in risposta a: [M] l'Amore brucia #8778
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    grazie a Marco e Ophelia! Come al solito, parole preziose da prendere in considerazioni per lavori futuri!!! Buona fortuna!!

    in risposta a: Gruppo MORTICIA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #8719
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    1- Un ultimo regalo di Ophelia

    Credo che questo sia il racconto che più s’avvicini all’incipit del contest: la luce che assomiglia alla presa forte alla vita e alla voglia di lasciare qualcosa per dare luce agli altri. Luci che si spengono e luci che si accendono, il giorno che lascia il posto alla notte e il mattino alla creatività e alla vita. Perchè la conoscenza è vita. E conoscere è amare. “Solo l’amare e il conoscere conta” diceva Pasolini. E credo davvero, al di là della storia semplice, delicata, da assolo di piano, che oltre un racconto questo sia un monito, un insegnamento. Scusate se sono poco imparziale in questo commento, ma sono rimasto molto colpito. Col tatto di chi sa e conosce anche le cose più brutte…ma non per questo resta tedioso o rassegnato. Anzi…grazie Ophelia, complimenti!

     

    2- L’ultima spiaggia di Alexia

    Lo ribattezzerei: “la rivincita del nerd!” La consapevolezza che ne viene lascia spazio a diverse interpretazioni. Ma quella più importante credo che sia la sfiducia verso l’umanità, destinata alla fine per un’implosione dovuta alla sua stessa iper-socializzazione. Si salverà chi non ha voglia di far niente e guarda il mondo da un oblò…ops! Da un pc. E se anche i pc scomparissero, sempre meglio relazionarsi con una luce in remoto o con un cane che non parla. Da sociologo la vedo così: comunicare fa male (e fa anche morire…) e il protagonista lo sa. Un anti-eroe  figlio di questi tempi da bulimia dell’informazione. La storia sarebbe un’ottima intro per una storia molto più grande. Comunque, davvero ben scritta, complimenti Alexia!

     

    3- Era d’estate di Tina Caramanico

    Davvero una tensione in crescendo, bel climax! Un’idea semplice che rimanda indietro nell’infanzia tutti,nessuno escluso. È vero che il finale poteva essere altrimenti, allinearsi maggiormente alla paura dei bambini e lasciare quel mistero di cui tutto il racconto è permeato. Ma la suspance cinematografica lascia il segno. Anch’io ho avuto l’impressione di una location anni ’50…e questa sensazione, ovvero la tua capacità di dire e non dire:credo proprio che su questo dovresti puntare. Lo svelare velando…e credo che te ne sia capace fino in fondo. Complimenti Tina!

     

    4- Il faro di Aronica Serena

    Ciao Serena! Un racconto davvero ben scritto, scorrevole e piacevole. L’unico cruccio è davvero il finale: ho dovuto leggere i commenti degli altri per capirlo appieno. L’idea è stupenda e lascia spiazzati: davvero un fantasma?! O il ricordo di lei da parte del padre…e quel fiammifero alla fine se speso meglio (dosando meglio la parte iniziale in nave) poteva lasciare quel tocco magico che accompagna tutto il racconto. Per il resto: ottima scansione e cambi prospettiva perfetti!!!

     

    5- Il centotredicesimo piano di Andrea Viscusi

    una certa tensione con un finale a sorpresa che ha il sapore dell’allegoria dei nostri tempi(il sonno della ragione e i suoi lumi che si spengono) .Mute neoprimitive inseguono il sogno dell’olimpo tecnologico raggiunto prima dell’evento catastrofico. Fino a creare un’aura quasi divina intorno ad una lampadina. Da limare alcune parti del racconto in modo da renderlo piu fluido ma…alla fine m’è piaciuto Andrea

     

    6- Il giorno sbagliato di Rossella Stocco

    a me è piaciuto molto questo racconto:ironico e leggero, dai tratti naif e finale tragicomico. Davvero simpatico nonostante le problematiche coi tempi dei verbi e quant’altro.L’idea insomma è davvero interessante. E il finale alla polizzietesco anni 70italiano è davvero di classe: sento già le sgommate e le sirene delle giulie!!

     

    7- La porta di Gabriele Macchiarella

    interessante e davvero originale! dai tratti cinematografici (la tensione per ciò che si cela dietro la porta ricorda i plot strutturali classici del buon thriller o horror che sia). Forse andava accorciata la parte tra una grappa barricata e l’altra nel bar romagnolo ma…si fa leggere comunque con gran piacere!

     

    8- Dannato di Francesca Nozzolillo

    Bella l’idea del loop con pena senza fine: un mix malefico di karma e pena dantesca. Dato che il ritmo e la tensione ci sono, sarebbe stato meglio lavorare proprio sull’idea dell’eterno ritorno del dolore. Un racconto che avrebbe potuto prendere il volo ma che comunque a me piaciuto. E il protagonista che si chiama Angelo Neri è una trovata geniale: allegoria della schizofrenia del protagonista, maschera assieme di vittima e carnefice. Dove il labile confine tra le parti sfuma nella miseria umana personale e lascia compassione e…un ridondante loop in lontananza! Ciao Francesca e buona fortuna!

     

    9- La prima stella della notte di Francesco Nucera

    Ciao Francesco!! M’è piaciuto molto il finale, estatico e aperto a molteplici riflessioni. Sulla violenza in primis ma anche sul senso della vendetta, su cui si fondano le narrazioni di senso di molti gruppi terroristici. Anche l’idea del sequestro è interessante e la struttura narrativa ottima: pulita e scorrevole. Insomma il racconto è piacevole. Magari manca una descrizione contestuale che avrebbe chiarito meglio ed inserito in una location più precisa il racconto e i destini incrociati dei protagonisti. E dato un senso più definito al bambino di passaggio. Ho storto un po’ il naso nel connubio tra politico e sesso ( molto più frequente nel mondo imprenditoriale ) ma sopratutto, e sembra paradossale, sul titolo del racconto. Infatti la prima stella della notte non è una stella ma dovrebbe essere un pianeta: Venere. Una confusione che mi ha smontato un po’ all’inizio. Comunque sottigliezze rispetto ad un buon racconto, complimenti Francesco e buona fortuna!!!

     

    10- Gli altri di Simone Rapizzi

    A parte i refusi e la punteggiatura un po’ ballerina, ho trovato la svolta finale interessante: se speso meglio poteva dare un peso specifico diverso ad un racconto a tratti confuso e di difficile comprensione. Ma hai osato e anche il tema della luce è colto a pieno: in una chiave claustrofobica che m’è piaciuta molto. Complimenti perciò per il coraggio e l’audacia. Con le opportune limature può divenire davvero un bel racconto, ciao Simone!

     

    11- Il sentiero della vita di Gloomy97

    Ciao Gaia! Dai commenti letti quello su cui mi vorrei soffermare è proprio l’assenza di un evento. Non che debba succedere per forza qualcosa che dia un senso al racconto, ma certamente porterebbe più lontano chi legge. Va bene il flusso di coscienza, un po’ meno la riflessione interiore della protagonista senza una NOSTRA riflessione interiore. Mi spiego meglio: le conclusioni a cui arrivi dovrebbero anche essere le nostre. E necessariamente deve succedere qualcosa nel racconto che c’inviti, si spinga, ci costringa a riflettere, per arrivare a quelle riflessioni. Che a quel punto possono anche  esser solo sfiorate, perchè già trasmesse al lettore. Nella teoria del lanciatore di coltelli, non si colpisce mai al centro, perchè l’idea muore. Ma si seguono i contorni: il tutto rimane molto più affascinante, e chi legge arriva man mano al cuore delle tue idee. Come un bel viaggio “per staccare” dal vortice delle nostre vite incasinate. Spero di aver lasciato un buon contributo Gaia, a presto!

     

    12- Non spegnetela di Marco Fronzoni

    Ciao Marco! Una scelta ardua e coraggiosa: la mole di battute dà un ritmo incalzante al racconto ( anche se m’aspettavo che alla fine in qualche modo le due storie parallele confluissero ). Lo sviluppo è appena un po’ caotico con qualche lacuna che lascia interdetti in alcuni punti. Peccato per il finale: con un po’ più di attenzione in ambedue le storie potevi chiudere il racconto lasciandoci senza fiato…comunque complimenti per l’idea, ciao Marco!!

     

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 10 mesi fa da Leonardo Leonardo.
    in risposta a: [M] Gli altri – Simone Rapizzi #8712
    Leonardo
    Leonardo
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    A parte i refusi e la punteggiatura un po’ ballerina, ho trovato la svolta finale interessante: se speso meglio poteva dare un peso specifico diverso ad un racconto a tratti confuso e di difficile comprensione. Ma hai osato e anche il tema della luce è colto a pieno: in una chiave claustrofobica che m’è piaciuta molto. Complimenti perciò per il coraggio e l’audacia. Con le opportune limature può divenire davvero un bel racconto, ciao Simone!

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 10 mesi fa da Leonardo Leonardo.
    in risposta a: [M] La prima stella della notte #8711
    Leonardo
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    Ciao Francesco!! M’è piaciuto molto il finale, estatico e aperto a molteplici riflessioni. Sulla violenza in primis ma anche sul senso della vendetta, su cui si fondano le narrazioni di senso di molti gruppi terroristici. Anche l’idea del sequestro è interessante e la struttura narrativa ottima: pulita e scorrevole. Insomma il racconto è piacevole. Magari manca una descrizione contestuale che avrebbe chiarito meglio ed inserito in una location più precisa il racconto e i destini incrociati dei protagonisti. E dato un senso più definito al bambino di passaggio. Ho storto un po’ il naso nel connubio tra politico e sesso ( molto più frequente nel mondo imprenditoriale ) ma sopratutto, e sembra paradossale, sul titolo del racconto. Infatti la prima stella della notte non è una stella ma dovrebbe essere un pianeta: Venere. Una confusione che mi ha smontato un po’ all’inizio. Comunque sottigliezze rispetto ad un buon racconto, complimenti Francesco e buona fortuna!!!

    in risposta a: [M] Il sentiero della vita #8689
    Leonardo
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    Ciao Gaia! Dai commenti letti quello su cui mi vorrei soffermare è proprio l’assenza di un evento. Non che debba succedere per forza qualcosa che dia un senso al racconto, ma certamente porterebbe più lontano chi legge. Va bene il flusso di coscienza, un po’ meno la riflessione interiore della protagonista senza una NOSTRA riflessione interiore. Mi spiego meglio: le conclusioni a cui arrivi dovrebbero anche essere le nostre. E necessariamente deve succedere qualcosa nel racconto che c’inviti, si spinga, ci costringa a riflettere, per arrivare a quelle riflessioni. Che a quel punto possono anche  esser solo sfiorate, perchè già trasmesse al lettore. Nella teoria del lanciatore di coltelli, non si colpisce mai al centro, perchè l’idea muore. Ma si seguono i contorni: il tutto rimane molto più affascinante, e chi legge arriva man mano al cuore delle tue idee. Come un bel viaggio “per staccare” dal vortice delle nostre vite incasinate. Spero di aver lasciato un buon contributo Gaia, a presto!

    in risposta a: [M] Non spegnetela #8688
    Leonardo
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    Ciao Marco! Una scelta ardua e coraggiosa: la mole di battute dà un ritmo incalzante al racconto ( anche se m’aspettavo che alla fine in qualche modo le due storie parallele confluissero ). Lo sviluppo è appena un po’ caotico con qualche lacuna che lascia interdetti in alcuni punti. Peccato per il finale: con un po’ più di attenzione in ambedue le storie potevi chiudere il racconto lasciandoci senza fiato…comunque complimenti per l’idea, ciao Marco!!

    in risposta a: [M] l'Amore brucia #8675
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    Ciao Francesca! Sono felice che la lettura sia stata piacevole!! La luce che non si spegne non è solo la lampadina nella casa ma…l’amore, che brucia e non si spegne mai… buona fortuna e grazie ancora!

    in risposta a: [M] Dannato – di Francesca Nozzolillo #8617
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    Bella l’idea del loop con pena senza fine: un mix malefico di karma e pena dantesca. Dato che il ritmo e la tensione ci sono, sarebbe stato meglio lavorare proprio sull’idea dell’eterno ritorno del dolore. Un racconto che avrebbe potuto prendere il volo ma che comunque a me piaciuto. E il protagonista che si chiama Angelo Neri è una trovata geniale: allegoria della schizofrenia del protagonista, maschera assieme di vittima e carnefice. Dove il labile confine tra le parti sfuma nella miseria umana personale e lascia compassione e…un ridondante loop in lontananza! Ciao Francesca e buona fortuna!

    in risposta a: [M] l'Amore brucia #8611
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    non preoccuparti, grazie lo stesso Tina!

    in risposta a: [M] Un ultimo regalo #8606
    Leonardo
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    Credo che questo sia il racconto che più s’avvicini all’incipit del contest: la luce che assomiglia alla presa forte alla vita e alla voglia di lasciare qualcosa per dare luce agli altri. Luci che si spengono e luci che si accendono, il giorno che lascia il posto alla notte e il mattino alla creatività e alla vita. Perchè la conoscenza è vita. E conoscere è amare. “Solo l’amare e il conoscere conta” diceva Pasolini. E credo davvero, al di là della storia semplice, delicata, da assolo di piano, che oltre un racconto questo sia un monito, un insegnamento. Scusate se sono poco imparziale in questo commento, ma sono rimasto molto colpito. Col tatto di chi sa e conosce anche le cose più brutte…ma non per questo resta tedioso o rassegnato. Anzi…grazie Ophelia, complimenti!

    in risposta a: [M] Il Faro – Aronica Serena #8604
    Leonardo
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    Ciao Serena! Un racconto davvero ben scritto, scorrevole e piacevole. L’unico cruccio è davvero il finale: ho dovuto leggere i commenti degli altri per capirlo appieno. L’idea è stupenda e lascia spiazzati: davvero un fantasma?! O il ricordo di lei da parte del padre…e quel fiammifero alla fine se speso meglio (dosando meglio la parte iniziale in nave) poteva lasciare quel tocco magico che accompagna tutto il racconto. Per il resto: ottima scansione e cambi prospettiva perfetti!!!

    in risposta a: [M] Era d’estate #8585
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    Davvero una tensione in crescendo, bel climax! Un’idea semplice che rimanda indietro nell’infanzia tutti,nessuno escluso. È vero che il finale poteva essere altrimenti, allinearsi maggiormente alla paura dei bambini e lasciare quel mistero di cui tutto il racconto è permeato. Ma la suspance cinematografica lascia il segno. Anch’io ho avuto l’impressione di una location anni ’50…e questa sensazione, ovvero la tua capacità di dire e non dire:credo proprio che su questo dovresti puntare. Lo svelare velando…e credo che te ne sia capace fino in fondo. Complimenti Tina!

    in risposta a: [M] l'Amore brucia #8562
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    Grazie Tina!! Non e’un suicidio ma un volo, tipico in certa letteratura dei sogni lucidi e consapevoli. Volare sopra la città, volare lontano… ecco forse cosa vorrebbe il protagonista…

    in risposta a: [M] l'Amore brucia #8491
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    Grazie ad Antico e a Gabriele!! L’interesse nello specifico è legato al fascino che ho sempre provato per i sistemi sociali “diversi”: nel racconto appunto il sistema minoico matriarcale e quello nomade Tuareg molto restio all’arabizzazione e soprattutto all’islamizzazione.

    Ps. Non è un suicidio: siamo nei sogni, non può accadere perché non è contemplata una fine :)

    A presto!!

    in risposta a: [M] L’ultima spiaggia #8356
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    Lo ribattezzerei: “la rivincita del nerd!” La consapevolezza che ne viene lascia spazio a diverse interpretazioni. Ma quella più importante credo che sia la sfiducia verso l’umanità, destinata alla fine per un’implosione dovuta alla sua stessa iper-socializzazione. Si salverà chi non ha voglia di far niente e guarda il mondo da un oblò…ops! Da un pc. E se anche i pc scomparissero, sempre meglio relazionarsi con una luce in remoto o con un cane che non parla. Da sociologo la vedo così: comunicare fa male (e fa anche morire…) e il protagonista lo sa. Un anti-eroe  figlio di questi tempi da bulimia dell’informazione. La storia sarebbe un’ottima intro per una storia molto più grande. Comunque, davvero ben scritta, complimenti Alexia!

    in risposta a: [M] l'Amore brucia #8346
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    grazie Flavia, grazie Andrea!!! Purtroppo il pezzo sul deserto inizialmente era lungo come gli altri. Poi ho cominciato a limare tutto e quando stava per scadere il tempo…l’unico pezzo su cui non ho avuto modo di rimettere le mani è stato proprio quel sogno lì, argh!!! Buona fortuna!

    in risposta a: [M] l'Amore brucia #8289
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    grazie davvero Serena! il finale è interpretabile e lascia spazio all immaginazione. Il volo potrebbe effettivamente essere un nuovo sogno e non necessariamente una fine drammatica. Anzi, potrebbe creare le condizioni per un “sogno lucido” dai tratti ancora più surreali. La capacità di volare in sogno segnala infatti una grossa consapevolezza e forza interiore che con il dovuto allenamento si manifestano nel sonno. A presto Serena!!!

    in risposta a: [M] Il giorno sbagliato #8288
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    a me è piaciuto molto questo racconto:ironico e leggero, dai tratti naif e finale tragicomico. Davvero simpatico nonostante le problematiche coi tempi dei verbi e quant’altro.L’idea insomma è davvero interessante. E il finale alla polizzietesco anni 70italiano è davvero di classe: sento già le sgommate e le sirene delle giulie!!

    in risposta a: [M] l'Amore brucia #8281
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    grazie Rossella, buona fortuna anche a te )))

    in risposta a: [M] l'Amore brucia #8224
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    ciao Ceranu! farò tesoro delle tue critiche! la fretta altroché non essere consigliera porta spesso a ripetizioni non volute…e ahimè è capitato! per quanto riguarda la manchevolezza di cui parli sul piano del vissuto del protagonista: non potevo far altrimenti vista la dimensione onirica del racconto in cui ho preferito dar peso a situazioni sospese e drammaticamente claustrofobiche a cui il soggetto preferisce abbandonarsi e volar via. Claustrofobia ripetuta nella struttura del racconto a sogno continuo in cui nn sembra esservi via di fuga(non ci sara mai una situazione reale e vera) ma solo lampi ed epifanie di luce, speranze tradite e sempre ravvivate. Quella luce che non si spegne mai…

    in risposta a: [M] Il centotredicesimo piano #8193
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    una certa tensione con un finale a sorpresa che ha il sapore dell’allegoria dei nostri tempi(il sonno della ragione e i suoi lumi che si spengono) .Mute neoprimitive inseguono il sogno dell’olimpo tecnologico raggiunto prima dell’evento catastrofico. Fino a creare un’aura quasi divina intorno ad una lampadina. Da limare alcune parti del racconto in modo da renderlo piu fluido ma…alla fine m’è piaciuto Andrea

    in risposta a: [M] La Porta #8177
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    interessante e davvero originale! dai tratti cinematografici (la tensione per ciò che si cela dietro la porta ricorda i plot strutturali classici del buon thriller o horror che sia). Forse andava accorciata la parte tra una grappa barricata e l’altra nel bar romagnolo ma…si fa leggere comunque con gran piacere!

    in risposta a: [M] l'Amore brucia #8071
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    grazie Alexia! Spero pongano rimedio…tutto quello che era tra <<…>> è scomparso nella formattazione di wordpress. L’importante è sapere che la lettura sia stata piacevole, ciao…

    in risposta a: Gruppo MORTICIA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #8002
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    Perdonami Antico ma tutti i dialoghi del mio racconto inclusi tra <<…>> sono stati cancellati dopo il copia/incolla di word dalla formattazione di wordpress. É possibile porvi rimedio? Nel post successivo al mio racconto ho inserito le battute che sono state eliminate.

    Ciao e a presto!

    in risposta a: [M] l'Amore brucia #7843
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    Leonardo Marconi

    in risposta a: MECHARDIONICA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #6093
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    1- Roberto

    Ciao Giulio! Il racconto m’ha fatto divertire: scorre bene e m’ha fatto sorridere nel finale. Nonostante alcune inesattezze sintattiche e di punteggiatura su cui ho sorvolato (penso dovute alla fretta o alla distrazione, dato che le commetto anch’io) si fa leggere tutto d’un fiato!

    L’idea del guasto non fu mai più azzeccata: nell’intimità il trionfo della “tecnica erettile” è sottintesa. MI ricorda una vecchio panegirico di Severino o forse di Galimberti sopra la tecnica in generale: acquista un senso quando non funziona. Perchè porta al panico, sale l’adrenalina, s’affaccia la vita! Per questo Dio s’annoia nel tuo racconto quando funziona tutto (vero?) ed aspetta l’imprevisto, il numero, il rocambolesco: lui ci guarda a letto, noi guardiamo 22 giocatori con un pallone in un campo verde aspettando il colpo unico, il guizzo, la girandola unica. Perchè il sesso, come il calcio, lascia sempre una speranza: farti godere. Ma tutto questo la megagnocca di Carla non lo sa…

    2- Topo in trappola

    Bel ritmo incalzante !! La location che mi sono immaginato è certamente vicina a qualche screenshot di Half-life, non c’è dubbio!! La nota stonata riguarda l’assenza d’un malfunzionamento. In questo caso il motore della svolta è l’inganno. Il protagonista fugge lasciando macerie alle spalle e spazio per nuove avventure. E chissà, magari la strada per una vera e propria epopea di Silica e della sua razza, (s)fortunatamente capitatati sul pianeta Gaya. Comunque,in definitiva, complimenti per il ritmo e l’ambientazione. Peccato la mancanza di un vero e proprio “guasto”, ma non si può aver tutto. Farsi leggere,e bene, già basta… per ora!

    3- Daimon

    Ciao Viviana: il plot usato mi ha affascinato davvero. Il guasto della macchina (che dovrebbe invece “riparare”la psiche della donna) e il senso claustrofobico d’impotenza sotto le lenzuola di una notte qualsiasi m’hanno fatto scivolare velocemente a leggere il racconto sino alla fine. E’ una situazione apparentemente statica e forse andava toccato maggiormente il dramma interiore dei personaggi (per quanto già accennato). Ma mi è piaciuta tantissimo la trovata del Daimon virtuale, a metà tra il sogno, il limbo del subconscio e la manipolazione biopsichica “in remoto”. Complimenti e non dar peso a chi non sa intravedere certe citazioni o riformulazioni di concetti antichi riproposti in chiave postmoderna e distopica:è un problema loro, non tuo!

    4- É tutta una questione di zucchero

    Un bel climax Jacqueline con un ritmo incalzante e situazioni indovinate!! A parte qualche rara incertezza sintattica (la punteggiatura ormai un po’ dovunque ha assunto un comportamento anarcoide e mi son adeguato anch’io!!) c’è un piacevole contrasto tra la goffaggine del protagonista e il gesto splendido d’amore che illumina il finale. Il carlino (!!!) che morde la ragazzina che bacia il tipo brutto…m’ha fatto morire dal ridere!!!! E’ vero che manca il guasto ma è bello sapere che tutto s’è aggiustato e alla fine il protagonista può di nuovo abbracciare sua figlia. Dolce e delicato, tenero come una colazione senza girelle: diffidate sempre dalle forme perfette degli alimenti. La serialità non fa bene all’organismo !!!

    5- Morte improvvisa

    Un’idea geniale che in fondo fa quasi da monito ad una didascalica ambientalista. Il pianeta c’è,si sente e si vede: in un certo senso, digerendo, accelera i tempi e comincia ad assomigliare a noi umani. E porta con sè paura e maggiore rispetto. Un genovese diceva: “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”. E stavolta un bel racconto. Da limare qua e là nei dilunghi ma per il resto…grazie Alexandra!

    6- Qualcosa da raccontare

    Ciao Ozbo e complimenti per la scelta coraggiosa di raccontare se stessi durante l’atto di esprimere se stessi. Nella teoria dei sistemi sociali l’evidenza immediata è che la società stessa si autodescrive, e non può farne a meno ogni volta che tenta di comunicare. Ovvero selezionare messaggi dal caos, dal noise, dal rumore di fondo indistinto che c’è quando il cursore lampeggia solitario sullo schermo. Poi succede qualcosa, il mondo prende forma e il racconto scorre, raccontando un po’ di noi e di un lunedì sera passato a scrivere. Nonostante il finale, un bel racconto, ciao!

    7- Il coniglietto bianco

    Come già detto, il racconto scorre abbastanza bene, l’idea è originale e il piano B è perfetto ma soprattutto surreale. La morale che si dipana tra le righe inquietante, forse la più distopica dei racconti che ho letto: confondere l’umano con l’umanoide, l’unicità dell’essere vivente con il seriale. Una constatazione a posteriori che trasuda dal clima che stiamo vivendo, privo di riferimenti comuni (se non paure) e di sporadiche occasioni di contatto con l’altro. Se avessi marcato in qualche modo ancor di più la cosa, son sicuro sarebbe stato il miglior racconto o quasi. Complimenti!

    8- Sempre più in alto

    Complimenti Beppe! Azzeccata la scena, plausibile la situazione distopica, naturali i dialoghi! Il guasto sembra evidente, il piano B una vittoria degli sponsor: l’umanità dei personaggi cozza prepotentemente contro la potenza dei brand pubblicitari. In fondo è l’alienazione costante che viviamo quotidianamente. Ma c’è altro: leggendolo un paio di volte mi son reso conto che c’è un’affinità elettiva con le Cosmicomiche di Italo Calvino. Quel salto mi ha ricordato tantissimo le peregrinazioni nel tempo e nell’universo di Qfwfq…un brivido a pelle, grazie!!!

    9- Il dramma di un uomo

    Ciao Geppetto! L’effetto sorpresa della seconda parte è ottimo! Il testo scorre bene (nonostante la punteggiatura “random” inceppi per qualche istante il ritmo ) in maniera fluida e senza difficoltà. Questo è il pregio e forse anche il limite del racconto, perchè demarca l’assenza di quella complessità che avrebbe potuto lasciare il segno. Resta il fatto che non è facile parlare alla pancia di migliaia di over trentenni italiani: l’incubo della giornata di festa con la suocera è una paura diffusa. Te lo dico in prima persona perchè ci son passato anch’io e perchè negli anni non è cambiato  nulla (ricordi quel film fantastico degli anni ’50? Come si chiamava… ah sì:Io, mammeta e tu!)  A parte gli scherzi, piacevole!

    in risposta a: [M] Morte improvvisa (Alexandra Fischer) #6092
    Leonardo
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    Un’idea geniale che in fondo fa quasi da monito ad una didascalica ambientalista. Il pianeta c’è,si sente e si vede: in un certo senso, digerendo, accelera i tempi e comincia ad assomigliare a noi umani. E porta con sè paura e maggiore rispetto. Un genovese diceva: “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”. E stavolta un bel racconto. Da limare qua e là nei dilunghi ma per il resto…grazie Alexandra!

    in risposta a: [M] Il coniglietto bianco #6089
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    Come già detto, il racconto scorre abbastanza bene, l’idea è originale e il piano B è perfetto ma soprattutto surreale. La morale che si dipana tra le righe inquietante, forse la più distopica dei racconti che ho letto: confondere l’umano con l’umanoide, l’unicità dell’essere vivente con il seriale. Una constatazione a posteriori che trasuda dal clima che stiamo vivendo, privo di riferimenti comuni (se non paure) e di sporadiche occasioni di contatto con l’altro. Se avessi marcato in qualche modo ancor di più la cosa, son sicuro sarebbe stato il miglior racconto o quasi. Complimenti!

    in risposta a: [M] QUALCOSA DA RACCONTARE di Marco Roncaccia #6072
    Leonardo
    Leonardo
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    Ciao Ozbo e complimenti per la scelta coraggiosa di raccontare se stessi durante l’atto di esprimere se stessi. Nella teoria dei sistemi sociali l’evidenza immediata è che la società stessa si autodescrive, e non può farne a meno ogni volta che tenta di comunicare. Ovvero selezionare messaggi dal caos, dal noise, dal rumore di fondo indistinto che c’è quando il cursore lampeggia solitario sullo schermo. Poi succede qualcosa, il mondo prende forma e il racconto scorre, raccontando un po’ di noi e di un lunedì sera passato a scrivere. Nonostante il finale, un bel racconto, ciao!

    in risposta a: [M] Il dramma di un uomo di Ducoli Diego #6040
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    Ciao Geppetto! L’effetto sorpresa della seconda parte è ottimo! Il testo scorre bene (nonostante la punteggiatura “random” inceppi per qualche istante il ritmo ) in maniera fluida e senza difficoltà. Questo è il pregio e forse anche il limite del racconto, perchè demarca l’assenza di quella complessità che avrebbe potuto lasciare il segno. Resta il fatto che non è facile parlare alla pancia di migliaia di over trentenni italiani: l’incubo della giornata di festa con la suocera è una paura diffusa. Te lo dico in prima persona perchè ci son passato anch’io e perchè negli anni non è cambiato  nulla (ricordi quel film fantastico degli anni ’50? Come si chiamava… ah sì:Io, mammeta e tu!)  A parte gli scherzi, piacevole!

    in risposta a: [M] Topo in trappola – Ambrous Stack #5901
    Leonardo
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    Bel ritmo incalzante !! La location che mi sono immaginato è certamente vicina a qualche screenshot di Half-life, non c’è dubbio!! La nota stonata riguarda l’assenza d’un malfunzionamento. In questo caso il motore della svolta è l’inganno. Il protagonista fugge lasciando macerie alle spalle e spazio per nuove avventure. E chissà, magari la strada per una vera e propria epopea di Silica e della sua razza, (s)fortunatamente capitatati sul pianeta Gaya. Comunque,in definitiva, complimenti per il ritmo e l’ambientazione. Peccato la mancanza di un vero e proprio “guasto”, ma non si può aver tutto. Farsi leggere,e bene, già basta… per ora!

    in risposta a: [M] Daimon – Viviana Tenga #5898
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    Ciao Viviana: il plot usato mi ha affascinato davvero. Il guasto della macchina (che dovrebbe invece “riparare”la psiche della donna) e il senso claustrofobico d’impotenza sotto le lenzuola di una notte qualsiasi m’hanno fatto scivolare velocemente a leggere il racconto sino alla fine. E’ una situazione apparentemente statica e forse andava toccato maggiormente il dramma interiore dei personaggi (per quanto già accennato). Ma mi è piaciuta tantissimo la trovata del Daimon virtuale, a metà tra il sogno, il limbo del subconscio e la manipolazione biopsichica “in remoto”. Complimenti e non dar peso a chi non sa intravedere certe citazioni o riformulazioni di concetti antichi riproposti in chiave postmoderna e distopica:è un problema loro, non tuo!

    in risposta a: [M] E' tutta una questione di zucchero – Jacqueline Nieder #5498
    Leonardo
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    Partecipante

    Un bel climax Jacqueline con un ritmo incalzante e situazioni indovinate!! A parte qualche rara incertezza sintattica (la punteggiatura ormai un po’ dovunque ha assunto un comportamento anarcoide e mi son adeguato anch’io!!) c’è un piacevole contrasto tra la goffaggine del protagonista e il gesto splendido d’amore che illumina il finale. Il carlino (!!!) che morde la ragazzina che bacia il tipo brutto…m’ha fatto morire dal ridere!!!! E’ vero che manca il guasto ma è bello sapere che tutto s’è aggiustato e alla fine il protagonista può di nuovo abbracciare sua figlia. Dolce e delicato, tenero come una colazione senza girelle: diffidate sempre dalle forme perfette degli alimenti. La serialità non fa bene all’organismo !!!

    • Questa risposta è stata modificata 10 anni fa da Leonardo Leonardo.
    in risposta a: [M] SEMPRE PIÙ IN ALTO #5489
    Leonardo
    Leonardo
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    Complimenti Beppe! Azzeccata la scena, plausibile la situazione distopica, naturali i dialoghi! Il guasto sembra evidente, il piano B una vittoria degli sponsor: l’umanità dei personaggi cozza prepotentemente contro la potenza dei brand pubblicitari. In fondo è l’alienazione costante che viviamo quotidianamente. Ma c’è altro: leggendolo un paio di volte mi son reso conto che c’è un’affinità elettiva con le Cosmicomiche di Italo Calvino. Quel salto mi ha ricordato tantissimo le peregrinazioni nel tempo e nell’universo di Qfwfq…un brivido a pelle, grazie!!!

    in risposta a: [M] Giulio Lepri – Roberto #5382
    Leonardo
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    Ciao Giulio! Il racconto m’ha fatto divertire: scorre bene e m’ha fatto sorridere nel finale. Nonostante alcune inesattezze sintattiche e di punteggiatura su cui ho sorvolato (penso dovute alla fretta o alla distrazione, dato che le commetto anch’io) si fa leggere tutto d’un fiato!

    L’idea del guasto non fu mai più azzeccata: nell’intimità il trionfo della “tecnica erettile” è sottintesa. MI ricorda una vecchio panegirico di Severino o forse di Galimberti sopra la tecnica in generale: acquista un senso quando non funziona. Perchè porta al panico, sale l’adrenalina, s’affaccia la vita! Per questo Dio s’annoia nel tuo racconto quando funziona tutto (vero?) ed aspetta l’imprevisto, il numero, il rocambolesco: lui ci guarda a letto, noi guardiamo 22 giocatori con un pallone in un campo verde aspettando il colpo unico, il guizzo, la girandola unica. Perchè il sesso, come il calcio, lascia sempre una speranza: farti godere. Ma tutto questo la megagnocca di Carla non lo sa…

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