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16 marzo 2015 alle 23:01 in risposta a: Lista dei racconti ammessi e vostre classifiche – MC Live alla Ginzburg #4469
Tutto Torna di Diego Ducoli
Ciao Diego! Purtroppo devo unirmi al coro e ripetere la parola: confusione. Il tuo racconto è difficile da seguire e si “inceppa” spesso. A rendere la situazione più complicata, c’è questo surplus di subordinate. Crei periodi troppo lunghi e troppo complessi. Il mio consiglio è di frammentare le frasi e snellirle maggiormente.</span>
Le radici del futuro di Patty Barale
Ciao Patty! La tua idea mi piace davvero molto… certo, ti sei scelta una storia bella complicata da raccontare. Nel farlo, i rischi sono tanti… e tu, in parte, li hai schivati, in parte no. In generale, però, il mio giudizio è positivo e il mio consiglio è solo di riscrivere alcune parti con più calma. Complimenti!</span>
Aida di Nicolas Lozito
Ciao Nicolas! L’inizio del tuo racconto mi è piaciuto molto, mi ha subito catturata ed introdotta nella storia. La tua scrittura è pulita e bella, mi piace molto. Secondo me, il problema principale del tuo racconto, però, è che hai scelto un punto di vista troppo difficile in cui calarti. Certe sensazioni, per quanto si possano immaginare, si riescono a restituire con efficacia solo se si provano in prima persona. La componente drammatica, poi, risulta un tantino sovraccarica. Comunque bravo!</span>
Perfection di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora! Ho visto che l’hanno detto in molti, ma lo ripeto… hai avuto proprio una bella idea! Riconducibile ad una filone fantascientifico già esplorato, ma bella. Sviluppi la storia in maniera precisa, arricchendola di dettagli… forse fin troppi. Alle volte, il tutto risulta troppo “pesante” e c’è il rischio di distrarsi o perdersi. Eliminandoli, in favore della storia e del suo sviluppo, avresti ottenuto un risultato più efficace, secondo me.</span>
L’assurda colpa di esistere di Jaqueline Nadier
Ciao Jaqueline! La tua scrittura è agile e corretta. Ho apprezzato molto quelle frasi brevissime che inserisci qua e là e che colpiscono puntuali nel segno. Purtroppo anch’io sono caduta un po’, in confusione all’inizio… per il resto, però, il racconto fila bene e la storia tocca e coinvolge. E credo sia questo l’importante! Brava.</span>
La bestia di Gévaudian di Francesco D’Amore
Ciao Francesco! All’inizio la tua storia incuriosisce e sembra avviarsi verso una rielaborazione del tema promettente. Poi, però, qualcosa si incrina e le cose si fanno confuse… complice anche l’aspetto formale della tua scrittura che, qua e là, possiede qualche pecca. Il finale mi è piaciuto molto. In generale, non è male comunque… complimenti!</span>
Rimpianto di Enrico Nottoli
Ciao Enrico! Bel lavoro. Del tuo racconto ho apprezzato molto le frasi ripetute, una scelta stilistica che mi piace molto, e la verosimiglianza dei dialoghi. Nel leggerti, si intravedono con chiarezza alcuni dei tuoi riferimenti letterari. Unica pecca della tua scrittura è un’eccessiva puntualità, alle volte. Soprattutto nelle descrizioni. Snellendo un po’ il tutto potresti ottenere un ritmo ancora più agile che, secondo me, ben si accorderebbe al tuo modo di scrivere. Comunque bravo!</span>
Ombre di Carolina Pelosi
Ciao Carolina! Per prima cosa, vorrei dirti che io non ho avuto alcuna difficoltà a capire il tuo racconto… la storia richiede una lettura attenta, ma mi sembra ben sviluppata. Il tuo modo di scrivere è lineare, pulito e formalmente molto corretto. L’atmosfera che crei è avvincente e sei stata in grado di creare, con le tue parole, un bel climax. Brava!</span>
Radioman di Sharon Galano
Ciao Sharon! Mi piace l’ambientazione della tua storia, il gusto americano che possiede e lo spunto degli alcolisti anonimi. Personalmente, quello che mi ha convinto un po’ meno sono i dialoghi e l’utilizzo di un po’ di luoghi comuni del panorama a stelle e strisce. Per il resto, la tua idea mi piace e il mondo che descrivi è, forse, quello più vicino ai miei gusti… perciò brava!
Non cambia mai di Marco Roncaccia
Ciao, Marco! Io e gli zombie non andiamo troppo d’accordo… ma questo è un mio gusto personale, del quale tu non hai alcuna colpa! Quello che mi è piaciuto di più del tuo racconto non risiede nella trama, ma è riconducibile più ad un aspetto formale/ stilistico. Posso dire di aver davvero apprezzato il tuo modo di usare la punteggiatura. “Abusi” molto bene del punto (proprio come piace a me), usandolo per frammentare le frasi e renderle molto brevi. Questo conferisce al racconto un bel ritmo… quasi una musicalità. Aspetto accentuato da quel “Non cambia mai un cazzo” ripetuto più volte (quasi come fosse un ritornello). In generale, quindi, zombie a parte, il mio giudizio è positivo!
Incenso di Cristina Danini
Ciao, Cristina! La tua storia mi piace molto… tutto sommato, racconti una vicenda nella quale non è difficile immedesimarsi. L’unica cosa è che il tutto è, forse, poco feroce… nelle tue parole si legge più che altro una rassegnazione. Concordo sul fatto che la parentesi della guerra non aggiunge molto… forse, usata diversamente, avrebbe potuto dare quel peso che manca alla storia… non so. Comunque brava!
La Bestia di Fuoco di Giulio Lepri
Purtroppo devo concordare con gli altri: il tuo racconto genera un po’ di confusione. L’intenzione è buona, ma sembra che tu non riesca a svilupparla con efficacia. La sensazione è che tu ti perda nella tue stesse parole, non so come spiegarti… e, ripeto, è un peccato perché l’idea è buona. Magari prova a riscriverla con più calma e facendoti prima una specie di scaletta, ecco…
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Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da
Viviana Spagnolo.
16 marzo 2015 alle 22:17 in risposta a: Lista dei racconti ammessi e vostre classifiche – MC Live alla Ginzburg #4454Ciao a tutti/e! Ecco la mia classifica.
1. Ombre di Carolina Pelosi.
2. Non cambia mai di Marco Roncaccia.
3. Solo tu puoi prenderlo di Filippo Santaniello.
4. L’assurda colpa di esistere di Jaqueline Nieder.
5. Rimpianto di Enrico Nottoli.
6. Incenso di Cristina Danini.
7. Perfection di Eleonora Rossetti.
Ciao Diego! Purtroppo devo unirmi al coro e ripetere la parola: confusione. Il tuo racconto è difficile da seguire e si “inceppa” spesso. A rendere la situazione più complicata, c’è questo surplus di subordinate. Crei periodi troppo lunghi e troppo complessi. Il mio consiglio è di frammentare le frasi e snellirle maggiormente.
Ciao Patty! La tua idea mi piace davvero molto… certo, ti sei scelta una storia bella complicata da raccontare. Nel farlo, i rischi sono tanti… e tu, in parte, li hai schivati, in parte no. In generale, però, il mio giudizio è positivo e il mio consiglio è solo di riscrivere alcune parti con più calma. Complimenti!
Ciao Nicolas! L’inizio del tuo racconto mi è piaciuto molto, mi ha subito catturata ed introdotta nella storia. La tua scrittura è pulita e bella, mi piace molto. Secondo me, il problema principale del tuo racconto, però, è che hai scelto un punto di vista troppo difficile in cui calarti. Certe sensazioni, per quanto si possano immaginare, si riescono a restituire con efficacia solo se si provano in prima persona. La componente drammatica, poi, risulta un tantino sovraccarica. Comunque bravo!
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Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da
Viviana Spagnolo.
Ciao Eleonora! Ho visto che l’hanno detto in molti, ma lo ripeto… hai avuto proprio una bella idea! Riconducibile ad una filone fantascientifico già esplorato, ma bella. Sviluppi la storia in maniera precisa, arricchendola di dettagli… forse fin troppi. Alle volte, il tutto risulta troppo “pesante” e c’è il rischio di distrarsi o perdersi. Eliminandoli, in favore della storia e del suo sviluppo, avresti ottenuto un risultato più efficace, secondo me.
16 marzo 2015 alle 21:45 in risposta a: Privato: L’assurda colpa di esistere – Jacqueline Nieder #4445Ciao Jaqueline! La tua scrittura è agile e corretta. Ho apprezzato molto quelle frasi brevissime che inserisci qua e là e che colpiscono puntuali nel segno. Purtroppo anch’io sono caduta un po’, in confusione all’inizio… per il resto, però, il racconto fila bene e la storia tocca e coinvolge. E credo sia questo l’importante! Brava.
Ciao Francesco! All’inizio la tua storia incuriosisce e sembra avviarsi verso una rielaborazione del tema promettente. Poi, però, qualcosa si incrina e le cose si fanno confuse… complice anche l’aspetto formale della tua scrittura che, qua e là, possiede qualche pecca. Il finale mi è piaciuto molto. In generale, non è male comunque… complimenti!
Ciao Enrico! Bel lavoro. Del tuo racconto ho apprezzato molto le frasi ripetute, una scelta stilistica che mi piace molto, e la verosimiglianza dei dialoghi. Nel leggerti, si intravedono con chiarezza alcuni dei tuoi riferimenti letterari. Unica pecca della tua scrittura è un’eccessiva puntualità, alle volte. Soprattutto nelle descrizioni. Snellendo un po’ il tutto potresti ottenere un ritmo ancora più agile che, secondo me, ben si accorderebbe al tuo modo di scrivere. Comunque bravo!
Ciao Carolina! Per prima cosa, vorrei dirti che io non ho avuto alcuna difficoltà a capire il tuo racconto… la storia richiede una lettura attenta, ma mi sembra ben sviluppata. Il tuo modo di scrivere è lineare, pulito e formalmente molto corretto. L’atmosfera che crei è avvincente e sei stata in grado di creare, con le tue parole, un bel climax. Brava!
Ciao Sharon! Mi piace l’ambientazione della tua storia, il gusto americano che possiede e lo spunto degli alcolisti anonimi. Personalmente, quello che mi ha convinto un po’ meno sono i dialoghi e l’utilizzo di un po’ di luoghi comuni del panorama a stelle e strisce. Per il resto, la tua idea mi piace e il mondo che descrivi è, forse, quello più vicino ai miei gusti… perciò brava!
Ciao, Cristina! La tua storia mi piace molto… tutto sommato, racconti una vicenda nella quale non è difficile immedesimarsi. L’unica cosa è che il tutto è, forse, poco feroce… nelle tue parole si legge più che altro una rassegnazione. Concordo sul fatto che la parentesi della guerra non aggiunge molto… forse, usata diversamente, avrebbe potuto dare quel peso che manca alla storia… non so. Comunque brava!
Ciao, Viviana! La tua scrittura è delicata e lineare. La definirei corretta… anche se un tantino poco incisiva. Ho trovato davvero efficace ed azzeccata la tua scelta di alternare corsivo e non corsivo. Il salto da passato a presente è complicato da realizzare con chiarezza e credo che tu te la sia cavata piuttosto bene… anche se qualche problemino c’è! Il tutto, però, è godibile… dal gusto quasi cinematografico.
Purtroppo devo concordare con gli altri: il tuo racconto genera un po’ di confusione. L’intenzione è buona, ma sembra che tu non riesca a svilupparla con efficacia. La sensazione è che tu ti perda nella tue stesse parole, non so come spiegarti… e, ripeto, è un peccato perché l’idea è buona. Magari prova a riscriverla con più calma e facendoti prima una specie di scaletta, ecco…
Formalmente non ho nulla da correggerti. Ho apprezzato molto l’incipit: accattivante e dettagliato. Immerge subito il lettore nell’atmosfera del racconto… un’atmosfera agrodolce. Personalmente, ho trovato il modo in cui hai parlato della morte del padre “elegante”… le tue parole non gridano, anche se sarebbe stato facile farlo. Siamo un po’ a quel rinomato “show, don’t tell” tanto difficile da attuare con efficacia. Quando si cerca di utilizzare una simile tecnica, si richiede al lettore un’attenzione maggiore… e il rischio è di non essere compresi subito. Ma, capiamoci, è un po’ il rischio di ogni salto di livello… sarebbe stato semplce raccontare la cosa in modo più diretto. Complimenti per aver provato a fare diversamente!
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Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da
Viviana Spagnolo.
Sono d’accordo, Peter7413! Credo di dover essere debitrice a quella scarica di adrenalina alla creatività, in ogni caso. E, certo, se mai verrà alla luce (cosa che mi auguro), te lo farò leggere sicuramente!
Ciao, Marco! Io e gli zombie non andiamo troppo d’accordo… ma questo è un mio gusto personale, del quale tu non hai alcuna colpa! Quello che mi è piaciuto di più del tuo racconto non risiede nella trama, ma è riconducibile più ad un aspetto formale/ stilistico. Posso dire di aver davvero apprezzato il tuo modo di usare la punteggiatura. “Abusi” molto bene del punto (proprio come piace a me), usandolo per frammentare le frasi e renderle molto brevi. Questo conferisce al racconto un bel ritmo… quasi una musicalità. Aspetto accentuato da quel “Non cambia mai un cazzo” ripetuto più volte (quasi come fosse un ritornello). In generale, quindi, zombie a parte, il mio giudizio è positivo!
@ Filippo, Peter7413: nel rispondervi, rischierei di ripetere quanto ho detto a Cristina… perchè, in fondo, la nota dolente è sempre quella e io stessa l’ho riconosciuta. Quello che posso aggiungere è che Minuti Contati, per me, è stata davvero una sfida tosta. Sono una scrittrice (?) “riflessiva” e ho bisogno che le storie sedimentino un po’ dentro di me prima di scriverle. Il “gioco” non era affatto facile quanto sembrava: c’era bisogno di concentrazione costante e di idee belle chiare in modo da riuscire a condensarle con efficacia. Era la prima volta che mi mettevo alla prova con una cosa simile ed è stato divertente. Seguirò il consiglio di Peter7413 e proverò a riformulare la storia senza il limite di righe… e, se ne verrà fuori qualcosa di buono, dovrò dire grazie a Minuti Contati! Per il momento, però, il racconto è quello sopra… con tutti i suoi inevitabili difetti.
Credo tu abbia colto proprio nel segno, Cristina! Il mio racconto potrebbe sembrare quasi un incipit, sì… lo penso anch’io! Vedi, di fronte al tema, mi è venuta in mente una storia piuttosto imponente (che mal si accordava con il limite di tempo/ battute). Così ho fatto la scelta, forse rischiosa, di non condensarla rendendola frettolosa e mal sviluppata, ma di accennarla soltanto. Per via di questa decisione, il mio racconto gioca molto con il “non detto”… spingendosi quasi al limite. Si procede per suggestioni più che per accadimenti e per intuizioni più che per dati di fatto. Pensa il tutto come un abito vedo – non vedo. La cosa di cui sono felice, però, è che – anche se non ho raccontato tutta la vicenda – il suo senso è comunque tutto lì… ed è racchiuso, più o meno, nella frase conclusiva. Ed, in fondo, il significato di una storia è più importante della storia stessa… o, almeno, io la vedo così!
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Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da
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