Colpevole di non esistere

Colpevole di non esistere

La vita ai tempi dei Social secondo Francesco Nucera.

 
«Bru, sta arrivando uno» disse Pino fissando lo specchietto retrovisore.
«E lascialo passare, non vedi il catorcio che guida.»
«Nel 2020 sono quelli i più pericolosi.»
«Naaa, vedrai che è solo squattrinato.»
«Faccio io, ma poi la colazione la paghi tu!» Pino aprì la portiera e, nell’attimo in cui la macchina gli passò accanto, sollevò la paletta intimando l’alt. Le ruote si bloccarono e le gomme stridettero sull’asfalto.
Il carabiniere, mitra in mano, avanzò verso la vettura ferma.
Un uomo sulla quarantina sbucò dal finestrino. Folti baffi biondi gli coprivano mezzo volto e radi capelli si intrecciavano sulla fronte prominente. «Ho fatto qualcosa signor agente?» chiese.
«Controllo di routine.» Ringalluzzito dall’aspetto dell’uomo, tutt’altro che pericoloso, Pino sfoderò la sua camminata da sceriffo; afferrò le tessere che “Giacomo Cò” gli porse e fece cenno a Bruno di guardarle.
«Signor Cò, dove andava così di fretta?»
«Veramente andavo piano.»
«Eppure non ha fatto in tempo a fermarsi.»
«Scusi, ho visto la paletta solo alla fine.»
«Va bene, ma faccia più attenzione la prossima volta.»
«Abbiamo un problema.» disse il collega puntando il mitra verso il conducente dell’auto.
Pino, che aveva infilato la testa nella macchina, si ritrasse e cercò di recuperare l’arma che teneva a tracolla. «Che hai scoperto?» chiese a Bruno.
«Nulla.»
«Come nulla?»
«Giacomo Cò esiste, ha una casa, un lavoro, un conto in banca, ma non è registrato sui social. Ho controllato due volte» disse Bruno mostrando il piccolo tablet che aveva in mano.
«Scenda dall’auto» intimò Pino scuotendo il mitra.
«Posso spiegarvi» disse l’automobilista obbedendo.
«Perché lei non esiste?»
«Io esisto! Non mi vede? Se mi fa telefonare faccio venire qui un amico per testimoniarlo.»
«Non faccia lo spiritoso; lei non ha amici, lei non ha facebook!»
«Ho un sacco di amici, ma li incontro al bar e a lavoro.»
«Lavoro? Ma se non è iscritto a Linkedin!»
«Ho mandato dei curriculum.»
«E come se non ha la posta elettronica?»
«Li ho portati di persona.»
«Smetta di prendermi per il culo!» Pino gli premette la canna del mitra tra le scapole e lo accompagnò al suolo. «Chi sei?»
«Giacomo Cò.»
«Chi sei? Sulle tue carte non risultano nemmeno dei RID!»
«Pago in contanti.»
«E vai in giro con questo scassone! Mostrami il telefonino.»
Pino vacillò vedendo sbucare dalla tasca dell’uomo un Nokia 3310; per quello non serviva un finanziamento. «Vendono ancora le ricariche del telefono?» chiese perplesso.
«Sì!» rispose l’uomo con la faccia schiacciata sull’asfalto.
I due carabinieri si guardarono perplessi.
«E mo?» chiese Bruno.
«Ho io la soluzione» disse Pino ammiccando.
 
«Quindi riceverà la rivista una volta al mese. Ci scusi per il disagio e buona serata.»
Giacomo annuì, recuperò il bancomat dalle mani del carabiniere, lo infilò nel portafogli e si voltò. Appena si sedette in macchina espirò tutta la tensione che aveva accumulato. Si era abbonato alla rivista dell’arma, ma almeno nessuno aveva scoperto il cadavere che nascondeva nel bagagliaio.

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Francesco Nucera

Fa parte del Team di MC. Autore di Minuti Contati a partire dalla Terza Era, vanta nel palmares due secondi posti.


  2 commenti su “Colpevole di non esistere

  1. Livio Gambarini
    Livio Gambarini
    12 settembre 2015 at 07:52

    Ma ufficiale, anche se siamo nel 2020 è forse un crimine non essere iscritti ai social network e non avere intestazioni bancarie? Un cittadino onesto non può neanche farsi un giro in auto, adesso?
    Lo confesso, alla fine della lettura di questo racconto sono scoppiato a ridere. Vorrei leggere più spesso racconti come questo. Colpevole di non esistere è semplice, divertente, senza pretese e fatto bene. L’aspetto più peculiare è senza dubbio lo stile: la presenza preponderante del dialogo crea un’andamento martellante, un botta e risposta che sembra aggravare sempre di più le condizioni del povero dinosauro pre-tecnologico, mentre sul finale la vicenda dà una virata improvvisa in tutt’altra direzione.
    Il tema dell’invisibile, da altri finalisti piegato forzosamente nella cecità (che è una cosa diversa), è qui trattato in modo specifico e originale: è l’invisibilità sul web nell’epoca degli account integrati. Un plauso ulteriore per questo.

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