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Grazie a tutti per i commenti e le belle parole.
Ho raccontato un pezzo della storia di questa donna, e l’ho fatto al presente. Lascio al lettore la facoltà di disporre del suo futuro, nel senso che non è detto che questa sia la sua vita per sempre. Può anche essere che smetta da un momento all’altro, trovi un lavoro che le permetta di fare una vita dignitosa o che compaia sopra un cavallo bianco il Richard Gere di turno. Ma anche no 😉30 settembre 2015 alle 17:26 in risposta a: Gruppo HIGH CASTLE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #11489Lascio i commenti seguiti dalla classifica. Non è mai facile dare un posto e ci sono parecchi racconti che avrei messo parimerito.
LO SMALTIMENTO – di Veronica Cani
Ciao Veronica,
racconto che fila via liscio e non lascia zone d’ombra. La dinamica dei fatti è spiegata, ma anche raccontata attraverso i dialoghi e l’ansia della donna è un filo teso dall’inizio alla fine. Se proprio devo darti un consiglio, userei un tono più secco nel dialogo in cui a parlare è l’impiegato dell’Ufficio Controllo Intellettivo; ho avuto la sensazione che fosse troppo colloquiale, non so se mi sono spiegata, ma sono piccolezze. Complimenti, anche il finale ha il suo perché.IL MIO UNIVERSO – di Daniele Picciuti
Ciao Daniele,
credevo di essere dentro la scena di un film, appoggiata allo stipite della porta ad ascoltare questi due personaggi che in pochi dialoghi hai tratteggiato in modo molto realistico… se si può dire di una ragazza che non si sa da dove venga e di un uomo che ha il fascino dell’inventore tormentato. L’unico piccolo appunto è che la fine sembra troncare l’atmosfera che si è venuta a creare. Ed è un peccato. In ogni caso, i miei complimenti.
P.S: l’incoerenza credo sia nascosta in quel “Lei sorseggia il suo tè muta” chissà se ci ho preso;)LA CONVOCAZIONE – Manuel Piredda
Ciao Manuel,
l’incipit del tuo racconto crea un’atmosfera quasi magica, le descrizioni particolareggiate permettono di visualizzare bene i personaggi e i loro atteggiamenti; si sente che hai una buona padronanza della parola scritta.
Lo senti il “però” che gira in aria? Mi piace questo tipo di linguaggio usato in un’ambientazione come quella che hai creato, ma faccio comunque fatica a leggere storie così ricche.
Credo sia proprio una questione di gusti.
Ho apprezzato in particolare questo pezzo del racconto:“Tallia carezzò il capo del suo nuovo protetto e lo spinse con un tocco leggero attraverso il varco, puntò lo sguardo verso gli abitanti del quartiere di Commedia, una marmaglia di uomini e donne chiassosi e sregolati uniti soltanto dall’amore nei suoi confronti”
rende bene l’idea, bravo.VIAGGIO AL TERMINE DEL TEMPO – di Adriano Muzzi
Ciao Adriano,
ammiro chi si sa muovere così bene nella fantascienza, chi riesce a farla sembrare “autentica” perché non credo sia facile. A me non riesce proprio.
Sono sincera, mi è piaciuto molto fino a quando non sei entrato in orbita con la Terra, ecco, poi ho fatto un po’ di fatica a credere a quello che è seguito, anche se l’intento di dare una mano a raddrizzare le sorti del nostro universo è ammirevole.Importante – Seguono allegati. di Roberto Romanelli
Ciao Roberto,
che sai scrivere bene te lo hanno già detto, e condivido; anche l’idea della forma mail mi è piaciuta. E ora faccio la voce fuori dal coro: l’ho letto due volte e ho fatto un po’ di fatica, lo ammetto anche se mi farà sembrare impedita. Mi sono incartata sul pezzo dove si spiega in che modo collassano i mondi, lo so, forse non bisognerebbe cercare di capire tutto, visto che si tratta di fantascienza, ci vorrebbe più apertura mentale, più immaginazione. Mi è piaciuto, invece, il fervore, il senso di allarme che traspare dalla missiva, in questo sei stato veramente bravo.
Ti segnalo una piccolezza, la costruzione poco fluida di una frase:
“di questo me ne sono convinto dopo aver letto il diario di mio nonno.”
Mi sono convinto di questo dopo aver…”RITORNO – di Lorenzo Cadoni
Ciao Lorenzo, si sente una grande nostalgia di “casa” pervadere tutto il racconto, striscia tra le descrizioni e i dati tecnici e affiora nei momenti in cui parli della distesa di Ork. Però, se devo essere obiettiva e quindi esserti utile, il racconto mi è parso un po’ troppo diario di viaggio e tende a non andare in profondità. Forse una soluzione potrebbe essere scrivere al presente le parti “vive”:
tutto qui si muove piano…
e inserire i ricordi al passato. È un po’ complicato, ma tutti abbiamo bisogno di esercizio costante, è quello che ci porta a crescere.“Il Maestro, durante le lezioni di avvicinamento mi aveva ammonito duramente di fronte ai miei compagni di corso.
Una mattina, quando il Terzo Sole non era ancora sorto, mi aveva redarguito perché continuavo a fissare la lunga distesa di Ork che si dipanava a perdita d’occhio.”
In questo pezzo hai usato molti caratteri per “raccontare”; per “mostrare”, a volte, ne servono meno. Un esempio, ma poi vedi tu perché è soggettivo:
“La voce dura del Maestro mi raggiunse, facendo svanire la lunga distesa di Ork, dove i miei occhi si erano persi.”
Rubo una riga per ringraziarti del commento al mio racconto. Quel tuo “continuo a rileggerlo” mi ha fatto un enorme piacere.UNA DOLCE INQUIETUDINE – di Alessandra Corrà
Ciao Alessandra,
titolo molto azzeccato, mi piace. Ti faccio i miei complimenti per la fantasia, per le descrizioni azzeccate L’erba era grigia e il cielo viola. L’aria sapeva di gelsomini acidi. E sui tronchi degli alberi si vedevano fessure simili a occhi di gatto. che ci catapultano in questo universo parallelo.
Qualche piccolezza che spero ti possa essere utile:
Cacchio, quanto mancava ancora?
Mi canzonavano dietro
Il linguaggio, o il pensiero, usati dal protagonista presentano delle incongruenze, canzonare è un termine “vecchiotto” che contrasta con quello che abbiamo letto poco prima.– Che posto è mai questo?
È una frase che messa in bocca a dei bulli stona un po’. Ti perdono il trio della V C… sono le iniziali del mio nome! 😉CHI VUOL ESSERE ITALIANO– Ambra Stancampiano
Ciao Ambra,
ti faccio i miei complimenti per come hai saputo gestire il ribaltamento, sono arrivata al momento in cui Bea spegne il televisore senza aspettarmi niente del genere. Poi, in poche righe hai tratteggiato la situazione, il vissuto delle due ragazze a Londra, con le difficoltà e i disagi che comporta.
E qui sono in difficoltà, vediamo se riesco a spiegarti: ho gradito il finale del racconto e la fantasia che ti ha permesso di strutturare una storia godibile, ma alcune parti dell’inizio “spuntano” fuori, sono un po’ forzate. Stiamo parlando comunque di un’ottima storia scritta in poco tempo e con un limite di caratteri che non permette di diluire. Spero di esserti stata utile.L’ORIGINE DEL MONDO – di Enrico Nottoli
Ciao Enrico,
idea originale, complimenti! E ben architettata fin dall’inizio, con particolari che a una seconda lettura prendono il posto che avevi in mente di dargli. Catturi il lettore e non lo lasci fino alla fine che arriva a rallentare il ritmo e strappa un sorriso. Non ti perdono di aver messo descrizioni non necessarie, il massacro fa effetto, vero, ma è fuorviante ed è l’unica cosa che non collima con quello che avviene in realtà. È pur vero che gli spermatozoi muoiono, ma questa frase:
“Madri che avevano perso i loro figli e figli che avevano ucciso le loro madri. Il caos. Per terra cadaveri e puzza di morte. Gente che si nutriva della carne di gente deceduta”
l’ho trovata eccessiva. Buono tutto il resto.C’ERANO UN ITALIANO, UN TEDESCO E UN FRANCESE – di Francesco Nucera
Ciao Francesco,
il titolo aggancia subito il lettore e, in effetti, sono presenti tutti e tre i personaggi, anche se non si trova il risvolto ironico che uno si aspetta, data la fama della barzelletta in questione.
La storia è ben orchestrata e tiene col fiato sospeso, si vuole sapere cosa c’è di così importante, tanto che il finale è molto simile a una porta sbattuta in faccia. Buona la critica sottile che permea l’intero racconto. Un po’ meno credibili i dialoghi, si presume che uno scienziato in un contesto serio, per di più tedesco, non si lasci andare a frasi con un tono così colloquiale.Fate largo, è arrivato il traduttore
Ora faccia il bravo e chieda in che anno sono…LA CASA DEGLI SPIRITI – di Angela Catalini
Ciao Angela,
racconto spigliato e ricco di descrizioni.
L’altro universo è quello dove va a finire la Leda, posso immaginare. Idea e storia impostatate abbastanza bene; non molto convincente il capo di una caserma così approssimativo nelle indagini che non si accorge di un buco nel tetto abbastanza grande da far passare una persona.
Ti segnalo qualche piccolezza:
“Lui la osservò con aria interrogativa; era infagottata in un cappotto rosso a scacchi che si intonava con i capelli.”
Dopo interrogativa starebbero bene i due punti.
Era una donna alta e magra con il viso lungo e triste. Viveva da sola con una magra
Ripetizione di “magra”.LA CLASSIFICA:
1 – Lo smaltimento di Veronica Cani
2 – Il mio universo di Daniele Picciuti
3 – La convocazione di Manuel Piredda
4 – Viaggio al termine del tempo di Adriano Muzzi
5 – Importante- seguono allegati di Roberto Romanelli
6 – Ritorno di Lorenzo Cadoni
7 – Una dolce inquietudine di Alessandra Corrà
8 – “Chi vuol essere italiano” di Ambra Stancampiano
9 – L’origine del mondo di Enrico Nottoli
10 –C’erano un italiano, un tedesco e un francese di Francesco Nucera
11 – La casa degli spiriti di Angela CataliniCiao Enrico,
idea originale, complimenti! E ben architettata fin dall’inizio, con particolari che a una seconda lettura prendono il posto che avevi in mente di dargli. Catturi il lettore e non lo lasci fino alla fine che arriva a rallentare il ritmo e strappa un sorriso. Non ti “perdono” di aver messo descrizioni non necessarie, il massacro fa effetto, vero, ma è fuorviante ed è l’unica cosa che non collima con quello che avviene in realtà. È pur vero che gli spermatozoi muoiono, ma questa frase:
“Madri che avevano perso i loro figli e figli che avevano ucciso le loro madri. Il caos. Per terra cadaveri e puzza di morte. Gente che si nutriva della carne di gente deceduta”
l’ho trovata eccessiva. Buono tutto il resto.Ciao Francesco,
il titolo aggancia subito il lettore e, in effetti, sono presenti tutti e tre i personaggi, anche se non si trova il risvolto ironico che uno si aspetta, data la fama della barzelletta in questione.
La storia è ben orchestrata e tiene col fiato sospeso, si vuole sapere cosa c’è di così importante, tanto che il finale è molto simile a una porta sbattuta in faccia. Buona la critica sottile che permea l’intero racconto. Un po’ meno credibili i dialoghi, si presume che uno scienziato in un contesto serio, per di più tedesco, non si lasci andare a frasi con un tono così colloquiale.Fate largo, è arrivato il traduttore
Ora faccia il bravo e chieda in che anno sono…
Buono, ma non mi ha convinta del tutto.Ciao Alessandra,
titolo molto azzeccato, mi piace. Ti faccio i miei complimenti per la fantasia, per le descrizioni azzeccate L’erba era grigia e il cielo viola. L’aria sapeva di gelsomini acidi. E sui tronchi degli alberi si vedevano fessure simili a occhi di gatto. che ci catapultano in questo universo parallelo.
Qualche piccolezza che spero ti possa essere utile:
Cacchio, quanto mancava ancora?
Mi canzonavano dietro
Il linguaggio, o il pensiero, usati dal protagonista presentano delle incongruenze, canzonare è un termine “vecchiotto” che contrasta con quello che abbiamo letto poco prima.– Che posto è mai questo?
È una frase che messa in bocca a dei bulli stona un po’.
Ti perdono il trio della V C… sono le iniziali del mio nome! 😉Ciao Ambra,
ti faccio i miei complimenti per come hai saputo gestire il ribaltamento, sono arrivata al momento in cui Bea spegne il televisore senza aspettarmi niente del genere. Poi, in poche righe hai tratteggiato la situazione, il vissuto delle due ragazze a Londra, con le difficoltà e i disagi che comporta.
E qui sono in difficoltà, vediamo se riesco a spiegarti: ho gradito il finale del racconto e la fantasia che ti ha permesso di strutturare una storia godibile, ma alcune parti dell’inizio “spuntano” fuori, sono un po’ forzate. Stiamo parlando comunque di un’ottima storia scritta in poco tempo e con un limite di caratteri che non permette di diluire. Spero di esserti stata utile.Ciao Veronica,
racconto che fila via liscio e non lascia zone d’ombra. La dinamica dei fatti è spiegata, ma anche raccontata attraverso i dialoghi e l’ansia della donna è un filo teso dall’inizio alla fine. Se proprio devo darti un consiglio, userei un tono più secco nel dialogo in cui a parlare è l’impiegato dell’Ufficio Controllo Intellettivo; ho avuto la sensazione che fosse troppo colloquiale, non so se mi sono spiegata, ma sono piccolezze. Complimenti, anche il finale ha il suo perché.Ciao Adriano,
ammiro chi si sa muovere così bene nella fantascienza, chi riesce a farla sembrare “autentica” perché non credo sia facile. A me non riesce proprio.
Sono sincera, mi è piaciuto molto fino a quando non sei entrato in orbita con la Terra, ecco, poi ho fatto un po’ di fatica a credere a quello che è seguito, anche se l’intento di dare una mano a raddrizzare le sorti del nostro universo è degno di nota, complimenti!30 settembre 2015 alle 16:49 in risposta a: Importante – Seguono allegati. di Roberto Romanelli #11480Ciao Roberto,
che sai scrivere bene te lo hanno già detto, e condivido; anche l’idea della forma mail mi è piaciuta. E ora faccio la voce fuori dal coro: l’ho letto due volte e ho fatto un po’ di fatica, lo ammetto anche se mi farà sembrare impedita. Mi sono incartata sul pezzo dove si spiega in che modo collassano i mondi, lo so, forse non bisognerebbe cercare di capire tutto, visto che si tratta di fantascienza, ci vorrebbe più apertura mentale, più immaginazione. Mi è piaciuto, invece, il fervore, il senso di allarme che traspare dalla missiva, in questo sei stato veramente bravo.
Ti segnalo una piccolezza, la costruzione poco fluida di una frase:
“di questo me ne sono convinto dopo aver letto il diario di mio nonno.”
Mi sono convinto di questo dopo aver…”
Alla prossima!Ciao Daniele,
credevo di essere dentro la scena di un film, appoggiata allo stipite della porta ad ascoltare questi due personaggi che in pochi dialoghi hai tratteggiato in modo molto realistico… se si può dire di una ragazza che non si sa da dove venga e di un uomo che ha il fascino dell’inventore tormentato. L’unico piccolo appunto è che la fine sembra troncare l’atmosfera che si è venuta a creare. Ed è un peccato. In ogni caso, i miei complimenti.
P.S: l’incoerenza credo sia nascosta in quel “Lei sorseggia il suo tè muta” chissà se ci ho preso;)Ciao Manuel,
l’incipit del tuo racconto crea un’atmosfera quasi magica, le descrizioni particolareggiate permettono di visualizzare bene i personaggi e i loro atteggiamenti; si sente che hai una buona padronanza della parola scritta.
Lo senti il “però” che gira in aria? Mi piace questo tipo di linguaggio usato in un’ambientazione come quella che hai creato, ma faccio comunque fatica a leggere storie così ricche.
Credo sia proprio una questione di gusti.
Ho apprezzato in particolare questo pezzo del racconto:
“Tallia carezzò il capo del suo nuovo protetto e lo spinse con un tocco leggero attraverso il varco, puntò lo sguardo verso gli abitanti del quartiere di Commedia, una marmaglia di uomini e donne chiassosi e sregolati uniti soltanto dall’amore nei suoi confronti”
rende bene l’idea, bravo.Ciao Lorenzo,
si sente una grande nostalgia di “casa” pervadere tutto il racconto, striscia tra le descrizioni e i dati tecnici e affiora nei momenti in cui parli della distesa di Ork. Però, se devo essere obiettiva e quindi esserti utile, il racconto mi è parso un po’ troppo diario di viaggio e tende a non andare in profondità. Forse una soluzione potrebbe essere scrivere al presente le parti “vive”:
tutto qui si muove piano…
e inserire i ricordi al passato. È un po’ complicato, ma tutti abbiamo bisogno di esercizio costante, è quello che ci porta a crescere.“Il Maestro, durante le lezioni di avvicinamento mi aveva ammonito duramente di fronte ai miei compagni di corso.
Una mattina, quando il Terzo Sole non era ancora sorto, mi aveva redarguito perché continuavo a fissare la lunga distesa di Ork che si dipanava a perdita d’occhio.”
In questo pezzo hai usato molti caratteri per “raccontare”; per “mostrare”, a volte, ne servono meno.
Un esempio, ma poi vedi tu, perché è soggettivo:
“La voce dura del Maestro mi raggiunse, facendo svanire la lunga distesa di Ork, dove i miei occhi si erano persi.”
Rubo una riga per ringraziarti del commento al mio racconto. Quel tuo “continuo a rileggerlo” mi ha fatto un enorme piacere.Grazie Daniele, sono contenta che tu abbia apprezzato.
Grazie anche a Stefania e Angela per aver gradito e per i complimenti al mio racconto.
Vorrei chiarire alcune cose ad Angela:
la protagonista è senza lavoro nel momento in cui il marito o compagno la lascia e fa credere alla madre di essere tornata a fare l’infermiera per avere una scusa plausibile e poter uscire di notte.
Poi mi dici:
“Ti ho sottolineato due periodi perché io ho in mente questa donna che tu definisci con l’anima nera, e poi leggo di sole e nuvole.”
Attenzione, perché “non c’è sole che venga a salvarmi” quindi il sole non c’è e le nuvole le ha sul cuore.
Poi, la ripetizione di vaniglia avviene a otto righe di distanza, penso non possa essere considerata tale.Ciao Angela, racconto spigliato e ricco di descrizioni.
L’altro universo è quello dove va a finire la Leda, posso immaginare. Idea e storia impostatate abbastanza bene; non molto convincente il capo di una caserma così approssimativo nelle indagini che non si accorge di un buco nel tetto abbastanza grande da far passare una persona.
Ti segnalo qualche piccolezza:“Lui la osservò con aria interrogativa; era infagottata in un cappotto rosso a scacchi che si intonava con i capelli.”
Dopo interrogativa starebbero bene i due punti.Era una donna alta e magra con il viso lungo e triste. Viveva da sola con una magra
Ripetizione di “magra”.4 settembre 2015 alle 22:06 in risposta a: Gruppo UBERTI: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #10568Ecco, all’ultimo minuto, la mia classifica preceduta dai relativi commenti in ordine sparso. Come al solito mi sono divertita e ringrazio Livio Gambarini per l’intrigante traccia che ha ideato e tutti quelli che hanno contribuito a questa bella edizione. Alla prossima!
RITORNO A CASA
Di Alexandra Fischer
Racconto che ho letto volentieri per i tocchi fantasiosi presenti come pennellate di colore.
C’è qualche incertezza nelle virgole, dovuta alla fretta per la stesura, immagino. Ad esempio, in questa frase ne inserirei due:
“le sue membra erano irrigidite dalla permanenza, durata anni, nella città di Ewigreignen”
Ti segnalo un’incongruenza:
“Sì, ciao.”
Questo modo colloquiale di esprimersi mi è sembrato un po’ fuori luogo data l’ambientazione fantastica del racconto. Qualche incoerenza nel trattare l’invisibilità del protagonista. Però complimenti per la fantasia.
IL VECCHIO E LE COLOMBE di Damiano D’Andrea
Racconto ricco di poesia, delicato e con un finale
perfettamente in tema. Ci sono da curare alcuni aspetti della forma, se permetti ti lascio qualche consiglio:
“Ogni giorno attendevano sui folti, di verdi foglie, e alti rami degli alberi il mio arrivo.”
Questa frase crea un po’ di confusione, andrebbe riscritta in modo più semplice.
“Iniziavo a lanciare piccole molliche cosicché anche le più piccole Colombe potessero mangiare.”
Attenzione alle ripetizioni, se il tempo lo permette si dovrebbe rileggere il testo.
“immersi” immerse (il soggetto sono le persone)
“d’altronde con quel tempo nessuno avrebbe osato uscire.” Frase di cui si può fare a meno, il testo ne trae scorrevolezza.
L’acqua che scorreva, l’odore di acqua piovana,
“mi fece” mi fecero (il lampo e il tuono)
Buoni l’idea e il contenuto, complimenti!
La guerra invisibile – Flavia Imperi
Racconto scritto molto bene che fila via sciolto, sia nei dialoghi che nelle scene dipinte con maestria, con il giusto tocco di suspance, perfetto per un horror. Un po’ macchinoso il paragrafo della botola e il tema dell’invisibilità è poco presente, se non si pensa che la strega possa materializzarsi dal nulla, forse. Ma dati i tempi a disposizione direi che è un ottimo lavoro.
Bella la caratterizzazione dei personaggi e l’ambientazione. Complimenti Flavia!
L’amante Invisibile – Aronica Serena
Storia molto particolare scritta piuttosto bene, scorrevole e con scene vivide. Forse troppo. Rimangono un po’ troppo crude, visto l’argomento non usuale. La figura del marito sembra una macchietta ma in realtà non lo è, e il finale è talmente inverosimile che da lettrice mi son detta: ma come? E il palco non ha retto.
Comunque ti faccio i complimenti per il coraggio e per la capacità descrittiva. Alla prossima!
Ombre di M.R. Del Ciello
Racconto che, pur scritto bene e scorrevole risente del poco spazio a disposizione. Le scene sono fotografie che non si fa in tempo a mettere a fuoco, subito sostituite da altre che lasciano il lettore perplesso. La figura del medico è inquietante, ma non ben definita come ruolo. Diventa amante della donna? L’ha aiutata a liberarsi di lui? E poi, dove cominciano le metafore e dove invece c’è il vero racconto?
Mi sono piaciute le pennellate descrittive e gli odori che rendono più vive le scene, si sente una buona mano che sa scrivere con proprietà.
“Invisible Man” di Adriano Muzzi
Bel racconto, complimenti Adriano! Buona capacità descrittiva e ottimo ritmo. E poi piazzi alcune frasi che sono verità assolute:
“Sfreccio tra le persone che camminano sul marciapiedi, tutti con un inspiegabile fretta: non vedono l’ora di arrivare in posti di lavoro che odiano e che li annoiano, per poi riscappare esauriti verso case e familiari che li deprimono.”
“…chi sta chattando sullo smartphone questioni di vita o di morte”
Ne esce un personaggio tridimensionale molto ben costruito. Ottimo lavoro.
L’invisibilità – Omaima Marfoq
Racconto affascinante che ha nel suo interno scene ben descritte e dinamiche. Peccato che alcune incongruenze ne compromettano l’equilibrio. Su una in particolare mi sono dovuta fermare e tornare a rileggere:
“Uscii e mi diressi nell’appartamento in cui abitavo. Osservai il piccolo oggetto. Era ancora splendente, nonostante gli anni trascorsi. Lo aprii e toccai la foto dei miei. Sorrisi.
Andai a farmi una doccia. Quando uscii, qualcosa mi si conficcò nel piede. Un pezzo di vetro.”
Se la bottiglietta si è rotta nell’altra casa mi è sembrato poco probabile che un pezzo di vetro si trovasse nella sua abitazione. Non sono grandi cose, ma compromettono l’attenzione del lettore che si sente estraneo ai fatti raccontati. Buona l’idea che meriterebbe un numero maggiore di caratteri.
Colpevole di non esistere di Francesco Nucera
Questo racconto mi è piaciuto molto per la scioltezza nei dialoghi e per quel ritmo che ti fa leggere la storia fino alla fine senza pausa alcuna. Quindi complimenti perché non è sempre facile trascinare il lettore in questo modo.
Poi anche l’idea è carina, e il tutto è venato da un’ironia sottile che si fa apprezzare.
Anche la leggerezza con cui sono trattati gli argomenti molto attuali, lo status di invisibilità virtuale, è un punto a favore. Le imperfezioni sono poche e le hanno già sottolineate. Un buon lavoro.
Le Stringhe di Ermete di Valter Carignano
Racconto molto bello, completo, che mi mette un po’ in soggezione per la mia ignoranza sull’argomento.
Mi sono, però, fidata ciecamente di quello che viene descritto e raccontato e questo la dice lunga. Si percepisce lungo tutto lo scritto la nostalgia per la moglie, i sentimenti che legavano i due e il rapporto profondo che il protagonista ha con la sua passione/professione. In pochi caratteri una storia completa e ricca. Complimenti, a rileggerci!
L’ESSENZIALE, di Beppe Roncari
Va via come un fulmine questo racconto, complimenti! Molto realistiche le sensazioni del protagonista e ben delineati anche i familiari e le loro emozioni. Tanta fantasia, anche in questo caso, e rimango sempre stupita perché non saprei fare altrettanto, soprattutto quando si parla in modo così tecnico. E poi è anche un testo che fa riflettere in più punti, che tocca argomenti delicati e di non facile “visibilità”. Un approccio all’handicap visto dalla parte opposta che diventa quasi un valore aggiunto. Bel lavoro!
1. Le Stringhe di Ermete di Valter Carignano,
2. “Invisible Man” di Adriano Muzzi
3. L’essenziale, di Beppe Roncari
4. Colpevole di non esistere di Francesco Nucera
5. Il vecchio e le colombe di Damiano D’Andrea
6. La guerra invisibile di Flavia Imperi
7. L’invisibilità – Omaima Marfoq
8. L’amante Invisibile – Aronica Serena
9. Ombre di M.R. Del Ciello
10. Ritorno a casa di Alexandra FischerL’ESSENZIALE, di Beppe Roncari
Va via come un fulmine questo racconto, complimenti! Molto realistiche le sensazioni del protagonista e ben delineati anche i familiari e le loro emozioni. Tanta fantasia, anche in questo caso, e rimango sempre stupita perché non saprei fare altrettanto, soprattutto quando si parla in modo così tecnico. E poi è anche un testo che fa riflettere in più punti, che tocca argomenti delicati e di non facile “visibilità”. Un approccio all’handicap visto dalla parte opposta che diventa quasi un valore aggiunto. Bel lavoro!
Le Stringhe di Ermete
Racconto molto bello, completo, che mi mette un po’ in soggezione per la mia ignoranza sull’argomento.
Mi sono, però, fidata ciecamente di quello che viene descritto e raccontato e questo la dice lunga. Si percepisce lungo tutto lo scritto la nostalgia per la moglie, i sentimenti che legavano i due e il rapporto profondo che il protagonista ha con la sua passione/professione. In pochi caratteri una storia completa e ricca. Complimenti, a rileggerci!Colpevole di non esistere
Questo racconto mi è piaciuto molto per la scioltezza nei dialoghi e per quel ritmo che ti fa leggere la storia fino alla fine senza pausa alcuna. Quindi complimenti perché non è sempre facile trascinare il lettore in questo modo.
Poi anche l’idea è carina, e il tutto è venato da un’ironia sottile che si fa apprezzare.
Anche la leggerezza con cui sono trattati gli argomenti molto attuali, lo status di invisibilità virtuale, è un punto a favore. Le imperfezioni sono poche e le hanno già sottolineate. Un buon lavoro.L’invisibilità – Omaima Marfoq
Racconto affascinante che ha nel suo interno scene ben descritte e dinamiche. Peccato che alcune incongruenze ne compromettano l’equilibrio. Su una in particolare mi sono dovuta fermare e tornare a rileggere:“Uscii e mi diressi nell’appartamento in cui abitavo. Osservai il piccolo oggetto. Era ancora splendente, nonostante gli anni trascorsi. Lo aprii e toccai la foto dei miei. Sorrisi.
Andai a farmi una doccia. Quando uscii, qualcosa mi si conficcò nel piede. Un pezzo di vetro.”
Se la bottiglietta si è rotta nell’altra casa mi è sembrato poco probabile che un pezzo di vetro si trovasse nella sua abitazione. Non sono grandi cose, ma compromettono l’attenzione del lettore che si sente estraneo ai fatti raccontati. Buona l’idea che meriterebbe un numero maggiore di caratteri.“Invisible Man”
Bel racconto, complimenti Adriano! Buona capacità descrittiva e ottimo ritmo. E poi piazzi alcune frasi che sono verità assolute:
“Sfreccio tra le persone che camminano sul marciapiedi, tutti con un inspiegabile fretta: non vedono l’ora di arrivare in posti di lavoro che odiano e che li annoiano, per poi riscappare esauriti verso case e familiari che li deprimono.”
“…chi sta chattando sullo smartphone questioni di vita o di morte”
Ne esce un personaggio tridimensionale molto ben costruito. Ottimo lavoro.Racconto che, pur scritto bene e scorrevole risente del poco spazio a disposizione. Le scene sono fotografie che non si fa in tempo a mettere a fuoco, subito sostituite da altre che lasciano il lettore perplesso. La figura del medico è inquietante, ma non ben definita come ruolo. Diventa amante della donna? L’ha aiutata a liberarsi di lui? E poi, dove cominciano le metafore e dove invece c’è il vero racconto?
Mi sono piaciute le pennellate descrittive e gli odori che rendono più vive le scene, si sente una buona mano che sa scrivere con proprietà.L’amante Invisibile – Aronica Serena
Storia molto particolare scritta piuttosto bene, scorrevole e con scene vivide. Forse troppo. Rimangono un po’ troppo crude, visto l’argomento non usuale. La figura del marito sembra una macchietta ma in realtà non lo è, e il finale è talmente inverosimile che da lettrice mi son detta: ma come? E il palco non ha retto.
Comunque ti faccio i complimenti per il coraggio e per la capacità descrittiva. Alla prossima!Eccomi, finalmente! Ringrazio tutti per i commenti. Ho notato che il finale non è piaciuto granché… provo a chiarire anche se l’interpretazione può essere personale.
La spiegazione sta in questa frase:
“Perché sono qui sopra di te? Vai piano, amore. Perché non sono a letto, steso vicino a tua madre?”
Lui è vicino (sopra la figlia) e assiste all’incidente per poterla salutare e perché non muoia sola. Lo intuisce e si spaventa, ma non può cambiare le cose.
Il campanello suona e sono gli agenti che portano la cattiva notizia, per questo lui vorrebbe avere il tempo per preparare la moglie che invece è già sulla soglia. Si ritiene “fortunato” per quell’attimo eterno che gli è stato concesso. Complicatino, eh? 😉La guerra invisibile – Flavia Imperi
Racconto scritto molto bene che fila via sciolto, sia nei dialoghi che nelle scene dipinte con maestria, con il giusto tocco di suspance, perfetto per un horror. Un po’ macchinoso il paragrafo della botola e il tema dell’invisibilità è poco presente, se non si pensa che la strega possa materializzarsi dal nulla, forse. Ma dati i tempi a disposizione direi che è un ottimo lavoro.
Bella la caratterizzazione dei personaggi e l’ambientazione. Complimenti Flavia!IL VECCHIO E LE COLOMBE
Racconto ricco di poesia, delicato e con un finale
perfettamente in tema. Ci sono da curare alcuni aspetti della forma, se permetti ti lascio qualche consiglio:“Ogni giorno attendevano sui folti, di verdi foglie, e alti rami degli alberi il mio arrivo.”
Questa frase crea un po’ di confusione, andrebbe riscritta in modo più semplice.“Iniziavo a lanciare piccole molliche cosicché anche le più piccole Colombe potessero mangiare.”
Attenzione alle ripetizioni, se il tempo lo permette si dovrebbe rileggere il testo.“immersi” immerse (il soggetto sono le persone)
“d’altronde con quel tempo nessuno avrebbe osato uscire.” Frase di cui si può fare a meno, il testo ne trae scorrevolezza.
L’acqua che scorreva, l’odore di acqua piovana,
“mi fece” mi fecero (il lampo e il tuono)
Buoni l’idea e il contenuto, complimenti!RITORNO A CASA
Di Alexandra FischerRacconto che ho letto volentieri per i tocchi fantasiosi presenti come pennellate di colore.
C’è qualche incertezza nelle virgole, dovuta alla fretta per la stesura, immagino. Ad esempio, in questa frase ne inserirei due:
“le sue membra erano irrigidite dalla permanenza, durata anni, nella città di Ewigreignen”
Ti segnalo un’incongruenza:“Sì, ciao.”
Questo modo colloquiale di esprimersi mi è sembrato un po’ fuori luogo data l’ambientazione fantastica del racconto. Qualche incoerenza nel trattare l’invisibilità del protagonista. Però complimenti per la fantasia.
Ciao ragazzi,
finalmente riesco a postare la mia classifica. Complimenti a tutti perché, come hanno già detto prima di me, tutti i racconti sono di ottima qualità, scegliere non è stato per niente facile.1 – Black Friday, di Patty Barale,
Ciao Patty,
parto decisa con i complimenti perché te li meriti! Brava, hai scritto un racconto che è una chicca, frizzante e, come se non bastasse, con un finale dolce. Il ribaltamento è riuscito alla perfezione. Nel tragitto mi sono figurata la ragazzina combattere a suon di gomitate, con tutte le figure che incontrava e che hai saputo rendere efficacemente. Bel lavoro.2- Anima e corpo, di Carolina Pelosi
Ciao Carolina,
sono arrivata alla fine in un attimo. Il tuo racconto scorre che è una meraviglia ed è anche molto equilibrato, col filo bel teso che ti porta a non staccare gli occhi dal testo. Mi hai tenuto nella testa del ragazzo a sentire il suo dolore e le sensazioni che prova, ma nello stesso tempo sei riuscita a far visualizzare l’aria che lo circonda senza essere pesante. E dire che l’argomento è uno tra i più delicati da trattare. Complimenti, bella prova.3 – Il ragno nero – Raffaele Marra
Ciao Raffaele,
il commento è a caldo, quindi mi sono rimaste le sensazioni che emergono chiaramente da quello che hai scritto. Ho sentito una sorta di rabbia-dolore serpeggiare per tutto il racconto, ho visto questo bambino, precocemente maturato, lasciarsi aiutare dai grandi. Si comprende che è più forte di loro per come hai gestito il finale. Letto volentieri.4 – Licantropina di Fernando Nappo
Ciao Fernando,
Lo sai perché mi piaciuto il tuo racconto? Perché sei riuscito a sorprendermi e in questo il titolo ha gran parte del merito. Già mi immaginavo una lei che fremeva per dividere la cella con il tuo protagonista. Geniale, invece, la piega che hai fatto prendere al racconto che va via scorrevole, sembra scritto di getto. Complimenti per come lo hai gestito.5- Istinto materno, di Sara Passannanti,
Ciao Sara,
hai una grande abilità nel rendere i dettagli, nel dare loro quel tocco di poesia che fa leggere molto volentieri. Io ho apprezzato il tuo racconto anche perché la madre combatte, c’è lotta e non dimentichiamoci che questa era la traccia. È vero che rimangono poco chiare alcune dinamiche, ma l’insieme è comunque una bella prova. Brava.6 – La prima battaglia, di Cristina Danini,
Ciao Cristina,
affascinante la tua ambientazione e molto dinamiche le scene che ci hai proposto. Nel complesso un racconto che scorre bene ed è completo. Forse l’unico appunto che potrei farti è la comparsa del fratello che sembra un tantino “guidata”. Per il resto una storia ben raccontata, brava!7 – Amore mio, di Stefano Pastor,
Ciao Stefano,
il tuo racconto mi si è chiarito solo verso la metà, ma devo dire che la storia è affascinante. Hai reso bene le sensazioni e la disperazione della ragazza, il suo disgusto e la lotta interiore. Il quadro d’insieme mi è piaciuto e mi è piaciuta la tensione che di percepisce quasi da subito.8 – La prima comunione, di Diego Ducoli,
Ciao Diego,
Complimenti per la fantasia, hai avuto un’idea simpatica e anche il racconto scorre piacevolmente, senza particolari scosse.
Ci sono due figure che ti fanno stare in traccia: la bambina che combatte con la madre, il padre che combatte contro il sistema. Molto filmica l’immagine della torre che prende fuoco.9 – Tutte le cose perdute, di Enrico Nottoli,
Ciao Enrico,
questo tuo racconto è un bell’insieme di emozioni. L’introspezione ci mostra i sentimenti di quest’uomo, ce li fa vivere. Ho apprezzato di più la parte finale, l’elenco delle cose che avrebbe voluto vivere insieme a lei, l’inizio è più dispersivo e alcune situazioni, lei che sposa quello ricco, sono un tantino “cliché”.10 – L’uguaglianza di genere – Beppe Roncari
Ciao Beppe,
il tuo racconto è indubbiamente scritto bene, quello che avviene, però, è più un’aggressione che un combattimento. Anche se all’inizio accenni a un tentato stupro, il grosso della storia vede l’uomo passivo. Se il tuo scopo era sconvolgere ti devo dire che l’hai raggiunto, ma a mio parere hai messo troppa carne al fuoco: dita mozzate, sangue, aids, suicidio. In così pochi caratteri molti avvenimenti.
Piatto in cui ti sono cadute troppe spezie.11 – Moai, di Francesca Nozzolillo,
Ciao Francesca,
i complimenti sono per l’ambientazione, per le descrizioni che fanno immaginare l’Isola di Pasqua, il mare e gli schiavi al lavoro. Sono rimasta spiazzata, invece, dalla seconda parte del racconto, dove trovo una voce che mi racconta un orribile risveglio, ma anche la parte che lo precede, dove me lo immagino ancora dormire. E lì la storia ha perso mordente, proprio dove lo doveva acquistare.
È pur vero che il ragazzo stava raccontando eventi già accaduti, ma non sono più riuscita ad immedesimarmi nelle vicende.12 – Un’incurabile mancanza di puntualità, Sharon Galano
Ciao Sharon,
ti è riuscito piuttosto bene questo ribaltamento, nel senso che si intuisce dove deve andare il tuo protagonista solo verso la fine. Però non sono riuscita a farmi coinvolgere dalla storia. Sono rimasta ai bordi a guardare la figura di quest’uomo senza capire bene le sue intenzioni, e questo non mi ha permesso entrare in sintonia con lui.Ciao Patty,
parto decisa con i complimenti perché te li meriti! Brava, hai scritto un racconto che è una chicca, frizzante e, come se non bastasse, con un finale dolce. Il ribaltamento è riuscito alla perfezione. Nel tragitto mi sono figurata la ragazzina combattere a suon di gomitate, con tutte le figure che incontrava e che hai saputo rendere efficacemente. Bel lavoro.Ciao Francesca,
i complimenti sono per l’ambientazione, per le descrizioni che fanno immaginare l’Isola di Pasqua, il mare e gli schiavi al lavoro. Sono rimasta spiazzata, invece, dalla seconda parte del racconto, dove trovo una voce che mi racconta un orribile risveglio, ma anche la parte che lo precede, dove lo immagino ancora dormire.
E lì la storia ha perso mordente, proprio dove lo doveva acquistare.
È pur vero che il ragazzo stava raccontando eventi già accaduti, ma non sono più riuscita ad immedesimarmi nelle vicende.Ciao Fernando,
Lo sai perché mi piaciuto il tuo racconto? Perché sei riuscito a sorprendermi e, in questo, il titolo ha gran parte del merito. Già mi immaginavo una lei che fremeva per dividere la cella con il tuo protagonista.
Geniale, invece, la piega che hai fatto prendere al racconto che va via scorrevole, sembra scritto di getto. Complimenti per come lo hai gestito.Ciao Diego,
Complimenti per la fantasia, hai avuto un’idea simpatica e anche il racconto scorre piacevolmente, senza particolari scosse.
Ci sono due figure che ti fanno stare in traccia: la bambina che combatte con la madre, il padre che combatte contro il sistema. Molto filmica l’immagine della torre che prende fuoco.Ciao Sara,
hai una grande abilità nel rendere i dettagli, nel dare loro quel tocco di poesia che fa leggere molto volentieri. Io ho apprezzato il tuo racconto anche perché la madre combatte, c’è lotta e non dimentichiamoci che questa era la traccia. È vero che rimangono poco chiare alcune dinamiche, ma l’insieme è comunque una bella prova. Brava.Ciao Enrico,
questo tuo racconto è un bell’insieme di emozioni. L’introspezione ci mostra i sentimenti di quest’uomo, ce li fa vivere. Ho apprezzato di più la parte finale, l’elenco delle cose che avrebbe voluto vivere insieme a lei, l’inizio è più dispersivo e alcune situazioni, lei che sposa quello ricco, sono un tantino “cliché”.Ciao Stefano,
il tuo racconto mi si è chiarito solo verso la metà, ma devo dire che la storia è affascinante. Hai reso bene le sensazioni e la disperazione della ragazza, il suo disgusto e la lotta interiore. Il quadro d’insieme mi è piaciuto e mi è piaciuta la tensione che si percepisce quasi da subito. La lotta, però, non emerge in tutta la sua forza.
Ciao Cristina,
affascinante la tua ambientazione e molto dinamiche le scene che ci hai proposto. Nel complesso un racconto che scorre bene ed è completo. Forse l’unico appunto che potrei farti è la comparsa del fratello che sembra un tantino “guidata”. Per il resto una storia ben raccontata, brava!Ciao Sharon,
ti è riuscito piuttosto bene questo ribaltamento, nel senso che si intuisce dove deve andare il tuo protagonista solo verso la fine. Però non sono riuscita a farmi coinvolgere dalla storia. Sono rimasta ai bordi a guardare la figura di quest’uomo senza capire bene le sue intenzioni, e questo non mi ha permesso entrare in sintonia con lui.Ciao Raffaele,
il commento è a caldo, quindi mi sono rimaste le sensazioni che emergono chiaramente da quello che hai scritto. Ho sentito una sorta di rabbia-dolore serpeggiare per tutto il racconto, ho visto questo bambino, precocemente maturato, lasciarsi aiutare dai grandi. Si comprende che è più forte di loro per come hai gestito il finale. Bravo, letto volentieri.Ciao Carolina,
sono arrivata alla fine in un attimo. Il tuo racconto scorre che è una meraviglia ed è anche molto equilibrato, col filo bel teso che ti porta a non staccare gli occhi dal testo.
Mi hai tenuto nella testa del ragazzo a sentire il suo dolore e le sensazioni che prova, ma nello stesso tempo sei riuscita a far visualizzare l’aria che lo circonda senza essere pesante. E dire che l’argomento è uno tra i più delicati da trattare. Complimenti, bella prova.Ciao Beppe,
il tuo racconto è indubbiamente scritto bene, quello che avviene, però, è più un’aggressione che un combattimento. Anche se all’inizio accenni a un tentato stupro, il grosso della storia vede l’uomo passivo.
Se il tuo scopo era sconvolgere ti devo dire che l’hai raggiunto, ma a mio parere hai messo troppa carne al fuoco: dita mozzate, sangue, aids, suicidio. In così pochi caratteri molti avvenimenti.
Piatto in cui ti sono cadute troppe spezie.28 aprile 2015 alle 16:32 in risposta a: CORIOLANO: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #6257Con imperdonabile ritardo vorrei ringraziare Raffaele Marra per la melodia composta ispirata al mio racconto “La primavera dentro”.
L’ho ascoltata con particolare piacere, anche perché non mi aspettavo un omaggio di questo tipo.
Sono anche contenta che aver letto il racconto abbia suscitato emozioni, grazie ancoraVilma
21 aprile 2015 alle 12:11 in risposta a: CORIOLANO: Lista racconti ammessi e vostre classifiche #5902Rubo un paio di righe per dire che mi sono molto divertita a partecipare, sono una a cui piace molto scrivere, soprattutto in situazioni come questa, in cui il poco tempo a disposizione e la traccia data all’ultimo minuto mettono in moto l’adrenalina. Piacere di conoscervi.
Questa la mia classifica:1) Impresa epica – Manuel Piredda
C’è molta abilità nel descrivere in questo racconto, e tanta fantasia, complimenti Manuel! La storia scorre via veloce, avvince e verso la fine porta anche qualche cenno d’ironia che non guasta. Però ho sentito la mancanza del piano B, ho forse non ho ben compreso del tutto.
Rimane un ottimo lavoro, bravo!2) PRIMAVERA – Raffaele Marra
Un chiaro esempio di come si possa far sembrare reale quello che reale non è. Molto belle le descrizioni del sistema “in tilt” tipo: il vino rosso sull’antipasto di pesce. Sono i dettagli che ti fanno avvicinare al testo con convinzione, seguendo con fiducia tutto quello che chi scrive decide di raccontare. Bel pezzo, complimenti.3) L’ora di libertà – Linda De Santi
L’ansia si sente tutta, la desolazione anche, quella che ti porta a farti domande del tipo: ma perché ancora guerra? È un pochino sfruttato però, questo tipo di ambientazione “dopo il disastro”; è facile scivolare nei luoghi comuni, ma te la sei cavata bene e il testo scorre senza intoppi e anche il finale lascia intatta l’atmosfera da sopravvissuti. Un buon lavoro.4) SCARPETTE DI CRISTALLO – Angelo Frascella
Storia simpatica e ben costruita, si entra facilmente nella testa della protagonista, nel suo disagio procurato dal consumismo (noto che anche in futuro non riusciremo a liberarcene). Bello il dialogo tra amiche che getta una luce concreta sull’intero scenario. Geniale l’idea del guasto, immagino che descrivere questa scena per un uomo sia stato molto divertente, una specie di sogno che si trasforma in realtà.5) Offline – Andrea Viscusi
Scritto senz’altro bene questo racconto, con molti termini tecnici che fanno pensare a una persona preparata o molto amante del genere fantascientifico.
La cosa che colpisce è la mancanza di feeling con la base e, se voluta è ben resa. In missioni di questo tipo è essenziale avere un collegamento ineccepibile con il comando, per la sicurezza nello spazio; quindi pare poco credibile il comportamento dei tecnici di terra. A meno che, appunto, non faccia parte della storia.6) Sono qui – Stefania Fiorin
Racconto che tiene col fiato sospeso, buono il ritmo.
Nella prima parte c’è un uso eccessivo di aggettivi che “condisce” troppo le scene già molto movimentate.
Il padre che si sveglia di botto e spara una frase così articolata mi è sembrato poco credibile, ma nel complesso è una storia che si legge volentieri.
Nel finale compare una figura che viene chiamata “amore” e non so bene come collocare: la madre? Un uomo? Comunque godibile, brava.7) Potere- Carolina Pelosi
La tua storia Carolina è molto d’effetto, trascina fino alla fine senza sforzo, e questo è già un pregio. La cosa che si guasta non è meccanica, ci può stare, e il panico si avverte, diventa palpabile, quando la figlia intuisce di aver perso ogni contatto con l’amato padre. Ho visto un piccolo refuso per il poco tempo che abbiamo avuto per postare. Complimenti, bel racconto!8) INTERFERENZE – Adriano Muzzi
La storia va via scorrevole e anche i dialoghi sono buoni. Che mi lascia un attimo perplessa è il susseguirsi degli eventi. Non mi sono immedesimata a sufficienza per “credere” che possa uscire un enorme struttura meccanica dalla roccia (ammetto che i caratteri in gioco sono veramente pochi per delineare uno scenario di questo tipo). Racconto godibile ma che sa di “già visto”.9) SORDO CIECO MUTO -Alessandro Duino
Provo a dirti le mie impressioni: è come se questo racconto fosse rimasto in bozza, come se i minuti a disposizione non fossero bastati per sistemare le imperfezioni che contiene. Peccato perché la storia aveva del potenziale e il guasto è descritto bene. Non sono chiare alcune dinamiche, il limite di caratteri e di tempo non hanno certo aiutato o forse l’idea non era ancora ben centrata.Ciao Alessandro,
provo a dirti le mie impressioni: è come se questo racconto fosse rimasto in bozza, come se i minuti a disposizione non fossero bastati per sistemare le imperfezioni che contiene. Peccato perché la storia aveva del potenziale e il guasto è descritto bene. Non sono chiare alcune dinamiche, il limite di caratteri e di tempo non hanno certo aiutato o forse l’idea non era ancora ben centrata. A rileggerti!Ciao Angelo,
storia simpatica e ben costruita, si entra facilmente nella testa della protagonista, nel suo disagio procurato dal consumismo (noto che anche in futuro non riusciremo a liberarcene!)
Bello il dialogo tra amiche che getta una luce concreta sull’intero scenario. Geniale l’idea del guasto, immagino che descrivere questa scena per un uomo sia stato molto divertente, una specie di sogno che si trasforma in realtà.Ciao Adriano,
la tua storia va via scorrevole e anche i dialoghi sono buoni. Che mi lascia un attimo perplessa è il susseguirsi degli eventi. Non mi sono immedesimata a sufficienza per “credere” che possa uscire un enorme struttura meccanica dalla roccia (ammetto che i caratteri in gioco sono veramente pochi per delineare uno scenario di questo tipo). Racconto godibile ma che sa di “già visto”.Ciao Raffaele,
un chiaro esempio, il tuo racconto, di come si possa far sembrare reale quello che reale non è. Molto belle le descrizioni del sistema “in tilt” tipo: il vino rosso sull’antipasto di pesce. Sono i dettagli che ti fanno avvicinare al testo con convinzione, seguendo con fiducia tutto quello che chi scrive decide di raccontare. Bel pezzo, complimenti.Ciao Linda,
leggendo il tuo racconto, l’ansia si sente tutta, la desolazione anche, quella che ti porta a farti domande del tipo: ma perché ancora guerra? È un pochino sfruttato però, questo tipo di ambientazione “dopo il disastro”; è facile scivolare nei luoghi comuni, ma te la sei cavata bene e il testo scorre senza intoppi e anche il finale lascia intatta l’atmosfera da sopravvissuti. Un buon lavoro.Ciao Manuel,
in questo racconto c’è molta abilità nel descrivere e tanta fantasia, complimenti! La storia scorre via veloce, avvince e verso la fine porta anche qualche cenno d’ironia che non guasta. Però ho sentito la mancanza del piano B, o forse non ho ben compreso del tutto.Rimane un buon lavoro, bravo!
Ciao Stefania,
racconto che tiene col fiato sospeso, buono il ritmo.
Nella prima parte c’è un uso eccessivo di aggettivi che “condisce” troppo le scene già molto movimentate.
Il padre che si sveglia di botto e spara una frase così articolata mi è sembrato poco credibile, ma nel complesso è una storia che si legge volentieri.
Nel finale compare una figura che viene chiamata “amore” e non so bene come collocare: la madre? Un uomo? Comunque godibile, brava!-
Questa risposta è stata modificata 10 anni fa da
willy.
Ciao Andrea,
scritto senz’altro bene questo racconto, con molti termini tecnici che fanno pensare a una persona preparata o molto amante del genere fantascientifico.
La cosa che colpisce è la mancanza di feeling con la base e, se voluta è ben resa. In missioni di questo tipo è essenziale avere un collegamento ineccepibile con il comando, per la sicurezza nello spazio; quindi pare poco credibile il comportamento dei tecnici di terra. A meno che, appunto, non faccia parte della storia.
A rileggerci!La tua storia, Carolina, è molto d’effetto, trascina fino alla fine senza sforzo, e questo è già un pregio. La cosa che si guasta non è meccanica, ci può stare, e il panico si avverte, diventa palpabile, quando la figlia intuisce di aver perso ogni contatto con l’amato padre. Ho visto un piccolo refuso, immagino per il poco tempo che abbiamo avuto per postare. Complimenti anche per la fantasia, bel racconto!
Grazie a tutti quelli che sono passati a commentare, sono felice che abbiate apprezzato 😉
Ho avuto difficoltà ad accedere al sito, per questo sono in ritardo con i commenti… provvederò al più presto. -
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